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DELLE ANTICHE
TERME
DI FIRENZE
A V T 0 \ E
DOMENICO M. MANNI
ACCADEMICO FIORENTINO.
IN FIRENZE, MDCCLI.
«
Nella Stamperia di Gio: Batifta Stecchi, alla Condotta.
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ALL' EMINENT1SS. E REVE RENDISS. PRINCIPE
IL SIGNOR CARDINALE
ANGEL MARIA
Q^U E R I N I
BIBLIOTECARIO DI S. CHIESA
VESCOVO DI BRESC I A ec.
Domenico Maria Manni.
antiche Fiorentine
Terme; , Eminentissi-
mo Principe , riconofcono per autrice
la grandezza di Roma , di quella Ro-
a i ma,
IV
rna , che ver fa di fé l’ammirazione d’
un Mondo intero Teppe attrarre, e fer-
mare . Quelle , come
Le cofe rnflre tutte hanno lor morte ,
dalla falce del tempo colpite , e per
lungo abbandonamelo proftrate (la-
va n fi , per dir così , moribonde, fe io
coll’ opera mia ( non mi fi aferiva a
fuperbia ) non accrefceva loro , ficco-
me ardifeo di fperare , buono fpazio
di vita. Tornate adelfo in vigore,
per innato (ignorile i (tinto altro non
par che bramino , che alle grandezze
Tempre ammirabili di Roma, ficcome
una volta , federfi dappredò .
Come adunque poifo io meglio
quella loro inclinazione fecondare , che
coll* appreffarle al Vaticano , il quale
per le luminofilEme Virtù fue , non
meno che coll’ autorità da Dio Otti-
mo GràndifSmd data, di tutto l’Urfi*
verfo ld‘ tr^ritual Governo modera,
~ e reg-
v
e regge ? Quivi ognun vede qualmen-
te, dal Santifsimo Padre in fuori , niun
più di Voi, Eminentissimo Principe,
alla Nave Apoftolica felice corfo fom-
miniftra col benefizio delle due vo-
ganti Sorelle la Religione , e la Scienza ;
che fono quelle altresì , per cui farnofa
la rinomanza della Profapia Querina,
della Caffinefe Famiglia , delle Infu-
le di Brefcia , deli’ Olirò Cardinalizio
fi manterrà ne’ futuri fecoli ; che per-
ciò in vidi ofi del no Uro tempo dovran-
no un dì divenire . La Cattedrale del-
la voiira Spofa, i Templi in Roma, le
tante Chiefe fino in Pae.fi d’ Eretici ,
le Biblioteche, fpeziahnenfe la Vatica-
na , refpettivamente da Vostra Emi-
nenza edificate, aperte, accrefciute ; i
Letterari ftudj Dell’Italia, e nella Ger-
mania da Voi protetti , e fui per dire
alimentati , faranno eterno sì , ma
fcarfo elogio al merito delie doti vo-
lire
Vili
APPROVAZIONE DILLA SACRA ACCADEMIA FlOS,
A Tteflaf da me fottofcritto Cancelliere della Sacra Accademia
XJL Fiorentina ^qualmente nella vegliarne Filala di Memorie ,
Regi fri di ejfa Accademia , che fi conferva nella Cancelleria della
ìnedefima tra le altre Scritture del prefente anno ritrovanjì ori «
finalmente le feguenti Lettere tefiimoniali del tenore ^ che appreso :
n Koi [otto ferii ti Cenfori nel corrente anno della Sacra Acca -
demia Fiorentina 9 di commijjtone dell tllujlrifsimo Sig . Confalo
9 , d Ila medejìma,ed in ordine alla dtfpofizione de' Capitoli , e Sta •
99 luti di ejfa , abbiamo veduto 5 e ben confiderai o il prefente Libro
intitolato Delle antiche Terme di Firenze , compofio dal Sig •
99 Domenico Maria Marni Fiorentino > ed uno de ’ noftri Accademia
9> c/ 9 e crediamo poterfì dar facultd ad ejfo Autore di denominarfi
99 nella pubblicazione di tale Opera Accademico Fiorentino . E per
99 fede della verità facciamo la prefente atiefiazwne quefto dì io*
99 Luglio 1751.
5 , Giovanni di Poggio Baldovinetti , per il Sig. Domenico M. ]\fannt
Cenfore .
s , Antommaria Bifcioni Cenfore,
Atte fa la fuddetta Relazione 9 concedefi al V Autore della prefente , _i
Opera di poter nella pubblica ione della medefima denominarjì
Accademico Fiorentino 9 quale egli è .
Zteo queflo dì 26 . Luglio 1751*.
CJio: Lorenzo de’ Nobili Confalo.
Michel Angelo Ceccherelli Cancelliere*.
y
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i
DELLE TERME
FIORENTINE
LIBRO L
Nome delle Teme , e fua deri f va^joae .
C A P. I*'
ì| Alla caldezza delle acque non vi ha chi
non fappia trarre il fuo nome il magnifi-
co, ed utile edificio, di cui noi principia-
mo addio largamente a trattare. Vero è
contuttociò, che nell’ ufo delie Terme non
folo vi aveano Lavacri di tiepida, e di più
calda sequa , rna eziandio di acqua fre-
ica ; ed oltre a quello, Sudatori , Untuarj, e tutto quello,
che alla mondezza ,ed alla fanità del corpo era filmatone-
ceffono : efiendovifi dipoi introdotto ancora tutto ciò, cha
il piacere, ed il ludo, ed il vizio iapeva ivi inventare;
ficcome fa ampia teftimonianza in perfona di Marco Agrip-
pa Edile rifiorirò Plinio nei Lib. xxxvi. cap. 15. e 25. e
nella perfona d’ Odio , Seneca il Morale nelle Naturali
Quefiioni Lib. 1. cap. 16.
A Ufi
2
D Ette T e r ìt e
Ufo delle Teme .
Gap. ii.
G Oftume inveterato degli antichi fu il bagnarli ogni gior-
no i il cui oggetto certamente era non tanto la falu-
te del corpo, e la pulizìa del medefimo, quanto col trat-
to del tempo il piacere , e il diletto , che ne rendea non
di rado le perfone effeminate, e molli, e benefpeffo impu-
diche . Clemente Aleffandrino ( Paedagog. Lib. ni. cap. 9. )
»j tórr/Tos evenne y % «/far, % vye !xt> $ rò r eXeurctw i}ìovìji f
•vel caufa munditiei , wel calori >, •vel fanitatìs , •vel pojlremo
•voluptatit . Vegezio, creduto Autor Criftiano, che dedicò
il fuo Libro De re militari all’Imperatore Valentiniano II.
pone il Bagno tra le morbidezze, così dicendo nella ver-
done volgare di Bono Giamboni ms. Non credo , che fi
goffa dubitare , che all' arme già acconcio non fia il popolo , che
dimora nella Vtlla , il quale ec. a grandijfime fatiche fi notri-
ta , tiene al Sole la faccia , e dell' ombra non cura , e Bagno
non conofce , nè le morbide^qe del mondo . Anco per lo fol-
lievo dell’animo utile edere fiato il bagnarli, Io rilevia-
mo da Euftazio fopra Omero ( Iliad. x. ) Labari tum ad
fordium depofitionem , tum ad animi recreationem facit ; e_>
nullameno da S. Agoftino nelle Confeflioni al ix. comec-
ché egli ciò adoprò nella meftizia» che provava dopò la
morte della fua cara Madre.’ Vifum etiam mibi efl, ut àrem
lava tum , quod audieramus inde Balnei nomea inditum , quod
dnxietatem pellat ex animo . Quindi è che da’ faggi Filici fi
tiene, che l’animo noftro dal Bagno venga follevato,ed
alleviato , e rallegrato .
Il bifogno di lavarli per tener mondo il còrpo, era-,
maggiore in coloro , che fi efercitavano nell’Arte ginna-
ftica , i quali operavano , per lo più ignudi affatto , tefti-
monio l’origine fleffa della voce. Girolamo Mercuriale:
yv/Mvcc^eirdui enim antiquiffima •vox etiam denudati fignificare
•videi ur s laonde Marziale nel Lib. ni.
Gjnt»
Fiorentine. .
y
Gymnajtum, Therma, Stadium ex hdc parte recede ;
Exfuimur , mdos farce videre •viroc .
E Vegezio fopraccitato : I Romani , ec. per nettati •ve-
letta , o morbidezza Jt coprieno , e cofperji di f udore , per /o
pruove, che ne’ campi facevano t venieno al Tenero , e ini no-
tando i giovani Jt lavavano . Dei quali e lottatori, e gladia*
tori, prima ancora di accapigliarli , ed afferrarli, e di bat-
terli, ungere con olio fi folevano per ufcir più francamen-
te dalle mani deH’avverfario, qualmente il dottiamo Pier
Vettori afferma; al che ebbe riguardo Dante, dicendo
Qual folieno i Campion far nudi , ed unti et.
Sembrava eziandio, che giovaffe il Bagno a coloro, a cui
applicare di continuo fa di meftiere. Il perchè di Plinio
fovraccennato fi narra, che nel Bagno la mente fua ricrea-
va, quali più libera, e fciolta la fi troyaffe quivi, che al»
trove , e perciò non perdendo tempo profittava in elfo vo-
lentieri o foffe della lettura propria, o foffe dell’ altrui af-
coltando . E del nobil Geometra Archimede Tappiamo , che
nel Bagno ftandoli, ed ivi più che altrove il penfiero te-
nendo fiffo , e raccolto , rinvenne quanto di materia più vi-
le era fiata framifchiata nell’ aurea corona di Jerone. Cir-
ca Augufto fa fede Svetonio dell’applicazione fua nel ba-
gnarli . In Plinio il giovane fi legge : Accipìescum hac epijlola
hendecafyllabos nojlrof, quibtts nos in vehicqlo, in Bali neo &c.
oblettamus. Lib. r v, 14. Quindi il. famofo Domenico di Gio.
vanni appellato il Burchiello, mandava i Tuoi Sonetti a Gio:
di Cofimo de’ Medici , che fe ne dilettava , mentre era ai
Bagno. Ed altresì di qui venne, che le Librerie talvolta vi-
cine erano a’ Bagni, delle quali ragiona Claudio Clemente.
Per così fatti giovamenti , non è affai gran fatto
fe diveniffe benfovente coftume d’ immergerli più vol-
te l’iftello giorno. Di Gordiano il giovane fi dice, che.,
vaghezza aveffe di gire alle Terme due fiate il giorno nel
Verno} e nell’Eftate quattro, e cinque, e fino a fette,
otto folito foffe di portaryifi. Similmente del giovane Gal-
lieno tre volte il dì nell'Inverno, e fette ne’ giorni efti-
vi . Di Comodo Imperadore lafciata fu memoria, che.*
A z an-
- dsl le Terme
ancor effo per ben fette fiate il giorno fi ba gnaffe, e fief-
fe non di rado nelle Terme anche a cena . Di Rennio Pa.
lemone Grammatico celebre fi narra, che fette volte eia.
fcun dì fi prendeffe tal follievo. Del che feema la mara-
viglia il leggerfi di Gio: Batifla Vanni noftro Pittore mo-
derno, che fino in xxiv. ore continue flava immerfo nel-
l’acqua d’Arno. ( Baldinucci .)
La baffa gente pere) una fola volta il dì ufava del Ba-
gno ; e ciò per lo più fur una cert’ ora affegnata , avve-
gnaché qualche piccolo divario vi fi facefle dall’eftiva fta-
gione all’Invernata . E bene Sparziano in Adriano riferi-
fee, che effo Imperadore non volea, che niuno, eccettua-
to qualche infermo , fi lavaffe in pubblico Bagno prima-
dell’ ora ottava . Ciò, che Marziale della paleftra ragio-
nando, fembra che intendeffe del bagnarti ; attribuendolo
parimente all’ora ottava in quell’ Epiftola ad Eufemo:
Sufficit in nonam nitidis ottanta palaflris ,
Imperai exjtruttos frangere nona toros .
Ed il medefimo a Giulio Cereale più chiaramente:
Coenabis belle , futi Cereali f , apud me'.
Condì tio metter fi tibi nulla , meni .
Gttdmam poteris fermare : Inmabimur una :
Scie quam Jìnt Stepbani Baine a juntta mihi.
Che poi a fuono di campana folfe coflume alcuna volta di
chiamarei popoli ai Bagni, o di moftrar l’ora a ciò oppor-
tuna , T abbiamo dallo fteffo Poeta in Apopbor. dicendo:
Rjedde pilam , fonat ss Tbermarum : ludere pergis {
Terne pubbliche di maggior nominanza.
co. ili.
M Emorabili fono ( fecondo che il dotto Lorenzo Joubert
De Balneis antiquorum va offervando ) le Terme di Ne-
rone, le Agrippine, le Domiziane,e le Antonine. Furono
altresì in pregio, per quanto da lui fi raccoglie, V alatina,
ffimilii Baùli, Olympìadis , Nomati , lolycleti, Stepbani, Tro-
iani,
FIORENTINE. j
ioni , Commodi y Detti , Diocletiatti , Co» Santini , Gordiani , Phi-
lippi , Severi , Aurei ioni . Nominantur & a Maritale C laudi i He-
trufci , T acca, Grylli , X»// , Fortunati , Pontici , Severi , Faufliy
fotti ,T iti , et Tigillini . Delle quali le Antonine, e le Dio-
cleziane , come il Borghino nell’ Origine di Firenze ram-
menta, fi veggiono rimafe così grandi , che raffembrano
ciafcuna di loro , anziché fabbriche grandi , piccole Ter-
re ; febberie le Diocleziane anche precedentemente, cioè,
al tempo del Boccaccio, appena confervavano le veftigia,
fcrivendo egli a Francesco di Niccola di Nello Priore de*
Santi Apoftoli di Firenze. Ragguarda le Stufe di Dioclezia-
no et, per avarizia de' Cittadini già divorate , e pefte . Nè
occorre, che da noi fi faccia parola de’ molti Bagni pri-
vati, o domeftici , fede facendo di alcuno d’ effi Plinio
il giovane rifpetto alla fua Villa , e Cicerone nell’Epifto-
la a Terenzia lua moglie, laddove nel Lib. xiv. epift. 20.
delle Familiari fcrive : Si labrum in Balneo non eft ,fac ut Jìt ,
Le Città ^vicine alla noBra avevano le loro Terme .
CAP. IV.
C He la Città di Siena avefle di fua appartenenza le Ter-
me, non pure il fappiamo da Giugurta Tommafi nel
Libro in. delle Storie di quella Città, il quale afferifce ,
che erano ove poi l’ Arte della Lana fu collocata ; ma un’
infcrizione il teftifica, la quale predo fu a quei Bagni ap-
pellati di Vignone nell’Agro Senefe,alle Ninfe aquati-
li, cioè alle Naiadi, la qual così dice
nYmpHIS . SACR
l. TREBONIVS . PATERN
LIB. FORTVNATVS .
VOTO . POSVIT
SIGNVM . CVM . BASIM
ET . AEDEM . F. CVR
Ta-
g Ditn Tbkme
Tale Bag«o è quell’ ifteffo , dove fu dalla madre fua_»
condotta la Santa Donzella Caterina da Siena, più ad ef-
fetto di farla fvagare colla converfazione de’ Bagnajuoli »
che perchè la falute fua aveflfe bifogno di quell’ acque» feb-
bene efla ne fece buon ufo fantifìcandole collo fiottare.»
ivi , e mortificare le tenere carni ; ciò eh’ efprime una pit-
tura, che in memoria del fatto vi fi ravvifa.
Nell’ Moria de’ Vefcovi di Siena parto della dotta pen-
na del Sig. Cav. Gio: Antonio Pecci , un Contratto del 1329.
ci rende informati , che il Vefcovo Donosdeo Malevolti
poffedeva i Bagni appellati le Caldanells d' lfchia. E in un
altro del 1331. l’ ifieffo Prelato elegge fuo Procuratore a
prendere permiflione dalla Repubblica di Siena, di poter
circondare di muraglie gli ftellì Bagni . Per altro de’ Ba-
gni di Siena, abbiamo luculentilfimo efempio nella perfona
dell’ Abate di Clugnì nella Giornata x. del Boccaccio . Dell’
acque Gufine, o fi dicano i Bagni di S» Cafeiano, fune tefti-
monio quell’ Ara ;
PRO , SALVTE
CAII . ET . . . . POM
PONIAE , N. LIB
M. AVR. VERO . IMP
AESCVLAPIO
ET . HYGIAE . SAC '
EPHESTAS . LIB
V. L, M. S.
E nullameno ne fa fede l’appreffo Sigillo della Comunità de*
Bagni di S. Cafeiano, il quale è il j 8. della Raccolta Stroziajia :
Che
I i e t i n i i n j
Che parimente la Città di Pifa avefle e Terme, e Ba-
gni è chiaro non pur per gli afferri di Monf. Paolo Tron-
ci , e dipoi del Canonico Giufeppe Martini , 1 * uno negli
Annali di Pifa, l’altro nel Teatro della Bafilica Pifana,
comecché tali Terme ferviflero pofeia per fondamenti
della- Chiefa di S. Reparata Vergine, e Martire anneffa al»
T Arcipretatò Pifano, ove nell’ undecimo fecolo fu dato
principio alla Bafilica} ma per gli fcritti, e del Cardinal
Noris , e per quelli del Sig. Dottor Antonio Cocchi Ma-
gellano nella fua bella dottiflima Opera intitolata Tratta -
to de' Bagni di Tifa , ove nel Cap. v i. fa chiaro vedere , che
Pifa più Bagni ebbe. E di fatto in ella Città nel Cenota-
fìo di Caio figliuolo d’Augufto fi legge:
PRO . MAGNITVDINE . TANTAE , AC . TAM . IMPROVISAE.
CALAMiTATIS . OPORTERE . EX . E A . DIE . QVA . E1VS<
DECESSVS . NVNTIATVS . ESSET . VSQ.VI . AD . EAM.DIEM.
QVA . OSSA . RELATA . ATQVE . CONDITA . IVSTAQVE .
ElVS . MANIBVS . PERFECTA . ESSENT . CVNCTOS . VESTE.
MVTATA . TEMPLISQVE . DEORVM . IMMORTALIVI^ . BA L-
NEISQVE . PVBLICIS . ET . TABERN1S . OMNIBVS .CLAVSIS*
CONVICTIBVS . SESE . ABSTINERE &c.
Di un guaftamento de’ Bagni di. Pifa nel 1405. autoreJ
è Gino di Neri Capponi ne’fuoi Commentari , dicendo ,
che Meflfer Bertoldo degli Orfini Capitano del Comune di
Firenze in andare in quel di Pifa menò l’efercito fuo a i
Bagni di Monte Pifano, i quali erano in Fortezza, o
guaftolli.
In Arezzo, fe non crediamo a Pietro Farulli,che pó-
ne le Terme ove fu pofeia eretto il Monaftero di S. Ber-
nardo, fi afcolti il dotto, e diligente Bali Gregorio, poi
Monfignor Redi. Ivi, die’ egli, nulla piane fuperfunt 've/li-
gia amplifftmarum T hermarum , qualia periti harum re rum a/li-
matores ea ejfe judica'verunt , qua inter ponendo fondamento
puleberrimarum por tic mm, quìbtts modo Forum nofirum exorna •
g .Dette Te * m e
tur , detefta ah opificibus fanti e ciò feguì fotto il governo
del Granduca Francefco I. foggiugnendo : T ber mas alias ,
AmphitheUtro 'vicinar fuijfe ex Hijtorsa Martyrum indigetursL,
Gaudentii , & Coturnati aperte colligitur , ó“ nomea loco adhuc
remanens Baimi Nympharum (il Bagno delle Ninfe) manife -
(le indtcat .
Per la Città di Piftoja Michelangelo Salvi nel Tomo II.
dell’Iftorie fue va mentovando il Bagno dell’ Allegrone!-.
d’ acqua falutevole, comedifmeffo per l’avidità del danaro,
che aveano i Medici, dicendo, che fu di bel nuovo ripulito
a fpefe di quel pubblico l’anno 134 6 . e che vi lavorò Bafiia-
no di Lapo Spina da Piftoja.
Di Fiefole, Monf. Vincenzio Borghini infegna, che
a fuo tempo fu trovato in effa Città un antico Bagno vi-
cino al Palazzo de’ Medici in S. Girolamo, di molto bel
lavoro arricchito . Ed il più volte da nominar/! Sig. Propo-
fto Gori racconta del trovamento fatto 1 * anno 1736. Fe-
fulis in V latea prope Ecclejìam Cathedralem eruti flint tubi
plumbei , quos •veteri AquaduElui infer'vijfe cenfnimus . Lo che
apparteneva a quello , che colà chiama Riccardaccio Malefpi-
ni lo Bagno Reale di Catellino . Ma che più? di S. Gimignano
Terra nobile fi legge in alcune notizie pur ora pubblicate,
che aveva i fuoi Bagni nel Calciano fino nel 1273. e che
nel 1454* aveva i Bagni in luogo detto Bagnaja , tanto è
vero , che i nomi de’ luoghi conferifcono per trovar l’ efi-
ftenza di elfi .
