OSSERVAZIONI
SOPRA
L'AFFEZIONI
CATARRALI IN
GENERALE,
i. E
Pierre Jean Georges Cabanis
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OSSERVAZIONI
SOPRA
L'AFFEZIONI CATARRALI
IN GENERALE,
«
E PARTICOLARMENTE SOPRA QUELLE CONOSCIUTE SOTTO
i. nomi di RAFFREDDORI DI TESTA E Di
RAFFREDDORI DI PETTO j
DI P. G. G. CABANIS
■ *
Do ttore in Medicina , Membro del Senato , dell* Istituto
Nazionale, della Scuola e Società di Medicina di Pa-
rigi, della Società Americana, di quella <li Medicina
éi Baucellea, ce.
ffon jingendum , std inveniendum i
Bac.
*
TRADUZIONE DAL FRANCESE
'V.
PISA
SEBASTIANO NISTR1
Con ApprOT«iion«
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AVVISO -
DELL* EDITORE
i,
celebrità del? Autore , la nowià di
quest'opuscolo, e la frequenza delle malat-
tìe che ne formano il soggetto, mi hanno
determinato a trasportarlo nella mia lingua ,
nella lusinga che così possa con più facilità
e prontezza esser letto da un maggior nu-
mero di persone. Qualunque elogio dalla mia
penna dovendo esser sospetto , preferisco
d attendere tranquillamente il giudizio irti**
parziale che ne formeranno quelle persone
intelligenti ed istruite , cui ho creduto far
cosa grata .pubblicandolo colle mie stampe*
I
PREFAZIÓNE DELL- AUTORE
L,
io scritto seguente ha per oggetto di presentare
il resultato d'una serie d' osservazioni, cominciate
da più di venticinque anni . Io l' ho ristretto in me-
no pagine che m' è stato possibile , sapendo troppo
per mia propria esperienza , quanto la pazienza , e il
tempo de* lettori hanno bisogno d'essere risparmiati;
ho solamente procurato d' essere chiaro , ciò che pa-
revamo ancora più indispensabile , che d'essere laco-
nico .
Questo scritto non può insegnare niente ai mae-
stri dell'arte*, ne può interessare in modo alcuno quel-
li che vanno in cerca d' erudite teorìe , non è fatto per
le persone di mondo; perchè la lettura de' libri di me-
dicina pratica gV è sempre nocevole, sia per loro stes-
si , sia per le persóne che si credono in diritto di me-
dicare a loro capriccio ; non conviene , ne può essere
utile , che ai giovani pratici . Spero che infitti potrà
suggerire alcune vedute per la cura <£' un genere di
malattìe che si presenta ogni giorno , e di cui in ge-
nerale si trascura anche di troppo di prevenire le pe-
ricolose conseguenze. Quelli che si daranno la pena d*
osservare attentamente la natura , ritroveranno senza
dubbio , le cose stesse che io ho vedute , perchè essa
è uniforme nel suo andamento', ma non è inutile di sa-
pere anticipatamente, ciò che devesi guardare . Quando
non avessi fatto che risparmiar loro delle dubbiezze ,
sarei sufficientemente ricompensato d* una debole fatica j
e il mio scopo sarebbe adempito .
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OSSERVAZIONI
i i , SOPHA .
LE AFFEZIONI CATARRALI
w ■
U P A K T J CO L A R M ENTE SOPRA QUELLE CHE SONO
CONOSCIUTE SOTTO I NOMI
DI RAFFREDDORI DI TESTA
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* DI RAFFREDDORI Di PETTO.
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Ntn fingéndum, jed inveniendum . B»c,
• r:. >
T
JL Medici antichi non avevano punto ignorato di
quale importanza fossero le affezioni catarrali fra le
malattie da cui può essere afflitto il corpo umano; e
avevano indicato per la loro cura de* metodi savje fon-
dati su J* osservazione . S'erano immaginate, è vero ,
sopra quello che chiamavano catarro, delle vedute teo-
retiche erronee per molti rapporti , perchè è impossibi-
le d'ammettere con loro che abbiala sua origine nei cer-
vello; che provenga da una intemperie a cai certe circo-
stanze rendono questo viscere specialmente soggetto ;
finalmente» che fluisca dalla cavità del cranio, perdi là
portarsi alle diverse parti del corpo, più o meno lonta-
ne da questa origine primitiva : ona avevano osservato
Je cause occasionali e determinanti di questa malattia,
isuoi fenomeni caratteristici , il suo andamento , il suo
termine , i suoi resultati con una sagacità ed esattez-
za che non si trovano quasi mai, «he ne*quadri delinea-
ti da questi abili ostentatori. ? * - : r -*ir';'i
t
2
A) risorgimenTlD della "medi dna fin Europa-, ijoro
dogmi furono senza dubbio adattati eoa Jtro_ppa fjoca
scelta e critica. Le -savie ma illusorie teorìe di Galeno
sopra gì' umori , traviarono troppo a lungo i migliori
spiriti , ed anche i più grandi airtfmiràtetir^' IjJ porrate,
o le scuole in vece d'attenersi allo studio riflettuto del
primo di tutti i libri , del solo fedele, cioè di quello
della natura, che tutti gl'altri dovrebbero» avere sol-
tanto in mira d'apprenderci a meglio interrogare , sì
confermavano tanto più ne' loco pregh^iz) galenici ,
che un futile apparecchio d'erudizione, e ai sottili ra-
gionamenti ne rendeva ogni giorno la ridicolezza et
l'assurdità di più in più irriconoscibili a' loro occhj.
Intanto guidati da osservazioni sicurissime , quantun-
que riferite a varie dottrine, i loro metodi di cura era-
no tungi da essere tanto erronei quanto si potrebbe im-
maginarlo; almeno i vizj che lor si potrebbe rimprove-
rare con ragione, sono estranei a quelli dei sistemi che
regnavano allora ; e diversi di questi cattivi teorici iu-
rono de' pratici saggi e fortunati.
9 h' abitudine di fondare le vedute di fisiologìa e di
pratica , meno sopra delle descrizioni anatomiche il
più sovente mute , come il cadavere da cui si souo trat*
te , e sopra idee meccaniche , sempre seducenti , perchè
facili ad essere concepite > e sovente pericolose perchè
ai renunzia con pena a ciò che c' immaginiamo vede-
te e toccare distinta mente : quest' abitudine lodevo*
le sotto altri rapporti ha fatto rigettare at moderni una
moltitudine di queste osservazioni preziose fatte altre
volte , che la prevenzione gì* impedisce di scorgere o
di voler riconoscere nella pratica, ma che colpiscono .
tutti i giorni ècgT occhi attenti e liberi da' pregiudi zj .
Bordeu set)' era di già lamentato in occasione del sog-
getto stesso che c'occupa ; e credè potere spiegare per
mezzo delle sue belle scoperte aopra il sistema cellu-
lare , diversi fatti che t'erano rigettati come falsi , per-
t
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thè erano inesplicabili secondo quelle. idee limitate,
in cui non si sa concepire e credere possibile che quei
tanto ili colisi può, per così dire, toccare col dito , le
cagioni 1 e la connessione cogf effetti osservati .
Dei resto il mio soggetto non è di fare quì gran
sfarzo d' erudizione per difendere l'idee degl'antichi
sopra il catarro , e sopra le differenti specie di pituite ,
qirantènqùè non fosse forse difficile di trovare negl' au-
tori i pia esatti, e quantunque io stesso abbia fatto , ua
numero bastante d'osservazioni «he coincidono ritolto
meglio con queste idee , che con quelle che la maggior
-partente* moderni hanno creduto dover loro sostituire
Ma sono ben lungi , lo confesso , d 1 adottare delle teo-
rie fondate sopra alcune nozioni positive troppo in-
complete /tratte dalle sciente che i migliori pratici
non hanno coltivato che in una maniera accessoria , e
che il primo di tutti, senza alcun paragone, il grau-
•de Ippocrate , ignorava quasi intieramente -
Non sono per altro niente meno lontano dal ri-
gettare , cogl'cm pirici dichiarati V Ogni veduta teori-
ca dalla medicina pratica : sarebbe anche impossibile
di riconoscere ne' fatti che si presentano , V identità o
l' analogia con altri fatti anteriormente cogniti ,se non
si avesse saputo unire gl'ultimi con dei resultati comu-
ni , cioè a dire con dei prìncipi : ma sarebbe meglio non
avere assolutamente alcuna teorìa, che adottarne una
smentita da un certo numero di fatti regolari ,o a linea-
no di non servirsene con tanta rÌKervatez7.a-òa non rav-
visare , in quelli che s'osservano la prima volta ,le dif-
ferenze che possono distinguerli da quelli a'quali e' im-
maginiamo doverli referire. Ciò che dicesi qui della
medicina è egualmente applicabile a tutte le scienze
d' osservazione : quando e 1 attacchiamo cecamente a ciò
che sovente si chiama , con si poca ragione priacwj ,
non si può che aggirarsi nel circolo degl'errori ; e i
lapidi processi che hanno fatto in quest' ultimi tem|«
4
,mel*e branche. della fisica > sonp nuicame#t« Apl^itrfc
ciò che i migliori spiriti fra quelli che le coltivano ,
sottomettono ogni giorno all'esperienza tufti i *riu,cip»j
che si sono creduti , d che si credono a ncor* ^pm.c^i
c i più di mestrui .. ri * Wt i ; d fr
Quantunque le cause delle differenti spec/:e dlfes-
80 , e gì' umori the ne formano la materia., v sjan$-<jjcu
più differenti che quelle specie sutfse , tutti, i ^us^in
generale sono sottoposti presso a poco alle, medesime
leggi ; e per touseguenza , essi sono uniti eia una, teoria
comune, agl'occhi dell'attento osservatore 3 «Questa
'•teurìa sembra essere stata traveduta da Ippocrate e; da
alcuni altri scrittori.di medicina ì ma non, ha comin-
ciato a prendere una forma regolare che fra le maini di
Sthal , che ne ha riuniti e orgauizati gli sparsi dogmi
credendo di non accennare forse che la sola storia de'
flussi sanguigni : é divenuta più classica per le fatiche
d'alcuni medici più moderni, e nomiuataraeute di Bar-
thez, il quale, in una buona memoria sopra le flussio-
ni , ebbe per oggetto di riportare ad alcuni semplici
punii, le osservazioui le più esatte fatte su questa ma-
teria , e il di cui scritto , senza aver forse intieramente
adempito a questo fine, sembrami meritare la partico*-
lare attenzione de' pratici .
Ma io qui non tratto delle flussioni in generale ;
" il loro dominio abbraccia un numero di malattie as-
solutamente estranee a quelle di cui m'occupo, e le
quali pure non intendo considerar qui con qualche
dettaglio , che sotto le loro due più semplici forme ,
alle quali si è particolarmente conservato il nome del
genere . D' altronde , ogni teorìa qualunque non deve
avere, agi* occhi del medico filosofo , altra importanza
che quella d' ajutare la memoria unendone i fatti co-
gniti, e di rappresentarli rapidamente allo Spirito per
dirìgere i ragionamenti d'induzione che l'analogìa sug-
gerisce all' aspetto di tutti gì' oggetti nuovi ♦
9 ] Perciò dunque sen2a un più lungo preliminare sfe
pra questo soggetto , passiamo all' istoria de 1 fatti c he
tì hanno rapporto ; perchè in tutti i generi, sono sem-
pre! fatti che ci devono servire di guida , e in un bon
ordine di deduzione , V idee generali teoriche devono
esserne un espressione concisa, e le vedute della cu-
ra una conseguenza diretta e necessaria .
., . Alcuni scrittori moderni hanno preteso che l*afl&*
aiorii catarrali siano divenute più frequenti negl'ultimi
secoli. Thierry (d) particolarmente, nella prevenzione 9
4' altrpnde non a lui propria, che la specie umana. si
degradi fisicamente di più ia più , per i progressi stes-
si della rivirai ione, si è sforzato di stabilire che
queste affezioni non erano divenute comuni che dopo
il catarro epidemico e maligno del 1 510 ,. di cui Me-
lerai ci ha lasciato- l'isteria >. e che Valleriola ricorda
parlando di quello del 1522- V vero che prima di que-
sto raffreddore #1 i$.ic,non abbiamo l'istoria regola-
re d' alcuna epidemìa catarrale. E egualmente fera
$he fra il 15,1 o^t i5?7.»si trova ancora quella del 1558*
$he fu funestissima; ne vengono di poi quella del 1580*
che Bockelins, Suau , medico di Parigi , e alcuni altri
hanno descritto con molta accuratezza*, o quella dei
1 59 1 . di cui parla Sennerto , la quale percorse tutta la
Germania . Finalmente senza fermarci sopra i catarri
epidemici del diciassettesimo secolo gli vediamo rin-
novarsi in qualche modo progressivamente nel .diciot-
tesimo, da quello del 1 sopra cui il Camerario ha
fatto una dissertazione (ino a quelli che sembrano a ver
regnato iu quasi tutta P Europa negl' ultimi tempi sjeì
medesimo secolo » e ne' primi del diciannovesimo. Io
non nego questi fatti, essi sono costanti : ma non penso
che si passano attribuire alle cause che gì' assegna TluV
».;?• u ■ — — .±_v*
(o) Medicina sperimentale .
9
•rr*ì eìarai sopra tatto ben lontano d' ammettere le
conseguenze che eglHia creduto poterne inferire .
Come ci maravigleremo tjhe gl'antichi non e' ab-
biano lasciato degl'istorie complete d'epidemie catarri-
li quando quelle dell' alare epidemie io nono toro stesse
ai poco, dopo Ippoorate, finonlTÌsorgimento^lella me-
dici naiu Europa yo piuttosto fino al momento in cui
•k «anipa«ebbe stabilito delle «comanioazioni pronte e
regolari fra i saggi de differenti paesi? Tuttavia an-
che ^epidemìe d' Ippocrate non offronoche il quadro
delle malattìe che aveva osservato in una taTe,*o!tar a*-
tra Città, e tutto al pià in un territorio limitatissimo^
si sa che ai suoi tempi le relazioni di paese a paese* 'èra-
no poco facili , che le novità perveni vano rumente
dall' uno all'altro ,e che alcuno non era bastantemen-
te al fatto di ciò che accadeva ne" paesi^anche i più vi-
cini per -delincarne, nn quadro generale e Fedele. L'epi-
demìe pestilenziali erano presso a po# le scile di cui li *
terrore comune indagasse accuratamente il primo appa-
ile V&ecssè conoscere rapidamente d* lungi i perieo*
K , e seguitasse con attenzione f andamento e i pro-
gressi . Io dùnque dal silenzio degl' antichi sopra l'epi-
demìe catarrali non ne concluderei che siano una nuova
malattìa -, e siccome le cause che glnttrrbnisce Thierry ,
continuano ad *<rire con una forza *semprc crescente ,
aono tanto meno portato a convenire nel la sua opinio-
ne , che dopo il catarro del 1510, cheterà accompagna-
to da una febbre maligna funestissima , l' epidemìe ca-
tarrali susseguenti , fino a quelle dell' auno terzo quar-
to e quinto-dei secolo diciannovesimo., sembrano aver
diminuito progressivamente di pericolo , e in una spe*
-eie di proporzione analoga a quella del ravvicinamento
delle loro cpoòhe Te spetti ve. Bisogna pertanto eccet*
tuarc/i catarri complicati con angine gaugrenose; per-
chè quelli souo sempre gravi , e allora quando diven-
gono veramente epidemici, mietono un gran ?nuincro
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i
t
ii malati* e lasciano dopo di loro una lunga rimem-
branza di terrore:-
A questo- proposito , si pub osservare che la gravez-
za e il pericolo del catarro sono sempre relativi alia ua-
tu ra della febbre eoa cui è complicato ; così , le febbri
catarrali epidemiche hanno, dovuto progredire, nel mo-
do stesso dell' altre epidemie , di cui la coltura perfe-
zionata >i progressi dalla ci vili zazione, della polizìa
delle citta r e gi' usi di nettezza; t divenuti di giorno io
giorno più generali , hanno successivamente diminuito ,
e jn una maniera, sorprendente % la violenza e gl'et-
to" - , #
. t . Ma per ritornare agi antichi» la, prova chei ca-
tarri non erana meno frequenti ai loro tempi che oggi-
giorno T è che gi' hanno osservati e descritti con atten-
zione la più. scrupolosa» ed hanno anche stabilito fra
loro delle distinzioni che ci sembrano sottili* finalmen-
te i lororaetodidi cura* indicati con taut* arte e dili-»
geo za * dimostrano tutta V importanza che davano a
questo genere di malattìe, e l' abitudine ia cui erano
d' osservarle ogni giorno.
