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Full text of "Notizie istoriche degli intagliatori"

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NOTIZIE 

DEGLI 

INTAGLIATORI 

CON  OSSERVAZIONI  CRITICHE 

RACCOLTE  DA  VARJ  SCRITTORI  ED  AGGIUNTE 

A 

GIOVANNI  GORI  GANDELLINI 

DAL  rADJRE  MAESTRO 

LUIGI  DE  ANGELIS 

MINOR  CONVENTUALE 

socio  dell’accademia  delle  scienze,  e già’  PROFESSORE 
PUBBLICO  NELLA  UNIVERSITÀ*  DI  SIENA. 

Tomo  Quinto 

Del  proseguimento  dell'  Opera* 
fino  ai  nostri  giorni 

■ ■ - ■ ...  . --  ■ — i ....  ■■  I ■« 

Vindicat  Artifices , meritumque  impendit  honorem . 


SIENA  1809. 

Dai  Torchj  d’  Onorato  Porri 
Con  Approvazione . 


NOTIZIE  I STORICHE 


DEGLI 

INTAGLIATORI. 


BACCO  (Antonio)  nacque  in  Roma  Tan- 
no 1 549*  ; studiò  Farchitettura , e vi  riesci . Si  volle 
esercitare  ancora  nelT  intaglio  ; e fra  molti  pezzi 
di  architettura , ch’egli  incise , vien  reputata  cosa 
molto  bella  la  Pianta  di  S . Pietro  di  Roma  dì* 
segnata  da  Antonio  Sangallo 

Giorgio  Vasari  (Tom.  7.  ediz.  Senese  fol.  190.) 
scrive  9 che  tutto  quello-,  che  fece  Antonio  di  gio- 
vamento, è di  utilità  al  mondo,  è nulla  a paragone 
del  modello  della  vene  ratissima , e stupendissima 
fabbrica  di  S.  Pietro  di  Roma  y la  quale  essendo 
stata  a principio  ordinata  da  Bramante,  egli  con 
ordine  nuovo  y e modo  straordinario  l’aggrandì  y e 
riordinò  ....  come  si  può  vedere  nel  modello  fat-> 
to  per  mano  di  Antonio  Tabacco  suo  creato  y di 
legname,  e interamente  finito:  il  qual  modello  ^ 
ohe  diede  ad  Antonio  nome  grandissimo , con  la 
pianta  di  tutto  Pedifizio  sono  stati  ^ dopo  la  mor- 
te di  Antonio  Sangallo,  messi  in  stampa  dal  det- 
to Antonio  Tabacco . „ Il  modello  del  Sangallo 
scrive  Monsig.  Bottari  nella  vita  di  Michelangelo , 
(Vasari  Tom . io.  fol . 142.)  è tuttavia  iu  essere  nel 


4 Notizie 

Palazzetto  di  Belvedere,  e fa  lavorato  da  Labac - 
co  y ed  è tanto  grande , che  vi  si  entra  dentro 
agiatamente....  quantunque  in  parte  sia  stato 
renluto  meno  perfetto  coll’aggiunte  fattevi  sopra 
dell' ordine  attico,  dove  son  molte  imperfezioni 
in  quelle  pesanti  finestre,  e in  quelle  nicchie 
ineschine 

Pubblicò  anche  Abacco  un  libro  delle  cose  di 
Roma , eh'  è bellissimo  (fot,  191.)  Il  P.  Orlandi 
nell’Abecedario  Pittorico  lo  dice  soltanto  inta- 
gliatore delle  cose  Romane , e lo  chiama  Labacco  . 
Non  può  però  negarsi,  che  Monsig.  Bottali,  di- 
ligentissimo annotatore  di  Giorgio  Vasari  , abbia 
ragione  di  querelarsi  del  P.  Orlandi , che  non  fa 
gran  conto  dell’opera  pubblicata  dall’ Abacco  su 
le  antichità  Romane,  e se  n’esce  con  una  parola 
(Tom.  7.  vita  di  M.  Ant.  fol.  16 1.)  Quest'opera 
molto  stimata  e bene  intesa  fu  pubblicata  circa» 
il  i55o.,  secondo  riferisce  1*  istesso  prelodato  Mon- 
signor Bottari  ; ma  mi  dispiace  dover  io  ripetere 
col  Gh.  Tiraboschi  ( Stor . Lett * Ztal.  Tom . 7.  P . a. 
voi.  11.  fol.  499*)  di  non  poter  dare  una  distinta 
contezza  dell’ architettura  di  Antonio  Labacco, 
con  la  quale  si  figurano  varie  notabili  antichità 
di  Roma,  stampala  più.  volte  nel  corso  di  questo 
secolo,  perchè  non  l’ho  veduta.  Abacco  ejibe  mo- 
glie, che  sposò  nel  1 528.  ; ma  ignorasi  se  egli  aves- 
se dei  figlj,  e qual  fosse  lo  stato  della  sua  for- 
tuna. 

Avrei  creduto , che  Mi*.  Basan  , il  quale  nella  sua 
prima  edizione  non  lo  rammenta,  avesse  errato, 
dicendolo  soltanto  Abacco , cosa  molto  facile  agli 
Oltramontani  su  la  nomenclatura,  siccome  agli 
Italiani  su  i nomi  di  essi 5 molto  più,  ohe  nelPedi* 


degl’  Intagliatori  . '5 

sione  del  Vasari  fatta  in  Bologna  nel  i663.  in  3. 
si  legge  Labaco  . Ma  conviene  ricredersi  e dar- 
gli ragione  assolutamente  ; poiché  nel  Tom.  II. 
n.  li  3.  a fol.  377.  delle  Lettere  Pittoriche  ,.  ve  ne 
ha  una  scritta  da  Roma,  e mandata  in  SienaaBal- 
dassar  Peruzzi  di  suo  proprio  càrattere_,  in  cui  si 
sottoscrive  Antonio  alias  Abacco  . Ed  ecco  il  per- 
chè ho  apposto  in  questo  luogo  l’articolo  che 
l’interessa,  piuttosto  che  metterlo  alla  lettera  L_, 
che  credo  apostrofata  . Un  errore  di  Mr  Basan  è 
circa  l’anno  della  sua  nascita,  che  si  ascrive  fran- 
camente al  i549.»  essendo  che  l’iscrizione  posta  in 
S.  Pietro  vicino  alla  Cappella  di  Sisto  ad  Antonio 
Sangallo  suo  maestro,  è del  1546* 

ANTONIO  SANTI  GALLI  FLORENTINO  VRBE  MVNIENDA; 
AG  PVBL.  OrERIBVS  PKALCIPVEQ.  D.  PET1U  TEMPLO 
ORNANDI  ARCHITEGTOKVM  FACILE  PRINCIPI  y DYIVI 
VELINI  LACVS  EMISSIONE!»!  PARAT  PAVLO  PONT.  MAX* 
AVCTORE  INTERAMNE  INTEMPESTIVE  EXTINTO  ISABELLA 
UETA  VXOR  MOESS.  POS.  MDXLVI.  III.  ICALEND.  OCTOB. 

Se  dunque  furono  finiti  da  Lahacco  tutti  i det- 
ti modelli , poco  dopo  la  morte  di  Antonio  ec. 
non  può  essere  che  egli  nascesse  il  1549^  stante 
che  sarebbe  nato  dopo  la  morte  del  Sangallo,  il 
che  ripugna  . Direi  piuttosto  che  a quell’  età 
Abacco  fiorisse . 

ABBIATI  ( Giuseppe ) rammentato  dal  Gandel- 
lini , e taciuto  dal  Basan  anche  nella  sua  secon- 
da edizione.  S’ignora  precisamente  Panno  della 
*ua  nascita,  indicandosi  soltanto  la  di  lui  patria 
Milano  sul  principio  del  secolo  XVIII.  L’Abe- 
Pittorico  il  atta»  del  celebre  Filippo  Ab- 


6 Notizie 

biati  Pittore  di  una  certa  franchezza , e come 
dicono  , sprezzatura  , che  quantunque  non  finisca  , 
piace  (Lanzi  Stor.  Pit.  Tom . a.p  i.  Scuola  Mi- 
lanese). Egli  mori  nel  i 7 1 5.  in  età  di  75.  anni, 
e lasciò  un  buon  patrimonio  ai  figli  ( Abec  Pit.  ) 
Sarebbe  forse  Giuseppe  uno  di  essi  ? Le  sue  ope- 
re son  riportate  dal  Gandellini . 

ABERLL’  (Giovanni  Luigi).  H Basan  lo  fa 
nascere  nel  1723.  in  Winterthur  , e lo  fa  scolare 
di  Mayer,  e Green  . Dee  leggersi  però  Meyer,  come 
Bost  scrive  nel  suo  Manuel  ( École  Allemand) , 
e com’egli  stesso  al  respettivo  articolo  di  Meyer 
avverte.  Mr.  Basan  dovea  rammentarsi,  che  Fe- 
lice Meyer  cessò  di  vivere,  secondo  egli  asseri- 
sce, nel  1713.,  e che  se  Giovanni  Luigi  Aberlì 
è nato  nel  1728.,  non  può  essere  stato  suo  disce- 
polo. Gonvien  però  asserire  con  Mr.  Rost  ( loco 
cit.) , che  egli  apprendesse  gli  elementi  dell’arte 
da  Enrico  Meyer  figlio  del  prenominato  Felice  , 
di  cui  Basan  non  ne  ha  fatto  ne  ppur  menzione  : 
onde  parrebbe  che  non  lo  conoscesse  nè  per  inta- 
gliatore , nè  per  maestro  di  Aberlì  . Crederei , che 
avesse  sortito  i suoi  natali  nella  suddetta  Città  cir- 
ca l’anno  1700.;  poiché  se  fosse  nato  secondo 
Rost  nel  1786.,  Enrico  figlio  di  Felice  Meyer  sa- 
rebbe stato  all’età  di  cento  anni,  quando  inse- 
gnava ad  Aberlì;  nel  qual  caso  era  impossibile, 
che  Mr.  Basan , che  ci  diede  l’ultima  sua  edizione 
nel  1789.,  potesse  parlarne  * Rost,  che  nel  1797. 
ci  ha  dato  le  opere  dopo  che  Aberli  rinunziò 
allo  stile  di  Meyer,  non  avrebbe  potuto  nem- 
men  esso  discorrerne,  essendo  allora  di  anni  11. 
Scoperse  Aberlì,  che  le  maniero  di  questo  suo 
precettore  non  eran  per  lui;  q trasportato  da  gè- 


degl’ Intagliatori  . 7* 

nio  d’ imitare  la  natura , che  molto  gli  giovò  y 
si  fece  come  uno  stile  suo  proprio  . Maneggiò  il 
pennello  con  particolare  dolcezza , e tratteggiò  la 
punta  con  maestria;  ma  sempre  nei  paesaggj,  nel 
qual  genere  di  pittura  si  trovò  dal  suo  gemo 
chiamato . 

Stabilitosi  in  Berna , disegnò  da  due  parti  quel- 
la Città , e sotto  la  sua  direzione  la  fece  intaglia- 
re da  And.  Zingg  suo  allievo.  La  sua  pratica  del 
chiaroscuro  acquistata  nel  dipingere  lo  rese  mi- 
rabile nell*  alluminare  le  vedute  della  Svizzera 
*0  che  di  per  se  leggermente*  avea  intagliate  a 
punta  j o che  altri  aveano  incise  ad  acqua-forte  . 
Tali  sono  quelle  dei  Dunker,  Guttenberg,  Pfen- 
ninger  j ove  si  osserva  mantenuto  sempre  lo  spi- 
rito y e la  precisione  del  disegno . Egli  diede  nor- 
ma, per  cosi  dire,  a tutti  gli  altri,  che  in  ap- 
presso ci  hanno  dato  le  vedute  più:  belle  , e pit- 
toresche della  Svizzera  . Conciliarono  però  ad 
Aherlì  la  comune  approvazione  quelle  vedute 
ch’egli  disegnò  nel  Cantone  di  Berna y e che  gli 
uomini  di  gusto  non  cessano  di  ammirare  come 
il  capo  d’opera  in  tal  maniera  e d’incidere,  e di 
colorire . Ne  feci  onorata  menzione  ( nel  Tom . JF. 
par.I.  cap.  22  fol.  i44*)  proponendole  come  per 
esempio  a coloro,  che  vi  si  volessero  esercitare. 
Trova nsi  delle  sue  opere  varie  serie  dalle  quali 
$i  prendono  come  pezzi  principali  i seguenti  : 

I.  Veduta  diNidau  presso ’1  lago  di  Bienne , in  foi,  int. 

II.  Veduta  presa  dal  Castello  di  Thoun , in  fot % ine. 

III.  Contrada  disegnata , dai  Baluardi  di  Berna,  in  fol.  int . 

IV.  La  Città  di  Berna  dalla  parte  del  Nord  , in  foia  int . 

V.  La  Valle  di  Oberhasli , in  fol.  int. 

VI.  Veduta  del  Villaggio  , e del  Lago  di  Brientz^ 
ò»  fol.  int . 


8 Notizie 

VII.  Veduta  di  Vevay,  in  foi . int. 

Vili.  Veduta  di  Losanna,  ad  acquafòrte  da  Dtinker , 
in  fai.  int. 

IX.  Veduta  di  Carlter,  e del  Lago  di  Bienne,  gr.  in 
fot  int. 

X.  Veduta  del  Castello  di  Wimmis,  e dei  contorni, 
gr.  in  fol.  int. 

XI.  Veduta  di  Yverdun  presa  da  Clindi , gr. in  fol.  int. 

Xil.  Veduta  disegnata  a Mourì  presso  Berna , gr.  in 

fol.  int. 

XII I.  Cascata  d’acqua  detta  Staubbach  nella  valle  di 
Lauterbrunnen,  acquafòrte  di  Pfenninger , in  fol.  in  alt. 

XIV.  Una  parte  degli  ammassi  di  ghiaccio  di  Grin- 
delwald,  acquafòrte  {li  Pfenninger , in  fol.  in  alt . 

ACKERiVIÀNN,  abile  molto  nella  meccanica, 
ma  nell’ intaglio  riesci  molto  mediocremente.  Vi- 
veva su  la  metà  del- secolo  XVIII. 

ACQUA , o AQUA , come  scrive  Mr.  Basan 
(edizione  seconda)  (Cristoforo  dell'  ) Nacque  a 
Vienna  nel  1690.,  e fu  disegnatore,  ed  intaglia- 
tore, del  quale  si  hanno  le  seguenti  stampe, 

I.  Federico  il  Grande  Re  di  Prussia. 

II.  Giulio  Ferrari  Patrizio  Veneto. 

III.  11  Porto  di  S.  Maio,  in  fol . gr.  in  trai?. 

IV.  Il  vecchio  Porto  di  Tolone,  in  foi,  gr.  in  tr. 

V.  Il  Porto  di  Brest,  in  fol . gr.  in  tr. 

VI.  Il  Porto  di  Roccaforte,  infoi,  gr.  in  tr. 

Questi  ultimi  quattro  pezzi  sono  tratti  dagli 

originali  del  Ver  net . 0 

VII.  Vili.  I quattro  Elementi , incisi  dagli  originali  di 

Mr.  Lovis  de  Boullogne , primo  pittore  del  Re  di  Fran- 
cia, in  fol.  gr.  in  tr.  * * 

IX.  Veduta  del  Porto,  di  Dieppe,  dagli  originali  di 
Ver  net , in  fol.  gr.  in  tr. 

X.  L’Amor  filiale,  in  fol.  gr.  in  tr.  ovali. 

XI.  L’Amor  materno , in  fol.  gr.  in  tr.  ovali  . 

XII.  L’afflitta  Madre,  in  tol.  gr.  in  tr . ovali. 

XIII.  11  Padre  felice,  in  fol.  gr.  in  ir.  ovali. 

Le  suddette  quattro  stampe  furono  tratta 
dagli  originali  del  Cipriani • 


d£clMntàgl*atoiu.  q 

XIV.  XVII.  I quattro  Elementi  dagli  originali  di  HumiU 
tofiy  mezzo  foL  in.  ovale. 

XV 111.  Regio  Porto  Orientale,  in  foi • gr.  in  tr. 

XIX.  Ampia  Vi.Ha  Reale,  in  foi,  gr.  in  tr. 

Sono  queste  due  vedute  di  prospettive  sul 
justo  romano  antico  alla  moda  del  Bibbiena , le- 
vate dagli  originali  dei  celebri  Architetti  Fran- 
cesco Avi  ani  > e Civili  Veneziani . 

Incise  ancora  alla  maniera  dello  Strenz  le 
seguenti  stampe  tratte  dagli  originali  di  Guido 
Rem  , Salvator  Rosa  , ed  Andrea  Succhi  . 

XX.  Venere  adornata  dalle  Grazie,  in  foi,  gr.  in  tr, 
da  Guido  Reni . 

XXI.  La  morte  di  Cleopatra,  dal  medesimo,  in  fol.gr.  in  tr. 

XXII.  Belisario  fatto  cieco,  in  fol.  gr.  in  tr.  da  Sal- 
vator Rosa . 

XX111.  Apollo,  che  corona  demerito,  da  Andrea  Suc- 
chi , in  fol.  gr.  in  tr. 

XXIV.  Ritrovamento  di  Romfllo , e Remo  , dagli  ori- 
ginali di  Pietro  da  Cortona , in  fol.  gr.  in  tr. 

XXV  Cesare  , che  repudia  Pompea , dal  medesimo,  in 
fol.  gn.  in  tr. 

XXVI.  XXXV11.  Dodici  pezzi  consistenti  in  Palazzi 
del  Palladio,  Piazze  di  Vicenza,  e Teatro  Olimpico, 
in  fol.  gr.  iti  tr. 

XXX  Vili.  Le  petit  Sabat , da  Mr.  Huet , inmez.fol.  in  tr. 

XXXIX.  Lcg  Bollile*  de  Savon  , dal  medesimo,  itimez. 
fol.  a tr. 

XL.  Le  Jeu  du  Cerf-volant,  dal  medesimo,  in  mez.fol.  a tr. 

XL1.  Le  petit  Chàteau  de  Cartes , dal  medesimo , in 
mez.  fol.  a tr. 

XLli.  La  Bouillie  aux  Chats,  dal  medesimo,  in  mez- 
fol  a tr. 

XL111.  Le  Jeu  de  Ballon  , dal  medesimo , in  mez.fol . a tr. 

XLIV.  Il  Fratello,  che  dà  un  regalo  alla  sua  Sorella, 
dal  medesimo,  in  mez.  fol.  gr. 

XLV.  La  Sorella , che  dà  la  mancia  al  suo  Fratello , 
dal  medesimo,  iti  mez.  fol.  gr. 

XLVI.  La  Capra  ben  amata,  dal  medésimo,  in  meZ% 
fol.  gr. 

XLVll.  I Trampali,  dai  medesimo,  in  mez.  fol ■ grx 


10  Notizie 

ACQUA  ( Giuseppe  dell*),  consanguineo  forse 
del  precedente  Cristofano^,  del  quale  si  trovano 
fra  le  altre  stampe  le  seguenti,  che  sono  come 
quelle  di  Cristqfano  nel  Catalogo  delle  stampe 
in  rame  ed  in  legno,  e delle  varie  qualità  di 
carte  privilegiate , le  quali  si  lavorano  a Bassa- 
no  presso  la  dita  di  Giuseppe  Remondìni  e figli 
di  Venezia , con  i suoi  prezzi  fissati  a moneta 
Veneta  1791.  in  1 a. 

I.  Il  Venditor  di  frutta,  dal  Bernet , in  mez.  fol.  a tr> 
in  ovato . 

II.  1 Marinari  in  riposo  , dal  medesimo  9fnmez.foh  a tr. 

III.  La  Pescatrice , dopo  la  pesca,  dal  medesimo,  in 
me z.  fol.  a tr, 

IV.  1 Pescatori,  che  fanno  edizione,  dal  ihedesimo, 
in  mez.  fol.  a tr, 

V.  Rinaldo ^ ed  Armida,  dal  Cipriani9  in  mez.  fol, 
a tr.  ovato . 

VI.  Cupido,  che  lega  Aglaja,  dal  medesimo,  in  mez. 
fol.  a tr.  ovato . 

VII.  Angelica,  e Medoro,  dal  medesimo,  in  mez.  fol- 
ti tr.  ovato.  . 

Vili.  Cefalo,  e Proci,  dalla  Kauffman , in  mez.  fol. 
a tr.  ovato . 

IX.  La  Vendetta  di  Cupido,  de  J.  H.  Benvìél , inmez . 
fol.  gr.  ovato . 

X.  Cupido  disarmato,  dal  medesimo,  in  mez.  fol.  gr. 
ovato . 

XI.  XIV.  Quattro  vedute  dei  contorni  di  Bajona , dal 
Vernet , in  fol.  gr.  a tr. 

XV.  XVII.  Quattro  Prospettive  della  veduta  del,  fiume 
Reno,  dal  Vernet , e da  Brinckman , in  mez.  fol.  gr. 

XV111.  XXI.  Quattro  pezzi  rappresentanti  le  quattro 
Stagioni , da  Pillemet , in  mez  foh  a tr. 

XX11.XXV.  Quattro  Paesaggj , dal  medesimo,  inmez. 
fot  a tr. 

XXVI.  XXIX.  Quattro  vedute  dei  contorni  di  Fraacati 
nella  campagna  di  Roma , in  mez.  fol . gr.  ovato . 

XXX.  11  Golfo  di  S.  Eufemia,  in  4.  di  fol.  gr.  a tr . 
dagli  originali  dei  Favelle. 


ì 


degl* Intagliatori  . i* 

XXXI.  Il  Golfo  di  Cagliari , dal  medesimo  , come  sopra  . 
XXXII.  Il  Golfo  di  Rapalo  , dal  medesimo  , come  sopra  . 
XXXIII.  Il  Golfo  di  Poiicastro  , dal  medesimo , come  sop. 
XXXIV.  XLV1  Dodici  vedute  di  varj  Paesaggj , Vil- 
le ec.  inventate  e disegnate  dall’ Aherlì , in  4.  a trav. 

XLV1I.  L.  Quattro  stampe  a maniera  nera  dagli  origi- 
nali del  Teniers , in  mez.  fol.  a trav.  in  ovato . 

Intagliò  col  Testolini  sei  rami  dagli  originali 
di  Londra  della  celebre  Angelica  Kauffman  > £ 
dall’ insigne  Pittore  Lauranson  , e sono: 

LI.  Palemone , e Lavinia,  in  mez . fol.  in  ovato. 

LII.  Rosaiinda,  e Celia,  come  sopra. 

LI1I.  Damon  e Musidora , come  sopra. 

LIV  Damon,  e Delia,  come  sopra . 

LV.  Lubin,  e Rosalia,  come  sopra. 

LV1.  Celadon  , e Amalia  , come  sopra  . 

LVII.  LX.  Le  quattro  Stagioni,  dalla  Kauffman,  infoi, 
gr.  rotondo  . 

LXI.  Le  Ninfe  che  sacrificano  a Cupido,  della  medesi- 
ma , in  fol.  gr.  a trav.  in  ovato  . 

LXII.  Le  Ninfe  che  sacrificano  a Mercurio  , della  me- 
desima, come  sopra. 

LXIII.  Una  Ninfa  sacrificante , della’medesima  , come  sop . 
LX1V.  L’Armonia,  della  medesima  , come  sopra. 

LXV.  L’ultimo  incontro  fra  Carlotta,  e Werter  da 
G.  R.  Ryley , in  mez.  fol.  ovato. 

LXV1.  Visita  alle  Donne  delle  Tigli  e,  dal  medesimo, 
come  sopra  • 

LXV11.  Figlia  scoperta  ne’ suoi  amori,  dal  medesimo, 
come  sopra . 

LXV111.  Amante  disperato  che  stà  per  uccidersi,  dal 
medesimo,  come  sopra. 

LX1X-  Le  Pescatrici  in  riposo , dagli  originali  del  Fer- 
net > in  fol.  a trav.  ovato . 

LXX.  11  Pescatore  con  l’amo  , dal  medesimo,  come  sop. 
LXX1.  La  Barca  rovesciata,  dal  medesimo,  come  sop. 
LXX11.  Le  Femmine  al  bagno  nell’estate,  dal  medesi- 
mo , come  sopra . 

LXX111.  Roger  and  Jenny,  da  S.  Sehelley , in  mez.  fol. 
LXXIV.  Peggy  and  Patie , dal  medesimo  , come  sopra . 
LXXV.  Peggy  and  Jenny,  dal  medesimo,  come  sopra. 
i*XXVl.  Pitie  and  Peggy,  dal  medesimo,  come  sopra. 


fia  Notizie 

ADAM.  Il  Basan  pone  in  questo  luogo  si  nella 
prima,  che  nell’altra  edizione , Adamo  Mantovano, 
perchè  trovasi  qualche  volta  scritto  Adam  sculpsit , 
Adam  scultore . Veramente  le  stampe  conosciute 
di  quest* Artista  han  sempre  annesso  il  sno  nome, 


che  avea  ristretto  nella  presente  cifra 


jSi  • Sti- 


ino  anclP  io  ben  fatto  per  le  suddette  ragioni  trat- 
tar del  medesimo  in  quest’ articolo . Il  Gandellini 
lo  pone  alla  lettera  M senza  dir  nulla  della  sua 


vita , 


e con  la  cifra 


che  molto  diversifica 


dalla  qui  sopra  notata,  la  quale  combina  ancora 
colPAbecedario . 

Egli  fu  della  famiglia  Ghisi , e nacque  in  Man- 
tova circa  il  i53o.  fratello  minore  del  famoso 
Giorgio  Mantovano.  S' inganna  Mr.  Basan  assais- 
simo quando  dice  francamente,  che  Adam  in- 
tagliasse ai  primi  del  secolo  XVI.,  giacohè  Gior- 
gio suo  fratello  maggiore  nacque  nel  1524.;  °nde 
dee  piuttosto  dirsi,  che  principiasse  a lavorare  circa 
la  metà  di  quel  medesimo  secolo  . Vedi  Mantuan  . 
JFu  bravo  disegnatore,  ed  incisore  a bulino,  es- 
sendo il  suo  disegno  assai  corretto  , e le  sue 
stampe,  sull’esecuzione,  quantunque  non  arrivi- 
no al  pregio  di  quelle  del  suo  fratello  Giorgio , 
non  lasciano  di  avere  del  merito  presso  gl’  inten- 
denti . Attendendo  a quest’  arte  , scelse  per  inci- 
dere alcuni  soggetti  dai  più  bravi  Pittori  italiani . 
Tali  sono: 


1.  Natività  del  N.  S.  G.  C.,  da  Giulio  Rem.  inv.  Adam 0 
Scultore  Mant.  se. , gr.  in  fol.  0 

Si  vede  in  questa  stampa  il  Padre  Eterno  in 
frnezzo  ad  una  gloria  di  Angeli  - sotto  di  esso  lo 


degl*  Intagliatori  , i3 

Spirito  Santo  contornato  da  un  grande  splendore t 
S.  Giuseppe  , e Ja  Vergine  che  fascia  Gesù  Barn-* 
bino  in  terra . Il  Gandellini  non  rammenta  que- 
sta stampa^  ed  è una  delle  migliori  di  Adam. 

II.  La  Presentazione  al  Tempio  di  Maria  Santissima, 
da  Niccolò  Martinellis . Romae  l58l.  Adam  Scult.  Marita 
se- , gr.  in  fol.  Anche  questo  pezzo  manca  nel  Gandelli- 
ni , e dal  Basan  non  se  ne  rammenta  nessuno  . 

III.  La  Vergine  della  Pietà  col  Corpo  di  Gesù  Cristo 
morto  su  le  ginocchia,  dal  marmo  di  Michel' Angelo  t 
Adam  Mantuano  l566.  Vi  si  vede  la  cifra  con  1’  iscrizio- 
ne in  caratteri  grandi  MIC.  ANG.  BON AROTA  ec .pes- 
alo gr.  in  fol.  in  fondo  bianco . 

Questa  stampa  è stata  rifatta,  e si  distingue 
facilmente,  essendosi  cangiato  il  campo  di  bian- 
co , ch’egli  era  , in  un  paesaggio  . Ritiene  però  la 
medesima  cifra  la  medesima  iscrizione  : e solo  vi 
si  è falsamente  aggiunto  : Romae , Ani.  Lafreri  se. 
Jl  Gandellini  col  suo  silenzio  dimostra  , che  di 
questa  stampa  non  ne  avea  alcuna  idea. 

IV.  Amore , che  porta  le  armi  di  Marte , coti  la  cifra 
di  Adam  in  8. 

£’  nel  suddetto  Indice  con  questa  espressio- 
ne : Amore  vincitore , che  porta  Vaimi  per  trofeo 
(da  Giulio  Romano)  . 

V.  Venere  che  si  pettina,  conia  cifra  come  sopra  in  8. 

Ne  parla  anche  il  Gandellini. 

E'  nell’Indice  del  Rossi , ed  è in  mez.  fol.  gr. 

VI.  Marte  pronto  a partir  per  la  guerra , al  quale  va 
innanzi  Cupido  * con  la  cifra  ec.  in  4. 

VII.  Diana , che  parte  per  la  caccia , con  la  cifra  ec.  in  4* 

Queste  sono  invenzioni  di  Giulio  Romano . 

Vili.  Angelica,  e Medoro,  che  scrivono  il  loro  nome 
su  di  una  corteccia  d’albero.  Non  vi  e ne  cifra , ne  nome , 
ed  h in  4. 

IX.  Ercole  seduto  da  un  lato  di  Jole,  da  Giulio  Ra* 
mano  1/14. 


Notizie 

X.  Endimione  rivolto  a rimirar  la  Luna,  dal  medesi- 
mo , in  4- 

E’  nell* Indice  predetto,  in  mez . fol. 

XI.  Ercole  al  Bivio , con  la  Virtù , ed  il  Piacere  , da  Giu* 
Ho  Romano  in  4.  e in  8.  Ma  nell’  Indice  di  Domenico  Rossi 
ediz.  in  Roma  1709.  in  12.  si  descrive  in  mez.  fol. gr.  intr. 

XII.  Due  Amorini , che  conducono  un  carro  con  la  tìgu- 
ra  di  un  fiume,  del  medesimo,  in  ovato  in  4. 

E’  anche  nel  detto  Indice  , in  mez.  fol,  gr.atr. 

XIII.  Due  Amori , che  scorrono  il  Mare  sopra  due  Deh 
fini,  dal  medesimo,  in  ovato  in  4. 

E*  anche  nell*  Indice  predetto  . 

XIV.  Dio  Pane  , che  suona  l’organo  a sette  canne  , con 
Venere  ed  un  piccolo  Amorino,  con  la  cifra  di  Adam 
in  ovato  in  4. 

XV.  Statua  del  Nilo,  in  mez.  fol.  gr.  a trav. 

Trovasi  rammentata  nel  suddetto  Indice  di 

Domenico  de’ Rossi,  e non  conosciuta  da  Rost. 

“ XVI.  La  Servitù  , sfigurata  in  un  giovane  col  giogo  in 
spalla  e con  i piedi  legati , in  fol.  gr. 

Non  ne  parla  Rost,  ed  è nel  suddetto  Indice. 

XVli.  La  Vittoria  sedente,  che  scrive  sopra  uno  scudo, 
da  Giulio  Romano , in  mez.  fol.  gr. 

XV1U.  Ercole,  che  stringe  Anteo,  dal  medesimo,  in 
mez.  fog.  gr. 

Trovasi  nell’  Indice  predetto  . 

XIX.  Apollo  con  la  lira,  dal  medesimo,  inmez.fol.gr . 

Nel  predetto  Ìndice. 

XX.  Marte  sedente  con  Ancore , dal  medesimo,  in  mez. 
fol.  gr. 

Nel  suddetto  Indice. 

XXI.  Caccia  di  un  Leone,  che  sbrana  un  Cavallo,  da 
Giulio  Promano , in  mez.  fol.  gr.  in  ovato . 

Nell’Indice  come  sopra. 

XXII  Pescatori  in  due  barche  con  reti,  dal  medesimo* 
in  fol.  gr.  a trav 

Nell’ Indice  del  Ro&i  ee; 


degl*  Intagliatori  . 1 5 

XXI li.  Sposalizio  di  S.  Caterina,  dai  medesimo,  in 
fol  gr.  a tr. 

Nel  suddetto  Indice. 

XXiV.  La  Madonna,  che  allatta  il  Bambino  in  seno,  ■ 
dal  medesimo,  in  mez.  fol.  gr. 

Nel  suddetto  Indice. 

Le  altre  stampe  sono  rammentate  dal  Gan- 
dellini,  delle  quali  non  ne  ha  fatto  menzione 
Rosi*  , Manuel , da  cui  sonosi  tradotti  i suddetti 
quattordici  pezzi . 

ADAM  ( Giacobbe  ) . Mr.  Basan  nella  ( seconda 
ediz.)  lo  dice  nato  in  Vienna  n^l  1786.:  ma  Rost 
( Manuel  ec . Ecole  Allemand  Tom.  a.)  asserisce 
che  nacque  circa  il  1748.,  ed  ha  ragione.  Sotto 
il  ritratto  di  Giovanni  Hermann  da  lui  inciso 
trovasi  il  suo  nome  J.  Adam  se . Viennae  1782. 
Intagliava  forse  egli  prima  di  nascere  ? Altre  pro- 
ve evidenti  si  ricavano  dal  Catalogo  delle  sue 
stampe,  che  qui  sotto  si  riportano.  Frequentò 
da  giovinetto  l’ Accademia  Imperiale  delle  arti 
del  Disegno,  e dell* Intaglio  di  quella  illustre 
sua  Patria  in  compagnia  e competenza  di  Gio- 
vanni Ernesto  Mansfeld  di  Praga , e vi  si  distìnse 
per  T eleganza  del  suo  bulino.  Sono  perciò  mol- 
to stimati  i suoi  ritratti  degli  Uomini  celebri 
dell’Austria , che  vennero  alla  pubblica  luce  pres- 
so Àrtaria  e Compagni,  Mercanti  di  stampe  ir* 
Vienna . Essi  sono  nella  maggior  parte  in  8. 
Mr.  Basan  si  è contentato  soltanto  accennarli  sen- 
aa  individuarne  alcuno.  Ma  Rost  nel  suddetto 
suo  Manuel  gli  descrisse. 

b Pietro  Leopoldo  Granduca  di  Toscana  , dipinto  a Fi* 
re/i  2J  e dal  Zofiani , inciso  a Vienna  da  Adam . 

II.  Antonio  Raffaello  Mengs  dipinto  da  se  stesso . 

Questo  è l’ultimo  ritratto,  che  Mengs  si  fece  * 


llff  N O T 1Z  I E 

Lo  Scrittore  delle  Memorie  concernenti  la 
Vita  di  Ant.  Raffaello  Mengs  edizione  di  Bassa- 
no  1783.  Tom.  2.  in  8.  al  Tom . K fol . CXXX. 
afferma,  clipei  fece  molti  Ritratti  di  Se  stesso  po- 
co men  di  mezza  figura  * che  donò  ai  suoi  amici  / 
e tra  gli  altri  a Don  Bernardo  de  Y ri  arte , 

III.  Giovanni  Hermann  L.  E.  a Riedesel,  J.  Donat 
pinx.  Teschinae  1 779.  J.  Adam  se.  Viennae  1782. 

IV.  Ignatius  a Born  Eques.  Bcytin  pi/ix.  Adam  se. 
Viennae  1782. 

V.  Michael  Denis,  J.  Dpmier  fèc.  idem  se.  1 78 r. 

VI.  Gedeon  Baro-«.  Laudón  C.  Vinanzer , in  8. 

VII.  Massimiliano  I.  vestito  secondo  l'uso  dei,  suoi 
tempi , da  Luca  di  Leyda  in  4.  Nelle  Vite  degli  Uomini 
Grandi  Tedeschi  di  Klein . 

Vili.  Rappresentazione  della  ceremonia  dello  Sposali- 
zio dell’Arciduca  Francesco  d’Austria  con  la  Principessa 
Elisabetta  di  Wurtenberg , eseguita  in  Vienna  nella  Chie- 
sa Parrocchiale  della  Corte  il  6.  Génnajo  17S8.  J.  Ch . 
Sambaoh  delia.  J.  Adam  se.  in  fol.y  con  descrizione 
in  francese. 

ADAM  (Pietro),  Pittore  Tedesco,  die  ha  in- 
tagliato ad  acqua- forte  un  seguito  di  sei  Pae- 
saggi p.  ps.  in  tr. , e vi  ha  scritto  il  suo  nome . 

Anche  questo  è rammentato  nella  suddetta 
edizione  da  Mr.  Basan . 

ADAM  ( Roberto) y Inglese  > nato  nel  i53o.  in 
Londra,  ed  ivi  morto  nel  i5c)i.,  come  asserisce 
Mr.  Basan,  o nel  1595.  secondo  piace  al  Milizia 
( Dizionar . delle  Bielle- Arti  del  Disegno).  Fu  Ar« 
chitetto  di  molto  nóme  sotto  il  Regno  di  Elisa- 
Betta,  che  gli  diede  la  soprintendenza  alle  fabbr- 
iche Regie  ed  alla  costruzione  dei  Bastimenti  „ 
Descrisse  in  forma  d'arte  e con  molta  intelligen- 
za il  Tamigi  y e ne  additò  la  maniera  di  ben  for- 
tificarlo. Intagliò  co*  molto  spirito  gli  avvenir 


DFGL*  fNTAGLTATORT.  17 

menti  della  Flotta  Spaglinola  appellata  lTnvincibi- 
le?  quand’ella  approdò  su  le  coste  dell- Inghilterra. 

ADAMS  (Roberto),  parimente  Inglese,  ma  da 
non  confondersi  col  prelodato  qui  sopra  , quantun- 
que non  inferiore  ad  esso  sì  nel  genere,  che  nel 
merito  dell’arte . Anzi  convien  rilevare  per  suo 
giusto  elogio, che  nell’Architettura  gli  fu  assai  su- 
periore , perciocché  venne  nell*  Italia , trattò  con  i 
bravi  Architetti  di  quei  tempi,  vide  i più  belli f 
e cospicui  monumenti  delPArte , gli  studiò  sot- 
to quei  bravi  Maestri , e se  ne  ritornò  a Londra 
ricco  delle  più  belle  e solide  cognizioni  II  Re 
Giorgio  II.  lo  elesse  ivi  per  suo  Architetti  . Ser- 
vendosi Roberto  con  maestria  delPacquaforte , in- 
cise varj  monumenti , e diede  alla  luce  molti  vo- 
lumi di  Architettura  9 che  gP  Intendenti  avida- 
mente ricercano.  Era  nato  in  Londra  Pultimo 
anno  del  Regno  di  Giorgio  I.  nel  1726. 

ADLER  (Filippo) . Scrive  Basan  ( seconda  edi - 
zione)  che  viveva  quesPArtista  circa  l’anno  i5i8. 
Egli  è rammentato  da  Florent  le  Corate,  e da 
Mr.  Strutt. 

ADM1RAL,  o Ladmiral  (Giovanni)  nacque 
in  Leida  ( Rost  Manuel)  nel  1680.,  e si  eserci- 
tò ad  incidere  a colori.  Fece  in  questa  specie 
dei  Ritratti , e sopra  tutto  tentò  di  rendere  le  ve- 
re tinte  del  corpo  umano;  cose,  come  avvertim- 
mo (T.  IV ’.  p.  1.  e.  19.  foL  i32.),  assai  difficili 
ad  eseguirsi.  Tutta  volta  le  stampe  dell ’Admiraì, 
che  trovansi  negli  Scritti  Anatomici  del  celebre 
Ruyschj  sono  meritamente  stimate  dai  veri  co- 
noscitori di  tal  genere . Piacciono  ancora  _,  e non 
senza  ragione , i suoi  Insetti , che  egli  raccolse  nello 
spazio  di  trentanni . scorrendo  la  Francia  s l’OJan- 
Tom . V.  2 


i8  Notizie 

8a,  e P Inghilterra , e elio  pubblicò  in  XV.  fo- 
glj.  Veramente  a marquetterie  questi  sarebbero 
i soggetti  più  adattati  ad  incidersi  , insieme  con 
le  piante,  alberi,  frutta,  ed  animali,  per  servire 
utilmente  alla  Storia  naturale. 

ADORF  ( Giovanni-Cephal ) . Nacque,  dice  Mr. 
Basan  (/oc.  cit.  ),  in  Lipsia  nel  1720.,  ed  incise 
per  suo  divertimento  molti  Ritratti , die  non  man- 
cano di  merito.  Trovasi  fra  questi  citato  dal  pre- 
detto Basan  . 

Andrea  EhVig  Medico , in  8. 

AELST  ( ) . Di  esso  trovasi  una  Stampa  di 

mezzana  grandezza,  in  cui  vedesi  S Giuseppe, 
che  tiene  per  mano  Gesù  Bambino  ( Basan  Di- 
ctionnaire  des  Graveurs  a Paris  1789.  T.  2.) 

AELST  (Niccola  Van-) . Nacque  in  Bruxelles 
il  i53o.,  ed  intagliò  varj  soggetti  dell’antico,  e 
nuovo  Testamento  da  Giulio  Romano. 

AENEAS  Vicus . Si  riporta  in  questo  Artico- 
lo , poiché  si  trova  frequentemente  scritto  il  suo 
nome  Ar'neas , e vien  conosciuto  più  per  esso , che 
pe  *1  suo  cognome  Vicus,  o Vighi,  o Vico  , Il  Gan- 
dellini,  che  lo  riporta  alla  Lettera  V.  fol.  302., 
non  assegna  l’anno  in  cui  nacque , ma  ci  dice 
c Vegli  era  al  servizio  dei  Duchi  di  Ferrara  Pan- 
no i568.  Mr.  Basan  con  la  solita  sua  franchezza 
lo  fa  nascere  nei  1570.  Gran  che  I 

Nel  Catalogo  delie  Stampe  di  que.st’Artista  se 
ne  trovano  alcune  con  Panno,  e segnatamente 
la  Battaglia  dei  Centauri  e dei  Lapithi  dal  Rosso 
nel  i54a.,  che  rammenta  V istesso  Basan.  Con- 
vien  però  dire,  che  o Basan  non  Pahbia  veduta, 
o che  non  avvertisse  alPanno  suddetto , che  vi  si 
vede  impresso.  L’abbaglio  cronologico  non  può 


degl’  Intagliatosi  : T Qf 

essere  più  vistoso.  Rost  ( Manuel  T.  ITT . EcoIg 
Jtalienne ) il  fa  nato  in  Parma  nel  i5i2.;  ma 
secondo  il  P.  Affò,  nelle  Memorie  dei  Letterati 
Parmigiani,  nacque  nel  1 5a3.  Sembra, che  Mr.  Rose 
non  accordi  tutta  quella  perfezione  alle  Stampe 
del  Vico,  che  crede  avervi  discoperta  il  Gandelli- 
ni . Non  può  negarsi  3 in  realtà  ^ che  in  molte 
sue  produzioni , come  nella  Battaglia  dei  Centau- 
ri, nella  Battaglia  delPAmazzoni , nella  Giudit- 
ta, ed  in  altre  i contorni  non  sieno  un  poco 
troppo  risentiti,  e non  hen  trattate  le  propor- 
zioni massimamente  nelPestremità . Rost  per  al- 
tro vorrebbe  troppo  nel  confronto  ch/égli  fa  delle 
Stampe  di  Marcantonio  con  quelle  del  nostro 
Enea,  che  ciò  non  ostante  , avrà  sempre  un  posto 
distinto  fra  gl*  Intagliatori  del  tempo  suo  . 

E quantunque  sia  questo  il  luogo  per  rilevare 
ì pregj  suoi  nell’Incisione,  pure  crederei  non  poe- 
tesse riescire  discaro  agli  Amatori  conoscerlo  an- 
cora pe  *1  lato  della  Storia , alla  quale  riunì  la 
perizia  delParte,  che  con  tanta  lode  esercitava. 
appresso  (dice  il  Vasari  Tom.  7.  fol.  1 58.)  per- 
che Enea  avea  V ingegno  elevato , e desideroso 
dì  passare  a maggiori , e piu  lodate  imprese , si 
diede  agli  studj  de  IL'  antichità , e particolarmente 
delle  medaglie  antiche,  delle  quali  ha  mandato 
fuori  più  libri  stampati , dove  sono  l'effigie  vere 
di  molti  Imperatori , e le  loro  mogli , con  Visori - 
zioni,  e riversi  di  tutte  le  sorte , che  possono  ar- 
recare a chi  se  ne  diletta  cognizione , e chiarezza 
delle  Storie , di  che  ha  meritato , e merita  gran 
lode : e chi  l’ha,  tassato  nei  libri  delle  medaglie y 
ha  avuto  il  torto ^ perciocché,  chi  considera  le 
fatiche  che  ha  fatte 7 e quanto  siano  utili , e bel - 


so  Notizie 

le , lo  scuserà  se  in  qualche  cosa  di  non  molta 
importanza  avesse  fallato  ; e per  quegli  errori , che 
non  si  fanno  se  non  per  male  informazioni , o 
troppo  credere , o avere  per  qualche  ragione  di- 
versa opinione  dagli  altri > sono  degni  di  essere 
scusati  , perche  di  così  fatti  errori  hanno  fatto 
Aristotile  y Plinio , e molti  altri  . Questo  elogio , 
unito  alla  giusta  apologia  del  prelodato  Scritto- 
re, tanto  più  è degno  di  pregio,  quanto  che  vie- 
ne da  un  testimone  contemporaneo,  ed  imparzia- 
le. Il  Ch.  Ab.  Tiraboschi  avea  asserito,  che  Enea 
Vico  fosse  stato  il  primo  a scrivere  su  le  meda-* 
glie , e ne  fu  tanto  persuaso  , che  riportando  il 
sentimento  del  Vico  istesso^  Discorsi  soprale  mer* 
daghe  degli  Antichi  ( dedicato  al  Duca  Cosimo  I. 
Venezia  presso  il  Giolito  i555.  in  4*  carattere 
corsivo ) , ove  vantasi  di  essere  stato  il  primo  a 
scrivere  in  lingua  Italiana  su  tale  argomento , 
Soggiunge  : anzi  potea  aggiungere  che  niuno  avea - 
ne  scritto  finora  in  qualunque  lingua . Avvertito 
quindi  lo  Storico  Italiano  dal  Sig.  Ab.  Lampil- 
Jas,  come  egli  scrive,  che  Gio.  Andrea  Strany 
Valenzano  fin  dal  iSzq,  l’avea  illustrate,  pare 
ch’egli  si  riporti  soltanto  a giudicare  non  dell’an- 
teriorità y ma  bensì  del  pregio  dell'opera  ( Stor. 

! JLett . d*  Italia  Tom.  7.  v.  io.  fol.  887.  ) 

Questi  Discorsi  del  Vico  sono  divisi  in  duo 
Libri  y e nel  Frontespizio  vi  si  vede  il  ritratto 
del  Duca  Cosimo  disegnato  y ed  intagliato  da  esso 
Vico,  a piè  del  quale  si  legge  OPUS  AENEAE. 

Diede  anche  alla  luce  le  Immagini  delle  Donno 
Auguste  in  lingua  Italiana,  e nell*  Idioma  latino 
quelle  dei  Cesari,  unendovi  a ciascuna  la  ispetti- 
va loro  vita?  e la  spiegazione,  come  disse  il  Va- 


degl’  Intagliatori  . a i 

sari  teste  citato , dei  rovesci , nel  che  fu  supera-» 
to  da  Bastiano  Erizzo  Veneziano  ( Discorso  £o- 
pra  Le  medaglie  degli  Antichi  con  la  partì  colar 
dichiarazione  di  molti  rovesci).  L’ Erizzo  però, 
a giudizio  degli  eruditi,  s’inganna  in  credendo 
die  le  medaglie  degli  antichi  fossero  diverse  dalle 
monete,  come  avea  scritto  il  nostro  Vico,  cui 
deesi  anche  per  questo  lato  particolare  onore . 
L’eruditissimo  Annotatore  dell’Edizione  di  Roma 
del  Vasari  ha  voluto  avvertire,  ch’idea  Vico  è 
scusabile  se  ha  preso  dei  gr aneli j in  genere  di 
medaglie , perche  in  quel  tempo  era  la  scienza 
delle  medaglie  nell’infanzia.  (T.  7.  fol.  157. in 
nota).  Quello  che  fa  stupire  qualche  Scrittore 
dei  nostri  tempi,  si  che  quantunque  fossero 
ambedue  questi  Letterati  Italiani  e nell’istessa 
Città  di  Venezia , e scrivessero  su  la  medesima 
facoltà  y niun  di  essi  in  aloun  modo  si  cita , come 
se  conosciuti  unquamai  si  fossero.  Ma  la  gelosia 
fra  i Letterati^  particolarmente  su  la  medesima 
scienza  od  arte  , che  non  è mai  cessata  , da  che  si 
è introdotta  nel  mondo , basta  per  fare  svanire  qua^ 
lunque  ammirazione  . Enea  non  cessò  mai  di  appli-» 
carsi  agli  studj  nel  breve  corso  degli  anni  suoi , © 
servì  con  ottimi  stipendj  molti  Principi  di  quel  se* 
colo  y cioè  Carlo  V.,  Cosimo  Medici , Ercole  II.  Duca 
di  Ferrara , Alberto  V.  Duca  di  Baviera , e lasciò 
ovunque  onorato  il  suo  nome.  L’eruditissimo y e 
coltissimo  S ig.  Gianluigi  Bianconi . ( Lettere  a 
M.  Fil.  Ercolani  pag.  46.)  nota , che  nella  Corte  di 
Monaco  si  conserva  tuttora  una  elegante  deaeri - 
zione  da  Enea  Vico  fatta  delle  Medaglie  da  quel 
Duca  raccolte  in  due  Tomi  ( Tiraboschi  loc.  cit.) 
Jlorì  nel  XS67.  §uva  alla  Corte  di  Alfe*** 


22  Notizie 

so  1F.  Duca  di  Ferrara  > ove  componeva  l’Albero 
genealogico  di  quel  Principe.  Il  Gandellini  scrive 
che  nel  i568.  viveva  presso  i Duchi  di  Ferrara  in 
grand  onore,  e stima;  ma  lo  credo  errore  . I/Abe- 
cedario  Pittorico  non  dice  l’Albero  genealogico , 
ma  che  intagliò  V Albero  Ducale. 

Non  dee  anche  ommettersi,  che  di  Vico,  tra  molte 
sue  opere  intorno  le  antichità  Romane  comincia- 
te, e non  finite,  intralciate , e confuse , una  Let- 
tera trovasi  al  Duca  Alfonso  II.  scritta  da  Fer- 
rara ajr  di  Settembre  i56  5.  intorno  alia  com- 
pra di  certe  antichità  che  stava  contrattando  in 
nome  del  Duca.  Lasciò  anche  disegnate  in  rame 
tutte  le  Monete  di  Europa  col  loro  peso  , lega , 
e valore  . 

Ma  convien  che  ritorni  d’onde  mi  dipartii  con 
questa  giusta  digressione  ; e considerare  di  nuovo 
Enea  non  come  Letterato  soltanto,  ma  come  In- 
cisore in  rame , ed  in  bronzo . ( Francesco  Edo- 
rati  da  Erba  Compendio  Storico  ms  ) Ed  è per- 
ciò che  il  Sig  Barone  d’Heinecke  ( Idée  generale 
d’une  CoHection  fol.  160.)  lo  chiama  Graveur  et 
Savant . Il  est  aussi  connu  par  ses  estampes , qua 
par  ses  livres  d’Antiquité , sur  tout  des  Medail - 
les  . Ed  a fol.  493*  v*  fu  messo:  ,,  Je  trouve  qu’on 
compte  panni  ces  petits  Maitres  encore  Enea  Vi- 
co , mais  c’est  par  ignorance  „ . E siccome  i suoi 
pregj  nell’arte  dell*  Intaglio  compendiosamente 
furono  qui  sopra  rilevati  ; porrò  adesso  il  Ca- 
talogo dell’opere  sue  ^ che  Rost  ( Manuel  ec . ) lift 
pubblicato. 

1.  Quattro  Medaglioni 

1.  Gesù  Cristo  àglio  di  Dio, 

2.  Lodovico  Ariosto, 


dfgl*  Intagliatori  . '*>& 

3.  Giovati  Battista  Gelli  Fiorentino* 

4.  Anton  Francesco  Doni . 

£nea  Vico  da  Parma  inv.  et  fec.  in  8. 