I Fiorentini hanno avuto ne ’ tempi baffi le Stufe .
C A P. v.
S E è lecito dagli avvenimenti più prolfimi a’noftri tema
pi meno all’ oblivione foggetti 1 ’ argomentare ciò,
che accadutoène’più remoti, converrà dire della Città no-
ftra , che non altro fono Hate le frequenti Stufe quivi , fe non
refidui , dimolìranti , che noi avevamo 1 ’ ufo più in anti-
co di bagnarli . Nel Sepoltuario vecchio di S. Maria No-
JIOUINIJS E.
9
velia di noflra Patria vi ha fotto l’anno 1387. memoria^
di un certo Piero di Mico del Popolo di S. Paolo ( forfè
prelfo a dove fa poi lo Spedai de’Michi,o del Porcellana )
il quale teneva abitazione in domo , uhi folebat efie Stufa . Una
Via detta della Stufa nel popolo di S. Simone fi trova no-
minata in una cartapecora di S. Maria Nuova l’anno 1388.
fegno che ancor lì una Stufa vi forte .
Fuor di quelli luoghi , noi abbiamo fino del 1319.
adì 20. di Giugno , che Rufìico di Moranduccio del po-
polo di S. Pier Maggiore di Firenze vende a Giovanni ,
Lotto , e Metter Ugo, figliuoli di Lotto d’Ugo del popo-
lo di S. Lorenzo, che fono i Lotteringhi, detti poi Della.,
Stufa , una Cafa con Corte , Loggia , e Terrazzo , infieme
folla Stufa , col fuo Caldatorio , Rifciacquatoio ec. nel popolo me-
de fimo , confinata a primo , e fecondo via pubblica , a ter-
zo i figliuoli di Puccino , e Nigi Dietifalvi, a quarto i
detti compratori. Nel Catafto di Decima dell’anno 1427.
del Quartiec S. Giovanni, Gonfalone Lion d’ oro leggia-
mo : Giovanni di Lorenzo della Stufa ha una Cafa nel popolo
di S. Lorenzo nella Via della Stufa , la quale fi chiama Ite,
Stufa delle femmine , che a primo Via delle femmine , a fecon-
do Lorenzo, e Lotteringo d' Andrea di Mefs.Ugo dalla Stufa ,
a terzo Nerone di Nigi , a quarto Andrea di Sini laido dsu
Sommala»
Nel 1453. dì 12. di Giugno la pia matrona Anna-
lena figliuola del Conte Galeotto de’ Malatefti vedova ri-
mafa del famofo Baldaccio d’ Anghiari , Capitano delle
mafnade de’ Fiorentini infelicemente uccifo coll’effer getta-
to dalle fineftre del Palazzo vecchio, comprò due Cafe,
che erano ad ufo di Stufa nella Via detta di Piazza per
prezzo di fiorini cxc. d’ oro, Come per rogito di quel Sere
Stefano di Nello di Ser Bartolommeo Nelli , a cui marita-
to avea una figliuola Buonaccorfo Pitti Pittorico* ed a cui
indirizzò un fuo Sonetto il Burchiello. Le Cafe recarono
poi incorporate nel Monaftero , che fi dice d’ Annalena.
Che poi quelle, e più altre Stufe in Firenze, che s'in-
contrano nominate nelle Scritture, a poco a poco feemafi.
B fero.
IO delle Terme
fero, e venilfero meno, fi vede chiaro. Nel 158$. parve,
che le Stufe tendefsero all’ eftinzione, ma non fu nulla ;
mentre nel dì primo di Novembre di eflo anno fi ferraro-
no nella Città predo che tutte, per una certa tada, che il
Granduca Francefco I. de’ Medici impofe loro , non con-
fitela pagarli ne 5 tempi andati ; laonde gli Stufajoli per
allora fi eledero piuttofto di ferrare le Stufe, che di pa-
garla: ma non andò guari, che fi rifolverono di foffrirla,
come i più fecero, riaprendo nel Gennajo feguente.
Il bagnarji de Fiorentini nel far/t Cavalieri mojlra la
frequenta de' "Bagni .
c > v. vi.
T Ralafcifi in difparte , che il Saladino famofo Sol-
dano nello fcorrere fconofciutamente l’ Italia , fi fé
far Cavaliere bagnato all 5 ufo Criftiano, con venir pollo,
giuda il coftume, nel Bagno dal Cav. Ugo di Tabaria, nèfe
ne faccia cafo, perchè di ftraniera nazione. Similmente
omettafi per lo {ledo fine , che nella Storia di Goffredo Du-
ca di Normandia , fi racconta qualmente Goffredo figliuo-
lo di Fulcone Conte d’Angiò fu creato Cavaliere l’anno
1128. da Arrigo I. Red’ Inghilterra, ove dopo l’ altre pre-
parazioni: Illucefcente die altera , Balneorum ufus , uti tyro-
cinii fufcipiendi confuetudo expojlulat , paratus efl . l’ojì corpo -
ris ablutìonem afcendens de Balneorum lavacro , byjìo retorta ad
carnem induitur , cyclade auro texta fupervejlitur &c. Siccome
che l’anno 1389. a S. Dionigi in Francia dal Re Car-
lo VI. furono fatti Cavalieri Luigi II. Re di Sicilia , e_.
Carlo fuo fratello, ove, fecondo una Cronica ms. che ciò
racconta , elfi in fecretioribus locit nudi in pr¶tis Bal-
nets fe mundarunt . Tralafcifi pur tutto ciò. Ma fidando
lo fguardo fur una cartapecora, che Francefco Redi ebbe dal
Prior Francefco Seta di Pifa, fi rileva l’appreffo Bagna-
mene feguito l’anno 1260. in Arezzo facendovi Cava-
liere
FIORENTINI.
licre lldibrando Giratafca, con dirfi, che dopo le altre^
funzioni , His per atti* ingreditur cubie uhm barbi tonf or y qui
concinne caputa & barbam ejus curavi?) & poflea ordinavi t
omnia , qua neceffaria erant ad Balneationem &c. Indi An -
dreajfus , (b* Albertus fpoliaverunt lldibrandum , & collocave -
verune eum in Balneum &c. PoH oram unam Balnei pofitus
fui t in le Ho mando , in quo lincea erant albifjlma , & finijfimet
de Muffali (donde a noi venne mugolino fpezie di tela.)
Già: Villani nel narrare la Cavallerìa prefa da Cola di
Rienzo: Fecefi il detto Tribuno far Cavaliere al Sindico del
Fopol di Roma all Altare di San Pietro ; e prima per granm
de^za fi bagno a Luterano nella Conca del paragone , che v è %
ove fi bagnò Goftantino Imperadore . Al che foggiugne Plfto-
ria della Vita di Cola di Rienzo in lingua Maremmana , o
Romanefca antica, da Tomao Fiortifiocca fcritta : Entrao
ne lo Vagno , e vagnaofe c bV. Puoi fe aiormioen un venerabile lìet -
to , e iacque in quel luoco , che fe dice le Fonti di San Janni .
I Deputati alla correzione del Boccaccio, fu quel paf-
fo della Nov. dell'ottava Giornata : La Conteffa inten*
de di farvi Cavalier Bagnato alle fue fpefe , aflerifeono , che
la prima cirimonia nell’ effettuarli il dare la Cavalleria de*
Cavalieri bagnati fi era, che in un Bagno per quefto folenne -
mente apparecchiato , in Ghie fa , erano da altri Cavalieri , bagna-
ti , i quali erano i Patrini in quell 5 atto, e di quindi tolto,
lo riponevano in bianchiamo letto , E 5 da vederli ancora
T Autore del Libro del Giuoco degli Scacchi, che fu Ja-
copo da Cedole Franzefe 5. la Tavola Ritonda ;e la Novella
jj 3. di Franco Sacchetti.
Mefs. Luca da Panzano nobile , ed onorato Cavalier
Fiorentino, così di fe medefitno fcriflTe , e della Cavalleria
prefa Panno 1361. Il Magnifico Mef Pandolfo MalateHa s in
nome y e vicenda del Comune , e Popolo di Firenze mi fece Ca-
valiere Armato in fu la Porta de* Priori ; e prima la notte di-
nanzi y in *S\ Lorenzo di Lamberto Soldanieri al Fonte a Grie-
ve ( oggi S. Lorenzo a Greve ) mi bagnò folennemente M . Guelfo
Gherardini , e M. Giovanni di M. Bartolommeo de' Mangiadori .
In una fcrictura deidi 25. d 5 Aprile 1388. appretto già
B 2 al
12 Delle Terme
al Conte Lorenzo Magalotti eelebratiffimo , che raccontai
come in Firenze furon fatti Cavalieri Giovanni, e Gual-
tieri Panciatichi ; tale è l’ordine per ciafcuno : i. Caput
& barbata fibi faciat fieri pulcrim , quatti prius ejfiet &c. 2. In -
tret Balneum in fignum lo t ioni s peccati , éf cujuslibet •vitii &c.
puritatis prout e fi puer , qui exit de Baptijmate . Commifit ,
quod fieret per Dominata Philippum de Magalottìs , D. Michae -
/e«z de Medicis , dt* D. Thomafium de Sacchetti* , ut per eos
balneare t nr j & fic balneatus fuit, 3. Statini pofl Balneum.,
intra leBnm purutn, & novum in fignum magna, quieti t.
Comodità d'acque , che ebbero i Fiorentini
per i "Bagni pubblici .
C a v . vii.
F ino in Città, non che nelle profiline adiacenze ebbero
abbondevoli acque i Fiorentini. Nella Vita di Gherar-
do Silvani fi narra da Filippo Baldinucci , come fotto il
governo di Ferdinando de’ Medici » Secondo di quel no-
me , fu d’ uopo fare un gran fognone fotterraneo per i
più baffi luoghi del Quartiere di S. Croce , a cagione che
i terreni , e le cantine recavano d’ acqua ripiene . E fu
cofa notabile, die’ egli, che nel cavarli la folla in Via..
Pentolini, non molto lungi da S. Ambrogio , fi trovaro-
no fra lo fpazio di cento braccia in circa » quattro polle
d’acqua limpidiffima, lo che diede occafione di farli due..
Lavato), in un luogo jrimpetto alle Cafe nuove fopra i Ca-
valleggieri , uno per J’ Arte della Lana , ¥ altro) per l’ Arte
della Seta . Anche nella Cronica ms. del Monaftero noftro
delle Murate io leggo, che più altre volte elfo Convento
patì grande inondazione , e maffime. l’anno 14 66. del me-
te di Gennajo»per le copiofe acque fotterranee , che betu
fovente foprav veni vano. Di un’altra forgente nello Ifefi»
fo Quartiere di S. Croce fie ne dà un cenno fin fotto l’ anno
1162., nel cap. jtxiv de| J-ib. 1. dwlle mie Notizie fopra il
Fiorentine.
»3
Parlagio, a cui fi vuol rimettere il leggitore 3 foggi u-
gnendo per erudizione, che ivi prefso, l’anno 1567. fi
fecero i Lavatoj delle Stinche dall’Arte della Lana.
Come i Fiorentini ebbero e Teme e ‘Bagni.
c a r. vnr.
E Gli non è dubbio , che i noftri Fiorentini primieri eb-
bero la delizia delle Terme, attefa la fontuolità del
vivere , che qui fi faceva : E ben ragiona da par fuo del
ludo di loro Marco Tullio nella feconda contra Catilina.
Ma quando l’aderzione d’ un tanto Scrittore non vi fu (Te ;
ed ove noi facedero apertamente vedere le Iscrizioni ,.e gli
altri trovamenti , e i fegni , ov’ elle furono , e le tracce onde
le acque fcaturi vano , e a quelle fi portavano -, certo è che più
altre Terme, e Bagni per antico furono predo di noi , come
parti invero effenziali di una ben ordinata Città ; ficcome
lo erano in ogni popolato luogo, eccettuandoli foltanto
le Campagne. Ut fit fepe rari, dice Clemente Aleffandri-
no , ubi non ejl Bctlneum ; perchè, Scrive il Borghini , in un*
povero C afelio non foglio» far fi sì graffe fpefe . Alferifce Giu-
gurta Tommafi nelle Storie di Siena, che tutte le Colonie,
e Municipj antichi erano obbligati ad aver Terme . Così
nel Lib. in.
Lorenzo Magalotti, non meno erudito, che lepido Scrit-
tore, in una fua lettera , giocola invero, accenna con curiófo
Scherzo alcune Terme , che per detto del medefitno , reftano al
dì d' oggi intere , e fulvi gli Acquidotti coll' acqua , chiamandole
Terme Zenobiane , appreffo ad un Monte, che (qualunque
fiali 1 ’ etimologia , che gli danno da Efone antico gigan-
te ) fi addimanda Montefone . Il perchè Jacopo Soldani in
una fua Satira cantò di edo , come fece pofcia il gran Redi:
ove l' antico EJone
Di è nome, e fama al foli tarlo Monte .
Ma eranvi (vaglia il vero) da immemorabil tempo qui
falle Porte i Bagni dettili dipoi di S> Margherita a Mon-
tici ^
1^ _ Dui! Terme
tiri, ed altrimenti i Bagni di Montici , luogo, che nelle_-
feri mire più antiche è appellato Monte Ti/ci . Di quelli il
Migliore nella Firenze illudrata va mendicando, in certo
modo , occafione di parlarne alla pagina 480. dicendo : Una
di quefie (delle acque medicinali) /correva già /otto S. Mar-
gherita a Montici , due miglia /uor di Firenze ; luogo , che ri-
dotto a pubblica utilità con edificio /atto dal Comune , /u del
Monajlero di S. Maria degli Scalzi ( leggali delle Scalze ) ed
oggi di S. Agata , unitovi da Eugenio IV. appreffo alla quale
è frittura , che ci porta la /lima /atta con voce univer/ale di
quei tempi, di quejlo Bagno ; /or/e Jìmile a quella ', colla quale
vengon celebrati quelli di S. Ca/ciano , e di Lucca .
Di tal Bagno adunque più volte rinnovato io trovo
notato in un Libro di Provvifioni della Repubblica no-
li r a , elìdente già nell’ Archivio delle Riformagioni , come
folto l’anno 1448. Attento quod Balneum S. Margherite cu
Monti/ci antiqui tus , ut fama e fi, fuit utile pam, & bonunu
Balneum ; éd habita informatione ab intelligentibus , éd exper-
tis Viris , quod fi repararetur ., & fieret aliqua reparatio , &
tonftruFlio , ajferret fatis utilitatis , Cd commoditatis Civibus ,
Cd Fopulo Fiorentino , ceterifque volentibus eo uti , perciò van-
no ordinando , che fieno sborfati agli Operaj di S. Maria
del Fiore,i quali prefedevano a varie fabbriche della Cit-
tà , fiorini 600, d’oro, acciocché tale Bagno facciano
rifare . In fatti fin dallo dello anno 1448. vi fi cominciò
a lavorare, e già Stefano d’ Antonio dipintore Fiorenti-
no, ad elfo Bagno dipigneva un Tabernacolo , affine , co-
me io credo , di fantificare, o dirò meglio, di allontanare
quel profano ufo, che delle pitture ne’ Bagni talor faceano
gli antichi Gentili. Quedo Stefano d’Antonio io bramerei
di fapere,fe fofleaforte, come il tempo del fuo operare lo
ammetterebbe , Stefano Difcepolo di Gherardo Miniato-
re, di cui favella il Vafari nella Vita di effo Gherardo.
Di sì fatti lavori elìde memoria in un Libro di Delibera-
zioni fatte dall’anno 1445. all’anno 1454. dagli Operaj
medefimi di S. Maria del Fiore; a’ quali nell’anno feguen-
te fi menò buona la fpefa fatta per loro in tal opra , di fio-
FIORENTINE.
rini 479. 14. 9. Oltre a che ne 5 31. d’Agofto del 1448. fi
venne a pagare fiorini 340. in ifpefe fatte per ritrovarne
Tacque. A propofito delle quali dee faperfi, che per uno
llanziamento di eflì Operaj fi promife a un tal Francefco,
di meftiero Macellaro al Ponte a Eroa , il qual diceva di
aver notizia dell’acqua di quello Bagno, fiorini cinquanta,
in calo che la ritrovaffe,efoffé atta al medefimo. Si trova-
rono Tacque finalmente, e come in altre Provvifioni, e_.
Libri di fpefe del Comune, e degli Operaj fi legge, fu
difpendio di gran danaro quello di far cavare di nuovo
il Lavacro degli uomini , e così quello delle donne, e di fa-
re folle , e condotti , e quant’ altro fi rendeva neceffario .
Ivi fi legge ancora , che il Bagno degli uomini per un ver-
fo era largo braccia 13. e per T altro 12. e quel delle don-
ne fi era altrettanto. Ciò che ho io ocularmente rifcon-
trato , veggendo , che elfi due Bagni erano tra loro fe-
parati mediante una grolla muraglia , ed uno di elfi aveva
di più un altro muro diviforio nel mezzo, forfè per altra
feparazione di perfone, benché dello fteflò fedo . Bello è
quivi a vedere i due feparati ingrellì per due varj ufci
nella muraglia di buone ben lavorate pietre condotta, da
cui i Bagni fon da per tutto circondati, e per quattro lar-
ghi fcalini in elfi fi fcende.
Di tali Bagni menzione fi fa fotto Tanno 147J. nel-
le Ricordanze del Monaltero del Paradifo da me vedute,
ove è chiamato il Bagno a Montici. Al tempo di Benedet-
to Varchi, non erano più in ufo, giacché egli così nelle
fue Storie lafciò fcritto : Sono fopra l' Etna i Bagni già tanto
celebrati , ed oggi al tatto difmejjì , di Montici . Talché non
fi può affermare , che le acque quindi fi fodero difviate_.
altronde per cagione delle Fontane , che Cofimo I. con-
duffe magnificamente nella Città, e di effe alcuna trae I2L.
forgente da quei paefij delle quali parlò Baftiano Sanleo-
lini Cancelliere a fuo tempo di quello Archivio Generale,
( ove la munificenza di Sua Maeftà Cefarea , mentre che io
ferivo, mi ha collocato per uno de’ Minillri) in quell’ epi.
gtamma del fecondo Libro , che porta per titolo : Aqa*~
da-
jg delle Terme
duBibus éf fontìbits a Magno Cofmo Medyce Fiorentini» è l au-
gi nqr/is montibus deducili , cioè
........ Arce tri culmine ab alno
Cofmi opera longius dulìa fuere tubis.
Per digreflìone , mi ricorda d’ aver veduto , nom,
molto fa, nell 5 Archivio del Monte Comune, una Supplica
a Cofimo I. fatta da D. Bafilio di Bernardo Lapi, da Nic-
colò d’ Amaretto Mannelli , e da un tal Andrea di Marco ,
di potere intorno ad una fonte fuor della Porta a S. Nic-
colò quattro, o cinque miglia, nel popolo di S. Piero
Ema, Vicariato del Bagno, nel Piviere dell’ Amelia, detta
Fonte buona , e anticamente Fonte Argentaria , far cercare,
e cavare per trovare miniera d’argento . Tal fonte fi di-
ceva ivi edere poco più in là, che al Paradifo,e a S. Mar-
gherita a Montici,
Altro più antico ‘Bagno de Fiorentini primieri .
CAP. IX.
D EH’ eflferfi trovate le veftigie vetuftiffime d’altro Ba-
gno, che forpaffa nell’antichità fua una ferie di feco-
li , fuori della Porta , che daila Chiefa Parrocchiale di San
Niccolò prende il nome , autore ne veggio il celebre Sig. Dot-
tore Anton Francefco Gori Propofto dignilììmo dell’Ora-
torio di S. Gio: Batifta. Ciò fa egli nel Tomo primo del-
le Infcrizioni della Tofcana, trattando d’un Cippo di mar-
mo elìdente appreffo il Senator Filippo Buonarroti di fe-
lice ricordanza. Eccone le fue parole: Cippus marmoreut
repertus Fiorentine extra Fort am Di'vi Nicolai prope Arnum i.
miliario iij. ubi etiam reperì a Balnei antiqui nteftigia anno
MDCLXXXVI1I. la cui Inflizione è tale :
ATILIA . SEVERA
SIRI . ET
L. SATTIO . CRETICO
VI-
STOHESTI he.
17
VIRO . SVO
SEX . VIR
MAC. A V G.