. Per* poco che sisia versati nella letteratura , noo
a' ignorabile si sono particolarmente applicati a de*
scrivere i fenomeni che presentano, c gì' effetti che pro-
ducono sopra i differt5Ati,ergani , le difiereuti speciedi
pituite y she formano strettamente parlando, la materia,
de* catarri . Galeno » net suo trattato de luoghi affètti „
8 estende con la compiacenza d' un malato guarito, so-
pra quella che Pf assagora aveva caratterizato coli* epì-
teto? di vitrea, , perchè essa aveva l'aspetto dì vetro fu-
so: egli riporta che dopo averla osservata molta volte
sopra altri , *a lui stesso improvvisamente attaccatola
nn violento dolore intestinale che simulava la cotica
nefritica , e che per mezzo d v un lavativo d* olio di rn>
ti (a) rese con gli sfornii più dolorosi una massa con-,
■ ti - , '-. i,
(a) Per infutione, ieiua dubbio»
Viderabile di questa pituita : aggiunge che essa produs»
%e sempre ne) passare una viva sensazione di freddo, «•
che gl'assistenti ', se s' aflfrettaiiodi portarvitl dito men-
tre esce, ne ricevono là stessa impressione; ciò che
non permette -di dubitare , *che ìa sua temperatura non
sia molto inferiore a quella del corpo umano . Questa
pituita è quella che un medico moderno si compiaceva
ci* aver ritrovato ; sebbene in sostanza il "vero rinno-
vatore fosse Diderot, a cui questa scoperta era co-
stata lunghi e crudeli dolori .
Finalmente senza parlare xlelle circostanze parti-
•colari , in cui gif sputi sono salati , acidi , zuccherini,
amari ec. ; circostanze che gli antichi hanno ricono-
sciuto con molta sagacita, e descritte con molta esat-
tezza ; èssi avevano rimarcato il carattere contagioso
di certi catarri (ti) e questo solo'deve portare a pensare
che i catarri epidemici non erano rari ai tempi loro.
Perchè , quantunque le malattie epidemiche che di-J
pendono da cause esterne e generali non siano la co^
sa stessa che le malattie contagiose , «che possono qual-
che volta essere prodotte da -miasmi emanati da un so-
lo individuo, è cosa dicura-che i medici le hanno con-
fuse per lunghissimo tempo; e questa stessa confusione
si trova ancora negli scritti ■d'alcuni autori moderni ,
osservatori , d' altronde , esatti ed attenti . Si crede as-
tai generalmente oggigiorno che tutti i catarri siano
[a] Essi conoscevano il catarro aiinamico e gingrcnoio
che è comunissimo in questo momento , il ■ loro Etculapio
n'era morto prima d' essere divinizeto : questo almeno èciò
che si può ragioneveJnientejrconcludere dal passo di £uida .
Essere colpito dal fulmine , ed -esserlo dalla gang rena sono
etati molte volte espressi colla Stessa parola . Éel resto, forse
Eseulapionon ha giammai realmente esistito ; ma la malat-
tia ili cui dicesi che morisse era sicuramente conosciuta-,
parCicolariDeute dai medici .
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9
cagionati dall'improvvisa retropnlsione della materia
traspirabile , o per la lenta azione deli* umidità elm
disordina questa escrezione necessaria , indebolendo
l'azione organica della pelle. Non v'è dubbio che la
traspirazione retropulsa non produca molti gravi di-
sordini nell' economia animale : è egualmente vero che
i raffreddori e le febbri catarrali si manifestano sovente
in seguito d'un brusco passaggio dal caldo al freddo,
sopratutto quando V atmosfera fredda si trova nel tem-
po stesso caricata di vapori nniidi . E* finalmente co-
stante , dietro V esperienza di tutti i secoli che l' umi-
dità, particolarmente 1' umidità unita al freddo, e più
ancora quella de' paesi, o de 1 tempi caldi /degradando
tutte le funzioni digestive e assi mi] latrici , influisce in
una maniera diretta sulla produzione dell' affezioni ca-
tarrali , come pure d'altre malattìe che non si riguarda-
no punto come del medesimo genere . Ma questa causa
è ben lungi d'essere la sola: l' emorroidi irregolari , dif-
ferenti eruzioni , reumatismi cronici ec! possono essere
rimpiazzati da dei flussi rauccosi ed anche da dei catar-
ri di petto o di testa : certe costituzioni deboli e d' un si-
stema nervoso mobilissimo si trovano sovente accompa-
gnate da una disposizione catarrale , che esse ma n ten-
gono , e che dal canto suo contribuisce a rendere più.
difficile la loro guarigione: finalmente quasi tutte le cir-
costanze snervanti rendono gl'uomini anche i più vi-
gorosi, più soggetti ad ogni specie di raffreddori; e
presso gl'individui più deboli qualche volta gli produ-
cono immediatamente .
Io ho conósciuto e curato una donna dell' età d' an-
ni quaranta, presso cui una piccola volatica retropul-
sa aveva prodotto dò violenti e frequenti accessi di flus-
so catarrale . Questi accessi cominciavano da un gonfia-
mente* della membrana del naso, e della bocca poste-
riore, e jda un pizzicore acuto, ai punti lacrimali : subi-
to dopo si stabiliva dal naso uno scolo d' un umore itin-
a
/e: ■
Ipldo quasi corrosivo, e 'da giachi elei Jé la crime bru-
cianti che lasciavano sullegote , nel passarvi , delle ri-
gature d* un rosso wi v# . Jóssaiu guarita coli uso de' suc-
chi d' erbe-, de* saporwicei e dell' acqua di Vichy : (a)
questi mezzi dissiparono completa mente un ostruzione
di fegato , che era stata Upsc tirata , e che riguardai co*
«ne la causa primaria delta volatica e dell'affezione ca-
tarrale, prodotta dalla sua retrocessione .
Ho curato egualmente, un altra donna deli' eù.
<d' anni cinqnantacinque che surovava in -circostanze
molto analoghe . Una volatica phe aveva avuto assai a
lungo sopra la gota destra-, uhi giorno disparve da se-
stessa . «Questa fu subitamente rimpiazzata da una v iva
sensazione di freddo in tutta la mascella superiore della
medesima parte ; e ben presto si stabilì, nell'interno dei
primo molare grande , che era cariato , può scolo d' ac-
qua chiaira «e ghiacciata , (M che l' inferma rigettava iu
abondanza adogni .momento . Questa escrezione sera pre
preceduta dalia medesima sedazione di freddo, si naf-
*facciava«quasi ogni mattina* e durava ,una mezz'ora o tre-
quarti d'ora. La malattìa fu guarita per mezzo d'untesi i-
Once venti di quest'acqua constano dei «egueati'
Acido carbonico due volte il tuo volume.
Carbonato di Calce gr. a.
Dettò di Magnesia * .' !y gr. -1
* -i
Detto di Ferro . . . • . gr. —
io.
Detto di Soda . ; . . t « gr. 1.-
. Zollato di Soda gr. .6..
Mimato di 6 oda . • . . • gr. 4.
[b) Ho sotto gì' occhi nel momento stesso in cui scrivo
un altre esempio di questo scolo d' acquo ghiacciate Che
dnlla mascella distillano nell* interno delia bocca 1 Questi
•casi non sono rari ; devono esser noti a tutti i .pratici •
t
I
f»*' émuMo clic in principio gli feci a pp'ic:?re dietro- 1' ©ree?-
chic» ,e in seguii" al braccio , e jk?i mezzo de ;* u*o t
tinuato de* burchi d'erbe chiamate depuranti, òià al
• ;ternune-di diciotto mesi o di due anni »"t bbe 1' Vufpiir*
d< n?a di serrare il suo vescicatorio che Io gli proponeva .
di cangiare in cauterio . Dopo poco cominciò a rrscuti-
re nei basso ventre un dolore profondo , o piuttosto uà
yeso incomodo . Era uno scirro doli' ovaja destra, che
avendo rapidamente acquistato un volume considera-
bile, degenerò colla stella ¥>TroiK£zza , e fece morire
• V inferma fra i più* turrito ili dolori?.
Un'uomo di cinquanta anni aveva sofferto un lun-
go e doloroso accesso dilteoavatisrao gottoso. Dopo aver
guardato il letto, o la sua camera per molti mesi d' in-
verno , s' era ristabilito penosamente e a stento al ritor-
no della bella stagione \ finalmente i suoi dolori reuma-
tici , dopo aver successivamente attaccato diverse par-
ti ^ audaroriO a tef tornare id tiCraffreddore di testa cho
< ha duratO^rca dot abm > ^edopo del quale il reumati-
smo sembrò intieramente gua nto .
Uno de' miei amici, d'un temperamento bilioso
era stato spesso incomodato da una disposizione emor-
roidale senza carattere distinto, e sopratutto senza ac-
cessi critici : aveva, rome allora frequentemente accade,
dcltìS piccole volatiche assai fresche , ma però fugaci -,
e Mf sua costituzione , in origine vigorosa , era stata in-
debolita da una febbre del genere delie àuusiche o tifi .
In seguito di lungtie faiichOedi vivè agitazioni mora-
li , fo attaccato quasi nel momentoda un reumatismo
acino, accompagnato dai dolori i più crudeli , che non
<• i - lascia vano Ubera alcuna parte estèrna . Questa matattìa
non terminò per mezzo d una risoluzione compieta :
■>« sopravvenne una metastasi che si diresse verso il siste-
ma orinario: e dopo ques^ epoca sì è stabilito un catar-
ro croni* o delia vescica , più o meno abondante , secon-
' - *<lo il rogiine osservato , elogiato dell'atmosfera ,^»
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12
che diminuisce in una maniera rimarchevole , al ritor-
no d'un flusso emorroidale mucco&o che ricomparisce
di quando in quando .
Potrei citare molti fatti analoghi ; ma questi mi
sembrano bastanti per provare che i catarri non dipen-
dono sempre dalla stessa causa , e che oltre quella
che riguardasi come la sola , molte circostanze possono
influire sulla loro produzione , ed anche determinarla
immediatamente.
Forse gV antichi erano eglino meno lungi dalla
verità, quando facevano derivare le disposizioni catar-
rali da una debolezza particolare delle facoltà digestive
e assimilatrici , o da una mancanza dicozione . La pitui-
ta , dice Galeno , è umida e fredda ; e V alimento colto a
metà . Egli aggiunge che non bisogna affrettarsi di sba-
razzarne il corpo per mezzo degl* evacuanti , ma piut-
tosto ritener vela, per terminarla di concuocere con l'uso
degli stimolanti e calefacienti appropriati . Ippocrate
riguardava ciò che chiama la pituita bianca , come la ma-
teria d'una specie di cachessia , dovuta alla sola debo-
, lezza delle funzioni : ed è per questo che l'indicava col
nome di leucoflemmazia , che ha conservato fino a que-
sti ultimi tempi . Essa comincia, dice egli, do, *n floscio
gonfiamento di tutto il corpo ; e se non guarisci di bon ora
degenera prontamente in idropisìa. In un altro luogo,
osserva che le raucedini de' vecchj, le gravezze di te-
sta, e l'evacuazioni catarrali a cui sono soggettissimi
ammettono di rado una completa e piena cozione ; per-
chè i rimedj convenienti in queste malattie non agisco-
no sopra loro che imperfettissimamente; e la materia
pituitosa si rigenera in maggior quantità , di quello
che possa essere cotta e assimilata cogl' umori viventi .
Sono numerosissimi i luoghi io cui ritorna sopra il me-
desimo soggetto, e sempre nello stesso spirito , come
non possono ignorarlo quelli che si sono dati la pena
\ di leggere con qualche attenzione le opere di questo
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*3
grand'uomo: e lo sono anche di troppo perchè convenis-
se riunirli in questo momento .
Presso i moderni , Gedeone Harvee,cheha fatto un
opera curiosa sopra le frodi de medici , ed un altra pio
istruttiva sopra l'utilità del metodo espettativo irt medi-
cina, osserva con ragione , che # nn gran numero di feb-
bri catarrali, lungi da esigere un grand' apparato di ri-
medi , non domandano che il riposo, il dolce calore del
letto, e una dieta stretta; e che si terminano da per loro
stesse con un evacuazione più o meno abondaute , ma
quasi sempre veramente critica , del petto, dell'estre-
mità della gola , o solamente del naso. Nega sopratut-
to che l'impressione dei freddo, o dell' umidita sia la
sola causa di queste febbri . Hofmann ha descritto una
febbre catarrale benigna , la di cui soluzione si faceva
per mezzo d' una diarrea critica e d' orine lattiginose ,
e che deponevano un sedimento rossastro. 'Parimente
osserva che vi sono delle persone , d' altronde sane , che
sono attaccate due o tre volte l'anno, da una febbre
catarrale depuratoria, per cui la natura rinnova in qual-
che modo la salute .
Dietro l' idea che tutti i catarri sono dovuti a del-
le improvvise retropulsioni dei sudore o della traspi-
razione , la maggior parte de' medici moderni gì* hanno
riguardati come malattie infiammatorie , come pure i
reumatismi, che pongono nella stessa classe, fondando-
si sopra i medesimi motivi . Quest' opinione mi sembra
dovere essere egualmente limitata a tlue casi . Sicura-
mente , vi sono de' reumatisimi , sopratutto fra gf acu-
ti , che presentano degl' evidenti segni inflammatorj ,
m
i « i
•1»!
io parimenti alcuni raffreddori , particolarmen-
te quelli di petto , devono essere nel loro principio ,
trattati col metodo che si chiama antiflogistico o rin-
frescativo : ma non v' è tempo o paese in cui gì' uomini
siano più esposti ai raffreddori , che i tempi e i paesi
wiwVfii „ «vmtr tixmm*? «Tirara Tur «ni Vuw di questo me-
nato' afa orrtiwa'inainetitH* tanto»- peimic ioso ..
^XixH'l» che dico- quiide-'veumHtUmi e* d<*' raflFrcd-
«tarr, o*»n' è meno» vere» de' catarri delta' vescica e di'fjucl-
ji-degli' incestuii c£' dietro gl'effetti della cura , c non
ìli conseguenza delje teorìe anatomiche , sì spesso» illu-
sorie, che bisogna giudicare del loro carattere . Il me-
todo inverso che consiste a stabilire ia cara sopra certe?