Il  Gandellini  ne  riporta  degli  altri,  come  può 
vedersi:  99  E al  Doni,  scrive  il  Vasari  (Tom.  7. 
fol  1 58.  ) fece  a uso  di  medaglie  alcune  teste  dì 
naturale  con  begli  ornamenti  : Arrigo  di  Francia, 
il  Cardinal  Bembo,  Messer  Lodovico  Ariosto,  il 
Gello  Fiorentino,  Messer  Lodovico  Domenichi  , 
la  Sig.  Laura  Terracina,  Messer  Cipriano  Moro- 
sino  , ed  il  Doni . 

11.  11  Ritratto  di  Carlo  V.  contornato  di  figure  emble- 
matiche „ . Intagliato  benissimo  in  legno,  gr.  infoi. 

Il  Gandellini  scrive,  che  presentò  alP  Impe- 
ratore Carlo  V la  stampa  del  suo  pulitissimo 
rame  esprimente  il  di  lui  Ritratto  ec.  Il  Vasari 
(loco  cit.  ) tace  se  fosse  in  rame,  o in  legno  con- 
tento di  avvertire.  ,,  Parimente  intagliò  il  ri- 
tratto di  Carlo  V.  Imperatore  con  un  ornamenta 
pieno  di  vittorie  „ Ma  Rost  francamente  asserisco 
ch’è  inciso  in  legno,  anzi  rileva  a pregio  di  Vico 
che  con  felice  successo  intagliò  in  legno  : il  pa - 
roit  mème  que  les  morceaux  dans  ce  gerire  doi - 
vent  etre  rangés  panni  se  premi  ère s produetions  m 
De  ce  nombre  est  le  portrait  de  Charles  V.  en - 
touré  de  figures  emblematiques . piece  composée 
avec  gouty  et  d* un  de s sin  correct . „ Una  descri- 
zione eh*  egli  ne  fa  precisa  ed  esatta , certe  carat- 
teristiche così  ben  rilevate  mi  farebbero  credere 
essere  un  abbaglio  del  Gandellini  Pavere  asserito, 
che  intagliato  fosse  in  rame  : e che  meriti  maggior 
fede  su  di  ciò  Mr.  Rost.  Mi  fa  soltanto  specie, 
che  ’l  Vasari  contemporaneo  non  dica  mai  , che 
Enea  incidesse  in  legno  ; e che  i suoi  Annotatori 
#on  rilevino  «juest’altro  pregio  fra  tanti  che  giusta'* 


2,4  Notizie 

mente  rilevati  vedonsi  in  questo  degno  Artista  . 
E ciò,  che  maggiormente  mi  fa  dubitare  delPas* 
serzione  di  Rost,  è il  sapere,  che  nel  proemio 
dei  surriferiti  discorsi  Enea  asserisce,  che  sua 
propria  arte  (era)  il  disegno,  e V intagliare  in 
rame . Io  sono  nella  situazione  di  non  poterlo  ve- 
dere , come  forse  sono  stati  i due  Scrittori , che 
jie  han  trattato  . 

III.  Busto  di  Giovanni  de’Medici  con  contorno  istoria- 
to l55o.  gr  in  fai. 

„ Fece  il  Ritratto  del  Sig.  Giovanni  de*  Me- 
dici Padre  del  Duca  Cosimo,  con  un  ornamento 
pieno  di  figure  ( Vasari  loco  cit.  ) 

IV.  Busto  di  Cosimo  dei  Medici  nella  sua  Gioventù, 


gr . in  fai. 

Il  Ritratto  del  Duca  Cosimo  de*  Medici  quando 
era  giovane , tutto  armato , col  disegno  del  Ban+ 
dinello  ( Vasari  loco  cit . ) 

V.  Busto  di  Alfonso  11,  Duca  di  Ferrara  , Ribatte 
istoriato , gr.  in  fai . 


Questi  indicati  Ritratti  sono  rammentati  con 
moltissima  precisione  dal  Basan  (a.  ediz.),  ed  assai 
meglio  descritti  dal  Gandellini  : ma  il  Vasari  , 
che  lascia  il  nostro  Enea  sotto  l* ombra  di  Alfon- 
so II.  Duca  di  Ferrara,  e che  rammenta  l’Albero 
genealogico,  sembra  non  avesse  veduto  questo 
Ritratto,  oppure  non  fosse  stato  fatto  a quell’epo- 
ca, in  cui  ci  ha  date  le  altre  notizie. 

VI.  Un  Sacrifizio  sul  gusto  antico,  in  chiaroscuro 
Verde  1542.  in  4.  di  sua  composizione .* 


Nè  il  Vasari,  nè  Basan > nè  il  Gandellini 
parlan  di  questo  chiaroscuro,  che  dee  molto  in- 
teressare gl’intendenti. 

VII.  Le  tre  Grazie,  Esemplar  charitum , ex  Policlett 
opere  marmore  eumptum . 1642.  fi,  V.  picc,  infoi , 


DEGL'  INTAGLIATORI  . 2$ 

Vili.  11  Passaggio  all’Elba  dell’Armata  di  Carlo  V.  di- 
segnato da  lui  stesso , gr.  infoi. 

Ne  parla  Mr.  Basan,  ed  è incognita  questa 
Stampa  al  Gandellini. 

IX.  Battaglia  dell’Amazzoni  , di  sua  propria  inven - 
zione , con  V iscrizione:  Bellum  Amazonum  1543. , gr.in 
ovato  int. 

X.  Una  Donna  in  piedi  col  braccio  diritto  steso  , che 
tiene  un  uccello  che  vola  ,,  Ant.  Lefrery  ex.  Rom. , gr. 
in  fol.  int.  senza  marca  , dal  Parmigianino . 

XI.  Vulcano  che  lavora  nella  sua  Fucina , e Venere 
sul  letto  con  Marte,  Pezzo  libero , dal  Parmigianino 
eolia  data  del  1643. 

Le  Stampe  posteriori  sono  senza  la  figura 
di  Marte , gr.  in  fol.  int . 

Nell’  Indice  di  Domenico  Rossi  edit.  in  Ro- 
ma 1709.  in  ia.  viene  indicato  anche  il  Pittore, 
presso  il  quale  il  Vico  incise  la  predetta  Stampa, 
ed  è ristesso  Francesco  Mazzuoli , detto  il  Par- 
migianino . 

XII.  11  Combattimento  dei  Centauri , e dei  Lapithi  alle 
nozze  di  Deidamia , dal  Rosso  1S42. , gr . in  fol.  int. 

Xlll  La  Contesa  di  Cupido,  e di  Apollo  in  faccia  di 
tutti  gli  Dei,  gran  composizione  di  Baccio  Bandinelli , 
gr.  in  fol.  int. 

XIV.  L’Accademia  del  Disegno  , di  Baccio  Bandinelli 
eoi  suo  Ritratto , gran  composizione.  Aenea  Viglio  Par - 
megiano  se.  gr.  pez.  int. 

Mr.  Basan  specifica  un  poco  piu  questa  Stam- 
pa, dicendo  che  vi  si  vedono  due  teschj  di  morto, 
• un  cane  nel  davanti  della  medesima  . 

XV.  La  Conversione  di  S.  Paolo,  gran  composizione , 
da  Francesco  Salviati  , gr.  pez.  int.  e pr incip. 

Il  Vasari  accenna  anche  il  tempo  , nel  quale 
fu  questo  Disegno  inciso  , cioè  nel  i543.,  ed  ec- 
cone  le  parole  „ Ma  fra  le  altre  cose  diede  fine 
ad  una  carta , la  quale  aveva  disegnata  molto 

prima  in  Rema,  Geuver  «io**#  di  S,  Paole 


lE  Notizie 

clie  è bellissima,  la  quale  fece  intagliare  in  ra- 
me da  Enea  Vico  da  Parma  in  Fiorenza;  e il 
Duca  si  contentò  trattenerlo  infino  a che  fosse 
ciò  fatto  in  Fiorenza con  i suoi  soliti  stipen- 
di, e provisione:  nel  qual  tempo,  che  fu  l’an- 
no 1548.  ec.  ,,  Ne  parla  anche  il  Basan  y ed  il 
Gandellini . 

XVI.  S.  Giorgio,  che  abbatte  il  Drago.  Vi  è un  bel 
paesaggio  , da  Giulio  CarVatinu  : in  fol.  int. 

XVil.  Giuditta,  e la  sua  Serva,  che  porta  sopra  un 
disco  la  Testa  di  Oloferne,  da  Michelangelo  nella  Cap- 
pella Sistina . In  fol.  int. 

Perin  del  Vaga  lasciò  alla  sua  morte  molti 
disegni,  parte  di  sua  mano,  parte  di  altri,  fra  i 
quali  eravi  tutta  la  Cappella  di  Michelangelo  _, 
che  avea  già  disegnata  Leonardo  Cungi  dal  Bor- 
go Sanse  pelerò.  Cherubino  Alberti  ne  intagliò  in 
parte;  ma  la  Giuditta,  di  cui  si  parla,  la  incise 
Marcantonio.  Dopo  questo  eccellente  Maestro  fu 
intagliata  dal  nostro  Enea , della  quale  parla  il 
Vasari , quando  rammenta  le  di  lui  opere,  e la 
nomina  il  Gandellini , ma  non  Mr  Basan.  L’An- 
notatore delPedizione  del  Vasari , di  Roma , ci  fa 
sapere,  che  la  Stampa  predetta  di  Marcantonio  Pha 
egli  osservata  nella  raccolta  delle  Stampe  della 
Libreria  Corsini . Chi  non  avesse  veduto  nè  que- 
sta Stampa  nè  la  Pittura  y ne  può  leggere  la 
descrizione  del  Vasari  T.  io.  fol.  89. 

XV111.  Giove  trasformato  in  Cigno,  che  accarezza  Le- 
da entro  un  Paesaggio,  da  Michelangelo , infoi,  int. 

Sarebbe  forse  ella  la  medesima  Leda,  che  in- 
tagliò Marcantonio.?  Il  Gandellini  asseri  ce,  che 
ella  è diversa , e che  fu  ricavata  da  un  di  lui  di- 
segno. Michelangelo,  richiamato  da  Venezia  in 
Patria,  fini  la  Leda,  dimandatagli  dal  Duca 


degl*  Intagliatori  . 27 

ibnso . Grandi  vicende  ha  sofferto  questo  Quadro  ! 
E.accontasi  fino,  che  essendo  trasportato  in  Fran- 
cia, Mr.  Desnoyers  Ministro  di  Stato  al  tempo 
di  Luigi  XIII.  lo  .facesse  bruciare  per  scrupolo 
di  coscienza  . Credesi  però , che  non  fosse  altri- 
menti bruciato  9 perche  Mr  Manette  lo  vide  com- 
parire in  Parigi  tutto  deformato , Se  debbasi  ai 
predetto  Manette  prestar  fede , il  Quadro  andò 
dopo  in  Inghilterra  ove  facilmente  si  ritroverai 
al  presente,  ma  era  stato  fin  d' allora  rovinato 
da  un  Pittore  mediocre  oltramontano,. 

XIX.  11  Ritratto  di  Baccio  Bandinella 


Rost  non  parla  di  questo  Ritratto  ; e quello 
che  mi  fa  più  specie,  non  ne  parla  nemmeno  il 
Gandellini  _,  come  dovea  pur  farlo , essendo  appor- 
tato di  ciò  che  scrisse  Vasari  di  Enea  Vico  ^ ( T.  7. 
fol.  i58.)  donde  sembra  abbia  trascritte  molte  cose 
ch’egli  ha  inserite  in  quest’articolo  del  Vico  . 

Il  suddetto  Ritratto  è nella  Galleria  di  Fi- 
renze . Il  Bandinelli  lo  fece  di  suo  proprio  pu- 
gno ; ed  è forse,  dice  V A nuotatore  delFedizion© 
di  G.  V.  di  Roma  , l’unico  Quadro  che  abbiamo 
di  lui . Ma  io  non  credo,  che  ciò  siasi  esattamente 
potuto  dire,  avendo  in  contrario  il  Ch.  Abate 
Lanzi  _,  che  lo  dice  Pittore  di  pochissime  cose  e 
non  di  un  sol  ritratto  . Si  riducono  esse  ad  un 
Noè  ubriaco,  e ad  uu  Limbo  decanti  Padri. 

XX.  Baccanale,  in  cui  alcuni  fanciulli  conducono  l’ Asi- 
no di  Sileno,  ed  altri  stanno  a far  bollire  in  un  caldajo 
della  carne  di  porco,  da  Michel’ Angelo  ■ Enea  Vico  1546. 
gr.  in  fol.  int> 

E*  stato  inciso  anche  dal  Beatric^tte . Nul- 
la dice  il  Gandellini  di  questo  ^accanale ^ e nul* 
la  Mr.  Basan, 


Notizie 

XXI.  Un  Cristo  vicino  ad  esser  messo  nella  Tomba  , 
ove  si  vede  in  compagnia  degli  altri  Santi  la  nostra 
Donna  svenuta , dinanzi  la  porta  del  Sepolcro , da  Raf- 
faello 1548.  in  fol. 

XXII.  Un  Cristo  che  si  mette  nel  Sepolcro,  e Nicode- 
mo  regge  il  di  lui  corpo,  da  Raffaello  in  fol.  1 54.3. 

Mr.  Basan  rileva,  che  in  questa  Stampa  si 
Tede  la  Corona  di  Spine  in  terra  su  la  dritta  del- 
la marca  dell*  Incisore . 

XX111.  Lucrezia  in  piedi  pronta  a ferirsi  col  pugnale  , 
Tom.  Marò.  exc.  l54I.  Con  una  iscrizione  greca. 

E*  stato  anche  inciso  questo  medesimo  pezzo 
da  Marcantonio.  L' Invenzione  , dice  P Indice  del 
de  Rossi,  è di  Raffaello , ed  è in  mezzo  fol.  reale . 

XXIV.  Venere,  che  in  una  stanza  si  asciutta  il  piede 
diritto  con  un  gran  panno  .*  a faccia  , a faccia  di  essa 
d Cupido  che  piange,  e si  gratta  la  testa*  Pezzo  mar - 
cato  : Aene:  Vicus  P.  inv.  l54&  in  4- 

Anche  Marcantonio  ha  inciso  questa  Stampa . 

XXV.  L’Annunziazione  della  SS.  Vergine,  da  Tizia • 
no  in  pie.  fol. 

Sfuggì  alPAnnotatore  del  Vasari  edit.  di  Ro- 
ma T.  9.  fol.  271.;  poiché  trattando  di  quest’An- 
xiunziata  „ Abbiamo,  dice,  una  Nunziata  di  Ti- 
ziano intagliata  in  rame  da  Valentino  le  Febre^ 
e una  da  Cornelio  Cort , ed  una  in  grande  da  Ja- 
copo Cavaglio , tutte  varie  nella  raccolta  di  Stam- 
pe della  Libreria  Corsini . 

XXVI.  Seguito  di  dodici  vasi,  da  Polidoro  di  Cara • 
vaggio  in  fol. 

Si  lagna  l’Annotatore  dell’ ediz.  di  Roma, 
che  i vasi  del  Polidoro  non  sieno  mai  stati  b*ne 
incisi.  Così  scrive  „ Ci  sono  ancora  di  sua  inven- 
zione molti  vasi  bellissimi  sì  per  la  forma  loro  , 
e sì  ancora  per  i varj,  e capricciosi  ornamenti, 
ehe  vi  sono  disegnati  sopra  „ Io  p^erò  direi , eh* 


degl’  Intagliata  . g 

V incisione  dei  medesimi  vasi  fatta  da  Enea  Vico 
non  gli  fosse  nota  y e perciò  le  altre  non  lo  ap- 
pagassero y come  avrebbe  ella  fatto  . 

XXV11.  Seguito  di  cinquanta  Stampe  di  varj  abbiglia» 
menti  delle  diverse  nazioni , di  sua  invenzione  in  8 . 

Mr.  Basan  non  determina  il  numero  , ed  il 
Gandellini  non  ne  fa  menzione  . 

XXV111.  La  Colonna  Trajana,  Aeneas  Vicus  , Par - 
mensis  fecit:  Ant.  Sai.  exc.  gr.  infoi. 

Niuno  de  suddivisati  Scrittori  nomina  que- 
sto pezzo  del  Vico.  Trovasi  bensì  nell’Indice  di 
Domenico  de  Rossi  rammentato  nel  seguente  te- 
nore „ Trionfi  dei  Romani^  e loro  pompa  inta- 
gliati a bulino  d'Aenea  Vico  in  12.  mezzi  fogli 
reali  per  traverso  . ^ 

Molte  altre  opere  sfuggite  a Mr.  Rost  si  tro- 
vano nel  Gandellini,  che  non  rincrescerà  leggerlo 
per  esteso  : ma  non  si  vuole  lasciare  la  seguente 
Stampa  ^ ed  è un  fatto  , che  si  attribuisce  a,  Vir- 
gilio in  pena  di  una  Donna  per  i suoi  delusi 
amori , in  mezzo  fol.  reale  . Così  scrive  Gan delii- 
ni a quest’ Articolo  . Rost  la  descrive  anche  meglio  , 
e riferisce  l’Iscrizione  che  vi  è apposta  , cioè  : Vir- 
gilium  eludens  meritas  dat  foemina  poenas . Ho- 
mae  i54a.  in  fol.  int.  notando  ancora:  Ce  sujet 
a été  souvent  traité  par  les  ancien s maitres  alle- 
mands . Ma  nell’Indice  di  Domenico  de’ Rossi  so- 
praindicato se  ne  attribuisce  Y invenzione  a Perin 
del  Vaga. 

Per  schiarimento  del  fatto  si  sa  che  fu  det- 
to di  Virgilio,  che  da  una  Meretrice  Romana  fa 
tenuto  sospeso  in  un  corbello  fuori  della  finestra 
di  una  torre  a vista  di  chi  passava , per  farlo  de- 
nderc,  e clVegli  per  magia  estinse  tutti  i fuochi 


3o  Notizie 

3i  Roma_,  e fece  che  non  si  potessero  ti  accendere,1 
se  non  andando  a riaccendergli  alle  parti  segrete 
di  quella  impudica . Ciascuno  pertanto  era  neces- 
sitato ad  andarvi,  perchè  questi  fuochi  non  si  co- 
municavano ad  altri  . Gabriel  Naudeo  ha  trattato 
quest'argomento  con  molta  erudizione  nella  sua 
i Apologia  de3  grandi  Uomini  falsamente  sospetti^ 
di  Magìa  Cap.  2i. 

AGNELLI  ( Federigo ) , nato  a Milano  nel  1604. 
( Basan  sec,  ediz.) , ha  intagliato  molti  ritratti , fra 
i quali  quello  di  Simpliciano  Vescovo  di  Milano, 
e quello  di  Arisio.  Il  Duomo  di  Milano  in  più 
gran  pezzi  : diversi  soggetti  di  Tesi , ed  Emblemi . 

AGOSTINO  [di  S.  Agostino),  Italiano,  Intaglia- 
tore di  merito  conosciuto  per  alcune  sue  opere 
lavorate  con  molto  spirito  e particolarmente  per 
T opera  del  Correggio  detta  la  Zinghera,  perchè 
vestita  in  tal  guisa  la  nostra  Donna,  si  asside  col 
^Bambino  Gesù  in  mezzo  di  un  bel  paesaggio. 

Trovavasi  T originale  fra  i quadri  del  Duca 
d5  Orleans , come  una  delle  cose  più  pregevoli . 
La  testa  però  della  Vergine  era  alquanto  anneri- 
ta , ed  il  quadro  avea  generalmente  assai  patito . 
Non  saprei  se  T Intagliatore,  di  cui  si  tratta , l'aves- 
se disegnata  dall’originale,  oppure  da  qualche 
copia , poiché  scrive  il  Hichardson  ( T.  S.fol.  660.) 
che  ne  furon  fatte  delle  copie  eccellenti , fra  le 
quali  una  di  Annibai  Caracci^  che  egli  possedeva  . 

,,  Un  S.  Giovanni  Evangelista 

Di  questa  stampa  così  parlasi  nelle  note  alla 
vita  del  Correggio  scritta  da  Giorgio  Vasari  (T.  5. 
fol.  107.)  „ Il  S.  Giovanni  Evangelista  sedente  di- 
pinto a fresco  sopra  una  porta  di  S.  Giovanni  di 
Parma  in  atto  di  scrivere,  di  cui  abbiamo  la  stani* 


dfgl’  Tntagliatort  . 8 I 

pa  dedicata  al  Priore  Antonio  Francesco  Reusi 
d’ Agostino  di  S.  Agostino  „ . 

AGOSTINI  (Leonardo).  Vedi  Gandellini. 

AGRICOLA  (Christ- Luigi)  . Viene  da  Mr.  Ba- 
san nella  seconda  edizione  annoverato  fra  gP  Inta- 
gliatori: e si  conosce  di  suo  un  Paesaggio,  in  cui 
vedesi  Atteone  trasmutato  in  cervio  . Era  nato  a 
Ratisbona  nel  1667.,  e vi  morì  nel  1719. 

AGUCCHIA  (Giovanni)  viveva,  dice  Mr.  Ba- 
san, nel  XVI.  secolo  ed  ho  visto  di  lui  il  Duo- 
mo di  Milano,  e la  facciata  di  un  gran  pezzo  di 
architettura  . 

AIGUILLES  ( Gio.  Battista  Boyer  Marchese 
di)  nacque  ad  Aix  nella  Provenza  nel  1660.  Creb- 
be con  .esso  lui  il  genio  per  le  Belle  Arti,  che  ac- 
coppiò allo  studio  delle  lettere  senza  detrarre  nulla 
giammai  alle  sue  serie  occupazioni . Non  fu  però 
soltanto  amatore  di  esse  y ma  dipinse  con  arte  e 
intagliò  a bulino  ed  a maniera  nera  . Unito  in 
amicizia  col  celebre  Puget , dai  suoi  discorsi , e dalla 
pratica  che  avea  questo  Michelangelo  della  Fran- 
cia nella  scultura , pittura  , ed  architettura  , potè 
senza  dubbio  apprendere  il  gusto  per  le  Bel  le- Ar- 
ti e divenire  insensibilmente  conoscitore,  dise- 
gnatore, pittore  ^ ed  incisore.  Forse  a Puget  dee 
attribuirsi  il  vanto  di  avere  insinuato  ad  AUuil- 
les  il  portarsi  in  Italia,  ove  avea  anch' egli  viag- 
giato, e studiato  nel  fior  de' suoi  giorni  e d’onde 
apprese  a formare  quei  mirabili  gruppi  eli  Mi- 
lone , di  Crotone,  e di  Perseo  che  libera  Andro- 
meda _,  collocati  sull'  ingresso  di  Versaglies . Dal 
predetto  viaggio  in  Italia  seppe  Boyer  trarne  tale 
Vantaggio,  che  dovunque  raccogliendo  memorie 
dei  capi  d’opera  di  quei  famosi  pittori  9 formavano 


8 * Notizie 

nella  sua  ménte  l’idee  le  piu  belle,  e cospicua 
dell'  arte . Tornato  ad  Aix  tutto  intento  a dispor- 
re quello  che  avea  potuto  raccorre  in  genere  di 
Belle- Arti , si  formò  un  Gabinetto  di  Pitture , Scul- 
ture , di  Disegni , e di  Stampe  , in  cui  trovò  le 
delizie  della  privata  sua  vita  . Nel  1698.  egli  pub- 
blicò un  volume  di  118.  Stampe,  de’ suoi  quadri, 
fra  le  quali  se  ne  trovano  alcune  incise  da  lui  me- 
desimo . Fu  questo  presentato  al  Pubblico  per  Se- 
bastiano Barras , che  ne  avea  certamente  intaglia- 
to una  buona  parte , e che  potea  credersene  l’edi- 
tore pe  ’l  discorso , ch’egli  vi  avea  premesso . L'ope- 
ra, dice  il  Sig.  Barone  d’Heinecke,  non  compren- 
deva allora,  che  104.  stampe  con  due  frontespizj, 
essendo  ella  divisa  in  due  parti.  È stimata  co- 
munemente simile  edizione,  ed  è in  realtà  ra- 
rissima : e perchè  se  ne  trovano  pochi  esemplari  , 
e perchè  contiene  sette  stampe  tutte  incise  dall’Ai- 
guilies  o Boyer,  che  non  si  trovano  nella  seconda 
edizione  ; e son  quelle  che  noi  riporteremo  in  ap- 
presso . Altri  pregj  si  rilevano  nella  predetta  pri- 
ma edizione,  i quali  la  rendono  presso  gli  Ama- 
tori sempre  più  cara , e preziosa . Imperciocché  vi 
si  trovano  22.  stampe  a maniera  nera  da  Seba- 
stiano Barras  con  molto  gusto  incise,  le  quali 
nella  seconda  edizione  non  vi  si  vedono,  per  aver 
voluto  dar  luogo  a quelle  , che  fece  rifare  da  Mr. 
Coelmans.  E siccome  non  avea  Boyer  più  inten- 
sione di  farne  uso  , le  fece  scancellare , dimostran- 
do con  questa  perdita  che  a tante  sue  cognizioni 
non  riuniva  sempre  quel  buon  gusto,  di  cui  tanto 
ne  han  fatto  pompa  i suoi  troppo  prodighi  elogiatori. 

Non  ben  contentò  di  questa  edizione  chiamò  in 

Provenza  Giacomo  Coelmans  di  Anversa,  e gli  f# 


degl’  Intagliatori.  33 

incidere  di  nuovo  i diversi  quadri  dei  celebri  Pit^ 
lori , ch’egli  possedeva . Eia  in  quel  tempo  Aiguil- 
les  Consigliere  al  Parlamento  di  Aix.  La  Collezio- 
ne di  Coelmans  fu  terminata  nel  1709.,  ma  non 
si  pubblicò  che  nel  1744  » n°ve  anni  dopo  la  mor- 
te delP  Intagliatore . Questa  edizione  è composta^ 
dii  18.  stampe,  cinquantotto  delle  quali  formano 
la  prima  parte , e sessanta  più  Paltra  parte . Il  ti- 
tolo deiPo pera  è il  seguente  ,,  Recueil  d.’  Estam- 
pes  d’après  les  tableaux  des  Peintres  les  plus  cé- 
lébres  d' Italie,  des  Pais-Bas , et  de  France , qui 
sont  dans  le  Cabinet  de  Mr.  Boyer  d'Aiguil- 
les,  Prociueur  generai  du  Roi  au  Pariement 
de  Provence,  Gravees  par  Jaques  Coelmans  d’An- 
yers  par  les  soins  , et  sous  la  direction  de  Mr.  Jean 
Baptiste  Boyer  d’Aiguilles , Conseiller  au  ménte 
Pariement,  avec  une  description  de  chaque  ta- 
bleau et  le  caracfcere  de  chaque  Peintre,  par  Pie- 
re  Jean  Marie  tte  a Paris  gran,  in  fai. 

All’Articolo  di  Coelmans  ne  tratteremo  più 
a proposito . Tornando  adesso  ad  Aiguilles^  con- 
tento di  aver  fatto  palese  ai  Bella- Artisti  questa 
sua  bella  collezione  , lasciò  i mortali  circa  Pan- 
no 1755. 

Le  Stampe  di  questa  raccolta  passarono  al 
negozio  di  Mr-  Pietro  Francesco  Basan,  che  le 
vendeva  col  Grozar . 

Ora  riporterò  con  Mr.  Rost  il  Catalogo  delle 
Stampe  incise  dalPAiguilles  y le  quali  si  trovano 
nella  prima  indicata  Raccolta . 

I Lo  Sposalizio  di  S.  Caterina,  Inciso  in  bulino , da. 
Andrea  del  Sarto. 

li-  S.  Giovanni  nel  Deserto , Inciso  alla  maniera  ne- 
ra 9 da  Manfredi . 

Tom . V.  3 


34  Notizie 

III.  Un  piccol  busto  d’uomo  ,,  in  maniera  nera. 

IV.  Due  piccoli  soggetti  di  Cristo  giovane  , intagliati 
su  la  medesima  lastra  a bulino . 

V.  Due  Paesaggj  , da  Brécourt , incisi  a bulino . 

VI.  IL  Ritratto  dì  un  Amico  di  Mr.  Boyer  chiamat» 
Honorato  Mulin,  rappresentato  come  suonatore  di  Liu- 
to , inciso  per  J.  Coelmans  da  Mr.  Bcyer . 

Questa  Stampa  trovasi  annoverata  fra  quello 
cPAiguilles  dal  Barone  di  Heinecke  ( Idée  genera- 
le d’une  collection  complete  ec.  fol.  So.)  che  non 
vien  rammentata  da  Rost  nel  Manuel  ec . 

AKEN  (Giovanni-Vfin  ) Mr.  Basan  nella  sua 
seconda  edizione  lo  accenna  soltanto  come  Inta- 
gliatore di  sei  Paesaggj  da  Lingelbach  . Rost 
nel  T.  6.  Manuel  etc,  lo  dice  Pittore  ed  Inciso- 
re ad  acquafòrte,  e lo  presume  di  Patria  Olan- 
dese, contemporaneo  di  Bamhoche  nate^ verso  l’an- 
no i6i4*  Non  dee  però  confondersi  con  Giovan- 
ni Van  x\achen  Tedesco  ^ che  l’Abate  Marolles, 
ed  altri  credono  lo  stesso  che  Giovanni  Dac.  Ma 
in  verità  Aachen  non  ha  inciso  giammai , ed  è 
solo  conosciuto  per  Pittore  ( Heinecke  loco  cit. 
fol . 492  ) • Confessa  Mr.  Huber , che  per  mera  con- 
gettura lo  fa  contemporaneo  a Bamboche,  il  qua- 
le ha  inciso  da  Van-Aken  un  seguito  di  sei  Ca- 
valli. NelPAbecedario  Pittorico  si  dice  Giovan- 
ni nato  in  Colonia  d’Agrippina  nel  i556.,  e che 
il  Padre  fu  di  Aquis grana , onde  fu  anche  detto 
Giovanni  Aken . Lo  Scrittore  di  quesCenunciata 
©pera  l’avea  chiamato  Abak,  e perciò  lo  nomi- 
na adesso  Aken.  Si  danno  ivi  delle  notizie  pre- 
cise ricavate  dal  Sandrart  (fol.  276.):  si  asserisce 
per  esempio  che  nel  tagliare  in  rame  seguì  il 
metodo  di  Spranger  : nel  dipingere  in  Venezia 
la  pratica  di  Gaspero  Rerns  ^ e del  Moretto y 


degl’  Intagliatoci  . 35 

elie  fa  adoprato  dai  Princìpi , dai  Re  , e dall'Im* 
per  at  or  e Ridolfo , eh e accumulò  tante  ricchezze  , 
che  niuno  lo  potè  uguagliare  nei  suoi  tempi , Se 
dunque  fu  adoprato  dalP  Imperatore  Ridolfo  II., 
non  potè  nascere,  come  scrive  Huber,  nel  i6i4-^ 
giacché  nel  1612.  non  regnava  più  il  suddetto 
Ridolfo , ma  bensì  Mattias  I.  Austriaco  . Per  me 
trovo  più  verisimile  che  Abak  o Aken  sia  nato 
nell’anno  che  riferisce  Sandrart , e che  sia  quel- 
lo, del  quale  riporta  le  suddette  cose.  Abbiamo 
di  suo  quattro  Paesaggi  numerati,  e marcati  con  la 

cifra  HL  . che  significa  Herman  Sachtlee - 

veri»  Sono  intagliati  sul  gusto  di/.  Both  > e an- 
nunziano una  mano  pittoresca . 

I.  e VI.  Seguito  di  sei  Stampe  di  Cavalli  in  diverse 
posizioni  in  paesaggi  montagnosi  con  delle  belle  lonta- 
nanze Ciascuno  di  questi  sei  pezzi  è marcato  I.  V„ 
Aken  fecit  in  8.  int. 

VII.  Paesaggio,  nel  di  cui  davanti  vedesi  un  Cavallo 
sellato  , dietro  il  quale  evvi  un  uomo  a terra  , con  un 
altro  che  siede , ed  ha  ’1  cappello  , J . Van  Aken  ìnv . et 
fec.  in  fol.  int. 

Vili-  e Xll.  Quattro  bei  Paesaggi  montagnosi  rappre- 
sentanti il  corso  dirupato,  e scosceso  della  Mosa , e del 
Reno,  ornati  riccamente  di  figure,  di  alberi,  di  vil- 
le ec.  HL  invento r J.  V.  Aken  fecit  in  fol . int . 

Questi  sono  quei  paesaggi  , dei  quali  abbiati* 
poco  prima  parlato. 

„ Non  è mai  probabile , che  Giovanni  Van 
Aken^  ( scrive  VHeinecke  loco  cit.fol./\()%.)  che 
ha  inciso  sei  Paesaggi  piccoli  y alcuni  dei  quali 
sono  pigliati  da  Saf  lichen,  e dappresso  Lingelbacb, 
sia  il  medesimo  coll’antecedente  Giovanni  Dac. 
Credo  piuttosto ^ che  sia  un  altro,  e quel  me- 


56  Notizie 

desimo_,  dal  quale  Pietro  de  Laar  ha  intagliato 
un  piccolo  seguito  di  Cavalli 

AKERSLOOT'  (Guglielmo)  nacque  in  Harleiu 
sul  principiare  del  secolo  XVII,  ed  era  già  in 
fiore  per  le  sue  opere  nel  1624*  Pece  molte  pro- 
ve come  Pittore , ad  acquafòrte  , e vi  riesci  ra- 
gionevolmente y facendo  sempre  uso  del  detto 
corrosivo  in  tutte  le  sue  Incisioni  • Forse  può  an- 
che aver  fatto  delle  altre  opere,  che  lo  qualifi- 
chino per  un  bravissimo  Intagliatore  ; ma  non 
abbiamo  ninna  notizia  di  altro,  che  dei  seguenti 
ritratti,  c pochi  fatti  storici 
Ritratti 

I.  Federigo  Enrico  Principe  d’Orange  da  A.  Vari  der 
Venne  ,,  pie*  in  fol. 

II.  Amalia  Principessa  d’Orange  con  le  sue  due  figlie* 
in  distanza  vedesi  un  Castello  con  molte  minute  figure!» 
Pie.  in  fol. 

III.  Gesù  arrestato  nell’Orto  di  Getsemani  , H.  Hon * 
dius  inv.  in  fol. 

IV.  Gesù  Cristo  caricato  di  catene  , da  P.  Molyti 
in  fol. 

V.  La  Negazione  di  S.  Pietro,  Dello  stesso  in  fol 

VI.  Gran  cariche  da  Cannoni  con  dei  Vascelli  in  ma- 
ire , in  fol.  int . 

AKREL  ( Federigo ) nacque  a Sundermanland 
il  1748*  Sortì  dalla  natura  quella  inclinazione  f 
che  può  fare,  e tante  volte  anche  fa  degli  Uo- 
mini sommi  , se  facile  ^ e spedita  gli  si  apra  la 
carriera  della  virtù . Ma  tante  volte  anche  i ge- 
rì j i più  sublimi  sono  costretti  a ripiegarsi  su  le 
sventurate  circostanze,  che  la  contraria  fortuna 
loro  va  sovente  preparando. 

Akrel  fu  uno  di  questi  ; poiché  nelP  istante 
che  potea,  secondando  il  proprio  natio  suo  genio, 
arrivare  ad  essere  eccellente  Intagliatore  presso 


DEGL’  fNTAGLTATOni,  87 

i primi  Maestri  del  tempo  suo^  da  certi  impre- 
visti economici  suoi  particolari  ostacoli  ne  fu 
intrattenuto . Circa  Petà  di  ventidue  anni  si  partì 
dalla  Patria  e portossi  ili  Upsal  presso  Acker- 
mann  molto  meccanico , ma  non  felice  Incisore 
e vi  consumò  tre  anni  intagliando  delle  carte 
geografiche  \ delle  vedute  di  qualcheGasa  di  Upsal, 
ed  alcuni  Ritratti  - Non  .trovò  mai  alcun  Mece- 
nate per  incoraggirlo . Nel  1771»  pensò  variar 
fortuna  col  variar  Paese  , e si  diresse  alla  volta 
di  Stokholm,  ove  si  dilettò  ascoltare  sovente  le 
istruzioni  nell’ Accademia  Reale  di  Pittura . In- 
tanto non  cessava  di  tratteggiare  il  suo  bulino , e 
particolarmente  in  facendo  ritratti , che  gli  por- 
tarono qualche  vantaggio  nel  suo  rovinoso  stato 
economico . Nulla  smarrendosi  , e ritrovandosi 
quella  somma  , su  cui  contava  per  intraprendere 
altro  viaggio,  nel  1773.,  si  determinò  andare  in 
Francia  , ove  udiva  > che  dei  bravi  Artisti  vive- 
vano. Ma  le  umane  speranze  sempre  fallaci,  o 
la  nostra  sorte  sempre  incerta  si  scorsero  partii 
colarmente  in  Federigo  Akrel,  che  fu  il  bersa- 
glio delle  disgrazie.  Giovinetto,  non  tanto  cauto, 
quanto  astrarto,  e pensante  sull' arte,  sua  viene 
da  masnadieri  per  la  via  assalito  ^ e derubato  di 
tutto  il  miserabil  capitale , che  tanto  sudore  gli 
era  costato  . Appena  dunque  giunto  in  Parigi  > 
ove  avrebbe  forse  potuto  tentare  la  sua  sorte  9 fu 
costretto  ripartirsene,  perchè  mancavangli  mezzi 
di  sussistenza.  Così  quasi  miserabile  si  ridusse  in 
Patria  f ove  intagliò  un  buon  numero  di  ritratti . 

I.  Busto  di  Nila  RosenVon  Rosens-tein,  piccolissimo 
pezzo  in  ovato  . 

II.  Busto  di  Giorgio  Stieri>ldeli»  , 1 7Z7 * in 


38  Notizie 

111*  Laiirentius  Petry , Arciibisoup  , in  8. 

IV.  Festa  sul  gusto  antico  d Olof  Von  Dalen  1272. 

V.  Grefwe  Johan  Gyllestierna  , in  4. 

VI.  Herr  Nicolas  Sahlgreeii  I27Ò-  » z2i  4 • 

VII.  David  Kioecker  Von  Ehrenstrahl,  Pittore  nativo 
di  Hamburg , in  4. 

Vili.  Giona  Alstromer , in  4. 

IX.  Margherita  seconda  maglie  di  Gustavo  1.  , in  4. 

X.  Gustavo  111-  Re  di  Svezia,  in  4. 

Mr.  Basan  aggiunge  vene  un’altro  , ed  è quel- 
lo dei  Dottore  Hvdren  . 

ALBERTI  ( Cherubino ),  che  il  Baldinucci  ( Co « 
minciamento  e progr . dell 9 arte  dell}  Intagliare , 
proem.  dell  opera  ) annovera  meritamente  fra  i va- 
lenti Maestri  di  quest’arte.  Le  notizie,  che  ci  dà 
il  Candellini  di  questo  bravo  Artista , oltre  essere 
molto  ristrette  son  anche  mancanti^  e confuse. 
Mr.  Basan  non  ha  conosciuto  bastantemente  il  di  lui 
merito ^ e forse  non  lo  conobbe  in  conto  alcuno, 
poiché  nè  nella  prima,  nè  nell’altra  sua  edizione 
si  è degnato  farne  parola.  Ben  però  lo  conobbe 
Mr.Rost  (Manuel  Tom . 3.  Ecolc  Italienné) , ma 
cadde  in  errore  dicendolo  figlio  di  Michele  Alber- 
ti Pittore  del  Borgo  San  Sepolcro.  Il  medesimo 
abbaglio  pigliò  ancora  il  P.  Orlandi  (Abeced.  Pit.)9 
che  lo  asserisce  figlio  e scolare  del  sud  letto  Mi- 
chele . Monsig.  Bottari  nelle  sue  eruditissime  an- 
notazioni ai  Vasari  ( Vita  di  Daniello  Ricciarel- 
li Tom.g.fol.  178  ) dopo  aver  riferita  V opinio- 
ne del  P.  Orlandi  qui  sopra  notato;  ma  > sog- 
giunge, non  so  se  fosse  della  medesima  famiglici* 
( di  Cherubino) . Veramente  Cherubino  fu  figliuo- 
lo di  un  Michele  pittore , e di  lui  * scolare  ; e può 
essere  y che  il  Vasari  lo  chiamasse  Fiorentino , 
intendendo  dello  Stato  Fiorentino . Toglie  ogni 
dubbio  il  Chiarissimo  Signor  Abate  Lanzi  (Sbor» 


dfgl*  Intagliatosi  . 3o 

Pit.  Tom , i.  Scuoi.  Fior.  ep.  3.  fol.  201.  in  not .) 
mentre  attenendosi  all’autorità  del  Baglioni  y che 
visse  ai  tempi  di  Cherubino,  lo  vuol  nato  di 
Alberto  Alberti  intagliator  di  legname  assai  buo- 
no  , il  che  avea  pur  detto  il  nostro  Gandellini . 
Nacque  nel  i55a.,  studiò  sotto  un  suo  zio,  od 
altro  parente  Michele  Alberti,  che  fu  discepolo 
di  Daniello  da  Volterra  Pittore  e Scultore  cele- 
bre del  tempo  suo  (Vasari  loc.  cit  ) . Sarebbe  sta- 
to egli  rivolto  a cose  di  nobile  impresa,  e gran- 
diose, se  i primi  elementi  del  disegno  assaporati, 
avesse  avuto  un  Michelangelo , od  un  Raffaello  per 
maestri . Si  ristrinse  da  primo  in  gretto  stile  ad 
incidere  in  rame,  e non  P avrebbe  giammai  in- 
grandito, se  a quelPepoca  non  avessero  principiato 
degli  eccellenti  Intagliatori  a discostarsi  dal  tri- 
to bulino . Vedute  eh’  egli  ebbe  le  stampe  di 
Cornelio  Gort^,  di  Agostino  Caiacci,  e di  France- 
sco Villamena,  mutò  stile,  e si  fece  eccellente 
Intagliatore  a bulino,  senza  adoprare  la  punta. 
Quindi  è che  trovansi  le  sue  stampe  diverse  fra 
loro,  benché  la  maggior  parte  di  esse  si  appros- 
simi  allo  stile  del  prelodato  Agostino  Caracei  . 
Mr.  Uber  ( Manuel  ec.)  addebita  il  nostro  Cheru- 
bino cV  ignoranza  nel  chiaro-scuro,  nel  che  crede 
egli  clPabbiano  mancato  tutti  gl’italiani  Artisti  di 
quel  tempo  . Quest’asserzione  sembrami  che  troppo 
generalizzi  _,  e mi  conferma  nel  mio  parere  il 
gran  Maestro,  che  volle  imitare  Cherubino,  che 
fu  Agostino  Caracei  . E se  mai  volessimo  acconsen- 
tire , che  l’accordo  dei  lumi  nelle  stampe  di  Che- 
rubino potesse  avere  qualche  menomo  difetto,  dob- 
biamo confessare,  che  egli  ha  supplito  assai  negli 
esatti  suoi  distomi  ben  marcat  i ? e dolcemente  con- 


4©  Notizie 

dotti,  senza  quella  seccante , e ricercata  maniera,  che 
cd  è troppo  servile,  e non  conviene  agP. Italiani 
Pittori.  Imperciocché  Alberti  di  cui  trattiamo 
non  solo  tratteggiò  il  bulino,  ma  quantunque  tardi 
si  ri  volgesse  al  dipingere  y par  ebbe  nome  in  quei 
tempi , svelto  nelle  proporzioni , spiritoso , vago 
nelle  glorie  degli  Angeli  e originale  > di  un  toc- 
co di  pennello  e di  un  fare  in  ogni  parte  disin- 
volto , e spontaneo . La  Trinità  dipinta  per  la 
Cattedrale  della  sua  patria  ove  ne  resta  anche 
una  facciata  di  un  Palazzo  bene  ideata  con  ar- 
mi ; genj , e fregj  bizzarri  (Lanzi  loco  cit.j  di- 
mostra quanto  noi  dicemmo . 

Ma  riassumendo  trattare  delle  sue  stampe 
che  direttamente  or  c/  interessano  , riferiamo  di 
buona  voglia  ciò  che  scrive  il  P.  Orlandi  (Abbece- 
dario Pittorico)  ch’egli  intagliò  quasi  tutte  le 
opere  del  Polidoro , m.olte  del  Bonarroti , alcune 
dello  Zuccheri , e che  son  rare  simili  sue  Stampe  „ 
Mr.  Manette  avea  raccolto  nel  celebre  suo  Gabi- 
netto 160.  Stampe  di  Cherubino.  Tanto  eran  con- 
siderabili nel  pregio,  e nel  numero!  Poco  più. 
mancava  a quel  Genio  della  Francia  per  averne  una 
serie  completa,  che  ascendersi  fa  a lò6._,  hpnchè 
31011  mai  le  di  lui  opere  sieno  state  interamente 
pubblicate  . Promise  un  tempo  Lattanzio  Pichi  dar- 
ne P intero  Catalogo  , e pubblicarne  le  inedite  ; ma 
gli  /Volatori  tuttora  lo  desiderano.  Gli  Eredi  di 
Cherubino  ne  pubblicarono  molte  , ma  eredesi  con 
fondamento  ,,  che  sianvi  anche  al  presente  delle 
sue  incisioni,  che  non  sonosi  vedute.  Dopo  aver 
dipinto  in  Roma  con  fondo  d'oro  una  Cappella  nel- 
la Minerva  con  varj  ornamenti,  e figure  , cessò  ivi 
di  vivere  nel  i6i  5.,  anrio  sessagesimo  terzo  della 


degl’  Intagliatori  . 4* 

sua  età*  Mr.  Fuesslin  (Dictionnaìre  cles  Artistes ) 
numera  da  ventidue  Maestri  di  Belle-Arti  di  que- 
sto Cognome,  la  maggior  parte  dei  quali  è della 
famiglia  di  Cherubino.  Il  Gandellini  nomina  Du- 
rante,  Cosimo,  e Giorgio  ; e l’Abate  Lanzi  vi 
aggiunge  Giovanni,  Francesco  figlio  di  Durante, 
Donato,  Girolamo,  Alessandro  ed  un  Pierfran- 
cesco,  se  mai  non  andasse  confuso  col  prenomina- 
to Francesco.  Non  so  poi  quanto  debba  credersi 
al  P.  Orlandi  (loco  cit  ) il  quale  scrive:  Si  dice 
anche  che  morto  Giovanni , e rimasto  erede  di  graie 
valsente , depose  i pennelli , e principiò  a passar- 
sela col  fabbricare  bales troni  all' antica  9 che  get- 
tavano , e levavano  gravi  pesi  da  lontano  : poi- 
ché Giovanni  di  lui  Fratello  di  anni  morì 
nel  1601.  (Lanzi  Tom.  i.  fol.  588.);  e le  sei 
Stampe  che  porremo  al  num.  17.  e 22,  furo- 
no da  Cherubino  incise  nel  1607.  Onde  si  ve- 
de che  in  tal  epoca  _,  sei  anni  cioè  dopo  la  mor- 
te del  suo  fratello  Giovanni , non  avea  intrapre- 
so il  mestiere  di  fare  i Balestroni  . Ma  nemmeno 
nel  1612,.  avea  quest^  arte  per  le  mani,  come  ve- 
dremo al  numero  16.,  avendo  anche  in  quest'an- 
no incisa  la  Stampa  di  S.  Carlo  Borromeo,  che 
ivi  chiaramente  si  vede  . Le  cifre  9 con  le  quali 
dice  Bost  che  marcasse  * non  combinano  con  quel- 
le riferite  dal  Gandellini  e sono  TCB.  A. 

STAMPE  D’  INVENZIONE . 

I.  Ritratto  del  Pontefice  Gregorio  Xill.  ,,  in  ovato  con 
ornati  in  fol. 

II.  Ritratto  del  Papa  Urbano  VII.  ,,  ras  so  migli  ante  . 

III.  Ritratto  di  Enrico  IV.  Re  di  Francia  ,,  in.  ovati®, 
von  ornati:  Pomae  \5gS.  in  fol. 

IV.  Ritratto  di  Pietro  Angelo  Kargeo  „ infoi. 


Notizie 

V.  Giuditta  in  piedi,  che  tiene  con  la  .man  diritta  la 
testa  di  Holoferne , e con  la  sinistra  la  spada,  ove  è la 
c*fra,  in  foi. 

VI.  La  Natività  ,,  Gran  composizione:  Stampa  clcdi - 
cata  a Papa  Clemente  XII.  con  l'iscrizione : Ecce  Deus 
omnipotens  &c.  in  fol.  con  la  sua  cifra . 

VII.  La  fuga  in  Egitto,  ove  l’Asino  vien  condotto  per 
un  Angelo,  ed  un  altro,  che  gli  da  da  mangiare  : molti 
Angeli  poi  che  colgon  dei  dattili , fra  i quali  uno  ne 
presenta  al  Bambino  Gesù , l524-  -£«  fol» 

Manca  nel  Gandellini . 

Vili.  La  S.  Famiglia,  in  cui  si  vede  il  S.  Bambino  ri- 
posare in  terra , che  viene  adorato  da  S.  Lisabetta , e da 
S.  Giuseppe,  mentre  la  Vergine  prende  il  Bambino  per 
una  mano,  tenendo  in  braccio  il  piccolo  S.  Giovanni  ,, 
E'  infondo  d'iui  paesaggio  senza  nome , e senza 

cif.  infoi. 

Manca  nel  Gandellini  . 

IX.  La  Vergine  seduta,  che  tiene  il  Bambino  in  una 
culla,  mentre  l’Arcangelo  Raifaello  gli  presenta  il  gio- 
vine Tobia.  S.  Giuseppe  anch’egli  sedendo  si  riposa  so- 
pra un  libro,  con  la  cifra  di  Cherubino ; infoi. 

Non  è nel  Gandellini  . 

X.  11  Corpo  del  Signore  Eucaristico  sostenuto  su  le  nu- 
vole da  un  Angelo  con  l’iscrizione.’  Magmun  pietatis 
opus , in  fol. 

Non  è nel  Gandellini. 

XI.  La  Nostra  Donna  sedente  in  aria  col  Bambino  Ge- 
sù attorniati  da  teste  di  Cherubini , e due  Angeli  che 
dall’alto  gli  gettan  dei  fiori:  Stampa  che  ha  il  titolo:  ,, 
Regina  Caeli  : Anonim.  in  fol. 

Non  si  trova  nel  Gandellini. 

XII.  La  Maddalena  penitente  in  bel  paesaggio,  Pez- 
zo anonimo  in  un  quad.  gr.  i58:ì. 

Nemmeno  di  questa  parla  il  Gandellini . 

XIII.  S,  Caterina  da  Siena  Stimmatizata , e sostenuta 
da  due  Angeli  1534-,  con  la  sua  cif  in  foi. 

Nè  di  questa  leggesi  cosa  alcuna  nel  sud- 
detto Scrittore . 


dfgl*  Intagliatori  . 

XIV.  Santa  Cristina  tratta  miracolosamente  fuori  da 
ttn  lago  , gr.  in  fol. 

Manca  nel  Gandellini . 

XV.  S.  Francesco  Stimmatizato  con  due  Angeli  infon- 
do di  un  paesaggio  , 1612.  gr.  in  fol. 

Manca  anche  questa  . 

XVi.  S.  Carlo  Borromeo  in  gloria  attorniato  dagli  An- 
geli , e prosteso  innanzi  1’  Immagine  di  Maria  Santissi- 
ma che  tiene  il  Bambino  in  collo,  IÓ12.  in  fol. 

Anche  questa  manca . 

XVII.  e XXII.  Sei  Stampe  rappresentanti  dei  putti  in 
valle,  dalle  pitture  d’Alberto  Tivoli:  sei  Genj  in  aria, 
con  una  dedica  al  Cardinal  Visconti,  e con  questa  iscri- 
zione nella  prima:  Ex  pie turis , quas  Chèrubinus  Albert 
tus  in  ejus  Villa  Tusculana  pinxit , has  ipsemet  inci- 
dit  IÓOT  gr.  in  fol. 

Nel  Gandellini  manca. 

STAMPE  INCISE  DALLE  OPERE  DI  ALTRI 
MAESTRI . 

I.  Figura  di  Susanna  in  piedi  con  una  spada  al  collo, 
appoggiata  ad  un  piedistallo  , su'l  quale  è scritto  . S.  Su- 
sanna Vin  et  Mart.  e in  basso  : Alexander  Albertus  in - 
venit..  Stampa  dedicata  al  Cardinal  Rustici  : gr.  infoi • 

Manca  nel  detto  Gandellini . 

II.  Gesù-Cristo  in  Croce  con  la  testa  abbassata  verso 
la  sinistra,  ove  è la  Madre:  ed  a destra  S.  Giovanni, 
con  le  braccia  stese  , da  Michel  Angelo:  Anonimo 
in  fol. 

Manca  npl  Gandellini. 