Quelle vefiigia di Bagno trafcendente ogni memoria ho avu-
to piacere di vederle in parte ancor io dietro al Macella
del Bagno , luogo , che quanto è noto , altrettanto predica
ad evidenza ciò , che ivi era. Quivi altri contraffegni fi fo-
no per varj tempi trovati , di grande antichità» intra i qua-
li in un podere appellato del Gallo , dello ftnalto duriffimo»
alcuni condotti alfa: capaci» e moke medaglie Romane, le
quali effendo , come mi è fiato riferito» per lo più del fe-
cole d 5 Augufto, e poco dipoi» ognun vede ,che antichità
fe ne potrebbe defumere.
Nè Ibi le vefiigia per vero dire» ma ancor la famaJ
vi ha di quello Bagno » fiancheggiata da qualche Scrit-
tore, che ne avea regi firata la tradizione. Ciò fu, tra gli
altri , Fra Agoftino del Riccio Domenicano nel fuo Trattato
ms. deli’ Acque» il qual fi conferva coll’ altre erudite Opere
di lui appreffo il dottiamo Sig. Giovanni Targioni Tozzet-
ti pubblico ProfetTore de! noftro Studio Fiorentino , e Bi-
bliotecario delia Magliabechiana. Quefto Scrittore così ne
dà cenno nel Gap. in. della fuddetta Opera: Ancora fi-
unii modo tenne il Sig. Jacopo Refati mio carijfimo in condurre*
V acque molto chiare per via di fo (Sa t come s’ è detto v di taglia-
re un monte a traverfo , a tagliaporro , detto da muratori »• le
condufte , dico , a un bello , e vago Vivajo > che è fituato in co-
fia appreffo la Cafa fua in Pian di Ripoli , al Bagno detto »
che dicono , che quefto luogo ritiene ancora il fuo nome , dal Ba-
gno , dove anticamente gli uomini fi bagnavano .
Congettura intorno al medefimo 'Bagno .
C a r. X.
S iccome fotto nome del Bagno gran tratto di luogo per
antico tempo , e pe ’l moderno fi è Tempre appellato ;
C in
|g DELLE Termi
in così fatta guifa io ftimo, che poffa forfè aver luogo la
congettura , che appretto . Nota fi è a chicchefiìa la fituazione
del Monaftero di S. Bartolommeo di Ripoli, e concetto
ebbe molto in antico il fuo principio . Noto è altresì agli
fìudiofi un Inftrumento riportato con qualche mancanza^
del P. Abate Ughelli, e pofcia eftefamente dal P. Maeftro
Soldani, l’uno nel Tom. in. dell'Italia Sacra, il fecondo
nella Storia di Paffignano, ove Regnante Domino noftro Ca-
rolo & Pipino e] us filio vìris excellentijjimis Regibus anni Re-
gni eorum in Italia XVII. &X. Ind.XllI. cioè Pan. del Signo-
re 790. fi dice, che offerfionis nomine damus ^concedimus Mo -
ttafterio noftro S* Bartholomeì Apoftolt fito Decavata prope Ec~
(Ufi am $. Vetri &c* res &c. Or effendo quello Monaftero
.di Ripoli in fama vicinanza al Bagno , Pantichiflìma de-
nominazione Decavata fofpetterei , che veniffe forfè così
detta , quali Arva decavata , per i Bagni. Per altro un’Ara
di marmo, eh' è nell’ Infcrizioni Goriane ( Append. a 284.)
fu trovata ad Ripulas\
L* Infcrizione riferita poc'anzi , trovata predo a que-
llo Bagno, mi fa (Sovvenire di tre altre, che fi crede ivi
pretto parimente edere Hate diflfotterrate , e dipoi mal su
propofito Hate collocate per qualche tempo , quali (empiici
marmi, alcune nel Presbiterio della Pieve di S. Piero di
Ripoli , l’altra nella porta principale della medefima Chie-
fa efteriormente, menzionate coll' occafione di un Sigillo.
In oggi fono tre de* molti monumenti, che adornano inter-
namente la Cafa di Sua Eccellenza il Sig. Cav. Gaetano Ami-
noli. Una di quelle del Presbiterio vien fupplita così :
v. m:
PETRONIVS
TROPHIMVS
TETTI AE
TVCHENI
VXORI
PIENTISSIMAE
IN . F. P. XV
IN AG. P. V
.E I© USTI» g.
L’altra è
CN . TVLLIO
CN. L. AESO
MEDICO
Alla porta rappreso:
Q. DECI MI V S . FAV
Q. L. EPAGATHVS.
39
V efiflen^a di tali 'Bagni favorifce quella delle Teme
noBre principali (ituate nella Via detta Tema „
c A p. XI.
N 'On potrà mai la pluralità de’ Bagni, che noi abbiamo
finora dimoftrato avere avuto i Fiorentini, indebo-
lire la credenza , che fi ha , che abbiano eflì ancora godute le
pubbliche principali Terme; prima perchè Publio Vitto-
re afTegna in Roma gran numero di Bagni tra pubblici »
e privati ; fecondo perchè è troppo in antico 1’ afferzio-
ne de’ noftri Storici rifpetto ad effe , continuata dipoi
dagli Scrittori pofteriori. E bene il Borghini : Degli Ac -
quidotti , e T erme poca fatica ci farà a mottrare , cb‘ elle ci
fojfero . Tanto più che ne hanno in oltre e gli antichi ,
e i moderni , ! ravvifati i veftigj . Uno de’ primi fi fu Gio:
Villani , qualora nel Lib. i. c. 38. dice, che di effe Ter-
me in Terma fe ne •vede V anticaglia . De’ primieri ancora
fi è Lionardo Bruni d’ Arezzo, le cui parole, giuffa la Ver-
fione dell’ Acciajuoli , fono : Agginnfero cc. le Terme, che an-
cora oggi fi dice in Torma, cioè le Stufe, e i Bagni palli-
ci ec. Fare, che edificaffino fola per affimi gliar fi a ’ Romani .
Un altro fi è Poggio Bracciolini, Iftoricc parimente di
qualche nome, che nell’ Iftoriafua Fiorentina fcrive : Prio-
ris Urbis per pane a fuperfnnt •vefiigia , ut Thermarum ràderà j
quadam no •vis adificiis in / èrta, a quibus & hodie propinqua!
'vicus Therma •vocitatur . Ne fegue Bartolommeo Scala.,
(di cui io fpero in breve d’ultimare una proliffa Vita)
G 2 nel-
d 1 1 1 e Tnwg
nella fua Hifioria Florentinorum Lib. i. Locuì , unite prì*
mum effluerent , erumperentque in apertum , Caput aqu&
nnnc dicitur ; neque vero bine procul Thermarum monimen-
tnm efi . Benvenuto Cellini nella propria Vita : Trovafi
fcritto nelle Croniche fatte da' no&ri Fiorentini molto ùnti-*
chi , e uomini di fede , che la Città di Firenze fu fatteti
ad imitazione della Città di Roma , e ciò fi mede da alcu-
ne vefiigie del Cohffeo y e delle Terme . Benedetto Varchi:
Nel quale (Borgo della Porta a Faenza) fi veggono alcuni
Archi affai ben alti y ed una forte , e graffa muraglia , i quali y
fecondo eh' affermano gl' intendenti , fono parte , e pe^zj degli
Aquedotti antichi . L’ afferro di Francefco Novelli Giure-
confulto Romano, foverchio è il riferire, comecché egli
dal Bracciolmi di pefo lo trafportò nel fuo Commentario
De Urbis Fiorenti a , ac Medicea F amili £ nobilitate . 1 1 Dottor
Raffaello del Bruno altresì ne dà cenno nell’ Origine , e
Progreffi di quella Patria, con ifcrivere de’Fiorentini , che
Fbbero , come Roma , il Teatro , il Campidoglio , il Foro , /o
Terme , gli Aquidotti . Ne parla eziandio P Ammirato, di*
cendo, che i Fiorentini primieri Terme voltano avere ,
ove bagnar fi , e ftufavfi. Ne difeorre ultimo di tutti Fran-
cefco Orlendi Domenicano nell* Opera fua , che h*u
per titolo : Orbis facer y & profanus 9 affermando, che i no-
ftri Thermas , Amphitheatrum , AquaduElus , aliaque plurtt»
tnm public a , tum privata edifici a Romanam magni ficentìam
emulata condidermt . Da più altri finalmente , come da
Coro Dati , e dal Vafari , con non diffimigiianti termini
fe ne tratta, le cui parole non è qui proprio luogo di
riferire* A'quali aggiunger fi potrebbe il Migliore, che^
dà Y Edificio delle Terme co 3 fuoi Aquidotti per un rifeon*
tro finirò dell' effer fi unite le anioni de' Fiorentini antichi é
quelle de Romani prete fi del lor f angue*
21
LIBRO SECONDO.
Donde fi traeffero le acque necejjarìe per le
principali fonino fe Teme Fiorentine .
C A K h
I Gio: Villani è flato fcritto avvedutamente, che
Et fi Hìftoricus Me celeberrima* antiqua profequen *
erret non raro ; nunquam tamen commenti alicuju * ,
aut mendaciì inventar ipfeefl,fed ex aliis Hi fi orici*
Jemper accipit , quamvi* inter dum decipiatur . Foggin. de Itin.
D. Fet. Exercit. 14. Condonando noi pertanto a tale rino-
mato Scrittore gli sbagli, ch’ei prende rifpetto air ufo
delle acque termali, come gli condonammo altra fiata ciò,
ch'ei diffe rifguardante Tufo del Parlagio j le fue precife
parole porremo qui in campo, che peraltro ci danno affai
lume. Macrino ( die* egli) fece fare il Condotto delle acquea
in docci e in are or a , facendola venir e da lungi alla Città per
fette miglia , acciocché la Città aveffe abbondanza di buona*
acqua da bere , e per lavare la Cittade : e queflo Condotto fi
moffe infino dal fiume detto la Marina , appiè di Monte Morel-
lo , ricogliendo in fe tutte quelle fontane Jopra Sefto , e Quin-
to , e Colonnata , ec . Dietro ad effo Leonardo d’ Arezzo ac-
cenna : Si veggono i Condotti , che anticamente ricevevano
V acqua , difeofio fette miglia ec . E lo Scala: Sunt aqua ma -
gnis continuatifque fornicibus de feptimo lapide , & Amarina fla-
mine duBainUrbem. A’ quali foggiugneilBorghini . Piglia-
va nfi quefte acque , come ben dice il Villani , e vi fe ne vede an-
cora eh tariffimi fogni, là da Settimello , e fotto le piagge di
Monte Morello , a Sefto, a Quinto, a Colonnata , e raccoglici
do molte acque , che vi fono in gran copia vivìffime , e chia -
rijfime , fi conducevano dentro la Città fino in Terma . Gior-
gio Vafari poi nella Vita di Niccolò detto il Tribolo f
ragionando della Villa di Cartello, dice avere effa due
Viva] grandifiìmi pieni à' acqua viva 7 che viene da un Ac-
que-
Dille Terme
22
quedotto Antico fatto da' Romani per condurre acque da Valdi -
marina a Firenze,
Terchè sì dilungì fi cùndute^emf acque .
• C A p. I L '
D Opo che il Villani ebbeci narrato donde le acqu^
avellerò loro forgente, gli piacque di viemaggior-
mente calcare di effe un ufo da quel del bagnarli diverfo.
E nota (dice) che gli antichi per fantade tifavano di bere acqua
di fontane menate per Condotti • Seguito fu in ciò da Do-
menico Buonirffegni dicente , venute di colà effe re tali
acque ver lavar la Citta , e per bere . E prima di lui Coro
Dati avea lafciato fcritto : Veniva per Condotti fatti fopra a
pilaBri con Archi V acqua , che forniva tutta la Città , e an~
cor a fe ne truova origine fuori della Porta a Faenza. Final-
mente aggiunfe il poc’anzi allegato Bartolommeo Scala:
Neque fatis falubres , aut fu ave s pota , qua fcaturirent , effe
poteranty e ciò a cagione dell* acque {lagnanti .
Ma a noi, checché fia dell’ acque per bere, di cui non
cerchiamo, gioverà por mente a quel , che de 5 Condotti
da lungi fatti venire, in una Nota all’ Opera fua De Sacris
Balneis fcrive il celebre?, Paciaudi , cioè, che i Romani
udiri autori , Hoc forte abs Judais acceder ant , qui auBoribus
Contado Ikenio , & Theodoro Dajfovio in Antiquitatibus Hebra-
iris ) quumvis in privati* adìbns pifdnas fibi confili ni ffent , &
Thermas Tiberiadis pra(lo hqberent , Delira prec aturi , folam -,
aquam a Siloe bau fi am immunditiem detergere funt opinati .
Hinc f or t affé Rabbinica illa fuperfiitio , de qua Bartholoccius :
Balneorum aqua volunt Rabbini , ut non Jìnt haufia ax puteis ,
vel ex aquis flagnantibus ; fed ex fluminibus , vel font ih us per
canale s in Baine a deriventur • Biblioth . Rabbin . Tom . in.
In Lucio Fauno De Antiquitatibus Urbis Roma Lìb . iv.
cap. 5. abbiamo, ove De AquaduBibus Aqua Martia ragio-
na : Scribit Frontinus hanc aquam xxxv. lapide ab Urbe ad
Viam Vakriam dcduBara * lxi. millibus pajfnmn fifiulis ac tu •
bis
Fiorentine
23
bis conduBdm , quod longis flexibus erraret fub terrdm milita
pajfuum cìrciter XL1V. reliquum /patii /apra terram ita con -
ficiebat , ut ad ix. ntillia pajluum AquaduBibus cxcelfis , tU
lifque inftar anuum exftruBis dnceretur . . Quindi i nòftri Fon-
datori , come Ferdinando Ughelli rammenta , quafi no -
*vam Romam edificare caperunt , Capitolium , Forum , ai-
que Amphitheatrum imitati funt ,: ut patria Roma lenirent de -
fuìerium . E feri ve T Aretino, ch*ei bollono fare alcuni Edificj
Jìmili a quelli della Citta di Roma . Francefco Novelli Ro-
mano: In Bar auguftiffìma Urbis Roma condi t am tuarn amplitu-
dine m non latet , ut illius ^etujlijjìma qjejligia demonflrant »
Thermarum quoque rudera , qua da m nonis adificiis in/erta , a
quibus & hodie propinquus 'vicus Therma wcìtatur , Aqua-
duBus lapideufi &c* così togliendo il fentimento dal Poggio »
Io altresì fon di crédere, collo Scala, che ne* tempi
dell' edificazione delle Terme di Firenze, in un piano, qual
era il nofirò , paludofo ,iimacciofe effer dovefrero anzi che
no T acque , che vi era no : comecché qui vi in paludis modum
/ape deprejjtoribus in locis j} ugnar et un da , at que inde limo , cb*
eoe no corruptt h umori s contagìùm ad ovine s prope concici nas
partes per occultos terra meatus difflueret. Seal. Hiftor. Fior*
Lib. 1. E per dir vero moftrate fono troppo ad evidenza
le paludi , che fupponghiamo ,sì dal giro della Via Caffia,
e sì dalla direzione degli Acquidocci per quella parte^
montuofa.
Donde paffa/Jero V acque .
C a r. Ili»
A D evitare la confusone, che far/potrebbero non pic-
cola le varie fituazioni, che ha avuto, e il diverfo
feorrer che ha fatto di tempo in tempo il Mugnone, mi
conviene qui dello fletto premettere un breve raccónto ; av-
vegnaché nelle Scritture ycte noi accenneremo, fia effo tal-
volta nominatolo a confine, q in vicinanza degli Archi.
Che inter dm fluenta Munionem^ Ammise fotte il pri*
24
Duu Termi:
mo recinto della Città noftra,fu aderito da Lionardo d’A*
rezzo, e sì da Bartolommeo Scala antedetti. In un Con-
tratto poi del Capitolo Fiorentino del fecolo decimo , o
in quel torno, fi legge il Mugnone confinare col Campi-
doglio: e ben fi offervò, come anni fono nel rifondarli
il Palazzo Arcivefcovale , e nello ampliarfi dipoi il Pa-
lazzo del Sig, Priore Grlandini, fi trovò qua, e là non molte
braccia fotto, la rena forfè di tal fiume. In altro antico
fecolo vuole il Borghini, che Mugnone veniffe a dirit-
to dove poi fu edificata la Chiefa noftra di S. Marco, e_.
fotto di ella prelfo al Coro una pila di un Ponte di cotal
fiume dicono riconofcerfi anch’oggi. Quindi il Senator
Carlo Strozzi offervò, che Mugnone andava per Cafaggio
lungo il fecondo Cerchio di quella Patria, e che la Via.,
del Campaccio polla nel popolo di S. Lorenzo, dal Mu-
gnone era meffa fuori . Si gettava elfo fiume verfo S. Ja-
copo in Campo Corbolini, e verfo ove fono quell’ altre^
adelfo confinanti Contrade, rendute poi note dalla penna
del Varchi, là ove addita, che ivi cominciò fra noi la pe-
llifera mortalità del 1522. Correva pofcia alla piazza di
S. Maria Novella , lempre però mettendo fua foce in Ar-
no , qualmente il Borghini accenna , tra ’l Ponte oggi alla
Carraja, e la Chiefa d’ Ognìffanti , edificata affai dopo.
Però P ultimo fviamento fuo ( fia detto per erudizione foi.
tanto ) fu, come il Varchi nel Libro 11. fcrive , più mo.
dernamente l’anno 1527. che per inufitata guifa li rivolfe
a sboccare in Arno alla Porta della Giuftizia, o piuttollo
come nel ix. Libro, verfo la Porta a Pinti; quantunque.,
dopo 1 ’ affedio della Città veniffe nel fuo corfo prifco
incanalato .
Dopo quelle premeffe, egli è da vederli , che nel 1083.
p?r ifcr ittùra del Capitolo Fiorentino , offervata con mol-
te al(re , che fi citeranno, dal predetto Senatore Strozzi,
Ro%_o Archtpreshyter , & Pr&pojhm allivella un pezzo di terra
pollo riti luogo , qui mmnaiur Panche (ove eziandio oggi,
giorno fi ritiene tal nome) prope Arcum antìquum . La fteffa
denominazione, e confinazione prope Am amico l’ha altra
cartapecora del 1087. la
Fiorentine»
25
In una memoria fimile del 1108. fi legge» che alcuni
dontint Ecclsjia, & Oratorio Beati filma Sanala Maria M atrìs
Chrijli , qua nomina tur Novella (contra 1 ’ opinione di chi
fcrifle Novella e (Ferii attribuito folo alla Chiefa prefente )
Jìta prove Tribbio terra™ , & vincavi pojìtam in loco, qui va-
catila Arco. Da una carta del 1132. rileviamo, che Daviz»
zo di Guido con altri concede alla Chiefa di S. Maria,,
Maggiore un pezzo di terra vicino all' Arco . In altre due
carte dello ftelVanno appartenenti al fuddetto Capitolo j e
in una pure fpettantea S. Maria Maggiore del 1x54. l' Ar*
co, c /’ Arcovata fi nominano.
In due documenti dell’anno 1182. Vratolus filius Ma*
gnolin't , unito con altri , dona a S. Maria Maggiore terrai , &
vinca s pojìtas ad Art am (Spulandoli gli Atri inter Arcora )
ficcome terre , e vigne polle in Campo Corbolini , ed
all'Arco . In una carta del 1192. un certo Mai netto, ed
un tal Bernardo vendono a S, Maria Maggiore un pezzo
dì terra in Arcovata , In altra vendita del x zi 1. vi ha una
Vigna inter Arcora .
Per un Contratto del 1213. Falconeria! Benincafs con
più altri dona a S. Maria Maggiore un pezzo di terra in Ar-
covata. Indica l’ ideilo altra carta del 1127. E pafsandofi ai
1416. ci dà contezza il famofo libro del Bullettone, come
in quell’anno, e precedentemente nel 1253. e ne ^
alcuni luoghi, che fi appellavano tra T Arcora, e inter Ar-
ami, erano in popolo S.,Stephauì in Vane ( nel 102 6. e poco
dipoi appellato S. Steph. uno Pane. ) Il Bullettone ftefso
lotto l’anno 1219. ci pone gli Archi prope Munionsm .
Segue una fm'igl'tante materia.
CAP. IV.