» apparenze che offrono gì' organi dopo morte ( apparen-
ze che possono dipendere da tante diverse cause ) è sem-
pre stata , da che si vuole fondare esclusi vamenc la pra-
*.»• lira sopra le dissezioni, V. origine di molti errori e dis-
grazie; Bordcu s' era di già lamentato ed anche burlato
rlcJf uso in crii sono alcuni uomini dell'arte divedere
da per tutto infiammazioni ove si presentano sopra il
cadavere , del 1* iniezioni sanguigne e de' rossori .* Aa-
tl>nidtPe«it, uno de' prù gran pratici della scuola di Pa-
> «gi , eche non si può sospettare di non avere conosciu-
to la reale e vera importanfa dell' anatomìa , se n* è
^pregato non topbo libera uic m c . E' sicuro che lMnie-
7Ìoni sanguigne che spesso si trovano dopo morte , alla •
superficie, o hell' iiitecno de* ditfercnti organi , sono
lungi dal provare sempre una precedente infiammazio-
ne; spesso sono pi utto^o un sintonia di debolezza e
iV inèrzia , che d' accrescimento preternaturale di tuo-
no e d* azione *, e quando ancora sono la conseguenza
d'una notabile irritazione della parte, siamo lontani dal
poterne sempre dedurre , che questa irritazione «a sta-
ta veramente infiammatoria, e che il sistema detto an-
, "• tiflogistico abbia dovuto fare la base della cura <
Qui non mi propongo d'entrare nel dettaglio del-
le considerazioni , molto più estese di quel che ordina-
riamente Si giudica, a cui dà f luogo iT attento studio
de' differenti catarri da cui la vescica può essere affet-
ta, e di quelli più varj ancora che viziano le funzioni
: " intestinali. Credo pertanto , in passando , dovere ossei-
«
'VRrr ntfl 'caftinro fleTlH'vnsclca , Wf*r\ nV\ non ;.V
luamo ancora «ette del incomplete cedine «ili cura* <ù
debba ^quasi seropue-, avene al tara -quando .itduloibcBo-
ti souo olii ara mente indicati ., associarli ai leggier.i ug-
nici \ e che il «olo mf-r/o cbe., in 'quello ints-'., ai'liia
prodotto degl ''effetti weramente<eflìr»ci., -«iu I' appfica-
zionc d'un derivativo , che credesi fondatamente capa"
<ce j»t?r imprimere a«quest' organo-nn iinoto particolare
e v i v.iesi uiq ti irritazione , «particolarmente atlorquau-
do agisce sqpradi lui sìda vie ino.:^roi*cliè il mio.cv-
lebre amico M. j)^yor , si noto per la sua .esattezza e
scrupolosa veracità., ha guarito. in .un .uomo avanzato.,
•questa malartia.caraueiizata da tutti i lì; nume, fi e coti*
fermata-dal tempo , per. mezzo d' un largo vescicatorio
appii« at<« allappane interna delle coscie. Osservo un-
cora^he la dis*enterìa , c)ie comprende sotto la sua de-
nominazior.e generica le varietà principali de' catarri
interinali , cede spesso , tutt' ad un tratto.e«come per
incanto , ai ri med,} tratti dalla classe de<$l* e ine tiri ». <v
tic' purganti eroici , e.. da quella de* tonici, ed anche
degli «limolanti i più generalmente ricon n scinti per ta-
? lii quantunque d'altronde non ignori che può, in cer-
te circostanze., esigere una cura del .tutto opposta , av-
elie allorquando il dolore, è poco vivo ,,e. che la natu-
ra dell' irritazione, tenta involarci agli sguardi del pra-
tico .
In quanto alle febb ri catarrali , ho digià detto chs
à\ loro maggiore o minor pericolo dipende dalla uatuta
della febbre . Ed è principalmente verso la medesim i
•che*si deve volgere V attenzione; nella cura, si trat-
ta ben meno di combattere il catarro , che d' andare in-
nanzi a tutti i fenomeni pericolosi, proprj della malat-
tìa con cui si trova complicato. Le premure particola?!
che questo esige , sono d'altronde sì semplici per lnr.o
stesse ,<:ho per prevederne e accennare tutte l' indica-
zioni , basta .avere ben inteso lo spirito di.quelle c(ie si
presentano in ogni raffreddore un noce grave.
Ritorno dunque al raffreddori propriamente det-
ti, di cut qui più specialmente in' occupo .
Alcuni gravi raffreddori sono preceduti , da alter-
native vive e continuate di brividi lungo la spina del
dorso, e da calore universale secco e urente, e una
continua sensazione di freddo -, quasi tutti dalla gravez-
za di testa, corrugamento delia pelle, dna maggior sen-
sibilità al freddo , particolarmente al freddo umido , un
senso d' imbarazzo e d' enfiagione sia del naso e della
Locca posteriore , con frequenti starnuti ; sia de' bron-
chi e di tutto il polmone , con tosse viva e secca . Qual-
che volta il raffreddore s'annunzia o comincia con un
leggiero dolor di gola ,o da un flusso d' un umore acre
e tenue che distilla dal velo palatino , dall' uvola , e da
tutte le parti superiori della bocca posteriore . In que-
st' ultimo caso, la tosse manifestasi immediatamente
con un senso di bruciore che spandesi nel petto , e lun-
go le divisioni bronchiali ; e la corizza non tarda a pre-
sentarsi . Nel primo , la coriza e V imbarazzo del petto
possono tardare qualche tempo a comparire ,e far cre-
dere che il malato non abbia che un semplice e leggie-
ro male di gola : ma finalmente compariscono , sia in-
sieme * sia successivamente ; e la durata del raffreddo-
re sembra quasi sempre proporzionale all' intervallo di
tempo che separa lo stabilimento completo , e in qual-
che modo coordinato de'suoi diversi sintomi. Non è ra-
ro di vederlo cominciare da un vivo pizzicore ne' seni
frontali , nel nàso, o in qualche punto particolare del
petto : ma qualunque sia il modo con cui si manifesta,
l'attento osservatore non tarda a rimarcare una certa
timida lucentezza degl' occhi , anche allorquando il ri-
manente del volto è abbattuto , e se il petto è fortemen-
te attaccato , il rossore circoscritto delle gote, due se-
gni che ordinariamente accompagnano e caratterizano
le disposizioni e l'affezioni consuntive di quest'orfano.
La corizza è seguitata da un ab ondante stillicidio ,
per parlare come gl'antichi , da un umore limpido,
tenue e sovente acrissimo. L'ingorgamento del vola
palatino, del fondo dalla bocca, della laiing-e e de'
hronchi , determina egualmente degli sputi schiumosi
c limpidi , ma più viscidi dell' umore che cola dal naso»
e che somministra la membrana pituitaria . Più la ma-
teria di queste escrezioni è aboudante e tenue, più &
acre e corrosiva : lo è qualche volta al punto d' escoria-
re non .solamente la membrana rauceosa da cui si ver-
sa , ma anche la pelle delle labbra ; come le lacrime in
qualche caso infiammano nel loro passaggio le palpebre
inferiori e la pelle delle gote . La sua abondanza e il
suo grado d' acredine dipendono dalla natura e dal gra-
do dell'irritazione , e ne sono l' esatta misura . Sembra
parimente che questa proprietà corrosiva degl' umori
separati dalle membrane muccose possa dipendere uni-
camente dall' azione di quest' ultime , viaiosamente au-
mentata, o dalla loro irritazione; poiché si produce, per
così dire a volontà, per i' applicazione degl' irritanti
artificiali. La materia degli sputi, quasi sempre più
muccosae meno tenue, è parimente per l'ordinario me-
no acre e meno caustica; non ò per tanto molto raro di
vedere la lingua , il palato, e il fondo della gola esco-
riati , o coperti d' afte , per V impressione che fa nel
trapelare, o-nel suo passaggio; si sono, parimente ve-:
duri gli sputi trar seco de' brani (a) della membrana in-
terna de' bronchi; e l'inspezione anatomica ha più d'una
volta mostrato nelle loro divisioni e all'ingresso della
laringe, o sopra l'epiglottide deHe lacerazioni notabi-
. li , che con fondamento si sono riferite alla stessa cau-
sa . In quanto all' afte che sembrano essere pustole del-
la membrana muccosa , o degenerazioni del suo tessu-
te) Questi brani mi sembrano avere ti carattere aftoio.
rS (
to , sono sì comuni ne' raffreddori , che non v* è medi-
co che non abbia avuto cento volte l'occasione d'os«
servarle e di seguitarne il corso .
Tutte le malattìe acute che tono direttamente mor-
tali, presentano nel loro corso tre periodi ben distinti ;
quello d' irritazione , quello di cozione , e quello di cri-
se . 1 raffreddori semplici , che non divengono mortali
che per la loro complicazione con febbri pericolose , o
per il loro cangiamento in certe malattìe fatali , come
la tise , T idropisia , l'edema del polmone ; i raffreddo-
ri semplici, dico, seguono lo stesso andamento , si di-
vidono egualmente in tre tempi ben caratterizati , e si
terminano in una crise , con o senza evacuazione sensi-
bile , che ristabilisce e qualche volta migliora l'ordine
anteriore delle funzioni . La durata totale de' raffred-
dori , e la durata respettiva de' loro differenti tempi va-
riano moltissimo . Alcuni raffreddori sono sì leggieri ,
■che il calore del letto può , dalla mattina alla sera , far-
li passare allo stato di cozione ; e che al termine di due
o tre giorni , il malato non vi pensa digia più. Altre vol-
te al contrario , i tempi d' irritazione e di cozione si pro-
lungano; e la malattìa senza neppure passare allo *»ta-
to di catarro cronico , non c ancora terminata dopo mol-
ti mesi . Accade parimente che a un certo periodo d' ir-
ritazione , succede una lentissima cozione , e dell' eva-
cuazioni dal naso , dalla gola o dal petto , che ora sem-
brano non poter terminare, e ora sembrano corri-
spondere molto meglio alla rapidità del primo tempo ,
che al lento andamento del secondo. Finalmente una
lunga irritazione non annunzia infallìbilmente una co-
zione penosa , delle crisi incerte , o dell' evacuazioni
prolungate : e l' osfcervazione qualche volta ci mostra
che il ritorno alla salute può allora aver luogo senza co-
zione , come senza evacuazione sensibile .
Queste diverse circostanze , che dipendono da
quelle della malattìa , cioè a dire dalle cause che Unaii-
no determinata , dalla costi tuzione. dell' aria , dalia na-
tura della regnante epidemìa , dall' abitudine , e dalia
disposizione degl' individui , meritano d'essere diligen-
temente pesate; perchè non bisogna in tutti i tempi e
presso tutti i malati curare i raffreddori nella stessa ma-
niera , quaudo anche presentassero quei falsi caratteri
d' uniformità , che in tutti i generi , sì spesso inganna-
no , gì' osservatori superficiali . E 1 tanto più necessario
di prestarvi una seria attenzione , in quanto che le re-
gole per condursi che ne resultano sono egualmente ap-
plicabili a molte altre malattìe acute e croniche, il di
cui andamento non può essere bene inteso, e i di cui
cangiamenti in altre malattìe non si saprebbero antici-
patamente prevedere , o anche semplicemente osservar-
si a proposito , se non si sia fatto un quadro fedele de*
rapporti che possono avere fra loro i diversi periodi
della malattìa primitiva, e delle leggi secondo le qna-
li si fanno i p-issaggi da uno stato a un altro stato piti
o meno differente .
Nei raffreddori che formano V oggetto particola-
re di questo scritto , il tempo d'irritazione si conosco
dalla tenuità e acredine degl' umori che trapelano dal-
la membrana muccosa : a misura che l'irritazione dimi-
nuisce , gli sputi e le muccosità del naso s' addensano .
Quando questi sono pervenuti a quel grado di consi-
stenza che richiede un qualche sforzo per la loro escre-
zione , la cozione può riguardarsi come terminata , e il
raffreddore termina allora qualche volta con una leg-
giera diarrea , con un flusso d' orine caricate d' un se-
dimento, ora biancastro e forforaceo , ed ora sotto la
forma d' una nube muccosa , che cade al fondo del
vaso come una polvere laterizia . Ma più spesso la ter-
minazione s' effettua per mezzo d' un' evacuazione di
sputi tenaci , e di muccosità dal naso e dai seni , anco-
ra più tenaci , é che non escono che diffidi mente . A.
quest'epoca , gli starnuti che erano divenuti riti dal
\
.20
momento in cuila ©azione era cominciata, digià non
esistono più ; la tosse che in principio era stata violenta
e secca , è molle e umida ; qualunque direzione prenda
lacrise, la pelle riprende la sua mollezza ; e un vero
sudore , o una tras pirazione più abondante , annunzia
ch§ ò ristabilito V ordine delle sue funzioni .
Si sa che ne' primi tempi delle malattìe acute del
petto, indicate col nome di pleurkide e di peripneuo-
postagli sputi striatidi filamenti sanguigni sono di buon
augurio , e che al momento che divengono color di rug-
gine ( cioè rassomiglianti per il colore alla ruggine del
ferro , ) e che sono facilmente espettorati , indicano la
cozione, la crise ed una pronta guarigione. Questi sputi
color di ruggine si presentano qualche volta ne'raffred-
dori violenti , sopratutto allorquando in principio so-
no stati sanguigni : ma ordinariamente sono semplice-
mente giallastri, come pure le muccosità del naso'; e
la loro evacuazione purché non sia troppo difficile , non
ne determina meno vantaggiosamente Ja crise . Quelli
che sono biancastri indicano una co z ione penosa e len-
ta; quelli che rassomigliano a del latte coagulato, i
di cui grumi siano collegati fra loro da una tenace in uo-
cosità,non lasciano alcun dubbio sopra il pj-olungamen-
-to del movimento critico ; e indicano l' incertezza o la
debolezza della sua impulsione . Se ne veda un esem-
pio manifesto nelle tossi convulsi ve, in, cui lo stato
convulsivo disturba tutte V operazioni della natura , e
ritarda quasi indefinitamente il termine della malattìa .
Tutti sanno che gli sputi presentano quest' ultimo aspet-
to ; e gì' osservatori attenti devono aver riconosciuto
che sono d'una bianchezza tanto più rimarchevole,
quanto lo stato convulsivo è più violento .
Nei catarri inveterati , l' espettorazione , dopo es-
sere stata per lungo tempo biancastra , diviene, qual-
che volta più cupa, preud» un aspetto come sanguino-
lerjt.o y^e-pieseuta una quautita di sputi rossastri disse-
21
minati sopra unamuccosita tenace, ma sema alcuna ap-
parenza di cozione . Alcuni medici credono vedere in
questi sputi de'segni d'una infiammazione lenta e nasco-
sta del polmone : ma quebt' organo è allora in uno stato
di disciogli mento particolare, acni bisogna sollecita-
mente opporre una cura ben intesa. Il metodo antiflogi-
stico , e sopratutto l' emissioni di sangue , precipitano al
term i ne i malati , che periscono edematosi .
Quaudo si è accostumati a vedere e curare de' tisi-
ci , non si può quasi mai ingannarsi nè sul carattere uè
sull'odore de' loro sputi: l'odore de' sudori è sopra-
tutto ri ma rene voi e nelle tisi essenziali , che serve par-
ticolarmente a distinguere da quelle che non sono che
il sintonia o la conseguenza di certe affezioni stomaca-
li , o dell' ostruzioni del fegato , del mesenterio , ec.
Nei raffreddori forti e prolungati sopravvengono spes-
so degli sputi e de' -sudori che possono essere o non es-
sere 1' annunzio d' una tise imminente , ma il di cui ca- '
rattere è più difficile a riconoscersi ; perchè , quantun-
que il loro odore sia marcato in principio , possono es-
sere il primo indizio d' un imminente pericolo : e qual-
che volta, sebbene molto sospetti , sono unicamente il
risultato della luuga durata dei raffreddore e dell'inde-
bolimento delle funzioni dello stomaco e di quelle dej.
polmone . In molte circostanze , il tatto il più esercitata
basta appena per garantire il medico dai più gravi er-
rori.
In tutte le malattìe del petto, la natura e l'anda-
mento de' sudori meritano la più seria attenzione ; i su-
dori colliquativi intermittenti sono stati presi più d'una
volta nei loro primi accessi per una evacuazione criti-
ca -, altre volte parimente si sono riguardati come sner-
vanti e pericolosi , quelli che terminano presso le perscr
ne deboli i raffreddori lunghi e mal curati . Ingenerale
i sudori notturni devono essere sospetti ; intanto se il
polso conserva nel tempo della loro durata una suffi«
V
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22
dènte pienezza , con la mollezza e f ondulazione so-
stenuta che caratterizza questi stessi sudori quando so-
no favorevoli; e ciò che ancora è più decisivo, se la
forze si trovano rialzate per T-efFetto stesso di quest'eva^
cuazione ,si può arditamente dichiararli critici e salu-
tari . Il ben essere che il malato ne prova non bastereb-
be per questo : nelle malattìe consuntive inganna in uua
maniera sì strana ,che si sono veduti de* medici abitua-
ti a calcolare sopra gì' altri i resultati sicuri de' feno-
meni funesti , lasciarsi sedurre da quel ben essere in-
gannatore da cui i sudori delle febbri lente sono assai
frequentemente accompagnate . E' dell'ultima impor-
tanza l' imparare a conoscere i casi ne' quali si devono
secondare, e quelli in cui si devono reprimere con l'am-
ministrazione de* cogniti mezzi occupandosi essenzial-
mente delle forze del malato che si tratta allora di rial-
zare , ma evitandone con ogni premura ogni nuovo ec-
citamento . . .