III.  S.  Girolamo  sedente,  che  medita  su  la  Croce  „ Il 
fondo  di  quest’opera  è un  gran  paesaggio,  Intagliato  a 
Roma  1 525-  gr.  in  fol 

Manca  ne]  Gandellini . 

IV.  S.  Andrea , che  poi*ta  la  Croce  ,,  Pezzo  canato  dal 
Giudizio  Universale  intagliato  nel  l58o.  in  fol. 

Manca  nel  Gandellini  . 

V.  Due  altre  figure  cavate  dallo  stesso  Giudizio  Uni- 
versale „ L’Uomo  che  sale  al  Cielo  coll’  iscrizione  ,,  pe- 
tit ad  s^ethera  ; e l’altro  con  queste  parole  nuda  varitas , 
lìus  bei  pezzi  intagliati  nel  ityl.  infoi • 


44  Notizie 

Vi  si  trovano  accennate  in  generale,  men- 
tre in  particolare  non  ne  nomina  di  certo  alcu- 
no, dicendo  ,,  può  essere  che  fra  esse  (Stampe 
del  Buonarroti)  vi  sia  il  Gruppo , di  cui  sì  par- 
lerà . 

VI.  La  figura  di  Caronte  con  due  altre  figure,  ed  alcu- 
ne teste  dello  stesso  Giudizio  , Intagliata  nel  l5?5* 
in  fol. 

Manca  nel  detto  Gandellini . 

VII.  Prometeo  lacerato  dall’Avvoltojo  ; piccola  figura 
in  un  angolo  della  Cappella  Sistina  , Iutagliat.  l53o. 
in  fol. 

Manca  nel  Gandellini . 

Vili.  Gruppo  di  quattro  figure:  il  Corpo  di  Gesù  Cristo 
sostenuto  dalla  Vergine  coll’ajuto  di  Niccodemo,  e di 
una  delle  Marie  , in  fol. 

Monsignor  Bottari  nelle  note  alla  Vita  di 
Michelangelo  Tom.  io,  fol.  1^0.  scrive  ,,  Que- 
sto Gruppo  della  Pietà  lasciato  non  totalmente 
terminato  dal  Bonarroti  fu  incagliato  in  rame  da 
Cherubino  Alberti  „ . 

Pria  di  venire  alla  descrizione  di  questo  Grup- 
po , dee  sapersi  che  Baccio  Bandinelli  insinuò  al 
Duca  di  Firenze  di  fare  di  marmo  un  ornato  , 
che  servisse  per  coro  in  S.  Maria  de]  Fiore . Già 
il  Brunelleschi  lo  avea  fatto  molto  prima  di  le- 
gno, ed  acconcio,  ed  ornato  nella  maniera  la 
più  conveniente  . TI  Duca  , mosso  dalle  parole  di 
Baccio  , comandò  ch’egli  facesse  un  modello  di 
tutto  il  coro;  e per  quanto  si  esaminasse  ed  il 
sito  ed  il  disegno,  non  fu  possibile  scostarsi  da 
quello  del  Brunellesco,  ma  di  caricarlo  di  mag- 
giori ornamenti,  e renderlo  in  qualche  guisa  pe- 
sante . Sotto  VarcOy  che  facea  riscontro  all -en- 
trata principale  del  Coro  sul  basamento , che  gi- 
rava intorno  dalla  banda  di  fuor  a avc'a  posto 


dfgl’  Intagliatori  . '45 

nel  mezzo  sotto  detto  arco  l’Albero  del  Peccato , 
al  tronco  del  quale  era  avvolto  V antico  Serpente 
con  la  faccia  umana  in  cima  e due  figure  ignu - 
de  erano  intorno  alV Albero  che  una  era  Adamo , 
e V altra  Èva.  ( Vasar.  Tom.  7.  Vit.  di  Baco. 
Band,  fol.106.  e seg.  ) Queste  due  Statue  nel  172.2. 
furono  levate  ,,  perchè  erano  nude  dal  Duomo , 
e riposte  nell* Arsenale  dell’Opera  sulla  Piazza  di 
S.  Benedetto  _,  d’onde  furono  trasportate  nel  gran 
Salone  di  Palazzo  Vecchio.  ]Nel  levarle,  il  Ser- 
pente ^ fatto  di  stucco,  perì  . In  luogo  del  Grup- 
po di  Baccio  Bandinelli  9 vi  fu  per  ordine  del 
Gran-Duca  Cosimo  III.  collocato  il  bellissimo 
abozzo  della  Pietà  di  Michelangelo  coll*  iscrizio- 
ne seguente  : 

Postremum  Michaelis  Angeli  Bonarrot/e  orus 

QUAMVIS  AB  ARTIFICE  OB  VITIUM  MARMO'iUS  NEGLECTUBI 
EXIMIUM  TAMEN  ARTIS  CANON  A 

Cosmus  ni.  Mag.  Dux  Etruriae 
Roma  jam  advectum  hig  r.  1.  anno 

CIOIOGCXXII. 

Michel’Angelo  fece  due  Gruppi  simili,  ambi 
rappresentanti  la  medesima  Pietà  : uno  più  gran- 
de che  fu  il  primo  ch*egli  spezzò  ^ perche  quel 
sasso  uvea  molti  smerigli , ed  era  duro  e face- 
va spesso  fuoco  nello  scalpello,  o fosse  che  il  giu- 
dizio di  quest ’ uomo  fosse  tanto  grande , che  non 
si  contentava  mai  di  cosa  ch’ei  facesse  (Vasar. 
Vit.  di  Michelangelo  Tom.  io.  fol.  171.).  L’al- 
tro Gruppo  è quello  di  cui  si  parla,  lasciato 
anch*esso  non  totalmente  terminato  ^ toltone  il 
Cristo,  perchè  non  sì  può  vedere  corpo  morto  si- 


4$  Notizie. 

nàie  a quel  di  Cristo , che  cascando  con  le  mem- 
bra abbandonate  fa  attitudini  tutte  differenti  non 
solo  degli  altri  suoi , ma  di  quanti  se  ne  f acciari 
giammai,  (Vasari  loco  cit.  fol.  i^i.) 

i IX.  e XI.  Tre  pezzi  rappresentanti 

I.  La  Creazione  di  Adamo. 

2-  Adamo  ed  Èva  scacciati  dal  Paradiso  Terrestre  . 

3.  Adamo,  ed  Èva  condannati  alla  fatica,,  Romae , 
Polidorus  de  Caravag . invent.  Tre  Stampe  mezzane  int . 

Nelle  note  alla  Vita  di  Polidoro  Maturino 
edit.  di  Roma.  ( Vasar . Tom.  6.  fol.  284.)  se  no 
rammentano  soltanto  due  delie  dette  Stampe, 
quali  sono^,,  La  cacciata  dal  Paradiso  terrestre 
di  Adamo,  e di  Èva.  Il  medesimo  Adamo  che 
lavora , ed  Èva  che  ha  intorno  due  figìiuolini . 1 . , 
e queste  Stampe  , soggiunge , sono  su  la  maniera 
di  Sadeler  y e di  Cherubino  Alberti  99  Converreb- 
be forse  dire  , che  alPeruditissimo  Annotatore  non 
fosse  nota  la  prima  Stampa  della  Creazione,  e 
che  dubitasse  se  doveansi  attribuire  a Cherubino 
le  altre  due  : ma  sarebbe  errore  il  dire  così  ; poi- 
ché sebbene  non  unitamente  alle  altre  due  nomi- 
ni la  Creazione  di  Adamo  9 e di  Èva , pure  poco 
dopo  avverte  „ Lo  stesso  Alberti  intagliò  anche 
la  Creazione  dell’  Uomo , e altre  di  queste  Carte 
intagliate  da  altri  „ . 

Il  Gandellini  nella  Stampa  in  cui  si  vedo- 
no Adamo  ed  Èva  condannati  alla  fatica , rileva 
(come  cosa  impropria ) la  Zappa  di  ferro,  con  la 
quale  Adamo  lavora;  poiché,  secondo  la  Sacra 
Scrittura  Genes.  4.  v.  22.,  Tubalcain  fu  il  primo 
a lavorare  di  ferro  9 e di  altri  metalli . 

Xll.  Gran  fregio  rappresentante  la  morte  dei  figlj  di 
Niobe  uccisi  da  Apollo,  e Diana,,  cinque  pezzi  da  riu- 
nirsi insieme . 


dfgl’  Intagliatosi  . 47 

E}  questo  il  fregio  della  Facciata  de^Gaddi 
a S.  Simeone  , che  tutta  intera  fu  intagliata  da 
Pietro  Sante  Bartoli  in  quattro  pezzi , e dedicata 
da  Gio.  Jacopo  de  Rossi  a Gio.  Pietro  Bellori  ce- 
lebre Antiquario  . Non  fu  però  a notizia  la  Stam- 
pa di  Cherubino  di  detto  Fregio  all’Annotatore 
prelodato  9 poiché  scrive  (loco  cit.  fol.  280.):  Leo 
favola  di  Niobe  intagliata  col  nome  di  Vischer, 
e la  marca  F.  E.  in  otto  pezzi  dedicata  nel  1 594. 
a Federigo  Cesi  Duca  di  Acqua- Sparta  da  1 En- 
rico Golzio , che  ne  fece  il  disegno  y veramente 
fa  ^intagliata  da  Gio . Battista  Galestruzzi  j Fio- 
rentino eccellentemente  in  cinque  rami  . La  mar- 
ca F,  E.  significa  F.  Estius , che  compose  i 
versi  latini , che  vi  sono  sotto . E il  Saenredam 
era  scolare  del  Golzio,  e intagliò  questa  favola 
di  Niobe  su  i disegni  che  ne  avea  fatti  il  suo 
maestro . 


XLil.  Altro  fregio  simile  di  cinque  pezzi  rappresentante 
il  Ratto  delle  Sabine  ,,  Sabinarum  raptum  a Polidoro 
Cavavagiensi  celeber.  Pictore  delineatum  &*c. 

Il  ratto  delle  Sabine  fu  dipinto  dal  Cara- 
vaggio sotto  corte  Savella  , nella  casa  che  com- 
però la  Sig.  Gostanza  (Vasari  loco  cit.  fol.  276.) 
Oltre  trovarsene  diverse  Stampe  , ed  oltre  anche 
questa  di  Cherubino,  se  ne  vede  una  , in  cui  si 
rappresenta  il  predetto  fatto  rintagliato  in  picco- 
lo dal  Galestruzzi  . 

XIV.  11  Trionfo  di  Cammillo  disegnato  nel  gusto  anti- 
co ,,  pezzo  mezzano  int . 

Vicino  a Torre  Nona  verso  Ponte  S,  Ange- 
lo si  vede  una  facciata  piccola  col  trionfo  di 
Cammillo  9 ed  un  Sacrifizio  antico  (Vasari  loco 
cit.  fol.  274.),  al  che  nota  Mr.  Basan.  „ Questo 
trionfo  si  trova  intagliato  in  antico,  ed  è molto 


48  Notizie 

bella  Stampa  sul  gusto  di  Cherubino  Alberti  ; 
anzi  è intagliata  sicuramente  da  Cherubino  me- 
desimo 

XV.  Plutone  in  piedi  che  tiene  una  face  con  tuttedue 
le  mani  ,, , mezzo  pezzo  iti  ine. 

Nell’Indice  del  de  Rossi  fra  le  Stampe  trat- 
te da  Polidoro  da  Caravaggio  si  trova  „ Plutone 
col  tridente  con  spighe  in  mano,  intaglio  a bu- 
lino di  Cherubino  Alberti  mezzo  foL  rea ,!$ . 

XVI.  La  Fortuna  col  piè  sinistro  sopra  una  nicchia , e 
con  un  velo  r che  svolazza  nelle  mani  , pezzo  simile 
senza  il  nome  del  Pittore . 

XVII.  La  Presentazione  del  Bambino  Gesù  al  Tempio 
da  un  Arazzo  del  Vaticano  di  Raffaelle , pezzo  pubbli- 
cato dopo  la  morte  di  Cherubino  dai  suoi  Eredi . 

XV111.  La  Resurrezione , Gran  composizione . iti  cui 
si  vede  un  Angelo  seduto  sopra  una  grossa  pietra  alV in- 
gresso del  Sepolcro.  Pezzo  con  marca  del  1628.  pubbli- 
cato dai  suoi  Eredi*  infoi,  int. 

XIX.  La  Sacra  Famiglia,  Vi  si  vede  la  Vergine  col 
Bambino  Gesù  sopra  le  sue  ginocchia  entro  una  culla  , 
ed  il  piccolo  S.  Giovanni , che  gli  presenta  un  Uccello 
in  un  paesaggio  : da  Raffaello  inragl.  1582.  gr.  in  fol. 

XX.  Uno  degli  Angoli  del  Vaticano,  dipinto  da  Raf- 
faello . ove  Giove  fa  delle  carezze  a , Ganimede , in 
fol.  i5So. 

XXI.  Due  Angoli  in  una  stessa  Stampa,  Vi  si  vedo- 
no le  tre  Grazie , e Venere  , che  abbandona  Giunone , 
c Cerere : 1582.  da  Raffaello  iti  fol. 

XXII.  L’Adorazione  dei  Magi  , Gran  composizione , 
dal  Rosso  1574. 

XX111.  La  Trasfigurazione,  con  la  cifra  dell*  Intaglia- 
tore , senza  il  nome  del  Pittore , che  è del  Rosso,  gr. 
in  fol. 

XXIV.  L’Orazione  nel  Monte  Oliveto  , ove  l’Angel® 
presenta  il  Calice  al  Salvatore.*  abasso  del  Monte  si  ve- 
dono i tre  Discepoli,  dal  Rosso,  pezzo  marcato  l574* 

9 pubblicato  per  gli  Eredi  di  Cherubino  nel  1628.  iti  fol. 

XXV  S-  Stefano  lapidato  da  tre  Manigoldi,  dal  Ros- 
so in  fol% 


dfgI’/Tntagltatort  . . 49 

XXVI.  Disegno  per  un  gran  Tabernacolo,  ornato  di 
Statue  e pezzi  di  Architettura  in  due  stampe  . Dal  À’osso. 
Roma  l$\S.  gr . in  fot  # r 

XXVJ1.  Battesimo  del  N.  S.  G.  C.  in  piedi  nel  Giorda- 
no „ S.  Giovanni  vedesi  dinanzi  a lui  su  la*  riva  del 
Fiume,  e lo  Spirito  Santo  che  svolazza  sopra  la  testa 
del  Salvatore.  Da  Andrea  del  Sarto,  l5^4 . in  foi,  ini- 

Questo  pezzo  trovasi  col  seguito  di  ttitta  lo* 
Storia  rii  S.  Giovanni  intagliafó  da  Teodoro  Gru- 
ger  j e fu  il  primo  che  Andrea  dipingesse  ; e per 
ciò  non  è da  maravigliarsi,  se  risente  defila  ma- 
niera secca  . 

XXV111.  Miracolo  di  S.  Filippo  Benizj  ,,  In  esso  ve - 
donsi  gli  scellerati  che  avèan  disprezzate  V esortazioni 
del  detto  Santo  , e crhe  Sono  ^colpiti  da  uà  fulmine . D a 
Andrea  del  Sarto  , che  si  conserva  nel  Convento  dei  PP. 
Serviti  in  Roma  l5$2.  in  fot 

Il  Gandellini  dice  assai  bene  , che  la  Pittura, 
di  cui  si  parla , esiste  nel  Claustro  del  Convento 
delP Annunziata  di  Firenze.  Sarà  forse  questa  di 
Host  una  copia,  se  mai  esisteva^  pia  non  mai 
l’originale,  che  sta  nel  primo  Cordile  del  Conven- 
to della  SS.  Annunziata  di  Firenze;  ed  è celebre 
Fastuzia  di  Fr.  Mariano  daL  CJantp  alle  Macine, 
per  indurre  Andrea  a lavorare  ivi  la  Vita  di 
S.  Filippo  Benizj .{Vasari  Vita  di  Andrea  del 
Sarto  Tom.  6.  jol.  i38*J  Queste  belle  Pitture  non 
costarono  al  Frate  Mariano  più  di  dieci  Ducati 
Puna:  tanto  seppe  dire  ed  operare  per  muovere 
Andrea  a contentarlo.  Nelle  prime  tre  storie  di 
esso  finite  in  non  molto  tempo  si  vede  in  una 
quando  S.  Filippo  già  Frate  riveste?  queir  ignu- 
do : nell3 altra  quando  egli  sgridando  alcuni  Giuo- 
cat ori , che  bestemmiavano  Dio , e si  ridevano  di 
S.  Filippo  facendosi  beffe  del  suo  ammonirli  , vìe - 
no  in  un  tempo  una  saetta  dal  Cielo,  e percos - 
Tom.  V . - 4 


1 


5o  Notizie 

so  un  Albero  dov'essi  stavano  sotto  alV ombra , ne. 
uccide  due  ( Vasari  loc.  cit.fol.  i34.  ) Ora  Mon- 
signor Bottari,  che  avea  veduto  la  predetta  Pit- 
tura , e conoscevane  la  stampa,  nota  al  Vasari , che 
si  trova  questa  storia  intagliata  da  Cherubino 
Alberti  dal  Borgo  S.  Sepolcro . 

XXIX*  L’Angelo  Raffaello  , che  conduce  il  Giovine  To- 
bia, da  Pellegrino  Tibaldi  j525.  infoi. 

Antonio  Baratti  pubblico  per  la  prima  vol- 
ta dell’eecellenti  Pitture  di  Pellegrino  Tibaldi, 
e di  Niccolò  delP Abate , che  formano  uno  dei 
principali  ornamenti  della  sala,  in  cui  si  aduna 
P Accademia  Clementina  pel  Palazzo  delP  Istituto 
nazionale,  che  specialmente  contiene  le  favole 
delPOdissea  (Lanzi  T.  IL  P.  II.  fol.  43.) . Ed  altre 
istorie  men  note , ma  degne  d'incisione  quasi  al 
par  delle  Bolognesi  fece  in  Loreto.  (Lanzi  loco 
cit.)  Non  trovo  rammentato  da' alcuno  questo  San 
Raffaello  , nè  mai  lo  vidi . Giovali  Pietro  Zan- 
notti*  vi  fece  , e vi  aggiunsè  le  vite  dei  due  già 
enunciati  Pittori,  ove  ha  fatto  conoscere  le  loro 
opere,  fra  le  quali  si  trovano  trentasei  del  Tibal- 
di . I/opera  è degna  , e ne  riportiamo  agli  ama- 
tori il  Frontespizio  : cioè'  ,,  Le  Pitture  di  Pelle- 
grino Tibaldi  e di  Niccolò  Abate,  esistenti  nelPIsti- 
tuto  di  Bologna  descritte,  ed  illustrate  da  Gio- 
van  Pietro  Zannotti  Segretario  dell’Accademia 
Clementina  „ Venezia  MDCCLV.  gr.  in  fol.  ( Hei- 
necke  Idee  Generali  ) . 

XXX.  L’Orazione  del  Salvatore  nell’Orto  degli  Ulivi. 
Si  scorgono  nel  davanti  i tre  Discepoli  addormentati . 
Non  vi  e il  nome  ne  del  Pittore , ne  dell'  Intagliatore , 
che  sono  Perin  del  Vaga , e Cherubino  Alberti  in  fol. 

XXXI.  La  Natività , ossia  l’Adorazione  dei  Pastori.  Ev- 
vi  il  S.  Bambino  coricato  sopra  un  greppo,  adorato  dal- 


d^gl’  Intagliatori  . 5i 

la  Vergine,  e cinto  di  luce.  In  alto  vedesi  una  Gloria 
di  Angeli  con  un  cartello,  Gloria  in  excelsis  Deo,  i5lS. 
or.  in  fol.  in  due  Stampe  da  Taddeo  Zuccheri  . 

Questa  è una  delle  Stampe,  che  conservo 
nella  mia  raccolta,  ed  è fresca  assai,  e forse  del- 
le prime  prove . 

XXX11.  La  Sacra  Famiglia , in  cui  la  Vergine  tiene  il 
S.  Bambino  nella  culla  , mentre  S.  Giovannino  gli  con- 
duce V Agnello . S.  Giuseppe  seduto  ad  una  tavola  ha 
presso  di  se  un  libro , ed  occhiali , dallo  stesso  infoi . 

XXX111.  La  Flagellazione  , da  un  Quadro  di  Taddeo 
Zuccheri  della  Cappella  Mattel  nella  Chiesa  della  Conm 
soluzione  a Roma  1524*  in  fol- 

Ben  si  vede  in  questa  Stampa  quanto  scrive 
il  Vasari  ( Tom . 9.  fol.  19U.},  ohe  Taddeo  non  vi 
lavorava  se  non  quando  si  sentiva  in  capriccio , 
e vena  di  far  bene . Tanto  ha  saputo  entrar  nel- 
lo spirito  del  Pittore  l’Alberti  ! Le  ligure  sono 
ristrette,  ma  indicano^  che  furon  fatte  grandi 
quanto  il  vivo. 

XXXIV.  La  Conversione  di  S.  Paolo.  Gran  Pezzo  in * 
ciso  presso  il  medesimo  Zuccheri  nel  i5?3.  in  fol 

.E?  degna  cosa  V osservarvi  S.  Paolo  cascato 
da  cavallo  , e la  Gloria  di  cui  è circondato  Gesù- 
Cristo  _,  che  sembra  propriamente  gli  parli , se- 
condo narrano  gli  Atti  degli  Apostoli . 

XXXV.  Il  Corpo  di  Gesù  Cristo  fra  le  braccia  del  Pa- 
dre eterno , con  una  Gloria  formata  dagli  Angeli , che  ten- 
.gono  gli  Strumenti  della  Passione,  dal  medesimo  Zuc- 
cheri 1523.  in  fol.  int. 

XXXVI.  L’Assunzione  di  Maria  Santissima,  Stampa 
del  1 èli.  appresso  Taddeo  Zuccheri , e dedicata  al  Car- 
dinal Theaniy  gr.  in  fol. 

XXXV11.  Altra  Assunzione  di  Maria  Santìssima,  Gran 
pezzo  , da  Federigo  Zuccheri  irei  i52i.  in  fol. 

XXXVlil.  La  nostra  Donna  coronata  in  Cielo,  Pezzo  si- 
mile y dal  medesimo  inciso  nel  15^2. 

Le  altre  Stampe,  ed  in  gran  numero,  che  dal 
Kost  non  si  conobbero,  o si  lasciarono,  quan- 


Sa  Notizie 

t angue  di  molta  importanza  sono  rammentate 
dal  Gandellini. 

ALBERTO  (Durer , o Durerò).  Trascrivo  in 
questo  articolo  la  di  lui  Vita,  come  piu  ram- 
mentato comunemente  sotto  il  nome  di  Alberto 
Durerò,  che  per  Durer , e seguo  Mr.  Basan  sì 
nella  prima  , che  nell’altra  edizione  che  ’l  pone 
in  questo  medesimo  luogo . Ne  scrissero  ancora 
il  Vasari,  il  Lomazzo  , il  Sandrart,  e il  Baldi- 
ttucci,  di  cui  è questa,  che  fedelmente  riporto, 
„ Assai  poca  notizia  potrei  io  dare  del  ce*» 
lebre  Artefice  Alberto  Durerò,  se  a ciò  non  mi 
avesse  in  parte  ajutato  la  traduzione  di  quello, 
che  in  proprio  idioma  ne  scrisse  il  buon  Pittore 
Carlo  Vanmander  Fiammingo , aggiungendola  a 
quello,  che  con  molta  industria,  e fatica , spai- 
so  per  gli  scritti  d’ottimi  Autori,  ho  io  sin  qni 
potuto  ritrarne  per  far  sì  , che  la  nostra  Italia^, 
che  per  un  corso  di  sopra  170.  anni  nelle  belle 
opere  sue  ha  ammirato  il  valore  di  lui , e la  chia- 
rezza del  suo  intelletto,  sortisca  ancora  di  sape- 
re alcuna  cosa  di  sua  persona,  e delle  nobili  qua- 
lità dell’animo  suo.  Quali  fossero  negli  antichi 
tempi  gli  antenati  d’ Alberto  p e onde  traesse  ori- 
gine la  sua  casa,  non  è ben  noto,  ma  però  iù 
scritto  , che  quelli  potessero  avere  avuto  il  loro 
cominciamento  nell’ Ungheria,  e che  di  quivi  se 
ne  venissero  ad  abitare  in  Germania  . Ma  poco  ri- 
leva tutto  ciò,  mercè  che  per  molto  qualificati, 
che . potessero  essere  stati  i suoi  padri,  non  è per 
questo,  che  alcuna  Tna?;gior  gloria  avessero  po- 
tuto esM  procacciare  a lui , di  quella  eh’  egli  col- 
la molta  virtù  sua  a se  stesso  seppe  acquistare. 
E’  dunque  da  sapersi  come  il  natale  d’Alberto 


dfgl’  Intagliatori  . 53 

segui  nella  Città  di  Norimberga  in  Àiemagna 
l’anno  delia  nostra  salute  1470.  in  tempo  appun- 
to quando  in  Italia  erasi  già  cominciata  a sco- 
prire ^ e praticar  l’ottima  maniera  del  dipingere. 
II  padre  suo  esercitò  con  lode  universale  il  me- 
stiere d’orefice,  nel  quale  diede  a vedere  a' suoi 
Cittadini  il  molto  , che  ei  valeva  in  ogni  più.  ar- 
tificioso lavoro . E’  stata  opinione  di  qualche- 
duno in  Fiandra,  che  Alberto  il  figliuolo  consu- 
masse i primi  anni  suoi  nelPesercizio  del  Padre, 
e tale  loro  opinione  ha  avuto  il  suo  fondamento 
in  non  essersi  mai  veduto  , ch’egli  per  molti  an- 
ni di  sua  gioventù  conducesse  cosa  di  considera- 
zione in  pittura,  e d’ intaglio  : altro  non  si  vede 
di  quel  tempo  fatto  da  lui , che  una  Stampa , col- 
la data  del  i497«^  anno  ventisettesimo  delPetà 
sua;  e quella  anche  aveva  copiata  da  una  simile 
intagliata  da  Israel  di  Menz  , Città  vicino  al  Re- 
no sopra  il  fiume  di  Main , in  quel  luogo  ap- 
punto dove  questi  due  fiumi  si  congiungono,  nel- 
la quale  Stampa  aveva  il  Menz  figurato  alcune 
femmine  ignude  , a simiglianza  delle  tre  Grazie, 
sopra  il  capo  delle  quali  pendeva  una  palla  , e 
non  vi  aveva  posta  nota  del  tempo,  in  che  fu 
fatta  ; e similmente  eransi  vedute  alcune  poche 
Stampe  fatte  dallo  stesso  Alberto , pure  senza  da- 
ta di  tempo,  le  quali  da’ pratici  dell’arte  furono 
reputate  delle  prime  cose , che  facesse  . Altri  poi 
hanno  creduto,  ch’egli  nel  corso  di  quegli  anni, 
come  che  egli  era  d'ingegno  elevatissimo,  ad  al- 
tro non  avesse  atteso  , che  allo  studio  delle  let- 
tere, ed  a farsi  pratico  Jn  Geometria,  Aritmeti- 
ca, Architettura,  Prospettiva,  ed  altre  belle  fa- 
coltà; e questo  è più  probabile;  e quando  mai 


54  Notìzie 

altro  non  fosse , ne  fanno  assai  chiara  testimo- 
nianza i molti  libri,  che  questo  sublime  ingegno^ 
dopo  un  breve  corso  di  vita,  ne  lasciò  scritti. 
Tali  sono  l’opera  della  Simetria  de’ corpi  umani 
scritta  in  latino  , e dedicata  a Vilibaldo  Pìrcki- 
mer;  e il  libro  di  Prospettiva,  d' Architettura,  e 
dell’Arte  militare.  Io  però,  non  discostandomi  iti 
tutto  dalla  sentenza  di  questi  secondi,  stimo  che 
Alberto  impiegasse  questo  tempo  non  solo  negli 
studj  predetti,  ma  ancora  in  quello  del  disegno  > 
e della  pittura  ; ed  il  non  avere  dato  fuori  in- 
tagli di  sua  mano  prima  del  i4Q7»  i*1  efcà  di  37.  an- 
ni, dico  io  ^ che  derivò  da  impossibilità  della 
cosa  stessa,  perchè  la  bell’ arte  dell’ intagliare  in 
rame  non  prima  ebbe  suo  principio,  che  Pan- 
no 1460  in  circa,  che  operava  in  Firenze  Maso 
Finiguerri_,  che  ne  fu  l’inventore,  come  abbia- 
mo accennato  a principio,  e come  si  troverà  da 
noi  stato  scritto  nelle  notizie  di  tale  artefice; 
qualche  poco  di  tempo  vi  volle  prima , che  Bac- 
cio Baldini,  il  Polla juolo  , e altri  maestri  Fioren- 
tini la  riducessero  a pratica,  e sappiamo  che  il 
Mantegna  v’applicò  in  Roma  dopo  costoro,  e qui- 
vi fu  il  primo  a dar  fuori  carte  stampate  , che 
furono  i suoi  trionfi,  con  altre  cose,  e ciò  fu 
non  prima  del  tempo  d'Innocenzo  Vili , che  ten- 
ne il  Papato  dal  14^4  al  1492.  Inoltre  sappia- 
mo, che  queste  stampe  dei  Mantegna  furon  quel- 
le, che  portate  in  Fiandra,  diedero  alle  mani  di 
Buon  Martino  pittore  di  quelle  parti  rinomato, 
il  quale  pure  dovea  anch’egli  consumare  alcun 
tempo  prima,  che  ei  si  facesse  quel  grand’uomo 
nelP intaglio , che  avuto  riguardo  attempi,  egli 
poi  fu;  e che  egli  avesse  ad  Alberto  quell’arte 


degl*  Intagliatoci  • ' 55 

insegnata  ; onde  io  sarei  rimaso  in  gran  confu- 
sione, quando  avessi  inteso  il  contrario  , cioè,  che 
Alberto  prima  di  quel  tempo  avesse  potuto  inta- 
gliare , conoscendo  per  altra  parte,  che  ciò  non 
poteva  seguire,  per  non  essere  ancora  in  pratica 
quel  mestiere . 11  nostro  Alberto  adunque  avendo 
assai  miglior  disegno  di  quel , che  aveva  Buon 
Martino  suo  maestro,  apprese  cosi  Lene  quest’ar- 
te, che  in  pochi  p issi  di  gran  lunga  l’avanzò, 
perchè  le  prime  opere  sue  tosto  cominciarono  ad 
esser  più  belle . Queste  furono  una  stampa , che 
si  chiama  l’Uomo  salvatico,  con  una  testa  di 
morto  in  un  arme  fatta  Panno  i5:ì3.  e una  no- 
stra Donna  piccola,  fatta  pure  lo  stesso  anno , 
nella  quale  si  scorge  quanto  egli  già  gli  era  pas- 
sato avanti.  Diede  fuori  Panno  i5c>4*  le  belle 
figure  d’Adamo  ed  Èva;  l’anno  i5o5.  i Cavalli; 
nel  1507.  5o8.  e 5i2.  fece  le  belle  carte  della 
Passione  in  rame  ; intagliò  la  carta  del  Figliuolo 
Prodigo,  il  S.  Bastiano  piccolo,  la  Vergine  in 
atto  di  sedere  col  Figliuolo  in  braccio  , e la  Fem- 
mina a cavallo  con  un  Uomo  a piede,  la  Ninfa 
rapita  dal  Mostro  marino,  mentre  altre  Ninfe 
stanno  bagnandosi.  Fece  in  diverse  piccolissime 
carte  molti  Villani,  e Villane  con  abiti  alla  Fiam- 
minga in  atto  di  suonare  la  cornamusa  , e di  bal- 
lare, altri  di  vender  pdli,  ed  in  altre  belle  azio- 
ni; e similmente  il  tentato  da  Venere  all’impu- 
dicizia, dove  ^ il  Diavolo,  ed  Amore,  opera  in- 
gegnosissima, i due  Santi  Cristofani  portanti 
il  Bambino  Gesù*  Scopertesi  poi  le  stampe  di 
Luca  d' Olanda  , intagliò  a concorrenza  di  lui  un 
Uomo  armato  a cavallo  , lavorato  con  estrema  di- 
ligenza, il  quale  figurò  per  la  Fortezza 


56  Notizie 

dove  è un  Demonio,  la  Morte,  e un  Cane  pelo- 
so, che  par  vero.  Ancora  fece  una  Femmina  ignu- 
da sopra  certe  nuvole  , e una  figura  alata  per  la 
Temperanza,  che  si  vede' dentro  ad  un  bellissimo 
paese,  con  una  tazza  d’oro  in  mano,  ed  una  bri- 
glia . Un  S.  Eustachio  in  ginocchioni  dinanzi  al 
Cervio,  che  tiene  fra  le  corna  il  Crocifisso,  car- 
ta bellissima,  dove  sono  certi  cani  in  diverse  po- 
siture naturali,  che  non  possono  esser  meglio 
imitati . Veggo  usi  anche  intagliati  da  lui  molti 
putti,  alcuni  de*’ quali  tengono  in  mano  uno  scu- 
do, dove  è una  morte  con  un  gallo.  Similmente 
un  S.  Girolamo  vestito  in  abito  Cardinalizio  in 
atto  di  scrivere  , con  un  bone  ai  piedi , che  dor- 
me. Figurò  egli  il  Santo  in  una  stanza,  ove  sono 
le  finestre  invetriate,  nelle  quali  battendo  i raggi 
del  Sole,  tramandano  lo  splendore  nel  luogo, 
ove  il  Santo  scrive.  In  quella  stanza  contraffece 
oriuoli,  libri,  scritture,  e infinite  altre  cose  con 
tanta  finezza,  e verità,  che  piu  non  si  può  de- 
siderare. Intagliò  anehe  un  Cristo  co* dodici  Apo- 
stoli, piccole  carte;  ancora  molti  ritratti,  fra  i 
quali  Alberto  di  Braudenibourg  Cardinale,  Era- 
smo Roterdamo,  e fece  pure  in  rame  il  ritratto 
di  se  stesso . Ma  bellissima  è una  Diana , che 
percuote  con  bastone  una  Ninfa,  che  per  suo 
scampo  si  ricovra  in  grembo  ad  un  Satiro.  Di- 
cesi , che  Alberto  in  questa  carta  volesse  far  co- 
noscere al  mondo  quanto  egli  intendeva  l’ignu- 
do; ma  per  dire  il  vero,  per  molto,  ch’ei  fa- 
cesse, potè  in  questa  parte  piacere  a*  suoi  paesa- 
ni, ai  quali  ancora  non  era  arrivato  il  buon  gu- 
sto, e F ottima  maniera  di  musco leg.bare , ma 
non  già  agli  ottimi  maestri  d’Italia.  Nè  poteva- 


degl*  Intagliatori  57 

egli  fare  meglio  gl’ ignudi  di  quel , elio  fece,  mercè 
che  seguendo  il  modo  di  fare  di  tutti  coloro,  che 
prima  di  ini  dipinsero  in  quelle  parti,  ebbe  sem- 
pre per  sua  cura  principale  d' osservare  il  vero 
bensì,  ina  insieme  di  fermarvisi,  senza  eleggere 
il  più  bello  della  natura , come  fecero  negli  an- 
tichissimi tempi  i Greci,  e i Romani,  il  che  per 
il  divino  Michelangelo  Buonarroti  si  tornò  a met- 
tere in  pratica,  come  a tutti  è noto.  Non  fu 
anche  di  poco  danno  ad  Alberto  nel  far  gP  ignudi 
in  quel  luogo,  che  non  aveva  avuta  la  più  chia- 
ra luce  dell’arte  , il  doversi  per  necessità  servire 
per  naturali  di  suoi  proprj  garzoni , che  proba- 
bilmente avevano  , come  hanno  per  lo  più  i Te- 
deschi , catti  vo  ignudo , benché  vestiti  apparisca- 
no i più  belli  uomini  del  mondo . E da  tutto 
questo  avvenne  , che  i suoi  intagli  nella  nostra 
Italia  avessero  allora , siccome  anche  hanno  avuto 
di  poi  più  a cagione  dell’estrema  diligenza,  con 
che  erano  lavorati,  della  varietà,  e nobiltà  delle 
teste,  e degli  abiti,  della  bizzarria  de? concetti , 
e delP invenzione  più  rinomanza,  e stima  , che 
per  l’intelligenza  de* muscoli,  e dolcezza  della 
maniera.  Ma  perchè  Alberto  aveva  veduto  fino 
dal  bel  principio  P opere  sue  tanto  applaudite, 
aveva  preso  grand'animo,  e come  quegli,  che  si 
trovava  molte  belle  idee  disegnate  per  dare  alla 
luce,  si  risolvè , come  cosa  rnen  faticosa,  e più 
breve,  d* applicarsi  all’ intagliare  in  legno,  che 
gli  riuscì  non  con  minore  felicità  di  quella  , che 
aveva  provata  nell’ intagliare  in  rame.  In  data 
del  i5io.  si  veggono  di  suo  intaglio  in  legno  una 
Decollazione  di  S.  Giovanni,  e quando  la  testa 
del  Santo  è presentata  ad.  Erode,  die  sono  duo 


5#  Notizie 

piccole  carte.  Un  S.  Sisto  Papa,  S.  Stefano,  e 
S.  Lorenzo,  e un  S.  Gregorio  in  atto  di  celebra- 
le. Lo  stesso  anno  1 5io.  intagliò  le  quattro  pri- 
me maggiori  storie  della  Passione  del  Signore; 
cioè  la  Gena,  la  presa  nell’Orto,  Pandata  al  Lim- 
bo , e la  Resurrezione . Restavano  ad  intagliarsi  le 
altre  otto  parli  della  Passione  . le  quali  si  crede  , 
che  egli  volesse  pure  intagliare  da  se  stesso , ma 
elle  poi  noi  facesse  , e che  restandone  i disegni 
dopo  la  sua  morte  fossero  sotto  suo  nome,  e col 
solito  contrassegno  suo  intagliate , e date  fuori  , 
perchè  son  diverse  assai  in  bontà  dalla  sua  ma- 
niera , nè  hanno  in  se  arie  di  teste , nobiltà  di 
panneggiare,  o altra  qualità,  che  si  possa  dir 
sua  ; massimamente  se  consideriamo  le  venti  carte 
della  vita  di  Maria  Vergine , che  egli  avea  inta- 
gliate Panno  i5ii.  nella  stessa  grandezza  di  fo- 
glio^ nelle  quali  appariscono  tutte  P eccellenze 
maggiori  del  saper  suo,  tanto  per  arie  di  teste , 
quanto  di  prospettive,  invenzioni,  azioni,  lumi, 
ed  ogni  altra  cosa  desiderabile  . Fece  anche  in 
legno  un  Cristo  nudo  co'  Misterj  della  Passione 
attorno  in  piccola  carta  , e lo  stesso  anno  pure 
intagliò  la  celebre  Apocalisse  di  S.  Gio.  Evange- 
lista in  quindici  pezzi  , che  pure  riuscì  opera 
maravigliosa , come  anche  i36.  pezzi  di  storie  del- 
la Vita,  Morte,  e Resurrezione  del  Salvatore, 
cominciando  dal  peccare  d'Adamo , e sua  caccia- 
ta del  Paradiso  Terrestre,  fino  alla  venuta  dello 
Spirito  Santo;  finalmente  intagliò  il  proprio  ri- 
tratto quanto  mezzo  naturale . Tornò  poi  a far 
altre  cose  in  rame,  cioè  a dire  tre  piccole  Im- 
magini di  Maria  Vergine , e una  carta,  dove  con 
bella  invenzione  figurò  la  Malinconia , con  tutti 


degl’  Intagliatori  . 5 9 

quegli  strumenti,  che  ajutano  l’uomo  a farsi  ma- 
linconico . Molte  altre  carte  intagliò  in  rame, 
tra  le  quali  s'annovera  il  ritratto  del  Duca  di 
Sassonia,  fatto  nel  i5a4-  e di  Filippo  Sovart- 
zerdt,  detto  comunemente  il  Melantone  del  i5z6. 
che  fu  1* ultimo  tempo  nel  quale  si  veggono  suoi 
intagli  in  rame*  Or  qui  è da  sapere,  che  essen- 
do capitate  a Venezia  molte  delle  sue  stampe,  e 
particolarmente  i36.  pezzi  della  Vita  di  Cristo, 
e date  alle  mani  d.i  Marcantonio  Raimondi  Bo~ 
lognese,  che  quivi  allora  si  ritrovava,  egli  le 
contraffece,  intagliando  il  rame  d’intaglio  grosso 
a similitudine  di  quelle,  che  erano  in  legno,  e 
spacciavate  per  d’Alberto,  perchè  vi  aveva  inta- 
gliato ancora  il  proprio  segno  di  lui,  che  era 
un  À . D,  Seppelo  Alberto,  ed  ebbene  si  gran 
dispiacere , che  fu  costretto  venire  in  persona  a 
Venezia.  Quivi  essendo  ricorso  alla  Signorìa,  e 
avendo  fatta  gran  doglianza  d’un  tanto  aggravio, 
non  altro  ne  cavò,  se  non  un  ordine,  che  il 
Raimondi  non  ispacciasse  più  sue  opere  col  se- 
gno, e marca  di  lui,  come  altrove  siamo  pei; 
raccontare  * Con  tale  occasione  visitò  Gio.  Bellini 
celebre  pittore  di  quella  Città,  e vedute  le  sue 
opere,  fecegli  anche  veder  le  proprie  con  iscam- 
bievole  sodisfazione  , e contento  . Ma  tempo  è or- 
mai di  dare  alcuna  notizia  dell' opere  di  questo 
Artefice  fatte  col  pennello , le  quali  con  tutto 
che  ritengono  alquanto  di  quel  secco,  che  hanno 
tutte  le  fatte  in  quei  tempi,  e prima,  da’ mae- 
stri di  quelle  parti , che  per  non  aver  vedute  le 
belle  pitture  d’Italia,  s^eran  formati  una  ma- 
niera, come  potevano,  contuttociò  non  lasciano 
di  far  conoscere  al  mondo,  quale,  e quanto  fossa 


6o  Notizie 

l’ingegno  di  quest’uomo,  il  quale  per  certo  fu 
di  gran  lunga  superiore  ad  ogni  altro , che  vi 
avesse  per  lo  avanti  adoprato  pennello . Dipinse 
l’anno  1 5o4*  una  Visitazione  de’ Magi,  il  primo 
de’ quali  teneva  un  Calice  d’oro,  il  secondo,  e 
il  terzo  una  piccola  cassetta:  nel  i5o6.  fece  una 
Madonna  , sopra  la  quale  eran  due  Angeli  in  at- 
to di  coronarla  con  una  corona  di  rose  ; 1'  an- 
no 1507.  un  Adamo,  ed  Èva  grandi  quanto  il 
naturale  e un;  altro  Adamo , ed  Èva  pur  di  sua 
mano  della  stessa  grandezza  che  si  conserva  oggi 
nella  Ueal  Galleria  del  Sereniss.  Granduca . Questo 
quadro  è diviso  in  due  parti,  che  unite  insieme 
compongono  un  sol  quadro  , e si  può  piegare  in 
mezzo.  Dalia  parte  sinistra  vedesi  la  nostra  pri- 
ma Madre  in  piedi,  la  quale  colla  destra  alzata 
alquanto  tiene  in  mano  il  |>omo,  quasi  in  atto 
di  porgerlo  al  suo  marito,  il  quale  ella  guarda 
fissamente  , quasi  persuadendolo  a prenderlo  ; dal- 
la parte  destra  è Adamo  pure  in  piedi,  che  in 
vaga  attitudine  tien  la  mano  dritta  appoggiata  al 
capo,  e con  la  manca  stringe  un  cingolette  di 
fòglie,  con  cui  si  cuopre  le  parti  , e guardando 
la  moglie  con  occhio  vivacissimo,  pare  veramente, 
che  esprima  un  certo  stare  in  forse,  se  deva  com- 
piacerla^ ono:  le  figuro  son  colorite  benissimo, 
e tanto  finite^  che  è una  maraviglia  il  vederle. 
Nella  stessa  Galleria  di  S.  A.  S.  sono  di  mano 
di  lui  due  bellissime  teste  a tempera  sopra  te- 
le; una  rappresenta  un  S.  Filippo  Apostolo,  e 
l’altra  un  S.  Jacopo:  nella  prima  è scritto  San - 
cte  Philippe  ora  prò  nobis , colla  data  dal  i5i6. 
e la  solita  cifra  d'Alberto  A.  D.  : sopra  l'altra  è 
l’altro  Apostolo  con  barba  lunga  , nella  quale  si 


dfgl’  Intagliatori  . 61 

possono  numerare  tutti  i peli;  ed  è cosa  da  stu- 
pire, come  un  uomo  sia  potuto  arrivare  a tanta 
finezza,  massimamente  nel  colorito  a tempera, 
ed  in  questa  è scritto  Sancite  Jacobe  ora  prò  no - 
bis , colla  medesima  data,  e cifra.  Queste  due 
teste  erano  nella  Galleria  dell’ Imperadore  , quan- 
do la  gl.  mem.  del  Granduca  Ferdinando  II.  Fan- 
no 1 6 . . andò  all’Imperio,  e avendole  vedute, 
e lodate  molto,  le  furono  da  quella  Maestà  do- 
liate . Vi  è ancora  un  altro  quadro  di  sua  inano 
in  tavola  alto  circa  braccia  due  , e mezzo , dove 
è figurato  Gesù  Cristo  appassionato  con  mani  le- 
gate, e tutti  gli  strumenti  della  Passione , e dal 
ginocchio  in  giù  è nel  sepolcro . Questo  quadro 
già  fu  della  gl.  mem.  del  Card.  Carlo  de’ Medi- 
ci; e similmente  un-’ altro  dipintovi  una  Pietà  9 
ancor  esso  in  tavola , con  figure  alte  quattro  ter- 
zi di  foglio  in  circa,  dove  si  vede  il  Signore 
morto  ùr  atto  d’essere  adorato , e pianto  da  Ma- 
ria V<?rgme , cip  è dalla  parte  destra , e dalla  sini- 
stra S.  Giovanni;  d' avanti  vedesi  la  Maddalena 
genuflessa,  e presso  al  Sepolcro  è Giuseppe  d'Ari- 
matia,  con  un’altra  figura,  ed  ambedue  reggo- 
no il  Corpo  del  Redentore.  Nel  i5o8.  dipinse 
una  Crocifissione,  nella  quale  in  lontananza  figu- 
rò diversi  màrtirj  dati  ai  Cristiani  , ad  imitazio- 
ne del  Crocifisso  Signore,  alcuni  de* quali  si  ve*» 
devano  lapidati,  ed  altri  con  varj , e crudeli’ sup- 
plici fatti  morire  . In  questo  quadro  ritrasse  al 
naturale  se  stesso  in  atto  di  tenere  un  insegna^ 
4n  cui  aveva  scrìtto  il  proprio  nome,  e appresso 
alla  sua  persona  fece  il  ritratto  di  Biiibaldo  Pir- 
haeymherus  , uomo  virtuoso , ohe  fu  suo  amicis- 
simo. Dipinse  anche  un’ eccellente  quadro e vi 


62  Notizie 

figurò  un  Cielo,  in  cui  vedevasi  un  Crocifisso 
pendente  dalla  Croce , sotto  la  quale  erano  il 
Papa_,  rimperadore,  e i Cardinali,,  che  fu  in 
istima  d’una  delle  più  belle  opere , che  uscissero 
dalle  sue  mani^  e nel  paese  sopra  il  primo  pia- 
no fece  un  ritratto  di  se  stesso  in  atto  di  tenere 
una  tavola  in  mano,  dove  era  scritto  Jilbertus 
ì?urer  Noricus  faciebat  anno  de  Virgmis  par- 
tii i5ii.  Queste  bell'opere  pervennero  tutte  nel- 
le mani  dell'  Imperadore , che  diede  loro  luogo 
nel  Palazzo  di  Praga,  nominato  la  Galleria  nuo- 
va, tra  altre  di  celebri  pittori  Tedeschi , e Fiam- 
minghi. Riuscì  anche  uno  de*  più  degni  quadri 
d’Alberto  quello,  che  donò  il  Consiglio  , o Ma- 
gistrato di  Norimbergh  a quella  Maestà,  in  cui 
egli  aveva  figurato  il  portar  della  Croce  di  Cri- 
sto. Eranvi  moltissime  figure,  co’ ritratti  di  tutti 
i Consiglieri  di  quella  Città , che  in  quel  tempo 
vivevano  e questo  pure  ebbe  luogo  nella  nomi- 
nata Galleria-  di  Praga . In  un  Monastero  di  Mo- 
naci a Francfurt  era  Panno  iòo4-  tur  bellissi- 
mo quadro  dell’Assunta  di  Maria  Vergine  , ed  una 
Gloria  con  Angeli  bellissima  ^ e fra  P altre  cose 
s’ammirava  in  essa  una  pianta  del  piede  d’ un 
Apostolo  fatta  con  tanta  verità  ^ e di  tanto  ri- 
lievo ^ ch'era  uno  stupore;  e tale  era  il  concorso 
della  gente  a vedere  questo  quadro  ^ che  affer- 
ma il  Vanmander^  che  a quei  Monaci  fruttava 
gran  danari  di  limosine,  e donativi,  che  erano 
loro  fatti  in  ricompensa  della  dimostrata  mara- 
viglia. Fece  quest’opera  Alberto  Panno  1609. 
Erano  similmente  nel  Palazzo  di  Norimberga  sua 
patria  diversi  suoi  quadri  di  ritratti  d'impera- 
tori, cominciando  da  Carlo  Magno,  con  altri  di 


nFGL’ Intagliatoci  . 63 

Casa  d'Austria  vestiti  di  bellissimi  partii  dorati, 
ed  alcuni  Apostoli  in  piedi  con  be7  panneggia- 
menti . Aveva  anche  Alberto  ritratta  la  propria 
sua  Madre  in  un  quadro  y ed  in  un'altra  piccola 
tavola  se  medesimo^  Panno  i5oo.  in  età  di  3o. 
anni  . Aveva  fatto  anche  un’  altro  ritratto  di  se 
medesimo  Panno  i4r)8.  in  una  tavola  minore  di 
braccio,  e questo  si  conserva  nel  non  mai  abba- 
stanza celebrato  Museo  de’ ritratti  di  proprie  ma- 
ni degli  eccellenti  Artefici,  che  ha  il  Seréniss. 
Granduca  di  Toscana  raccolti  in  gran  parte  dal- 
la G.  M.  del  Serenisi.  Card.  Leopoldo.  Vedesi 
esso  Alberto  in  figura  d’ un  uomo  con  una  bel- 
lissirna  zazzera  rossiccia , vestito  d’una  veste  biarw 
ca  listata  di  nero,  con  una  berretta  pure  bianca, 
anche  essa  listata  di  néro,  la  parte  destra  è co- 
perta con  una  sopravveste  capellina  , ha  le  mani 
giunte  inguantate  , vi  è figurata  una  finestra  y' 
che  scuopre  gran  lontananza  di  Montagne , e nel 
sodo  , o vogliamo  dire  parapetto  di  essa  finestra 
sono  scritte  le  seguenti  parole  in  quella  lingua 
Tedesca,  1498.  Questa  pittura  ho  fatto  io  quan- 
do era  in  età  di  ventisei  anni  Alberto  JDurer , e 
v’è  sotto  la  sua  solita  cifra  A.  D.  Aviamo  per 
testimonianza  di  Monsu  Felibien  nel  suo  trat- 
tato in  lingua  Francese  che  nel  Reai  Palazzo 
della  Maestà  del  Re  Luigi  XIV.  regnante  , si 
ammirino  fatti  con  carte  d'Alberto  quattro  pa- 
rati di  nobilissime  tappezzerie  di  seta , e oro  ; in 
uno  si  rappresenta  storie  di  S.  Gio.  Batista  ài 
once  a 5,  in  otto  pezzi,  in  un’altro  la  Passione 
del  Signore  di  once  9.  in  cinque  pezzi  . 