M
Emoria fi ha, veduta dal foprallodato Senatore Stroz*
di quefta guifa: All' uscita di Borgo Panìcale in.
zi
Camp Corbolini (quefta è quella Strada , che tira da Via^
dell' Acqua a S* Jacopo in Campo Corbolini ) ritto alle . >
D tate*
Delle Terme
2 6
mura fi vedevano granàijfimi pezzi ajfimigliati a calcifiruzspi
di petrelle murate con tenacijfima calcina , e fi crede fi congiun-
ge (fino già con gli Archi, che andavano fino alla Torta a Faen-
za, e a S. Giovanni tra T Arcora. Quella , nota con fua_
mano" maeftra lo Strozzi , è in una Storietta fcritta da
un tal Cavalcanti . Nella Libreria Riccardi , per no-
tizia favoritami gentilmente dal Sig. Dottore Gio: La-
mi da me altrove celebrato , fi trova quell’ Iftoria, il cui
Autore è un Gio: Cavalcanti ; il quale replica quafi l’iftef-
fo in un Trattato , che fa altresì, Politico Morale, indi-
rizzandolo a Neri di Gino Capponi, originale nella fud-
detta Libreria Riccardi . Accenna una di quelle due fa-
tiche Gio: Badila Ubaldini nell’ Iftoria di fua Famiglia
dicendo, che fu opera di Giovanni Cavalcanti , fcritta al
Magnifico Meri di Gino Capponi , e che era allotta in potere
di quel Riccardo Riccardi , di cui eruditiffimamente al
fuo folito ha fcritta la Vita tre anni fono il chiariflìmo
Sig. Giovanni Lami predetto .
E ficcome da’ documenti riferiti fin qui fembra,che
fi ftabilifca una gran continuazione d’ Archi fotto varj
nomi elfe're Hata in Firenze , e fuori ; così dalle parole^
del Cavalcanti, e da quelle del Poggio , eh’ è pofteriore ,
e rammenta foltanto gli Archi fuor di Città , extra Urhem
vomitili Arcus apparent , non fi deduce quando quelli di
dentro fuffero malmenati . Di quei di fuori il Borghino , che
nato Panno 1515. fi potea ricordare delle rovine per l’af-
fèdio ,e per la Fortezza fatte, fcrive nell’Origine di Firen-
ze : Ricordandomi io , fuòr della Torta , che fi diceva a Faen-
za , allato alla Chiefa di San Giovannino ( che ancor per quefio
fi chiama Trai’ Arcora) ejfere in piè dieci , 0 dodici Archi di
quell' Acquidotto .
Piacemi , affine di far vedere non meno ov’ era S. Gio-
vanni tra 1’ Arcora, che altri luoghi, che di fotto fi no-
mineranno, e che inoggi più non ci fonò, di rapprefen-
tare qui in intaglio quella ultima parte della Città, tale.,
quale era prima dell’ anno 1527; avanti cioè, che per con-
figli© di Federigo da Bozzoli fi atterraffero le torri , che^
alle
P. XXVII
TARS URBIS RROUT STABAT AM. MDXXVL .
F I O R I N T I N E
2 ?
alle mura di Firenze facevan nobil corona ; traendola da una
in rame, che il noftro Socio Sig. Canonico Antommaria Bi-
fcioni donò già alla Società Colombaria . «di
E quanto a S. Giovanni , quello era uno Spedale fab-
bricato fuor di Firenze per opera di un certo F. Jacopo
di Bartolino, e il quale dopo varie vicende fu conceduto
nel 1396. fotto il Commendatore di S. Jacopo in Campo
Corbolini F. Gio: Cecchi de’ Rolli da Pogna,al fuo Ordì,
ne, e in ultimo per 1’ alfedio, gettato a terra ; con una..
Compagnia allato , a cui fu dato principio nel 1429. da
un tal F. Gregorio Spedalingo. L’uno, e 1 ’ altra, al dir
dello Strozzi , acquiftarono i nomi tra l' Arcora , e in Arco-
Data dagli Archi d' alcuni Condotti fatti dagli antichi Coloni
Romani wicino ec.
%cfidm , che fi rarefano anch' oggi
degli Acquedotti.
Cap. V.
O Ltre agli Scrittori, il primo lume de’ più a noi lon-
tani avanzi degli Acquidosi , confetto d’ averlo avu-
to dal Sig. Dott. Gio: Targioni Tozzetti Bibliotecario del-
la famofa Magliabechiana . Egli fu, che prima che io ocu-
larmente a vedere la traccia di elfi il dì 24. di Maggio palfato
ini portaflì, me ne diede indirizzo, e mi alficurò tra l’ al-
tre, che fotto al Borgo di Querceto in luogo detto Mar-
cello, in un certo campo, nel far delle fotte era fi fcoperto
più anni fono un non difpregevole avanzo di efli , che fo-
no di calciftruzzo duriflimo, e pietre formati.
Dietro alle orme fue camminando, fommo ajutofortii
di ricevere dalla gentilezza del Sig. Abate Andrea Fran-
cefco Buonaparte Piovano degniffimo di Sedo , il qualtj
accoppiando alle molte cognizioni , onde la fua bella men-
te è ripiena, un nobile genio, e {ignorile di dar mano, e
giovare, quando fi può, alle Lettere, fpontaneamente fi de-
gnò diadditarmi in perfona , e fui luogo , tanto fopra Quer-
D z ce-
2 % buie Terme
ceto, quanto fotto per lungo tratto più, e più di quelli
preziofì e grandi frammenti , accrescendone il pregio col-
la fua erudizione; all’ infpezione de’ quali ebbi Tempre per
teftimonio il Sig. Abate Gio: Lorenzo de’ Nobili altro Ca-
valiere, e Patrizio Fiorentino, Confolo in quell’ Anno
della nollra Sacra Fiorentina Accademia, interedato nelle
glorie di quella Patria ugualmente che il Sig. Piovano .
Quindi altro avanzo io potetti oflervare di là dal fof-
fato appellato Gavine in una rofura di llrada, che a Doc-
cia conduce; alla famofa Doccia, cioè, che celebre fi è ren-
dala per lo maravigliofo nuovo artificio delle Porcellane.
Altro ne rifcontrai fotto il luogo detto la Madonna de’ Lo-
gi, in un campo attenente alla Famiglia degli Ughi.
Pofcia fulla llrada , che palla allato a i campi di ap-
partenenza della Famiglia Flatnminj d’ Imola , onde fu il
rinomato Marco Antonio Fiamminio , vidi a fior di terra
Scoperto gran parte del Condotto , che elTendo fiato pre-
cedentemente votato al di dentro da certo tartaro, che vi
avea,e dalla terra, trovatolo di figura ovale anziché ton-
da , potetti mifurare edere il voto di edo Soldi 17. di brac-
cio Fiorentino per l’altezza, e foldi 14. di larghezza, di
tutto calciftruzzo gettato. Quello nel venire in qua pada
fotto la Villa Corfini, e va a trovar quella della Cafa del
Mazza rasentandola ; indi fcuopre di Se grandi vifibilidì-
mi Segnali in attraverfare una llrada, che va al Monadero
della Quiete ; dalla quale poi pada , e lafcia confiderabili
porzioni in due poderi , l’ uno de’ Martelli , de’ V ettori 1 ’ al-
tro, facendo Sempre dirittura al Ponte a Rifredi, dove al-
cun altro veftigio ne appare. Di qua dal Ponte ne padìu
un pezzo dentro alla Cafa de’ Contadini del Capponi , e_.
lasciandone traccia per i campi , forge fopra terra gran
parte d’un pilaftro Servito per l’Arco, allato alla Cafa^
rurale del Marchefe Corfi, odervato opportunamente dal-
1 ’ accennato Cavaliere, avvegnaché all’ occhio mio Sodo
sfuggito. Più, e più tnadelli Se ne mirano in dirittura per
la ftrada , che va ora al Mugnone, e quelli fono non So-
lo de’pilaftri, ma ancora pezzi di rovine caduti dagli Ar-
"?■ xaèvrw
RELIQVIAE ARCVVM AQVAE D VC T VjS
COLONIAE PLORENT'nSfAE.
Fiorenti?**.
2 p
chi, e dal Condotto, lungo, e dentro i campi di Badia;
Finalmente ciò, che fi può vedere in oggi, termina ne’due
Archi lungo i campi, che vi ha la Commenda Corbolina,
che fono gli appreflo.
Torrone conftderabiUfftnia degli Archi .
Gap. VL
M Eritavano certamente di effere eternati quelli pre-
ziofi avanzi , avvegnaddiochè il Borghino gli con-
fiderafse per cadenti fino a fuo tempo, vale a dire clxxx.
anni fono , fcrivendo : Oggi non è che due con tre pila*
ftri , che non domeranno anche ftar gran tempo a cafcarc^y
tanto fono dalla lunga età consumati • Di quelle ultime.*
parti il foprallodato Sig. Propello Gori : Ah Arce , cui
Dulgo nomen Cartel San Giovanni , velila iter tenentiha? ad
Tontem Rifredi diBum , per multos paffus occurrunt , atque e
terra caput fuum proferunt teftìgia aliorum Arcuum ejusdem
AquaduBu? . Tanto die' egli nel Tomo III. delle Inflizio-
ni della Tofcana,con loggiugnere: Horum igìtnr antiquo*
rum Arcaum AquaduBu? non Ichnographiam folum >fed & Sce-
nographiam nane primum in confpeBum doBorum hominum , ac
prafertim patriaram Antìquìtatum Jludioforum expono , quihas
nulla temporum , fulminimi , ac terramotu? ira , ti ? , calamitas
nocere in pojìerum poter it ; fed eorum fchema , & memoria ex -
tahit fempiterna , femperque adparebit antiqua apud Riaventi*
nos ArchiteBura , qua àuhio procul Augujli atum redolet , &
majorum nojlrorum fplendoris , & magnificentia praclarnm l ,
exemplum . Me rogante , infìgne hoc Fiorentina tetaBati? mo -
numentum delincatiti menfufque e fi ArchiteBonice? egregie pe-
ri tus 5 & antiquitatis admirator Antonia? Faulus Gherardiniu?
Florentinus , qui hac Jludia cum gratioriha? Legum cari? fo-
let iàentidem con] ungere »
Si oflervi pertanto alle lettere A C F le rotture , e_>
i felli dell’ Arco; fottola B il pilaftro al di dentro di fmal*
to gettato 9 al Dia conneffione d’un altr’Arco,alleGeH,
i ca«
_ Dilli Terme
i capitelli j dirò cosi , de* pilaftri di grandiflime riquadrate
pietre, quafi cafcanti.
4
Monumenti clrcojìanti agli Acquidosi.
c a p; -vii.
I N vicinanza degli Aquidocci Termali fi fono di tempo
in tempo difcoperti varj monumenti d’antichità alla»,
gran Fabbrica in qualche guifa appartenenti ; oflervando il
Sig* Gori poc’anzi allegato: Monumenta interdum cum Bal-
neis aliisque adificiis fui j] e conjunBa , ut facile ex eorum pro-
venta annua parentali# defunftis parari fieri pojfent „ Scuo-
pre Giorgio Vafari ne’ tuoi Ragionamenti , trattando
delle Pitture del Palazzo Vecchio, qualmente in quella»,
eftrema parte della Città vi era Santo Antonio , che era
una Chiefa murata all ’ antica affai ragionevole yfimìle a S 9 Am-
brogio , dove abitava in ma gran muraglia , e intorno all tu
Chiefa , una gran Congregazione dì Preti foreBieri ec. e ci
avevano poi uno Spedale di poveri , e intorno un gran ceppo di
Cafe , e v erano allato Giardini , e Compagnie con molte comodi-
tà ec . e che furono buttate a terra con tutti quefii edifici > quan-
do fi fece il C a fi elio , o Cittadella , che noi la chiamiamo j e la
Porta a Faenza , che fu occupata per farne la Torre , che è og-
gi nel mezz° del mafiio principale . Or chi fi prefe la cura^
di raccontare quello, che per gli fcavi nella cottruzipne^
del Gattello di S, Gio: Batifta venne trovato, e fu uno,
di cui efifte relazione nel Codice 1049. in foglio della Stra-
cana , rammenta come , prima di gettarcene la prima pie-
tra, lo che fu il dì 15. di Luglio 1534. con gran folen-
nità, e pompai fi trovò grand'acqua, e nel fondamento
innanzi alla Porta rimurata di Guaifonda (a cui danno per
etimologia Vallis profunda ) fi era trovata una firada di ghia -
ra di groffe^za di due braccia , e larga braccia venti (della
quale fegnali comparifcono ancora ) e cavata detta ftrada
vicino al Mugnone vi fi era trovato un Cimitero , dove trova*
vanfi tuttavia molte medaglie , ed ampollette di vetro, fpec •
FIORENTINE.
chi di rame , e di fi agno , lucerne di terra , offa ec* e degli e-
pitaffj di marmo . Tre di quelli peravventura faranno quel-
li, che effendofi perduti, dobbiamone la memoria, che ci
è rimafa, al più volte lodato Sig. Propofto Gori , pofcia-
chè egli riferilli nel Tomo primo delle menzionate fue_»
Infcrizioni alla pag. 453. e nell* Appendice ultimo a c. 37.
in quella guifa *
T. MARIVS . T. F
LATIVS . SIBI
ET . SENATIAE
L. F. GALLAE
CONIVGI . SVAE
D. M.
T. MAMILIO
CASTO
MAMILIA
ADIECTA
FECIT
CONIVGI
BEN. MER.
V. D. M. F
EVPHROSYNVS
ZOSIMENI
CONSERVAE
BENE
MERENTI
Altro forfè fu quello , che il prefato Sig. Gori afferma.*
elìdere in Fiorentina Arce S. Joannis Baptifiae , addiman-
dandolo Fragmentum marmorei Cippi eo in loco erutum an-
no M. DXXXXIL
P . FONTINIVS . £ . L . PRIAMVS . SEX . VI
FONTINIA . P . L . HERACLEA .
Nè nullameno queft'altro frammento, ch'effoci afficura-»
dfere in piedi ancóra nella Fortezza medefima.
D. M
NARENIAE ...
HERMIONE . . .
ORIVs ...
E poiché noi abbiamo veduto qual era il profeguimento
degli Archi, non è irragionevole T immaginare, che fia Ha-
ta tirata in luce predò ai medefimi quell 3 altra Inflizione,
che fu forfè per comodo di vicinanza condotta, ov 3 oggi
il
2 2 . BHU Tumi
il Sig. Gori dice elìdere , cioè in Domo Frati in Valle prò*
fonda , così egli nel Tomo II. della nota Tua Opera a 451.
MO .....
SENTILIA
ASTEROPE
PATRI PIENTI
SIMO
Degne di ricordanza fi rendono ancora in quello luogo due
Statue trovate verfo quella parte, delle quali così il foprad-
detto Sig. Gori nella Prefazione al Tomo primo dell’ Opera
più volte fino a qui rammentata; In JEdibus Philìppì Sena .
torti Bona noti i font dna Statua Confolum , fortajjìs Duumvi-
rum , •vel Decurtonum noflra Colonia , qua eruta fuere prope Por-
tai# vulgo a S. Gallo , ubi antiquìtus srat alveus fiuvii Munionis .
Seguono gli Beffi troncamenti .
CAP- Vili.
P Er l’ accennata ragione liimo , che riferir fi poflfa in qual-
che maniera a i mentovati marmi del fuppofto Cimi-
tero, o di quel che altro fi folle, l’appreffo, che il Senator
Carlo Strozzi addita eflere fiata trovata fuor della Porta
a Faenza , così appellata , per efler vicina al Monaftero di
S. Gio: Evangelica fondato l’anno 12^2, da S? Umiltà Ver-
gine , che a noi venne di Faenza.
CAFATIA . C. L
FAVSTILLA
VIX. AN
XXV.
IN F- P. x. IN , A. P. XII.
Nullameno fon da riferirli agli Archi , ed alla vicinità
di effi quelle Iscrizioni , che il Sig. Gori afferma efsero
fta-
FIORENTINI,
fiate trovate ad Rotitem Rifred't , fiumicello, che dà nome
a quel contorno , ricordato frali’ altre nella Cronica di Do-
nato Velluti fotto l’anno 1353. in occafione della guer-
ra, che noi avemmo co’ Pifani , da tutte l’ Morie menziona-
ta. Quello , giufla i noftri etimologifti , vafe Rio di Fred/ ,
cioè di Manfredi . La prima delle niedefime è
© L. LVSTANO . BASSO
v L. LVSIANO . HYMETO
v LVSIANAE . L. CALLISTI
L’ altra , che rammenta la patria nofira , e la Tribù , i cui
noi eravamo aferitti , vale a dire la $caj/tia,lì è l’appref-
fo s trovata propriamente, iecondo il Capitan Cofimo del-
la Rena , prefso la Villa di Bartolo Vecchietti.
A. SATRIVS . A. F. SCA
AL3ANVS . FLOR. MtL,
COIIOR. I. PR. MARTI ALIS
MI L ITAVI T . AN. X. VIXIT
AN. XXXIII.
In un antico Codice delia Vaticana in Roma { fia ciò det*
to di pa (faggio) quei!’ altra Infcrizione trovarli, che parla
d’ un Fiorentino con gli fteffi nome, e prenome , autore
è r Ughelli nel Tomo ni. dell’Italia Sacra:
A. SATRIVS
VRBICVS
VEXILLARlVS
7. POMPONI
DOMO . FLORENTIA
SILVANVM
EX . VOTO . POSVIT.
Dell’ ultima riportata Infcrizione di Rifredi , e dell’altra , cui
faremo qui fotto feguire , ci ha confervata puntuale rae-
E mo«
34
P E tis Terme
moria Stefano Rofselli Bel fuo Sepoltuario Fiorentino co-
sì fervendone : Adi 6 , Febbraio 1554. fuori della Fotta al
Prato di là dal Fonte a Rifredi lungo la Via , che 1 m a 8 . Ste-
fano in Pane , nel fare un divelto ne' terreni della Chiefa di
8 . Donata de' Vecchietti, che tiene a livello Giovanni Tingbi ,
furono trovate que/ìe due Infcrizioni in due termini di petrec,
forte, lunghi braccia due e me^o, e larghi braccia uno in circa,
? circa otto foldi ( così afferifce Giuliano Salvetti , che le
vijìtò,e le trafori ffe} incarattere Romano antico. Ecco adun-
que l’altra.
V. F
L. CORNI EICI VS
L. F. MAGNVS . SIRI
ET . PAESIDIAE . C. P
VITALI . VXORl
ET . SAENIAE . C. E.
SEXTIAE ....
IN . FRON. PED. XII.
IN . AGR. P* XII.
Continuazione degli Acquidocci fu gli Archi pii
dapprtffo alle Terme,
C a r, IX.
S Arebbe d’ uopo lo fiabilire dove appunto flati foisero
nel 1 192. e nel 1193. Bona inter Accora juxta terras Ec-
slejìx S. M. Majoris , che, per quanto è il mio fuppofto ,
non diiungi erano dalla Chiefa fteffa, affine di vedere fe
veramente fl apprettavano alle Terme. In mancanza di tal
cognizione diremo foltanto come nella fua Firenze Illuftra-
ta narra il Migliore di aver trovato in alcuni Contrat-
ti la Chiefa S, Andrea pop Arcum , e fimiltnente in_»
tali altre Scritture del 1283. e dipoi Dom. Bonaccurfus
de Elifeis de Are » Judex . Suggerì limili ricordanze an-
FìOHJNTtMg
35
che il Borghini ( Orig. di Firenze a 20J, ) dicendo , che
Movendo dalla Torta S • Maria , e pafsando fra le cafe degli
Eìifei, e la Chiefa di S. Andrea, avevavi T Arco degli hli*
fei ; e in alcuni Contratti molto •vecchi truovo chiamata leu
Chiefa di S . Andrea vicina alT Arco . Alle quali foggtugne-
re a me giova una cartapecora di S* Maria Nuova, in cui fi
legge, che del 1371. Leonardas ohm D. Bonaccurfi de Li fei t
pop* S. Marie Nepotecofe de Arca Fietatis } fecit tettamentum r
ove vuole, che deferatur corpus fuum per homifies , & perfonas
de Domo de Adimarihus ad fepeliendum in Bccl. S\ Andree Callif-
malcauti patronus ejusdem 9 in Sepolcro fiondo in ditta Ecclefia .
In un ms. del Sig. Abate Gio: Matteo Perini di que-
fli ftudj di antichità pratichiffimo , e diiettantiffimo , da lui
comunicatomi , fi ravvifa così in difegno goffamente condot-
to una continuazione di più Archi , appiedò a dove poi fu
edificato S. Miniato tra le Torri, un tempo di Padronato
per metà della Gonfolar Famiglia Pilaftri .
Finalmente per notizia fomminiftratami dal gentiliflìmo
Sig* Cav. Jacopo Brunaccini Provveditore delle Arti de*
Fabbricanti , e Linajuoli, in reftaurare una Cafa della me-
defima Arte de* Linajuoli pofta in Pelliccerìa , contrada^
fra noi più che nota (ove i Pellicciai , in Latino baffo Pel -
liparìi ,qui pelles parant , & vendunt, folevano ftare ) fi trovò
già nel fotterraneo non fo che fegnale di grande antichità.