E' forse più importante il determinare la natura
degli sputi ; le loro apparenze sensibili esigono , per es-
sere apprezzate con precisione, Tesarne il più attento e
il più ponderato . Non è solamente nel passaggio dal
carattere puramente catarrale al carattere consuntivo
che il loro significato, come simonia e base del diagno-
stico, è difficilmente valutato con nn sufficiente grado
di certezza \ in molti casi si presentano delie difficolta
che un tatto sicuro e l* abitudine apprendono a risolve-
re, ma che noti permettono giammai di guardarvi su-
perficialmente . I pratici sanno quanto l'apparenza de-
gli sputi è ingannevole ; la loro consistenza e il loro co-
lore non significano nel fatto quasi niente : Bennet ha
dato la loro fetidità , particolarmente quando si sono fat-
ti bruciare sopra una paletta calda o sopra de' carboni
ardenti , come un segno infallibile •, e intanto non è raro
di vedere de' malati che per dieci , quindici e vent' anni
gettano degli sputi d' un insopportabile fetore . La prò-
*3
prìetà di cadere in tutto o in parte , a fondo nell'acqua ,
non gli caratterizza con sicurezza maggiore^ conosco
un uomo che da dieci o dodici anni in poi rigetta in as-
Bai grand' abondanza degli sputi che vanno ai fondo
dell'acqua .
Ho creduto per alcuni anni che quella specie d'aci-
ni giallastri di cui sono frequentemente disseminati fos-
sero un sintoma decisivo -, l'ho trovato ancora, quan-
tunque pài di rado erroneo; sembra che degl'abili pra-
tici abbiano qualche volta con fuso queste granulazioni
senza consistenza, con i piccoli tubercoli tondi, che fre-
quentemente s'osservano in un genere particolare di tise.
Credo dover qui esprimere con franchezza il mio
sentimento sopra un opinione generalmente ricevuta
dal pubblico, e che tuttora sembra non lasciare quasi
alcun dubbio fra i pratici : voglio parlare del carattere
purulento che s'attribuisce all'espettorazione in ogni
tise confermata . Sono lungi dal favorire questa opinio-
ne : si dice ogni giorno , lo so , che non v' è ancora o che
v'è della materia purulenta negli sputi del tale o tale
malato; e il' prognostico è determinato dall'opinion©
che s' adotta sopra questa particolar circostanza . Per
me lo confesso, m' è stato quasi sempre ben diffìcile di
riconoscere una vera materia purulenta negli sputi de*
tisici*, e appena oserei affermare d' averne veduta qual-
che volta ; quantunque sicuramente abbia curato un
gran numero di questi malati , e a tutte V epoche della
malattìa , e che sia stato consultato anche da un mag-
gior numero che si credevano, o che n' erauo realmente
attaccati, o finalmente che minacciavano d'esserlo in
un tempo più o meno remoto . Le vomiche racchiudo-
no della vera materia purulenta : quella che prepara le
cicatrici delle ferite penetranti nel petto, e quella de-
gl'empiemi preceduti da infiammazione, offrono de' ca-
ratteri non equivoci: ma non è la stessa materia puruleu-
ta , che da Ippocrate ir! poi , c' immaginiamo vedere
negli sputi di tatti i tisici , e che si soppone sempre for-
- 4
mata dalla suppurazione infiammatoria de' bronchi e
del polmone .
Ben net aveva digià osservato che uè cadaveri de
tisici non si! trovava spesso alcuna traccia d'esulce-
razione nè d'erosione; che la sostanza del polmone
era distrutta e tutte le ramificazioni de' bronchi inflac-
c'ulite e ripiegate V une sopra l'altre senza che la loro
membrana sembrasse consunta. De-haéuche, dipoi , ha
avuto molte volte occasione di fare la stessa osservazio-
ne, ne ha concluso che in certi casi la suppurazione può
aver luogo nella sostanza del polmone senza comunica-
zione colle vie ueree, e la materia purulenta essere rias-
sorbita dai vasi sanguigni, in cui, secondo la sua opinio-
ne , circola cogl' altri umori di cui altera la massa come
un fermento putrido. L'evacuazioni puriformi che la na-
tura qualche volta opera da sestessa nelle suppurazioni,
dorsali, o sciatiche, e l'enfiagione in apparenza purulen-
ta, che s'osserva presso molti tisici , gli facevano crede-
re che la cosa in effetto dovesse accader così; ma questa
teorìa(a)non mi pare ammissibile nello stato attuale del-
le nostre cognizioni; casa è d'altronde inutile perla spie-
gazione d'un fenomeno che la prevenzione sola ha potu-
to impedire di riconoscere ed osservare frequentemente.
Quantunque non debba annunziare che con molta
riservatezza un' opinione che contraria, almeno in al-
cuni punti , quella di tant' uomini illuminati , oso no-
nostante , dopo P osservazioni le più numerose e le più
attente , avanzare che 'non v' è che rarissimamente del
■ m -
\n) Non nego che possano aver luogo de* riassorbimenti
purulenti; ma il modo con cui s'operano è ancora troppo
mal conosciuto ; e d'altronde non hanno alcun rapporto eoa
V alterazioni de* differenti umori prodotti dalla consunzione
del polmone , e con i sedimenti puriformi che 1' orine allora
qualche volta depositano.
fero umore purulento' negli soutt de' tisici , e che la ma-
teria che gli compone in principio è la materia nutriti-
va , pura o mista con altri umori che V alterano; e negl'
ultimi tempi, quest' messa materia mista colla sostanza
del polmone, che la malattìa pone in uno stato (a) di so-
. luzione particolare sui generis: e aggiungo che questa
soluzione o consunzione dell' organo respiratorio , pre-
senta differenti aspetti , e differenti indicazioni al me-
dico, secondo la natura della causa che l' ha determina-
ta, e secondo il carattere di tutte le circostanze che pos-
sono influire sopra'il suo andamento, e precipitare o
ritardare il suo corso . Sicuramente la materia dell* es-
pettorazione non ha sempre lo stesso aspetto e le stes-
se qualità -, gli sputi della tise catarrale non rassomi-
gliano a quelli dell'epatica, nè quelli della mesenteri-
ca a quelli della scorbutica (b)-, ma in certi casi in cui
V occhio solo nou distingue la differenza è facile di ri-
conoscere che quella delle cause e delle circostanze fa
annunziare de' gradi 4i pericolo ,e richiedere de' soc-
corsi molto differenti.
Non è mia intenzione di parlar qui delle malattìa
consuntive del polmone: queste sole esigerebbero un'
opera ben più estesa di quello che deva essere questa
memoria; e quantunque queste siano state l'unico o
principale oggetto d' un gran numero di ricerche e d'os-
(a) Accade Della soluzione* del polmone come di quel!*
del fegato : gli sputi de* tisici non fono vera materia purulen-
ta , come lo è quella del flusso epatico .
[b) Potrei parimente parlare degli sputì rari , propri del-
la tìte nervosa, e opporli all', abbondanza estrema di quelli
che caratterizzano la tise acuta, di cui Piquer, cred' io, ha
fatto menzione il primo; malattia poco comune, ma che lo
era divenuta in Inghilterra , venticinque o trenta anni sono»
e che dulia fiue del secolo io poi, eembra volere stabilirei fra
noi t
servazioiri , non temerò di dire ,che malgrado le fatiche
d" uomini sommi che se ne sono occupati , forse non sa-
no state ancora considerate che sotto uua parte de' nu-*
xnerosi punti di vista che offrono all'osservatore. Ma
quantunque in questo momento uon voglia intrapren-
dere alcuna discussione sul loro proposito, V idea cha
ogui consunzione; polmonare sia caratterizzata da una
suppurazione , prodotto d'un vero stato infiammatorio t
non ha solamente impedito di risalire alle differenti
cause dì cui questa malattìa può essere il resultato , e
di distinguerla nelle sue differenti specie, ciascuna delle
quali esige una cura particolare-, ma ha di più influito nel
tempo stesso sulla maniera di considerare quasi tutte
1' affezioni del petto, special mente quelle di cut la tise
è spesso la conseguenza 6 1'. ultimo termine ; e le ha ri-
condotte a un sistema di cura insigni ficaute e senz' ef-
fetto nel maggior numero de' casi , e decisamente per-»
ni dosa in alcuni »
Le vedute di teorìa e di praticale più generalmen-
te adottate sopra 1'affezioui catarrali, se ue sono parti-
coiai meute risentite j è per questo che senza qui volerò
appoggiare la mia opinione con tutte le ragioni che lac
motivano, ho creduto doverla annunziare liberamene
te, non dovesse ella avere altra utilità che di determi*
tiare i pratici a fare delle ricerche più profonde sopra
questo soggetto . Aggiungo solamente che i veri stati
infiammatoli distinti dalle loro cause , dai carattere del
loro andamento e dal grado delia loro intensità , posso-»
»o cagionare c cagionano infatti assai spesso un gene-
re particolare di tise ; e che negf ultimi tempi d' ogni
consunzione polmouare , qualunque sia stata d' altron-
de la- causa e il suo primitivo carattere, quasi ogni ec-
citamento divenendo nnccvole , i rimedj i meglio ap-
propriati in principio , possono a quest' epoca , preci-
pitarne il tenn'»ne f itale; perchè disgraziatamente per
curare quena malattìa eoa successo completo , bisogna.
«ppigliarviei di bnori' ora ; a misura che fa de' progres»
£i , i sintomi si complicano, le coutro-indicazioui si
moltiplicano; e qnantuuque non bisogni mai adopera-
re de* rimedj coutrarj al sno genio primitivo, la manie-
ra d' applicare i soli efficaci diviene di più in più mili-
tilo , e la sorte dell' esito di più in più incerta . In una
parola (e questo sembra quasi qualmente vero in tut-
te le varietà dì -questa terribile malattìa ) torna meglio
occuparsi con attenzione a prevenirla, che nutrirsi del-
la speranza /troppo spesso vana-, di guarirla ..
Intanto mi si permettano ancora alcune osservazio-
ni sopra la natura degli sputi , o piuttosto sopra V ap-
parenza che presentano in molte malattìe che tendono*
più o meno rapidamente , alla consunzione polmonare^,
«e singolarmente nell'affezioni catarrali , di cui tutti
convengono esserne frequentemente il resultato defi-
nitivo -
Jppocrate pone Fra gli sputi sospetti quelli ^chc
'chiama grandinosi , o -simili ^a della grandine minuta ^
Secondo questo grand'osservatore , questi indicano Ja
lise., ed hanno una tendenza marcatissima a divenire
purulenti . Essendo formati da un umore trasparente che
si coagula , Indicano almeno uno stato d'irritazione ©
d* azione accresciuta nelle glandule della trachea e de*
bronchi, in cui i loro condotti escretori J a versano ailora
in maggiore abondanza .Ho trovato questi sputi nelle
disposizioni catarrali croniche, e nel ìprincipio d' una
rise particolare che si chiama laringea-, e che Ippocrate
sembra aver conosciuto fino dai suoi tempi j ma mi so-
no assicurato che sempre non annunziano la consun-
zione polmonare ,6, che almeno non ne sono che mia
lontana minaccia, quantunquemeritino sempre dell' at-
tenzione , e che -uniti ad altri sintomi «equivoci ne' dilli-
miniiio l' oscurità . In principioaveva creduto che ve-
nissero esclusivamente dalle glanduletraclicali^ c«cbe
»oa fossero altra cosa che l' umoie azzurrognolo 4i gsà
28
sembrano continuamente ripieni i loro canali ; ma ho
conosciuto che spesso vengono dall' ultime ramificazio-
ni de* bronchi, da dove la tosse gli svelle con violen-
za . Non oltrepassano ordinariamente la grossezza d' un
pisello, ma qualche volta hanno il volume <Y una uoc-
ciuola . I più piccoli prendono differenti forme , e pre-
sentano de' punti angolosi : i più grossi sono globosi ;
bauno qualche volta una coda rassomigliante a quella
d' una palla di pistola che esce dalla sua forma ; hanno
• la consistenza dell 1 umor vitreo dell' occhio , e sono tra*
sparenti come il cristallo .
Lo stesso Ippocrate parla di sputi dolciastri , ama*
ri , salati ; e riguarda quelli che presentano una di que-
. ste taji impressioni al malato, come i forieri dello spu-
to purulento e della consunzione . Tutte queste varie-
tà si presentano giornalmente nella pratica della me-
dicina; e si deve notarle con tanta maggior' attenzio-
ne , in quantochè ciascuna ci mette sulla strada di me-
glio riconoscere la causa della malattìa , e ci porge 1* in-
dicazioni particolari della cura .
E' difficile di non credere che gli sputi zuccherini •
sono la stessa materia nutritizia, che i polmoni indebo-
liti , incapaci d'agire in un modo convenevole sopra il
sangue, lasciano trasudare nelle vie aeree. Quel che
v* è di sicuro, è che sono accompagnati da un rapi-
do smagrimento , seguitati sollecitamente da altri
sputi , sìntomi della consunzione polmonare, e che
i rimedj indicati allora sono quelli che blandamente
rianimano il tuono degl'organi, e particolarmente quel-
lo del polmone . •
Gli sputi amari caratterizzano il principio dell'af-
fezioni di petto dipendenti da quelle del fegato. Nes-
sun medico può ignorare che le malattìe di molti visce-
ri del basso ventre spesso simulauo quelle del petto, o
portano i loro effetti sopra il polmone, anche avanti
che l'organo primitivamente affetto presenti alcun se*
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gno manifesto di disordine nelle sue funzioni , li fega-
to è uno di quelli che fanno più spesso risentire e par-
tecipare del loro stato agi' organi tracheali : ma quan-
tunque esso alla lunga alteri questi stessi per mezzo
dell'azione contro natura che tale affezione simpatica
gì' imprime, bisogna in principio rivolgere tutte le suo
mire verso l'origine e la vera causa del male, e allorché
anche il polmone è in uno stato di vera consunzione , &
cgualménte indispensabile di prendere in gran consi-
derazione quello del fégato , di cui non è che un resul-
tato secondario .
In quanto agli sputi salati s'osservano questi in.
circostanze molto differenti , e che non hanno d' altron-
de verun rapporto fra loro ; ecco perchè i medici anti-
chi sì spesso ne parlauo. I loro primi discepoli presso i
moderni sembrano essersene egualmente occupati con
scrupolo; ma appoco appoco hanno cessato di tener
conto di questa particolarità che agl'occhi di mol-
ti osservatori non è stata che il frutto dell' esatta
attenzione de' malati sopra loro stessi, o della, loro
eccessiva sensibilità ; perchè le rauccosità del naso
e della bocca posteriore hanno sempre in fatti, parti-
colarmente le prime, un grado di rimarchevol salsezza*
e giudicasi ridicolo di contare fra i segni di malattìa
una qualità degf umori che essi hanno nello stato di
sanità la più perfetta. Ma non è di questa salsezza natu-
rale che Ippocrate ha voluto parlare; intende quella i di
cui sputi tratti dal petto per li sforzi della tosse danno
l'impressicmeal malato,o quella che osservasi negl'umo-
ri che distillano dal velo palatino , 0 dalla volta del
fondo della gola, e che è assai piccante da cagionarvi
delle dolorose escoriazioni < questa può senza dubbio
esser messa nel numero delle disposizioni patologiche ,
0 de' sintomi chejmeritano tutta l'attenzione del medi-
co . Questi sputi salati qualchè volta traggono seco de*
piccoli brani della membrana interna de' bronchi , e
gV umori della bocca posteriore , che presentano V*
stessa qualità corrosiva, cagionano spesso all'imboc-
catura della laringe o ali «piglottidt delle leggiere esco-
riazioni che determinano esse, pure^ quando non gua-
riscono prontamente , la tise laringea. Questa circo-
stanza, e l' eruzioni retropulse di natura TOgnosa e irn-
petigginosa,rai sembrano essere le cause le più ordina-
rie di questa malattìa; credo anche avere osservato che
la straordinaria salsezza degli spati « degl'umori che
distillano dalla bocca posteriore si riscontra comune-
mente-con diverse «razioni pungenti della pelle, «ime
l' escoriazioni che cagionano differiscono sensibilmen-
te dall'afte ,« presentano piuttosto un aspetto impe-
tigginopo .