Un  altro  rharaviglioso  ritratto  di  mano  d’Al- 
berto si  trova  pure  nelle  • stanze  , che  furon  già 


64  Notizie 

Sei  nominato  Sereniss.  Card.  Leopoldo  in  una  ta- 
vola alta  quasi  un  braccio,  che  a parer  degl’in- 
tendenti è una  delle  piu  belle  cose,  che  si  ve- 
dano di  mano  di  lui  . E’  questo  un  vecchio  con 
berretta  nera  con  soppravveste  capellina  pellic- 
ciata, che  ha  in  mano  una  coronetta  di  palle 
rosse,  alla  qual  figura  non  manca  ^e  non  il  fa- 
vellare . Vi  è la  solita  cifra  A.  D. , e la  data  è 
‘del  1490.  Vi  sono  anche  due  teste  quanto  il  na- 
turale, una  d’un  Cristo  coronato  di  spine;  e 
l’altra  di  Maria  Vergine  colle  mani  giunte,  ed 
alcuni  veli  bianchi  in  capo^  delle  quali  meglio 
è tacere^  che  non  lodarle  abbastanza.  Un  suo 
quadro  d’ una  Lucrezia  era  in  Midelburgh  ap- 
presso a Melchior  Wyntgis  Panno  1604.,  e in 
Firenze  nel  passato  secolo  venne  in  mano  di  Ber- 
nardetto  de’ Medici  un  picccl  quadro  della  Pas- 
sione del  Signore  fatto  con  gran  diligenza  9 e mol- 
ti^ e molti  altri  furono  i parti  del  suo  pennello, 
che  per  brevità  si  lasciano , e de^  quali  anche  non 
è venuta  a noi  intera  notizia.  Pervenuto  final- 
mente Alberto  all’età  di  67.  anni,  avendo  molte 
facoltà,  e fama  grandissima  acquistata  per  tutto 
il  mondo  ^ nel  più.  bello  dell’ operar  suo  fu  ra- 
pito dalla  morte  Panno  di  nostra  salute  i5z8. 
agli  8.  d'Aprile  nella  Settimana  Santa,  poco  avan- 
ti la  Pasqua.  Fu  al  suo  corpo  data  sepoltura 
nel  C imi  torio  di  S.  Giovanni  fuori  di  Noriin- 
Lergh,  e sopra  essa  fu  posta  una  lapida  grimde 
colla  seguente  iscrizione: 

ME.  AL.  DV. 

Quidquid  Alberti  Dureri  mortale  fiat  sub 
hoc  conditur  tiunulon  emigravit  Vili.  Idus  Apri - 
lis  i5a3.  Il  già  nominato  Bilibaldo  Birkaeynv 


DEGL*  INTAGLIATORI  . 65 

hcrus  stato  suo  grande  amico,  del  quale  egli 
avea  anche  fatto  un  ritratto  in  rame;  compose 
ad  onor  di  lui  un  hello  epigramma  latino  . 

Diede  la  natura  ad  Alberto  un  corpo  , che 
per  la  statura,  e composizione  delle  parti  fu  ma» 
raviglioso  , e quale  doveasegli,  acciò  fosse  in  tutto, 
e per  tutto  proporzionato  alle  belle  doti  dell’ani- 
mo  suo.  Aveva  il  capo  acuto,  gli  occhi  risplen- 
denti , il  naso  onesto,  e di  quella  forma,  che  i 
Greci  chiamano  Térpxycùvov , il  collo  alquanto  lun- 
go , il  petto  largo,  il  ventre  moderato,  le  cosce 
nervose  , le  gambe  stabili , e le  dita  delle  mani 
cosi  ben  fatte , che  non  si  poteva  vedere  cosa 
più.  bella.  Aveva  tanta  soavità  nel  parlare,  ac- 
compagnata da  tanta  grazia,  che  non  mai  avreb- 
be, chi  si  fosse,  voluto  vedere  il  fine  d'ascoltarlo  ; 
e seppe  cosi  bene  esplicare  i suoi  concetti  nell© 
scienze  naturali , e matematiche , che  fu  uno 
stupore . Ebbe  un  animo  sì  ardente  in  tutto  ciò  , 
che  spetta  all*  onestà  , e a*  buoni  costumi,  che  fu 
reputato  di  vita  irreprensibile  . JNTon  tenne  però 
una  certa  gravità  odiosa,  e nell’ ultima  età  non 
xecusava  gli  onesti  divertimenti  d'  esercizi  corpo» 
rali  , e il  diletto  della  musica , nè  fu  mai  alieno 
dal  giusto.  Il  suo  pennello  fu  così  intatto,  che 
meritamente  gli  fu  dato  il  nome  di  Custode  della 
Purità,  e della  Pudicizia:  in  somma  fu  Alberto 
Duro  un  uomo  de'  più  degni  del  suo  tempo,  e 
se  fosse  toccato  in  sorte  a lui , come  a tanti  altri 
maestri  di  quel  tempo,  di  formare  il  suo  primo 
gusto  nell’arte  sopra  Po  pere  degli  stupendi  arte- 
fici Italiani , mi  par  di  potere  affermare , ch’egli 
avrebbe  avanzato  ogni  altro  di  quel  secolo,  già 
che  ei  si  vede  aver  egli  sollevata  tanto  Parte 
Tom . V,  5 


66  Notizie 

dallo  stato,  in  che  la  trovò  sotto  quel  Cielo,  che 
non  solo  ha  svegliato  ogni  spirito,  che  poi  vi  lia 
operato,  ma  ancora  ha  dato  qualche  lume  all’Ita- 
lia stessa,  e ai  miglior  maestri  di  quella,  i quali 
non  hanno  temuto  d’ imitarlo  in  alcune  cose  , 
cioè  a dire  in  qualche  aria  di  testa,  o abito  ca- 
priccioso^ e bizzarro,  come  fece  Gio:  Francesco 
Ubertino  Fiorentino,  detto  il  Bacchi  acca . e come 
sopra  abbiamo  accennato  9 fino  lo  stesso  Andrea 
del  Sarto  prese  da  lui  alcuna  cosa,  riducendola 
poi  alla  propria  ottima  maniera,  ed  impareggia- 
3>il  gusto  . Lascio  da  parte  però  il  celebre  pittore 
Jacopo  da  Pontormo , il  quale  tanto  s’ incapriccì 
di  quel  modo  di  fare,  e tanto  vi  si  perse,  che 
cP  una  maniera,  eh'  ei  s’  era  formato  da  non  aver 
pari  al  mondo,  come  mostrano  le  prime  opere  sue, 
e particolarmente  le  due  Virtù  dipinte  sopra  l’ar- 
co principale  della  loggia  della  Santissima  ]\on- 
ziata  in  Firenze,  una  poi  se  ne  fece  in  su  quel 
modo  Tedesco , che  gli  tolse  quanto  egli  uvea  di 
singolare  . 

Pestarono  dopo  la  morte  d* Alberto  molti  bel- 
lissimi disegni  di  sua  mano,  e particolarmente 
gran  quantità  di  ritratti  tocchi  di  biacca  , che 
vennero  poi  dopo  alcun  tempo  in  mano  di  Joris 
Edmkenston  nella  Biel  ; ed  in  mano  d’altri  ven- 
nero anche  più  disegni  dello  studio  della  Simetria, 
diche  parleremo  appresso,  dell’Adamo,  ed  Èva, 
cd  altri  se  ne  sparsero  per  l’Italia  in  gran  copia, 
per  aver  quest’artefice  disegnato  infinitamente. 
Questo  sublime  intelletto  per  poter  assegnare  una 
certa  ragione  d’ ogni  sua  opera,  e per  facilitare  a 
chi  si  fosse  il  conseguimento  d’ogni  perfeziono 
nell’  arte  , s ’ era  messo  con  intollerabile  fatica  a 


degl’  Intagliatoci  . 67 

ordinare  il  libro  della  Simetria  de’ corpi  umani, 
nei  che  fare  ebbe  desiderio  di  ridurre  il  buon  di- 
segno in  111  fcodo  , e in  precetti;  e perchè  egli  era 
liberalissimo  d’ ogni  suo  sapere,  si  pose  a spie- 
garla in  iscritto  al  dottissimo  Bilibaldo  Pirchae- 
mero  , a cui  con  una  bella  Epistola  la  dedicò  ; © 
già  aveva  dato  principio  a' correggerla , e stam- 
parla, quando  egli  fu  colto  dalla  morte,  e l’ope- 
ra  fu  poi  da' suoi  amici  data  alla  luce  nel  modo, 
ch’egli  ordinò.  Dissi,  ch’egli  ebbe  questo  buon 
desiderio , perchè  quantunque  sia  di  non  poco 
giovamento  ai  Pittori , e Scultori,  per  tenersi  lon- 
tani da  grandi  sbagli , il  sapere  per  via  di  pre- 
cetti una  certa  universale  proporzione  de’  corpi  y 
ha  però  insegnato  l’esperienza  die  la  vera , più 
corta , e più  sicura  regola  per  far  bene  si  b f 
l’aver  l’artefice,  come  diceva  il  gran  Buonarruo- 
ti,  le  seste  negli  occhi.  Fu  Alberto  amicissimo 
d'ogni  professore^  ch’egli  avesse  reputato  insigne 
nell’  arte  9 e particolarmente  del  gran  Raffaello 
da  Urbino,  al  quale  mandò  a donare  un  ritratto 
di  se  stesso  fatto  sopra  una  bianca  tela  d’acque- 
lelloj  servendosi  per  lume  del  bianco  della  me- 
desima tela,  e ne  fu  corrisposto  d’alcuni  disegni 
fatti  di  propria  mano  di  lui.  Mosso  dallo  stesso 
affetto  dell’arte,  e de’ professori , volle  visitare  i 
più  celebri  artefici  de’  Paesi  Bassi , e veder  l’opere 
loro,  e particolarmente  quelle  di  Luca  d’  Olanda, 
che  fino  dal  1509.  aveva  cominciato  a dar  gran 
saggi  di  se  co’  suoi  intagli  i quali  per  certo , 
quantunque  in  disegno  non  arrivassero  alla  bon- 
tà di  quegli  d’Alberto  gli  furono  però  alquanto 
superiori  in  diligenza,  e delicatezza.  In  tale  oc- 
casione avvenne^  che  al  primo  vedere,  che  fece 


60  Notizie 

Alberto  l’aspetto  di  Luca,  che  era  di  persona 
piccolo,  e sparuto,  forte  si  maravigliò,  come  da 
uno , per  così  dire , aborto  della  natura  potessero 
uscire  opere  di  tanta  eccellenza,  delle  quali  tan- 
to si  parlava  pel  mondo.  Dipoi,  fattagli  grande 
accoglienza,  ed  abbracciatolo  cordialmente,  stot- 
tesi  con  lui  qualche  giorno  con  gran  dimostra- 
zione d’amore.  Fecionsi  il  ritratto  l’un  1*  altro  , 
e strinsero  fra  di  loro  un  inseparabile  amicizia. 
Questo  medesimo  affetto,  ch’egli  ebbe  all'arte, 
e a’ professori , aggiunto  all’ottima  sua  natura, 
cagionò  in  lui  una  inarrivabile  discretezza  nel 
parlare  dell'opere  loro , e quando  era  domandato 
del  suo  parere , lodava  tutto  ciò , che  potea  lo- 
dare , e quando  non  avea  che  lodare , se  la  passa- 
va con  dire  : veramente  questo  pittore  ha  fatto 
tutto  il  possibile  per  far  bene , e così  lasciava 
l’ opere,  e i maestri  nel  posto,  e pregio  loro;  il 
perchè  era  da  ognuno,  per  così  dire,  adorato. 
E sia  ciò  detto  a confusione  di  certi  maestrelli , 
che  essendo,  come  noi  sogliamo  dire,  anzi  infa- 
rinati nell'arte,  che  professori,  ardiscono  por  la 
Locca  nell/ opere  de’ grandi  uomini,  facendosi  te- 
merariamente giudici  di  tutto  ciò,  che  ei  non 
conoscono,  o non  intendono;  per  non  parlar  di 
tanti  altri,  i quali,  col  solo  avere  in  puerizia 
sporcate  quattro  carte  con  isearabocchi , e fan- 
tocci, s' usurpano  il  nome  di  dilettanti  nell'arte, 
con  cui  presumono  di  tenere  a sindacato  del  loro 
sconcertato  gusto  anche  i professori  di  prima  ri- 
ga ; altro  finalmente  non  riportando  di  tale  loro 
temerità,  che  nemicizia , e vergogna.  Alberto 
dunque  per  tante  sue  virtù  e ottime  qualitadi , 
oltre  alla  revexenza,  e stima,  iu  che  fu  sempre 


dfgl*  TntAGLTATORI  . 69 

appresso  all’universale , e a*  professori  , fu  stima- 
tissimo da’ Grandi,  che  facevano  a gara  a chi  più 
poteva  ricompensarlo,  ed  onorarlo.  Massimiliano 
Avo  di  Carlo  V.  fecegii  una  volta  in  sua  pre- 
senza disegnare  sopra  una  muraglia  alcune  cose, 
e perchè  queste  dovevano  avanzarsi  sul  muro  al- 
quanto più  di  quello  eh’  egli  potesse  giungere 
colla  mano , non  essendo  allora  in  quel  luogo 
altra  miglior  comodità,  comandò  l’Imperadore  ad 
un  Cavaliere  pettoruto,  e di  buone  forze,  ch’era 
quivi  presente,  di  porsi  per  un  poco  piegato  in 
terra  a guisa  di  ponte,  a fine  che  Alberto , mon- 
tato sopra  di  lui , potesse  arrivar  colla  mano  ove 
faceva  di  bisogno  . Il  Cavaliere , parte  per  timo- 
re, parte  per  adulare  a quel  Monarca,  subito 
ubbidì,  ma  però  sopraffatto  da  insolita  confusio- 
ne non  lasciava  di  dare  alcun  segno  colla  turba- 
zione  dell’aspetto  di  parergli  strana  cosa,  che 
dovesse  un  Cavaliere  servir  di  sgabello  ad  un  pit- 
tore, di  che  avvedutosi  Massimiliano  gli  disse, 
che  Alberto  a cagione  di  sua  virtù  era  assai  più 
nobile  d’un  Cavaliere,  e che  poteva  bene  un  Im- 
peradore  d’un  vii  Contadino  fare  un  Cavaliere, 
ma  non  già  d'un  ignorante  uno  così  virtuoso. 
E qui  è da  notarsi,  che  questo  Cesare  fu  così 
amico  dell’  arte  y che  diede  alla  Compagnia  di 
S.  Luca  de' Pittori  un  arme  propria,  che  sono 
tre  scudi  d’arme  d’argento  in  campo  azzurro,  la 
quale,  oltre  a quanto  io  trovo  in  autori > vedesi 
espressa  in  faccia  d'un  frontespizio  dei  ritratti 
degl’  illustri  Pittori  Fiamminghi , che  diede  alle 
stampe  di  suo  intaglio  Tommaso  Galle  circa  il  1695. 
Fu  ancora  Alberto  in  grande  stima  appresso  di 
Cario  V.  E Ferdinando  Jle  d’  Ungheria,  e di  Eoe- 


70  Notizie 

mia,  oltre  una  grossa  provvisione,  con  che  era 
solito  trattenerlo,  facevàgli  onori  straordinarissi- 
mi, e in  somma  fu  egli  tanto  in  Patria^  che 
fuori , e da  ogni  condizione  di  persone  sempre 
stimato^  e riverito  a quel  segno  che  meritava 
un  uomo  d’eccellente  valore  , quale  egli  fu  Della 
scuola  di  questo  grande  Artefice  uscirono  uomini 
eccellenti,  e particolarmente  Aldograve  da  No- 
rimberga, che  ancor  esso  fu  celebre  Intagliatore  ; 
così  abbiamo  dal  Lomazzo  ; e Ricciardo  Taurini 
Scultore  di  legname  eccellente,  il  quale  ad  istan- 
za di  S.  Carlo  Borromeo  Arcivescovo  di  Milano 
intagliò  con  modello  di  Francesco  Brambrilla 
Scultore  rinomato  le  bellissime  sedie  del  Coro 
del  Duomo  di  essa  Città. 

Dopo  aver  trascritto  la  Vita  di  Alberto,  che 
il  Baldinucci  tradusse  in  gran  parte  da  Van- 
Mander,  come  già  avvertii,  sarei  ora  in  dovere 
notarvi  alcune  cose , o che  sono  state  in  quella 
tralasciate,  o che  non  bene  schiarite;  ma  siccome 
nel  progresso  del  Catalogo  le  medesime  verranno 
avvertite,  così  lascio  all’ Amatore,  che  ivi  le  veda 
ove  gli  servano  di  maggior  chiarezza  , per  la  in- 
telligenza di  quelle  stamjae  . Intanto  noteremo  di 
passaggio  che  veramente  nacque  il  Durerò  nella 
Città  di  Norimberga  in  Alemagna  Panilo  d^lla 
nostra  salute  1470.^  quantunque  Mi  . Basan  l’ascri- 
va al  1471-  e ristesso  asserisce  il  Gandellini^ 
ma  il  Lanzi  (Stor.  Pit:  Tom . 2.  p.  2.  fol.  429.) 
segue  il  Baldinucci^  come  avean  già  fatto  anche 
il  P.  Orlandi  nel  suo  Abecedario  , e Mr.  Rost: 
(Manuel  Ècole  Allemande  Tom . 1.)  molto  più- 
che  così  conciliansi  le  epoche,  che  interessano  1© 
incisioni  di  Alberto. 


degl*  Intagliatori  • 7 1 

Il  Baldinucci  accenna  alcuni  Libri  di  Durerò, 
i quali  fanno  assai  chiara  testimonianza  . . . che 
questo  sublime  ingegno,  dopo  un  brieve  corso  di 
vita  ne  lasciò  scritti . Rammenta  fra  questi  la 
Simetria  dei  Corpi  umani  scritta  in  latino  , e 
dedicata  a Vilibaldo  Pirckimer  : il  Libro  di  JPro- 
spettina,  di  Architettura,  e dell’Arte  Militare, 
die  scrisse  in  Tedesco , e furono  poi  tradotte  in 
Latino  . Tra  queste  opere  comparve  tradotta 
in  Francese  la  Simetria,  o il  Tratto  delle  pro- 
porzioni del  Corpo  umano . Traité  de  la  Pro - 
portion  des  parties  des  Corps  humains , a Ani- 
hem  i6i4-  infoi.  Ciò  avvertito,  passeremo  al  Ca- 
talogo delle  sue  stampe,  che  sono 

1.  Ritratto  di  Alberto  Durerò  , rappresentato  due  vol- 
te in  piedi,  di  una  bell’indole,  da  due  parti  in  due 
pezzi  di  Architettura , uno  che  contiene  il  suo  ritratto 
del  1509.  e l’altro  quello  del  l5l7.  , con  iscrizioni  lati - 
ne , gr.  in  fol. 

Il  Gran  Raffaello  stupì  a vedere  questo  ri- 
tratto, che  Alberto  di  per  se  erasi  formato  a so- 
lo chiaroscuro , e che  glie  lo  avea  diretto  . Questo 
ritratto  medesimo  passò  alla  morte  di  Raffaello 
nelle  mani  di  Giulio  Romano,  e dipoi  trovavasi 
per  quanto  sappiamo  nel  Palazzo  del  Duca  di 
Mantova . 

' 11.  Ritratto  dell’ Elettore  Federigo  di  Sassonia  MDXXIV., 
in  4. 

III.  Ritratto  dell’  Elettore  Alberto  de  Magonza  15‘io. 
in  4. 

IV.  Ritratto  di  Bilibald  Pirkheimer  1,524. , in  4. 

V Ritratto  di  Filippo  Meianchton  l525.  in  4. 

VI.  Ritratto  di  Erasmo  di  Rotterdam  1520. , in  fol. 
RARO. 

VII.  Adamo,  ed  Èva,  in  piedi,  o il  peccato  dei  nostri 
primi  Padri  1504.  infoi  FNO  DE’ PRINCIPALI  PEZZI . 


72  Notizie 

Son  certamente  due  bellissime  figure , e vi 
si  scorge  quanto  potea  l’Artista  approssimarsi  a 
formare  con  esattezza  di  disegno  , e con  affimi- 
statezza  di  pensiero  queste  due  Persone  che  fu- 
rono le  prime  ad  uscir  dalla  mano  dell’Onnipo- 
tente. Gasparo  Valio  in  un  Disticon , che  ripor- 
tiamo, immaginò  enfaticamente  che  l’Angelo,  il 
quale  discacciato  avea  dal  Paradiso  terrestre  que- 
sti nostri  Protogenitori , gli  ritrovasse  in  questa 
stampa  piti  belli,  che  nell’atto  dell  * espulsione  . 

Angelus  hos  cernens  miratus  dixìt  : ab  horto 
IVon  ita  formoso  s vos  ego  de  pule  r arri  . 

Vili.  Srato  dei  nostri  primi  Padri  dopo  il  peccaco  . Ve- 
devisi  Èva  a.  sedere  con  un  Bambino  sull’ ingresso  di  una 
Grotta,  e Adamo  da  lontano  che  cammina  carponi,  1724. 

Sebaldo  Behan  ha  chiamato  questa  Stampa 
la  Penitenza  di  S.  Crisostomo  . 

IX.  Giuda,  eThamar.  Evvi  un  Uomo  barbuto,  che  sie- 
de in  terra  vicino  ad  una  giovane  Donna  , che  l’accarez- 
za, ed  ha  il  suo  Cavallo  legato  ad  un  Albero.  Pie.  p.  in  4. 

Credesi  che  sia  questa  la  prima  incisione  a 
bulino  di  Alberto  Durer . 

X.  Le  Natività,  in  cui  la  Vergine  in  una  Stalla  adora 
il  Bambino,  che  dorme,  nel  tempo  che  S.  Giuseppe  at- 
tinge dell’Acqua  da  un  pozzo,  1504.  Picc.  in  4. 

XI.  La  Vergine,  che  tiene  in  braccio  il  S.  Bambino  ri- 
posandosi in  un  Paesaggio  , e S.  Giuseppe , che  dorme  a 
lei  vicino,  in  4.  Stampa  chiamata  la  Vergine  della  Par* 
falla . 

XII.  La  Vergine  in  un  Paesaggio  assisa,  col  S.  Bambino 
su  le  sue  ginocchia  , che  giuoca  con  un  Uccellino  , e vi- 
cino ad  esso  una  Bertuccia  legata:  chiamasi  la  Vergine 
della  Bertuccia  in  4. 

Xlli.  La  Vergine  col  S.  Bambino  sedente  a piè  di  un 
Àlbero,  tenendo  una  pera  l5ll.,  detta  la  Vergine  della 
pera  , pie  in  4. 

XIV.  La  Vergine  sedente  su  d’un  sedile  di  pietra  in  un 
Paesaggio  ornato  di  fabbriche  con  il  S.  Bambino,  che  tie- 
ne un  pomo  1014.  Dicesi  la  Vergine  del  Pomo , pie.  in  4r 


DFGL*  fNTAGLTATORI  . 78 

XV.  La  Vergine  in  piedi,  che  tiene  1*  Infante  Gesù  ad- 
dormentato nelle  sue  braccia  , da  parte  una  giovinetta  che 
prega:  mezza  figura  1 5 19.  pie.  in  4.  Intaglio  ad  acqua 
forte  . 

XVI.  e XXXI.  La  piccola  Passione,  ove  nel  frontespi- 
zio è Gesù  legato  a una  colonna  l5o£— l5l2.  pie.  in  I2« 

Seguito  completo  in  sedici  fogli , diffìcile  a, 
trovarsi  . 


XXX11.  Gesù  Cristo  con  le  Sante  Donne  , e S.  Giovan- 
ni a piedi  della  Croce,  circonferenza  di  un  pollice  4.  i. 
di  diametro. 


Stampa  ssnza  marca,  e fatta,  come  alcun, 
erede,  per  Carlo  V.,  che  la  portava  sul  pomo  del- 
la sua  spada.  RARISSIMA. 

XXX111.  Gesù  Cristo  prosteso  a terra  nell’Orto  degli 
Ulivi  confortato  da  un  Angelo,  l5l5. 

Incisione  sul  ferro  DELLA  PIU 5 GRAN 
RARITÀ ’ . 

XXXIV.  Un  Angelo  piangente  in  aria,  che  dispiega 
il  Santo  Sudario  .*  a basso  quattro  Angeli  con  gli  stru- 
menti della  Passione.  i5ló.  , pie • in  4. 

Inciso  su  la  latta  . 

XXXV.  Il  Grand’  Ecce-homo  , con  un  iscrizione  lati- 
na l5 i2.  gr • in  4. 

Stampa  DELLA  PIU ’ GRAN  RARITÀ 

XXXVI.  Gesù  Cristo  portato  al  Sepolcro,  e pianto  dalle 
Sante  Donne,  l5o  pie.  infoi. 

Stampa  piu  carica  di  taglj  . Dubbia.. 

XXX  VII.  Il  FigliuqJ.  Prodigo  inginocch  ioni  , infoi. 


C redesi  che  vi  abbia  rappresentato  se  stésso 
Di  questo  sentimento  sono  il  nostro  Gan deliini, 
ed  il  Sandrart.  Mr.  Basan  rimarca  que  sta  Stampa 
con  accennare  che  vi  si  vedono  dei  Porci,  die 
mangiano  nel  trogolo  . 

XXX  Vili.  Sant’ Uberto  a Caccia.*  il  suo  Cavallo  da  un 
lato,  ed  egli  genuflesso  innanzi  ad  un  Cervio,  che  porta 
un  Crocefìsso  in  mezzo  alle  corna , gr.  in  foL 


7'4  Notizie 

Il  piu  gran  pezzo  inciso  a bulino  dal  Du- 
rerò , ed  uno  dei  più  ricercati  . 

XXXIX.  La  medesima  Stampa  a rovescio  con  la  cifra 
di  Alberto  . 

Buona  copia  di  un  Anonimo,  e verisimil- 
mente  di  Wierx.  Per  distinguerla  dall’ originale 
non  vagliono  le  regole  poste  da  noi  ( Part . 2. 
c.  9.  fol.  223.  e seg .),  se  non  si  faccia  uso  del 
confronto,  come  ivi  si  è detto  (fol.  22-5  n.  IV.)  , 
poiché  allora  troverassi  la  figura  principale  alla 
sinistra . 

XL.  S.  Girolamo  in  una  stanza,  che  fa  orazione  , l5 14- 
in  fol . . 

XL1.  S.  Girolamo  nel  Deserto  inginocchioni  a pie  di 
una  rupe,  che  tiene  una  pietra  in  mano,  infoi. 

XL11.  Un  Padre  della  Chiesa  in  una  Cella  che  siede  , 
con  un  leggìo  avanti,  e confronta  i testi  in  due  libri , l5i5. 
ad  acqua  forte,  pie.  infoi.  RARISSIMA. 

XL111.  Femmina  nuda  alata  in  su  le  nuvole  diritta  in 
piedi  sopra  un  globo,  tenendo  da  una  mano  una  tazza, 
c dall’altra  il  freno , in  fol. 

Secondo  il  Vasari  questa  figura  rappresenta 
la  temperanza  ; secondo  altri  Pandora , o la  For- 
tuna . La  maggior  parte  degli  Amatori , c Scrit- 
tori V appellano  la  gran  Fortuna  . 

Il  Gandellini  parla  in  una  maniera  , che  vi 
ha  voluto  comprendere  runa, ‘e  l’altra,  scriven- 
dola Fortuna  , ovvero  la  Temperanza  . Discorren- 
do secondo  la  Mitologia,  la  Fortuna,  dice  Marzia- 
no, fu  chiamata  Sorte  da  alcuni,  da  alcuni  altri 
Fortuna  , ed  altri  Nemesi.  Questa  Nemesi  si  figu-» 
io,  che  in  una  mano  tenesse  un  freno,  e colP  altra 
un- legno,  con  che  si  misura,  mostrando  con  ciò, 
che  debbon  gli  uomini  porre  freno  alla  lingua, 
ed  operar  tutto  con  norma . 


dfgl’  Intagliatori  . 7 5 

Abbiamo  presso  il  Cartari  dei  versi  greci 
allusivi  alla  Fortuna,  o a Nemesi  tradotti  in  tal 
guisa  in  italiano  : 

tr 

Con  questo  freno , e con  questa  misura 

10  Nemesi  dimostro , che  frenare 

Debba  ciascun  La  lingua  _,  ne  mai  fare 

Cosa , che  prima  ben  non  la  misura . 

Pub  dunque  il  freno  essere  indizio  anche 
della  Fortuna  : anzi  nel  Laexicon  Graeco-Lati~ 
num  &c.  Basileae  ex  O fficina  Valderiana  i54i. 
in  fol.  vedesi  la  Tavola  di  Cebate  incisa  in  le- 
gno, che  a quel  Frontespizio  serve  di  contorno  ^ 
ed  a man  destra  del  primo  ingresso  osservasi  la  For- 
tuna, che  qitel  Filosofo  descrive  , la  quale  è ala- 
ta, nuda^  con  un  vaso  a destra,  ed  a sinistra  il 
freno,  che  sta  in  piedi  sopra  un  globo.  Questa  è 
quella  Fortuna,  la  quale,  scrive  Lattanzio,  fu  da- 
gli Antichi  dipinta  che  teneva  da  una  mano  la 
cornucopia,  e dall’altra  il  freno,  quasi  che  dia  le 
ricchezze,  che  sono  nel  vaso  _,  o cornucopia,  e che 
tenga  delle  umane  cose  il  governo  . Quindi  è che 
da  molti  venne  anche  detta  onnipotente.  Nelle 
mani  della  Fortuna  il  Freno  indica  una  cosa^ 
ed  altra  ne  indica  nelle  mani  della  Temperanza. 
Onde  sembrami  ^ che  quella  di  cui  trattasi^  sia 
propriamente  la  Fortuna. 

Mr.  Basan  la  chiama,  La  Boète  de  Pando- 
re y ma  troppo  generalizza  il  francese  Scrittore. 

11  Gandellini  discuopre  nel  basso  di  questa 
Stampa  un  Paesatto  , che  dicesi  essere  Eyt ai- 
presso  Varadmo  in  Ungheria  ^ Patria  del  Padre 
del  Durerò * 


7(5  Notizie 

XLIV.  Feminanuda,  che  stà  sopra  un  globo , che  tiene 
un  Cardo  attaccato  ad  un  lungo  bastone  , in  12. 

Si  chiama  la  piccola  fortuna . 

XLV.  La  Melanconia  , figurata  per  una  Donna  a sede- 
re , appoggiandosi  la  testa  con  una  mano , e tenendo  coll’al- 
tra le  seste,  con  degli  accessorj  allegorici.  1 5 14-  in  fol. 

Stampa  INCOMPARABILE , coma  dice  il 
Vasari . 

1/ espressione  del  Vasari  è la  seguente  „ Si 
mise  anco  ad  intagliare  per  una  carta  di  un  mez- 
zo foglio  la  Malinconia  ^ con  tutti  gli  strumenti, 
che  riducono  BUoruo,  e chiunque  gii  adopera  a 
esser  malinconico , e la  ridusse  tanto  bene , che 
non  è possibile  col  bulino  intagliare  piu  sottil- 
mente ( Tom.  7.  fot.  i36.  ) 

XLV1.  Un  Uomo  che  dorme  in  una  stufa:  dietro  ad  esso 
un  Diavolo  che  gli  soffia  nell’ orecchie  con  un  gran  sof- 
fietto: da  una  parte  si  vede  una  Donna,  ed  un  piccolo 
Amorino,  con  Venere,  e Cupido,  che  salendo  in  due 
trampali  cammina,  in  4- 

Stampa  chiamata  il  Sogno > dall1  invenzione 
di  Wolgemut . 

Il  Gandéllini  la  descrive  con  maggior  brevi- 
tà. Mr.  Basan  la  rammenta  ; ina  il  Vasari  ben  la 
conobbe  , e la  descrisse  così  : Pece  uno  che  dormendo 
in  una  Stufa  ha  intorno  V cnere  y che  l * induce  a 
tentazione  in  sogno , mentre  che  amore  salendo 
sopra  due  zanche  si  trastulla , e il  Diavolo  con 
soffione  y ovvero  mantice  lo  gonfia  per  V orecchie . 

( loco  cit.  ) 

XLV11.  Un  Satiro  che  dorme  vicino  ad  una  Ninfa,  e 
Diana  armata  di  un  grosso  bastone  vuol  batterla  con  tutta 
la  forza,  mentre  un  Fauno  le  para  il  colpo  con  un  tron- 
co di  Albero,  dietro  al  quale  vi  è un  piccolo  Amorino, 
che  se  ne  fugge  , in  fol. 

Stampa  che  dicesi  il  Gran  Satiro. 


DFGL’  TnTAGUATORI  . 77 

]\Ir-  Basan  invece  di  Fauno  dice  un  Uomo, 
che  non  individua,  ed  invece  di  Diana,  scrive  una 
l’emina . Il  Gandellini  poi  la  descrive  diversa- 
mente,  ed  il  Vasari  (loco  cit.)  dice:  Della  me- 
desima grandezza  intagliò  con  sottilissimo  ma- 
gistero, trovando  la  perfezione , ed  il  fine  di 
quest’arte,  una  Diana,  clie  bastona  una  Ninfa , 
la  quale  si  è messa  per  esser  difesa  in  grembo 
a un  Satiro  ; nella  qual  carta  volle  Alberto  mo- 
strare che  sapeva  fare  gl’ ignudi. 

Ognuno,  per  quello  sembrami,  prende  il  fat- 
to per  già  accaduto  , quando  Rost  il  descrive  co- 
me fosse  per  accadere . 

XLVlll.  Quattro  Streghe  in  una  Camera,  e un  globo 
sospeso  al  di  sopra,  con  le  lettere  O.G.  H.  e l’anno  149?. 
In  una  Stanza  vicina  si  vede  il  Diavolo  fra  le  fiamme, 
in  4. 

Il  Baldinucci  pretende  che  questa  sia  la 
prima  Stampa  incisa  dal  Durer  . L’invenzione 
si  attribuisce  a iVolgemut . RARISSIMA. 

Non  è il  Baldinucci  che  ciò  asserisca  di  sua 
propria  autorità,  ma  bensì  il  buon  Pittore  Carlo 
Yan-Mander  Fiammingo,  da  cui  ha  egli  desun- 
te le  notizie  interessanti  il  Durerò  , come  prote- 
stasi nel  principio  della  vita,  da  esso  scritta  e 
qui  da  me  premessa  . E il  Gandellini , che  am- 
mendando Terrore  di  qualcuno,  che  le  credè  in- 
vece di  Streghe  le  tre  Grazie . la  diede  per  la  pri- 
ma Stampa  di  Alberto,  fatta  l’anno  ventisettesimo 
dell'età  sua . Grazie  le  stimò  anche  Monsig.  Bot- 
tari  ( Vasar . Tom . 7.  fot.  i33.  in  not.)  nelle  sue 
note  al  Vasari  in  cui  si  legge  : „ La  prima  carta 
che  desse  fuori  Alberto,  fu  nel  i497*  avendo  27. 
anni  , e rappresentava  tre  Donne  nude  come  le 
tre  Grazie  coir  una  palla  pendente  sopra  il  loro 


78  Notizie 

capo,  ricavate  da  una  carta  d’ Israel  di  Meckcn 
come  ha  il  Sarxdrart,  o di  Menz  come  iia  il  Bal- 
d inucci  . 

Israel  Van  Mecheln  incise  la  prima  volta 
questa  Stampa , e sul  Globo  si  trovano  le  lette- 
re G.  B.  A.,  cioè  Gott  Behute  Alle  in  tedesco ^ 
che  importano:  Dio  guardi  tutti  , e a piedi  Isra- 
le  V.  M.  tzu  hoectholt . 

Alberto  Durerò  la  copiò  nel  1497.  {scrive  il 
Barone  di  Heinecke  loc.  cit.  fol.  224-).,  e ne 
corresse  il  disegno  con  alcune  diversificazioni, 
avendo  messo  sul  Globo  Panno,  e le  lettere  O. 
G.  H.  O.  Gott  Hi  If  O Signore  a jutate  noi . Que- 
sta Stampa  dà  luogo  a congetturare,  che  il  Dn- 
rer  la  potesse  avere  a Boeckholt,  quando  fece  il 
suo  viaggio  per  i Paesi  Bassi , sia  che  vi  andasse 
la  prima  volta,  sia  che  vi  tornasse  verso  il  i493. 
«■>  il  1494. 

Il  Maestro  m ha  copiato  di  poi  questa 

Stampa  da  Alberto,  e vi  ha  aggiunto  Panno  1498* 
Se  ne  conoscono  due  altre  copie  _,  una  delle  qua- 
li è di  Niccoletto  da  Modena  ohe  mise  sul  Glo- 
bo DETUR  PULCHRIORI  , coll’anno  i5oo. 
Stampa  alta  sei  pollici  2.  lin.  e larga  4-  P*  6.  I. 
I/altra  c copiata  da  questa  da  un  Anonimo  ita- 
liano in  piccolo  col  medesimo  motto,  alta  2.  p. 

2.  1.  larga  1.  p.  e 9.  1. 

XL1V.  Un  Cavaliere  armato  di  tutto  punto  correrne  a 
Cavallo  seguito  dal  Diavolo  , e dalla  Morte  , che  gli  mo- 
stra un  Orologio  a polvere,  l5l3.  in  foi . 

Stampa  chiamata  V Uomo  mondano . 

Il  Gandellini  la  descrive  assai  meglio,  e ne 
individua  delle  singolari  qualità  del  taglio^  talché 


degl’ Intagliatori  . 79 

$1  vede  il  lucido  delle  s armi , ed  il  pelo  nero  del 
Cavallo  ...  ed  un  cane  peloso  fatto  tutto  con 
le  piu  diffìcili  sottigliezze , che  si  possono  fare 
nelV  intaglio  . 

L.  Scudo  d’armi  con  una  testa  di  morto  attaccata  per 
un  nastro  che  tiene  una  giovinetta,  dietro  la  quale  è un 
Satiro,  in  pie.  fot. 

LI.  Uno  Scudo  d’anni  con  un  Leone,  ed  un  Elmo,  so- 
pra del  quale  un  Gallo  distende  le  ali  , in  4. 

Lll.  Un  grosso  Cavallo,  dietro  il  quale  marcia  un  Uo- 
mo stivalato  , ed  armato  di  tutto  punto  con  un’alabarda  in 
mano  l5 o5.,  in  4. 

Llll.  Un  bel  Cavallo,  dietro  il  quale  marcia  un  Uomo 
armato,  che  porta  un’Alabarda  su  le  spalle,  ed  ha  delle 
ali  ai  piedi , e sopra  il  suo  elmo  l5o5-  in  4. 

LlV.  Uno  Stregone  scarmigliato  , che  fa  lo  smargiasso 
cavalcando  sopra  un  Caprone  , tenendo  una  conocchia  nel- 
la man  destra:  sotto  di  esso  quattro  fanciulli  che  si  di- 
vertono , in  8. 

LV.  Ratto  di  una  giovanetta  da  un  Vecchio  robusto, 
montato  a cavallo  sopra  un  Liocorno,  l5l6.  in  foi. 

Questa  Stampa  secondo  alcuni  rappresenta 
Plutone,  die  rapisce  Proserpina . E7  intagliata 
sul  ferro.  RARISSIMA. 

LV1.  Un  Gran  pezzo  di  Cannone  portato  all’ingresso 
di  un  Villaggio , e accompagnato  da  alcuni  Soldati  con 
tre  Turchi,  che  gli  fanno  la  guardia,  in  fol.  in  tr. 

Pezzo  intagliato  sul  ferro  . R A RISSI  M O . 

Il  Gandellini  , ed  il  Vasari  rammentano  al- 
tre Stampe  del  Durerò  incise  in  Rame,  delle  quali 
Rost  non  ne  ha  fatta  menzione  v.  g.  PUomo 
selvaggio  con  la  testa  di  morto.  Ed  in  un  rame 
maggiore  (scrive  il  Vasari  loc.  cit.)  intagliò  una 
Ninfa  portata  via  da  un  Mostro  Marino , men- 
tre alcune  altre  Ninfe  si  bagnano  ec. 

PRINCIPIANO  LE  stampe  intagliate 
IN  LEGNO . 

LV11.  Ritratto  di  Alberto  Durer  , Albrecht  Durer  con - 
terfeyt  inseinem  Alter  des  LVJ  Jars . senza  marca,  infoi» 


/ 


So  Notizie 

LVlll.  Alberti  Dureri  Effigies , edita  ex  lineata  tabula 
ab  eod“'n  A.  D.  MDXXV1I.  invisa,  quae  Vindobonnae  in 
Aug.  Bibliotheca . Caes.  Rcg.  asservatur,  in  fol. 

L1X.  L’Imperatore  Massimiliano  1.  in  mezza  figura 
con  molti  ornamenti  , Imperatore  Caesar , Divus , Maxi - 
miiianus , Pius , Felix  y Augnstus  . l5  Ip.  o r.  zVj  /ò/. 

LX.  Ulrico  Varnbuler  , con  certa  iscrizione  * in  uno 
Scudo  , Albertus  Dur&r  Noricus  recidere  nuae  conatur  i522. 
in  fol  RARA  . 

LX1.  e LXXI11.  La  Gran  Passione,  che  ha  per  titolo: 
Passio  Domini  Nostri  Jesu  ex  Hieronymo  Paduano  , Do - 
minico  Mancino  S e dalia , et  Batista  Mantecano  per  Fra - 
frercz  Chelidoniwn  collecta  cani  figuris  Alberti  Dureri 
Norici  Pictoris.  XI 11.  pezzi,  col  Frontespizio.  Su’l  rove- 
scio di  ciascheduno  si  trovano  dei  versi  latini , e sull’ul- 
timo si  legge,  Impressu.ni  Nurnbergae  per  Alberturn  Da • 
rer  Pictorem . Auno  Christiano  l5l©.-l5ll. , infoi. 

Come  potrern.  noi  combinare  il  numero  del- 
le Stampe  della  Passione  , che  accennano  Rost, 
e Huber , con  quello  che  si  asserisce  da  tutti  gli 
altri  Scrittori.?  Il  Vasari  (Tom.  7.  fol.  1^7.)  ri- 
ferisce , che  avendo  Marcantonio  comperato  la  Pas- 
sione di  Gesù  Cristo  intagliata  da  Alberto  in  tren - 
tasei  pezzi  di  legno  in  quarto  di  foglio  stata, 
stampata  di  poco  dal  detto  Alberto  . . . Avendo 
dunque , Marcantonio  contraffatto  in  rame  d3  inta- 
glio grosso , come  era  il  legno  che  avea  intagliato 
Alberto  tutta  la  detta  Passione  . Il  Ba Idi n ucci 
(Cominci amento  e progresso  dell  arte  delTintaglia- 
re , Vita  di  Marcant.  fol.  20.)  conviene  che  lo 
Stampe  del  Raimondi  cavate  dai  sopranominati 
trentasei  pezzi  erano  universalmente  comperate  ec. 

LXX1V.  e C.  La  piccola  Passione  in  XXV11.  Stampe 
compreso  il  Frontespizio,  che  porta  Figurae  Passionis  Do* 
mini  nostri  Jcsu-Christi  l5l9--l520. 

Cl.  Testa  di  un  Cristo  coronato  di  Spine,  in  fol 
Questa  Stampa  è tagliata  a grossi  tratti , 
cd  e fatta  con  molto  ardire . 


degl’  Intagliatori  . 8 1 

CU.  La  SS.  Trinità  in  cui  vede, si  il  Padre  Eterno , che 
tiene  nelle  sue  ginocchia  il  suo  morto  Figlio  Gesù:  lo 
Spirito  Santo  al  disotto , ed  all’ intorno  molti  Angeli  l5ll., 
in  fai. 

Una  delle  MIGLIORI  STAMPE  intagliate 
dal  Durerò  ; in  legno, 

CIP.  Un  Ecce  Homo  posto  sopra  un  Altare  ed  adorato  dai 
diversi  Ordini  Ecclesiastici , in  fot 

Stampa  , che  dicesi  il  mistero  della  Messa  . 

C1V.  e CXTX.  Le  figure  dell’Apocalisse  in  sedici  pezzi 
non  compreso  il  Frontespizio;  il  testo  ritrovasi  nel  ro- 
vescio di  ciaschedun  foglio,  e néU’itftimo  finisce:  Ini- 
pressa  denuo  Nurnbergae  p.  Alberlum  Durer  Pictorern 
Anno  Christiano  l5ll.  Ò°c.  infoi. 

Ha  così  ristretto  il  Durerò  in  sedici  Stampe  tut- 
ti i 22.  capitoli  delP Apocalisse  . Ma  il  Vasari  ne  co- 
nobbe soltanto  quindici  r senza  forse  la  prima.  Que- 
ste stampe  son  molto  utili  agli  Artisti , secondo  che 
scrive  il  prelodato  Vasari  (loc.  cit.  fol.  r35.)  Uan - 
no  medesimo  seguitando  di  sfogare  i suoi  ca- 
pricci, cercò  Alberto  di  fare  della  medesima  gran- 
dezza quindici  forme  intagliate  in  legno  della 
terribile  Visione,  che  S.  Oiovaiìni  Evangelista 
Scrisse  nell’  Isola  di  Patmos  nel  sua  Apocalisse  ; 
e così  messe  mano  alV opera  con  quella  sua,  ima- 
ginativa stravagante , e molto  a proposito  a cotal 
soggetto  figurò  tutte  quelle  cose  così  celesti  come 
terrene  tanto  bene , che  fu  una  maraviglia  y e con 
tanta  varietà  di  fare  in  quegli  animali  y e mostri , 
che  fu  gran  lume  a molti  dei  nostri  artefici , 
che  si  sono  serviti  poi  AelV  abbondanza , e copia 
delle  belle  fantasie , e invenzioni  di  costui. 

CXX.  e CXLI.  La  vita  della  SS.  Vergine  in  Xll.  pez* 
fci , seguito  completo,  ed  uno  dei  più  belìi:  l5op.~  l5ll. 
pie.  in  fol. 

Errore  manifesto  . La  vita  della  Vergine  incisa 
da  Alberto  è di  ai.  pezzo  compreso  il  Frontespizio. 
Tom.  V-  6 


Sa  Notizie 

Questa  è quella  Raccolta  che  Marcantonio 
copiò  a Venezia  in  XVII . Stampe  , che  fu  ca- 
gione della  pretesa  contesa  fra  questi  due  Arti- 
sti : Queste  copie  imitano  perfettamente  V origi- 
nale nella  maniera , in  cui  furono  incise  per  non 
colere  imitare  il  taglio  . Vedasi  Marcantonio . 

Non  so  intendere  come  Rost  metta  per  ori- 
gine della  contesa  tanto  famosa  fra  A Iberto  Du- 
rerò, e Marcantonio  Raimondi  le  XVII.  Stam- 
pa della  Vita  della  Madonna,  quando  trattando 
egli  di  Marcantonio  Raimondi  ( Ecole  Italienne 
Tom.  S.fol.  62.)  , dice,  che  essendo  andato  Mar- 
cantonio a Venezia  per  acquistare  maggiori  noti- 
zie riguardanti  la  sua  Professione,  là  fece  acqui- 
sto di  trentasei  pezzi  della  Passione  d'Alberto 
Durerò  incisi  in  legno,  e che  ne  restò  così  in- 
cantato, che  si  mise  a copiarli,  e secondo  il  Va- 
sari, gli  marcò  con  la  Cifra  di  Alberto.  L'imi- 
tò così  perfettamente,  che  gl* Italiani  stessi  gli 
pigliarono  per  pezzi  originali . Aggiunge , dice 
egli , il  Vasari , che  il  Durerò  , avendone  veduto  un 
esemplare  a Norimberga  , s*  irritò  talmente  contro 
Marcantonio,  che  venne  a Venezia  ec.  E discor- 
rendo in  appresso  delle  stampe  della  Vita  della 
Madonna,  non  scrive  (fol.  63.)  , che  queste  fossero 
causa  della  insorta  disputa  , ma  solo  , che  sono  sfug- 
gite ed  al  Vasari,  ed  al  Malvasia,  per  cui,  o è 
falso  ch'egli  avesse  l'inibizione  di  contraffalle 
dal  Senato  di  Venezia  con  la  Marca  dei  Durerò, 
o che  Marcantonio  seppe  realmente  eludere  que- 
sto divieto  . Fin  qui , come  ognun  vede,  lo  Scritto- 
re del  Manuel  è in  una  vera  contradizione  ; poi- 
ché o lasciando  di  quistionare  se  vero  o no  siane  il 
latto,  per  sua  confessione  le  Stampe,  su  cui  nacque 


degl*  Intagliatori  . 83 

la  pretesa  disputa,  non  furono  la  Vita  della  Ma- 
donna, ma  quelle  della  Passione . Anche  il  Gan- 
dellini  aggiunge , che  i pezzi  eran  i36.,  ma  ognun 
sa,  ch’egli  merita  d’esser  corretto.  Or  dunque 
Rost  è in  abbaglio,  perchè  prendendo  separata- 
mente  la  gran  Passione  , non  forma  che  i3.,  pezzi 
secondo  egli  scrive  : se  si  prenda  per  la  piccola 
Passione  , non  sono  più  che  pezzi  2 7.  : se  per  tut- 
te due  insieme  , formasi  una  somma  totalmente 
maggiore  del  trentasei  , arrivandosi  ai  quaranta . 
Non  può  dunque  egli  giustificarsi  per  questo  la- 
to. Nemmeno  perla  Vita  della  Vergine,  perchè 
non  è quella  che  imitò  Marcantonio , e perchè 
tutta  insieme  col  frontespizio  forma  il  numero  di 
ventimi  Stampa , come  bene  Mr.  Basan  avverte, 
e non  diciasette  secondo  che  scrive  B.ost . Rima- 
ne dunque  di  avvertire,  che  nè  esso,  nè  il  Gan- 
deliini  avessero  cognizione  di  un  altr* opera,  che 
fu  Porigine  della  contesa,  e questa  non  èia  Pas- 
sione^ ma  la  Vita  di  Gesù-Cristo,  come  scrive 
Mr.  Basan  precitato  nella  sua  seconda  edizione. 
La  Vie  de  N.  S.  en  36.  morceaux  . 


CXLI1.  La  Santa  Famiglia , in  cui  S.  Anna  tiene  su  le 
sue  ginocchia  il  Bambino  Gesù,  adorato  per  la  giovane 
Vergine  con  due  Santi  dalle  parti,  infoi. 

Stampa  in  chiaroscuro  . RARISSIMA  . 

CXLlil.  La  Santa  Famiglia  in  un  gran  Paesaggio , in 
cui  due  Angeli  tengono  una  Corona  su  la  testa  delia  Ver- 
gine. A basso  si  vedono”  tre  Coniglj , gr.  infoi. 

CXL1V.  S.  Agostino  vicino  ad  un  putto  , che  attinge 
dell’acqua  del  mare  da  una  piccola  buca . Il  Mistero  del- 
la SS.  Trinità  i5r8.  in  fol. 

CXLV.  11  Gran  S.  Cristoforo,  che  porta  il  Bambino 
Gesù  , gr.  in  fol . RARO  . 

CXLV1.  L Imperatore  Massimiliano  , accompagnato  dal  - 
la  Vergine,  e da  molti  Santi,  che  adora  il  Salvator  del 
Mondo  , grandissimo  in  fol. 


84  Notizie 

* Il  Sig,  Rost  dice  di  possedere  questa  Stam- 
pa in  una  prema,  impressa  in  pergamena , e ma- 
gnificamente miniata . 

CXLV1I.  e CXLV111.  Assedio  di  una  Fortezza,  detto 
comunemente  l’assedio  di  Vienna  l5‘2^.  in  due  fogli 
alt.  8.  poi.  e 3.  lin.  , largo  2 6.  poi.  e £.  lin  RARO. 

CXHX.  e CLVI.  Carro  trionfale  in  onore  di  Massimi- 
liano 1.  Imperatore  inventato  da  Pirkhaimer,  con  più  iscri- 
zioni latine , ed  il  titolo  : Triumphalis  hic  currus  ad 
honorem  per  Albertum  Durer  delineatus  in  otto  fogli 
alto  1 6.  poli.  lin.  9.,  largo  84.  poti.  lin.  4. 

I predetti  fogli  sono  incollati  insieme  . 

CLV1I.  11  Rinoceronte , con  iscrizione  tedesca , a chia- 
roscuro verde,  l5'l5.  infoi,  int.  RARO. 

CLV111.  e CLX111.  Ornamenti,  o disegni  di  Bordi,  e 
tappezzerie,  rappresentanti  un  disco  nero  ripieno  di  tratti 
bianchi  ih  laberinto;  nel  mezzo  la  Cifra  del  Durerò  , in 
fol.  in  tì\ 

II  seguito  completo  di  questa  SINGOLA- 
RITÀ* e di  sei  pezzi . 

Deesi  aggiungere  al  Gandellini  un  altra  Ci- 
fra 3 che  trovasi  riportata  dal  Rost  A . D.  Alberto 
Durer . 

Orche  abbiamo  tessuto  il  Catalogo  delle  Stam- 
pe anche  in  legno  di  Alberto,  dovrà  Forse  credersi 
che  tutte  si  ansi  estesamente  citate  ? Saremmo  in 
errore . Molte  altre  ne  cita  Mr.  B isan  ( Seconda* 
ediz.)  9 altre  il  Gandellini r ed  altre  sono  riferite 
dai  Vasari . 