Che cofa foffe allato ad effa Cafa, ov’è il Monte di
Pietà, il Dado de’ Lamberti , io noi fo ; fo bene ciò, che in
termini d ’ architettura vale Dado , Plinto , e che efso nome
lignificherebbe qualche cofa per noi ,diverfa da quel che di-
ce il volgo , cioè, che le Cafe de’Lamberti unite for ma (fe-
ro, quafi un dado, quel quadrato di efso Monte (ciò, che
non gabellò nè pure il Migliore) quando il vero fi è, che
E 2
i Lanv
Buie Ter me
i Lamberti poco più in là altre Cafe avevano; in un poz-
zo delle quali venne già trovato P appretto Sigillo di Ri.
nieri figliuolo di Mofca Lamberti, cagione delle malna-
te fazioni Guelfa > e Ghibellina, nominato dal noli ro mag-
gior Poeta :
Gridò'. Ri cor derati anco del Mofca;
il qual Sigillo dimolìra altresì le palle dell’ oro dallo lìdio
Dante rammentate .
Temine de* me de fimi Acquedotti al Capaccio *
CAP. X.
D Ifprezzabile non mi è fembrata una piccola delineazio-
ne , fatta negli ultimi fecoli,che fi vede in un Codice
della Stroziana , efprimente ciòcche predo alle Terme vi
avea . Ivi fi rimira un’ Arcovata, nel modo, che qui fi
rapprefenta,laqual fi conduce alla Piazza oggi di S. Biagio,
e imbocca al Capaccio figurato come in tondo . Altra li-
mile è nel ms. del Sig. Perini .
In
/
Fiorentine.
In effe fi ravvifano, più per adeguare il giufto luogo al
Capaccio, che per altro , la Chiefa prelente di S. Bia-
gio, e quella, che vi ebbe di S. Maria fopra Porta, non
mai a dimoftrare, che amendue efifieffero in un tempo
medefimo, avvegnaché V una fia lucceduta all’altra * di vil'ar
potendo bensì , che 1’ una non occupa appuntino il luo-
go, ch’avea 1’ altra, qualmente alcun moderno ha credu-
to. Certo è che nel disfarli l’anteriore fi è alzata la moderna
contiguamente, e per quella alcuna parte di quella ha po-
tuto in qualche maniera lervire . Di ciò fa fede 1* antica ftrut-
tura della Compagnia di S. Mattia , a S. Biagio anneffa , e nul-
lameno il campanile avanzato di S. Maria fopra Porta, fatti-
mi gentilmente dal prefente Priore Sig. Dottor Chiari of-
lervare ; ficcome i cadaveri trovati a tempo de’ noftri
vecchi fotto l’ Arte della Seta teflificano abbaftanza avervi
lì avuto il cimitero. Intorno a quelle due Chicle trovo
del mio accennato fentimento Scrittori molto accredi-
tati. Il Senator Carlo Strozzi fra gli altri. Tanto va ora
opinando il Padre Giufeppe Ricca della Compagnia di
Gesù in una fua Opera , che defiderabiìe è che venga.*
alle Rampe, ov’ ei de* molti Santuari della noftra Patria
maeftrevolmente ragiona, nulla lafciando, che a’ Falli
Ecclefiafiici della medefima polla appartenere . Tratta e(Ta
è dalle Lezioni, che ogni fera di Fefia egli fa in S. Gio-
vannino, nelle quali, non meno che da iftorico,da ze-
lante difpenfatore della divina parola egli fi porta , tra-
endo per sì fatta guifa a fe un popolo , che fi erudifce infie-
me,e fa profitto nel coftume, talché la Chiefa diviene be-
nefpefso incapace di tutto riceverlo. Da efifa Opera avrò
io campo di poter varie cofe prendere a perfezionare
Ja mia Firenze illuftrata,che va ornai avanzandofi molto.
Che cofa fofse il Capaccio .
CAP. xi.
R ipigliando qui, come in luogo opportuno, Gio: Vil-
lani per guida , apprendiamo da efso trattante del.
le
-g -delle Terme
le acque per le Terme , quanto apprefso : Faceano cape ,
die’ egli , le dette Fontane a tino grande Palagio, che fi chia-
mala Fermine Caput Aqua , ma poi in noftro volgare fi chia-
mò Capaccio • Forfè che efsendo venuto meno il gran Pa-
lazzo , che accenna l’antico Scrittore, è rimafo il nome
di Capaccio, a quella (ov’ efso era) ftraduzza fenza riu-
feita , la quale dalla piazza di San Biagio conduce al
di dietro del Palazzo de’Pavanzati , e contigua Ila al luo-
go delle Terme; fui qual Capaccio ragionando il Borghini
(Orig. di Fir. a 131. ) riprende a buona equità coloro, che
credevano al fuo tempo efsere il Capaccio dal canto al-
la Macine, conciofliachè eglino coglievano sbaglio enei luo-
go , e nel nome ; nel luogo , giacché era quello fuori di Firen-
ze, e di là allora dal Mugnone; nel nome, poiché quello
è il Campaccio , quali peggiorativo di Campo, e non il
Capaccio , Caput Aqua, Pei firn il guifa intorno ad elfo no-
me nelle dotte note del fuGio: Batifta Recanati Letterato
Nobile Veneto , all’ Illoria di Poggio Bracciolini pag. 3.
not. 2. Capaccio, in vece di Cappuccio come è feorfo, dee di-
re, e ciò per lo sbaglio, che fe dapprima il Buoninfegni ,
appellando Capoccia tal luogo ,
Come filano 'venuti meno gli Archi .
C a r . Xl -
L E occafionj , e le vicende di poltra Patria, per cui fi
polfono elfere gettati al fuolo i molti Archi degli Ac-
quidocci fon varie; per non dire che i più vicini alle Terme
debbono facilmente ftarfi anch’oggi per l’innalzamento del
fuolo, occultati, e coperti fotto de’ più moderni edifìzj.
Una delie occalioni pera v ventura fi fu( per non pen-
fare alle prime mura, nè alle feconde da quella banda dal
Sozomeno all’ anno 1070. afsegnate) il cominciarli circa
l’anno *284. le terze mura della Città dalla parte divia-
ta ; memoria di che era già in un cartello di marmo rim»
petto alle Donne di Faenza, ove li leggeva
TEM»
Fiorentine*
39
TEMPORE . NOBILIS . MILITIS • DNI . RELANDINI . DE
CANOSSA . CAPITANE! . C1VITATIS . FLORENTIE .
Il tempo pertanto di effe, per cofa ficura, fu dal primo di
Maggio 1283. al dì primo di Maggio 1284. che tanto du-
rò Orlandino ad edere, giuda la memoria, che fi ha dal-
le Riformagioni , Capitaneus , & Defenfor Artium , & Arti -
ficum Civit. Florentie. Vero è, che avanti di giugnere ali*
Arcora col lavoro, effo per alcune travagliofe cure della..
Rep. venne fmefso. Il Sozomeno noftro(la cui Iftoria già
ftampata , a quell’ora dovrebbe eifer pubblicata) fotto V
anno 1284. Fiorentina Urbis pomgria produrla funt , & no -
<va fubinde mgnia Unge major e ambi tu defignata , celeberri-
mi fque wtis Caj 'entinati , Fononi enfi , Fijlorienfi , opera trium
portar um , S , Crucis , S* Galli , eh* Omnium SanHorum aulita *
qua àliquaritulum fuperfederunt propter Siciliam jam defe-
di am a Rege Karolo. Si attefe nonpertanto in quel mentre,
come legni di certo nel 1 294. a lavorar fiotto alla Chiefadi
OmpoCorbolini ; concioffiachè fi legga alle Riformagioni
ftefse : Stìnta , qua <vocaiur della Forca de Campo C orboli ni diri -
sretur y & amplietur , cum fit nimìi arila . Con gran folenni-
tà poi fi riprefe Tati. 12983 Taffare delle mura. Quale an-
nientamento d 5 Archi fegmfse allora, fi può fupporre.
Altra rovina di fabbriche vi fi fece Tanno 1529. per
Cogliere agli afsedianti Firenze ogni comodo. Ed altra per
lo fpaziofò novello edificio della Fortezza , addimandata
mentre fi faceva, Caftelio Aleflandrino, e per fue appar-
tenenze, Tanno 1534. o prima. Per una lettera fcricta dal
Duca Aleffandro ad Antonio da S. Gallo Ingegnere , eh*
era a Roma, chiamandolo qua per ciò ne* io. di Marzo
1533. apparifice efferfi dato già principio avanti . N ed 6 . di
Luglio 1534. eranfi già difegnati due baluardi, l’uno ne-
gli Orti de’ Bartolini , e di S. Antonio, l’altro in un cam-
po dello Spedale di Bonifazio inverfo S. Caterina , luoghi 3
che fi pofsono vedere fopra nella Tavola riportata . ^
LI
4 °
LIBRO TERZO.
S indaga il mero tempo dell' edificazione delle
mftre principali Teme.
CAp, J.
Hi volefse cercare per minuto il tempo dell’ edi-
ficazione della nolìra magnificentiflìma Fabbrica
collo fiar dietro al Fondatore, dal Villani afser-
to Macrino di nome , dal Recanati appellato
Macrinus Romunus Senator, dir potrebbe varie cofe, ma
poco, a mio credere, concludenti ; come , facendo forza fui
nome medefimo , fofpetterebbe peravventura, eh’ ei folle
flato quell’ iftefso , a cui indirizza la fua feconda Satira il
noftro Volterrano Poeta Perfio , che mancò di vita giovane
1’ anno ix. dell’ Impero di Nerone, avvegnaché efsa in-
cominci;
Httnc , Murrine, dieta numera tneliore lapillo
Qui t ibi labentes apponi t candidar annos &c.
Con lode ver lui in apprefso di fplendidezza. Ma ficcome
da fimili deboli (fi me congetture nulla di ficurofipuò trar-
rei miglior configlio è, com’ io penfo, lo appagarli del
folo rintracciare il tempo a un diprefso dall’ Architettura
di elfo grande Edificio, in quella parte, che fe n’èfalvata,
la quale , al parere del Sig. Prop. Anton Francefco Gori ri-
fguardantegli Acquidotti, dulia procul Augttjìi avuta redolet .
Ciò così efsendo , va divifando in conferma il tempo
il Romano Oratore ( in Catilin. 2 .) laddove parlando de’
Coloni edificatori di quella, e d’ altra noltra fplendida^
Fabbrica., dice , che , per le inafpettate ricchezze largite loro
già da L. Siila, non feppero alcun modo, nè regola offer.
vare in ifpenderle, nel tempo che davano opera a edifica-
re. Hi fiunt homiaes , qui infperatir , repentinifque pecuniit
fumptuofiur , in folentiufque jaelarunt ; hi dum adificant tatti-
quam beati, con quel che fegue . Bene a quello propo-
v r> © r t w t r w*
fito 1* Aretino : Io giudico , che fin da fare grànde filma , che
il Padre della Lingua Latina feriva degli edìficj predetti. Ed
io loggiungo, che grado a lui dobbiamo fapere per averci
additato infiememente quando, e donde fi eitraeffe il gran
danaro fpefo per le Terme, una delle prime fabbriche , eoa»
inoltrarci altresì , che cofa Tolsero gli autori di efsej
Sy liana quale t fuerint tane fi ir pi i alumni .
©e/ luogo della loro edificatone .
c A P, II.
v " ... ^ ‘ . *'\ ^ \ \\ £ - v V. V., v- * -*
O Ualora T opera d’ Architettura di Vitruvio potette.»
aver dato regola alle noftre Terme, notabile qui
fi renderebbe il precetto fuo circa la ben ponderata feelta
del luogo, fecondo che noi andiamo immaginando. Tanto
più che arrogé al detto di Vitruvio il Borghini , che gli
antichi per le Terme fceglier folevano i luoghi più co-
modi , ed ufuali , ciò che fi potrebbe efemplificare con
quelle d’ altre Città , quando noi perfuadeffe la neceflìtà
fteffa , che vi ha, da non dover fare altramente.
Qual più comodo luogo adunque, e meglio confide-
rato , che ov’ è la via di Terma ? Non di lungi molto dall’ An-
fiteatro : vicino al luogo appellato dal Villani Villa Arnina ,
{che fi congettura effere fiato predo al Ponte Vecchio, do-
ve fono oggi le Cafe dette di S. Zaraobi, ed ove i noftri
padri fi ricordavano d’aver veduti refidui di grandiflima
antichità.) In comoda diftanza dal Campidoglio, e dal
Foro . Accolto finalmente ad Arno , il quale ricevette.,
le acque , che ne fortivano. Nè difeonviene punto a que-
fta Umazione, quello, che avverte nel Libro vili, della-,
fua Architettura il noftro Leon Batifta Alberti, con dire,
che ricercando le Terme ampiezza di fpazio, non fi deo-
no elleno fare ne’ luoghi del tutto principali della Città,
c nè meno in luogo il più vile , attefochè ad effe con-
correr doveano ed i Padri più cofpicui , e le più nobili
Matrone.
T
Della
Della grande^a delle no/l re Terme .
C a r. in.
■ ; • \ ' f " * ** A " '' ■' ~ ; ^ 1 *■■■’• • il : ' ^
S Crive/Monfig. Vincenzio Borghini neliVQrigine di Fi-
renze in quella guifa : lo non credo già, per quello ,chc^
ne moflrano i veftigj , ed accenna la difpofi^ion del feto, che
fajfer quefle noHre così grandi , quali fi moflrano oggi alcune
a Roma, come V Àntoniàne , e le Dioc ledane , che fon qua fi
piccole T erre , nè che a gran pezqp vi fi apprejfaffero ; che non
ci era ancora introdotta quella maniera , che di Grecia ci fu
portata ne ' tempi più baffi , e-, più - traviati da' cofiumi anti-
chi ; ma erano quefle allora pure Terme , ed al filo ufo del
bagnare , e fidare , e lavare d; patate .
Nella maniera però, che dalle ruine delle Diodezjane
la loro ampiezza fi è. comprefa dn.^omigliante- g.uifa da- .
gli avanzi de* noftri Acquidosi , qual dall'unghia il leo-
ne, immaginar fi potrebbe la grandezza deilg Terme, Ma
udiamo ora la definizione , che fa de* Romani Bagni Loren-
zo Giuberto per diminuir giuftamente : Romqrnrum lux u * ,
acque deliti a nullo in opere magis , & clarius fpeBahantnr ,
quam in magnifici s Balnearum fahricis , oh quas olim Confa-
le* , JEdiles , & C tifare* quoque , totos , itf fili do* e xcavarunt mon-
te* , ut tdm ferventem , quam gehdam aquam per tubulo* , &
euripos in Balnea derivarent . Dalla Romana magnificenza
alla noftra piccola Roma calando Giovanni Villani nel
Gap. xxxviii. del J. Libro: Cefare con fia o/le di fie fé al pia -
no prefso alla riva del fiume d‘ Arno ec , ed in quel luogo fece
cominciare a edificare una Città ec , Allora M aerino , Albino s
Gneo Pompeo , Marzio apparecchiati fornimenti , e maeflri , ven-
nero da Roma alla Città , che Cefare edificava , e infieme con
Cefare fi divifero lo edificio in quefto modo : che Albino prefi
a fmaltare tutta la Città, che fa tmo\ nobile lavoro ec, Mac ri-
no fece fare il condotto delle acque in Arcora , facendole ve-
nire da lungi alla Città per fitte miglia, ec, Bene di Firenze
V, Banolommeo Bafio ( inOration ,) Ad ejfigiem } & Roma fi*
r * WÀ*
rr o r ’e% &i Q ^
waUfittm eU. E éòib poetico inglrandimento il Pa*
dre Domenico di Giovanni da Corella :
quando érewi xrefcens Fior enfia Rom&
- : r-‘ ,r i ? Mattami* frofrii; nomimi ififa decuso
*'Uì m iTb ùd f v.;. ";iiv ' vi z » -Zii'j \ * • <v - 4 ,y
. Della eojì fusione delle wedejtme * '
m i c a p. . iv.
S iccome regola è y die dove mancano le prove > e T* evi-
dènza , le probabili congetture poffano Fotfemrare^
così ndn fìa animòfità P opinare , che le mura principali
del così cofpicuo edificio , come Furon quelle^»
dell* Anfiteatro v ancor quefte foffero in buona parte di
pfetra’-fòr-'te ;■ tateto più y che tale è il materiale , che il
paefe nollro ha fesnprè fomminiftrato , togliendofi per la
più dalle cave della Coffa , Si accrefce inoltre la verifi-»
m%tiaBza : 4al : '> : feddiìe , ^tfe/dr-' tale pietra fi è trovata una
parte di quello Termale edificio rirnaFa in effere 9 come in
appréflò opportunamente m-rrerémó . Similmente lo Fnràltó
iti entrambi le 'fabbriche- Anfiteatro e Ter me corrifponde»
bb ole /■ • J &\yzz\ m : t *"”-v ^
• _ - ; . ,, . _ ?•, • _ f t-' ■ ' '■ y _ >v ..
Coyjbìi 7 per dir così , ed 0eèffìòne Uro*
^ ■[ \.- j f •■£ A n f \V
-vì i • n .iiiVimojfn wismir.ij 'ir;> tv Sì c '■ •' -H'
S Ebbène fi potrebbe per Koi argomentare T efienfionei
diquefto edificio dalla copiadel popolo della Città, a
cui dovea fetvire , àven4ofi. r occhio all’ ufo quotidiano,
che ognr fotta di perfotie facevàne 1 , e tohfiderando colla
debita proporzione., che nelle Terme Antoniane vi erano
tremilafecento fedili di tnarmo, è nelle* Dtocleziane tre-
tniladugento , affinchè ad un tempo medefimo altrettan-
te perfone , fe uopo erai vi fi pòteflèro adagiare , e ba-
gnarli (di che fi veda il Pancirolo, e il Cafalio; ) pure ip
con più dii certezza crederei di poter dire, che l’eliet: (io-
ne delle Fiorentine Terme per lo minore folle : da Merca-
V.. Fi to
44 D t L L 1 T E * M E
to nuovo , comprefavi la via di Vacchéreccia per una par-
te, fino in Porta Roffa al Palazzo de* Davanzali , e ancor
più oltre dall’ altra ; e da Mezzogiorno a Tramontana dal
loggiato fteffò di Mercato nuovo fino a tutto il Borgo
di S. Apoftolo, attefe le reliquie, che di elfi eftremi ne fo-
no rimafe.
In un Diario (copiato del i5oS. dal famofo An-
tonio da S. Gallo, da originale più antico) predò l’eru-
ditiifimo Sig. Cav. Francefco Settimani delle memorie.»
della Patria noftra ftudiofiffimo , e confervatore beneme-
ritiffimo , fi legge : Alti 2 6 . d’ Agofto 1 5 4 6 . fi cominciorno ifon -
damenti della Loggia di Mercato suono , e furon finiti adì 21 »
di Agofio 1547» 0 fumo fitto terra braccia dodici; ne’ quali
fondamenti fu troncato un Ponte antichijfimo con corte colonne
innerfi la banda di Portarofia . E in altro luogo : fono due gon-
fi , uno nel gilaflro del met^o , ed uno Jul canto del gilaftro di
Portarojfa . Quindi uno di quelli colonnetti fi è veduto,
per conferma , per infino a due anni fa, murato in Mer-
catonuovo predo alla via degli Orci rafente la Loggia , per
chiudere il palfo alle carrozze ; il qual Porgeva da terra.»
circa a due braccia . Similmente in ifcavando in Vacchc-
reccia fotto alcune Botteghe in faccia all* Orivolo del
Palazzo Vecchio, muraglie di calciftruzzo fon pochi anni,
che fi fono trovate. Per la parte di Borgo S. Apoftolo da-
ranno (ufficiente indizio gli fmalti , che più volte ne’ fon-
damenti fono flati cafualmente incontrati. E a dire il ve-
ro, quelli o in tutto, o in parte altro non poffona ^ffe-
re, fe non quei manifefti indizj , e legni chiari, che il ce-
lebre Carlo Strozzi affermò cent’ anni fa in un ms. che
di fua mano efifte, trovarli delle Terme in alcune cantine.
Velia profondità delle Terme.
C A p. vi.
L O fcavamento pur ora accennato per la Loggia di Mer-
cato nuovo ci ha fatto coliate, che i colonnetti col
Pon-
Fiorenti* e.
45
Ponte-trovato erano fotto terra verfo le braccia dodici . Al-
tro trovamento fatto rincontro alle Cafe de’Sigg. Bartolini
Salimbeni, di cui fi darà contezza , ci fa vedere, che dieci
braccia fotto il fuolo di quel tempo, cioè del 1488. erano i
confiderabili monumenti delle Terme, con quel più, che è
alzato da allora in qua. L’avanzo della printipal Porta delle
Terme , che tuttora firavvifa, come inoltreremo, più brac-
cia 1 va oggi fotto terra , e non fé ne vede il principio . E
finalmente lo fmalto delle Cafe , de’ Bonciani prima, inog-
gi de’ Signori Gerini, nella reftaurazione adefso fatta abbia-
mo intefo effere profondo da dieci braccia. Lo che pu«
re ha rapporto al laftrico antico, fatto , dice il Villani,
da Albino , e riconofciuto peravventura per lo ftefiò da
più perfone degne di fede : ficcome di fimil laftrico tro-
vato in via del Garbo dietro a S. Romolo fotto il Pa-
lagio di M. Gherardino d’Ulivieri de’ Cerchi l’an. 1667.
nove braccia e mezzo fotto il fuolo , che ora fi calpefta ,
fa illultre teftimonianza Vincenzio Viviani celebra tiflimo .