Abbiamo digià veduto che certi malati minaccia-
ti dalla tise sputavano delle granulazioni biancastre O
giallastre . Queste granu'azioni hanno pochissima con-
sistenza ye quando si rompono , tramandano del feto-
re. Qualchè volta Ì grani sono intieramente neri , e ras-
som igiiano a de'semi di senape. Fui , qualchè anno fa,
consultato per un malato che giornalmente sputava una
quantità di queste nere granulazioni (a) che fortunata-
mente erano inodore. Egli è perfettamente ristabilito,
<éd ora serve con distinzione nelle nostre brillanti arma-
te , ove sì sa che le fatiche degV ufi?iali , «ed anche -de'
•capi , differiscono poco da quelle de' soldati.
Oltre questi brani membranosi che trovansi qual-
chè volta disseminati nella materia dell' espettorazio-
•
■ : -
\a) Non bisogna confondere queste granulazioni ^ol-
le 'itile d'un turchino cupo che, particolarmente presso le
donne, trovanti sparse frequentemente negli sputi ; Riveste
Strie non sono che filamenti dell' umore. -che versano te gl-rn-
du»r bronchiali . Morgagui ha trovato il colore «tesso «k>*C
timore della gioitati *
ne, vi s* osserva parimente, quantunque pìh di rada
delle piccole masse , ora carnose , ora sebacee , ora si-t
Olili a de* grumi di pappa , che indicano delle gravi al-»
terazioni, a diversi gradi, nella sostanza stessa del pol-
mone. Questi mi sono sembrati sempre accompagnati
da colore poco naturale della faccia ; intanto non,
annunziano sempre un' imminente pericolo , a meno,
che non siano misti di strie d' un sangue vivo e vermi-
glio . Non è lo stesso delle concrezioni tofacee che for-
matisi nell' interno de' bronchi , o uel parenchima stes-^
so del polmone (a), in cui la saliva (h)\ in certi casi ,
depone immediatamente la materia . Jja loro presenza
e sempre pericolosa . e il loro esito è quasi sempre se-
guitato da degli sputi di sangue , che ben presto con-
ducono a un genere particolare di consunzione. Questi
sono il più spesso delle vere deposizioni gottose o il pro-«
dotto d'una deposizione degf umori che gì' accessi deh
la gotta hauno per oggetto. di dissipare. Del riraanen*
te non bisogna confondere queste concrezioni con. '
quelle che frequentemente rigettano gl'artisti che bat-
tono o maneggiano il gesso \ nè soprattutto con quello
piasse pastose , il di cui centro è formato da una pol-
vere biancastra ,e che s'osservano negli sputi de' mu«
gnaj, de'farinajoli ede'fornaj; quest'ultima polvere
non è altro che farina non bastantemente penetrata,
dalla saliva per formare del tutto uu globulo pastoso ^
Non mi fermerò neppure agli sputi di sangue, que-»
«ti esigerebbero spiegazione e dettagli in cui qujt non,
te «•
(a) Si tono veduti de 1 frammenti ossei negli sputi d'ai*
Cuni t>«iri; ma <ju<oto caso è raro.
(&) Questo ienpnieuo ha luogo per 1' accresci menta re*
Jativo e proporzionale della quantità de' fosfati contenuti
nell'albumina della saliva^ e uarùcolaiinentc di quello di
calco t
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posso entrare; m! contenterò d* osservare che , Secondo
le Joro cause e la lero natura , presentano de' gradi di
pericolo molto differenti , e che ciascun genere indica
una cura particolare. Non si può confondere lo sputo
di sangue che si guarisce per mezzo dell' emetico , con
quello che richiede generose e pronte emissioni di san-
gue -, nè quello che bisogna curare coi tonici , con quel-
lo che non cede che ai mucillaginosi e ai dolcificanti ;
non è sopra tutto permesso di non saper distinguere gli
sputi di sangue provenienti dalla gola , siano scorbu-
tici o emorroidali , da quelli che non souo che il resul-
tato inerte e materiale dell'epistassi .Non V indico qui
che perchè s'osservano spesso nell'affezioni catarrali .
Finalmente, siccome non ho pretensione di segui-
tare quest'ultime malattìe in tutte le fasi che possono
presentare e in tutti i cangiamenti che possono subi-
re, nè sopra tutto descrivere le circostanze delle nuo-
ve malattie in cui possono trasformarsi ; passiamo alla
cura de' raffreddori propriamente detti .
Presso le persone forti e sane , i raffreddori leg-
gieri sono ordinariamente poco pericolosi; questi si
dissipano da per se stessi , se lo stomaco non è notabil-
mente disordinato. Dopo una odue notti di traspirazio-
ne si fa un'evacuazione più o meno abondante di mucco
dalle narici e dagli sputi che danno degli indizi di
concozione ; e purché non si guardi troppo a 1 ungo la
camera , e che si faccia un moderato esercizio all' aria
libera , evitando però l' impressione del freddo e dell'
umido, il tutto ritorna nell' ordine in pochi giorni : e
qualche volta ancora uno si trova , dopo questa leggie-
ra evacuazione critica, più allegro e più robusto .
Intanto la frequente recidiva de' raffreddori i più
leggieri non è senza inconvenienti , sia perchè indica
una decisa disposizione catarrale, sia a cagione dell'abi-
tudini viziose che può imprimere alla costituzione . I
raffreddori di petto i mono pericolosi disturbano seui-
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pre a qualchè grado le funzioni d'un organo importan-
te; possono anche alla lunga alterarne la sostanza , e
lasciarvi il germe di gravi malattìe . 1 raffreddori di te-
sta quantunque poco minacciami per i loro diretti ef-
fetti , meritano pertanto qualche attenzione per la par-
te del medico ; ed è ordinariamente utile e convenevo-
le di prevenirli , particolarmente presso le persone i di
cui umori abitualmente si portano verso la testa . Atti-
rando sulla membrana muccosa del naso, de' seni, e
in seguito della bocca posteriore, la materia dell'eru-
zioni impetigginose e rognose ec. vi producono spesso
una specie di vessicatorio i di cui effetti sono incomo-
di , e possono essere pericolosissimi , estendendosi gra-
data mente fino all'epiglottide e all'imboccatura della
laringe . Finalmente, quaudo ne' soggetti v'è qualche
disposizione apoplettica > i raffreddori di testa , che
spesso imbarazzano tanto il capo , accrescono la ten-
denza viziosa di tutti i moti, che caratterizza questa
disposizione .
Non si devono mai trascurare i forti raffreddori ;
possono produrre immediatamente , anche nelle perso-
ne le più sane , de' funestissimi effetti . L' estrema sen-
sibilità all' impressioni del freddo, che spesso gli pre-
cede, e che sempre gì' accompagna al loro termine,
indica la concentrazione de' moti all' interno, e la sop-
pressione, o almeno il disordine dell'insensibile tra-
spirazione . La natura stessa sembra indicare la cura
che allora gli conviene : in questa prima epoca, ci dob-
biamo vestire più gravi , e mantenerci più caldi ,e con
una quantità di bevande tepide , si procurerà di ram-
mollire la pelle , e ricondurvi i moti retroversi ; ma non
bisogna insistere sopra i mezzi che provocano il sudo-
re , nè aopratutto guardare per molto tempo il letto o
la camera lungi da un aria libera, o in un'atmosfera
artificialmente riscaldata. Niente è più snervante nò
dispone più infallibilmente a delle reiterate recidive
che questi artificiali eccitamenti al sudore; nienté è
più capace di prolungare il raffreddore stesso che là
mancanza d'esercizio e d* aria fresca. La pratica co-
tenne sembra fondata sopra delle vedute affatto con-
tràrie ; ma non tremo d' affermare che il prolungamento
eia recidiva delle malattìe catarrali sono spessissimo
il resultato di questa pratica , e che queste vedute sono
tanti errori, in quanto ali* indicazioni che si crede do-
verne trarre .
E' raro che i raffreddori di petto o di testa siano
veramente inflammatorj ; qualche volta però lo sono :
allora bisogna prontamente fare un emissione di san-
gue , e non la reiterare che con molta riservatezza . 2da
ne* casi in cui la violenza della malattìa avesse deter-
minato una metastasi reumatica , bisogna essere meno
timidi nelT emissioni di sangue, purché tuttavia lo sta-
to de* polsi e quello delle forze lo permettano. I! reu-
matismo non si rìmove facilmente dal petto ; e per po-
co che vi conservi del carattere infiammatorio, gP ir*
ritanti revulsivi o derivativi uon agiscono sopra di lui ,
a tale oggetto , iti una maniera utile, che allorquando
per mezzo della flebotomìa , s' è sufficientemente sba-
razzato tutto l'afflusso sanguigno polmonare avanti la
lóro applicazione.
Questa metastasi del reumatismo al petto è nn ac-
cidènte de' più ordinar] e de' più gravi . Se non vi si
rimedia ncIP atto , tutti i mezzi divengono ben presto
inutili e superflui , e la malattìa si trasforma incise , in
edema del polmone , in idropisìa di petto ,-di'cui allora
non si può quasi mai aspettare la guarigione , nè dagli
sforzi della natura , nè dai soccorsi del Parte .
I giovanotti di costituzione delicata e mobile,
che hanno la pelle fina e trasparente , il bianco degP ce-
di j d'un lucido color periato , le gote colorate , parti-
colarmente intorno all'arcata zigomatica, sono sotto-
posti ai raffreddori che richiedono una grand' atteu-
35
2Ìone per la parte del medico . Quando questi raffred-
dori frequente olente ritornano , sopratutto quando so-
«*o accompagnati da un leggiero sputo di sangue e da un
dolore ottuso., sia. in .tutto il polmone, su in qualcliè
suo punto particolare , esigono delle piccole emissioni
di sangue fatte .-con prudenza-, di quando in quando .
Questa- precauzione unita all' ubo d' un' acqua mucilla-
ginosa , basta ordinariamente per guarirli , dissipare
appoco appoco la disposizione iufia minatoria lenta e
nascosta <<he gli rinnuo a , e prevenire U uso, di cui
sono un loutano indizio , ma disgraziatameute troppo
infallibile . Finché si mantiene questa disposizione ,
Tacque sulfuree, l'equitazione , e gì' altri tonici, che
ti spesso s'ordinano all'azzardo, sono quasi sempre no-
cevoli, e sempre sospetti. E' unicamente allorquando
Ve luogo eli considerarla come intieramente distrutta,
-che questi mezzi possono essere utilmente impiegati :
in questo caso si guadagna tutto guadagnando del tem-
po; perchè il solo progresso dell'età dando maggior
consistenza all'organo polmonare, lo rende meno sog-
getto alle congestioni sanguigne, come pure a tutti
gl'altri jeneri di flussioni .
Erano, senza dubbio, tisi del genere di cui ho parla-
toche Dovar guariva con delle piccole emissioni di san-
gue , ripetute a brevi intervalli di tempo, e con una die-
ta dolcificante e calmante .
Quantunque i raffreddori di petto qualchè volta
• imitino la pleuritide ola perimueumor.ìa, echc quellidi
testa siano accompagnati da una viva irritazione, nou
bisogna, lo ripeto., concluderne sempre che il loro ca-
rattere sia realmeute infiammatorio : 1 esperienza m' ha
convinto che lo sono nel nostro d'una , e si ugola unente
a Parigi , ben più di rado che non lo pensauo molti me-
dici; e oso anche stabilire che il sistemadi cura il p.u
imitato gli perpetua in vece di guarirli, e che ben iuu^i
dal prevenirne il ritorno , vi dispone il corpo, per f-ao
mento delle funzioni dello stomaco, e dell' organo ester-
no, che ne sono l'inevitabile resultato. Mi si perdoni di
ritornare più d' una volta sopra lo etesso soggetto .
La simpatìa diretta , riconosciuta da Gullen , fra il
tessuto cutaneo e il polmone , è reale e costante ; ma
questa non è tanto particolare quanto sembra pensarlo .
La pelle non corrisponde solamente cogl' organi della
respirazione , essa è in uno stato d' equilibrio o di di-
sequilibrio continuo con tutte le membrane muccose
delle narici , de' seni , della bocca , dell'esofago , dello
stomaco , degi' intestini , della vessica : queste differenti
parti dell'organismo vivente sembrano potere vicende-
volmente supplirsi, fino ad un certo punto, nelle loro
funzioni; esse partecipano sempre scambievolmente le
loro affezioni; e particolarmente vi sono de 'costanti rap-
porti d'azione e di reazione fra tutte le membrane muc-
cose e l'organo cutaneo . Ma quelli dello stomaco , sia
con lui , o con tutto 1' apparato polmonare , mi sembra-
no i più rimarchevoli. Quando la traspirazione si distur-
ba , lo stomaco lo risente , per così dire , nel momento
stesso; e quando la digestione stomatica si fa male, la
traspirazione non tarda a farsi irregolare, cioè si tra-
sforma in sudori debilitanti ,o diminuisce e si sopprime
quasi intieramente. Da un altra parte, l'organo polmo-
nare hk de' rapporti così intimi collo stomaco , che l' af-
fezioni che gli sono specialmente proprie, come la tos-
se, la difficoltà della respirazione, i dolori stessi che
sembrano avere la loro sede nello spazio che occupa ,
dipendono fbrse meno spesso dal suo stato particolare
che da qnello delle diverse funzioni che lo stomaco ese-
' guisce , e singolarmente della prima digestione .
In quasi tutti i raffreddori , le funzioni dello sto-
maco e quelle della pelle sono, d' ordinario, egualmen-
te alterate . Assai spesso è la traspirazione retropulsa
che indebolisce la digestione stomatica; ma ben più
spesso ancora la debolezza di quest ultima aveva disia*
in avanti e appoco appoco , disturbata la traspirazio-
ne . Se dunque è necessario ne' raffreddori , di vestirsi
più gravi , e starsene un poco pia caldi ; è ben più ne-
cessario ancora d' osservare a tavola una stretta dieta ,
e d'evitare diligentemente tutto quello che può accre-
scere la debolezza delle forze dello stomaco . Ho cono-
scinto delle persone , che dietro questa sola veduta ,
guarivano i loro raffreddori non mangiando quasi pun-
to ne* primi giorni ; questo basta infatti per quelli che
sono adusti , e presso i soggetti giovani , sani , e che
non hanno disposizione catarrale inveterata . Presso
tutti , la sobrietà è d' una grand' importanza ; e senza
questa, la durata de' raffreddori i più semplici può
durare indefinitamente .