Monsig.  Bottari  nelle  note  al  Vasari  (Tom.  7* 
fol.  i33.)  scrive  : Le  Stampe  in  rame  di  Alberto 
Durerò  si  dice  eom\incmcnte.  esser  cento  dieci , e di 
quelle  in  legno  non  e stato  fatto  il  computo  . Era  9* 
quell’ora  molto  indietro  il  numero  delle  predet- 
te Stampe;  e mi  pare  assai  difficile,  che  questo 
eruditissimo  Annotatore  non  ne  scrivesse  a*  Mr. 
Manette , col  quale  ayea  la  più  stretta  corrispon- 


degl’  INTAGLIATO»  I . 8 5 

denza.  Quel  grand’Amatore  , ed  intelligente  vero 
delle  Belle- Arti  gli  avrebbe  in  tal  caso  potuto  dire, 
che  nel  suo  Gabinetto  se  ne  trovarono  fino  4ao., 
quali  dopo  la  di  lui  morte  furon  vendute  i83o. 
lire.  De  Brandes  (le  Catalogne  raisonné  da  Ca- 
binet d9  E stampe  s Artic.  Burer)  fa  ascendere  il 
numero  delle  genuine  del  Durerò  , delle  copie  fat- 
te da  altri , e delle  sue  invenzioni  da  altri  inta- 
gliate a 12,54.  Stampe. 

Dopo  Wolgemuth  viene  Alberto  Durer , scri- 
ve il  Barone  d’ Heinecke  (loco  cit.  fol.  288.) 
ed  abbiamo  di  esso  un  numero  di  Stampe  in  le- 
gno marcate  con  la  sua  cifra  . Ma  frattanto  non 
è in  nessun  conto  deciso  se  Alberto  da  per  se  stes- 
so ha  intagliato  tutte  queste  Stampe  : o almeno 
egli  è certo,  che  tutte  non  sono  di  sua  mano  9 
sebbene  egli  Babbi  a disegnate^  o su  l’ istesso  le- 
gno o abbia  dato  i suoi  disegni  ad  altri  Artisti, 
o ai  suoi  discepoli . fn  Norernberga  vi  è una  ge- 
nerai tradizione  tuttora  ,che  per  poco,  che  si  guar- 
dino, e si  esaminino  con  attenzione  quelle  Stam- 
pe , non  si  trovano  tutte  l’opera  di  un  solo  Artista  . 

Vedesi  da  tuttociò_,  clic  il  Vasari  (loc.  eit. 
fol.  i35.)  non  si  era  ingannato,  in  credendo,  che  tut- 
te le  Stampe,  le  quali  vanno  sotto  il  nome  di  Al- 
berto, fossero  di  esso  . Non  riescila  discaro  all’Ama- 
tore , che  io  riporti  per  esteso  l’autorità  del  sud- 
detto Biografo,  sì  perchè  c’indica  in  parte  quali 
sono  le  più  sospette  , sì  perchè  ci  somministra  delle 
ragioni  per  dubitarne  di  alcune  con  fondamento . 
Segnerò  le  genuine  , onde  anche  più  facile  sia  il 
rammentarsene.  ,,,  Cresciutogli  1’ animo  fece  in 
un  foglio  reale  l’anno  x5io.  parte  della  Passio- 
ne di  Cristo , cioè  ne  condusse,  con  ajiimo  di  fare 


86  Notizie 

il  rimanente,  quattro  pezzi;  la  Cena , V esser  pre- 
so di  notte  nell* Orto  , quando  va  al  Limbo  a 
trarne  i Santi  Padri,  e la  sua  gloriosa  Resur- 
rezione. ...  E sebbene  sono  poi  state  fatte  je 
altre  otto  parti , non  furono  stampate  col  se^no 
di  Alberto,  e a noi  non  pare  verisimile,  che  sie- 
no  opera  di  lui,  atteso  che  son  mala  cosa,  e non 
somigliano  nè  le  teste,  nò  i panni , nè  altra  cosa 
la  sua  maniera  : onde  si  crede  che  sieno  state  fat- 
te da  altri  dopo  la  morte  sua  per  guadagnare, 
senza  curarsi  di  dar  questo  carico  ad  Alberto. 
E*  nel  vero  eo.  „ 

CLXIV.  Un  Apostolo  con  la  sega  in  mano  diritto  in 
piedi , e con  un  bellissimo  manto  in  12.',  con  la  cifra  di 
Alberto,  e l’anno  1523. 

Esiste  fra  molte  altre  nella  raccolta  del  Sig.  Cav. 
Giovanni  Pieri  , Mecenate  della  presente  opera . 

ALBERI  (Marco),  nato  a Gaeta  nel  1722., 
che  dai  proprj  suoi  disegni  ha  intagliato  sei  Pae* 
saggj,  e gli  ha  dedicati  al  Marchese  Mancini 
( Mr.  Basan  second.  ediz . ) • 

ALBERT-FLAMEN , Pittore,  ed  Intagliatore 
Fiammingo,  nato  nel  i564-  Incise  un  numero  di 
Paesaggi  , di  Uccellami , e di  Pesci  ; tutto  di  sua 
composizione  ( Trovasi  così  citato  da  Mr.  Ba- 
san nella  prima  , e nell' ultra  sua  edizione). 

ALBERTI  (Ignazio)  ha  intagliato  a Vienna  mol- 
ti piccoli  Ritratti  in  8.  (Mr.  Basan  second.  ediz.) 

ALBERTOLLI  (Giocondo) , Milanese,  Professo- 
re delPAccademia  di  Belle-Arti,  compositore,  e 
intagliatore  di  un  seguito  di  Arabeschi  molto  varj , 
c spiritosamente  incisi  (Mr.  Basan  seconda  ediz.) 

ALDAMET  (Giacomo)  nacque  nel  1727.,  e 
mori  nel  1788.  „ Le  sue  Stampe,  dice  il  Milizia 
(Diz.  delle  Belle- Arti),  hanno  della  soavità  . Abor* 


D^GL’  r NTAGLI ATORI  . 87 

riva  le  nere,  paragonandole  agli  Strioni  , die  in- 
capaci d’imiri  tar  la  natura  si  danno  alle  smorfie,,. 

ALDEGREVEft  (Enrico) , di  cui  scrive  ilBal- 
dinucci  brevemente  la  vita  ; e principia  con  un 
errore  intorno  al  nome  di  questo  Artista,  chia- 
mandolo Aldegraef (1),  venendo  corretto,  come  io 
credo  , dal  Gandellini . Soest  in  Vestphalia  fu  La 
sua  Patria,  ove  lo  troviamo  nato  nel  i5c2.  Ivi 
guidato  solo  dal  suo  genio,  ed  inclinazione  pe  ’l 
disegno  si  occupò  in  studiare,  e delineare  le 
Stampe  di  Alberto  Durerò  9 che  in  quel  tempo 
meritamente  occupava  fra  gli  Artisti  ed  il  primo 
posto,  e risquotevane  la  comune  approvazione. 
Mosso  pertanto  Aldegrever  dalla  sua  fama , se  ne 
partì  da  Soest,  ed  incamminossi  alla  volta  di  No- 
rimberga per  prendere  da  sì.  celebre  Professore  le 
lezioni  e di  Pittura,  e d' Intaglio.  Furono  tanto 
rapidi  i suoi  progressi  sì  nelPuna  che  nell’altra 
delle  due  Professioni , che  tornatosene  in  Patria , 
potè  arricchirla  di  pitture  assai  pregievoli  ^ le 
quali  vedonsi  per  quelle  Chiese  , e particolar- 
mente nella  Chiesa  "Vecchia , in  cui  dipinse  con 
maestria  la  Natività  di  Gesù-Cristo . ( Baldinuc - 
ci  Cominciava . ec.  fol . a3.)  Molte  altre  di  que- 
ste sue  opere  lodatissime  ebbero  ancora  Norim- 
berga, e le  altre  vicine  Città.  ( Fuesslin)  Scor- 
sesi sempre  in  tutte  le  sue  opere  Pandamento 
del  suo  Maestro  nella  correzione  del  disegno 9 
ma  nelle  sue  figure  vi  si  osserva  del  gotico.  I suoi 

(I)  11  Sandrart  lo  chiama  Alberto  Aldograf,  ed  altri 
Alberto  da  Westphalia , avendo  riguardo  al  suo  Paese  . 
Forge  questo  nome  di  Alberto  gli  fu  dato  per  esser  di- 
scepolo di  Alberto  Durer  , al  quale  si  approsfimSlYa  anco- 
ra neU’andament*  delle  sue  •pere. 


88  Notizie 

panneggiamenti  però  son  belli,  ed  i dintorni  han- 
no quella  facilità.,  che  non  si  scuopre  tanto  fa- 
cilmente nei  Pittori  di  quei  tempi  , ed  oltramonta- 
ni . Ma  egli  lasciò  ben  tosto  di  dipingere  per  darsi 
alP  intaglio;  e nell’età  sua  di  ventnn'annp tro- 
viamo delle  Stampe  da  esso  incise,  alle  quali 
attese  dipoi  con  molta  precisione  ,,  e delicatezza , 
tanto  in  rame,  che  in  legno  (Mr.  Basan  loc» 
cit.  ) . Vedesi  nelle  sue  Stampe , dice  il  Baldi^- 
nuoci  (loc,cit.)y  gran  varietà  d’arie  di  teste , e di 
àbiti,  in  su  la  maniera  di  Buca  di  Olanda . 
Mr.  Basan  avverte,  che  egli  diede  principio  alle 
sue  incisioni  nel  1837.,  e continuò  in  tal  arte 
fino  al  i549.,  dopo  il  qual’anno  fino  al  i555. 
si  occupò  ad  intagliare  un  numero  di  Stampe  per 
ornamenti  degli  orefici . Credo  però  bene , che  lo 
Scrittore  precitato  possa  ingannarsi  , poiché  , cor 
me  qui  appresso  vedremo,  trovansi  delle  di  lui 
{Stampe  intagliate  nel  i-55a.  i553.  i554»  i555.j 
che  non  sono  sicuramente  ornamenti  per  Porifi- 
cerie . Supposto  poi,  come  par  verisimile,  che  il 
suo  seguito  di  sei  pezzi  rappresenti  diverse  azio- 
ni di  Signori,  e Dame  accompagnati  dalla  mor- 
te, che  gli  conduce  seco,  sia  del  i5Ó2.,  conver- 
rà non  prima  di  questo  dato  anno  segnare  la  dì 
iui  iqorte . Non  è , dice  il  Baldinucci  ( loc.  cit.), 
a nastra  notizia  peivenuto  il  titolo  d<i  essa  se - 
poltura,  ma  solamente,  che  secondo  quello  ^ ohe 
lasciò  scritto  in  suo  idioma  il  Van  JVfandev  Pit- 
tore Fiammingo,  sopra  esso  fu  da  un  suo  com- 
pagno di  Munstcr  fatta  fare  una  lapida  con  fa 
testa  y e arme  appunto  che  Aldegrever  era  solito 
improntare  nello  sue  opere.  Errerebbe  lo  Scrittore 
dei  Decennali,  se  avesse  soltanto  creduta  cfie  fo$- 


degl*  Intagliatori.  89 

se  Parme,  poiché  di  questa  non  fece  egli  giam- 
mai alcun  uso;  ma  soggiungendo  egli,  o come  de- 

nota  il  monogramma  eh* era  'm  , par  che  vo- 
glia intender  propriamente  la  cifra  . Questa  è for- 
mata dalle  seguenti  tre  lettere  intralciate , e riu- 
nite insieme  H.  A.  G.,  secondo  riferisce  l'autore 
del  Manuel  ec. , da  cui  si  prendono  le  seguenti 
Stampe.  Non  intendasi  però,  che  nelPassegnar  il 
numero  di  esse,  vogliansi  comprendere  tutte  quel- 
le piccole  Stampe,  o quegl'intagli  di  vasi,  d'or- 
namenti > di  soggetti  fantastici , di  freg j , di  vi- 
gnette 9 e di  culi  di  lampade  che  Aldegrever  in- 
ventò, ed  intagliò  per  i Libraj,  e per  gli  Orefi- 
ci. Egli  se  ne  occupò  sempre  dal  principio  che 
intraprese  a disegnare  , cioè  dal  iSao.fino  al  i55o. 
come  il  Barone  d'Heinecke  (Tom.  j.fol.  ia4-  e 
seguenti)  apertamente  il  dimostra.  Si  compren- 
dono qui  le  rammentate  dal  prelodato  Rost , c 
non  tutte  le  opere  di  questo  Intagliatore  , le  quali, 
secondo  lui,  componevano  un  gran  volume  in  fo- 
glio 3 ed  erano  in  numero  di  3 80.  pezzi,  che.  il 
celebre  Manette  possedeva , e che  furono  ven- 
dute dopo  la  sua  morte  al  prezzo  assai  ristretto 
di  lire  179.  e 19.  soldi.  Il  Gandellini  scrisse  forse 
appoggiato  all'  autorità  del  Sandrart,  che  il  Sig. 
Abate  de  Marolles  possedeva  di  questo  Professo- 
re 35o.  pezzi , e Mr.  Basan.,  appoggiato  all’auto^* 
rità  del  Sig.  Humber,  tiene  che  sorpassino  tutte 
insieme  le  j^oo 

f li  Ritratto  cf  Aldegrever  senza  barba.  Aldegrévar  hic 
e$t  (non  h$c  come  si  legge  nel  precitato  Scrittore  Rogt) 
- Aetatis  XXVII.  pie.  in  4. 

11.  H Ritratto  di  Aldegrever  con  una  robusta  barba, 
Annq  MQ  XX XV IL  fmvgQ-eisUuis  suve  XXXV.  in  4-. 


90  Notizie 

III.  Ritratto  in  busto  di  Filippo  Melanchton , con  iscri- 
zione: Philippus  Melanchton  1640.  in  4. 

IV.  Ritratto  in  busto  di  Mirtino  Lutero  , con  inscrizio- 
ne latina,  Martinus  Lutherus  l54°-  in  4. 

V.  Ritratto  d’Alberto  Van  derHelle:  anno  suae  aeta - 
tis  XXVIII • l58o.  in  4. 

VI.  Ritratto  di  Guglielmo  Duca  di  Juliers , anno  MDXL. 
in  fot. 

VII.  Ritratto  di  Giovanni  Van  Layden  Re  degli  Ana- 
batisti  a mezzo  corpo , in  fol. 

Vili.  Ritratto  di  Bernardo  Kenipperdolling  a mezzo  cor- 
po , fanatico , in  fol. 

Queste  sono  le  migliori  Stampe  di  Alde- 
grever . 

IX.  e XIV.  L’Istoria  di  Adamo,  e di  Èva  cacciati  dal 
Paradiso  Terrestre , sei  pezzi  in  12. 

XV.  XVI11.  La  storia  di  Loth  , quattro  pezzi  in  12.  l553. 

XIX.  XXII.  La  storia  di  Giuseppe,  e de’ suoi  Fratelli, 
quattro  pezzi  l5‘28-l53‘3.  in  12. 

XX111.  e XXIV.  La  Storia  di  Thamar,  e di  Absalon, 
sette  pezzi  1540.  in  8. 

XXV.  David,  che  scorge  dalla  finestra  del  suo  Palazzo 
Bersabea  nel  bagno,  in  8. 

XXVI.  Giudizio  di  Salomone,  i555.  in  8. 

XXV11.  Giuditto  con  la  Testa  di  Oloferne  l5‘28.  in  12. 

XXV11I.  e XXXVI.  La  Storia  di  Susanna  in  quattri 
stampe  l555.  in  8. 

XXXV11.  e XL.  La  Parabola  del  Samaritano  misericor- 
dioso, in  quattro  pezzi  1 554*  ifl  8.  int. 

XLl  e XLV.  La  Parabola  del  Ricco  epulone,  in  cin - 
que  Stampe  l554-  in  int' 

XLV1.  e XLIX.  I quattro  Evangelisti  sedenti  su  delle 
nuvole:  Quattro  pezzi  con  le  Cifre  di  G.  Peins  e di  a1- 
degrever  1 53p.  in  8. 

L.  L’Annunciazione , ove  si  vede  il  Padre  Eterno  , che 
dà  la  sua  benedizione. 

LI.  La  Natività  : Vedonsi  gli  Angeli^ , la  Vergine  , ed  i Pa- 
stori adorare  il  Santo  Bambino,  1 533.  in  8. 

Lll.  La  Vergine  col  S.  Bambino,  che  si  riposa  sotto 
un  Adbero  , in  12. 

Llll.  La  Madonna  vestita  di  un  bellissimo  drappo,  che 
porta  Gesù  Bambino  in  uno  Stendardo,  1 55*2.  in  13. 


degl’ Intagliatori  , 

LIV.  Medea  a sedere,  che  dà  in  mano  a Giasone  i 
suoi  Dei  penati  1529-  in  8. 

LV.  Rea  Silvia  c°u  il  Pastore,  ch’espone  Romulo  , e 
Remo  su  le  sponde  del  Tevere,  gr.  in  8. 

LV1.  Tarquinio,  che  violenta  Lucrezia , con  le  cifre  di 
Peins,  e Aldegrever  1 53p-  in  8. 

LV11.  Sofonisba  assisa  sul  trono  pronta  a bere  la  tazza 
di  veleno  l553.  in  8. 

LV111.  Marco  Curzio  a cavallo,  che  si  precipita  nella 
voragine  a Roma  l5o2-  gr.  jn  8. 

L1X.  Muzio  Scevola  innanzi  al  Re  Porsenna  l53o.  gr  inS. 

LX.  Tito  Mallio  , che  fa  tagliare  la  testa  al  suo  tìglio, 
per  aver  disobedito  alla  legge  militare  l553.  in  8. 

Vedete  qui  sopra  rimarcato  il  medesimo  sog- 
getto alPArticolo  di  G.  Peins. 

LX1.  Pater , ne  post  suam  mortem  , filius  degenerane 
male  perirei,  eum  obtruncavit.  Il  Conte  di  Archambaud 
malato  , che  strangola  il  suo  tìglio  avanti  di  morire  , l553. 
in  8. 

LXll.  Combattimento  di  Ettore,  piccolo  fregio  con  riscri- 
zione , Hector  Trojanus  l5 53.  alto  2*  poi.  e Un.  I.,  lar- 
go 4.  poi.  e IO.  Un. 

LXlll.  Battaglia  di  Annibaie , e di  Scipione , tìanni- 
bal-Scipio , fregio  alto  1.  poi.  e IO.  lin. , largo  ?.  poi. 
e 10.  lin. 

LX1V.  e LXX.  Le  Divinità,  che  presiedono  ai  Piane- 
ti con  i loro  nomi  mitologici  , pezzi  sette  in  12. 

LXX1  e LXXX111.  Le  Forze  d’Èrcole,  in  un  seguito 
di  Xlll.  Stampe , ciascuna  delle  quali  ha  un  distico  lati- 
no l55o.  in  i2. 

BELLE  E DIFFICILI  A TROVARSI. 

LXXX1V.  Orfeo,  che  suona  la  sua  Cererà  vicino  a Eu- 
ridice assiso  a piedi  di  un  Albero  ; intagliato  ad  acqua 
forte  nel  l528.  in  12. 

RARO  Pezzo  ed  unico  , che  Aldegrever  ab- 
bia inciso  a punta  . 

LXXXV.  e XCVlll.  Seguito  di  diverse  figure  allegori- 
che con  i loro  nomi,  rappresentate  in  quattordici  pezzi 
in  ló.  intagliati  nel  1649.  l55o.  cioè; 

1.  La  Concordia. 

2.  La  Pace . 

3*  La  Diligenza. 


93  Notizie 

4.  La  Fortuna, 

5.  La  Ricchezza . 

6.  La  Pigrizia. 

7.  L’Intemperanza. 

8.  La  Dissolutezza. 

9.  La  Pazienza. 

10.  La  Collera. 

11.  La  Povertà. 

12.  La  Pazienza. 

13.  La  buona  Coscenza  . 

14.  11  Salvatore  Vittorioso  con  l’iscrizio- 

ne , Pax  nostra  Christus . 

XCIX.  e CV.  Le  Virtù  Cardinali  in  sette  Stampe  , cia- 
scuna delle  quali  ha  un  distico  latino. 

1.  La  Canta . 

2.  L’Amor  del  Prossimo. 

0.  La  Diligenza. 

4.  La  Pazienza . 

5.  La  Castità  . 

6.  La  Temperanza. 

7.  L’Umiltà.  i552.  in  12. 

CV1.  e CX11.  1 Vizj , o i sette  Peccati  mortali  in  sette 
pezzi , ciascuno  dei  quali  con  un  distico  latino,  e sono 

1.  La  Superbia. 

2.  L’ Invidia  . 

3.  La  Collera  • 

4.  La  Lussuria . 

5.  L’Avarizia  . 

6.  La  Gola  . 

8.  L’Accidia  . in  12- 

r CX111.  e CXX.  L’Impero  della  Morte  su  tutte  le  cose 
umane  da  dopo  la  Creazione  fino  ai  nostri  giorni  in  ot- 
to Stampe,  ciascuna  con  un  versetto  latino,  i54I.  in  16. 

CXX1.  e CXXX11.  Una  Processione  o accompagnamen- 
to di  uno  Sposalizio  Westphaliano  rappresentato  in  do- 
dici Stampe,  in  cui  quelle  persone  che  formano  il  detto 
seguito  marciano,  e ballano  a due  a due  accompagnate 
dai  Sonatori.  l538.  in  8. 

* CXXX111.  e CXL.  Altra  Processione  di  Nozze  simili 
rappresentata  da  un  seguito  di  Vili.  Stampe  iSSl.in  16. 

I CXL1.  e CXLV1.  Seguito  di  Signori  , e di  Dame  in 
differenti  azioni  accompagnati  dalla  Morte,  che  gli  tra- 
scina seco.  Pezzi  sei  con  la  data  del  l5Ó2 . in  t2. 


dfgl*  Intagliatori  . <)S 

Se,  come  dicemmo  queste  Stampe  , sono  ori- 
ginali, debbono  considerarsi  per  l’ultima  opera 
dell’Autore  presente  . 

CXLV11.  Donna  nuda  che  tiene  da  una  mano  un  Oro- 
logio a polvere  , e dall’altra  una  Pera  .*  sotto  vedesi  una 
buca  con  un  teschio  di  morto,  e un  globo  su  del  quale 
è scritto:  Respice  finem  . i5s 9.  in  12. 

CXLVlll.  Donna  nuda  alata  ed  elevata  nell’aria  sopra 
un  globo,  tenendo  un  Calice,  un  Freno,  e un  Serpente 
simbolo  della  Prudenza,  e della  Temperanza  l555.  in  >2. 

CXLIX.  Un  Uffiziale  veduto  dì  faccia,  che  porta  un» 
Stendardo  l54°-  in  & 

CL.  Una  Donna  rappresentante  la  Notte  , che  dorme 
sopra  un  letto  l553.  in  12.  Pezzo  osceno . 

CL1.  Un  Uomo  armato  di  una  spada  che  sorprende  un 
Monaco,  ed  una  Monaca  l53o.  in  t*2.  RARISSIMA. 

CLH.  La  Società  degli  Anabatisci  .*  figure  nude  in  di- 
versi atteggiamenti,  e nel  bagno,  in  fot  RARISSIMA. 

ALEMANNO  (TJ).  Vedi  il  Gandelliui . 
ALESEIMER  Elsheimer  (Adamo)  , detto  an- 
che Adamo  da  Francfort  dalPesser  egli  nato  in 
questa  Città  nel  1^74.  Fu  discepolo  di  Filippo 
Uffebach,  e per  farsi  viemaggiormente  distingue- 
re nella  Pittura  intra  piese  jl  viaggio  per  V Ita- 
lia , e si  fermò  in  Roma  . Fra  naturalmente  tra- 
sportato al  Paesaggio  , e cercò  far  conoscenza  con 
dei  Pittori  di  tal  genere  per  potervi  riescire  . Stu- 
diò lungamente , e sempre  con  pazienza , gran 
correttrice  della  nostra  fantasia  , e potò  produr- 
re bellissimi  saggj  nella  sua  professione . Accop- 
piava a questi  suoi  doni , s tra  ordinar]  talenti , i 
quali  coltivati  con  un  esercizio  non  mai  interrot- 
to in  disegnando  i monumenti  antichi,  non  solo 
si  fece  grande  nell’arte,  ma  eziandio  amabile  in 
essa  ^ e grazioso.  Disegnava  al  naturale  tutte  le 
cose , ch’egli  volea , col  suo  elegante  pennello , ese- 
guire , e con  la  sua  memoria  tenacissima  ram- 


o4  N o r i * i fc 

meritandosi  di  ciò  che  avea  veduto,  ritoccava,  e 
riabbelliva  i suoi  lavori.  Quindi  tutti  coloro, 
che  rimiravano  ledi  lui  opere,  vi  ritrovavano  y in- 
sieme col  bello  del  disegno  _,  unita  la  verità . Era 
però  cupo , e malancolioo , e questo  suo  tempe- 
ramento lo  portava  a deliziarsi  fra  le  ruine  di 
Roma,  ed  in  luoghi  solitari . La  sua  immaginosa 
fantasia  gli  rappresentava  fra  quei  monumenti , 
le  imprese  di  quella  Nazione,  che  riandava  nel- 
la sua  memoria  con  le  cognizioni  storiche,  le 
quali  avea  presenti . Non  è perciò  da  maravi- 
gliarsi, se  nei  suoi  quadri  si  scorge  una  singoiar 
finitezza,  ed  un  energica , ma  giusta  espressione. 
Amava  molto  figurarsi  il  lume  languido  della 
Luna,  che  accordava  mirabilmente  con  l’ombre 
della  notte , sembrandogli  esser  egli  in  mezzo  di 
quella  quiete  solitario  , e taciturno . Intanto  il 
suo  tocco  fu  sempre  spiritoso  ^ e come  dicemmo, 
pieno  di  grazie.  Non  escivano  dalle  sue  mani 
le  opere  ch’egli  eseguiva  ^ se  non  dopo  averle  per 
lungo  tempo  esaminate,  corrette,  e confrontate 
col  vero.  Avea  però  il  vantaggio  di  dipingere  in 
piccolo,  e vendere  i suoi  Quadri  a grandissimo 
prezzo.  Parrebbe  da  questo  ch’egli  avesse  dovu- 
to accumulare  tesori,  ma  il  fatto  prova  all'op- 
posto, poiché  fu  sovente  la  sua  fortuna  più  che 
mediocre . Il  suo  genio  solitario , stancandosi  un 
giorno,  gli  fece  intendere,  che  ben  non  era  esser 
solo,  e lo  invaghì  di  una  scaltra  Donzella,  per 
la  quale  rovinò  i suoi  interessi . Tutti  da  questo 
miserabile  istante  furon  languidi  i suoi  lavori  y 
tetra  la  sua  immaginazione,  e dolente  della  sua 
fortuna,  si  vide  prossimo  a perdersi  di  coraggio. 
Una  quantità  di  debiti  disgustò  se  y e la  sua  fa- 


degl*  Intagli  ATon  i . 95 

miglia  in  maniera  che  non  reggendo  alla  tri- 
stezza in  cui  oppresso  ne  cadde,  cessò  di  vivere 
in  Roma  nel  1620  , mentre  correva  Fanno  qua- 
rantesimo sesto  della  sua  età . I suoi  Quadri  so- 
no rarissimi,  due  dei  quali  sono  nella  celebre  rac- 
colta del  Palazzo  Reale.  Fra  i suoi  discepoli  ven- 
gono annoverati  Salomone  ^ Mosè,  David  Teniers 
il  vecchio,  e Jacopo  Ernesto  Thoman,  che  lo 
immitò  in  maniera,  che  non  si  distinguono  facil- 
mente dagli  stessi  intendenti  Fopere  del  discepo- 
lo da  quelle  del  suo  maestro . Sopra  cinquanta 
suoi  pezzi  furono  da  var  j Incisori  intagliati , e si 
distinguono  fra  questi  Goudt  d’Utrecht,  Hollar, 
e Maddalena  de  Passe . 

Intagliò  da  per  se  stesso  ad  acqua-forte  mol- 
ti piccoli  soggetti,  che  sono  rari  e ricercatissimi 
per  la  delicatezza  , e finitezza,  con  la  quale  son 
essi  trattati . Rost  dice  conoscerne  uno  eh’  egli 
descrive , cioè 

1.  Il  Giovane  Tobia,  che  conduce  suo  Padre  Tobia 
cieco , Elsheimer  fecit . P.  in  4. 

Senza  il  nome  dell’Artista . 

Il  Gandellini  alla  Lettera  E fol.  3 12.  accen- 
na altre  sue  composizioni  che  intagliò  ad  Acqua- 
fòrte e le  segnò  con  la  sua  propria  cifra. 

Mr.  Basan  tanto  nella  prima,  che  nelPaltra 
Edizione  si  contenta  di  parlare  in  generale  delle 
sue  opere  senza  individuarne  alcuna  . Così  ha  fatto 
il  Padre  Orlandi  nel  suo  Abecedario  Pittorico  ad- 
ditando il  Sandrart  fol.  286.,  e Borghini  fol.  101. 
da  vedersi  dal  Lettore . Molti  hanno  scritto  la 
Vita  di  questo  bravo  Artista  ^ e tutti  qualificano 
il  di  lui  merito,  e descrivono,  concordemente  com- 
piangendole , le  sue  disgrazie . Ved.  Museum  do 


f)6  Notizie 

Meusél.  Le  Catalogne  raisonné  du  Cabinet  de 
JBrandes . 

ALESSANDRI  (Innocente) . Vedi  il  Gandellini, 
il  quale  però  non  ha  specificato  quei  pezzi , che 
io  ho  estratto  di  poi  dal  Catalogo  del  Sig.  Gio- 
vanni Remoftdini  di  Venezia  1791*  che  noterò 
qui  di  passaggio. 

I.  IV.  Quattro  rami  tratti  dagli  originali  di  Francesco 
Magiotto , e sono  pensieri  pastorali , in  fol.  gr.  a tr. 

V.  Vili.  Quattro  rami  tratti  dagli  originali  del  mede- 
simo, e sono: 

I.  L’Astronomia . 

3.  La  Musica  , 

S.  La  Geometria . 

4.  La  Pittura  t in  fol.  gr.  d tr. 

Rappresentati  in  mezza  figura. 

Huber  ( Manuel  Écólé  Italienne)  ci  avverte^ 
che  Innocente  ^ insieme  con  Pietro  Scataglia , ap- 
prese l’ arte  d’ incidere  dal  celebre  Efàrtólczzi , in 
tempo  ditegli  la  esercitava  in  Venezia.  Ei  ci  dà 
anche  Panno  della  sua  nascita  verso  il  1760.,  e, 
come  crèdesij  in  Venezia. 

IX.  La  Madonna  coll’ Angelo’  Custode , e l’Anime  del 
Purgatorio,  da  un  quadro  di  Sebastiano  Ricci,  che  è 
nella  Scuola  dell’Angelo  Custode  e Santi  Apostoli  a Ve- 
nezia , in  fol. 

X.  La  Madonna  nella  sua  Gloria , da  un  quadro  del 
Piazzetta,  eh’  è nella  Chiesa  della  Fara  a Venezia  , iti  fòt. 

XI.  Un  AmrunziaziOrte,  da  P.  le  Morite  presso  Wa- 
gner , in  fol. 

XII.  Una  Fuga  in  Egitto,  dal  medesimo presso  il  sud- 
detto , in  fol. 

XIII.  Due  Paesaggi  rappreserttàrtti  le  contrade  della 
tèrraferma  di  Venezia  da  M.  Ricci , in  fol  d tr. 

XfV.  XXV.  Seguito  di  dodici  Paesaggi  dello  stesso 
soggetto,  dal  medesimo  incisi  per- Alessandro  Scataglia, 
in  fol.  a tr. 

XXVI.  Raccolta  di  Animali  quadrupedi  in  2ÓO'.  p'ezz‘i 
intagliati,  e miniati  da  Innocente  Alessandri,  e Pietro 


degl’ Timtaguatort.  p- 

Squaglia,  divisa  in  quattro  parti  con  una  descrizione 
di  Lodovico  Laschi  . 

XX  >/11.  Busto  di  una  Giovine , che  tiene  una  miniatu- 
ra nelle  mani  ed  un  Moro,  che  le  stà  a fianco.  Fr.  Fon- 

tebYYV\luVo ld'  a chiaro-scuro  rosso,  gr.  infoi 

. Busto  di  una  Donna  , che  tiene  un  piccione  in 

XnaA°T,c>ecca  ^,-y0™0  a lei  vicino  » id-  inv-  id-  fa- 
ALESSANDRO  {Giovanni).  Sembrerebbe,  che 

J ./n  ai1  ne|la  sua  seconda  edizione  fos9esi  servi- 
to delle  notizie  del  nostro  Gandellini  ; molto  più 
cae  sono  le  parole  stesse , e che  nella  prima  edfe 
zione  non  ne  avea  fatto  parola.  Ma  bavere  addi- 
tato  la  Scozia  per  patria  di  Alessandro,  e l’an- 
no i 79.  della  sua  nascita,  ci  fa  credere,  che  ne 
avesse  anche  altronde  delle  notizie.  Ce  ne  con- 
vince anche  un  altra  notizia,  che  ci  somministra 
delle  sei  stampe  intagliate  dalle  pitture  di  Raffael- 
lo , col  titolo  e dedica  a Cosimo  III.  Granduca  di 
loscana,  e sono 

1.  La  Benedizione  di  Àbramo. 

2.  li  Sacrifizio  di  Abramo. 
f La  Partenza  di  Giacobbe. 

£ no  la  di  G‘acobbe  . 

. Veto  ardente. 

T Vrnd yCl’  m CaSa  d Abraino>  mez.  fol  a tr. 

G eruditissim0  Annotatore  del  Vasari  ( T 5 

di'  d°P°  aVere  avvertito  1 che  la  pittura 

le  Camere  VatiPcanTntso"te  Abramo  ' esJuita  nel~ 

della  scala,  che  ebbe  '' 

■tizio  fmnrìr.  bb  Giacobbe,  e il  detto  Sacri - 

sandro, in  L^i  ^ ac1uaf^e  da  Gio.  Ales. 
non  ebbe  ^ ^er  quello  vedesi,  egli 

riferite,  e fme da6»' fe^ “Ir*  stamPe  fiul  S0Pra 

A T F«c  * atAL  i.  A icssandio  . 

ALG ARdS  (d’ Andrea} . Vedi  il  Gandellini. 

Secondo  scrive  il  "aC<Iue  in  Bologna  , 

Tom.  V MlllZla  (bonario  delle  Belle 

7 


9 8 Notizie 

Arti)  nel  1602.;  secondo  Huber  (Manuel  École 
Italienne  T . 3.)  nel  1598.  Egli  è stato  conosciu- 
to per  Scultore  ed  Architetto,  ma  sonosi  trovate 
delle  stampe  che  per  suo  divertimento  ha  fatto, 
le  quali  presso  il  Sig.  Barone  d'Heinecke  lo  fan- 
no rammentare  anche  Intagliatore  ( Idée  génér. 
fol.  5o0.).  Frequentò  da  giovinetto  la  Scuola  di 
Lodovico  Garacci,  e nel  tempo  istesso  cercò  ap- 
profittarsi delle  istruzioni  di  Giulio  Cesare  Con- 
venti abilissimo  Disegnatore , e Scultore  Bologne- 
se . Stretto  in  amicizia  col  Domenichino  9 si  por- 
tò a Roma,  e fu  da  esso  fatto  conoscere  in  quel- 
la capitale  dai  più  abili  professori  nelle  arti  del 
disegno  che  ivi  trovavansi . Accrebbe  1*  idea , che 
già  concepita  ne  avevano  del  singolare  suo  meri- 
to, allorché  rappresentò  in  basso-rilievo  S.  Leone 
che  si  porta  ad  incontrare  pieno  di  fiducia  Atti- 
la,  chiamato  comunemente  Flagello  di  Dio,  col- 
locato nella  Basilica  Vaticana  . Gli  fu  anche  dato 
a lavorare  il  deposito  di  Leone  XL,  che  condus- 
se con  molta  perizia  ^ e pratica  dell*  arte  . Quel- 
lo però,  che  lo  rendè  immortale,  fu  la  Villa  Pan- 
fili fuori  di  Porta  S.  Pancrazio  in  Roma  una 
delle  più  belle  Ville  del  mondo  (Milizia  Dizion.) 
Al  suo  palazzo  è esente  da  quei  tanti  ornati  di 
statue , e di  bassi-rilievi  profusi  in  quel  tempo 
nelle  facciate  in  modo , che  ne  perturbano  V or- 
dine e la  proporzione.  U Al g ardi  vi  spiegò  gusto 
savio . U interno  offre  dettagli  di  decorazione  da 
servir  di  modello.  Gli  appartamenti  sotterranei 
sono  ornati  di  stucchi  eseguiti  da  lui  stesso , e 
sono  i più  belli  stucchi  moderni  per  la  distribu- 
zione , per  la  leggerezza , e per  la  purità . I giar- 
dini poi , i prati , i viali , i boschetti  sono  di- 


degl’ Intagliatori  . 99 

sposti  in  una  bella  varietà  secondo  V ineguaglian- 
za del  terreno , e nella  maniera  la  più  pittore- 
sca , con  fontane  _,  cascate , e giuochi  di  acqua , 
ow/e  Za  Villa  è la  più  delizi  osa  di  Roma . Que- 
sta descrizione  del  predetto  Scrittore  può  valere 
certamente  assai  per  render  noto  Pegregio  lavoro 
del  nostro  Artista;  ma  più  anche  se  ne  ingrandi- 
rebbe l’idea,  se  piacesse  all’Amatore  veder  la  sud- 
detta Villa  personalmente  . Avendo  riportato  qui 
P autorità  del  predetto  Gav.  Milizia,  sembra,  che 
non  debbasi  nascondere  anche  di  esso  la  poca  sti- 
ma che  fa  del  medesimo  nella  facciata  di  S.  Igna- 
zio, e dell’Altar  Maggiore  di  S.  Niccola  da  To- 
lentino . Ma  se  fu  stimato , come  si  disse , per  la 
suddetta  Villa,  non  gli  mancò  ancora  nè  lode  , nè 
estimazione  peli’ indicato  basso-rilievo;  poiché  In- 
nocenzo X.  Romano  Pontefice  , com  piacendosi  di 
questa  beli'  opera  , pose  al  collo  del  bravo  Arti- 
sta la  Collana  d’oro  del  prezzo  di  3oo.  scudi, 
e ’1  dichiarò  Cavaliere  di  Cristo  . Molte  altre  ope- 
re ei  fece , che  lo  dimostrano  uno  dei  più  abili 
Scultori  Italiani  dopo  Michelangelo.  Il  gruppo 
di  S.  Paolo  decapitato  j che  ammirasi  in  Bologna 
nella  Chiesa  sotto  il  titolo  di  detto  Santo,  basta 
ad  assicurarne  il  nome . Lavorò  eziandio  nella  fa- 
mosa balaustrata  delPAltare  sontuoso  di  S.  Igna- 
zio al  Gesù,  e vi  si  diportò  egregiamente.  Varie 
sue  opere  sono  state  anche  incise  da  Francesco 
Poilly,  da  Giuseppe  Maria  Mitelli,  da  Arnaldo 
Van-Westerhaud , da  Niccolò  Dorigny,  e da 
molti  altri , come  vedesi  nelle  raccolte  di  Stam- 
pe, e nei  più  estesi  e rinomati  Cataloghi  delle 
medesime.  Egli  viveva  ben  volentieri  in  Roma, 
ed  erano  i meriti  suoi  riconosciuti  universalmen- 


IOO  N O T I Z ì E 

te  da  tutti , ed  anche  con  più  parzialità  dal  pre- 
fato Romano  Pontefice,  che  non  cessò  , oltre  il 
surriferito  dono  , dargli  significantissime  dimo- 
strazioni di  stima  . Il  Cardinal  Mazzarrino  lo  in- 
vitò con  grandiose  offerte  a voler  portarsi  in 
Francia  : ma  egli  memore  della  sua  Patria  , del- 
le beneficenze  Sovrane , della  gratitudine  , che 
dovevaie , ricusò  francamente  le  offerte . Accom- 
pagnavano sempre  le  sue  virtuose  azioni  la  di 
lui  indole  dolce , lo  spirito  vivace , l’arguto  di- 
scorso , ed  una  onoratezza  , che  lo  rendevano 
amabile  a tutti . Sul  fiore  y per  così  dire  , degli 
anni  suoi , quando  appena  avea  compito  l’ un- 
decimo  lustro  della  sua  età,  cessò  di  vivere  in 
Roma  nel  i654«,  ed  ebbe  onorata  sepoltura  nella 
Chiesa  della  sua  Nazione  (2).  ( Abec.  Pit.) 

Intanto  Pabbiamo  veduto  sparire  dai  mor- 
tali, senza,  che  sapessimo  aver  egli  oltre  le  ope- 
re di  Architettura,  e Scultura  dato  anche  mano 
al  bulino,  e prodotte  delle  Stampe  di  non  vol- 
gare estimazione . Ma  questo  suo  ornamento  non 
gli  è tanto  incontrastabilmente  attribuito  , che 
possasi  asserir  di  certo  aver  esso  intagliato  a bu- 
lino, ed  aver  delle  Stampe,  che  comunemente 
sieno  per  sue  riconosciute . Mr*  Huber  ( loco  cit.) 
crede,  che  frequentando  egli  le  Scuole  Caraccie- 
sche , apprendesse  dal  celebre  Agostino  anche 
Parte  delP  Intaglio , e che  perciò  gli  vengano  at- 
tribuite le  seguenti  Stampe . 


(2)  Se  l’Algardi  cessò  di  vivere  , come  dice  il  P.  Or- 
landi citato,  nell’età  di  56.,  e la  di  lui  morte  accadde 
nel  1654.,  egli  nacque,  come  dice  Mr.  Huber  ( Manuel  cit.} 
nel  1598.,  e non  nei  1602.,  come  avea  detto  il  Milizia. 


degl’  Intagliatori  . i o r 

I.  Gesù  Cristo  in  Croce,  senza  nome  d’ incisore , or. 

. 

liberazione  dell’ Anime  del 

to  in  4. 

Ili-  Un  Cieco  che  canta,  e che  vien  condotto  dal  suo 
cane  da’  Caracci , in  4. 

IV.  I motti  Bolognesi , dal  medesimo  in  80.  pezzi  in\, 
intagliati  dall’Algardi,  insieme  con  Simone  Guillain, 


Purgatorio  y in  ova- 


ia fol- 
li. L 


Scultore  Francese . 


ALGAROTTI  (il  Conte  Francesco) . Il  Gan- 
dellini  potea  ben  riferirne  qualche  Stampa  , sen- 
za passarsela  col  dire,  che  intagliò  qualche  suo 
capriccio . Mr.  Basan,  che  nella  prima  edizione 
non  ne  avea  parlato , nell’altra  ci  fa  sapere  , che 
per  suo  divertimento  questo  illustre  Letterato  in- 
tagliò un  seguito  di  XIII.  Teste  nel  gusto  anti- 
co , ed  altri  abozzi  di  Teste  diverse  9 eh’ei  fece 
in  Dresda . 

Quantunque  di  questo  Genio  italiano  par- 
camente ne  parlino  l’uno,  e l'altro  dei  surrife- 
riti Scrittori,  perchè  senza  fallo  più  chiaro  per 
la  sua  Letteratura  9 che  per  l’ intaglio  ; non  sa- 
rà , credo  io , fuor  di  proposito  darne  in  succinto 
qualche  notizia,  che  interessi  la  di  lui  Vita. 

Certo  che  dopo  tanti  elogj  , che  ad  esso  so- 
no stati  meritamente  tessuti  (3)  9 il  leggere  que- 


(3)  Si  hanno  più  estese,  e ben  rilevanti  notizie  dei 
Conte  Francesco  Algarotti  nelle  Novelle  Letterarie,  nei 
migliori  Giornali  d’Italia,  ed  oltramontani.*  nella  rac- 
colta Vitae  italorum  illustriiun  del  Fabroni . Pisis  1X19' : 
nell’ Elogio  che  fecegli  il  Conte  Gi  ovio  Elogj  Ita! - voi  V. 
nelle  memorie  del  Conte  Algarotti  scritte  dal  Ch.  Abate 
Domenico  Michelessi  Ascolano:  nel  di  lui  elogio  latino 
del  Ch.  Vincenzo  Cammillo  Alberti:  nel  nuovo  Diziona- 
rio Istorico , ovvero  Storia  in  Compendio . Bassano  1796. 
d’onde  abbiamo  attinte  le  presenti  sicure  notizie. 


ica  Notizie 

sto  schizzo , pev  così  dire , delle  sue  lodi,  che  qui 
aggiungere  ardisco , non  potrà  avere  altro  pregio  y 
che  quello  della  buona  mia  volontà,  che  è di  sup- 
plire in  parte  alla  mancanza,  non  dirò  del  Fran- 
cese Scrittore,  ma  dell’  Italiano  GandelJini,  al  qua- 
le superiormente  agli  altri  doveano  pur  esser  con- 
ti i pregi  di  quest’  uomo  , tanto  benemerito  e del- 
la Letteratura  , e delle  Belle-Arti  . 

Venezia  fu  la  Patria  di  Francesco  Algarot- 
ti , che  non  da  volgare  ed  oscura  , ma  da  civi- 
le e ricca  famiglia  trasse  i suoi  natali  il  dì  n. 
Dicembre  1712.  I suoi  talenti  principiarono  a 
svilupparsi,  per  così  dire,  nelle  prime  mosse  , che 
diede  agli  studj  nella  Patria  istessa  , dalla  quale 
non  per  mancanza  di  buoni  institutori  , ma  per 
genio  dei  parenti,  che  amavano  fargli  vedere  la 
Capitale  del  Mondo,  se  ne  partì,  seco  portando 
una  volontà  pronta,  un’indole  ingenua  , ed  il 
desiderio  di  farsi  grande  . Colà  forse  principiò  ad 
assaporare  un  certo  gusto  per  le  Belle-Arti;  poi- 
ché ad  ogni  passo  incontrandosi  nei  monumenti 
e Greci,  e Romani,  riunivane  il  piacere  coll’utile 
dello  studio,  al  quale  indefesso  attendeva.  Ma  se 
una  savia  ed  illuminata  Filosofia  non  guida  le 
umane  cognizioni , sono  elle  un  nascosto,  ed  inu- 
tile tesoro,  che  ne  può  fare  veramente  per  se  fe- 
lice, ed  utile  agli  altri,  chine  tiene  inoperoso  il 
possedimento.  Felici  pertanto  coloro,  che  dasavj 
Genitori  guidati  possono  essere  al  caso  di  appro- 
fittarsi delle  scienze,  ed  arrivare  a proporzionare 
la  loro  capacità  agli  studj,  ed  alle  fatiche,  che 
jintrà prendono  con  metodo,  per  riescirvi  con  av- 
vantaggio. L’ Algarotti  fu  da  Roma  diretto  a 
Bologna,  acciò  in  quella  celebre  Università  po* 


degl’  Intagliatori  . i o3 

tesse  attendere  alle  Scienze,  ed  imparare  dagli 
Uomini  più  celebri  della  medesima  le  Matte  ma- 
liche, la  Fisica  ^ l’Astronomia  > l’Anatomia  , e 
vedere  presenzialmente  l’esperienze,  che  tanto 
aveano  contribuito  al  nuovo  stabilimento  delle 
fisiche  scoperte.  In  sei  anni  che  vi  si  trattenne, 
instancabile  ed  indefesso,  non  solo  gareggiò  con 
i suoi  condiscepoli  , ma  superiormente  ad  essi  potè 
dar  saggj  del  suo  profitto,  e dispiegare  i voli  del 
suo  genio  , che  rapidamente  passava  dalPuna  alPal- 
tra  cognizione  con  sorpresa,  ed  ammirazione  di 
tutti . Era  nell’età  di  ventun’anno , quando  risolvè 
andare  a Parigi  _,  e comporre  la  maggior  parte  del 
suo  Newtonianismo  per  le  Dame  . Chiunque  ha 
il  bene  di  legger  quest*  opera  y conosce  le  vaste 
cognizioni  ^ che  in  quella  giovanile  età  avea  sa- 
puto acquistare  Francesco  Algarotti  , degno  disce- 
polo deli’ Inglese  filosofo  Isacco  Newton.  Sappia- 
mo intanto,  che  Mr.  de  Castera  volle  tradurre 
Popera  predetta  in  francese,  e che  quantunque 
non  vi  riuscisse  felicemente , pure  allorché  da 
quella  colta  nazione  fu  letta , fu  anche  creduta  , e 
meritamente  , degna  di  competere  con  la  Pluralità 
del  Mondi  del  F ontanelle . Vi  voleva  una  men- 
te chiara,  ed  ingegnosa  come  quella  delPAlga- 
rotti  per  sapere  riunire  soavemente  insieme  Futi- 
le, ed  il  dilettevole  con  le  severe  scoperte  del 
ridetto  filosofo , e con  le  astruse  mattematiche 
sue  dimostrazioni . Ma  che  non  era  bello  sotto  la 
di  lui  penna  ! Le  opere  sue  mantengono  sempre 
proporzionatamente  quel  carattere,  che  era  pro- 
prio di  lui  cui  era  come  un  nuovo  merito  la 
erudizioni  scelta,  ed  abbondante.  Ad  ogni  mo- 
mento anelava  conoscere  degli  Uomini  ? e ren- 


io4  Notizie 

dersi  a propria  sua  cognizione  i diversi  loro  co- 
stumi, e T indole  delle  diverse  nazioni.  Viaggiò 
nelPlnghilterra , e nelPAlemagna , quando  avea 
già  soggiornato  lungamente  nella  Francia  . Egli 
era  un’astro  scintillante  di  chiara  luce,  che  do- 
vunque rnovea , aggiornava  con  la  sua  dottrina , 
con  l’ingegno  suo  felice,  col  suo  cuore  ingenuo, 
con  la  dignitosa  benignità,  ed  affabilità,  che 

10  rendevano  desideratissimo  anche  nelle  corti  dei 
più  illuminati  Sovrani  di  quel  tempo.  Federigo 

11  Grande  , di  cui  possiam  dire  che  crasi  conci- 
liato Pamicizia , oltre  crearlo  Cavaliere  delP  Ordi- 
ne del  merito  , gli  conferì  il  titolo  di  Conte  , e 
lo  nominò  suo  Ciaraberlano . Il  Re  di  Polonia  lo 
creò  suo  Consigliere  intimo  di  guerra  : la  Regina 
Gugdielmina  d*  Inghilterra  amava  godere  dei  suoi 
colloqui;  il  Principe  Ferdinando  di  Erunswik  si 
volle  giovare  de  suoi  consiglj  ; e persino  il  Gran 
Pontefice  Benedetto  XIV.  carteggiò  con  esso  , e 
dimostrò  a tutti  Palta  stima  che  facea  del  di  lui 
anerito  singolare.  In  somma  egli  rendevasi  la  de- 
lizia di  tutti , e la  sua  dottrina  era  sincera  co- 
me il  suo  carattere . Erasi  perciò  conciliata  anco- 
ra P amicizia  e la  stima  dei  più  saggj  dell*  età 
sua,  quali  erano  Poleni,  Conti,  Roberti,  Betti- 
nelli, Bianconi,  Frugoni,  Zannotti,  Bernis  , Mr. 
de  Clairant , Voltaire , Maupertuis  , Harvey  , Da- 
vid Hume  , Eulero,  e delle  illustri  Dame  la  Du- 
chessa d’Aiguillon,  la  Marchesa  di  Chastellet,  la 
Boccage,  e Miledi  Montaigu.  Un  uomo  di  que- 
sto peso  seppe  equilibrarsi  sempre  ne’ suoi  dove- 
ri; e la  Filosofia,  della  quale  abusan  sovente  i 
vani  spiriti  del  secolo,  non  lo  rendè  mai  meno 
esatto  nelle  massime  della  Religione,  che  seppe 


degl’  Intagliatori  * 10S 

conoscere,  e mantenere  ne'' suoi  principi,  e nei 
doveri  della  vera,  e sincera  pietà.  Incontrò  in 
Pisa  nel  dì  Maggio  1764.  coraggioso  la  mor- 
te y e la  incontrò  da  Cristiano  Filosofo  ^ e da 
quelPuomo  onorato,  che  era  vissuto.  Avea  scel- 
ta quella  Città  per  ricuperare  la  sua  salute  che 
giornalmente  sentiva  venir  meno,  e che  formava 
il  desiderio  di  tutti  coloro  ^ che  vantavan  per 
sorte  di  averlo  conosciuto . 