Si deduce ancora la loro magnificenza da i cofpicui
avanzi > c ^ e & e fl e Terme fi Jono trovati .
c 1 li VII.
I L grande avanzo fcoperto pochi anni fono, del fontuofo
edifìcio , cioè a dire la magnificentiffima Porta, che.»
nel murare comparve nel Palagio del Sig. Abate Gio: Lo-
renzo de’ Nobili, il qual fu già una dell’ abitazioni an.
tiche della Famiglia de’ Bonciani , poco difcofto dalle Cafe
fopraddette, fa conofcere baftantemente, per mio avvifo,
la magnificenza delle Terme . Quefta , com’ io pen-
fo , è quel refiduo prefso il Capaccio, che fi vedeva a_.
tempo di Riccardaccio Malefpini, dicendo egli, che erari
tino Torrione graffo di mura , che ancora oggi fi mede. Alcunché
vi fi raffigurava eziandio nell’ età di Gio: Villani, il qual
ne fece menzione a Efficienza dicendo in Torma fe
vede T anticaglia ; Ciò , che venne pofcia riferito da Ser
Gio-
. D I t tB .tT E*r«M t
Giovanni nel Pecorone Gtorn. xt.' Novv tuE foteguent&q
mente fi vedeva a tempo di Domenico Bucminfegni,;Scrit~
tore d’ Iftoria male attribuita a Pierò Tuo figliuolo:,. che_.
altro merito non vi ebbe, che di farla copiare . Anche ai
i giorni del Borghini fe ne fcorgevano veftigj chiaritimi,
fecondo eh’ egli afferma dell’ Origine di Firenze a 13 1.
L ? apertura distai Porta , rimurata dì filaretto piccolo G,pir
là fua làrgheZZa è braccia k in h «V. rrtiiurata neli’ itn»
potature dell* arco , il quale incomincia folto al pavimen-
to del Piano nobile , cioè del primo di elfo Palagio , ed alza
fino al palco del medefimo Piano, ché ! ^alè a dire fopra_«
il fuolo della ftrada prefente da quindici braccia . Ella Porta
rio» può non etere a proporzione , talché fi giudica lotto
terra altre dieci braccia , ma forfè più , cioè a dire tante
quante dàlia lua : edificazione è alzata di fuolo la Città . Per
quanto la facciata , e le adiacenti grolle, mura legnate A
fieno fatte della pietra forte, che di fopra accennammo,
l’arco è di grolfi tambelloni , o mattoni cotti , lunghi cir-
ca un braccio di mifura Fiorentina , ed un tambellono*
- > p er
F I O R E 'N t I N E
47
per lo lungo aggiunto alla metà d'un altro forma la grof-
fezza di erto arco, che in oggi tolto quel che lo copriva,
è vifibilmente /coperto ficcome appreso.
La facciata , compio diceva , di pietra forte, fu ornata di
un cornicione con menfole, delle quali alcune fono rima-
fe finora. Al di fopra di tal cornicione dai fianchi del Far-
ce fi ergevano due torrioncini fegnati B,uno de’ quali an-
cora efifte . Due groffi muri , e tondeggianti partendoli
indentro dai fianchi pur ora mentovati feguivano co-
me in tondo la circonferenza di efse Terme > o di par-
te di loro, uno de" quali muri è totalmente in efsere den-
tro delle Cafe a confino del Capaccio , verfo il di dietro
del Palazzo Davanzati ; e l'altro fcarnito in alcun luogo
ferma il gomito, che fa infuori la muraglia della contigua
Cafa del Sig. Cav. dell' Ancifa fporgendo da capo a ter-
ra con vifibile irregolarità nella ftrada di Terma, e occu-
pandone qualche palmo. Ed invero alcuna parte negli edi-
fici Termali tondeggiava, e ne dà alcuno indizio la Fab-
brica delle Terme di Pifa , delle quali Paolo Tronci ne*
fuoi Annali Pifani racconta , che era di forma rotonda.
v/rilpfrad’ altre cole vuole Lorenzo Giuberto , e con efso
Girolamo Mercuriale , che ne' pubblici Bagni benfovente vi
foise lo Sferifterio. In Balneis graterea Sphanjleriuvn erat^
figura rotunda y *vel triquetra , feu triangola y unde etiam rpiyùi/
wocabatur , quod pila ludo trigonali votato , aliifque diverfis exer-
citiornm generibus atcommodum vidtbatur . Cofa , che non fu
obliata dal noftro Leon Bautta Alberti, nel Lib. vili, della
4 *
BUI*: TnME
fua Architettura cap. io. dicendo delle Terme : Tuttoqae-
fio circuito di Cafe ( prende ciò dalle Terme olfervate) era
attorniato di larghe giaqj^e , baftanti a‘ giuochi del correre .
Nè mi mancamano termini in luoghi conmenemoli , circa li quai
andavano i giuocatori. Alla piazza di Mezzodì Bendeva fi un
largo fpazio mer Melodi a forma di mezzocerchio ec.
Di torri rotonde verfol’eftremità, qual fi è quella, di
Firenze antica ne fa alcun motto F. Bartolommeo Baffo di
Lucignano, allegato di fopra, e sì Domenico (non Piero)
Buoninfegni.
Non fi ometta per ultimo, che avendo quella gran
Porta in quel ,che (coperto dipoi fe ne è, chiari fegni d’ef-
fere Hata bruciata , ed incotta da qualche incendio, ciò fi
referifee agevolmente a quello, che Riccardaccio Malefpini
ci narra nel cap. lxxv. cioè, che nel millequindici ( leg-
gali di grazia: millecentoquindici ) fi apprefe il fuoco in Bor-
go S. ApoBolo , e fece gran danno , che arfono di molte cafs
con gran parte della Città.
e Altri avanci fontuoft nelle Teme trovati.
Cap. Vili.
N E’ Bagni di Roma, fecondo che nota il Giuberto .•
Pavimenta vitreatis tefferulis , merficoloribut lapidum
cruflis , (Amento , a ut maltha compaBis radiehant , qua Cruci a
variegato lapillorum colore Xt&atrr-paira. , de quoA coma reliqutas
fub menfa ( Gradi àm^ezrù diBas) non feopis converri , fed
manti colligere , fpongia detergi oporteret , ob manditi ent-,
.ùjrctfurx nuncuparunt . Efi enim chrupurov pavimenti genus ar-
tificiofis piBuris elaboratum : fic diBum quod feopis verri non
debeat , ab a. & erettigli de fi verro feopo , & feopis purgo . Hae
pavimentorumpigmenta , ut prona funt luxuria vitia , N. Agrip-
fa JEdtlis , quamvis vir ingenio fubrufiictts , ut valgi gra-
tiam demereretur , in cameras fuarum Thermarum tranBulit .
Di limile Mofaico (per così chiamarlo) (coperto, ed
eftratto da un pavimento oggi molto (otterrà predo le noftre
Terme, fono pochi anni, che io ne ebbi in mano una pie»
FIO SENTINE.
/
ua fcatoktta di varj colori . Ed ora ne* fotterranei più
profondi della Caia, che torna in faccia alla Via di Vac-
chereccia , reftaurata , e in alcun luogo rifondata dal
Ssg. Donato Briffoni, più, e più altri pezzetti fe ne fo«
no meffi infieme.
Facendoli a narrare il Giuberto, che parietee fenili ,
& Omni far io marmorum genere, Phrygìo , Caryftto , & Porphy ri-
fa incrujlati , ac ftatuis&c. fembra che a fronte di tanta fon-
tuofità,e grandezza non potettero i Fiorentini porre altro
in veduta , che pietre, e marmi del miglior lavoro , e tali
quali dieci , o dodici anni fono nel rifondarli alcune mura-
glie dirimpetto all’ ingreffo deli’ U fizio del Monte Comune ,
di attenenza del fuddetto Briffoni , fi fcoperfero . Quivi io ben
vidi una bella , e grande colonna di marmo, che giaceva
a fomentare un muro edificatovi fopra in antico. Si tro-
vò pur anche in effo luogo un gran capitello d’altro mar-
mo, e difconveniente nella grandezza, e in tutto dalla.*
colonna mentovata. Più altre cofe in appreffo vi fi trova-
rono, che fecero credere a i noftri eruditi , che ivi appun-
to folle (lato di attenenza delle Terme un Tempietto .
A propofito di ciò, ed anco delle Statue, che l’Au-
tore fuddetto accenna di Roma , a noi rammenta il Eor-
ghini acar. 13 i. e 132. dell’Origine di Firenzequanto ap-
preffo; Che qusflo edificio f 'uff e magnifico , e fecondo V ufo di
qué* tempi ricco , e bello , ce ne fono afiai manifefii indi^j ; che
rìfondandofi è già molti anni , un canto della Parte Guelfa , nei
fi tromaron molti pezzi di marmi , ed t*uu> s bella , ed
intera con abito Romano , che ancora oggi fi mede in Cafa i fion-
di da Sm Firenze , defiinata per metter fi in fui canto del loro
Talamo, che è quello, che nell 5 llloria della Famiglia de*
Condì" fi narra per un’ lnfcrizione,che alla fonte del Cor-
tile è appella, effere flato già edificato da un tal Giuliano
gentiluomo ricchiffimo, ed antico di quella Cafa. La Sta-
tua oggi efifte in una gran nicchia polla in capo della fca-
la di effo Palazzo al primo appartamento. Il Borghini la
pubblicò, ed io ne ho fatto parola a car. 37. delle Noti-
zie del Parlagio di Firenze: a cui fi vuole qui aggiugne-
G * re,
5ó
DUti TERME
xe, che il Migliore nella Firenze illuftrata fofpetta, ch’el-
la rapprefenti il Fondatore delle ftefle Terme, e vorrebbe dire
quel Macrino del Villani. Dell’ una cofa, e dell’altra ila-
re fede prefso di loro. Oltre a quefto accenna, che vi fu-
rono trovati frammenti di cornici , e di colonne di
marmo.
Di marmo altresì, qualche anno fa, fi trovò ne’ fot-
terranei menzionati della fabbrica del Briisoni un Forchet-
to, delle gambe, e del capo mancante, di lavoro però
molto inferiore, che la Statua. O fofse quello nei noftro
edilìzio per puro ornato , o qualche fimbolo avefse ,lafcerò
che altri ne giudichi.
Parimente di bel marmo trovo® nella mentovata fab-
brica, e di lavoro d’ottimo gufto un Giove Seraptde. Paf-
sò quefto, per via di compra, ad aumentare il Muieo di no-
bili rarità del celebre Sig. Propofto Gori .
Un Giano finalmente è flato trovato nella muraglia.,
appreiso alla Porta delle Terme, in Cafa del Sig. Abate
Nobili, e da efso vien confervato.
Tarli 3 che verì/imilmente componevano
le noflre Teme ,
CAP, ix.
V A mentovando Vitruvm tra l<* parti componenti Ie_*
Terme, il Laconico, che è quella porzione, che Ga-
leno appella in varj luoghi ifrfàv fóAov , cioè teftudmem Jìccam ,
comecché effa ha una volta ricurva, in cui accefovi il fuo-
co fi provocava il fudore.
Il Tepidario , o Apoditerio era un’ altra parte delle
medefime , dal Laconico anche da Vitruvio feparata, detta
così àroèveiv , che vale [fogliare . Quivi l’aere fi trovava^
tiepido ; e quivi altresì da un miniftro fi ferbavano le vefti »
che i fe bagnanti fi traevano di dodo.
Altra fi era il Solio calido , ove ftando uno fermo
non fentiva nè foffocamento, nè altro incomodo, pene-
tran*
Fiorentine.
5 1
trandovi l’aere del Laconico. Quivi entravano i bagnan-
tifi,come in Cifterna calda, e fi (lavano a federe.
L’ ultima ftanza fi era caldetta, ove dopo l’ufo della
acqua fredda fi tornava a fudare alquanto , e quivi colle_.
fpugne,e colle Ungili toglievafi il l'udore, la polvere, ed
ogni fordidezza ; la quale per altro veniva radunata , e_.
per ufo della Medicina confervata , ficcome abbiamo in
Diofcoride, in Plinio, in Galeno, in Aezio.
Di qui paffar folevafi di bel nuovo nell’Apoditerio ,
a prendere le velli lafciate; talché fembra, che quelle, ed
altre parti, o llanzoni folfero come in giro,o almeno avef-
fero porte, e anditi tali, che lenza intervallo dall’ ultima
parte fi tornaffe alla prima.
Dal Tepidario finalmente pacavano all’Eleotefio, ove
gli olj , e gli unguenti venivano fontuofamente adoprati.
Secondo il Giuberto però nel cap. iv. de’ Bagni fi faceva
talora paffaggio viceverfa dall’Eleotefio al Tepidario.
Quelle parti da noi enumerate era d’uopo, che foffe-
ro doppie, e {partite, per gli uomini , e per le donne; con-
tuttoché in alcun tempo meno addifciplinato fi mefcolafse
in effe un feffo coll’ altro j il perchè Marco Aurelio Anto-
nino , avvertitone da un Filofofo , tolfe cotal mifchian-
za,che allora v’ era, come indecente, e indegna della gra-
vità prudente de’ Padri . Di. qui è che Diogene interrogato
nell’ ufcir de’ Bagni , fe vi follerò dentro molti uomini : po-
chiffimì rifpolc* c nuovamente interpellato, confefsò aver-
vi lafciàta dentro gran turba. Per degenerar così elfi Ba-
gni in luoghi di difonellà , fu d’uopo più volte pubblicar
Leggi a vietare il promifcuo accefso, come diremo . Per or-
dinario ( racconta Marco Varrone nel Libro 1 1. dell’ Analo-
gia) ne’ Bagni , congiunti erano infieme due edificj, uno
ove fi lavavano gli uomini, l’altro dove le donne. Eben
l’Oratore Caio Gracco nell’ Orazione delle Leggi promul-
gate, come abbiamo in Aulo Gei.diilin fai Bagni da uomini.
Un Bagno fu giudicato effere (lata una di quelle dan-
ze della più baffa parte delle Cafe del Buffoni in faccia al
Monte Comune.
G 2 De'
52
d n u Termi
2 V MtniBrì delle Terme*
c a p. x.
I L dottiamo P. Paolo Paciaudi nel Gap. m. Defacris
Balnei? , così incomincia il §. vi. Servi Baine at or es ,
T bermarii , A quarti , Un&ores &c. perfape recenfentur in Li-
brisi ubi de Servi? , £^* 2# Colombario Livia Augujhz ,
doBorum hominum par Bianchini us , Gorius Commentario in-
Jlruendum fufceperunt . Imo familiam Thermariam memorai
Urfatus in marmonbus Patavini?. Il chiariffimo Sig. Gio: La-
mi poi Eruditicene Apoftolorum , così dottamente rife-
rifce : Qui Balnearum curam habebant , Balneatores diceban -
5 . lnvitàtion • Fonte? vi/ d hÀqyo pinco? : Propera -
properate bene loturi fratre? . ^04 Spirita Sanilo ,
cb* /gw dulciffìmo temperata , blando murmnre jam ve? invi-
rat . Jtf/22 Balneator pracinBu? exfpeElat • quod unBui ,
terfui opus eft , pnebituru ? . Quelli Bagnatori conveniente
era , che tollero pagati sì per la loro opera, e sì per quello,
che di fpefa vi poteano avere. Quadrante lavari vien det-
to da Giovenale Sat. vi. E nella Satira 1. d J Orazio, gratuito
lavamento edere conceduto a ciafcuno fi ravyifa . Lava-
tionem ex pecunia Jua gratuitam adveni ? , conveni ? plures
infiituere , ho? Antonina? Piu? , fcrive il fopraìlodàtO
P. Paciaudi. Nella Vira di £ Smro Vcftovo di Napoli,
così /fi racconta dall’ Ughelli, e dagli Atti circa il prezzo
piccolo, che fi dava allora, cioè fui fine del iv, fecolo, al
Bagnatole , dicendoli : Balneator quidam pretium lotioni? ab
eo , qui lotu? fuerat , petiit , quod erat ovi uniti ? . Petit ille. L,
tempu? ad folvendum ; impetrat , yèd? jolutioni? oblivi feitur ,
^7* morii ur . Credit or afferri , Jìbi a de f un ciò deberi folidos
aureo? centum . Negat uxor debit um . Credit or Judicem inter -
pellat , qui fententiam dicit 9 debìtum folvat r aut
credit or illam habeat cum fìlli? fui? in fervi tio . SW fgmina
humano deflit uta auxilio , divmum implorai per Severi inter-
teffìonem i&c. Inde ad cryptam devenernnt % ubi fepultus erat
pra-
F lORENTTKE
53
pratenfius debito? , & in qua fiarcophagum SdnBus Epificopus
firuxerat • Funduntur praces, Adjnratur defunBus ^ exfiuficita -
tur . Negat jolidorum debitum y fed ovi unius tantum fatetur „
Che i fanciulli piccoli non deflfero cos* alcuna pe T
comodo de! lavarfi , par che fi ritragga da Giovenale , di-
cendo di cola incredibile nella Satira n.
Elee pueri credunt , nifi qui nondum are lawantur .
Bella a maraviglia è 1 * offervazione del Sig. Lami nel
Libro fopr’ accennato, della nuova edizione, dicendo : Nunc
tantum animad^erfum <uelim Éfc, in Ter tulliani loco Fures , &
Aleatores ex none iff Ima ejus editìone le Bum efl , melius habere edi -
tionem <veterem Fures Balnedtores . Celebre s enim erant Fu -
res Balnearii , de quibus extat tt» Lìb • xlvh. tit, 17. C2-
tullus : O furum optime balneariorum ; ad quem locum <viden -
Mnretus , (b* Petrus VtBorius •var . Let?. Lib. vii, r^. 17.
HzW rvefiimenta e Balineis auferrentur , Capfarii fiatata
mercede adhiberi folebant , quibus Faullus L* ni. D. D*
Officio Fra } . Vig* Hìc etiam adnotanoerim , SanBos Martyres ,
Cb* Confi ejf Gres ad T berma? um exftruBionem , cb* 0^72 damna -
.0//*» fuijfe j quare in Martyrologio Romano 111. Id. De -
cembri s legitur : Roma Raffio SanBi Thrafionis , quunL*
Chriftianos laborantes in T bermi s , ahifique operihus pubhcis ,
fiatigatos , cb* i/z carcere pofitos , de finis facultatibus alerete
jubente Maximiano tentus , 0/z/^ ttliis duobns Fontiano , eb*
textato , Mar ty rio coronatus eB •
Ma perctó al.]<» noiìre Terme fi venga , ofiervabile fi è
la lapida , che apprettò nella Raccolta òiioziana ( Inferi pu
Cor * Tom . ni. )
ASINIE . C. L. AMMIAE
MATRI . FELICIS . FABRI
BALNEATORIS
C. ASINIO . FELICI
FABRO . BALNEA
TORI . VIXIT
ANNOS . XXXIV
Finalmente varie flrigili de 5 noftri Mufei, effere flati
Inftrumenti ferviti perlopiù pe’Mimiiri delle Terme di Fi»
lenze è lecito il fofpetcare.
/)/
54
Pelle Terme
Dì alcun Me (Itero attenente alt iftefle ♦
CAP. xr,
D A varie lapide qui prefifo di noi trovate bene appare,
che altri meffieri fono flati quivi efercitati.
Belliffimo è V appreffo Cippo, uno de* monumenti,
che arricchifcono la copiofa raccolta Strozìana, riferito
dal foprallodato Sig. Cori :
ADIECTO
SEX . AVIDI
EVTYCHI
SEPLASIAR
NEGOT1ANTIS
SER. INSTITOR
COMMVNIS
o . . . . AMI
CO . B. M
E(To è , come ognun vede, d* un negoziante Seplafiario,
cioè d’unguenti, cosi detti da Seplafia piazza celebre di
Capua,ove tali Unguentar; fi Aravano. In Fefto : Seplafia
forum Capu& , in atto ^turimi Ting»***?*/*^ crauti ciò che an-
cora fi raccoglie da Plauto nel Rudente , da Cicerone^
nell* Orazione^? Sextio , e si nella feconda de Lege Agraria .