Io pertanto devo qui osservare che certi individui
hanno un appetito maggiore quando sono raffreddati
che nello stato di perfetta sanità ; sembra ancor che
mangiando più dei solito, nonostante digeriscano bene,
e che l'azione dello stomaco sia utile alla concozione
de' loro raffreddori . Questi casi sono rari : e sono ana-
loghi a quelli , in cui si vede l'azione forte del cervel-
lo provocare e raddoppiare quella dello stomaco . Ho
conosciuto un giovane medico pieno d' ingegno, e par-
ticolarmente d'erudizione, che non poteva applicare
che dopo un abondante pasto . Molte volte ho inteso
dire a M . Turgot , uno de' più gran talenti che mai sia-
no esistiti , che il momento della digestione era quello
in cui si sentiva capace d'una profonda meditazione ,
e di tutte l' operazioni di «pirito; ordinariamente egli
mangiava molto . Ma questa distrazione di forze , ab-
bia luogo nello stato di malattìa o in quello di saluto
( perchè bisogna riguardare V azione che s' esercita in
un organo malato , come l'esercizio il più completo di
tutta la sua vitale energìa) questa distrazione diceva ,
debilita tanto piti la costituzione , quanto questa è più
3»
frequente e più prolungata; e niente logora più pre-
sto e più radicalmente il sistema nervoso. Il giovane
medico di cui ho parlato è morto appena dell' età di
trent'anni,con il polmone ripieno di tubercoli scirrosi; e
M. Turgot in tutto il vigore dell' età col fegato e il pol-
mone ripieni di calcoli tofacei . Credo ancora dover'os-
servare che le persone presso le quali molt' organi es-
senziali intemi s'eccitano così scambievolmente, ed
entrano simultaneamente in azione , hanno bisogno
d'un maggior esercizio muscolare, per diminuirei' ef-
fetto di queste viziose simpatìe, e per ricondurre im-
mediatamente all'esterno una parte delle forze che si
concentrano nell'organo il meno eccitato : perchè in
princìpio la revulsione agisce sopra il medesimo. Ora
l' azione di quest' organo essendo perciò, direttamente
indebolita , ben presto ne avviene che quelli che sono
più fortemente eccitati perdono immediatamente tutta
la parte della loro azione che non è che simpatica-, e l'or-
dine naturale o i'equilibriodclle funzioni , si ristabili-
sce allora da persestesso , a gradi .
Quando lo sconcerto dello stomaco , che accom-
pagna il raffreddore di testa e di petto , non è carat-
terizato che dal disgusto degl'alimenti , e che non v'è
luogo a pensare che dcgl' avanzi di cattive digestioni ,
delle viscide bavosità o delle materie biliose molestino
ed imbarazzino questo viscere , quaichè grano d'ipe-
cacuana , o quaichè tazza d' acqua leggermente eme-
tizzata, dati a debiti intervalli, bastano, eccitando
due o tre volte il vomito , per rianimare la traspirazio-
ne , o anche promovendo un mite sudore , per vincere
il raffreddore come d'incanto; quaichè poco di triaca
presala sera nell'andare a letto, ne preveugono la re-
cidiva .
Ma se delle materie estranee sopraccarichinolo
«tomaco , e se sopratutto è invischiato da viscidumi
catarrali, si è obbligati a ricorrere a dcgl' emetici pi*
attivi , e spesso anche reiterarli . In generale , gi' eme-
tici sono più utili de' purganti nel]' affezioni delle mem-
brane muccose ; lo sono particolarmente malgrado le
teorie boeraviane, ne' raffreddori delle narici, della
gola , e del polmone (a) ■ i purganti , all' opposto , sono
quasi sempre più o meno nocivi , cerne pure i lavativi :
perchè gì' uni e l'altri hanno il grave inconveniente di
richiamare i moti verso f interno, e conseguentemen-
te , di disturbare V azione dell'organo cutaneo , ledi
cui simpatìe estese con lo stomaco e gl'intestini alte-
rano allora di più in più tutte le funzioni digestive .
Parimente s* osserva che arrestano o disturbano le con-
cozioni critiche . Forse è per la loro azione revulsiva
verso gY organi interni , rhe dirado sono utili nella cu-
ra delle malattìe ipocondriache e isteriche . Infatti ,
queste malattìe dipendono , o almeno sono quasi sem-
pre accompagnate, dal conccntramento sopra deferen-
ti visceri del basso ventre; ora, i purganti , oltre la
debolezza che lasciano dopo di loro , aumentano que-.
sta preternaturale direzione de' moti , e aggravano il
senso d' angoscia e la disperazione da cui i miseri ma-
lati sono in questo caso continuamente oppressi.
Del resto, quando si è obbligati a purgare nell'af-
fezioni catarrali , torna meglio farlo con l'acqua, eme-
tizzata , il kermes o V ipecacuana, dati a piccole dosi:
perche , di tutti i rimedj che possono evacuare per di-
sotto , gì" emetici , e particolarmente gl'antimoniali,,
impiegati in modo da produrre quest'effetto, sono
quelli che debilitano il meno tutto questo sistema: so«<
no anche nel tempo stesso quelli che disturbano il. me-,
no la traspirazione , per la facoltà che anche allora/
(a) E' Boideu il padre, e ur-n Steli, rome gencralmen-
. te credesi , che il primo lin dato gì' emetici nelle erjuinan-
7Àt e celie malattìe acute del polmone.
40
conservano, quantunque !n minor grado , di richiama-
re i moti all'esterno.
Appena si è assicurati che lo stomaco e gì' inte-
stini sono liberi da ogni materia corrotta , bisogna da-
re de' tonici . Questo tempo ordinariamente viene più
presto di quel che si potrebbe giudicare -, accade anche
assai spesso che i segni d' imbarazzo nello stomaco e
in tutto il tubo alimentare scompariscono senea sensi-
bile evacuazione , e che la dieta pulisce la lingua più
utilmente di quello che nou V sverebbero fatto i pur-,
ganti .
In quanto ai tonici generali , i più adattati sono la
china , la triaca e i balsami. Lo zolfo e le sue prepara-
zioni naturali o artificiali , tonici diretti del polmone»
ordinariamente.convengono meglio nelle malattìe cro-
niche di quest organo e non v'è ordinariamente bi-
sogno d' adoperarli dopo i raffreddori , che allorquan-
do sia restato in uno stato di debolezza e d' eccessiva
sensibilità .
11 primo di tutti questi r'rmedj nella cura dell'affe-
zioni catarrali è senza dubbio la china ; ma quando non
s' e data subito, bisogna aspettare per metterla in uso,
che gli sputi presentino qualche segno di concozione.
Ho conosciuto pertanto un uomo che l' amministrava
indistintamente iu tutti i raffreddori e in tutte le loro
epoche . Non era un medico di professione ; ma le sue
estese cognizioni in fisica non gli lasciavano ignorare
le leggi e il meccanismo dell'economìa animale, di
cui aveva appreso ciò che poteva esser utile nella dire-
zione della sua propria salute : questi era Franklin. De-
vo veramente confessare che l' ho veduto medicare co-
si tutte le persone della sua famiglia e molti de' suoi
amici , e guarirli costantemente in pochi giorni . Nono-
stante ho trovato in una pratica più estesa che l'ammi-
nistrazione delia china spesso richiedeva molte precau-
zioni ; che non era utile in sì gran numero di soggetti
che mediante delle modificazioni di differenti generi ;
e clie finalmente in certi casi era assolutamente con-
tri ndicata. Presso lè persone sottoposte a delle irritazio-
ni intestinali e spesso sospetta, e deve essere associata
a degl' oppiati : in questi casi la teriaca riesce meglio .
Allorquando vi sono dell'ostruzioni al mesenterio , al
fegato , e delle disposizioni biliose abituali , i balsami ,
uniti alle gomme fetide e a delle piccole dosi d' estrat-
to di papavero, sono preferìbili alla china: qualche-
volta anche allora produce decattivi ssimi effetti . Così-
dunque per quanto questo rimedio non sia niente meno
prezioso nella cura dell 1 affezioni catarrali che in quel-
la delie febbri intermittenti e di tutte l'altre malattìe
periodiche , abbisogna di mani abili e leggiere per am-
ministrarsi con successo; e deve sempre essere impiega-
to metodicamente , e non in una maniera empirica ; ma
affermo nel tempo stesso che allorquando nessuna con-
siderazione della natura di quelle di cui ho parlato ,
non lo contrindica, c allorquando lo stomaco e gì' in-
testini sono bene puliti , guarisce quasi sempre , come
per incanto, [d) i raffreddo! i i più ostinati , di cui non
rimane, dopo la sua amministrazione, che una leggie-
xa raucedine che ben presto si dissipa da se stessa .
Il buon' effetto della china e di tutti gl'altri to-
nici diretti deve essere sovente preparato da delle pic-
cole dosi d' ipecacuana , che stimolino tutto il canale
alimentare, e lo puliscano dalle materie corrotte o no-
-cevoli che può contenere . Presso le persone delicate, e
(il) E' verisimile che le tisi in cui Merton e molti altri
medici illustri hanno ottenuto degl'effetti sì vantaggiosi dalla
china, fossero del genere delle catturili, delle icròfi>lose ,o di-
pendenti dalla semplice debolezza del polmone , e che fos-
sero poco avanzate : perchè nell' ultimo periodo di questa
■malattia , è quasi sempre noce v ole .
4*
mobili , l'estratto privo delfà sua resina , detto ipeca-
cuana corretta delC Elvetio , è preferibile all' ijpecaù na-
na in natura : e meno soggetto a stimolare lo stoma-
ca ifcnkéstinr: •
Devo aggiunger qui che le ferirne dosi di china
non di rado purgano : allora prepara da per se stéssa ,
e senza mescolanza, V utilità della sua azione ; bisogna,
darne due screpoli o una dramma il giorno: in dose pi tt
debole , agisce piuttosto come eccitante che corno toni-
co . E 1 una particolarità di ; questo potente rimedio , che
pertanto non gl'è esclusi vamènte 1 propria* Jo? Eccitare i
moti in piccola dose , e di determìnatlré renderli rego-
lari a dose più generosa. Nel tempo* del di lui uso,
Insogna osservare una stretta dieta, e fare del moto .
E* ancora una cosa indicata dai migliori osserva^
tori , che la clima , in tutte le circostanze in cui ò ap-
propriata , produce degl'effètti tanto più sicuri; in qua n-"
to che uù esercizio moderato seconda la sua azione :
perchè ai fora , ben lu ngi dal corteèntrarc i moti all' in-
terno ( ciò" che qoaleheVoltà può' ^ató allor che questa
direzione gl'è anteriormente imprèssa) , gli distri bui-
iu un modo più eguale, gli rende cfiiicr , e produ-
ce spesso dell' evacuazioni per Sudore , orina 'ò decesso ,
cné compi etano e stabiliscono ì Suoi litiìi effètti .
Si sa quanto sonò estese le simpatie che uniscono
it petto e tutto l'apparato orinafrtó, comprèsovi gl* or-
gaui della generazione connessi c'oli il medesimo' per
de' rapporti ben più importanti à\ q'rièìK della prossimi-
tà . E' forse perchè i balsamici esercitano un* influenza
particolare sopra i reni e sopra Ta vescica , cbje indiret-
tamente producono degl* effetti sì marcati sul polmo^
ne . In molte malattie di petto sono d,' Ufi efficacia a
d'un utilità rimarchevoli : esigono soltanto nella loro»
amministrazione molta prudenza e sagacità ; perchè di-
vengono sempre noeevoli negli stati inflarmnatorj , e
filasi sempre ncgl' ultimi tempi delle consunzioni idìo~
t
patichc . E' certo che a differenti epoche della medi-
cina si sono impiegati troppo indiscretamente; gl'auto-
ri non hanno assii chiaramente distinto i casi in cui la
loro utilità è indubitata , da quelli in cui devono nuo-
cere tanto più in quanto che hanno prodotto degl' ef-
fetti più vantaggiosi ne' primi . La loro itti li ta si mani-
festa pai Ocularmente uell' affezioni catarrali dipenden-
ti dalla debolezza del polmoue,uc' raffreddori pro'un-
gati , in quelli che dipendono dall' imperfeziouc della
digestione delio stomaco , e dall' irregolarità delle fu a-
zioni delJ'orgauo esterno ; iu una parola, tutte le volate
che si tratta di ristabilire il {.nono generale , e parti-
colarmente quello de il '.organa polmonare, verso cui
non mancano mai di dirigere la luro azione. Io gli
combino con i saponacei , secando la maniera di Boer-
rhaave , cou il gomm' ammoniaco (u), colf estratto
acquoso d'oppio. 3Son ho mai avuto occasione d'os-
servare i buoni effetti che s' attribuiscono alla loro
•combinazione collo zuìibj e francamente confesso che
le guarigioni di tisi ,a,l loro. ultimo termine, operate.,
dicesi, dal balsamo di Locateli*. ,, non ini sono meno
sospette di quelle di cui * onora 1' atitietico vdel Po-
terlo .
Ma lo zolfo stesso deparato per mezzo della su-
"tdjmazione , e privato colla lozione da ogni acidità , è
uno de' più utili rimedj che possano impiegarsi nella
cura delle malattie di petto . E' forse stimolando senza
irritazione lo stomaco e gl'intestini , e accrescendo la
traspirazione cutanea ; è forse per un'azione diretta
sopra l'organo polmonare che lo fortifica ,e gì' impri-
me un senso per cesi dire immediato, di ben essere?
mf. ì» 1 *» !» v, :. • ..i * ; *»
P : '
(a) Quando non possiamo procurarci del vero balia mo dèl-
ia mecca , divenuto rariòòJuio , ibitogna impiegare ii baUauio
■secco del Pei ù é
Importa poco di decìdersi Su favore d'un* di qnette-^ttè
opinioni , o di qualunqu'altra che )a teorìa potesse sug-
gerire . Ma qualunque ne sia la causa o il mezzo , gì*
effetti sono costanti ;e non dubito dì riguardare lo zol-
fb come il tonico speciale del polmóne . Quel che mi
farebbe pensare che agisca sopra il medesimo iu una
maniera diretta , è che impiegato in fumigazioni , m* è
sembrato conservare quasi tutta la sua e Mica eia . Lo fac-
cio liquefare senza infiammarlo, e il malato ne respira
il vapore . Il vaso dì ferro che lo contiene deve essere
tanto meno riscaldato quanto maggiore èia sensibili-
tà del polmone. Impiego parimenti nel modo stesso i
balsami naturali , e preferibil mente il belzuino . Si fan-
no liquefare nel modo stèsso sopra una paletta medio-
cremente riscaldata : con questa precauzione l'odore
è piacevole, e non irrita la gola . SÌ ripete V operazio-
ne di quando in quando j e il malato può, finché il mè-
dico lo crede a proposito, vivere in un atmosfèra pro-
fumata da questo benefico vapore .
Combinato coli* idrogèno , lo zolfo è trasportato
per mezzo dì questo gas allo statò di fluido elastico
acreo; e sotto questa fonila, si mescola fa dknen te all'ac-
qua, h' acque idro-zolforate , naturali o artificiali ma-
nifestano una parte delle proprietà dello zolfò'i riani-
mano le funzioni dell' organo cutaneo ; i sali che ten-
gono in dissoluzione quelle che prepara la naturai de-
crescono la loro azione sopra tutto* il 'sistema addomi-
nale ; e la piccola porzione di ferro che alcune conten-
gono di più, rende i loro effetti tonici più durevoli e più
marcati; ma è nelle disposizioni catarrali croniche, c
nello stato abituale di debolezza del polmone, ò idio-
patica o secondaria e dipendente da quella de* visceri
del bassoventre , ché queste forniscono i più potenti e
ì più utili soccorsi .
In oggi s' abusa stranamente dell' oppio , in mol-
te parti dell'Europa , per la cura d' un gran numero di
«HftaWe .' TTn sistema che Te rldncè tutte a due class?,
•i di cui caratteri sembrano sì facili a intendersi 1 .
- non poteva mancare, indipendentemente dai suoi vii-
ij'fondamèntali come teorìa , d'introdurre nella prati-
ca i pifl'fùnesti abusi , dispensando i medrèt da quasi
Ogn' osservazione fa) . Ma non bisogna far ridondare
sopra questo rimedio il biasimo meritato da alrinri tfi
quelli cheT adoperano. L'Oppio è sicuramente uno
de' più efficaci e de più utffi mezzi che la natura abbia
somministrato alia' medicina : col medesimo si produco-
no degf effetti che non si potrebbero ottenere 'cofcf al-
cun alno mezzo. E' particolarmente utile ne* raffreni
dori acuti e cronici , ma deve essere impiegato da una
mano prudente . Pydenham stesso restò ingannato nel-
la cura d' una febbre catarrale : questo pratico immor>
Vale confessa , òon la sua' ordinaria sincerità-, che lo
dette troppo presto, come prirei tonici eccitanti ai quag-
li ordinariamente V associava ne* casi analoghi , cori
molto colpo d' occhio e criterio . ' . l V ;
Forse questa* felice associazione è la vera causi
delie sorprendenti proprietà della teriaca, che in mblté
malattie di petto , e in un maggior numero ancora di
malattìe dello stomaco , non'pnò èssere rimpiazzata da
alcun altro rimedio. Vedendo" la lista delle droghe
ch'entrano nella composizione èia preparazione senza
metodo di questo rimedio non si può che sorridere
"b . ••_ „ ■■.