Potrebbe  qualcuno  persuadersi,  che  una  cer- 
ta vanità  potesse  oscurare  il  suo  filosofico  meri- 
to ; poiché  si  mostrò  desideroso  che  si  erigesse 
alla  sua  memoria  un  mausoleo , con  1*  iscrizione 
. ch/egli  stesso  avea  tratta  da  Orazio  . 

HIC  JACET  algarottus 
SED  NON  OMNIS 

Ma  in  verità  egli  lo  fece  pe  ’1  gusto  singola* 
re,  che  dimostrato  avea  sempre  per  le  Belle-Arti, 
le  quali  avean  dato  il  tema  ad  una  delle  sue 
opere , che  forma  la  delizia  dei  Letterati.  Fu 
pertanto  il  suo  Amico,  il  suo  Mecenate  Federigo 
il  Grande,  che  nel  Campo  Santo  di  Pisa  , in  mez- 
zo a tanti  illustri , e celebri  Personaggj , fece  in 
suo  nome  , e a sue  spese  eseguirlo  dal  celebre 
Architetto  Carlo  Bianconi , che  vi  riunì  le  se- 
guenti parole  , dettate  da  quell’Augusto  Sovrano . 

ALGAROTTO  OVlDlf  Ai  MULO  . 
NEWTONI  DISCIPULO  . 

. FEDERICUS  MAGNU5 

Le  sue  opere , nelle  quali  spicca  sempre  un 
attico  beilo,  unito  alla  grazia,  spirito  e varietà 
d'imagini,  furono  stampate  in  Livorno  nel  1765. 
in  Vili.  Tomi  in  8.  Tradotte  in  Francese  nell'an- 
no 1772.  in  Vili,  volumi  parimente  in  8,  ed  in 


ioó  Notizie 

Venezia.  Troppo  qui  lungo  sarebbe  riesserne  il 
Catalogo  ed  analizzarle  : molto  più  che  var  j in- 
gegni hanno  egregiamente  ciò  fatto;  ond'è  che 
noi  passiamo,  rinnovando  la  protesta  di  aver  sola- 
mente accennati  i suoi  rarisnri  pregj,  a trattare 
di  altro  soggetto . 

ALIAMET  (Francesco) , fratello  minore  di  Gia- 
como, di  cui  si  discorrerà  qui  appresso.  Nacque 
in  Abbeville  nel  1734*.,  e chiamato  dal  genio 
per  le  Belle-Arti , ed  in  particolare  per  la  incisio- 
ne, si  portò  a Parigi  ^ ove  di  buon’ora  principiò 
ad  intagliare  alcuni  soggetti  pittorici . La  volontà 
poi  di  perfezionarsi  in  questa  sua  professione  gli 
fece  intraprendere  il  viaggio  per,  P Inghilterra,  e . 
segnatamente  per  Londra , ove  trovò  R.  Strange  , 
sotto  la  di  cui  direzione  mettendosi , migliorò  il 
suo  stile.  Il  Sig.  Barone  d' Heinecke  numera  fra 
gl*  Intagliatori  _,  che  hanno  inciso  da  Boydell , 
Francesco  Aliarnet  immediatamente  dopo  Isaac 
Taylor  (Idée  génér.fol.  io3.).  Mr.  Basan  ( secon- 
da ediz.)  ci  fa  sapere  che  nel  1789.  trovavasi 
questo  Intagliatore  in  Londra . Abbiamo  di  suo 
delle  Vignette  dei  Ritratti  ,,  e dei  fatti  Storici , 
nei  quali  si  scorge  molta  nettezza  ed  un  buon 
taglio  sul  rame.  Ma  parlando  sinceramente,  non 
hanno  esse  quel  gusto,  che  trovasi  in  quelle  del 
suo  Fratello  Giacomo, 'nè  quel  preciso  disegno  _, 
che  le  caratterizzi.  Non  per  questo  non  merita- 
no di  esser  considerate  , quelle  che  riferisce  Mr.  Ilu- 
ber  (Manuel  école  francai  se  Tom.  8.). 

I.  Ritratto  del  Visconte  di  Carlisle. 

II.  Ritratto  della  Contessa  d’Ormond. 

III.  Mise.  Prittchard , attrice,  figura  in  piedi  nella  par- 
te di  Sigismunda , da  Mi\  Pay7ie% 


degl’  Intagliatort  . 107 

IV.  Le  Dr.  Skarp  , e molti  altri  ritratti  per  l’istoria 
d’ Inghilterra  di  Dr.  Smollet  . 

V.  L’Adorazione  dei  Pastori,  dal  Caracci  , gr • in  foi . 
in  tr.  incisa  per  Boydell. 

Il  Caiacci,  di  cui  è la  pittura,  è Annibaie. 
(Mr.  Basan  loco  cit.) 

VI.  La  Circoncisione,  da  Guido , gr.  pezzo  in  ovato:  . 
inciso  per  Boydell . 

VII.  L’Annunziazione , Da  le  Moine  , gran  pezzo  , sul 
quale  ha  scritto  il  suo  nome  Frangois-Ger  mairi  Aliamet 
gr • in  fol.  in  tr. 

Vili.  S.  Ignazio  in  ginocchio,  e con  le  mani  alzate 
verso  il  Cielo,  dal  medesimo , marcato  dallo  stesso. 

IX.  Lapidazione  di  S.  Stefano  , da  Eust.  le  Sueur , gr. 
in  fol.  in  tr.  per  Boydell . 

X.  Sacrifizio  al  Dio  Pan,  da  Andrea  Sacchi  , gr.  in 
fol.  in  tr.  ibid. 

XI.  L’Adulazione  dei  Cortigiani  di  Canuto  il  grande 
repressa , da  Pine . gr.  in  fol.  in  tr.  ibid . 

Mr.  Basan  riunisce  insieme  questi  due  pez- 
zi XI.  e XII.,  e ci  dà  il  nome  di  Pinne > che  è 
Hoberto  . 

XII.  La  Resa  di  Calais  a Eduardo  111.  nel  l34?.  dal  me- 
desimo. Riscontro. 

XIII.  Le  Bagnatriei , due  pezzi  col  titolo.  The  Bathers 
and  Bathing . Da  Watteau  in  4. 

XIV.  Serie  di  figure  Chinesi  in  sei  gran  pezzi  , da 
Pillement . gr.  in  fol  in  tr. 

ALIAMET  (Giacomo) , Fratello  maggiore  di 
Francesco,  ebbe  i suoi  natali  in  Abbeville  nell’an- 
no  1727.»  quantunque  Mr.  Basan  lo  metta  nato 
nel  1728.  Trovasi  rammentato  dal  pre lodato  Hei- 
necke  ( loco  cit.  fol.  63.)  nella  raccolta  di  Stam- 
pe dei  più  celebri  Quadri  della  Galleria  di  Dre- 
sda Volume  I.  1753.  e Volume  secondo  1757. 
grande  in  fol.  Questi  quadri  tratti  dai  più  bra- 
vi disegnatori,  furono  incisi  per  opera  degli  Ar- 
tisti di  diversi  luoghi , fra  i quali  evvi  Giaco- 


io8  Notizie 

mo  Aliamet  y di  cui  presentemente  si  tratta  . 
Avendo  pertanto  questo  bravo  Intagliatore  spie- 
gato un  certo  particolar  genio  per  quest'arte,  si 
mise  ad  incidere  delle  Vignette,  per  servire  di  or- 
namento ai  libri . Qui  incominciò  a farsi  nome , 
secondo  scrive  Mr.  Watelet^  e se  lo  accrebbe 
con  quelle  belle  Stampe  che  intagliò  con  molta 
maestria  del  celebre  Vernet,  e fu  ammesso,  secon- 
do scrive  Mr.  Basan  (nella  seconda  ediz.) , all’Ac- 
cademia delle  Bel  le- Arti  di  Parigi  nel  1760.  Non 
contento  ancora  di  se,  si  diede  a perfezionare  la 
maniera  della  punta  secca , che  credesi  ritrovasse 
le  Bos  suo  Maestro . Egli  ha  dimostrato  a quelli , 
che  sarebbero  venuti  in  appresso  9 che  con  la 
punta  possono  farsi  molte  cose,  e che  se  per  lo 
innanzi  avean  con  l’acqua  forte  gli  Artisti  ope- 
rato in  luoghi  i piu  difficili  9 la  punta  avrebbe 
saputo  riandare , ed  emendare  il  predetto  corro- 
sivo. Infatti  la  sua  maniera  d* intagliare  è dolce, 
il  suo  bulino  conserva  la  forza  dei  tocchi , e gl’im- 
pronta  con  aggiustatezza . Il  Milizia,  come  vedem- 
mo, asserisce , che  ALDAMET  aborriva  le  Stampe 
nere  , paragonandole  agli  Strioni  ; ma  egli  , quan- 
tunque critico  acerrimo  , non  ha  ben  letto  o non 
ha  avvertito  al  nome,  ed  in  vece  di  ALI\MET, 
di  cui  parliamo,  se  n’ è creato  un  ÀLDAMET, 
che  non  sappiamo  ch'esista-  Gombina  poi  che 
Aliamet  fosse  nemico  delle  Stampe  cariche  di 
nero_,  paragonando  il  risalto  di  queste  alla  re- 
cita di  quegli  attori,  che  si  allontanano  dalla 
natura^  gridano,  e si  contorcono  sul  Teatro  per 
acquistarsi  gli  applausi  della  moltitudine . Non 
sappiamo  di  più  intorno  alla  sua  vita^  la  quale 
lini  a Parigi  nel  1783.  Le  Stampe,  che  di  lui 


degl’  Intagliatori  . 1 09 

ha  riferite  Huber  ( Manuel  ec.  loco  cit  ) consi- 
stono nella  maggior  parte  in  Paesaggi,  *n  Mari- 
ne, ed  anche  in  altro  genere  come  vederassi . 

J Paesaggio  con  Animali  d’ogni  specie,  e figure  di 
Uomini,  da  Berghem , per  la  Galleria  di  Dresda  , gr. 
in  fol. 

Mr.  Basan  non  lo  dice  Paesaggio,  ma  Bui- 
na , ed  aggiunge  , che  si  trova  nel  primo  volu- 
me della  Galleria  di  Dresda , nel  che  parmi  con- 
venga col  Barone  di  Heinecke  qui  sopra  citato, 

II.  L’Antico  Porto  di  Genova,  ricco  Paesaggio,  dal 
medesimo , gr.  infoi,  in  tr. 

Mr.  Basan  dice , che  vi  si  vede  anche  il  ri- 
scatto degli  Schiavi , ed  è in  due  gran  pezzi  . 

III.  TI  Ris  atto  dello  Schiavo,  ricco  paesaggio , ddt 
medesimo  , della  stessa  grandezza  . 

IV.  Gran  Caccia  di  Cervi  , bel  paesaggio , dallo  stesso, 
gr.  in  fol.  in  tr. 

V La  Fornace  da  Mattoni,  dal  medesimo  , in  fol.  intr . 

VI.  L’Incontro  di  due  Borghigiane,  dello  stesso , irt 
fol.  in  tr. 

VII.  L’ Abbeveratolo  Campestre,  dal  medesimo , in 
fol.  in  tr. 

Vili.  1 Piaceri  del  Villaggio  , dallo  stesso , in  fol.  in  tr. 

IX.  Fermata  Spagnuola,  da  JVou'wermansy  gr.  in  foh  in  tr. 

X.  Guardia  Avanzata  degli  Ulani,  dallo  stesso , gr. 
in  fol.  in  tr. 

XI.  Il  Levar  della  Luna,  da  A.  Van  der  Neer , in 
fol.  in  tr. 

Il  suo  riscontro  è la  Luna  nascosta  inta- 
gliata da  Zingg. 

X II.  Veduta  di  Boom  sul  Rupel , a bel  lume  di  Luna, 
dal  medesimo , gr.  in  fol.  in  tr. 

XIII.  Prima,  e seconda  veduta  del  Ponte  dell’Arche  , da 
Filippo  Hackert , due  pezzi , gr.  in  fol.  in  tr. 

XIV.  Prima,  c seconda  parte  del  Giardino  di  Villette, 
da  Giovanni  Hackert  in  due  pezzi , pie.  in  fol.  in  tr. 

XV.  I Divertimenti  dell’Inverno,  da  Adriano  Van 
del  Velde  , in  fol.  in  tr. 


no  Notizie 

XVI.  Tempo  Burascoso , da  Vernet , in  fol.  in  tr. 

XVII.  Tempo  di  Nebbia,  dallo  stesso.  Riscontro. 

XVlll.  Le  Italiane  faticanti,  dallo  stesso , gr.  in  fol. 

in  tr. 

XIX.  L'Incendio  di  un  Porto  in  tempo  di  notte,  dal 
medesimo , tre  gr.  pei,,  in  fol.  in  tr. 

XX.  Prima,  e seconda  veduta  della  levata  del  Sole  , dal 
medesimo  % due  pezzi  gr.  infoi . in  tr. 

XXI.  Prima,  e seconda  veduta  di  Marsilia,  dal  me* 
desimo  , due  pezzi  gr.  in  fol. 

XXII.  Due  Marine,  i Pescatori  alla  Lenza,  il  ritorno 
dalla  Pesca. 

XX111.  Le  Quattro  parti  del  Giorno. 

I.  La  Mattina. 

2-  Il  Mezzo  Giorno. 

3.  La  Sera. 

4.  La  Notte,  dal  medesimo 4.  pezzi  gr.  in  fol. 

XXIV.  La  Partenza  per  la  Tregenda  ; l’Arrivo  alla 
Tregenda  , da  Teniers  , due  pezzi  infoi. 

XXV.  La  Nascita  di  Venere,  da  Stefano  Jeaurat,  infoi. 

XXVI.  La  Piazza  Maubert  , dal  medesimo , gr.  in  fol. 
in  tr. 

XXV111.  La  Piazza  dei  Mercati,  dal  medesimo , gr.  in 
fol.  in  tr. 

XXV111.  Due  delle  sedici  Battaglie  dei  Chinesi  inta- 
gliate da  Aiiamet  sotto  la  direzione  di  Gochin . 

Il  predetto  Mr.  Basan  ( seconda  ediz.  ) ri- 
porta il  saggio  in  una  Stampina  di  Giacomo  Alia- 
met,  che  incise  da  Ch.  Eisen , in  cui  rappresen- 
tasi il  Marchese  di  Monfort,  che  porta  una  spa- 
da al  Padre  della  sua  Metressa  la  Marchesa  de 
Longon,  e P impegna  a difendersi  contro  cqrti 
Assassini.  Secondo  questo  saggio,  dimostra  che  Una 
delle  più  belle  Stampe  di  Giacomo  era  sfuggita  a 
Mr.  Ubert,  il  quale  sembraci  che  non  ne  abbia 
vedute  anche  delle  altre,  asserendo  il  precitato 
Me.  Basan,  che  questo  Artista  incise  altri  pezzi  di 
diversi  Pittori  da  Cochin}  Eisen , Gravelot . 


dfg l’  Intagliatoci  . nt 

ALTBERTI  < Giuseppe ),  Pittore  del  Re  di  Sar- 
degna ^ incise  nel  1760.  quattro  Medaglioni^  Vi- 
gnette^ e Lettere  iniziali che  si  trovano  nel 
Volarne  delle  feste  date  all’occasione  dello  spo- 
salizio di  quel  Principe  ( Mr . Basan  seconda  ediz.) 

Posto  che  Giovan  Carlo  Aliberti  di  Asti^ 
nato  nei  1680.  e morto  circa  il  1740.^  come  av- 
verte il  Ch.  Lanzi  ( Tom.  II.  Par.  II.  fol . 389.) 
coll'autorità  del  Padre  della  Valle,  questo,  di  cui 
si  parla,  dee  essere  il  di  lui  figlio  Abate  Aliberti 
che  nel  tingere  non  va  esente  da  quel  verdagno - 
Zo , che  era  allora  in  voga  in  Italia  (Lanzi  loc. 
cit.  fol.  382.)  In  Torino  la  S.  Famiglia  da  lui 
dipinta  nella  Chiesa  del  Carmine  fa  però  una 
buona  comparsa . 

ALIPRAND1  (Giacomo)  del  quale  fa  men- 
zione il  Ch.  Sig.  Gamba  ( Catal.  degli  Artisti 
B as  sane  si  vìventi . Bussano  1807.  Scuola  Ro- 
mana), dicendo , ch’egli  soggiorna  in  Livorno,  e 
portando  di  esso  un  opera  da  lui  fatta  soggiun- 
ge „ Manca  ora  in  Patria  un  opera  di  quest’ot- 
timo nostro  giovane  , il  quale  fra  le  indigenze  , 
e gli  stenti  pur  seppe  strascinarsi  ansino  a Roma, 
dove  fu  educato  all'  incisione  dal  Sig.  Folo  . Da 
qualche  anno  egli  passò  a stabilirsi  in  Livorno  9 
e quivi  sostiene  co’ suoi  lavori  la  reputazione  del- 
la Calcografia  Wagner  „ . 

Bacco,  e Arianna,  disegno  a lapis. 

ALIX  (Giovanni)  , nato  a Parigi  nel  16 1 5., 
fu  discepolo  di  Champagne  ; ed  ha  intagliato  per 
suo  passatempo  una  S.  Famiglia  da  Rajfael  di 
Urbino  ( Mr.  Basan  seconda  ediz.) 

ALIX  ( ),  nato  in  Honfleur  nel  1752.  ^ al- 

lievo di  le  BaSj  ha  ottimamente  inciso  dei  Pae- 


ii % Notizie 

sasgj,  delle  Marine;  e stava  nel  1789.,  quando 
scriveva  Mr.  Basan  la  sua  seconda  Edizione,  in- 
tagliando le  gran  vedute  dei  Porti  della  Spagna, 
e del  Portogallo  dai  disegni  di  Noel , della  me- 
desima grandezza  dei  Porti  della  Francia , da 
Fernet . 

ALLARD  ( Antonio ) Trovasi  rammentato  da 
Mr.  Basan  ( seconda  ediz.  ),  ed  avverte  che  in- 
cideva nel  1696.  molte  vedute  delle  Città  della 
Frisia,  varj  Pezzi  in  tr.,  e diversi  Paesaggi  al  na- 
turale . 

ALLEGRATN  (Stefano) , nato  in  Parigi  udran- 
no i645.  Attese  a dipingere  i Paesaggi,  e vi  si 
diportò  con  tanta  esattezza  , che  PAccademia  Rea- 
le di  Pittura  l’arruolò  fra  gli  altri  suoi  membri  . 
Ne  intagliò  anche  alquanti  ad  acquafòrte  , i quali 
dimostrano  , ch'egli  avea  gran  desiderio  di  potervi 
xiescire  , ma  che  in  realtà  non  era  questa  la  prin- 
cipale sua  professione.  Campò  sano,  e robusto 
lino  all’età  di  91.  anno,  avendo  cessato  di  vive- 
re nel  1736.  sempre  attendendo  al  suo  onorato 
mestiere.  Fu  Padre  del  celebre  Scultore  Allegrain 
(Mr.  Basan  seconda  ediz.) 

ALLEGRI  (Antonio),  Vedi  il  Gandellini  , che 
quasi  nulla  o poco  dicendo  di  questo  illustre  Ar- 
tista, ci  ha  riserbato  la  notizia  soltanto,  ch’egli 
intagliò  alquante  delle  proprie  sue  opere.  Non 
volendo  mancare  totalmente  alle  notizie  di  esso , 
che  il  Gli.  Mengs  ed  altri  ci  hanno  sommini- 
strato , dirò  primieramente  col  medesimo  Mengs 
(Tom.  *27.  fol.  187.  e seg . , e nelle  riflessio- 
ni alla  vita  del  Correggio  loc  cit.  fol.  190.). 
Le  notizie  che  abbiamo  della  Vita  del  grande , e 
grazioso  Correggio  sono  molto  poche , confuse  9 e 


dfgl’  Tntagliatori  . I I 3 

contr  a (littorie  ; ne  i Letterati , ne  i Pittori  , che 
hanno  scritto  Vite  degli  Artisti , gli  han  fatta, 
quella  giustizia  , che  meritava , mentre  egli  era 
degno , che  qualcuno  si  prendesse  la  cura  d’ in- 
formarsi bene  delle  circostanze  di  un  uomo  y 
cui  la  nebil  arte  della  Pittura  dee  tanto . Or 
dunque  dopo  tutta,  questa  narrativa  dello  Scrit- 
tore, e Pittore  di  S.  M.  Cattolica  Carlo  III.,  sem- 
bra che  il  Gandellini , che  dice  nato  Antonio  Al- 
legri o Lieto  da  Correggio  nel  i494*>  dia  phi 
nel  segno  di  alcuni  che  riferiscono  ch’egli  nac- 
que nel  i4qo.  Imperciocché  nelP  Epitaffio  posto- 
gli nella  Chiesa  dei  PP.  Minori  Conventuali  di 
S.  Francesco  in  Correggio  ^ leggesi  (come  riferi- 
sce l’Annotatore  del  Vasari  Tom.  5.  fol.  io 6. 
che  lo  pone  seppellito  in  Chiesa  dei  medesimi 
Frati,  quantunque  il  P.  Orlandi  nel  suo  Abeceda- 
rio  avesse  scritto  che  non  in  Chiesa  y ma  nei 
Chiostri  ebbe  onorevole  sepoltura  ^ e memoria  nel 
sepolcro  dei  suoi  maggiori  ) . 

d.  o. 

ANTONIO  ALLEGRI  CIVI 
VULGO  IL  CORREGGIO 
ARTE  PIGTURAE  HABITU  PIETATIS 
EXIMIO 

MONUM.  HOC  POSUIT 
H1ER.  CONTI  CONGIVIS 
SICCINE  SEPARAS  AMARA  MORS  ? 

OBIIT  ANNO  AETAT.  XL.  SAL.  MDXXXlW 

Se  dunque  mori  nell’anno  indicato,  il  dì  5. 
Marzo  ( Tiraboschi  Notizie  dei  Pittori  Mode- 
na 17G6.  fol . 86,)-,  e contava  quarantanni  sol- 
Tom.  V*  8 


ii4  Notizie 

tanto  delPetà  sua,  nacque  certamente  nel  1 494- 
Semhra  però  che  il  P.  della  Valle  nel  Supplemen- 
to alla  Vita  di  Antonio  da  Correggio  (Vasari  T.  5. 
fol.  iti.)  abbia  caricato  troppo  il  Mengs,  che 
dubbioso  ivi  parla;  facendolo  dire,  senza  riserva, 
che  riferisce  la  sua  nascita  intorno  al  1490.  Il 
Mengs  dubitò  bensì,  che  la  sua  Patria  fosse  Cor- 
reggio, o un  Villaggio  vicino  a Correggio:  men- 
tre il  Gandellini  assolutamente  lo  fa  nàscere  in  un 
luoghetto  vicino  a Correggio  , e semb.a  che  dica 
il  vero:  molto  più,  che  il  Cav.  Niccolò  Uleughles 
( riportato  da  Monsig.  Bottari  Tom.  5.  foLgi.) 
nelle  note  al  Dialogo  del  Dolce,  dal  suddetto 
Sig.  Cav.  tradotte  in  francese  , cosi  scrive  a c.  2^4* 
Antonio  Lieto  non  era  di  Correggio , ma  da  un 
piccolo  luoghetto  vicino , ove  mi  son  portato  per 
curiosità  . 

Non  è poi  tanto  certo  , che  Antonio  da  Correg- 
gio non  si  portasse  a Roma,  come  il  Gandellini, 
su  la  scorta  di  altri  Scrittori,  apertamente  asse- 
risce . Primieramente  il  non  sapersi,  scrive  il 
Mengs,  se  egli  andasse  a Roma,  non  prova  eli  egli 
non  vi  sia  stato , poiché  frequentemente  vediamo , 
che  di  molti  non  si  sa  quello,  che  han  fatto  finche 
non  hanno  acquistata  una  certa  reputazione  ; e 
ordinariamente  'si  soglion  conoscere  in  Roma 
soltanto  quei  Professori , che  vi  lavorano , e non 
quelli , che  cotne  forestieri  vi  vanno  col  solo  fine 
di  studiare  Il  prelodato  Sig.  Tiraboschi  riportato 
dal  P.  della  Valle  (loco  cit.)  si  tiene  dalla  parte 
negativa,  e produce  delle  ragioni  tali,  che  sem- 
bra debba  sospendersi  da  un,uom  di  senno  il  giu- 
dizio. E prima  di  esso,  se  pur  non  erro,  avealo 
avvertito  anche  Monsig.  Bottari  ( Vasari  Tom*  5. 


degl*  Intagliatori  . u5 

fol.  93.  in  not.)  confutando  il  P Resta.  (■  Par- 
naso dei  Pittori  a c.  65.).  E'  bellissima  un’ an- 
notazione del  Gh.  Ab.  Lanzi  ( Stor.  Pitt.  Tom.  2,. 
P.  r.  fol.  3o4*)^  che  dopo  aver  descritta  la  gran 
Cupola,  in  cui  dipinse  il  Correggio  PAscensione  y 
parla  con  questi  precisi  termini:  Notisi,  che  al - 
cuìm  dilettanti  persuasi  della  gita  del  Correggio 
a Roma  , han  preso  argomento  da  certe  figure  di 
quel  Giudizio  imitate  da IV  Allegri  prima  che 
Michelangelo  le  dipingesse  . E che  forse  F imitar 
Pantico  porta  per  necessità  assoluta  d-andare  a 
Roma?  Tiziano,  e il  Tintoretto  fecero  colfajuto 
de^  gessi  più  che  altri , che  disegnarono  Statue. 
Egli  potea  conoscer  Pantico  dai  precettile  dagli 
studj  del  suo  Maestro.  Ne  e già  vero , scrive 
Wmchelman  (Stor.  delle  Arti  del  Disegno  Lib.  1. 
c.  3.)  , siccome  comunemente  credesi , che  il  Cor- 
reggio  siasi  tanto  avanzato  nelVarte  del  dipin - 
gere  senza  conoscere  le  opere  antiche  ; impercioc- 
ché conosce  vale  il  Maestro  suo  Andrea  Mante - 
gnaì  di  cui  mano  sono  alcuni  disegni  di  an- 
tiche statue  , compresi  nella  raccolta  del  Museo 
del  Signor  Card.  Alessandro  Albani , passata  al 
He  d' Inghilterra  ; e perche  appunto  il  Mante- 
gna  era  conoscitore  dell’ antichità , F elidano  gli 
dedi  co  una  collezione  di  antiche  iscrizioni , come 
riferisce  Bnrmanno  il  Seniore . 

Non  è nemmeno  sicuro  il  Gandellini,  quando 
asserisce  che  il  Correggio  non  istudiasse  Pantico . 
IlWinkelman  (Lib.  1.  cap.  ni.  §.  22  Tom.  i. 
ediz.  Rom.)  è persuaso , dice  il  Padre  della  Valle 
(loco  citat.  fol.  in  no.t.)  che  il  Correggio  ab- 
bia fatto  studio  delle  opere  antiche  siccome  lo 
fece  il  Mantegna  Maestro  suo , di  mqno  del 


tifi  N O T I Z T F 

quale  erarìò  alcuni  diségni  di  Statue  antiche  nel 
Museo  del  Card.  Alessandro  Albani , i qua  i pas- 
sarono in  quello  del  Re  d' Inghilterra  : e perchè 
appurifo  il  Mantegna  era  conoscitore  delle  anti- 
chità , F elidano  gli  dedicò  una  Collezione  di 
antiche  iscrizioni , còme  riferisce  Burmanno  Se - 
ttiorè  ....  Non  si  neghi  al  Sig  Bracci  ( Dis- 
Sèrt.  Sòprà  uri  Clipeo  Votivo),  che  il  Correggio 
studiasse  moltó  la  natura  , e ne  copiasse  i bei 
Putti , e lè  Vezzóse  Donne  : ma  chi  potrà  affer- 
mare ch’egli  non  i studiasse  anche  sopra  le  sta- 
tue antiche?  Óltre  a che,  ciò  si  vede  in  alcune 
sue  òpetè , questo  studio  era  così  universale  a 
quel  tèmpo , che  pareva  agli  artefici  tutti  di  noli 
nieyttarìi  uh  luogo  distinto  nella  Professione  sen 
za  di  essó  . A me  sembra  una  vera  questione  in* 
concludènte,  la  quale  trovo  sciolta  nel  momento, 
Che  ài  Rifletta,  altro  essere  il  dire  che  Correggio 
andasse  a,  Roma , altro,  che  studiasse  l’antico. 
Se  non  vide  l’antico  come  si  può  vedere  a Roma , 
Vavrà  veduto  torhe  si  può  vedere  a Modena , o 
tb  Parma  : à un  gran  talènto  basta  vedere  la 
mostra  di  una  cosa  , per  suscitargli  V idea  di 
quel  che  dèe  essere . 

Un'àltrò  abbagliò ^ per  quello  che  sembrami, 
prelude  il  Gandòllini , asserendo,  che  il  Correggio 
intagliò  alquante  delle  suè  Opere  . Or  mi  farei 
ad  interrogarlo  : quali  fossero  queste  opere  che 
j 1 celebre  pittóre  intagliò , e dove  le  fossero? 
Ma  mi  rende  avvertito  il  silenzio  degli  Scrit- 
tori ^ dal  quale  indur  si  può,  che  non  mai  egli 
intagliasse  nè  in  rame  ^ nò  in  légno  . Trovò 
bensì  che  il  Mertgs  ( lóù . òit.fol.  i40-)  * dopo  che 
ha  dichiarato  i maestri , dai  quali  Còrreggio  im* 


DEGL*  INTAGLIATORI  . *17 

paro  a dipingere,  soggiunge:  Dovette  anche  stu- 
diare V Architettura  , come  sì  vede  dalle  sue  opere  , 
e vi  acquistò  un  gusto  bello , e grandioso  ; e se- 
condo il  Lodevol  costume  di  quel  tempo  si  applicò 
altresì  alla  Scultura  , ma  io  non  so  se  giungesse 
a maneggiare  lo  scalpello  nel  marmo . E’  certo 
solamente  ch’egli  oltre  la  Pittura  lavorasse  di 
Plastica,  e di  Stucco,  conservandosi  tuttavia  in 
Modena  nella  Chiesa  di  S.  Margherita  una  De- 
posizione di  ' ntonio  Beganel li  Scultore  Modenese, 
grand’amico  di  Correggio,  il  quale  vi  fece  di  sua 
mano  tre  figure.  Sono  queste  le  arti  che  riuni- 
va il  Pittore  egregio  ; e non  mai  P incisione  , o 
T intaglio  in  rame , ed  in  legno  II  Sig.  Barone 
di  Hein eolie  toglie  affatto  qualunque  dubbio , 
poiché  nella  sua  opera  (Idée  generale  di  line  Col - 
lection fol.  iai.)  trattando  della  Scuola  Italiana, 
nella  Collezione  di  Dresda  , scrive:  L'opera  di 
questo  Artista  (Correggio)  è una  delle  piu  belle , 
e delle  più  ricche  di  questa  Collezione . Marolles 
pretende , che  il  Correggio  abbia  inciso  da  se  stes- 
so una  parte  delle  sue  opere  ; ma  è questo  un 
vero  errore  . 

Dopo  avere  ciò  avvertito , dirò  col  P.  Or- 
landi ( Abecedario  Pittorico  ) , che  la  natura  nel 
Correggio  superò  Parte,  ed  i maestri  suoi  Fra- 
vi , e Mantegna , e lo  constituì  in  poco  tem- 
po P esemplare  delle  belle  idee,  delle  bocche  ri- 
denti , dei  vaghi  colori , dei  dorati  capelli  , dei 
scorci  stupendi,  delle  pieghe  andanti,  delle  biz- 
zarre invenzioni,  e dei  fondati  componimenti,  i 
quali  dai  Pittori  passati,  e dai  venturi  furono  e 
saranno  sempre  ammirati , studiati,  ed  imitati , sin- 
ché dureranno  le  nobilissime  cupole  del  Duomo, 


ii8  Notizie 

e di  S.  Giovai! ni  di  Parma,  i dipinti  in  Modena, 
in  Reggio,  in  Mantova,  e nelle  più  famose  Gal- 
lerie del  mondo che  a prezzi  esorbitantissimi  cer- 
cano l’opere  sue.  Chi  desidera  sapere  appieno  le 
gesta  e le  opere  di  questo  tanto  meritamente  ri- 
nomato Artista  _,  potrà  vedere  il  Vasari,  ed  i suoi 
Annotatori  nelP  edizione  Sanese,  che  qui  sopra 
citai  ; il  Mengs_,  il  Tiraboschi  9 e l\J,b.  Lanzi, 
egualmente  da  me  riferiti . 

Quindi  non  essendo  il  mio  principale  scopo 
trattare  delle  vite  dei  Pittori,  che  non  hanno  in- 
tagliato , o in  rame , o in  legno , passerò  a ricer- 
care altro  soggetto,  che  in  quest’arte  si  possa  es- 
sere esercitato  . 

ALLEGRINI  (Giuseppe)  > Intagliatore  moder- 
no Italiano  ( Basan  sec  ediz  ) , che  lavorava 
nel  1746.  diversi  soggetti  da  differenti  Pittori. 

ALLEGRINI  (Francesco) , Disegnatore,  ed  In- 
tagliatore, di  cui  vedesi  una  quantità  di  ritratti 
dallo  Zocchi  ed  altri,  e diversi  soggetti  incisi  ver- 
so la  metà  del  secolo  XVIII.  ( Basan  sec.  ediz.)  . 
Questo  Scrittore  però  si  è tenuto  troppo  alla  gene- 
rale dicendolo  Italiano  solamente,  senza  indicarne 
la  patria;  talché  potrebhesi  confondere  con  altro 
Francesco  di  questo  cognome  medesimo,  che  era 
di  Gubbio,  scolare  del  Gav.  d A pino , lodato  dal 
Cav.  Ratti  per  varj  lucori  a fresco  fatti  in  Sa- 
vona  al  Duomo e in  casa  Gavotti  9 e per  altri 
in  casa  Durazzo  y ove  si  ammira  specialmente 
la  freschezza  del  colorito , eia  perìzia  del  sotto 
in  sii.  Ed*  è lodato  anche  dal  Baldi  nuoci  per 
lavori  simili  in  casa  Panfili . Egli  morì  secondo 
il  P.  Orlandi  (Abecedarìo  Pit.)  nel  i663.  di  76. 
anni.  Si  può  vedere  il  Ch.  Ab.  Lanzi  (Stor.  Pit . 


DEGL4 5  INTAGLIATORI  . I 19 

Tom.  I.  fól.  457.).  Questi  però  non  sembra  che 
fosse  Incisore  in  conto  alcuno;  poiché  l’ erudi- 
tissimo Sig.  Sebastiano  Ranghiasci  , particolare 
inio  amico,  nell* Elenco  dei  Professori  Eugubini 
nell5 arte  del  disegno,  inserito  dal  Padre  deila 
Valle  alla  fine  del  Toni  IV.  delle  Vite  del  Va- 
sari, nomina  Francesco  Allegrini  come  eccellen- 
te nel  dipinger  battaglie  , riportandosi  in  tutto 
alPAbecedario , già  qui  sopra  citato. 

Il  nostro  Gandellini,  quantunque  abbia  omes- 
so di  ricordarci  Giuseppe  Allegrini,  come  inta- 
gliatore^ ci  ha  detto,  che  Francesco  Allegrini  era 
Fiorentino,  con  altre  più  particolari,  e precise 
notizie,  come  i 100.  ritratti  della  Famiglia  dei 
Medici,  coll’Albero  genealogico  di  detta  Serenis- 
sima , e sempre  benemerita  Famiglia  ; i ritratti  de- 
gli Uomini  Illustri  della  Toscana , e il  Simulacro  di 
S.  Francesco  di  Assisi  detto  delPAlberino  (4)^ 
presso  le  mura  di  Siena . 


(4)  Avvi  nella  Città  di  Siena  una  tradizione  costante, 
che  S.  Francesco , avendo  ottenuto  vicino  alle  di  lei  mura 
nella  Collina  di  Ravacciano  un  piccolo  abituro  nel  1212., 
tornandovi  nel  1225.  piantasse  ivi  in  terra  la  sera  il  suo 
Bastone,  che  crebbe  nella  mattina  seguente  in  Elee  ver- 
deggiante, e coll’andare  del  tempo  fu  detto  l’Alberino. 
Basterà  avvertire  il  Cortese  Leggitore  , che  nell’Archi- 
vio delle  Riformagioni  di  Siena  nel  Constituto  segnato 
di  numero  Vii.  an.  MCCLXXX1X.  a fol.  II.  leggesi. 
Jtem  statut.  et  ordin.  est  quod  ad  honorem  Dei  , et 
B . Francisci  et  SS.  Philippi , et  Jacobi,  et  ad  re  forma - 
tionem  Ecclesie  de  Ravacciano  in  qua  olim  stetit  B Fran~ 
ciscus  , Fratres  qui  ibi  morantur  habeant  &c.  prò  con - 
struttone  Domus  cujusdam  quam  ibi  edificatiti'  XV  lib • 

denarior  ■ Esiste  ancora  nell’Archivio  del  Convento  dei 
Minori  Conventuali  di  Siena  la  donazione  dei  terreno 


220  Notizie 

Nella  mia  Raccolta  di  Disegni  trovasi  Pori- 
ginaie,  che  l’Allegrini  ad  acquarello  ritrasse  dal- 
la medesima  Statua . 


che  circondava  quest' Albero  , fatta  da  un  certo  Domerà - 
co  Spuntoncini  de  Populo  S.  Petri  de  Ovile  de  Setds 
Nanni  Ghini  S indico , et  Procuratori  Ccmventus  Fu z- 
trum  Minorimi  . . . . medietatem  per  indiviso  loci  Re - 
gularis  de  Raifacciano  prope  Se/ias  , ubi  B-  Franai- 
scus  cum  suis  Fratribus  moram , traxìt  in  quo  loco  est 
quedani  Arbor , scilicet  Ilex , que  publice  dicitur  Arbor 
S.  Francisci  ....  Borsa  Test.  n.  25.  tfog.  Ja  .oh  is  de 
Vgolinellis  de  Luca  fmp.  auct.  J itdex  ord . et  nat.  anno 
Nativ.  Domini  trecentesimo  octavo  decimo  Indinone  se- 
cunda  die  25.  tnensis  Septembr.  ,,  S.  Caterina  da  Siena  nei 
suoi  Dialoghi  mss.  ili  pergam.  fol.  119.  Questi , dice, 
eran  veri  Ortolani , i quali  con  sollecitudine  cavavano 
le  spine  dai  peccati  mortali  , e piantavano  odorifere  pian- 
te di  virtù , non  già  nella  Terra  , come  Francesco  fece 
del  suo  Bastone  , ma  nello  spirito.  Tralascio  di  riportare 
l’autorità  degli  Storici  Francescani  , e la  serie  dei  Custo- 
di di  questo  luogo,  che  furono  sempre  Frati  Minori  Con- 
ventuali , come  apparisce  dal  Lib.  Nero  , esistente  nel  det- 
to Archivio.  Questo  fatto  è dipinto  nel  Palazzo  della 
Signoria  di  Siena  dalla  Scuola  del  Rustichino,  e sotto  vi 
si  legge,  Agrestem  Baculum  virentem  vertit  in  Ilicern 
D Pranciscus . An.  D.  MCCXXV.  E nella  Chiesa  dei  sud- 
detti Religiosi  in  Siena  leggesi  la  seguente  iscrizione 

D.  O.  M. 

VIDUA  MUNDO  SED  SPOSSATA  COELO 
ADHUC  VÌVENS  MORTIS  MEMOR 
MARCAR1TA  B1LLO’  NOB.  SENEN. 

SERAFICI  PATRIS  FRANCISCI  DIVO  ITOMI  INNIXÀ 

UT  QUOTIDIE  ET  IN  PERl’FTUUM  IN  EIU8DEM  AEDItlULA 

PROPE  SENAS 

UBI  SANCTUS  BACULUM  IN  TERRAM  F1XTT 
ET  MIRaCULOSE 
IN  ARBOREM  CREV1T 

1TSIUS  TANTI  PATIIIS  FILIl  MINOlUTAE  CONVENTUALE^ 


dfgl*  Intagliatori  m 

ÀLLER  (Abramo),  Intagliatore  in  legno  nel  i 526. 
Incise  un  gran  numero  di  ligure  per  1’  opera  di 
Gringord , e di  Giovanni  di  Anton . La  Tipogra- 


CIV1TATIS  SENARUM 
SACRUM  F'ACERENT 
FUNDUM  ELARGITA  EST 
CUM  RECADUG1TATE 

AD  DIVAE  MARI AE  DE  PROVE33ZANO  OOKTR  AFACIEWTIBUS 

P.  P. 

UT  LATIUS  IN  ISTRUMENT.  SUB  ROG. 

SER  FRANCISCI  CORAZZI 
IV.  KAL.  MAll  MDCIL. 

Angelo  Cardi  dell' Albero  di  S.  Francesco  Ragiona- 
menti Accademici  del  Massiccio  Filomato , Siena.  IÓ22. 
in  8.  confessa  aver  presso  di  se  una  medaglia  di  Bronzo  , 
nel  diritto  della  quale  vi  è una  mano  stimatizzata  che 
pianta  quest’Albero  con  intorno:  Et  foliuni  ejus  non  de- 
fiuet , e nel  rovescio:  Divo  Francisco . Confessa  ancora 
fol.  6*2.  che  vi  sono  delle  carte  stampate  in  Fiandra,  in 
Parigi-,  ed  in  Siena,  che  rappresentano  questo  fatto.  H 
P.  Lodovico  Felix  diede  alla  Luce  , Scipio  divi  Francisci 
Siena  1 6*^5-  in  12-  e di  nuovo  in  Roma  IÓ7 6.  in  12.  or- 
nato di  quattro  stampe  rappresentanti  1’  avvenimento  , ed 
il  luogo  ove  il  fatto  indicato  accadde  . Vedesi  anche  un 
altro  libretto  in  12-  Ristretto  dell ’ origine  del  Legno  di 
S.  Francesco , e dedicato  alla  Serenissima  Altezza  Fit- 
toria Granduchessa  della  Toscana,  S.iena  IÓ82.  , ed  un 
altro  Ristretto  d’ un  Anonimo.  Siena  1222.  in  12.  Se  nel  1 3 1 8 • 
pubblica  era  la  tradizione  che  fosse  ivi  l’Albero  piantato 
da  S.  Francesco,  convien  dire  , che  non  principiasse  elianti 
secolo  XV.  come  i PP.  Bollandoti  affermano,  Act.  SS.  meus. 
Oct.  Tom.  2.  fol.  629.  num.  489.  edit.  Antuerp .,  ma  che 
iìn  dal  secolo  Xlll.  fosse  costantemente  riconosciuto  come 
del  Santo,  rpiae  publice  dicitur  Arbor  divi  Frarcisci  . Per 
questo  luogo  deil’Albevo  dipinse  nel  l3pó.  una  Tavola  sul 
gusto  del  S.  Bas  iano  , che  avea  dipinto  per  S.  Martino  , An- 
drea Vanni*.  Anche  al  presente  vesleei  ivi  un  altro  qua» 


i22>  Notizie 

fia  chiamò  spesso  in  soccorso  gli  ornamenti,  che 
potea  somministrargli  l’incisione. 


dro  della  Scuola  di  Simone  da  Siena  , e nella  piccola  Chie- 
suola sonovi  effigiati  i fatti  del  Santo  mentre  ivi  dimo- 
rava. Sono  le  dette  Pitture  di  Astolfo  Petrazzi  . Sull’ar- 
chitrave della  Porta  d ingresso  vi  è lo  stemma  di  S.  Fran- 
cesco scolpita  in  marmo  da  Francesco  di  Giorgio  , che  vien 
coperta  dall’arme  dei  Sovrani  della  Toscana , che  sempre 
la  tennero  sotto  la  loro  protezione  . Sopra  l’arco  dell’an- 
tiporto vi  è dipinto  a fresco  da  Rutilio  Manetti  il  Santo 
in  atto  di  piantare  il  detto  Albero,  e vi  si  vede  il  suo 
Compagno  che  dorme , con  un  Pastore  in  una  bella  cam- 
pagna dormiente  anch’esso:  sotto  vi  si  legge: 

ANGUSTUM  HOC  DOMIGILIUM  QUOD  PATKIARCHA 
FRANGISCUS 

INTER  IPSA  ORDÌ  NIS  SUI  PRIMORDTA 
PLURIBUS  PRODIGI IS  PR^ESENS  ILI.USTKAVIT 
QUORUM  ILLUD  ADHUC  EXT  AT  PROXIMA  ILEX  EX  ARIDO 
E1US  BACULO 

HUMI  DEFIXO  REPENTE  ENAtA 
NIC  TANTÀRUM  kerum  memoria  interi ret  a.mdclxxv 
ARA  STATUAQ.  POSlTA  GRAVISSIMA  COEREMONIA 
honestAtum 

MDCCLVI  IN  FlRMlOREIM  ELEGANT  l.OREMQ.  FORMAM 
REDACTUM 

APP.  MlN.CONVENTUAIi.  PR  JM1S  PERPETUISQ  GUSTOD1BUS 
VEN  EH  ABUNDUS  INGREDITOR. 

La  prima  Pianta  di  questo  Albero,  che  avea  la  circonfe- 
renza di  dodici  Braccia  , fu  difesa  con  la  scomunica  fulmi- 
nata contro  coloro  che  ardissero  toccarla  di  Monsig.  Cam- 
millo  Borghesi  nel  lóro.  Ella  poi  venne  meno , e fu  tra- 
sportata nella  Chiesa  di  S.  Francesco  di  Siena  , da  cui  fu- 
rono tratte  delle  Statue,  fra  le  quali  son  celebri  quelle 
mandate  in  Germania  da  Maria  Maddalena  Arciduchessa 
d’Austria,  Gran  Duchessa  di  Toscana:  una  trasportati  in 
Francia  dalla  V.  Passitea  Crogi  : il  Conce  Wenceslao  Weis- 
senvvolf  ne  trasporcò  una  neli’ Austria  .*  altra  nella  Boe- 


DFGL*  tNfTAGLIATORr  . ia3 

ALLESSÀNDRO  (Innocente)  Vedi  Alessandro. 

ALLET  (Giovctn  Carlo).  Molti  hanno  parlato 
di  due  Allet,  ingannati  dal  doppio  nome  del 
presente,  che  qualche  volta  si  è detto  solamente 
Carlo,  e qualche  altra  volta  si  è scritto  Giovali 
Carlo . Ma  in  realtà  è il  medesimo , poiché  il 
taglio,  i tratti,  e l’esecuzione  sono  i medesi- 
mi , e per  tutto  si  riconosce  la  stessa  maniera  . 
D’altronde  e dell’uno  e dell’altro  si  conosce  la 
medesima  Patria,  e . I’  epoca  dei  lavori  , come 
quella  della  nascita.  Quindi,  senza  tema  di  erra- 
re , può  dirsi,  che  Giovan  Carlo  ALLET  (che 
Alet  anche  leggesi  nell’  Indice  del  de  Rossi  ; è lo 
stesso,  che  Carlo,  il  quale  ebbe  i suoi  natali  in 
Parigi  verso  il  1668.  Possedeva  con  molta  prati- 
ca il  disegno,  e non  si  era  contentato  della  Scuo- 
la sua  nazionale  , ma  volle  conoscere  l’ Italia  , ed 
ivi  perfezionarsi . Me.  Basan  {seconda  ediz.)  asse- 
risce che  la  maggior  parte  delle  opere  da  lui 
incise  sono  propriamente  disegnate  da  lui  stesso. 
Fra  i ritratti,  che  dice  aver  veduto  di  questo 


mia  la  portò  Francesco  Antonio  Conte  di  Hollevveil: 
nella  Spagna  Moniùg.  Suario  , allora  Inquisitore  in  quel 
Regno-  li  Card.  Francesco  Maria  Tarugi  regalò  una  tazza 
fatta  da  quest’Albero  a Clemente  Vili.  , nella  quale  solea 
bere.  Per  tutta  l’Italia  trovansi  sparse  Statue  del  Leccio 
predetto  , fra  le  quali  è celebre  quella  che  si  venera  nella 
Chiesa  del  detto  Alberino , scolpita  di  tutto  rilievo  da  Pie- 
tro Montini  Sànese  nel  1620.  ; trasportata  solennemente  in 
Processione  per  la  Città  di  Siena  nella  Domenica  in  Albis 
del  1768.,  nella  quale  occasione  l’Allegrini  la  incise  in 
rame.  Il  Rampollo  della  prima  pianta , che  fin  dal  MCCC. 
vedevasi  , e che  è rimasto  al  presente,  ha  la  circonferen- 
za di  braccia  1*2.  Tanto  sia  detto  per  schiarimento  di 
questa  Stampa , che  qui  citata  si  trova  , a chi  bramasse  aver- 
ne qualche  contezza. 


1*4  N O T I z f E 

Jn tagliatore,  rammenta  quello  di  Alessandro  Vili, 
fatto  nel  1695.  Qui  si  fermò  , ed  esegui  tutti  i 
suoi  lavori  , attenendosi  allo  stile  di  Cornelio 
Bloemaert . Ma  se  il  suo  disegno  viene  riconosciu- 
to esatto , il  suo  taglio  però  non  potè  arrivare 
giammai  quello  delPesem piare  , che  erasi  con  tut- 
ta ragione  prefìsso . Credesi  che  morisse  in  Ro- 
ma , ma  non  si  sa  precisamente  Tanno,  se  non 
che  dalTepoclie  dei  Ritratti  intagliati  da  lui  sap- 
piamo, che  di  ventidue  anni  già  incideva,  e che 
nel  1712.  quarantesimoquarto  delTetà  sua  lavo- 
rava ancora . Il  Gandellini  dice,  che  fino  al  1703, 
seguitò  ad  intagliare;  ma  egli  non  conobbe  il  ri- 
tratto di  Andrea  Pozzi,  ch’è  del  1712.  come  Mr, 
Huber  non  vide  il  S.  Bruitone  fondatore  dei  Cer- 
tosini, e le  Rime  in  onor  di  Maria  di  NeraLco 
Pastor  Arcade  (ediz.  in  Roma  1789.  in  o.)  orna- 
te di  stampe,  nelle  quali  sono  d»  suo: 

11  frontespizio , da  Saverio  Scilla . 

La  prima  finale  , che  è un  Angelo  in  aria 
col  giglio  di  sua  invenzione  . 

La  Vergine  che  supplica  Gesù  Cristo  in  glo- 
ria per  la  salute  del  mondo , e sotto  vi  è il  Glo- 
bo sostenuto  da  due  Angeli  , dal  medesimo  . 

La  Vergine’  su  le  nuvole  col  S.  Bambino  in 
braccio , che  ha  in  mano  i fulmini  con  i quali 
scaccia  il  Lucifero,  dal  medesimo. 

Questo  libro  è anche  presso  di  me. 

I.  Ritratto  di  Andrea  Pozzo  Gesuita  , ed  Architet- 
to 17 112-  infoi. 

II.  11  Cardinale  Luigi  Amadei  dipinto  da  Gio.  Maria 
Morandi  1690.  in  fol. 

III.  * erdinando  Carlo  Gonzaga  , Duca  di  Mantova  , da 
Antonio  Lasma  , in  fol. 

IV.  Papa  Alessandro  Vili,  per  una  dedica  dal  disegno 
del  Calandrucci.  G.  C.  Allet  se.  llonuie  l(5p5.  in  fol. 


DEGL*  TnTAGLIATOR!  . I2l5 

V.  S.  Luigi  Gonzaga  Gesuita , in  ovato  in  2J. 

VI.  S Ignazio,  da  Pietro  Lucatelli , in  ovato  in  4* 

VARJ  SOGGETTI  DI  DIVOZIONE, 

E DELLA  BIBBIA. 

VII.  La  Concezione  della  Vergine  , da  Andrea  Pozzo  * 
in  ovato  in  8. 

Vili.  La  Natività,  ossia  l’Adorazione  dei  Pastori  , dal 
Pesarese  sul  disegno  di  Pietro  de  Petris  , gr.  in  fol. 

IX.  La  Madonna,  e S.  Giuseppe  che  adorano  ii  Bam- 
bino nel  Presepio,  dallo  stesso  in  foi. 

X.  11  Salvatore  condotto  alla  presenza  di  Pilato  , dallo 
stesso  in  4. 

XI.  Anania,  che  restituisce  la  vista  a S.  Paolo  , dal  qua- 
dro di  Pietro  da  Cortona  nella  Chiesa  dei  Cappuccini  di 
Roma  , in  fol. 