A propofito di quella Intenzione fi veggia, che nel
Tomo n. delle Intenzioni Muratoriane Gialle xi ir, altra
fimigliante fe ne incontra d* un Mercatante Unguentario
di Seplafia, le cui delizie renderono effeminato V efercito
d* Annibaie, come è noto . Ora egli è affai verifimile, che
il noiìro Mercante Unguentario folle cofa di appartenen-
za delle Terme, dove degli unguenti tanto confumo fi fa-
ceva . E per quanto io abbia fuppofto dalle parole del Se-
nato* Cario Strozzi, che effondo flato trovato nelle Cafe
de*
F I 0 R I M T I N j
de* Peruzzi , ciò folte in quelle predò all* Anfiteatro; tuttas
volta nuova confiderazione mi fa credere diverfatnence
Certa cofa è che i Peruzzi non aveano le lor Cafe tutte in
un luogo. E poiché nel Teftamento di Arnoldo Peruzzi
del 1292. fi legge , che Ji contmgat Corum Ecclejia S. Ch-
eiliti Fiorenti a ampliari , <voluit in ipfo edificio expendi de bo-
nis fnis ad beneplacitum fratrum fuorum Pacini , Mafii , dot-
ti, & Arnaldi florenos x. florenorum parmoram ; verifimile è,
che Arnoldo il vecchio ftelte in quelle Cafe, che i Peruz-
zi avevano fulla Piazza de 5 Malefpini, dietro a dove è oggi
la fteffa Chsefa di S. Cecilia; lo che inoltrerebbe altresì,
che vicino alle noftre Terme l’ Intenzione dell’Unguen-
tario fi folte trovata. Tanto più che la Tavola ,ofia Banco
di Rinieri di Luigi Peruzzi in Mercato nuovo fi nomina^
da Ser Lorenzo da Lutiano nella fua Cronica.
Checché fia di ciò, abbiamo altre appartenenze da.. 1
offervare , come tra efse quell’ Urna del Mufeo Straziano
( lnfirips . Gor. Tom. iti.)
\
D. M.
VLPIO CRATERE
SCRIBE
VNCTORES . AVG.
V1X. ANN. LXXII
Sì dubita di una maggior c&enfione delle mdejìmti
€ A !>. xii.
U N* appendice eltenziale delle Terme certo è,cheera2
il Silio; cioè a dire Porticut ampia, & lata, di cui
fra i molti Vitruvio, Leon Batilta Alberti , Girolamo Mer-
curiale, Lorenzo Giuberto, e Domenico Aulifio ragiona-
no, altegnando ad elfo Siilo non piccola ampiezza. Ha-
jufmodt Torticus apta etiam erant ambalationibus , & conloca -
fio»
D EL L E T E R M E
; folebantque circa Mas extrui etìam orna*
tus grati a , confo is ordine arbortbus ad umbram , & fi di li bus
ad quieterà •.
* Or per farci un poco da lungi , rimane ancor oggi
il Canto, o fi dica Pozzo a S. Siilo, e Delie Scritture del
1.400, appellato' di S, Si/li corrottamente, a cagione d 9 un
Pozzo, che in quel luogo vi avea. Nel Necrologio del
Convento del Carmine di queft’ ideila Patria fi legge: Fra*
ter B.rmeBus dal Po^zo Saniti Si Bi obiit an* 1 3 26, Nella
Cronica di Ser Lorenzo da Ladano fi dice d 9 un Agnolo
Ciò ni y che fi a al Po%zo di S* Sijìi* Noi non Pappiamo che
a quello Santo Pontefice ivi rapprefentato in pittura , i Fio-
rentini abbiano avuto fp.ee ial devozione. E checché delie
fue Reliquie il Giamboni dica eiferne nella Metropolita-
na, non fi verifica punto nè poco da Monfignor Cofima
Minerbetti, che ex profejfo dovea parlarne, e quando mai
vi fodero , ad un accidente fi dovrebbe aferivere ,come di
tant* altre è avvenuto * Dall’ altra parte noi Lappiamo be-
ne, che varj nomi profani fi fono pofeia famificati cofcan-
giarfi in nome confioiile d * un Santo * E chi pertanto po-
trebbe impegnarli , che così perawentura non fede feguito
ai Siila appendice delle Tenne in Firenze, con far dipignere
verfo Pasina della pefte grande, ed anche prima per aliti-
none,, quello Santo ? Nelle note alla mentovata Cronica di
Ser Lorenzo, poco fa per opera del Dottor Giufeppeo*
Maria Brocchi venuta in luce^fe ne park* ma non fi parla
di tempo sì antico, quanto per difapprovare la noftra fofpi-
zione farebbe neceffario *
Ma quello, che a muoversi fatto dubbiaci fpfgne , fi è
una traccia di confiderabili travamenti, che dalle Terme
a quella parte di S* Siilo fono fiati continuamente fatti* E
primieramente predo a S. Trinità nella Via larga da’ Le-
ga a foli , dirimpetto al Palazzo, prima di allora detto de*
Bombeni , ed in quel tempo di Meffer Tommafo Miner-
betti, fu trovato Panno 1488. una lapida grande di mar-
mo , che era lotteria braccia dieci colbappreffo Inferi-
zione , non riferita, ch'io fappia , da niuno raccoglitore :
PRÀEF.
tionibm hommistn
5 ?
PRAEF. FA3. AED. Il-
VIR . AVG. EQ. PVB. EX
V. DEC. FACiVNDAM . QVAE
EST * INTER . PORTICVS . LVRC
IIS. C. ET . DEC. SING. HS. C
Quello beilo avanzo , fecondo un ricordo origmale prefiò dv
medi quel tempo, fu fatto leggere, ed efporre per Mejfer
Agniolo Voliti ano , Mefler Criftofano da Prato Vecchio , Mejfer*
Marfìlio Vicino, Mejfer Demetrio Greco , e 7 Fonfio h uomini
do&ijfimi in quella età , e per ejji fu data quefla efpofì^io^
ne (che io riporto, per far vedere il poco Audio, la non-*
euranza,esì T ignoranza , che per molti avevafi intor-
no a quelli monumenti, onde gran parte ne folea perire )
Epitaphium hoc fonat hoc modo ^ji delie et : Prephetus . Fa*
òrice % He dili s • Secando » Virènte • Augufii • Eques publicus •
Ex quinta . Decuria . faciendam . que efi inter portiate Lur*
cnncnjts » Scftertiis centum . iff de cem fìngali s Seft ertile centum *
Soggiunge poi il ricordo, che efla lapida fu mciTa in Cafa
di Leonardo Battoline vicino a quel luogo in V Orto.
E qui è necelfario, perchè non fi prenda equivoco*,
l’efprimerfi bene, dappoiché per l’Orto de* Bartolmi s’ in-
tenderebbe agevolmente TOrto, o Giardino accennato di
iOpra a car. 39 . di cui Giovanni di Bartoloftimeo Bar-
solini Saiimkeni fu 1 * o<Jificators ìn CìnalfGnda , poi perve-
nuto ne’ Marche!! Riccardi , oggi loro Giardino , dove pu-
re in gran quantità Infcrizioni lapidarie per molti anni fi
fono conservate , quelle cioè a dire , che in vaga accon-
cia forma veftono di prefente le pareti del Gortile del Pa-
lazzo Riccardi , già Mediceo , di Via larga . Ma 1’ Orto, che
qui accenna la noftra ricordanza , dovette effere un Orto
prefso F antiche Cafede’Bartolini , elicenti dove inoggi è il
lor bel Palazzo fulla Piazza di S. Trinità, e quello de’Tor-
rigiani in Porta Roffa , ed in Terma .
Sei
tt
delle Terme
jS
Segue la Beffa materia .
Cap. xil
C onviene nulla manco notare, che in S, Trinità alla Porta
del fianco era una beli’ Umetta per fervizio dell’ Ac-
qua Santa, pollavi certamente dalla Famiglia Ardinghelli ,
con quella Infcrizione di carattere Romano , pattata pofcia
nella Raccolta Antinori «
D IS .MAN
TI . CIAVDI .
ATT ALI
FRATRI . EPINICI
Quella benché non abbiamo Scrittore , che il fuggerifca »
è opinione probabile, che venifle trovata fiotto le Cale*
degli Ardinghelli congiunte a quella Chiefia *
Similmente non fi dee porre in non cale , che ove è in
oggi la Madonna delle quattro lampane , nel farli poc’anzi
la fotta per una gran fogna , fu metto fuori un belliflì-
mo Capitello di marmo bianco, lavoro de’fecoli della mi-
gliore Architettura ; il qual Capitello per incuria fu ma-
lavventurofamente deftinato per far tanto getto .
Merita altresì con fi aerazione pel noftro fofpetto un .
fuperbiffimo Sarcofago ne’fotterranei di §. Pancrazio an-
tichiffima Chiefa noftra, fervito poi per Sepolcro di Cri-
ftiani , e nella Famiglia de’ Temperani pattato, il quale efpri-
me molte, fe non tutte, iftorie della gentilesca Mitologia,
Tralafcio , qualmente Filippo Baldinucci racconta , che
del mefe di Settembre del 1633. nel cavarfi certe fondamenta
per la nuova Chiefa di S« Michele agli Antinori verfo la
Piazza della medefima da man delira entrando, cioè d*u
quella parte, la qual confina colla via, fi trovarono più
pezzi di marmi bianchi lavorati, un butto d’antica Statua
lenza la tetta, e più medaglie di bronzo di Traiano.
L I«
5 ?
LIBRO QUARTO.
Abufo y che (t «venne a fare delle T erme .
c A P. I.
Er rintracciare quando le Terme principali nolìre
andarono in difufo, convenevole certo è il cerca-
re i motivi dell’ abbandonamento' delleTermein
generale . E ben fu creduto fomiminiftrare lumi
ballanti a ciò rinvenire, Marcello Vergilio degli Adriani,
noliro illuiire Fiorentino, ragionando a maltiera di Cemen-
tatore fopra Diofcoride De Medica materia , ch’egli traduf-
fe, nel Libro r. in quella guifa : Necefiarium deinde earum
ttfum ad luxuriam , & uioluptates Oraci primum , dein eos imi-
tati Romani , conmerterunt . Checché fia,che il famofo Pa-
dre Paciaudi antepone la lafcivia de’ Romani a quella de*
Greci nel §. rv. del Capitolo ri r . della fua Opera De Sa-
cris Balneis y egli avverte opportunamente in altro luogo,
eh zoofito pudore muiieres promijcuis Balneis uj a funi., E Caio
Gracco fopraccitato alla comodità, e propinquità de’ Ba-
gni aferive il dilordine da Giovenale nella Satira vi. ri»
prefo , e da Efiodo Scrittore amichilfimo corretto , dicen-
do, ma in Greca favella •
Neque in muliebri Balueo corpus àbluito , <vir.
Tali cofe così effendo, fu d’uopo 1’ apporvi rimedio. Lo
Hello Padre Paciaudi : C euforia Lex id probro dedita &
fui repuàiì , & dotte amijfionis pcena compefcuit . Laonde in
L. fin. tit. de repud. dagl' Imperadori , che furono più mo-
rigerati , gli uomini dalle donne vennero feparati nel la-
varfi in vigore di loro ordinazioni. Di qui è che alcuni Ba-
gni fi trovano edificati folamtnte per fervigio delle femmi-
ne, quali furono i Bagni d’ Agrippina, e quelli d’ Olimpiade
in Suburra ; e non ufati già alla maniera delle donne.»
de’ Lacedemoni, che fi lavavano non da loro fole dandoli.
H 2 Del
U m e Terme
Co
*Del tempo , in cui que&o abufo (i fece maggiore.
C a r. li.
I L tempo di così fcandalofi fconcerti,ci fi da a vedere in
vita dì Clemente Àleffandrino , il quale effendo Prete
(non, come il noftro Jacopo Caddi credè, Prelato) del-
la Chiefa d’Alefsandria, fu d’uopo , che col fuo zelo fi
fcagliafse centra i malviventi Criftiani nel fuo Pedagogo.
Il di lui fiorire fu , allo feri vere del Cave, ne! cxcii, ed ec-
co il fuo racconto , giuda la Verfione di Genziane Er*
veto: Cujufmodi autem funt eis lancierei? (parla delle fem-
mine) Doma? artificiose compaBa ^perfpicua , quaque cìrcum -
fèrri pojj 'unti , teguntur findone ; é? cathedra aurea , argentea >
Ò* r va fa innumerabilia aurea , & argentea : quorum hac qui -
éem ad propìnandum , illa vero ad vefcenàum , alia autem ad
lavandum c ir cunfer untar ; quinetiam carbonum eraticula . Ed
enìm venìmit intemperanti a , ut coenent , & fint ebria dunt*
lavantur , & urgente am fupelle&ilem , cum qua pompam tranf-
mìttunt arroganter in Baia eis proferunt , atque adeo fortafi
fe etieim divitia? ^propter immodicam fuperhiam. Maxime au -
tem volimi ari am infoienti am , per quam viro? p afilli & effe-
minati animi ar guani , ut qui viBi fint a f Gemini ? , ofìentant :
Ó* qnomo dovunque feipfas non pojfe convenire ; nec fine mul-
ti? vafis pojfe Sudare , » j£.*#rtem <fita funt p a tip e-
res , cum pompa non fint participes , lavacri? ex aquo fruun »•
tur : babent itaque forde? dìvitiarum , ope? nìmias maledillo-
rum . Hac velati efea irretiunt mifero ? , aari fplendorem ore
biante admirantes . Ea enim ratione eju ? quod bonum & ho-
nefium efi ignaro? in ftuporem adducentes , ut ipfa? mirentur
amatore? callido comminifcuntur artificio , qui eis paulò pofi
nudi? infultant . Atque ipfa qui de m fui? mariti? non fe exue-
rint , fimnlatum pudorem probabiliter pra fe ferente ? . Licei
autem dii? volentibtt ? y e a? qua domi funt i nel afa , nuda? ri-
dere in Baine? ? : hic enim fe exuere fpeelatoriha? tanqnanu
corporum edupombm non erubefemt* $ed Hefioda? quidem Cor *
pus
Fiorentini,
pus foemineo non exbilarare lavacro fuadet . Viri* tìnte m é»
fceminis communia aderta funt Balnea , & ex eo ex min tur
ad intemperanti dm [ a vi fu enim hominibus amor profici [ci-
tar] per inde ac fi fit eis pudor in lavacris obrutus . Qua
antem non ufque (ideo omnem pudor em exuerunt , externos
quidem excludant j una autem cum fuis miniftris c oliavano
tnr y & fervis nuda exuuntur , & ab eis f ricantar , per rime -
fcenti libidini concedentes , ut fecurè contreEiet . Qui enim ^
nudis dominabus ad lavacrum introducimi ur , ftudent fe exue*
re 5 ad cupiditatis audaciam malo more meta circunfcribentes .
Ac veteres quidem Atbleta virum nudum o&endere erubefcen -
tes y dum certamen per ag ebani ac c in eli s fubligaculis fervabant
verecundìam : ifia autem cum fimul cum tunica pudorem exue «
vini , volunt quidem videri pulchra , fimilìter autem mala y
vel invita convincuntur . Etenìm per ipfum corpus maxime
tìppdret l afe iva concupì feentia , quemadmodum hydropicis per cu -
tis fuperficiem quod humidum continetur , quod autem in atro -
que agrotat , e# cognofcitur . Oponet ergo viros fepul -
ebrum veritatis exemplum foeminis prabentes , erubefeere una
cum eis ex ni , lubricumque ac periculofum afpettum c fingere 0
‘Duratone dì tale mal ufo .
CAP. III.
A Bbmmo fin quì vpflnfo con quanto difordine fi flava
ne’ Bagni , e nelle Terme fui fine del lecondo fe-*
colo dalla Redenzione ; ora vedremo come il traviato co-
fiume giunfe più oltre affai. L’ anno ccclxiv. fui fine del
Pontificato di Papa Liberio, celebrandoli Concilio iru
Laodicea della Frigia Salutare, in quelle parti fu d’ uo*
po ftabilire Tapprefso Canone, che è il trentèlimo „ De Vi -
ris cum muliertbus lavacra celebrantihns „ Quonìam non opor-
tet Minijlros Altarìs y vel etiam Clericos quoshbet , aut con -
tinentes fe , aut omnem omnino Cbriftianum cum mulieribus
lavacra habere communia . EJl enim apud Gentiles prima re «
prehenfio &c. Inoltre il Concilio Trullano nel Canone lxxviu
D H U T ÈRME
come accenna i! foprallodato Padre Paciaudi, dirti, mali*
dei) 0 <vendum cenfuit , qui fecus faxerit . Ed in fatti il. titolo
del Canone lxxvii. fecondo la verfione del fuddetto Erve-
to, è )5 Ne fideles cum mulieribus una lamentar ,, Non opor-
tei facris initiatos , <vel Clericos , <vel exercìtatores , fi*ve Mo -
nachos labari cum mulieribus , nec omnem Chrìftìanum laicum .
ito ejl enim prima condemnatio apud Gente* * Finalmente.*
foggiugne il Padre Paciaudi ìnter fiatata SanEli Bonifacii
Epifcopi Moguntini in Spicilegio Luca D’ Achert num* xxi i.
aqua , & igne inter dicitur qui Balneum cum mulieribus cele -
brat; accennando inoltre, che hanc ipfam Legem interdum
inflaurare opus fuit , quum & Monachi , qui Pale [Unum in -
colebanty eam audaEler infringerent , E^vagrio fides • Hiftor.
Lib. i, cap. 2i.
2)tf fri/? ahufo svuole V antidetto Scrittore
ejjerne 'venuto il dtfufo .
CAP. IV.
M Arcello Vergilio degli Adriani ragionando dell* efse-*
re fiate difmefse le Terme, così la difcorre : Mox>
ut quoti die in humanis fity mutata gentium fortuna , & <vix
ex Peli gionibus rat ione s , ut tota negliger et ur res effecerunt .
Grediturque is maxime Religioni s noBra falutaris feci ffe exor -
tns ; in qua cum multa ad meliore? *nns*?* ? ó* caft ìove s qji-
tam in(ìitt*eremur ; id e ti am cautum fuit , ne publicis & com-
munibus Balneis utente s fenes cum junioribusy & cum *viris
matrona y & njirgines nudi s corporibus converfantes , pacata
qjoluptatis fpeBaculo ad libidinem accender entur ; non malo fa-
né confilioy ne fcilicety ut Jureconfulti docenty utile per inu-
tile njit idre tur , Sed parum felici eventu : fi qui de m claufis de-
firuflifive Balneis , quod erat in illis utile periit 5 quod niero
inutile occultioribus infidiis alinvde irrepfit .
FIORENTINE.
*3
%efle(fmi fulla precedente opinione .
CAP. v.
M Olto facile è, fe io ben comprendo, che anche per
lo motivo di levare il mal ufo, e i disordini , che na-
scevano nelle Terme mediante la mefcolanza degli uomini,
e del le donne, foffe rifoluto da chi comandava , che fi fmet-
teffero le medefime, febbene fi potevano emendare i trafcor-
fi , Senza che le genti tutte fi privaffero di un bene così
utile, così Salutifero, così neceffario .
Allora fu peravventura, che principiando ad e (Te re.»
in un’ afsai minor frequenza le ifteffe,fi diede mano a co-
struire de’ Bagni particolari, e più riftretti, e come Stufe
pe’ Secolari . Dagli Ecclefiafiici poi , che fempre furono
meglio addifciplinati, fi continuò a Servirli de’ loro pro-
prj, e com’ io penfo, a edificarne degli altri, nel modo
che gli eSempli, che a Sorte ci Sovverranno, Senza legar-
ci a ordine di tempo, inoltreranno.
Il molte volte citato P. Paciaudi olferva nel rapporto
di Anallafio Bibliotecario , che S. Gregorio IV. di quello
nome : Balneum , quod juxta P arde sii arium fitum ejt a funda-
mentis per totani , <& marmoribus , c&terifque placabilibus operi -
bus decorwvit : e che nella Vita di S. Vittore VeScovo di
Ravenna & legge 9 Pr^ìot-n, rifere il Ba-
gno dellinato a’ Sacerdoti, ed a’Cherici, eflendo fiorito,
giulta l’Ughelli, nell’anno del Signore 545. Eche in fine,
fi trova nella Vita di S. Simmaco, che egli fede Bafilicam
S. Pamratii dpc.ee fecit in eodem loco Baine tm . Non è cofa^
che involva qui repugnanza il narrare , che nella Città
di Prato, ove fu edificata la Badia di S. Fabiano, folTe già
un comodo Bagno, teltificando ciò un Superbo pavimen-
to di MoSaico, che poc’anzi vi fi ScoperSe con Delfini,
Sirene, ed altri Pefci; avvegnaché può ben efiere, che in
uno fteffo mentre una Chiefa allato al Bagno un tempo
vi foffe .