" m . ,
(a) Finché i pratici. osservano con attenzione, poco im-
porta che adottino tale o tal* altro sistema • Tutti i siatemi
hanno avuto de' buoni pratici ; ma quelli che favoriscono
la pìgrifcia ; troppo natnraie all' uomo , e che nntriaconè
queir ostinata presunzione , che V idee generali , facili a
intendersi » inspirano sempre ai loro adetti ; questi; sono
pericolosissimi , particolarmente in uh arte che non si perfe*
ziona che per mezzo dello studio attento e cento volte ricoe
rainciato , d'uà numero immenso d'oggetti pàrticotarit
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ÌUjjrìgaoraaza farmaceutica clic suppone nel sn* ; <jKi-
maautore ; e la teorìa r fOla e* inspirerebbe per, la f ^iia
amministrazione lo «degno il più giusto in appareu/ap
jna al letto de' malati non si tarda punto a campare
:9fxÌoiqne; e ai è ben sopresi degl' etfkti,, varamente mi-
rabiUehe possono farli produrre mauiabili esperiuicn-
.La teriaca è veramente utile al termine de raf-
freddori , quando l'appetito non ritorna , e che il sou :
no è interrotto dalla tosse^ conviene egualmente tutte
Je.vpffecUe la. durata del l'ovacnazionicaiarrali dipen-
.de^all' imperfezione didla digestione «omatica , e che
jusi'eme si tratta di terminare, la coziane,dcgli sputi,
•di diminuirne la quantità , e di rianimare l' insensibi-
le traspirazione . .,, r ,,. „
. Abbiamp ^igià dettp che i lievi raffreddori ordi-
nariamente *i, guariscono da p$r loro stessi , eehe non
ésìgonoehe alcune piccole, precauzioni e molta sobrie-
tà . Quantunque io sia molto lu,n£Ì da adottare
«ione d>,mediri^he riguardano il vino come una specie
ài veleno, mi, so no, assi cu rato» per mezzo d'una nuino7
rosa serje d' osservazioni, clic ò quasi sempre nocevo^
le ue' raffreddori ; i vini.aqi4i ; vi producono particolar-
mente de' cattivi effcttu,;E,' ypr'isimUe che eiò accada
accrescendo la disponi zi qn, e a^queileche chiamans;, aa-
Ì/à, le gnali si.roanifestanQ^Uora nello stomaco dopo
il pasto il meno copioso. Quando 1' abitudine ha reso
il vino necessario alla digestione, bisogna ne' raffred -
dori preferire i vini -amari o zuccherini , o quelli che
Contengono molte parti estrattive e spirito , purché tan-
to gl'uni che gl'altri si diliscano in quella quantità
l'acqua che possono esigere per non agire troppo vi-
vamente sopra il sistema nervoso .
1 raffreddori violenti meritano sempre dell' atten-
ti one , particolarmente presso le persone.il di cui pet-
ito è debole, che digeriscono imperfettamente , o che
4?
seno soggètte a dell 1 improvvide retroprftoioni della
traspirazione, àdegl' ingorgamenti delle glandule, a
de' dolori reumatici , e gottosi . Ne* ireeeh j*on$ qUajrt
sempre gravi, o almeno minacciami : la metà forse del-
le persone che girmgonò ad un'età avanzata periscono
il raffreddori ostinati o negletti . *
}1 raffreddore ha un* odore parti colo re-, facilissi-
mo a riconoscersi qt>ando s' è una volta ©ssesvato, mai
che non è possibile di descrivere eomeogh' altra sen-
sazione diretta . Ne' raffreddori leggieri è debole -, è
forte in quelli che sono violenti . I raffreddori violenti
sono qnasi sempre contagiosi^ e sembrano esserlo tan-
to più quanto il loro odore è pHi vivo e prò forre .
Non ignoro che in generale si ricusa d'ammettere il
carattere contagioso de* raffreddori, ma una quantità
d' osservazioni non mi lasciano alcun dubbio SC-pra un
tal particolare (a) .
Del rimanente , la dissenterìa la quale ptfre non <>
eh' un* affezione catarrale degl'intestini , si propagò Ki-
curamente per contagio ; quandoT irritazione 6i trova-
portata a un certo grado basta per immediatamente con-
trarla sentire da vicino l'odore delle dejezioni del
malato ; e osservo eh' in quest'odore , allorché il (tettó-
ie grado del male permette che si pòssa studiare boa
succiente attenzione , si trcrva , in mezzo a moki altri;
odori che lo complicano, quello del raffreddore, o dell'
affezione catarrale della membrana mùccesa del naso ,
della gola ec , e aggiungo che ho fatto la stessa osser-
vazione sopra l'orine delle persone attactatedai catar-
ri della vescica ; ho creduto conoscervi distintamente
ajnche in mezzo alla loro impressione ammoniacale ,
■1 ìm ; nw/u. y .) , >;\ ,„, — ^ J
(a) M. Chavaesieu <ì A n ìebert, cl}e iha^ pubbli (#to PanV
no scorto un bu .io *rr<'tto ftf.pra al effetti «cu' umidità *
eembra enei* nella *tc Éi a nmuaiiva .
qucst' istesso particolar* odoro , dì cui^ esame dilìgen-
te de' raffreddori m' aveva dato la prima opzione . Tut-
taroi porta ancora a pensare che le malattìe contagio-
se sviluppano questa proprietà per mezzo delle parti-
celle odorose esalate dal fomite , e che riempiono in-
torno di lui T atmosfera , ma a distanze molto più pic-
cole , di quel che comunemente si crede ; e ciò che v'è
eli singolare , è che quest'odori non sono sempre disag-
gradevoli , o che almeno il loro fetore non è in modo
alcuno proporzionale al pericolo.
Non è solamente l'alito de' malati , sono anche gf
umori evacuati per mezzo degli sputi , o quelli del na-
so trasportati dagli starnuti, che fanuo sopra i' odora-
to un' i m pressione particolare; ma quest' ultima impres-
sione non è la stessa di quella dell' alito . Più il raf-
freddore è. violento , più gì' umori separati sono abon-
danti , acri e tenui, il loro odore è allora cosi rimar-
chevole e sensibile allo stesso malato. Se si presenta-
no al fuoco i panni che l'hanno imbevuto, s'esala un
vapore come solforoso, di cui conservano ancora V
odore, anche allorquando sono intieramente asciutti .
Ho conosciuto degl'individui soggettissimi ai rafTred-
dori,che avevano imparato a pròprie spese a distingue-
re quest'odori, e che evitavano per istinto quelli che
gliene facevano procurare la più fugace impressione .
Ho conosciuto fra gl'altri una jdonna d' una vivissima
sensibilità, a cui la prossimità d'una persona raffredda-,
ta gli comunicava nel momento una leggiera sensa- n
zione di freddo , , .
Abbiamo digià detto che f emissione di sangue è
più dirado necessaria , di quel che si pensi nell' affezio-
ni catarrali:; così , è sempre nooiva quando non è neces-
saria. Quando si crede di doverne far uso , bisogna im-
piegarla al principio e senza dilazione; ma o si sia giu-
dicata convenevole, o se ne siano rigettate l'indicazioni,
■allora sì frequentemente equivoche, le vedute del medi-
co, pajsati i primi tempi , devono rivolgersi altrove.
LTFyTTTZiruay
49
In generale si è occupati a diminuire l'aerea* me
della pituita, l' irritazione della tos^e (a) , il pizzicore
della gola*, e a quest' oggetto , si prodigano i l«c
oleosi e mucillaginosi , i succhi di frutti dolci conden-
sati , le paste amilacee; ma tutti questi mezzi imr.no il
grave inconvenieute d' invischiare e d' aggravare io
stomaco , d'accrescere l'acidità alle quali allora si è di-
sposti ; in una parola ,il loro uso, come pure quello
delie bevande dolcificanti, delle quali s'abusa con
tant' indiscretezza, non m'è sembrato aver altro effetto
che quello di ritardare la concozione de' raffreddori , e
<jualchevolta di rinnovarli: perchè non temo d' assi-
curare * contro T opinione comune, che le bevande
abondanti e tepide sono sempre nocevoli nell' affezioni
catarrali , a menoche non siano i m penosamente richie-
ste come uno stimolante o veicolo d' un sudore critico ,
c che si creda dover mantenere per qualche tempo .
Ma un rimedio quasi sempre utile, e sii cui s' è
spesso obbligati d' insistere , sono gl'emetici . Neil' af-
fezioni catarrali ostinate, vi si torna parecchie volte con
successo. La tosse convulsiva, che è un catarro stoma-
cale e convulsivo , esige ordinariamente la loro repe-
tizione, a do*»e conveniente per produrre il vomito, o
la loro contiuuazione negl' intervalli , alla debole dose
che basti per eccitare la nausea. GÌ' emetici , gì' oppia-
ti , i tonici formano la cura della tosse convulsiva, i
(") La violenza della tosse è alla verità, qualchevolta
ti grunde, che sembra inevitabile la rottura de* vasi della
testa , e l'acicdine della pituita eccita delle convulsioni
ai vive nella laringe e in tutto il polmone, che i inalati
tetnhraa* vicini a morire toffopati . Ne ho veduti di quel-
li che ai alzavano tutt' ad un tratto a sedere, e che an-
che si slanciavano dal letto, per cercare di trovare in pio*
di la respirazione che gì* andava a mancare .
più potenti incisivi , impiegati in Inghilterra e in Ger-
mania , non mi sono mai sembrati neecssarj nel nostro»
clima di Parigi, e delie sue vicinanze. Quantunque
uomini degni di confidenza abbiano- esaltato gì' effet-
ti mirabili delie cantaridi perla cura delle tossi convul-
sive ribelli , non ho osato, lo confèsso , farue uso in una
malattìa in cui predomina il carattere convulsivo . I
Vescicatorj, convengono qualchevolta» ma è meno*
come evacuanti che per la proprietà di cui godono e umi-
do sono impiegati Con sagaci tà, di rimuovere gli spasmi
determinando nel sistema de* nuovi punti d' irritazio-
ne , e delle nuove direzioni di moti .
Ma l'affezione catarrale in cui i vescica tòrj produco-
no gì* effetti i più pronti e i più sicuri, è quella che sì
porta sulla gola , sia che la laringe , o la faringe , o tut-
te due insieme vi siano interessate; è in una parola nell* 1
angina catarrale. Nell'angina infiammatoria, l'applica-
xione de'rubefacienti esterni, non è utile che allorquan-
do s* è fatta precedere dall' opportune emissioni di san-
gue ; ma questa specie è molto meno comune di quel
che la pensino molte persone , che prendono 1* irrita-
zione ed tt rossore del fondo della gola per contrasse-
gni sempre sienri d'infìammzione . 11 fattaòche-^i gua-
riscono maggior numero d'angine dagf emetici , che
dall' emissioni di sangue , la di cui imprudente ripeti-
zione ha fatte più d' una volta degenerare l'afte in ul-
ceri gangrenose. Nell'angine catarrali , se gl'emetici
non tolgono o non diminuiscono notabilmente Timba-
razzo e il dolore , bisogna senza tardare , applicare un
esteso vescicatorio sulla parie anteriore della gola . Ho
spesso impiegato questo mezzo , e posso garantirne V ef-
ficacia . Quando la disposizione catarrale è profonda t
qua J che volta si trova la vescica sollevata per V azione
delle cantaridi Tina prodigiosa quantità d' umori visco-
si simili a quelli che presenta l' imperfetta materia pu-
rulenta che scoia dalle glanduie in suppurazione ,
•n'ali* ulceri de^li scrofolosi : conviene allora mantene-
re la suppurazione per due o tre giorni ; ma fuori di
.questo caso al momento che le cantaridi hanno prodot-
to il loro effetto , si può medicare la .piaga superficiale
coll'unguentoe affrettarne immediatamente la sua gua-
rigione.
Quando nella cura dell 1 affezioni catarrali del pet-
to si può sospettare che uu reumatismo trasportatovi^
le complichi e l'aggravi , bisogna-, non credendo ne-
cessaria remissione di sangue , affrettarsi d' applicare
un vescicatorio sopra il luogo che Occupa particolar-
mente il dolore e l' oppressione . E 1 tanto più .pressante
di ricorrere a questo rimedio , quanto il malato è più
avanzato , o d' una costitnzione più debole; perchè se
è giovane e forte, dirado possiamo dispensarci dall'
emissioni di sangue; e l'applicazioni revulsive , come
quelle della senape e degl' altri irritanti ai piedi , al-
lora devono quasi sempre precedere l' uso de' rimedi
derivativi. Citerò un esempio del primo caso perchè
presenta un 1 osservazione curiosa, egualmente degna
dell' attenzione dei fisiologi e de' pratici.
Nell'inverno deli 803. al 1 804. nel tempo delfepi-
demìa catarrale , che lo terminò , fui chiamato per un
rispettabil vecchio mio vicino, a Auteuil . Mi fu detto
che era nel .più pressante pericolo, mi portai nel mo-
mento alla di lui casa. Aveva avuto nell'autunno pre-
cedente un forte attacco di reumatismo , e n' era incom-
pletamente guarito . Io sape v a questa circostanza « Av-
vicinandomi al suo letto lo trovai In uno stato d' estre-
ma oppressione : poteva appena proferir parola -, il suo
volto era abbattutole la calma melanconica e raccolta
de* suoi occhi m' annunziò ehe attendeva trranquilla-
mente il suo termine . Mi disse con vocf interrotta che
aveva un peso<li mille libbre sopra il petto; e che lo
«enti va serrato come in una morsa . Il suo polso era in-
termittente , k sua respirazione diveniva stertorosa, c
nel suo uscire facera battere le pinne del naso .'Gli fe-
ci applicare un esteso vescicatorio sul petto, e darli
delle piccole dosi di Kermes in un infusione di tassobar-
basso verbascum thapsus L. L' indomani mattina mi si
fece sapere che stava un poco meglio , e che aveva dor-
mito per la prima volta dopo molti giorni . Non ne fui
punto maravigliato; ma ecco quel che sembrò rimarche-
vole al chirurgo che lo curava insieme con me : apren-
do il vescicatorio che occupava tutta la parte auteriorc
del petto lo trovò ripieno d' una gelatina tremante del-
la consistenza e del colore di quella del corno di cer-
vo, e perfettamente simile a quella che i vescicatorj
fanno qualchevolta trasudare dall' articolazioni attac-
cate dal reumatismo , o della coscia o del : a gamba nelC
ischiade nervosa , curata secondo il metodo di Cotun-
aio .
Si riscontra qualchevolta in pratica una specie di
disposizione catarrale dello stomaco che merita d'esse-
re osservata e curata con molt' attenzione tessa è carat-
terizzata dal vomito d'una materia limpida e tenace
analoga a quella che gì' antichi hanno descritto sotto il
nome di pituita vitrea. Questa materia è più pesante
delie semplici bavosità , ma è mista ad un fluido schiu-
moso e leggiero. Ambedue sono quasi insìpide e ino-
dore per il malato; per l'osservatore non hanno che
l'odore del sugo gastrico, che senza dubbio vi si trova
unito in una quantità più o meno considerevole. La
presenza di quest' umore nello stomaco vi produce ,
nnn de' dolori vivi , ma uua molesta sensazione di peso
e di freddo ; è accompagnato da una tosse secca e leg-
giera , che per la sua persistenza , altera alla lunga il
polmone e termina in una vera tise. Giunta a questo
termiue . il mio maestro Pubrueil la curava con de' ri-
medi appropriati al suo primitivo carattere; teneva il
malato in une» stato di nausea continuo per molti gior-
ni , per mezzo di piccole dosi d' ipecacuana frequento-
. SS
mente ripetute; in seguito lo faceva vomitare per replf*
cate volte, e terminava la cura coli' uso prolungato per
molto tempo dell'acque sulfuree , e coli' equitazione .