Questo  è uno  dei  più  bei  pezzi  del  Berret- 
tini, ohe  regge  al  confronto  del  S.  Michele  Ar- 
chan^elo  di  Guido. 

XII.  La  Visione  di  S.  Paolo,  dallo  stesso  quadro  della 
medesima  Chiesa,  in  fol. 

XIII.  Morte  di  un  Santo  assistito  da  Maria  Vergine  , 
da  S.  Giuseppe,  e da  S.  Francesco  Saverio,  da  Lucatei - 
lì , in  fol. 

XIV.  Morte  di  S.  Scanislao  Kostka  , dalla  scultura  di 
P.  le  Gros.  Joan.  Carolus  Allet  del.  et  se.,  in  fol.  in  tr . 

XV.  S.  Gaetano  con  la  Religione,  e col  Salvatore  , che 
gli  mostra  la  Croce,  da  Lazzaro  Baldi.  Giovati  Carlo 
Allet  fec . , iti  fol. 

XVI.  S.  Aronicus  e S.  Achanasius  , da  T.  B.  Zucchel - 
li , in  fol. 

XV1Ì.  S.  Agostino  cól  Putto  che  attinge  dell’acqua  dal 
mare  (5),  da  J.  B.  Lenardi , infoi. 


(5)  Per  due  false  ragioni  sonosi  indotti  i Pittori  a figu- 
rare S.  Agostino  col  putto,  che  vuol  vuotare  il  mare  con 
un  piccolo  vaso.  Alcuni  hanno  creduto  per  vera  la  XVI. 
Epistola,  eh’ è nelFAppendice  al  secondo  Tomo  delle  ope- 
re  di  S.  Agostino,  e che  si  è detto,  che  da  questo  Santo 
fosse  scritta  a S.  Cirillo  Vescovo  di  Gerosolima  col  tito- 
lo de  admirandis  Hieronymi  praecotiiis . In  questa  let- 
tera si  racconta,  che  il  predetto  S.  Girolamo  nell’  istesso 


i a6  Notizie 

XVlll.  ST  Rosa  coronata  da  due  Angeli,  Carotus  Allet 
deliri,  et  se.  in  8. 

XIX.  XXX.  La  Vita  di  Gesù-Cristo  , da  Giuseppe  Pas- 
seri in  12.  pezzi  intagliata  insieme,  da  G io.  Carlo  Allet 
e A.  V.  Westerhout , in  8. 

ALLOJA  (Giuseppe) , Napoletano,  (lei  qual© 
Mr  Basan  ( seconda  ediz.)  non  indica  Panno  in 
cui  viveva,  e non  ne  individua  alcuna  sua  stampa. 
Egli  dice  solo , che  di  esso  si  conosce  una  gran  ve- 
duta di  Napoli  in  più  stampe,  e che  ha  lavorato 
nella  Raccolta  delle  Antichità  di  Ercolano . Il 


giorno,  e nella  medesima  ora  del  suo  transito  apparisse  a 
S.  Agostino,  che  stava  pensando  nella  sua  Cella,  quale 
fosse  l’abbondanza  della  gloria  alle  Anime  -dei  Giusti  che 
godono  con  Cristo  in  Cielo  riserbata  ; e che  allora  S.  Gi- 
rolamo gli  dicesse;  Agostino,  Agostino,  che  mai  ricer- 
chi'1 Credi  tu  che  tutto  il  mare  in  breve  tempo  possa  vo- 
tarsi con  un  piecolo  vaso?  Piuttosto  in  un  piccolo  vaso 
tu  vedrai  racchiudersi  tutto  il  mare  , che  comprendere  la 
grandezza  di  questi  eterni  contenti . Ma  questa  Epistola  è 
riconosciuta  per  apocrifa,  e contiene  anche  delle  altre 
falsità,  che  son  contrarie  al  Domma  ; e Sabiano  vien  ivi 
creduto  Eretico,  perchè  asseriva  due  volontà  in  Cristo. 
Vedansi  i PP.  Maurini  su  tal  proposito. 

Altri  poi  dei  più  moderni  narrano,  che  Gesù-Cristo 
informa  di  fanciullo  gli  apparisse  vicino  al  Porto  di  Li- 
vorno in  Toscana,  mentre  il  Santo  meditava  per  com- 
prendere il  Mistero  della  SS.  Trinità,  e che  si  sforzava 
di  mecter  tutta  P acqua  del  mare  in  un  piccolo  vaso  : ma 
ciò  non  ha  solido  fondamento  alcuno. 

Ora  in  qualunque  maniera  questo  fatto  venga  raccon- 
tato, sarà  sempre  più  plausibile  al  rozzo  popolo  , che  alla 
verità.  Per  la  qual  cosa,  dice  Gio.  Molano  (deHist.Sac. 
J/nag.  et  Pictur.  Lib.  3.  c.  36.  ) , questa  Pittura  , che  cele- 
bre non  è certamente  nella  Chiesa,  dovrà  tollerarsi  dal 
Clero  , ove  ella  si  trovi , ma  dovrà  dal  medesimo  impedirsi  , 
che  in  avvenire  si  propaghi,  toleranduni  quidcrn  puto  a 
Clero  ubi  posita  est  ; nullo  autem  modo  extendendani . 


12? 


DEGL*  TNT  AGLlATOlU  . 

Barone  de  Heinecke  (loco  cit.  fol.  69.)  trattan- 
do deJJe  Antichità  di  Circolano  numera  i V.  vo- 
lumi, in  cui  furono  stampate  col  titolo:  „ Le  An- 
tichità d^Ercolano  esposte.  Le  pitture  antiche 
di  Ercólano  e contorni  incise  , con  qualche  spie- 
gazione ,,  Napoli  1757.  in  fol.  In  fronte  di  ognu- 
no di  questi  volumi  avvi  il  ritratto  del  Re  Car- 
lo III  inciso  da  Filippo  Morghen,  e disegnato 
da  Camillo  Paterno  . Le  altre  stampe  sono  incise 
da  varj,  ohe  il  prelodato  Heinecke  nomina  sin- 
golarmente^ fra  i quali  il  primo  è Giuseppe  Al- 
loja , di  cui  trattiamo . Da  questa  notizia  venia- 
mo in  cognizione  , che  egli  intagliasse  su  la  me- 
tà del  secolo  XVTII.  Il  Gandellini  dà  delle  no- 
tizie più.  precise  ; ma  si  è ingannato  in  asserire 
che  le  antichità  suddette  si  contengano  in  tre 
volumi,  poiché  son  cinque,  come  vedremo, 

Nel  primo  volume  di  esse  stampato  nel  1757. 
si  trovano  il  frontespizio,  una  carta  topografica, 
cinquanta  stampe,  ed  una  quantità  di  vignette  , 
di  lettere  iniziali  con  figure,  ed  arabeschi  rap- 
presentanti qualche  monumento  antico  . 

Nel  secondo,  edito  nel  1760  , si  osservano  le 
Pitture,  e contiene  sessanta  stampe,  altre  vignet- 
te, le  lettere  figurate,  e i fiorami. 

Nel  terzo  si  contengono  egualmente  sessanta 
stampe,  oltre  le  vignette,  e fu  pubblicato  nel  1762. 

Nel  quarto  si  contengono  indipendentemen- 
te settanta  vignette  , c fu  pubblicato , come  si 
disse,  nel  1765. 

Questi  due  volumi  rappresentano  varj  pezzi 
di  antichità  . 

Nel  quinto,  pubblicato  nel  1767.  col  titolo: 
„ Il  primo  dei  Bronzi,  comprende  ottantacinque 


128  Notizie 

stampe,  senza  contarvi  le  vignette,  ed  altri  or- 
namenti . 

ALLOU  {Adelaide).  Non  vi  sono  al  presente 
altre  notizie  di  essa,  che  quelle  che  ci  sommini- 
stra Mr  Basan  {seconda  ediz.) , cioè  ch’ella  nac- 
que a Parigi , e che  ha  inciso  molte  mine  di 
Roma,  e di  Napoli  da  Robert. 

ALMELOVEN  {Giovanili)  nacque  in  Olanda 
verso  il  i6i4*^  ed  avendo  imparato  il  disegno, 
come  credesi  da  Saftleven,  e nell’  istesso  tem- 
po l’ intaglio  ad  acqua-forte , si  mise  anche  a 
dipingere  . Egli  però  è conosciuto  più  per  i suoi 
intagli  nella  suddetta  maniera,  in  cui  al  pari  di 
Giovanni  Van-Aken  incise,  ma  l’uno  e l’altro 
non  sono  bastantemente  noti  come  dovrebbero 
essere  . L’  acqua-forte  però  è maneggiata  da  lui 
con  molta  leggerezza , ed  intelligenza . Alcune 
stampe  di  suo  sono  riportate  da  Mr.  Huber  (Ma- 
nuel  ec.  École  des  Pays-Bas.  Tom.  6.  fol.  9.3.  ) 
cioè 

I.  Il  Ritratto  di  Gisbert  Voetius  J.  Almelovcn  inv.  et 
fec.  in  4- 

II.  e XIV.  Raccolta  di  dodici  Paesaggi  rappresentanti 
dell?  vedute  di  Città,  e di  Villaggj , ornati  di  piccole 
figure-,/.  Almeloven.  inv.  et  fec.  in  4.  in  tr. 

XV.  e XVI.  Raccolta  di  sei  Piesaggj  Alpini  rappresen- 
tanti vedute  campestri  ornate  di  figurine  , Joan.  ab  Al» 
nwlovan  inv.  et  fecit,  in  4.  in  tr. 

XXIJ.  e XXVI.  Quattro  Paesaggi  rappresentanti  le  quat- 
tro Stagioni  dell’anno,  Herman  Saffeven  inv.  J.  ab  Al - 
meloven  fec.  in  4.  in  tr. 

ALTDORFER  {Alberto) . Viene  dal  Gandellini 
italianizzato  il  suo  nome  chiamandolo  Alt  or fino , 
ovvero  Alrorfero  dalla  sua  Patria  Àltorfo  negli 
Svizzeri . Ma  Mr.  Basan  lo  nomina  ALTDORFER 
( prima  e seconda  ediz.) . Gran  contrasto  accagiona 


degl’  Intagliatori  . i&9 

fra  gli  Scrittori  la  patria  ove  nacque,  ed  il  tem- 
po in  cui  fiorì  questo  Artista . Dando  retta  a cia- 
scuno di  essi  , potrebbe  dirsi , o che  egli  non. 
ebbe  una  certa  patria,  o che  nissuno  almeno  ba- 
stantemente la  seppe.  Il  Gandellini  , come  ve- 
demmo y lo  pone  di  Altorfino  nella  Svizzera  , e 
forse  l’avrà  potuto  prendere  dal  P.  Orlandi  ( Abec . 
Pit.  ),  che  è del  medesimo  sentimento,  e questi 
dal  Sandrart  ( fot . aoo.)  che  cita  . Mi.  Basan  (toc, 
cit.)  pretende  che  nascesse  a Zurigo  nel  loSq.,  ma 
è questo  un  anno  dopo  la  di  lui  morte.  Huber, 
e Rost  ( Manuel  École  Allentanti  Tom  i.fol.  14°.) 
asseriscono  , eh’  egli  nacque  in  Altdorf  nella  Ba- 
viera verso  il  1488.,  confutando  quelli  , che  gli 
assegnano  Altdorf  nella  Svizzera  per  sua  patria. 
La  cosa , per  quello  sembrami , non  è bastantemen- 
te dimostrata,  e forse  stanno  delle  ragioni  e per 
gli  uni  e per  gli  altri  di  egual  peso,  non  ripor- 
tanti© nissuno  di  loro  dei  documenti  autentici, 
nè  delle  prove  di  altri  contemporanei  Scrittori. 
Ju  equivoco  potea  nascere  : poiché  due  Altorf  si 
contano  dal  Cluverio  ( Introduci,  in  iintv . Geo- 
grafia  Ahstelad.  1697.  lTh  40  5 uno  nelPAlemagna 
nel  territorio  di  Norimberga,  celebre  per  la  fa- 
mosa sua  Università  ; e Paltro  Altorf  Borgo  assai 
cospicuo  della  Svizzera  , Ca  po  del  Cantone  di  Uri . 
Coloro  y che  il  fanno  Svizzero  , allegano  anche 
delle  opere  fatte  da  Alberto  colà  ; ed  il  P.  Orlandi 
j (foco  cit.)  dice,  ebe  nella  sua  Patria  in  Svizze- 
ra; Si  contemplano  con  molta  erudizione , ed  at- 
tenta argutezza  quadri  dipinti  in  piccolo , ed 
m grande.  Queste,  parlando  ingenuamente,  son 
prove  non  evidenti,  ma  pure  in  mancanza  di  al- 
tre, ed  in  concorso  dà  coloro  > che  non  ne  aile- 
Tom.  V . 9 


I$0 


Notizie 


gano  delle  positive , possono  avere  9 nel  dubbio^ 
qualche  valore  di  più . 

Non  può  perdonarsi  a Mr.  Basan  lo  sbaglio 
intorno  all’anno  della  nascita  di  Alberto , che , 
come  dissi,  lo  fissa  nel  i53c).,  allor  quando  egli 
era  già  morto.  E poi  volendo  lo  Scrittore  Fran- 
cese continuargli  la  vita,  scrive,  che  morì  in 
Ratisbona  nel  Ma  senza  stare  a produrre  le 

autorità  di  altri  Storici , e senza  allungarci  in 
altre  congetture,  basterà  osservare  la  Stampa  po- 
sta qui  sotto  al  numero  VII.  con  la  data  del  i5o7. 
per  esserne  bastantemente  convinti  del  suo  enor- 
me errore  . 

Nacque  dunque  nel  14S8.,  e fu  discepolo  di 
Alberto  Durer,  o almeno  procurò  imitare  e nella 
pittura,  e nell’  intaglio  questo  gran  Maestro,  e per 
quello  si  vede  nei  Quadri  esistenti  in  Ratisbona, 
non  se  ne  rendè  indegno.  Nella  Francia  per  la 
similitudine  , che  hanno  le  sue  Stampe  con  quel- 
le del  Durerò,  vien  chiamato  il  piccolo  Alberto; 
ed  è perciò  che  dagli  inesperti,  tante  volte,  con 
esso  si  confonde;  molto  più  che  le  Cifre  in  qual- 
che maniera  possono  sembrargli  che  combinino  y 


avendo  marcato  Altdorfer 


Chi  però  ha  tatto,  non  dirò  esquisito,  ma  qua- 
lunque nell'  intaglio,  potrà  , considerandovi  sopra  , 
conoscere  che  vi  passa  una  notabile  distanza . Pri- 
mieramente quelle  Stampfe,  ch’egli  ha  inciso  in 
rame,  non  hanno  quel  bel  taglio  spedito,  fino  , e 
semplice  del  Durerò:  e quelle  in  legno,  che  sono 
le  più  belle  sì  per  P intelligenza  del  lavoro,  co- 
me per  la  esecuzione  ^ hanno  più  affinità  con 


t>FGL9  Intagliatoci  . i3i 

quelle  di  Holbein  , che  con  Alberto  Duro.  In 
secondo  luogo  Àltdorfer  non  ha  mai  inciso  in 
grande , ma  piccole  Stampe  ; per  la  qual  cosa  vie- 
ne annumerato  fra  i piccoli  Maestri. 

Non  sembra,  che  il  Milizia  ( JDizion.  delle 
Arti  ec.)  sia  stato  molto  conoscitore  delle  Stam- 
pe di  questo  Artista  ; , poiché  parla  troppo  gene- 
ralmente di  essp , volendo,  che  alcuni  suoi  rami 
fossero  attribuiti  al  suo  maestro  Alberto  Durerò  . 
Ad  un  severo  critico^  com’egli  non  doveano 
sfuggire  le  osserva/ioni,  che  vi  han  fatto  sopra  i 
veri  intendenti  dell’  Incisione  . Bene  avea  il  Gan- 
deliini  avvertito,  che  la  degradazione  delle  figure 
non  vi  si  vede , avendo  1*  istessa  forza  quelle  del 
primo  , che  le  altre  dei  pressi  più  indietro  . Morì 
a P^atisbona  nel  i 538.  nell’età  di  cinquantanni . 

Siccome  nelP  Abecedariò  Pittorico  leggesi , 
che  si  dilettò  d}  intagliare , e nel  Gandellini , elio 
le  Stampe  in  rame  da  esso  pubblicate  ascendono 
al  numero  di  sessanta  in  circa  , e quelle  in  legno 
ad  una  quantità  molto  maggiore  g riporteremo 
soltanto  il  Catalogo  di  esse  pubblicato  dai  Signori 
Huber^  e Rosfe  ( lococit.)f  e perchè  si  conosca  cho 
non  per  diletto _,  ma  per  professione  incise,  e 
perchè  se  ne  veda  iL  numero  di  quelle  che  dal 
Baron  de  H«dnecke  ( Dìctionnaire  des  Artistes 
art.  Àltdorfer)  seppero  seerre  gli  anzidetti  Scrit- 
tori del  Manuel . 

PEZZI  INTAGLIATI  IN  RAME. 

L Ritratto  d’Alberto  Àltdorfer , intagliato  da  lui  stesso, 
con  la  sua  cifra.  Alto  I.  poi.  8.  Un  , larg.  2.  poi.  3.  litu 

II.  Ritratto  di  Martino  Lutero,  con  un  ovato  di  foglia- 
le, alt.  2.  p.  3.  Z.,  lar.  I.  p.  6.  I. 

III.  Adamo  ed  Èva  nel. Paradiso  terrestre,  alt.  l-p-9-by 
lar.  i.  p.  5.  Z. 


i3a  Notizie 

IV.  Dalida  seduta  nell’atto  che  taglia  i capelli  a Sanso- 
ne , che  riposa  sulle  sue  ginocchia,  alt.  I.  p.  7.  Z.,  Zar.  I. 

p.  4-  Z. 

V.  Salomone  idolatra  per  compiacere  le  sue  Donne, 
alt.  2.  p.  3.  Z. , Zargr.  t.  p.  6.  b 

VI.  Giuditta,  che  porta  la  testa  d’Oloferne  sulla  punta 
di  una  spada,  alt . 2-  p-  8.  b , Zarg.  I.  p.  9.  Z. 

VII.  La  Vergine  seduta  dirimpetto  ad  uno  scoglio,  col 
Bambino  Gesù  sulle  ginocchia,  il  quale  stende  le  braccia 
verso  due  giovinetti,  uno  dei  quali  ha  in  mano  un  va- 
so lóo^.,  alto  2«  p.  7.  b , larg.  1.  p.  Io.  Z. 

Trovasi  nella  mia  Collezione  di  Stampe. 

Vili.  La  Vergine  col  Bambino  Gesù  entro  una  nicchia 
in  un  Altare  , alt.  2.  p.  3.  I • , larg.  I.  p.  6.  Z. 

IX.  La  Vergine  acconciata  all’uso  di  Ratisbona , e se- 
duta in  una  campagna,  col  Bambino  Gesù  sulle  ginoc- 
chia; verso  la  destra  evvi  una  palma,  alt.  2.  p.  1.  Z.,  Zar- 
go  I.  p.  3.  Z. 

X.  La  Vergine  seduta  in  un  vasto  paese,  col  Bambino 
ritto  sulle  ginocchia;  le  loro  teste  sono  ornate  di  grandi 
raggj , pie.  in  4. 

XI.  Riposo  nella  fuga  in  Egitto  . La  Vergine  è seduta 
con  un  cappello  intesta,  e il  Bambino  Gesù  sulle  ginoc- 
chia; S.  Giuseppe  con  cappello  anch’esso  e con  bastone 
in  mano,  scà  in  piedi,  in  12. 

XII.  Gesù  Cristo  in  Croce,  abbasso  molte  figure,  in  8. 

XIII.  S.  Girolamo  esce  da  una  Città  , col  suo  Leone  , 
alt.  4.  p.  6.  Z. , larg.  3.  p.  io»  >L  BEL  PEZZO. 

XIV.  S.  Girolamo  nella  grotta  in  piedi  dirimpetto  ad 
un  Altare,  sul  quale  si  vede  un  libro,  un  Crocifisso  , ed 
una  tavoletta  , colla  cifra  dell’Artista  , in  12. 

XV.  S.  Giorgio  a Cavallo  , che  uccide  il  Dragone,  alt. 2, 
p.  4.  Z.  , larg.  I.  p.  7.  I . 

XVI.  Didone  che  s’immerge  un  pugnale  nel  seno,  alt i 
due  p-  5.  Z- , larg.  I.  p.  5.  b 

XVII.  Lucrezia,  che  si  trafigge  con  una  spada;  pezzo 
senza  cifra,  intagliato  ad  acqua  forte,  alt.  2.  p.  4.  Z.,  Zar- 
go  1.  p.  6.  Z. 

XVlll.  Muzio  Scevola , che  si  brucia  la  mano,  alt.  2.  p. 
e 5.  Z , larg.  I.  p.  5.  Z. 

XlX.  Venere,  che  entra  nel  bagno,  con  Cupido,  alt.  2. 
p.  3.  b , larg.  I.  p-  6.  Z. 


dfgl’  Intagliatori  . i3S 

XX.  Venere,  che  esce  dal  bagno,  accompagnala  da  Cu- 
pido, copiata  da  Marc'  Antonio , alt . 2.  p.  3.  L , Zarg.  i-  i>. 
e 6.  ha. 

XXi.  Ercole  ed  una  Musa,  figure  in  piedi  ; pezzo  deno- 
minato ancora  Apollo  e Venere  , alt.l.  p.  6.  L,  larg - I.  p* 
e 8.  Ziu. 

XXII.  Un  Amore  montato  in  un  Cavallo  marino  , accom- 
pagnato da  altri  tre  Amori , alt.  t.  p.,  larg.  3-  p. 

XXlil.  Anfione  scampato  dal  naufragio  da  un  Delfino  , 
accompagnato  da  una  Noreide  che  tiene  un  ancora,  lè'lS. 
alt.  I.  p.  6.  Z. , larg.  I.  p. 

XXI/.  Piramo  e Tisbe,  alt.  2.  p-3.  Z.,  Zarg*.  I.  p.  5.  Z. 

XXV.  La  Donna  , presso  la  quale  si  era  cercato  il  fuo- 
co spentosi  in  Roma.  E’  rappresentata  sedente  sopra  un. 
-Altare  , con  uno  Scettro  in  mano  : una  quantità  di  per- 
sone seie  accostano  con  lanterne.  Soggetto  trattato  spes- 
so dagli  antichi  Maestri  e diversamente  spiegato,  altri- 
p.  IO.  I.  , lar.  i.  p.  8.  Z. 

XXVI.  La  Lascivia  . Donna  nuda  alata  in  piedi  nell’aria 
sopra  una  Stella  , con  una  torcia  accesa  in  una  mano,  e 
nell’altra  un  bastone  con  uno  Scudo  , in  basso  un  paese 
con  fabbriche,  alt.  3.  p.  6.  I. , larg.  I.  p.  Q.  I. 

XXV11.  Un  Guerriero  armato  di  tutto  punto  , che  si 
precipita  nell'acqua  : in  lontananza  evvi  un  campo  di 
eserciti,  e molte  persone  che  l’osservano,  alt.  2.  p.5.Z., 
larg.  I.  p.  5.  Z. 

XXV111.  Un  Contadino  ed  una  Contadina  che  ballano, 
alt.  2.  p.  I-  Z. , larg.  I.  p.  5.  I- 

XXIX.  Nove  Fanciulli  sei  de’ quali  ballano,  e tre  suo- 
nano degli  stronfienti,  senza  marca,  alto  t.  p.  e 2.  Z. , e 
larg.  3-  p.  2.  Z. 

XXX.  e XXX.  Due  paesi;  uno  con  scoglj , l’altro  con 
due  grand’alberi , in  8. 

XXX11.  La  Sinagoga,  coll’  iscrizione  .*  Porticus  Syna- 
gogae  Judaicae  Ratisbona  fractae  21.  die  Febr . An - 
no  1 5 1 9-  in  8. 

XXXlll.  Un  Mesciroba,  con  manico  da  una  parte, 
dall’altra  un  Drago,  in  4.  Lavoro  d’Orificoria  . 

XXXIV.  Una  Tazza,  con  un  coperchio  che  può  servi- 
re di  Sottocoppa,  in  fondo  nero,  in  4. 

PEZZI  INTAGLIATI  in  legno. 

XXXV.  e LXX1V.  Storia  della  caduta  dell’Uomo  , e 
della  sua  redenzione,  rappresentata  in  una  serie  di  40. 


j 34  Notizie 

piccoli  pezzi,  in  altezza  di  2.  p.  8.  L sopra  una  lar* 
gliezza  di  i.  p.  to.  h 

SERIE  PREZIOSA,  e d'uria  bella  esecuzione . 

LXXV.  Sacrifizio  d’Àbramo,  in  t2. 

LXXVI.  Giosuè,  e Galeb , che  portano  dei  frutti,  e 
passano  da  una  porta  , in  12. 

LXXV11.  L’Annunziazione  , 1 5 1 3 - in  12. 

LXXV111.  La  Purificazione,  in  4. 

LXXIX.  La  Strage  degl’innocenti  l5tl.  in  4. 

LXXX.  La  Decollazione  di  S.  Giovanni  i5i2.  in  4. 

LXXX1.  La  Resurrezione  del  Salvatore  l5l2.  in  4. 

LXXXil.  La  beila  Vergine  di  Ratisbona,  dal  q ladro 
che  una  volta  era  in  quella  Cattedrale.  in  fol. 

PEZZO  PREGIATO  , impresso  in  chiaroscuro 

LXXXlll.  S.  Girolamo  nella  sua  caverna  in  ginocchio 
innanzi  un  Crocifisso  , in  3. 

LXXXIV,  S.  Cristororo  nell’acqua,  che  s’abbassa  per 
prendere  il  Bambino  Gesù,  l5l3.  pie.  in  4. 

LXXXV.  S.  Giorgio  a cavallo,  in  un  paesaggio,  che 
ammazza  il  Drago  1 5 1 1 . in  4* 

LXXX  VI.  Paride  moribondo  sul  monte  Ida,  visitato 
dalle  tre  Dee,  1 5 1 1 . in  4. 

LXXXVll.  Un  Cavaliere  assiso  presso  una  Giova- 
ne l5l  I.  in  8. 

LXXXV111.  Un  Alfiere  in  piedi  in  un  paesaggio, 
in  8. 

LXXXIX.  Paesaggio  montuoso,  con  fabbriche,  ed  un 
albero  a destra , pie.  in  fol. 

XC.  Un  gran  Battistero  in  una  Chiesa,  in  cui  si  vede 
la  Vergine  col  Bambino,  un  Pellegrino,  ed  alcuni  An- 
geli , pie.  in  fol. 

XC1.  Facciata  d’una  Chiesa,  con  porta,  e superiormen- 
te la  cifra  dell’Artista  . 

ALTAMONTE  (Andrea).  Trovasi  adoprafco 
questo  Incisore  nell’opera  intrapresa  da  Antonio 
Giuseppe  Premier  Pittore,  ed  Intagliatore  a Vien- 
na co]  titolo  : 

Thcatrum  Artìs  pictoriae  , quo  tahulae  de - 
pi  et  ac,  quae  in  Caesarea  Vindobonensi  Pinacothe - 
ca  servantur  ? leviorc  caelatura  exhibentur  P ab 


dfgi,’  Tntagltatori  . 1 3 5 

Antonio  Joseph  de  Prenner  . Viennae  . Parsi.  1 738. 
Pars  IL  1729.  Pars  III.  17 3i.  Pars  IV.  1733. 
in  fol. 

Queste  quattro  Parti  contengono  cento  ses- 
santa Stampe  , quaranta  delle  quali  formano  cia- 
scheduna serie.  Son  elle  collocate  in  un  quadro 
di  grande  ornamento,  ma  di  cattivo  gusto,  e non 
presentano  che  una  mediocrità  e del  disegno  e 
del  bulino,  fra  le  quali  le  meno  spregevoli  sono 
quelle  del  ¥ Altamonte . Quelle  poi  che  v’incise 
Mannl , non  vagliono  nulla  . ( Heinecke  loco  cit. 
fol . 5a.  ) 

AMAN  ( Francesco  ).  Vedi  il  Gandellini, 

AMàN  (Giovanni)  . Vedi  il  Gandellini  } se  pur 
egli  non  è confuso  con  Giusto  AMAN. 

AM  AND  (Giacomo-Francesco) , Pittore  fran- 
cese, membro  dell’ Accademia  Reale  , morto  nell’an- 
no 1770.,  che  ha  intagliato  poche  Stampe  di  sua» 
composizione  ad  acqua-forte:  e sono 
1.  e 11.  Due  mezzi  Paesaggi , in  tr . 

Uh  IV.  Due  piccole  Bambocciate,  in  al. 

Vedesi  presso  Mr.  Basan  (seconda  ediz . ) un 
saggio  delle  prove  di  questo  Artista  , che  nell’ac- 
qua-forte  ha  fatto  comparire  quello  scuro , che 
piu  confonde  gli  oggetti  di  quello  sicuramente 
possa  piacere  . E’  una  donna  assisa  su  di  una  pan- 
ca campestre,  che  dà  la  pappa  ad  un  suo  Bam- 
bino, che  gli  stà  su  le  ginocchia. 

AMATO  ( Francesco ),  Pittore  Italiano,  il  quale 
incise  qualche  Stampa  ad  acqua-forte  nel  genere 
di  Biscaino  ( Wr.  Basan  seconda  ediz.  ) . Potrebbe 
darsi,  che  fosse  della  famiglia  di  Amato  di  Na<- 
poli , dalla  quale  esci  Giovanni  Antonio  Pittore 
di  merito,  nato  nel  1 47 5.,  e morto  jael  i55 5.,  ed 


1 36  N o t i z r e 

‘Antonio  Amato  suo  nipote  nato  circa  il  1535., 
che  avea  per  moglie  Mariangiola  Griscuolo  eccel- 
lente  non  meno  del  suo  marito  nella  pittura  . 
Il  suddetto  Basan  non  indica  nulla  nè  della  pa- 
tria, nè  della  casa,  nè  dell* epoca,  nella  quale 
viveva  il  presente  Francesco,  che  dovrebbe  essere 
del  secolo  XVII. 

AMBERGER  (Cristofano) , Pittore,  ed  Inta- 
gliatore del  XVI.  secolo,  nato  a Zurigo  nel  i54o. 
banche  vogliasi  da  qualcuno  nato  a Norimberga  „ 
Dipinse  dei  fatti  Storici,  e dei  Ritratti,  ed  incise 
in  legno  molte  delle  sue  composizioni  (Mr.  j Ba- 
san seconda  ediz : ) 

AMBROGi,  o AMBROSI  {Domenico) , nato  in 
Bologna,  viveva  nel  1678.,  detto  altrimenti  Me- 
nichino  del  Brizio,  perchè  forse  Discepolo  di  Fran- 
cesco B rizio , ingegno  rarissimo  (Lanzi  Stor. 
pit.  T . 2 . p.  2.  fol.  143.)  Fu  g.ran  disegnatore; 
dipinse  molti  fregj  di  camere  in  quadrature,  ed 
in  paesaggi  in  compagnia  e del  Dentone,  e del 
Colonna.  Dipinse  anche  con  somma  delicatezza 
rappresentanze,  e copiose  storie.  Oltre  le  poche 
notizie  che  ce  ne  dà  il  Gandellini , abbiamo  dai 
P.  Orlandi  (Abeced.  Pit.)  che  intagliò  diversi  ra- 
mi in  grande  , asserendo  ciò  coll'autorità  del  Mal- 
vasia . Niuno  dei  surriferiti  Scrittori  indica  indi- 
vidualmente le  di  lui  Stampe  . 

AMBROSI  ( ) . Si  trovano  di  suo  nel  Catalo- 

go Remondini  Venezia  1791.  le  seguenti  Stampe. 

I.  Veduta  delle  vicinanze  di  Duin  . 

II.  Veduta  delle  vicinanze  di  Porto  Maone. 

III.  Veduta  delle  vicinanze  di  Boston. 

IV.  Veduta  delie  vicinanze  di  Ports.nouth  , intagliati 
insieme  col  Ragona  dagli  originali  di  Ver  net , in  4.  in  ti\ 

V.  Veduta  delle  vicinanze  di  Nieuporc. 


efgl*  Intagli atort  . 1B7 

VI.  Veduta  delle  vicinanze  di  Bruges. 

VII.  Veduta  di  Triel. 

Vili.  Veduta  di  Swedio  Land.  Lavorate  anche  queste 
col  suddetto  Ragona  dagli  Originali  di  Teniers , incinti'. 

IX.  Veduta  di  Quiileboef  su  la  Senna,  dagli  originali 
dei  Sarazin,  in  mez.  foglio  gr.  in  tr. 

X.  Veduta  delle  vicinanze  di  Roven,  dal  suddetto  Sa* 
valiti  , in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

XI.  Prima  , e seconda  Veduta  delle  vicinanze  di  MeU- 
lan  , dajli  originali  del  Latara , e Casanuova , in  mez • 
fol  gr.  in  tr. 

Xil.  e Xlll.  Due  Vedute  delle  vicinanze  di  Tours. 

XI V.  e XV.  Due  Vedute  delle  vicinanze  di  Orleans. 
Lf  suddette  quattro  Stampe  furono  insieme  incise  e 
dall’ A n mogi , e dal  Canali  dagli  originali  del  Defriches, 
in  8.  in  tr- 

XVI.  Veduta  delle  vicinanze  di  Saverna  , da  J.  P .Ha* 
ckaert , in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

XVII.  Veduta  delle  vicinanze  di  Argenteuil  , da  Lui* 
gi  Masquelier , in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

XViil.  Veduta  delle  vicinanzedi  Manheim,  da  Mayer  , 
in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

XIX.  Veduta  delle  vicinanze  di  Ketnpten , dal  mede- 
simo , in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

Furono  queste  quattro  Stampe  intagliate  e 
dall’  Ambrosi  > e dal  Baldmi  . 

XX.  e X Xlll.  Le  quattro  ore  del  giorno , dal  Wagner, 
in  mez.  fol.  gr.  in  tr. 

XXIV.  e XXVI.  Otto  Rami  dagli  originali  di  Gin  seppe 
Vasi  Romano  intagliaci  dal  Testolini  , e dall’  Ambrosi  cioè; 

1.  Veduta  della  Villa  deil’fimin.  Cardinale  Alessan- 

dro Albani . 

2.  Casino  e Villa  Corsini, 

3.  Giardino,  e Casino  Pontificio  di  Belvedere* 

4.  Casino  al  Pignetto  del  Marchese  Sacchetti. 

5.  Giardino  e Casino  Pontificio  nel  Vaticano. 

6.  Orti  Farnesiani  sul  Monte  Palatino. 

7.  Villa,  e Casino  Pamtilj  del  bel  respiro. 

8.  Giardino  Colonna  nei  Ciivio  del  Quirinale. 

Tutti  i suddetti  pezzi  sono  in  fol.  gr.  in  tr. 

XXXll.  Quattro  Stampe  tratte  dagli  Originali  di  Mf 
Binet  incise  dall  'Ambrosi,  e dal  Tescoliui. 


{jS8  Notizie 

1.  La  solitude  agréable, 

2.  Le  Masseur. 

3.  Le  Plasir  de  la  Peche. 

4.  La  Nutrice  elegante. 

Tutte  queste  in  mez.  fol.  gr.  in  pied. 

XXXVI.  Lavorò  in  una  raccolta  di  dodici  Stampe  di- 
visa in  due  parti , di  sei  Rami  per  ciascheduna  , insieme 
con  alni  Intagliatori  suoi  contemporanei,  e furono  Ra- 
gona  y Canali , Gabrielli  , Testolini  dai  disegni  originali 
inglesi  dell’  Hearne , e del  Tomkins , eioè: 

1.  La  Capanna  villereccia . 

2.  1 Battitori  delle  Biade. 

3.  I Rastrellatoti  del  Fieno. 

4.  11  Campo  delle  Biade. 

5.  L’Aratore. 

6.  La  Cascina . 

2-  Il  Campo  di  Lupoli  per  la  Birra. 

8.  La  Caccia  . 

9.  La  Caccia  in  corso. 

10.  La  Pesca  con  la  canna. 

11.  11  Molino  a vento. 

12.  11  Podere  con  Abitazione. 

Tutte  in  mez.  fol.  gr.  in  ov.  in  tr • 

XLV11.  Ebbe  parte  insieme  con  Bunato , e il  suddetto 
Testolini  nelle  sei  Stampe  tratte  dagli  Originali  del  Gi- 
rardi : cioè 

1.  L’Imperatore  della  China  visitando  i Lavorieri  dei 

Campi . 

2.  Begum  Saheb  figlia  di  Sciah  Tehan  nel  Gange  . 

3.  Dame  Siberie  al  passeggio. 

4.  Rauchenara  Begum  Principessa  dell’ Indie. 

5.  Dame  Siberie  alla  Campagna. 

6.  Uomo,  e Donna  Giavesi  . 

In  4.  di  fol.  gr.  in  ov.  in  p. 

LUI.  Col  Testòlini  predetto  incise  altri  sci  rami  di- 
segnati dal  Le  Prince  . 

I.  Le  Couronnement  de  l’Amour . 

2-  Le  Tendre  Amusement . 

3.  Le  Cachè  Rendez-vous  du  Jardinier. 

4.  Le  Chercheuse  d’  Esprit  . 

5.  e 6.  Les  Sollicitations  pressantès  che  Lindpr  et  Ce- 

phisa . 

In  4.  di  fol.  gr.  ov.  in  p. 


mgl’  Intagliatori.  139 

LVH.  Quattro  Stampe  più  , disegnate  dal  Tcniers  rap- 
presentanti i costumi  fiamminghi  incise  , insieme  col  do- 
nata , in  4* 


AMER.IGH1  o MERfGI  ( Michelangelo ).  La 
patria  di  questo  Artefice  fu  Caravaggio,  Castello 
della  Lombardia,  che  diè  anche  i natali  a Poli- 
doro altro  eccellente  Pittore  . Nacque  Michelangelo 
neli56g.;  e la  prima  sua  educazione  fu  molto 
ignobile , avendo  portato  il  bassojo  della  calcina) 
a servizio  delle  fabbriche.  La  natura,  che  non  re- 
gola il  genio  degli  uomini  secondo  i diversi  na- 
tali, Pavea,  dotato  di  una  decisa  inclinazione  pe ’1 
disegno , e per  la  pittura , per  mezzo  della  quale 
senza  alcuna  particolare  scuola , e senza  studio  su 
l’antico,  potè  con  sorpresa  riuscire  nelParte  , e fra 
gli  aitai  particolarmente  distinguersi . Avesse  egli 
sortito  così  un  carattere  buono,  come  avea  il  ge- 
nio, onde  farsi  non  solo  ammirare  nelParte  sua, 
ma  insieme  amare  dagli  uomini . Tutto  però  al 
contrario  vedeasi  trasparire  e nei  suoi  fatti , e nei 
suoi  detti  ; ed  attaccandola  con  tutti,  tutti  biasi- 
mava e disprezzava  in  maniera,  che  odioso  renden- 
dosi, arrischiava  talvolta  non  solo  la  reputazione, 
ma  ancora  la  vita.  Erasi  portato  a Milino  con  suo 
padre,  che  attendeva  a fare  il  mestiere  del  mu- 
ratore ; ed  avendo  dovuto  ivi  fare  delle  colle  per 
alcuni  Pittori,  che  dipingevano  in  quella  Città  o 
a fresco,  ed  a tempera,  s' invaghì  dell’arte  loro, 
e divisosi  dal  padre  si  mise  a servirli.  Allora  il 
suo  malnato  temperamento  lo  cimentò  in  u daffa- 
re di  prava  conseguenza , che  per  iscansar  la  pro- 
pria vita  , ebbe  a fuggire  da  Milano , e ricer- 
care precariamente  un  asilo  in  Venezia  . Colà 
osservando  le  operò  dei  pig.  eccellenti  Maestri  ^ 


j^o  Notizie 

che  abbiano  ivi  dipinto,  mostrò  d’imitare  la  ma- 
niera di  Giorgione  ^ parendo  a lui , che  fra  tutti 
gli  altri  si  distinguesse . La  dura  situazione,  nel- 
la quale  trovavasi,  per  la  necessità  di  procurarsi 
il  quotidiano  sostentamento,  lo  poneva  in  una  certa 
violenza,  la  quale  non  potè  lungamente  durare. 
Quindi  risolutosi  divedere  Roma, si  accomodò  col 
Cavaliere  d’Arpino,  che  in  quella  Città  avea  in 
quei  dì  fama  di  gran  Pittore . Scortasi  dal  Mae- 
stro la  inclinazione  di  Michelangelo  p»r  imitare  la 
natura,  lo  impiegò  in  dipingere  f * tti  y e fiori  , i 
quali  tanto  bene  eseguì  , che  principiarono  i Signori 
ad  usare  nei  loro  appartamenti  i quadri  di  sìmil 
fatta  . Egli  però  era  sempre  come  dissi , in  uno  stato 
di  violenza.  Non  conosceva  per  maestro  che  la 
sola  natura  , e non  volea  restringersi  a i imita;  la  in 
questi  ornamenti  soltanto,  ma  bensì  nelle  figure > 
che  fanno  conoscere  quanto  possa  l’uomo  accostarsi 
alia  verità  Gli  stili , le  maniere  , le  scuole  dell’ar- 
te non  voll«ì  inai  riconoscere  per  necessarie  y nè  si 
volle  obbligare  ai  precetti  degli  uomini.  Un  gior- 
no gii  vennero  mostrate  le  statue  di  Fidia,  e di 
Glicone , acciò  le  studiasse;  ed  egli  allora  con 
inaudita  stravaganza  distendendo  sua  mano  ver- 
so gran  moltitudine  di  persone , che  stavano  non 
molto  Lungi  d i quel  luogo , disse  • Guardate  colà 
quanti  maestri,  lia  provisti  per  me,  e per  gli  al- 
tri Artefici  la  natura  senza  le  vostre  statue  { Bai- 
dinucci  Deeen  IL  Part.  3.  sec.  4 fol.  275.)*  Non 
è sempre  vero  questo  principio  ; ed  Annibale  C 1- 
racci  9 che  tenne  dietro  alla  naturi,  non  fu  servo 
di  1 1,  ma  cercò  nobilitarla  II  Caravaggio  fece 

e*-*  1 Iri  che  piacquero,  ed.  in  specie  quello di 

cui  tanto  si  dilettò  il  Cardinal  del  Monte,  che 


DEGL*  T STAGLIATOSI  . l4l 

fecegli  acquistare  e fama , e lavoro  . Ma  non  era 
quello  lo  stile , che  potea  a tutti  i veri  intendenti 
soddisfare  ; poiché  dimenticandosi  del  fare  dolce, 
e soave  dei  Giorgione , erasi  messo  a colorire  con 
maniera  dura,  e troppo  vigorosa.  Una  continua 
opposizione  instantanea  fra  i chiari  e l’ombra  9 
un  rilievo  sforzato  dal  molto  nero  , ed  una  esat- 
tezza di  rappresentare  nei  suoi  effetti  la  natura  , 
fanno  certamente  colpo  a chi  le  sue  opere  consi- 
dera^ ed  in  particolare  negli  oggetti  notturni, 
nelle  mezze  figure  , e nei  ritratti  ; ma  non  sono  nè 
la  bella,  nè  la  vera  natura.  Se  poi  nelle  opero 
composte,  nei  fatti  storici  si  voglia  conoscere  il 
Caravaggio,  si  vedrà,  ch’egli  è con  questo  suo  stile 
insoffribile,  e che  non  può  aver  mai  luogo  fra 
quei  pittori^  che  ad  imitare  la  bella  natura  be- 
ne meglio  si  accinsero.  Che  s'on  mai  quelle  te- 
ste dipinte  dalP  A.merighi ? Sono,  starei  per  dire, 
oggetti  di  dispetto.  Imperciocché,  come  bene  han- 
no i periti  delParte  avvertito  , non  presentano  mai 
una  nobiltà  , nè  un  bel  carattere:  ed  hanno  per 
lo  piu  certo  livido  nel  colore  , certi  occhj  sbi- 
gottiti, che  con  quei  neri  capelli  fanno  una  ingrata 
sensazione  a chi  le  mira.  Così  egli  nelP  imitare 
scrupolosamente  la  natura,  mostrava  non  imitarla. 
Questa  gran  maestra  insegna  , che  a diversi  tem- 
peramenti adatta  diverse  fisonomie  ; e degli  Uo- 
mini distinti  si  trovano  anche  nel  carattere,  che 
per  lo  più  rappresentano.  Quel  trattare  gli  Eroi, 
i Santi,  i rustici  Villani  come  fece  egli,  con  egual 
maniera,  non  è imitare  la  natura  esattamente,  ma 
e un  vero  capriccio  di  volerla  sempre  a suo  modo 
e senza  scelta  . E quantunque  avesse  egli  tenta- 
to recare  grand’utile  alParte  con  questo  suo  nuo- 


i4a  N o t i z 1 E 

vo  modo  di  dipingere  , non  fa  pero  ch’egli  non 
apportasse  all’arte  medesima  alcun  danno , mercè 
che  i suoi  disegni  sono  urtati , con  gran  maniera 
imitata  la  natura  con  i suoi  difetti , eseguendo  le 
cattive  pieghe , e gl*  irregolari  contorni . Non  ostan- 
te era  tanto  pieno  di  se , che  non  volea  con  al»  un. 
altro  equipararsi:  e ben  lo  vide  il  Cav.  d'Arpino, 
che  da  lui  sfidato  per  battersi  , avendo  ricusato 
il  cimento , perchè  egli  era  Cavaliere , e non  il 
Caravaggio;  tanto  se  ne  impermalì,  che  determi- 
nò portarsi  a Malta,  per  ottener  quest’onore  da 
quell' Ordine  tanto  benemerito  della  Repubblica 
Cristiana  . Il  Baldinucci  altra  cagione  apporta  , per 
la  quale  dovè  egli  suo  malgrado  partir  da  Roma. 
Occorse , die’ egli,  un  caso , e fu  ch’egli  sempre 
amico  di  rumori  y e di  risse , e che  sempre  era  in 
su  le  armi  , venuto  a parole  nel  giuoco  di  pai - 
la  a corda  , e poi  al  maneggio  delle  lacchette 
con  un  giovane  suo  amico , venne  poi  all’arme, 
e V uccise  con  riportare  però  anch’esso  una  feri- 
ta . A tal  cagione  convennegli  partir  da  Roma , 
e a Zagarola  si  condusse,  dove  fece  per  quel 
Duca  D.  Mario  Colonna  un  Cristo  colli  due  Di- 
scepoli in  Emmaus , e una  S.  Maria  Maddalena. 
Quindi  si  partì  alla  volta  di  Napoli,  ove  fece 
varie  pitture,  e poi  per  appagare  il  desiderio  di 
esser  Cavaliere  , si  trasferì  a Malta . Incontrò  sul 
primo  la  grazia  del  Gran  Maestro , e di  quei  Si- 
gnori ; ma  poi , venendo  a rissa  pel  suo  cattivo 
naturale  con  un  Cavaliere , fu  fatto  prigione , 
dalla  quale  con  molti  raggiri  di  notte  tempo  sor- 
tito si  portò  in  Sicilia.  Un  uomo  però  stravagan- 
te , un  facinoroso  non  è mai  queto , dovunque 
si  possa  trovare;  e questo  fu  il  motivo,  pe  ’l  qua- 


degl5  Intagliatori  . Y43 

le  dalla  Sicilia  navigò  per  Napoli  , ove  giunto  j 
impiegò  dei  mezzi  ^ non  tutti  inutili,  per  ritor- 
nare alla  grazia  del  Gran  Maestro . 

Fu  intanto,  stante  i buoni  uffizj  praticati 
col  Papa  dal  Cardinal  Gonzaga  assoluto  da  tut- 
te le  contumacie,  onde  potesse  ritornare  a Ra- 
ma; quando  altre  disgrazie  lo  renderono  Misera- 
bile nella  persona 3 e nella  roba,  per  le  quali 
afflitto  fu  forzato  nella  stagione  estiva andare 
scorrendo  le  marine  Pontificie . Arrivato  a Por- 
tercole,  sorpreso  da  febre  maligna,  sur  una  spiag- 
gia se  ne  morì  nell’anno  1609.  contante  l’anno 
quadragesimo  della  sua  età . Dispiacque  a molti  la 
eli  lui  morte  ^ ed  in  spècie  al  Cav.  Marino,  che 
tributò  a questo  suo  amico  i seguenti  versi: 

Fecer  crude l congiura  , 

Michele , ai  danni  tuoi  Morte , e Natura: 

Questa  restar  temea 

Dalla  tua  mano  in  ogni  immagine  vinta  % 

CK  era  da  te  creata  > e non  dipinta . 

Quella  di  sdegno  ardea , 

Perche  con  larga  usura 

Quante  la  falce  sua  genti  struggea , 

Tante  il  pennello  tuo  ne  rifacea  . 

Hanno  inciso  le  opere  di  Michelangelo  dà 
Caravaggio,  e vi  son  riesciti  Soutman,  Vorster- 
man , Falde  9 e ultimamente  Volpato  . Egli  stesso 
incise  di  suo  la  seguente  Stampa,  la  quale  gli  ha 
dato  luogo  fra  gl’  Incisori  _,  di  cui  si  parla . 

I.  S.  Tomaso,  che  tocca  col  dito  la  piaga  del  Costato 
a Gesù  Cristo  , in  fai 

Questa  Stampa  è ad  acquafòrte  , e risente 
anche  in  questo  genere  del  suo  fare  stravagan* 


V44  Notizie 

te.  Vedi  il  Gandellini  alla  Lettera  C.  Cara* 
raggio. 

AMICI  (Francesco)  , Incisore  Fiorentino,  del 
quale  yedonsi  varj  soggetti  di  Divozione.  ( Mr. 
JBasan  seconda  ediz.  ) 

AMICONI  (Carlotta)  , Veneziana , Sorella  di 
Giacoirfo , del  quale  parleremo  qui  appresso.  Vie- 
ne ella  chiamata  da  Mr.  Huber  ( i\lanuel  École 
Tt ali  enne  Tom.  IV ) e da  Mr  Basan  ( seconda 9 
ediz.)  Ami  comi . Seguì  ella  forse  il  prefato  suo 
fratello  si  nella  professione  dell*  intaglio  * che  nei 
suoi  viaggj,  trovandola  ad  incidere  in  Londra. 

I.  Una  Ballerina  di  Teatro  con  quattro  versi  inglesi. 

The  fair  Auretti  ec. 

L’incisione  è in  maniera  nera , ed  in  fol. 

AMICONI  (Giacomo  ) , nato  in  Venezia  nell'an- 
no 1675.,  che  il  Ch.  Ab.  Lanzi  coll’autorità  del 
Sig.  Zanetti  appella  Amigoni . Apprese  gli  ele- 
menti dell’arte  nella  sua  Patria,  e dipinse  fatti 
Storici , ed  i Ritratti , ma  del  suo  stile  migliore 
non  si  vede  ivi  se  non  la  Visitazione  presso  i Pa- 
dri dell’Oratorio  . Questo  stile  lo  acquistò  nei  suoi 
viaggj  fatti  in  Fiandra,  ove  si  mise  a studiare 
i capi  d’opera  di  quei  Maestri.  Allora  fu,  scri- 
ve il  prelodato  Lanzi  ( St.  Pit.  T.II  p.i.fol.  207.) 
che  il  suo  genio,  lieto  naturalmente,  fecondo, 
facile  ad  unire  la  bellezza  con  la  grandiosità  , e 
a trovare  bei  partiti , anohe  per  copiose  istorie , 
trovò  quel  colorito  che  in  vano  avria  cercato  iu 
Venezia . Nella  Fiandra  acquistò  molto  bene  l’ar- 
te di  arrivare  con  gli  scuri  fino  al  nero  sempli- 
ce , e con  ciò  senza  offender  la  vaghezza , ottene- 
re perfetta  lucidità.  Un  poco  meno  di  cura  che 
avesse  avuta  di  far  brillare  ogni  parte  della  com- 


dfgl’  Intagliatori  . 1 45 

posizione,  lo  avria  commendato  piu  presso  gl’ in- 
tendenti; perciocché  alla  moltitudine  non  si  può 
presentare  più  gaja  cosa  y che  una  sua  pittura . 
„ Quando  si  è detto,  elisegli  dipinse  alla  maniera 
dei  Fiamminghi,  non  dee  intendersi  per  la  per- 
fezione , ma  quanto  alla  mistura  , essendo  stato 
solito  di  alterare  alquanto  le  tinte , specialmente 
nei  cangianti , di  lavorar  di  tocco , lasciando  spes- 
so i contorni  indecisi,  e ammontando  il  colore 
per  cavarne  effetto  in  lontananza  . «,  Incontrò  la 
comune  approvazione  tanto  nelP  Inghilterra  ,,  che 
nella  Germania  , e nella  Spagna  , ove  Pittore 
della  Corte  mori  nel  1752. 