Del
de in Termi
*Dd bagmrjt per le F e fi hit à della Chìefal
C A Vs Vh
A Ffinchè la mondezza efterna del corpo ferviffeperuna
maggior decenza infierne, e per iftimolo ad accollar-
li uno alle facre Funzioni internamente più netto ; Gportet
autem maxime quidem lavare animavi , purgante ratìone ,
nonnunquametiam corpus ( Clem . Alex • Padag.) ufarono i Fe-
deli non di rado,maffime in alcune fblennità dell 5 anno, d*
immergerfi nel Bagno. Quindi ferva a noi di riprova, che
il Vefcovo San Melorio trattando delle confuetudini del-
la Chiefa Britannica narra : Moris efl Chriftianorum Do -
mime os dies oh Dominici Refurreclioni* honorem ubique mene*
rantittm % Sabbathorum dìebut laborum fudores , corporum fati*
catione s Balneorum aquis lavando , frequentiti recreare , for-
didas lotis 'vefhbus mutare , ut terrenam Coeletti* Curiam f
prafentem noi delie et Ecclefiam , mundiores ut corde , Jtc corpo -
re <valeant intrare . Scrifle Ugo Menardo in Concordia Re*
gularum : Amatus Abbas Habedenjìs Balnearum fomenti s bis
tantum in anno utebatur , ante Santtum 'videlicet Domini
Natali* diem , ejufque Sanila Refurrettionis Fafcha . Così De
antiqui * Monachorum ritihus , il celebre Edmondo Matte-
rie riporta sì fatti Statuti , che ordinano: Vìgiliam S . Tbo -
m<Z Apoftoll , fi die* nurt pneri* 5 TudattPttv pvatve* ,
efr* yfc balneentur , gw* nsoluerìnt balneare , ut duobus dìebus
ante Dominicam Piatilo itati* fint omnes baine atì • Ciò nel
Gap. in. E nel xn. Feria t erti a ( hebdomada majoris) ra-
Rendi funt f rat re * , dP era (lino debent effe Baine a prepara-
ta . Finalmente FEnfchenio , e il Papebrochio nella Vita
di S. Eteldreda Regina, e Badeffa : Boftquam Monaflerium
ingreffa ejl iste, raro in c alidi * Balneìs , prater imminentibus
majoribus folemnìtatibus , gratta Fafcha , Pentecojle * ,
Epìphania , labari moluit^tx quella ragione peravventura ,
per cui riprovò i Bagni nelle Vergini S. Girolamo nel F Epi-
FIORENTINI,
<5 J
fida ad Z&tdtn* Vedafi poi ciò , che fi ditte nel primo Libra
cap. vi. delia cerimonia, che feguiva nel farfi i Cavalieri .
Certa cofa è, che Baptifterium vale una delle parti com-
ponenti iì Bagno, predo gli antichi, ficcome abbiamo in
Plinio, in Sidonio, e in altri . E Baptijlerìum vale il luogo,
ove fi rigenerano 1 ' anime alla grazia col Sagramento del
Battesimo, detto così quali Lavacro, ed immersone 7 il cui
rito d'immergere chi fi dovea battezzare , per degni moti-
vi cefsò nella Chiefa Latina quando che folle, per quan-
to nel noltro bel San Giovanni fe ne confervaffe lungo
tratto dipoi il comodo ne' Pozzetti facri ( fimili, cornea
io tengo, a quelli, che il Ciampi ni pubblicò del Battifte-
rio di Fifa) che fletterò nel mezzo di Chiefa Sno a’ 14,
di Settembre del 1577. in cu * fi tolfero quindi; in un
de'quali, giufta il Migliore, ripefeò Dante Alighieri in
fua gioventute un fanciullo, che vi annegava, coll' affer-
rarlo pe’ capelli , così fpiegando tale Idoneo i ver fi, 19.
e 20. del Canto xix. dell'Inferno. Or ficcome ognuno
fa, che (non ottante il dubbio, che cadeva per le Ecclefia-
ftiche Terme Damafiane ) non vi ha conneffione tra quelle
due cofe, che vanno fotto lo tteffo nome; così non fischi
s' immagini , che con niuna d'effe avette che fare quella^
citterna , o fonte praticata in antico da'Criftiani per pu-
rifiearfi le mani prima d'entrare in Chiefa, ufo (dice il
Migliore mentovato pur ora , in propofito della nottra-j
Parrocchiale dì S. Pier Buonconfiglio ) toccato per la per-
fona del Vefcovo di Tiro S. Paolino da fcufebio; al qual
ufo quel delle pile dell'Acqua Santa è fucceduto.
Gaimone circa il difufo totale delle pubbliche Terme.
CAP. VII.
S iccome tardi fu delle camice di lino V introduzione, così
fi prefume,che cagione alla tardanza abbia dato il fre-
quente bagnarli , che uom faceva , per cui toglievi quel fuci-
dume,che le veftidilana nudrivano. Ottavio Ferrar 1 De re
I <ve*
gg delie Terme
*ve fliarici , P. i. Lib. 1 1 i« c, 3. Balnearum ufutà prtcipuum fuif*
[e S criptore s tradì de r un t , quod cum lattei s weflibus etiam in*
t eno ribus uterentur , facile erat ferdes contrahere , qua Balnetr
frequentibus depelknda . Tanto dice Girai. Mercuriale; Pri«
mam baine or um infiitutionem femper fuijfe ex ì Stimavi , ut quoti**
dtanas [orde s eluerent , poffentqne mando torpore cornare , qui [in*
gulis diebus lamahantur ; antiquitus enim cum nondum lineo*
rum pannar um , qui cor por a a J or ditte tuentur , ufus innjen*
tus , aut faltern infrequens ejfet , magnaque ex parte corporou
nuda ferrent fingalo quoque die lavare cogebantur * E di
fatto al tempo degli Apoftoli noi abbiamo per grandi ri-
fcontri j che V ufo de’ Bagni » a fi dica delle Terme, era
nel fuo vigore ; nè ftiamo fola attaccati a quello , che fi
narra da varj Scrittori del fatto di San Gio: Evangelica» il
qual portandoli al Bagno *fe ne ritratte , conciofliacofachè in-
contrò ivi Gerirne » con dire: Bugi amia e xt empio , ne Bah
neum » in quo Cerini bus meritati* hofiis moratur , fubito conci -
dens nos opprimat * Or in tal tempo per non minori ri-
fcontrierano altresì in pratica le veCi di lana; percofa ra-
ra, e quafi per eccezion della regola togliendofene qualcu-
no jCome 3 * Jacopo ApoColo, di cui è fcritto : Jacobus frater
Domini , nunquam tonfar efi > nec balf amo ufus » Io che par che vo-
glia dire, che non Iblea bagnarli, talché contra il coflume
operando , lìneis meflibu* utebatur * Così fecondo Egefippo , o
chi altri fia apprrilo Eufebio Libo 5 1* Hi fi EccL capvxxi 1 r»
yàp spetiv £@opsc *- dxxd /ru enaM lanicio , fed
Unte a tantum mifte utebatur* ( V i CL Lam . DeErud» Apofi * ) Si-
milmente per rarilfimo calo abbiamo in S. Girolamo cantra
Gioviniano : Nane lineir , & fericie meftibu* ò Atrebatum Lao -
dieta indumentis ornata* incedi* (cap. xii u) le quali vefti di
lino nè pur colla » che Gioviniano le portatte fulla car-
ne» febbene dice il Santo, che ài puma nigra fubucula <ve~
Jiiebatur. Non fi rigetti in fine il Tàfsom ne’fuoi Penfieri
afferente .• 1 Romani erano affretti a tenere Bagni preparati
per tutto ec. follmente perchè non refendo effi fulla carne pan*
ni lini y nè cofi amando camicia ec. erano nece fittati per difetta
derfi dalle bruti lire * e confermar fi netti dal f acidume } di lavar fi
ogni giorno ® D&*
FIORENTINI,
Degno di confiderazione altresì viene ad effere ciò,
che i Viaggiatori di ci. anni fono raccontano dell’ Indie,
cioè, che non adoprandofi da ninno tra i Cinefi la camicia,
quei popoli, in fpecie poi le donne di Goa , ufano il Ba-
gno frequentemente, e fino ogni fera.
Quando è credìbile , che / wtrochicejjero le Camice *
Cap. VILI.
F Acendoci da lungi però , vale a dire dal tempo d* Orazio
Fiacco, il quale ìxv. anni prima della venuta di No-
firo Sig« Gesù Grido ebbe fua nafcita, egli fubuculam tri»
tam tunica pexa opponiti per ufar le parole del Ferrari,
quod in linea ^vefte effe non potefi . Ne" tempi di Plinio, il
quale nel primo fecoio di nofìra Redenzione fiorì , fi of-
ferva , che nel far egli menzione d" alcune velli, favella di
effe qualora delle lane ragiona , ed attribuifce alle pecore
la di fe fa de* corpi umani : Corporum tutela pecari debetur .
( Lib. vili.) Laddove all" incontro mentrech 5 ei tratta del li-
no, moffra di non Papere, ch’eflfo abbia ufo alcuno nelle
umane velli . Tale ,è il ragionar che fa fopra di ciò Ot-
tavio Ferrari, trattando De re 'veftiaria . Un luogo di Svc-
tonio Tranquillo, che fu grande amico di Plinio fecondo,
pareva a prima villa , che faceffe contro al prefente affunto ,
colà , ove della velie amexjuj.c , appellata Sjjbjjcfda 3 di Au-
gufto fa parola; ma alcuni Critici hanno effo luogo ridotto
alla vera lezione, che noi favorisce mirabilmente . Mar-
ziale, che -lotto Domiziano menò fuoi giorni, e d’ ogni
fpezie di veftimenti par, che faceffe alcun motto, delle ca-
mice di lino nulla ragiona : talché ad alcuno fpazio di
tempo dipoi è di meitiere , che fi tramandi il principio
di tale artificio.
Ed invero, fe qui poteffeaver luogo un’ effervazìone
fatta , che la lnterula , o Subucula non prima fi trovi ad-
dimandata Camijìa, che al tempo d’ifidoro Ifpslenfe Scrit-
tore del fccolo fello, farebbe da dirli , che ne’ fecoli , che fi
I 2 frap-
DELLE T £1 M E
68
frappofero tra quello, e quelli di fopra accennati, fi fotte
.peravventura col nome mutata la materia di quefta vefte;
effendochè Ifidoro Hello fembra, che ne dia il primo l’eti-
mologia con dire, come di cofa prefente ,ed ufata foltamo,
fecondo che parrebbe, la notte : C am( fiat niocamus , quod
in bis dormimu s in camis , idejl in Bratis nojlris • Che fia Ca~
mijìa V Intenda, eccolo in Giovanni de Garlandia ne’ fuoi
Anonimi :
Camijiam , mel Interulam rem dìcimus uncim .
E che quefta Camijia folle fatta di lino lo abbiamo in Gui-
berto , o fia Gilberto Normanno Lib. in. Hifior. Hierof.
cap. xi n. in cui fi legge: Intra lineam Interulam , quatti*
nos Camijiam ’vocamus . Ed appunto Camijia fi addimandò
altresì, e pur oggi con nome limile Camice fi addimanda
quella bianca vefte facerdotale , che è teffuta di lino. Ed
abbiamo altresì in Papia (che il Vocabolifta, o fia Ele-
mentario fcrifse circa l’anno 1063.) del Càmice : dicitut
' vero a (ìmilitudine Camijia quotidiana , quìa lino Jit. Ma_.
troppo azzardofo è fenza documenti più certi il fermar
cos’ alcuna .
Si conferma in certo modo l' opinione
precedente .
CAP. IX.
C Hiunque pon mente a quanto apprefso , agevolmente
immaginerà forfè come noi . Il vederli , che il Mo-
nachifmo,egli Ecclefiaftici più ofservanti ritennero più de-
gli altri uomini, e pur oggi in parte ritengono l’ufo di
fpefso bagnarli, fa conofcere, che più tardi efsendofi da.,
alcuni di loro, da altri non mai , abbandonate le lane fulla
nuda carne, l’introduzione veramente del lino pofe in to-
tal difufo le Terme. E di certo altri di loro reftaurarono
i Bagni malandati, perpetuandogli, dirò così, per proprio
fervigio , onde ricorre quel, che fi difse di fopra, divifato
dal dottiflìmo P. Paciaudi , che Agnello Storico narra nella
Vi-
Fiorentine.
Vita fuddetta di S. Vittore: Refecit Balneum juxta Domum
Ecclejitz barene jparietibuf muri Ep f copii y ubi refdebat y quo ufque
hodie (cioè, a prendere il tempo del fuo fcrivere dall* an-
no dcccxxu al dcccxlu) mirifice lavatur. Altri di loro
tennero i Bagnatoti anche dipoi ; del che è da vederli il
Du-Cange aila voce Balneatores , ed altrove: ficcome nel-
Faggi'tinte de" Padri Maurini erudjtiffimi alla voce Balneua,
concioifiachè negli ufi del Monaftero della Cultura , par
che fi confermi con efso termine ciò, che fi accennò di
fopra : Balnecìa quinta , w/ quarta die ante Mutale Domini
peragantur omnia lucente die *
Come ^venuta meno la neceffita delle T erme , buffò il comodo
de 1 Bagni minori > e delle Stufe .
c A p. x.
S iccome il maggiore, e continuo bifogno delle Terme
fi era, come fi diffe,per la pulitezza, e mondizia del
corpo, così coll* efferfi introdotte le camice di lino io mi
persuado, che le Terme veniffero a femprepiù decadere,
e non fodero frequentate altrimenti. E fe così accadde^
negli altri luoghi, non è punto da dubitare, che il me-
desimo non addivenire in Firenze 5 talché da quel tempo
peravventura fi cominciaffe per fervigio poco più che del-
la medicina,** piaricarc i fioftw ptù riftrefti quali
farieno, chi può fapere? quelli di Montici ; e tempo do-
po le Stufe in Città, e fuori, traile quali mi piace ora di
ricordarne una , che è durata fino a’ dì noftri in Via delle
Santucce internamente , poco più fu , che dirimpetto all*
antico Monaftero delle Santucce , oggi la Scuola de’ Che-
tici di S. Piero; la quale non mi fo rifolvere a credere,
che foffe quella Stufa , che fi diffe fopra nel popolo di S« Si-
mone effervi fiata ,
\* • . 5 ' ■ - '■ • s il' ' • • • • •
Co*
7 °
DEEX E TERME
Come a fi fottraejjèro dall' occhio le mftre Teme •
GAP. XI*
N E per quefto fi vuol penfare , che non poteffe con*
tribuir molto delle Terme al disfacimento materia-
le la Nazione de 5 Longobardi , alla quale ( per quanto nel
formale al bagnarfi folle dedita ) una barbara Architetti!»
ra negli edificj piacque d'introdurre, diftruggendp la buo-
na, che vi era* Degli avvenimenti di efifa s così udiamo dal
Borghini . Entrò tosi feroce Nazione in Italia V anno della
falate 568* fatto V Imperio di quel dappoco di JuJlino fccon •
do , e s* impadronirono in un baleno della Lombardia ; ove
/ accafarono principalmente , e fermarono il nervo delle for-
ile loro , ed a poco a poco fi difieferoy paffando V Apennino in
Tofana ; e per quely che fi ragiona , occuparono da Arezzo »
o dalle Chiane in qua , e quafi altrettanto fra V Apenni -
no , e 7 Mare A' Adria, verfo Ravenna ec. E poco prima :
Chi voi effe dire le rovine di quelli Longobardi , e negli no-
mini , e negli edificj non ejfere fiate grandi Jfime ec. fen^tu
dubbio s ingannerebbe , e nel mede fimo errore cadrebbe chi vo *
lefie dare ad intendere la Città noftra ejfere fiata in sì for-
ti calamità , e tante rovine privilegiata • Bartolommeo Sca-
la nel primo Libro della Iftorìa di noftra Patria: Is ve-
ro ( parla dì Telila ) y**rrs muftas pr&terea in Italia Urbes
affli xiff et , dir uit batte quoque a fundamentis . Il perchè fi po-
trà dire, che del noftro magnifico Edificio alcune porzioni
Qaas C etica emeriti r abita Leni ardua , & Hunnus y
perlifero bene in antico ; ed altre parti pofcia per varj av-
venimenti follerò fe non rovinate , coperte, e cangiate in
alrro, nel modo, che più non fi ravvila fe non per le ma-
ri ofcrit te ricordanze, ove già folfcro in quei coitomi, per
efempio, la Torre di Bafciagatta vicino al Borgo di S. P po-
polo , e a Porta Rolla ; la Torre Gittaburfa fra S. Trinità ,
e S. Maria fopra Porta; la Torre Captarti in Mercato nuo-
vo, tutti nomi di fabbriche oggi ignote, ma che vi furono.
INDICE
71
INDICE
DE’ CAPITOLI,
-Libro I. Cap, I. Kome delle Temei e fua derivazione • aear. u
Cap. II. Ufo delle Terme « 2*
Cap. III. Terme pubbliche di maggior nominanza. 4«
Cap IV. Le Citta vicine alla no fi r a avevano le loro Terme . 5»
Cap. V. I Fiorentini hanno avuto ne' tempi baffi le Stufe .
Cap. VI II bagnar fi de 3 Fiorentini nel farfi Cavalieri mojlra la
frequenza de' Bagni » io.
Cap. VII. Comodila d' acque » che ebbero i Fiorentini per i Bagni
pubblici . 12.
Cap. Vili; Conte ì Fiorentini ebbero e Terme * e Bagni ig«
Cap. IX. Altro più antico Bagno de Fiorentini primieri • ió m
Cap X. Congettura intorno al mtdefimo Bagno . 1J*
Cap. X» U efifienza di tali Bagni favori Tee quella delle Terme.*
nofire principali fituate nella Vta d^na Ter ma . ig*
L ibro II. Cap. I. Donde fi traefiero le acque neceffarie per /o
principali fontuófe Terme Fiorentine * 21.
Cap. Il, Perché s* dì lungi fi conduceffero Tacque* 22*
Gap. TTf. F ujj afferò t acque . 23.
Cap. IV. Segue jìmigl tante materia * 25.
Cap. V. Refidui , che fi ravvi f ano ancheggi degli Acquidosi. 27.
(qui fi dee porre »a 1. figura )
Cap. VI. Porz ione cònfiderabtlifftma degli Archi * 29 é
(qui fi dee porre l’altra figura)
Cap. VII. Monumenti cìrcofi ami agli Acquedotti * 3^
Cap. Vili. Seguono ì travamenti*
Cap. IX Continuazione degli Acquidocci fu gli Archi più dapprefjo
alle Terme .
Cap. X. Termine de' me de fimi Acquedotti al Capaccio « 3^
Cap. XT. Che cofa f offe il Capaccio*
Cap. XII» Come fiano venuti meno gli Archi « 3*.
li-
7 2
L ibro III. Cap. T. S'indaga ti veto tempo delT edificazione delie
noftre principali Terme . 40,
Cap. II Del luogo della loro edificazione. 4*.
Cap. Ili* Della grandezza delle nofire Terme . 42»
Cap IV. Della coftruztone delle medefime * 43*
Cap V. Confini , per dir così , e*/ eftenfione loro . 43.
Cap. VI. De//tf profondità delle Terme . 44,
Cap VII. S/ deduce ancora la loro magnificenza da ì cofpicui avan*
zi ? c&e */; e//e Terme fi fino trova ti . 45®
Cap Vili. Altri avanzi fintuofi alle Terme trovati . 48.
Cap IX. V arti , che vertfimdment e componevano le noftre T erme . 50.
Cap. X. De Minjftri delle Terme. 52.
Cap. XI. Di alcun Mejhero attenente all' ìfteffe. 54-
Cap. XII. Si dubita di una maggior eftenfione delle medefime • 5$.
Cap» XIII. Segue la ftefta materia * 58.
JL^Ibro IV. Cap. T. Ahufo 9 che fi venne a fare delle Terme « 59*
Cap. IL De/ tempo y in cui queftò abufo fi fece maggiore • ÒQ.
Cap. III. Dur azione di tale mal ufo • 61.
Cap. IV- ^ tale abufo vuole l antidetto Scrittore ejferne venuto
si difufo. 6 2.
Cap. V* Kefleffioni full et precedente opinione*
Cap VI. Del bagnar fi per le Fefiivttd della Ghie fa • 64*
Cap. VII. Opinione circa il totale delle pubbliche Terme .
Cap. Vili Quando? credibile che s im* oAtjceftero le Camice . 6 '*
Cap. IX. Si conferma in certo modo l’opinione precedente • 68.
Cap. X. Come venuta meno la nectjfitd delle Terme )baftò il comodo
de Bagni minori y e delle Stufi 69 •
Cap. XI, Corna ri fi r a itati’ OCCHIO lC uoftfr<s ^Terme .