Tale è il metodo con cui aveva moltè volte guarito que-
sta specie particolare di tisc, pervenuta digia al suo
terzo periodo . Verisimilmente è la stessa che il ciar-
latano citato da Cullen guariva nella Scozia coli' uso
reiterato degl' emetici .
Per me non ho avuto occasione di curare che la
disposizione catarrale che la prepara e la determina , e
V ho fatto adoperando lo stesso metodo coronato da un»
felice successo . Ma siccome questa disposizione è or-
diuariamente ostinatissima, i malati sono stati obbli-
gati a fare un uso continuato di boli ne' quali entrano
l' ipecaruana e il gomm-ammoniaco , il balsamo secco
dei Perù , e una piccola quantità d' Oppio . >♦
Il mio desiderio e. la mia decisa intenzione di ren-
dere questo scritto cortissimo, m'ha forzato di pre-
sentarne le vedute sommariamente , e d' allontanare
colla stessa diligenza che si potrebbe impiegare a con-»
cepirle, quelli schiarimenti che vi si presentano ad ogni
passo : sopratutto non ho fatto che indicare lo spirito
" della cura, e i rimédj particolari che mi sono sembrati
produrre gì 1 effetti i più utili e i più sicuri , senza fer-
marmi ad indicare alcuna di quelle formule alle quali
il ciarlatanesimo da una parte e l' ignoranza dall' altra
attaccano tant' importanza . L'applicazione di questi
rimedj deve essere sempre determinata e diretta da un
medico prudente Secondo me l'opere di pratica non
devono esser fatte che per i pratici : quelle che hanno
per oggetto di metterle a portata di tutti i lettori han-
no cagionato de.'mali infiniti ; non ne eccettuo neppu-
re quella di Tissot . Le persone che non hanno cogni-
zione alcuna di medicare , e che vogliono curarsi da lo-
ro stessi , o curare gì* altri per mezzo di libri , avereb-
bero spesso ragione di compiangere la loro pericolosa
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presunzione , se sapessero sempre riconoscerne e£
fetti . Sono particolarmente le signore caritatevoli quel-
Je che do erebbero l>etì dispensarsi di prestare ai po-
veri ed ai malati altri soccorsi , ehequelli d'una miglior
camera, d'un miglior brodo, e d'un miglior letto, sano,
il povero abbisogna di fatica , malato ha bisogno d' es-
ser mantenuto più calilo, più pulito, e sostenuto con
un vitto più nutriente e più sano . Quaudo non gli si
può procurare un medico abile, si deve , come dice Sy-
denbam con tutta l'autorità del suo nome, limitarsi a
nutrirli , e non prendersi briga di medicarli *
Non entro dunque in dettagli più estesi sulla cura
de' differenti casi de'qualli ho parlato <|uì sopra : non
sono le formule che mancano al pratico giudizioso; so-
no le giuste indicazioni per la loro applicazione delle
quali ha spesso bisogno.
Volendo evitare la repetizione di ciò che trovasi
dapertutto ne'libri , non resta adesso che ad indicare ii
regime preservativo, che sembrami convenir meglio
nelle disposizioni catarrali : ed è ciò che vado a fare in
poche parole ,
Le disposizioni catarrali sono qualchevolta eredi-
tarie: si vedono riprodursi nella stessa famiglia, e ca-
ratteri zarsi dagf istessi fenomeni fino alla terza e alla
quarta generazione . Sembrano qualchevolta naturali
ai ragazzi : delle digestioni incomplete producono que-
sta gran quantità d'umori muccosi , di cui tutti i loro
organi sono come imbevuti . I vecchj sono tormentati
dalle pituite gutturali , dai raffreddori e dalle flussio-
ni : essi muojouo spesso soffogati da de' catarri acuti o
cronici , il di cui principio vitale non ha in Ioto la for-
za d' evacuar la materia . Neil* età virile , le disposizio-
ni catarrali ordinari unente dipendono dalla debolezza
delle digestioni , dall' inerzia della bile , dalla mancan-
za d' energia , o d' irregolarità che s' è introdotta nelle
funzioni dell'organo esterno. Niente le produce così
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direttamente , uè le mantiene in una maniera così effi-
cace quanto la frequente retropulsiuue della traspirar
zione insensibile .
Le disposizioni catarrali sono più o meno gravi %
secondo V età dell' individuo, il suo temperamento e lo
stato de* suoi organi , particolarmente di quelli del pet-
to . Presso i bambini a la nettezza , 1* attenzione di ter
nere le loro culle e i loro letti ben asciutti , non darli
degl'alimenti viscosi ,.di quando in quando delle pier
cole dosi di siroppo d' ipecacuana e di china , bastano
per ri mediare' a quest' inerte viscidume che manifesta-
si ne* loro umori . I raffreddori i più semplici; de' vec-
chi hanno sempre bisogno che vi si guardi con atten-
zione . NclT età virile , i raffreddori anche i più violen-
ti non divengono quasi mai immeditamente perniciosi
che per la loro complicazione con. febbri gravi , ma le
loro conseguenze non sono meno spesso funeste per 1%
natura delle malattìe che determinano e lasciano dopa
di loro .
Per combattere utilmente le disposizioni catarra-
li bisogna prima di tutto mantenere nella loco aziono
naturale le forze dello stomaco , e correggere i viz> dal-
la digestione con i mezzi appropriati al le diverse cir-
costanze-, bisogna mantenere l'Lnsensibil traspirazio-
ne , e sollecitare quasi abitualmente V azione dell' or-
gano cutaneo, o con corpetti di flanella, o con le fri-
zioni secche fatte a tutto il corpo , o finalmente peu
mezzo d' un moderato esercizio , ciò che tornai ancha
meglio . I soggetti deboli devono essere premurosi d! es-
sere sufficientemente vestiti, particol ai-mente all'avvici?
narsi e ai finire dell' inverno . Devono aopratutto
garantirsi dai freddi umidi, Sydenham aveva ragione di
riguardare i freddi d'autunno e di primavera come peo-
nie iosisw mi , e d' assicurare che la spada faceva» perir*
un minor numero di persone , di quello che la pigrizia»
a prendere gì' abiti da inverno, e particolarmente i*
lasciarli troppo presto. IT indispensabile malgrado l'opi-
nione di Gian-Giacomo, di coprire bene i bambini ;
non s'abituano mai al freddo quelli che sono nati debo-
Ji esponendo veli quasi nudi come ho veduto farlo ad
alcuni genitori con idee sistematiche , e i bambini i più
forti hanno loro stessi bisogno d'essere sufficientemen-
te coperti quando non si muovono. Neil' educazione
fisica dell' Emilio , vi sono delle ( ose eccellenti : ina vi
6ono degl' errori pericolosi , che il rispetto giustamen-
te attaccato al nome dell'autore non ci deve impedire
di rilevare. Metterei anche in questo numero, la sua
opinione sopra V uso della carne e del vino, di cui sen-
za dubbio i ragazzi robusti possono privarsi ; ma che il
più spesso, e V attesto dietro un'infinito numero d' os-
servazioni , fa le veci di tutti i tonici i meglio indicati .
E' particolarmente utile presso la maggior parte de' ra-
gazzi più deboli , sia per affrettare l'aumento delle for-
ze nascenti e moderare la loro eccessiva mobilità , o per
ritardare lo sviluppo precoce e funesto delle loro facol-
tà intellettuali e morali , che bisogna sforzarsi di rite-
nere neir infanzia, fino al tempo della loro vera ma-
turità .
Si conosce f influenza che esercitano gì' uni sii gV
altri gl'organi della generazione e quelli del petto; è
nel tempo della maggiore attività degl' uni , che gì' al-
tri sono i più esposti a certe particolari malattìe , e che
queste malattìe sono le più pericolose . Nella gioventù f
la tise polmonare , cioè parecchie delle sue varietà so-
no le più minaccianti , « il loro corso è ben più rapido
che ad alcun' altra epoca della vita .
Da un altra parte iè sistema linfatico esercita sui
sistema polmonare un azione estesissima e marcatissi-
ma . L' affezioni delle glaudule influiscono sempre più
o meno sopra quelle del polmone; negl'ultimi tempi
della tise , lo stato di dissoluzione del polmoue si fa ri-
sentire al sistema glanduiare , fino al punto di cagiona-
5?
re qualche' 1 volta de r veri bnhrmi , senza che preceden-
temente vi sia stato alcun sintonia venereo .
Perciò dunque è nella gioventù , e parimente al-
lorché iNisteina linfatico ogiàndulare presenta de* se-
gni di debolezza delle sue funzioni ; e particolarmente
allorché questa debolezza» si manifesta con dell' eruzio-r
ni suscettibili d'essere facilmente .retrQpulse , che bi-
sogna attentamente invigilare alle' disposizioni catar-
rali croniche, perchè se la loro durata e ìa recidiva de'
raffreddori alterano infallibilmente Le forze nel polmo-
ne e precipitano la morte ne' vecchi , possono ad ogni
momento ed in un modo rapidissimo trasformarsi in
tise nelle persone giovani L' usandoli' acque sulfuree
e V equitazione sono i mezzi i più efficaci per prevenir
re questo funesto cangiamento . iParimente si può qual-
chevolta. impiegare de' miti fondenti , per evacuare le
La vosi tardai lo stomaco .^iriaukmare^ia traspirazione , ed
affrettare la cozione de leggieri raffreddori ; ma lo ri-
peto , la sobrietà , in questo caso , come ih i»ok' altri è
lina precauzione che spesso adempie J at tutte le vedute ,
e senza di cui *' impiegherebbero invano i più attivi
rimedp.
I pratici osservauo che la tise lariugea o tracheale ,
altre volte tanto rara che n' è stata fatta la prima de-
scrizione esatta da Morgagni ( a) , è ora coinunissima,©
ogni giorno l© diviene di più in più . Non dirti*/ ulto ad
attribuirla all' audace lmprudenza> con cui i ciarlatani
e i medicastri impiegano le preparazioni mercuriali sa-
line . particolarmente quella che porta il nomadi su-
blimato corrosivo ( muriato soprossi gena to di mercurio ).
£)' altronde questa malattìa essendo contagiosa , anchò
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(a) Nonostante sembra che sia stata conosciuta dagl'an-
'tichi , singolarmente da Ippocrate e da Aezio .
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ne' primi tempi deve propagarsi con una prontezza o
facilità funeste , di cui è inutile di spiegare le ragioni .
La tise tracheale ben lungi d' essere particolar-
mente propria della giovinezza , comt^ mollai tre specie-
di consunzione polmonare ; sembra al contrario attac-
care più frequentemente le persone d* un età matura ;
ed è tanto pìu\ pericolosa quanto più rapidamente per-
corre i suoi perìodi e che il malato è più avanzato in
età . In generale però s' annunzia lungo tempo avanti ;
e il suo andamento à lento ; anche alcuni de* suoi sin*
tomi , come V alterazione della voce e l' afte , che non
si manifestano che negl'Ultimi tempi dell' altre tisi , la
precedono molto tenupo prSma.per poterla prevenire , o
almeno combatterla con successo . Ma è soggetta a del-
le recidive ; ed è assai raro che si guarisca radicalmen-
te . Ho conosciuto un vecchio di novant' anni , che nei
corso del la sua cita r > ne aveva -avuti moli' attacchi mi-
naccìanti , e che sempre n' aveva arrestati i progressi
coli' «sode* fiori di zolfo. Usava spesso di questo, tir
medio nella sua ultima vecchiezza*! par una specie di
•iconoscenza ; e per combattere la disposizione cataria*
le che gl'era restata, alternava questo rimedio, ora
coli* opfio , e ora colia china . L' oppio» a dose picco-
la preveniva gV assopimenti profondi ai quali era -sog-
getto, e che riguardava coinè pericolosi . Ho fatto di-
poi la stessa osservazione sopì* altri vfecchj ♦ la traspi-
razione si rctropeile facilmente in loro ; e le lóro abi-
tudini catarrali impediscono che t'organo esterno, con-
servi in questo decremento di forze interne , la sua ener-
gìa e la sua attività . Ora lo sconcerto delle funzioni di
quest' organo porta al sonno, come se la natura , con un
savio calcolo, provocasse allora a proposito quella del-
le sue funzioni che rammollisce direttamente la peHe e
riconduce al di fuori i moti concentrati verso V inter-
no. U. assopì mento de' vecch j dunque frequentemente
dipende da delie retropulsioni improvvise» oda de.' vi-
2) della traspirazione ,e 1* oppio risveglia allora i' indi-
viduo rianimandolo: ciò che del refeto non ha rapporto
alcuno con il caso spesso citato dal Riveriti» perchè que-
sto medico. non risvegliò il suo malato s per mezzo cleH*
oppio, che perchè il rimedio operò come febrifqgo, e
arrestò V accesso d' una fefibre perniciosa che cagiona-
va T assopimento .
Morgagni consigliava ♦ nelle minaccie di tise tra-
cheale o laringea, starsene in camera , di respirare con-
tinuamente de* vapori balsamici , e d' usare internai
mente delle pastiglie composte con i balsami che face>
va diseiogliere ed impastare: in qualche materia mucil-
laginosa. Le fumigazioni c 1' uso interno de* balsami
sono allora utilissimi : ma non è. Io stesso della mancan-
za di moto e dell 1 aria tresca ; essa è al contrario noce*
volissima. Ciò che costantemente mi è ri escito il mcr
glio nella cura di questa malattìa è ( oltre l'uso dà' bai*
samici sotto differenti forme }X applicazione d' un ve-
scicatorio nibefaciente da farsi scorrere s^pra la pane
anteriore del collo , i succhi di piante cr ucifrre, V aequ^
sulfuree, e l'equitazione .
L'afte sono una malattìa propria delle membrana
muccose (a) accompagnano molte di quelle di cui al>
biaino parlato, ma non esigono particolare attenzione
che allorquando sono b wiaacciano di divenire gan-
(n) L'afte sembrano essere una degenerazione particola-
?e dei tessuto di queste membrane: oorf sono per seste*»©
pericolose che allorquando sono numerose e contiguo. Qual-
chevolta allora interrompono tntte le funzioni digestive , e
degenerano per l'indebolimento dell'individuo : si curavano
altre volte, come pure i mali di gola, di cui sono sì sp-seo
una complicazione , con il metodo astringente e ripercustsivo.
Questo metodo in generale è sospetto , e più d' una volta li a,
prodotto degP effetti i più inerescevoli . Sebastiani!* Nasius,
citato da JEUrthoa ne riporta ua beli' esempio .
6o
grenose . In generale seguono la sorte della malauìa
principale da cui dipendono : sono qualchevolta il sin-
tonia dominante d' una febbre gravissima. Vedi le des-
crizioni di Kettelaer e di 31. Auvity sopra un tal sog-
getto.
S'aspetta forse di trovar qui qualche osservazione
sopra T asma e sopra il catarro soffocati voo ferino , ma
nò l'ima nè l' altro appartengono all'erTezioni catarra-
li : V una per il suo carattere periodico , e ambiduc per
la loro natura convulsiva , devono referirsi alle malat-
tìe dell' organo nervoso . Per dire delle cose un poco
6oddisfacienti sopra questa materia bisognerebbe en-
trare in un nuovo sistema d' idee; bisognerebbe parti-
colarmente poterlo fare con qualche estensione; ed ho
digià passati i Jimiti che m'era imposti nel cominciare
questo scritto .
Lo termino dunque sinceramente bramando cho
la sna lettura possa essere d'una qualche utilità In mez-
zo a tanti libri che scoraggiscono i lettori i più intrepi-
di , questo scopo è il solo che possa aucora far prende^
re la penna ad un uomo sensato : e quando non si ha co-
me me , che poche cose a dire si deve farlo in poche
parole .
»»
FINE
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