Intagliò  più  per  suo  divertimento,  che  per 
professione,  ma  pure  intagliò  graziosamente  con 
la  punta  ; e piace  il  suo  lavoro , sebbene  in  que- 
sto genere  sia  alquanto  debole  . Giuseppe  Wagner 
suo  Domestico  apprese  da  lui  a tratteggiare  il  Bu- 
lino, e questi  insegnò  in  qualche  guisa  al  celebro 
Bartolozzi . 11  Barone  di  Heineche  (Zoc.  cit.fol.  1 1 5.) 
che  afferma  da  un  lato  aver  il  nostro  Amiconi 
inciso  per  suo  passatempo,  dall’ altro  ci  assicura, 
che  le  sue  opere  formano  un'  volume  assai  con- 
siderabile . 

Dai  disegni  dell’Amiconi  intagliarono  vario 
Stampe  Beauvais^  Wagner,  Bartolozzi  ^ Vertuc, 
Baron ^ Volpato,  Simon  Flipart,  ed  altri,  che  ve* 
dremo  ai  respettivi  loro  articoli . 

Hannosi  ad  acqua- forte  le  seguenti: 

I.  Il  Salvatore , mezza  figura  , pezzo  intitolato  ; Salva - 
tor  Mundi , in  8. 

II.  Giove  e Calisto,  con  l’iscrizione.*  Giove  di  Ciri - 
thia  , in  foi,  in  tv. 

III.  Zeffiro  e Flora,  coll’iscrizione;  A Zefiro  da  cui  ec. 
in  fol.  in  tr. 

Tom . V ♦ 


io 


i'46  Notizie 

IV.  I Quattro  Elementi,  sul  gusto  di  Watteau,  infoi, 
cioè  : * 

1.  Un  Giardiniere , che  presenta  un  mazzetto  aduna 

Giovinetta.  Terra. 

2.  Un  Contadino,  ed  una  Contadina,  che  fuggono 

dalla  loro  Capanna  incendiata.  Fuoco. 

3-  Un  Contadino  con  un  Nido  di  Uccelli , che  lo 
presenta  ad 'una  Giovinetta.  Aria . 

4.  Un  Pescatore,  che  presenta  ad  una  Giovinetta  un 
Pesce.  Acqua, 

Di  queste  Stampe , come  di  quella  di  Zeffì- 
ro,  e Flora,  ne  fa  menzione  anche  Mr.  Basan  . 
( seconda  ediz.  ) 

AMLING  (Carlo-Gustavo) . Non  potea  non 
meritare  questo  bravo  Artista  un  vero  elogio  del- 
la incomparabile  sua  volontà,  e del  vivace  suo 
spirito  dal  Gandellini,  essendo  stato  quello,  ch$ 
incise  molte  Stampe  per  P Accademia  di  Sandrart, 
cui  tanto  il  nostro  Scrittore  dovea . Non  so  per 
altro,  se  bene  egli  si  apponga  in  assegnando  Mq- 
naco  per  la  di  lui  patria  ; poiché  Mr.  Basan , che 
nella  prima  sua  edizione  ignoravane  il  nome , e 
nella  seconda  non  sapevane  che  in  parte,  lo  af- 
ferma nato  a Norimberga  nel  16 Si.  E gli  Scrit- 
tori del  Manuel  È cole  Allemande , che  con  mag- 
gior cognizione  degli  altri  ne  han  parlato,  sono 
del  medesimo  sentimento  tanto  intorno  la  pa- 
tria, che  rapporto  all’ anno  della  sua  nascita; 
Inclinerei  perciò  a credere ^ che  in  Norimber- 
ga realmente  egli  nascesse , e che  alcuni  l’ ab- 
bian  poi  detto  di  Monaco  pe  ■’l  domicilio  che 
lungamente  vi  ebbe.  Si  accordano  tutti  ed  uni- 
scono  i suddetti  Scrittori  in  encomiare  il  suo  ele- 
vato spirito , e la  sua  particolare  inclinazione  al 
disegno , che  di  buon  ora  in  esso  si  manifestò 
Chiamato  intanto  alla  Corte  di  Monaco,  venne 


degl*  Intagliatori  . 7 

da  quell’  Elettore  inviato  a Parigi , acciò  si  per- 
fezionasse sotto  la  direzione  del  rinomato  inta- 
gliatore Francesco  Poilly , che  seppe  sì  hene  imi- 
tare; talché  tante  volte  un  per  l’altro^  a pri- 
ma vista  y dagli  inesperti  Amatori  si  prendereb- 
be . Ma  coloro , che  han  molta  pratica  su  di 
quest'arte,  vi  ravvisano  una  certa  tal  qual  diffe- 
renza , che  ben  fa  distinguere  il  Maestro  dallo 
Scolare.  Non  può  negarsi  però,  che  Amling  ha 
condotto  le  sue  opere  con  un  bulino  assai  facile , 
quantunque  il  lavoro  riesca  un  poco  troppo  ca- 
ricato , non  abbastanza  degradato  il  chiaro-scuro, 
e qualche  volta  non  corretto  il  disegno  . Gessò  di 
vivere  in  Monaco  nel  1702.,  avendogli  la  morte 
(Mr.  Basan  seconda  ediz.  ) interrotta  l'opera 
ch'egli  avea  intrapresa  da  Pietro  Candido  , come 
dicemmo^  che  rappresenta  i fatti  memorabili  di 
Ottone  Capo  della  Casa  di  Baviera  . Forse  questa 
è la  causa , per  cui  Zimerman  fece  gli  altri  sei  ? 

Le  Stampe  incise  da  lui  per  rAcoadcmia  del 
Sandrart  sono  riportate  dal  Gandellini  , e qui  si 
notano  con  i sopracitati  Scrittori  le  seguenti  : 

RITRATTI. 

I.  Massimiliano  Emanuele  Principe  Elettorale  di  Ba- 
viera * ,,  Thomas  Macoiinus  Musicus  &c.  ad  vivum  pin- 
gebat.  Ser.  Elect.  Chalcographus  G.  G.  Amling.  sculps.  1670.  ,, 
in  ovale  in  fot 

II.  Massimiliano  Emanuele  Elettore  di  Baviera,  G.  E . 
Champagne  pinx. , gr.  in  fol. 

III.  Statua  equestre  di  Massimiliano  Emanuele  Elettor 
di  Baviera  , Amling.  fec.  Monachii , gr.  in  fol. 

IV.  Enrichetta  Maria  Adelaide,  Duchessa  di  Baviera, 
Da  Delamonce  1675.,  ovale  gr.  in  fol. 

V.  Ferdinando  Maria  Elettore  di  Baviera  1676. , ovale 
gr.  in  fol. 

VI.  Gio.  Conte  de  Berlo  de  Bruss , Generale  dell’Elet- 
tore di  Baviera  l68c. , ovale  infoia 


1 


i48  Notizie 

VII.  Alessandro  Sigismondo,  Conte  Palatino  del  Reno 
(du  Rhin),  Vescovo  d Augusta,  P.F.de  Hamilton  pinx.y 
in  fol. 

Vili.  Romano  Liberiet  , Abate  di  S.  Ulrich  in  Augusta, 
C.  G.  ab  Amling  ad  vivum  del.  et  se.  Monachii , gr.  in  foL 
BEL  RITRATTO. 

IX.  Petrus  Marinus  Sormanus  totius  Ord.  S.  Frane.  Mi- 

nisrer  generalis  ,,  in  medaglione  ornato  d’emblemi  e di 
figure  allegoriche  , in  fol.  ' 

X.  Don  Livio  Odescalchi ,,  In  medaglione  istoriato,  in  4. 

XI. *  Marcus  ab  Aviano,  Concionator  Capuccinus  1680.., 
ovale  in  4. 

XII.  Un  giovine  Principe  condotto  sul  trono  da  Ercole 
e da  Nestore.  A basso  del  trono  vi  è scritto:  Ungaria. 
Amling.  se.  Monachii , in  .4. 

X1JJ.  La  Statua  di  Mercurio,  con  Amore  che  vuole  at- 
taccargli l’ale  ai  talloni.  Nell’Accadeniia  di  Sandrart 
C.  A.  se.  in  fol. 

XIV.  La  Statua  dell’Arruotatore , Ih.  Jd.  se. , in  fol. 

XV.  La  Vergine  col  Bambino  Gesù,  quadro  ornato  di 

Simboli,  e di  due  ritratti,  che  sono.*  11  Duca  Giuseppe 
Clemente,  c la  Duchessa  Violante  Beatrice  di  Baviera- 
Disegnato  da  G.  A.  Wolf , ed  intagliato  da  /€.  G.  ab  Am - 
ling-  Pezzo  grandissimo . / 

XVI.  L’Immagine  miracolosa  della  SÌ.  Vergine  della 
Consolazione,  C.  G.  Amling.  se.  Monachii  1682  , ovale 
gr.  7/1  fol. 

XVII.  Vero  ritratto  di  S.  Francesco  d’Assisi  , fatto  a 
Roma  nel  Vaticano  da  Carlo  Gustavo  ab  Amling .,  pic- 
colo in  fol. 

XVlil.  L’Immagine  di  S.  Niccola  da  Tolentino,  in  un 
ovale  di  foglie  d’alloro,  G-  A.  Wolf  pinx.  1691. ,gr.  infoi. 

XIX.  Vero  ritratto  di  S.  Gio.  de  S.  Facundo,  Id.pinx . 
in  ovale  gr.  in  fol. 

XX.  S.  Godard  in  ginocchio  avanti  la  SS.  Vergine, 
Joh.i  Drent'wet  del. , gr.  in  fol . 

XXI.  L’istoria  degl’imperatori  Ottone,  e di  Luigi  di 
Baviera,  non  meno  che  del  Duc^  Ottone  de  Wirtelsbach , 
Arazzi  del  Castello  di  Monaco,  eseguiti  dai  disegni  e 
pitture  di  Pietro  Candido , intagliati  in  tredici  pezzi  di 
varie  grandezze  da  C.  G.  ab  Amling. 

XXII.  XXVII.  Le  quattro  Stagioni , col  Giorno  e la 
Notte,  sei  pezzi  (eseguiti  egualmente,^/*,  infoi,  in  tr . 


degl’  Intagliatori  . i4q 

XXVU1.  XXX.  Tre  mesi  dell’anno,  Settembre,  Otto- 
bre, e Dccembre;  tre  pezzi  eseguiti  nella  stessa  guisa, 
or.  in  fol.  in  tr. 

La  Serie  completa  di  questi  Arazzi  è di  29. 
pezzi,  dei  quali  23.  intagliati  da  Amling , e 6.  da 
Zimmermann . Le  Stampe  d’AtnJing  sono  custo- 
dite nel  t soro  dell’  Elettore  di  Baviera  y il  quale 
ne  regala  delle  prove  alle  persone,  che  vuole  di- 
stinguere . 9 

XXXI.  XL.  Arco  trionfale  in  onore  dell’  Elettore  Mas- 
similiano Emanuello,  con  gli  emblemi  inventati  a que- 
sto proposito,  dieci  pezzi  infoi,  intagliati  da  Amling  a 
Monaco . 

XLI.  Gran  Scudo  per  Tesi , dedicato  all’  Imperatore  Leo- 
poldo , e al  Principe  Giuseppe  suo  figlio,,  R.  P.  Antoniu& 
Lublinsky  Can.  Regul.  Lat-  J.  August.  del. , C.  G.  ab 
Amling  fec.  Monachìi . gr.  in  fol.  in  tr. 

XL11.  Altro  soggetto  di  Tesi,  in  cui  si  vede  la  Vergi- 
ne che  calpesta  il  Serpente,  ed  è accompagnata  dai  quat- 
tro Dottori  della  Chiesa  , Amling  fec. , gr.  in  fol • 

AMMAN  ovvero  AMMON,  o AMMIANI,  o 
AMAN.  Sotto  tanti  cognomi,  che  se  non  in  tut- 

C5  7 

tOj  almeno  in  parte  , diversificano  fra  loro,  trovasi 
un  solo  Jost,  o Tobst,  o Giodoco,  o Giuda  , di 
cui  fa  di  mestieri  presentemente  discorrere.  Mi'. 
Papillon , attesa  forse  la  diversità  con  cui  trovasi 
presso  varj  Scrittori  riportato  il  suo  nome,  o più. 
verosimilmente  guardando  alla  diversa  maniera 
con  la  quale  gP  Intagliatori  scrivono  il  loro  no- 
me, non  contento  di  farne  due^  uno  cioè  Jost 
Aramon  di  Norimberga,  e l'altro  Jost  Amman  di 
Zurigo,  compiacendosi  di  questa  sua  scoperta^ 
arrivò  a crearsene  fino  a quattro.  Egli  però  vien 
completamente  confutato  dai  Sigg.  Huber,  e Rost 
( Manuel  ec.  École  Allemande  Tom . I.  fol.  20  5.  ) 
e con  le  antidette  ragioni , e con  le  osservazioni 
fatte  su  le  di  lui  Stampe  • Aggiungo  anche  di 


i5o  Notizie 

più,  che  Mr.  Papillon  non  avea  notizia  , che  Am- 
man avea  mutato  soggiorno , passando  daJla  sua 
Patria  Zurigo , in  cui  non  si  trovava  incoraggito 
nelParte  sua,  ad  abitare  a Norimberga,  ove  in 
quell’età  fiorivano  le  arti;  e trovandosi  bene  del 
permutato  soggiorno,  determinando  passarvi  il  ri- 
manente dei  giorni  suoi,  rinunziò  nel  1577.  al 
diritto  Alla  Cittadinanza  di  Zurigo  . Or  conosciu- 
to noi  un  solo  Giodoco  Amm  an , o Ammon , pas- 
siamo ad  accennare  Tanno  del  suo  nascimento  in 
Zurigo  che  fu  il  i53q.  Un  genio  fecondo  , ed 
un’  ardente  fantasia  lo  trasportarono  ad  amare 
sempre  cose  nuove,  e ad  illustrare  con  esse  la  sua 
professione,  che  con  particolare  trasporto  deside- 
rava e coltivarla,  ed  ingrandirla.  Credo,  che  il 
Padre  Orlandi  (Abecedario  Pittorico ) abbia  rica- 
vato dalle  opere  di  Sandrart  (fol.  2^3.),  che  Am- 
man dipingesse  sopra  i vetri,  e che  disegnasse  a 
penna  meglio  di  ogn’altro  Artista  dei  suoi  tempi  . 
E’ bensì  innegabile,  che ’1  numero  dei  suoi  dise- 
gni è prodigioso  ; ed  i pezzi  intagliati  , che  por- 
tano il  suo  nome,  ascendono  a più  di  55o.,  dai 
quali  i piccoli  maestri  (6)  di  quell’età  hanno  in- 
ciso moltissime  Stampe  . 

Erasi  già  da  qualche  tempo  introdotta  nel- 
le Tipografie  la  maniera  di  adornare  i libri  di 
Stampe,  renderlo  per  questo  lato  l’edizioni,  se 
non  più  belle  delle  prime,,  almeno  più  ornate 
di  esse  . I Tedeschi  aveano  di  già  fregiato  nei 
principj  dell’arte  tipografica  i loro  libri  con  le 


(6)  Piccoli  Maestri  in  qucst’Artc  s’ intendono  gli  anti- 
chi Intagliatori , che  hanno  incise  molte  piccole  Stampe . 


degl*  Intagliatori  • i5i 

iniziali  arabescate  ; ed  in  Italia  nelle  Meditazioni 
del  Turrecremata , edit.  in  Roma  i zj,6  7 . , e nel 
Valturo  De  re  militari  edit . in  Verona  i472* 
si  erano  intagliate  delle  figure  in  legno,  ed  ivi 
stampate  ed  apposte  ♦ Quindi  nacque  la  smania 
di.  introdurne  in  quelle  edizioni , che  si  credeva- 
no di  una  maggiore  considerazione  ^ ed  è perciò 
che  gP  Intagliatori  vi  s’impiegarono  con  molto 
genio  . Giodoco  fu  uno  di  quelli  _,  che  venne  dai 
diversi  Librari  occupato  a tale  oggetto  ; e fra  que- 
sti servissi  specialmente  di  lui  Sigismondo  Feyra- 
bend  cittadino,  e Librajo  di  Francfort  „ Compo- 
se , dice  il  P.  Orlandi  ( Abec.  Pit.),  varj  libri 
di  figure  della  Bibbia  , d' Istorie  Romane,  di  Cac- 
ce di  Pescagioni,  di  varietà  d’abiti  Religiosi,  di 
Piante  di  Oità,  e di  fatti  rusticali  ,,  molti  dei 
quali  diede  alle  stampe  in  legno  . Cessò  d' inci- 
dere, allorché  lo  sorprese  la  morte  nell  591.  co- 
me scrive  Basan  ( seconda  ediz.) , e non  n<d  i56o. 
come  hanno  notato  Jluber  e Rost  ( Manuel 
loco  cit.  ) , che  suppongo  errore  tipografico;  poi- 
ché poco  dopo  i medesimi  affermano , che  nell’an- 
no 1^77.  rinunziò  alla  Cittadinanza  di  Zurigo. 

Sappiamo  dal  pre lodato  Barone  de  Heineoke 
(loco  cit.) , che  nella  sesta  Glasse,  che  comprende 
la  Scuola  tedesca  si  trovavano  in  gran  numero 
le  Stampe  incise  in  legno  di  Jost  Ainmon,  mar- 
cate la  maggior  parte  della  sua  Cifra  1.  A. 

Ci  avverte  di  piu  (fol.  49^  )?  Che  se  si  volesse- 
ro tutte  r accorre  le  figure , con  le  quali  quest* Ar- 
tista ha  ornato  differenti  Libri , le  sue  opere 
verrebbero  piu  voluminose  di  quella,  classe  7 della 
quale  <ù  tratta  , 


i5a  Notizie 

Qui  si  riportano  con  gli  Scrittori  del  Manuel 
le  seguenti . 

I.  t Xll.  Serie  di  Donne  illustri , cominciando  da  Èva 
col  titolo.*  Èva  die  Gebererinn.  Xll.  Pezzi  contornati, 
alt.  3-  p.  2.  larg.  2.  p.  1.  Z.  Jobst  Amman  fec  Stefan. 
Herman  exc. 

Xlll.  e XX.  Serie  di  Figure  di  Guerrieri , otto  pezzi 
con  marca.*  Jost  Amman  lnventor.  Stefan  Herman  Onoltz- 
bachensis  1590.  alt.  2.  p.  I*  Z. , larg.  4.  p.  9.  I 

XXI.  e XXVlll.  Serie  di  persone  che  si  battono  a col- 
pi di  spade  e di  bastoni,  otto  pezzi,  con  la  sua  cifra. 
alt.  2.  p.  3-  Z.,  larg.  3.  p-  2.1. 

XXIX.  e XXXiV.  Serie  di  Cacce.  Sei  piccoli  fregj.*' 
alt.  I.  p.  8.  Z.,  larg.  5.  p.  9 Z. 

XXXV.  e XLU.  Le  quattro  Stagioni  , ed  i quattro  Ele- 
menti, otto  pezzi  1569.  alt.  2-  p.  b.  Z.,  larg.  3 • p.  2.  Z. 

XL111.  e L1V.  I dodici  mesi  dell’Anno,  rappresentati 
da  figure  in  piedi,  Jo.  Amman  fec.  12.  pezzi . alt.  3.  p.  4.Z. 
larg.  2.  p.  3.  Z. 

LV.  ,,  Justi  Ammiani  (?)  Tigurini , Pictoris  absolu- 
tissimi;  Biblicae  figurae  addita  brevi  explicatione  Germa- 
nicis  rythmis  ab  Henrico  Petro  Rebenstock  facta . Fran- 
cof.  i52I.  „ 

Sono  questi  molti  soggetti  di  pietà  dai  di- 
segni di  Wenceslas  Jamitzer  > intagliati  ad  acqua 
forte  da  J.  Amman  . 

LX1.  11  Bombardamento  d’ una  Città  , Jost  Amman 
fec.  I.570.  Pezzo  in  fol.in  tr. 

LX11.  Effigies  Gasparis  de  Colignon  D.  Castilione  , ri- 
tratto istoriato.  Fecit  Norimbergae  Jòst  Amman , Ti- 
gurinus.  1573.  in  fol. 

PEZZI  INTAGLIATI  IN  LEGNO. 

LX111.  La  Creazione  del  Mondo , pezzo  con  marca  I.  A. 
infoi 


(7)  Qui  veramente  non  è più  Giuda , o Giodoco  , o Jost , 
ma  bensì  Giusto,  nè  Ammon , o Amman,  ma  Ammiani. 
Crederei  che  questo  sbaglio  dovesse  attribuirsi  più  a chi 
le  pubblicò,  che  ad  Amman  medesimo,  il  quale,  come 
si  vede,  quando  di  per  se  si  soscrive,  lo  troviamo  sem- 
pre Jost  Amman,  o Ammon. 


degl*  Intagliatori  . i53 

L1X.  La  Dieta  dell’Impero,  in  ovale,  con  marca  1.  A. 
in  fol.  in  tr  • 

LX.  Le  Nozze  di  Cana  , con  marca  I.  A.  in  4.  in  tr. 
LX1.  De  omnibus  illiberalibus  sive  mecanicis  artibus  ,, 
Autore  Hartmanno  Scoppero , versu  elegiaco  conscriptus, 
Francof.  ad  Maenum , l5Z4-  8..  (8) 


(8)  Conservo  nella  mia  Raccolta  questo  Libro,  che  con- 
tiene CXXX11.  Stampe , mancandovi  però  il  Frontespi- 
zio. 11  Sig.  Barone  di  Heinecke  (Idée gener.  fol.  244.) 
«crive,  che  Jost  Ammon  ha  fatto  anche  le  Stampe  pel 
Libro  intitolato  ,,  Description  de  Jean  le  Saxon  de 
tous  les  états  , de  tous  les  Arts  et  Metiers  ,,  pubblicato 
nel  l5Ó4-  in  tedesco,  come  il  precitato  Autore  riporta  nel 
testo  originale:  soggiungendo  che  fu  egualmente  impres- 
so in  latino  nel  medesimo  anno  sotto  il  titolo  Ylcaoir'Kict 


in  i2mo.  Al  diligentissimo  Sig.  Heinecke  certamente, 
oltre  la  citata  da  Lui  del  1464.,  fu  nota  anche  l’altra  edi- 
zione, che  è la  traduzione  in  tedesco  con  la  Piazza  Uni- 
versale del  Garzoni,  e pubblicata  egualmente  a Francfort 
nel  1649..  in  4.  Nella  suddetta  edizione  dell’Opera  posta 
nel  presente  Catalogo,  che  come  dissi,  trovasi  presso  di 
me  , ha  la  seguente  data  : impressimi  Francofurti  ad  Menum 
apud  Georgium  Corvinum  impensis  Sigismundi  Caroli  Fe- 
yerabent  MDLXXIV.:  e alla  Figura  XlX.  vedesi  l’Inci- 
sore in  atto  di  considerare  con  la  lente  i taglj  già  fatti 
da  lui  in  legno  , ed  ha  sul  tavolino  gli  arnesi  al  suo  me- 
stiere necessarj . Egli  è Amman  , che  vi  si  è effigiato.  Sem- 
bra dell’età  di  cinquantanni  in  circa,  vestito  alla  Sviz- 
zera con  una  berretta  in  testa  II  suo  banco  da  lavoro  è 
situato  sotto  una  finestra  con  impannata  di  carra  , e vi  ha 
appeso  un  vaso,  retto  da  una  fune  raccomandata  alla  fìne- 


stra . La  cifra,  che  scorgesi  nel  piano  è formata 


e non  come  vien  qui  sopra  notato  dai  Signori  Huber, 
e Rost,  già  segnata  da  noi.  Vi  si  leggono  ai  di  sopra  del- 
la Stampa  i seguenti  Distici: 

Eximias  Regum  species  , hominumque  Deumque 
Omnia  phidiaca  corpora  scalpo  manu. 

Denique  pictoris  quidquid  manus  aemula  ducit , 

Jd  digiti  possunt  arie  polire  mei . 


li  54  Notizie 

Quest’opera  che  consiste  in  n5.  figure,  è 
stata  più  volte  impressa  sotto  diversi  titoli  ; Am- 
man vi  lia  rappresentato  se  stesso  nella  figura 
dell’  Intagliatore  . 

LX1I.  ,,  Icones  Livianae  Praecipuas  Romanorum  Histo- 
rias,  magno  artificio  ad  vivum  expressae  ,,  succinctis*  ver- 
sibus  illustratae  per  Philippum  Lonicerum  ,,  Francof.  ad 
Maenum  in  4.  oblon%. 

Le  Stampe  di  questo  libro  consistono  in  io3. 
soggetti  istorici,  ed  hanno  in  principio  il  ritrat- 
to di  S.  Feyerabendt . .Esse  sono  servite  in  segui- 
to con  qualche  aggiunta  per  la  traduzione  tede- 
sca di  Tito  Livio. 

LX111.  Libro  di  Cacce,  col  titolo  : Neve  Figuren.  allerhand 
Jugd  und  lVaydv)erken . Frankfurt  l58‘3.  in  4. 

Quest’Opera  è stata  impressa  più  volte  e 
considerabilmente  accresciuta  dopo  la  morte  di 
Jost  Amman.  L’ultima  edizione  di  Francfort  è 
in  data  del  16  yj. 

LXiV.  I libri  di  Plinio  il  vecchio,  col  titolo;  Caji  Pii - 
nii  Secundi  des  iveldberuhmten  alten  Philosophen  Na- 
turkundigers . Bucher  und  Sehriften  , mit  Schonen  neuen 
JFigures  geziert  ,,  Frankf.  1584.  infoi. 


e sotto  la  Stampa 

Effigie*  Regum  Ugno  servata , vel  aere 
Innumeros  vivit  post  sua  fata  dies . 

Dives  y et  eternis  par  illa  deabus  habetur 
Quae  Coelo  fucrit  nobilitata  meo  . 

Namque  tenescentis  videt  omnia  secula  mundi 
Ut  Dominam  taleni  charta  loquatur  anus  . 

La  lettera  dedicatoria  è data  Francofurti  ad  Moenuni 
Calend.  Janucrrii  anno  MDLXFI II . 

Hubev,  e Rost  riportano  al  numero  LXI.  la  prefata 
opera,  e Fautore  di  essa , assegnandone  l’anno  medesimo, 
di  cui  è fregiata  lamia;  ma  s’ingannano  nel  numero  del- 
le Stampe,  scrivendo  che  sono  solamente  CXV.,  quando 
in  realta  sono  CXXXll.  senza  l’insegna  del  Tipografo 
posta  nell’ultimo  foglio. 


degl’  Intagliatoci  • i55 

LXV.  „ Cleri  totius  Romanae  Eccleslae  subjecti  , seu 
Ponrificiorum  ordinum  omnium  omnino  utriusque  Sesus 
habitus,  artificiosissimis  figuris  , quibus  Francisci  Modii 
singula  octosticha  adiecti  sunt  nun.c  primum  Jodoco  Amati- 
no  expressi,,  Francof.  Sumptibus  Sigismundi  Feyrabendii 
anno  1564.  io3. 

LXV^  ,,  Gynaeceum,  sive  Theatrum  Mulierum , in 
quorum  praecipuarum  omnium  per  Europam  imprimis  gen- 
ti um  ■-  habitus  videri  est.  Artificiosissimis  nunc  primum 
figuris  expressos  , a Jodoco  Amanno  , additis  ad  singulas 
figuras  singulis  octostichis . ,,  Con  un  versetto  tedesco* 
Francof.  [586.  in  4.  oblong.  120.  piante  . 

Quasi  tutti  questi  soggetti  si  trovano  accen- 
nati dal  Gandellini  alla  parola,  AJVI  N. 

AMMOì^  ( Clemente ),  Genero  di  Teodoro  de 
Bry,  che  intagliava  a Francfort  nel  i65o.,  ecl 
egli  è quello  che  ci  ha  dato  il  VII.  e Vili,  volu- 
me dei  Ritratti,  che  servon  di  seguito  ai  VI.  del 
predetto  de  Bry  _,  col  titolo  di  Biblioteca  Calco- 
grafica. ( Mr.  Basan  seconda  ediz.  ) . 

' Si  fa  menzione  dal  prefato  Mr.  Basan  di  un 
altro  AMMON  , che  ha  inciso  diversi  Ritratti . 

AMSTEL  ( Cornelio  Ploos  Vari).  Se  i molti 
amatori  delle  Arti  del  Disegno  non  si  contentas- 
sero solamente  di  studiare  su  i Libri  le  teorie, 
delle  medesime . ma  di  buon’  ora  dessero  mano 
anch’essi  sotto  dei  buoni  artisti  a disegnare;  mol- 
to più  potrebbero  essere  al  caso  di  discorrerne 
con  possesso,  e di  estenderne  eziandio  i progressi  . 
Cornelio  Ploos  fu  avventuratamente  uno  di  quel- 
li, che  nato  in  Amsterdam  nel  secondo 

Basan  (seconda  ediz  ) o nel  1782.  secondo  gli 
Scrittori  del  (Mara^eZ  ec.  Tom  6.  École  des  Pays - 
Basfol.  3 19.),  dichiarandosi  Amatore,  si  esercitò, 
e con  avvantaggio  riesci  Disegnatore^  ed  Intaglia- 
tore nel  gusto  dei  disegni  all’amatita , e ad  acque- 


i56  * Notizie 

rello.  In  questo  genere  d’  incisione,  ohe  andava  al- 
lora prendendo  piede  negli  Artisti  oltramontani, 
egli  col  suo  zelo  per  le  Belle- Arti  tentò  delle  nuo- 
ve maniere,  e dilatò  1T  impressione  delle  Stampe 
sì  nella  maniera  predetta  del  disegno,  come  ezian- 
dio in  quella  della  Pittura.  Lavorava  co rr  taPar- 
te  , ed  usava  una  taPav vedute  delicatezza , che 
quasi  i primi  conoscitori  avrebbero  potuto  resta- 
le facilmente  ingannati , Tali  sono  principalmen- 
te i XVIII.  pezzi,  che  incise  dai  più  celebri  Pit- 
tori Olandesi  Ostade , Metzu  , Repibrandt,  Ber- 
gliene. V.  Valde  , Netscher,  ed  altri,  e che  for- 
mano una  collezione  assai  interessante  . ( Basan 
Toc.  cìt.)  Mr.  Goyser  rinomatissimo  Incisore  di 
Lipsia  avea  un  esemplare  di  molte  Stampe  di 
Amstel , che  contiene  quarantasei  fogJj,  dal  quale 
i prelodati  Scrittori  del  Manuel  ec.  formarono 
il  Catalogo,  che  noi  qui  appresso  notiamo,  con  i 
medesimi  numeri,  con  i quali  quel  bravo  inten- 
dente Pha  pubblicato.  Non  si  sa  precisamente 
l’anno,  in  cui  cessò  di  vivere;  ma  sappiamo  che 
nel  1782.  incideva. 

I.  Frontespizio  con  un  monumento , con  iscrizione  lati- 
na, sormontato  da  un  genio,  che  sostiene  uno  scudo  , con 
in  mezzo  un  giglio,  oppure  un  marco.  Inventar  Cor - 
nelius  Ploos  vati  Amstel.  D.  1 . Fcbr.  1765.  In  giallo  chia- 
ro latto  risaltare  da  linee  bianche  infoi. 

II.  e 111.  Due  bei  Paesaggj  , II.  Zaf'tieevcn  del.  v.  Am - 
stei  fecit  l^àó.  acquerellato  ad  inchiostro  della  Cina  in  1*2. 

IV.  Paese  serrato  / nel  davanti  un  Pastote  ed  una  Pa- 
storella, con  un  gregge  sul  margine  d*  un  ihimc  „.  Ad. 
vari  de  Vclde  del.  P.  van  Amstel  fecit . Ad  acquerello, 
or.  infoi. 

V.  Una  Donna  veduta  di  schiena  , affacciata  aduna  por- 
ta serrata  dalla  metà  in  giù.  Rembrandt  del.  P.  van  Ani «* 
stei  fecit.  1764.  Nel  gusto  del  dis.gno  colorito. 


degl’  Intagliatori  . 1 $7 

VI.  Giovine  con  cappello  tondo , veduto  di  prospetto. 
Alcuni  denominano  questo  pezzo  , Tito  figlio  di  Rem- 
brandt.  Id.  del.  zd.fec.  Questi  due  pezzi  d’eguale  ese- 
cuzione, infoi  BELLI,  E RARI. 

VII.  L’Interiore  di  casa  rustica,  in  cui  si  vede  un  uo- 
mo che  legge  la  gazzetta  , altre  tre  figure  , e molti  acces- 
sori „ Ad.  v.  Ostade  del.  1073.  P.  v.  Amstel.  fecit  1766 . 
Nel  gusto  del  disegno  in  colore  , di  un  bel  risalto  di  chia- 
ro-scuro , in  fol. 

Vili.  Sei  figure  Spagnuole  sul  margine  d’un  fiume  ghiac- 
ciato, fra  le  quali  una  donna  in  maschera;  il  fondo  pre- 
senta un  gran  villaggio  ,,  Hendrick  Avere  am  , per  sopran- 
nome, il  Muto,  van  Campen  tÓ2r.  del . P.van  Amstel  fe+ 
eit  1 766.  Nel  gusto  del  disegno  acquarellato,  le  figure  toc- 
te  delicatamente  in  colori,  infoi,  vi  quadrato  . 

IX.  Ritratto  in  busto  di  Jan-Josephszoon  van  Goyen. 
Ant.  van  Dyck  del.  IÓ38.  P.  van  Amstel  fecit  1769.  Nel 
gusto  del  disegno,  le  carni  toccate  leggermente  in  rosso, 
in  quarto . 

X.  Cercato  all’ingresso  d’un  borgo,  Paesaggio  di  Jan * 
Josephszoon  van  Goyen,  1 653.  del.  PI.  van  Amstel  fe- 
cit 1767.  ^ei  gusto  del  disegno  a matita  nera  gr.  in  fol - 
in  traverso . 

XI.  Mercato  di  bestiame  all’  ingresso  d’  un  Villaggio 
olandese  ,,  dello  stesso,  di  simile  esecuzione.  Riscontro . 

XII.  Donna  in  mezza  figura  , seduta  ad  un  gravicembalo, 
con  un  libro  di  musica  davanti.  Gei.  Dovoes  del.  1660. 
PI.  van  Amstel  fecit  1767.  Ad  acquerello,  la  testa  ed  il 
panneggiamento  toccati  leggermente  in  rosso,  in  4. 

XIII.  Marina  , con  un  grosso  vascello  in  mare,  ed  una  gran 
città  d’Olanda  in  prospettiva  , Ludolf  Bakhnyzen  del.  1694. 
PI.  van  Amstel  fecit  1769.  Nel  gusto  dell’acquerello  nero, 
in  4.  in  tr. 

XIV.  Campagnuola  assisa,  con  una  padella  in  mano, 
Gab.  Metzu  del.  PI.  van  Amstel  fecit  1768.  Nel  gusto  del 
disegno  a matita  nera  , in  fol. 

XX.  Paesaggio:  nel  davanti  si  vede  una  Donna  sopra  un 
asino,  e circondata  da  bestiame  sul  margine  d’un  fiume, 
N.  Berghem  del.  1 554-  PI.  van  Amstel  fecit  17 69.  Tocca- 
to  jleggermente  ad  acquerello  infoi,  bt  tr. 

Posseggo  nella  mia  Raccolta  questo  pezzo, 
che  è veramente  hello , e fa  un  ottimo  effetto . 


iS8  Notizie 

XVI.  La  Vergine  in  mezza  figura  , in  un  ovato  , che 
adora  il  Bambino  Gesù  coricato  sulle  sue  ginocchia  , con 
un  contorno  di  rose  ,,  in  campo  giallo-chiaro:  Abr.  Bloe- 
maert  del.  Pi.  van  Amstel.  fecit  1769.  in  4.  in  quadrato. 

XV II.  L’Anticorte  d’una  casa  rusticale  , ove  si  vede  un 
vecchio  contadino,  che  canta  accompagnandosi  col  violino, 
e che  fa  ridere  tutta  la  brigata  composta  d’undici  persone. 
Ad . v . Ostade  del.  1678.  PI.  v.  Amstel  fecit  1769*  Pezzo 
ad  imitazione  della  pittura  , altissimo  , in  colore  gr.  in  fol. 

XV111.  Una  Giovane  seduta  , in  mezza  figura  , che  ha  un 
libro  sopra  una  tavola  ,,  ritratto  di  Maria  Tesselschade  . 
H Goltzius  del . JÓI2-  PI.  van.  Amstel.  fecit  1770.  Esegui- 
to nel  gusto  della  matita  rossa  e nera  , in  fol. 

XIX.  Ritratto  d’un  uomo  in  mezza  figura,  a capo  sco- 
perto, in  sedia  a bracciuoli  , C.  Visscher  del.  l65l.  Pi.  van 
Amstel  fecit  1771.  Nel  gusto  della  matita  nera  infoi. 

XX.  Paesaggio  , in  cui  si  vede  un  uomo  che  conduce  un 
cavallo  a basto  , e nel  davanti  delle  lavandaje  , Pii.  Wou — 
•uierman  del.  1660.  Pi.  van  Amstel  fecit  1772.  Nel  gusto 
dell’acquerello  , in  4.  in  tr. 

XXI.  L’interno  d’una  Chiesa  got  ica  ; nel  davanti  un  di. 
segnatore  , P.  Saenredam  del.  l63o.  Pi.  van  Amstel.  fé- 
cit.  1774-  Pezzo  PREZIOSO  acquarellato  in  colore, p.  infoi. 

XXII.  Concerto  d’una  Dama,  e di  un  Signore  ; figure 
Spagnuole  , Karel  van  Mander  del.  l6o3.  PI.  van  Amstel 
fecit  1772.  Dis egno  leggermente  toccato  ad  acquerello,  in  4. 
* XX111.  Un  uomo  sedente,  con  un  flauto;  ha  in  testa  una 
berretta  sul  fare  di  Rembrandt , e sul  corpo  una  larga  cin- 
tura a bandoliera,  G.  Flinck  1640.  PI.  van  Amstel  f e- 
cit  1773.  infoi.  • 

XXIV.  Bella  Marina,  con  bastimenti  in  mare,  cd  in 
lontananza  un  gran  villaggio,  P.  Coops  del:  PI.  van  Ani- 
stel fecit  1773.  Ad  acquerello  , p.  in  fol.  in  tr. 

XXV.  Un  Contadino  addormentato  in  luogo  riparato 
dalle  piante,  e più  lungi  altri  tre  che  gavazzano,  Ad. 
Brouvier  del.  l635.  Ploos  van  Amstel.  fecit  1775.  A bi- 
stro in  4. 

XXVI.  Un  uomo,  in  mezza  figura,  seduto  ad  una  tavo- 
la con  carte  in  mano,  che  si  presume  il  ritratto  di  Mie- 
tisi Fr.  van  Mieris  del.  1 663.  PI.  van  Amstel.  fec . r777- 
in  matita  nera  , in  4* 

XXV11.  e XX  Vili-  Dm?  cani  barboni,  uno  coricato  , l’altro 
seduto  Id.  del.  id.  fecit  In  matita  nera.  Pezzi  in  1 6.  in  tr. 


dfgl’  Intagliatori  . I *><) 

XXIX.  Un  Contadino  in  ferraiolo  corto,  con  un  fiasco 
largo  in  pancia  , e dietro  a lui  un  uomo,  ed  una  donn‘a,  che 
l’osservano  , Corra.  Dusart  del.  PI.  van  Amstel  fec.  Acqua- 
rellato con  inchiostro  della  Cina  , in  4. 

XXX.  Giovine  Dama  sedente  presso  il  suo  medico  in. 
piedi , che  trangugia  una  bevanda  che  le  vien  presentata  da 
un  giovine.  Ger.  Terburg  del.  PI.  van  Amstel  fec.  1229* 
Acquarellato  a bistro  gr.  in  fol. 

Guasto  soletto  era  stato  anteriormente  in- 
tagliato  in  maniera  nera  da  W.  Vaillant. 

XXXI.  Giovane  Dama,  in  mezza  figura,  sedente,  con 
in  mano  uno  stromento  di  musica  , Ger.  Netscher  del.  1664. 
PI.  van  Amstei  fec.  1781. , in  acquerello  nero,  d’una  sag- 
gia esecuzione.  Ovale  in  4: 

XXX11.  e XXX111.  Due  Marine,  una  rappresentante  lo 
Spuntar  dell’aurora,  l’altra  il  lume  di  luna,  Ludolf  B a- 
ckhuyzen  del.  Pi.  v.  Amstel  fecit  178-1.  Pezzi  acquerellati 
coll’inchiostro  della  Cina,  in  fol.  in  tr. 

XXXIV.  11  Giudizio  di  Salomone,  gran  composizione. 
Liicas  van  Leyden  del.  l5l5.  PI.  van  Amstel  fec.  1782. 
Eseguita  al  bistro  gr.  in  fol. 

XXXV.  Paesaggio  con  un  grand’edifizio  rovinato;  nel 
davanti  un  contadino  che  carica  il  suo  giumento  , Th. 
JVyck  del.  PI.  van  Amstel.  fecit  1782-  Acquarellato  a bi- 
stro , in  fol.  in  tr. 

XXXVI.  Ricco  paese  d’una  contrada  di  Norvegia,  or- 
nato di  molte  figure,  e di  masserizie  rusticali,  Aid.  v.  Ever - 
dingen  del • Ploos  van  Amstel  fecit  1782.  Acquerellato  a bi- 
stro , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXXV11.  Cinque  Giudici  Olandesi , disposti  intorno  ad 
una  tavola,  in  consiglio.  J.  de  Bray  del • 1Ó63.  PI' van 
Amstel-  fecit . Acquerellato  ad  inchiostro  della  Cina,  gr. 
in  fol.  in  tr. 

XXXV111.  Il  Procuratore  e suo  ajuto  ,,  figure  ben  carat- 
terizzate. J.  Steen  del.  1672.  PL  v.  Amstel  fecit.  Leg- 
germente acquarellato  con  inchiostro  della  Cina,  ira  4. 

XXXIX.  Paese  , in  cui  si  vede  , sotto  un  grand’arco  ro- 
vinato, un  Pastore  che  guida  un  branco  di  Montoni,  e di 
Capre.  J ac.  van  dcr  Dctes  del.  1 699.  Pi • v.  Amstel  fec. 
Acquerellato  ad  inchiostro  della  Cina,  ira  4. 

XL.  Bel  paesaggio  montuoso,  ornato  di  grandi  fabbri- 
che dietro  ad  alberi , con  una  mandra  di  grosso  e piccolo 


160  Notizie 

bestiame  al  margine  d’un  fiume.  J.  vari  der  Meer  de  J ori* 
ge  deh  1704.  PI.  vari  Amstel  fecit . Acquerellato  vigoro- 
samente con  inchiostro  della  Cina,  gr  ■ infoi,  in  tr. 

XL1.  11  Falegname  e sua  moglie , tutti  due  curvati , ed 
occupati  al  lavoro  Il  fondo  presenta  una  gran  fabbrica. 
J.  S aenr  edam  del.  1610.  PI.  vari  Amstel  fecit.  Acquerel- 
lato ad  inchiostro  della  Cina  , in  4.  in  quadrato . 

XL11.  Famiglia  di  Contadini  , nell’interno  d’una  casa 
yusticale  Corn.  Bega  del.  1684.  PI.  vari  Amstel  fecit . Acque- 
rellato a bistro  . in  4*  in  quadrato . 

XL111.  Vecchio  bottanico  seduto  ad  una  tavola  piena  di 
piante,  con  quattro  figure  di  persone , che  gli  portano  varj 
vegetabili  . G • vari  den  Eckhout  del.  PI.  vari  Amstel  tee • 
A bistro  , d’una  esecuzione  accuratissima  . p.  in  4.  in  tr. 

XLIV.  Paese  con  quattro  pecore  presso  una  Stalla.  K.  dtt 
Jardin  del.  PI.  van  Amstel  fec.  Acquerellato  in  maniera 
risentita  ad  inchiostro  della  Cina , in  4.  in  tr. 

XLV.  Chimico  nel  suo  laboratorio,  che  s’occupa,  ed  è 
ajutato  da  due  uomini.  J.  Langhans  del.  17 II.  PL  van 
Amstel  fecit.  A bistro,  p.  in  4.  in  tr. 

XLV1.  Marina,  con  molti  navigli  in  mare.  J.  Esselens 
del.  1708.  Ploos  van  Amstel  fecit.  Schizzo  acquerellato  ad 
inchiostro  della  Cina , in  fol  in  tr. 

ANDERSOHN  (Stefano) , Incisore  di  Lipsia* 
clie  ha  lavorato  molti  Ritratti , fra  quali  è de- 
gno di  osservarsi. 

1.  Ritratto  di  Asclepiade , in  8. 

Vedi  Basan  (seconda  ediz.) 

ANDOUART  ( ),  nato  a Parigi  nel  1734.,  di 

cui  si  vedono 

I.  Ritratto  del  Conte  Maurizio  de  Bruhl , in  piedi 

in  fol. 

II.  e 111.  Due  Marine , da  Flotte  de  Saint-Joseph , ad  acqua 
forte. 

Queste  furono  condotte  a termine  da  Heu- 
delor . 

ANDRE  (Simone  Renard  de  S.)  nacque  a Pa- 
rigi nel  16 1 4*  Sembra,  che  il  giudizio  del  Gan- 
dellini  intorno  P abilità  di  questo  Artista  sia  ve- 


dfgl’  Intagliatori.  161 

ro,  quantunque  alcune  cose  sieno  state  avverti- 
te di  poi  dal  Basan  ( seconda  ediz.) , e dagli  Scrit- 
tori del  Manuel  école  de  F rance  T.i.foL  i 58 . ) 
Fra  queste  contasi  ch’egli  sia  stato  dioepolo  di 
Luigi  Bohrun  _,  che  dipingea  i ritratti  come  il 
suo  Maestro^  e che  fu  ascritto  alPAccademia  di 
Parigi.  La  causa,  per  la  quale  ebbe  Andre  que- 
sto onore , fu  il  Ritratto , ch’egli  fece  della  Regi- 
na madre  del  Re  ( Padre  Orlandi  Abeccd.  Bit.) 
Avvi  poi  una  contradizione  fra  il  Gandellini  e 
Mr.  Basan  ; asserendo  questi , che  Andre  incise  le 
Sculture  e le  Pitture  soltanto  della  Galleria 
d-’Apollo*  al  Louvre  in  j\6.  pezzi  da  le  Brun  : e 
quegli  sostiene  , che  non  solo  intagliò  dal  suddet- 
to Pittore  , ma  anche  da  altri , e non  tanto  quei 
disegni  eseguiti.,  ma  anche  quegli  colà  non  ese- 
guiti. Ometton  però  tuttidue  di  rammentarci , che 
egli  lasciò  molti  disegni  per  Arazzi , i quali  sonosi 
fabbricati  ai  Gobellini  (Foliben  par.  4*  fol.  2,24*)  , 
Mori  nella  sua  patria  nel  1677.  Or  se  i due  Scrit- 
tori precitati  non  individuano  nemmeno  alcune 
[delle  sue  opere  hanno  supplito  in  parte  a loro 
Huber  , e Rost  ( loco  cit.) , facendoci  sapere  ad  un 
tempo  , cl^e  sono  incisi  ad  acquafòrte  i seguenti  pezzi 

I.  11  Santo  Bambino,  che  guarda  la  Croce,  che  tiene  su 
le  sue  ginocchia  ,,  Si  vedono  in  fondo  gli  Strumenti  del- 
la Passione  a lume  di  Luna  . Pie.  in  4.  mare.  S.  Andine 
fec.  a Roma . 

II.  Le  Pitture  , e le  Sculture  della  Galleria  di  Apollo 
al  Louvre  , da  Carlo  le  Brun  , in  46.  gran  foglj  , di  cui 
fan  parte  le  seguenti . 

III.  Luigi  XIV.  condotto  dalla  Fama  nel  Carro  della 
Vittoria  ',  accompagnato  dall’Abbondanza  ,,  Pezzo  dedica- 
to al  Re  da  S.  Andre  : gr.  infoi,  in  tr. 

IV.  Gesu-Crocefisso  : vi  si  vedono  la  Maddalena,  Saa 
Giovanni,  e la  Vergine.*  da  le  Brun  sans  le  nom  de  St, 
André . 

Tom . V * 11 


i6a  Notizie 

Il  medesimo  Quadro  lo  incise  anche  Fran-» 
cesco  Poilly,  gr.  in  fol. 

V,  Minerva,,  Quadro  allegorico  su  la  Francia:  dal  me- 
desimo p.  in  fol. 

VI.  L’Immagine  della  Pace,  dal  medesimo,  p.  infoi . 

ANDR.EANI  (Andrea).  Tratta  di  lui  in  questo 
luogo  il  Gandellini,  e qualcosa  dice  anche  di  più 
all’articolo  Mantovano ; ove  conviene  avvertire 
quel  tanto  che  adesso  è certamente  sfuggito,  sia 
su  la  di  lui  vita,  sia  su  le  di  lui  opere  Primie- 
ramente passa  sotto  silenzio,  ch'egli  fosse  Pittore, 
e che  dopo  avere  avuto  i principi  delParte  in  Man- 
tova , in  Roma,  ove  erasi  trasferito,  si  perfezionas- 
se nell'arte  dell*  intaglio  a chiaro-scuro  nella  ma- 
niera di  Ugo  da  Carpi:  e potea  insieme  avvertirsi, 
che  la  perfezionasse , imprimendo  anche  delle  la- 
stre con  molto  successo.  Non  conobbe  il  ritratto, 
che  l’Aridreani  fece  di  Alberto  Durerò  in  Siena, 
ehe  potea  agevolmente  accennarlo,  per  mostrare 
non  solo  che  avea  inciso  il  Pavimento  del  Meche- 
rino , ed  il  Proscenio  del  Riccio , ma  che  erasi  an- 
cora trattenuto  questo  Intagliatore  nella  sua  patria 
nel  1088.  e nel  1591  , in  cui  incise  ancora  il  Qua- 
dro del  Casolani  . Avrebbe  potuto  'aggiunger  di 
più  , che  TAndreani  per  una  certa  parziale  dile- 
zione dicevasi  Pittar  Sauese,  e che  dalla  medesima 
Città,  tanto  a se  cara  , non  poterò  richiamarlo  se  non 
le  istanze,  direi  cosi,  del  suo  Sovrano  Vincenzo 
Gonzaga  Duca  di  Mantova , e di  Monferrato  . Non 
assegna  nemmeno  Tanno  in  cui  nacque , ed  è con- 
tento di  farci  sapere,  che  fu  chiamato  il  piccolo 
Alberto  senza  renderne  la  ragione,  che  potea  age- 
volmente essergli  nota . Imperciocché  dicemmo  qui 
sopra, che  Aitdorfer  clriamavasi  in  Francia  le  petit 


degl’  Intagliatori  . i63 

Albert  per  la  somigliànzà  che  aveano  i suoi  lavori 
con  quelli  del  Durerò  > e che  la  sua  Cifra  fu 

im  . Ora  avendo  la  cifra  delPAndreani  mol- 
ta simiglianza  con  questa , venne  per  tal  causa 
detto  il  piccolo  Alberto  > quasi  che  si  dicesse 
Altdorfèr  . 

Nacque  PAndreani  nel  i oj\o.  , e non  come 
Mr.  Basan  scriveva  , nel  i 5oo.  ; poiché  convengono 
tutti  ch'egli  morisse  nel  162 3.  Se  fosse  vero  che 
nascesse  nel  1 5oo. , all’anno  1623.  avrebbe  con- 
tato centoventitre  anni , età  da  fare  più  strepito 
delle  sue  Stampe.  In  oltre  non  troviamo  di  lui  in- 
cisioni prima  del  i5^o.,  e Je  ultime  nel  1608.  Or 
dovremo  dire  , che  si  mettesse  ad  incidere  nell’età  di 
settantanni?  Si  attiene  anche  troppo  su  le  vene- 
rali , quando  afferma  il  Gandellini , che  copiò  dal- 
le Stampe  di  Alberto  Durerò  j poiché  non  copiò 
solamente  dal  medesimo,  ma  quello,  ohe  è più, 
si  provvide  di  rami  di  molti  aitai  Incisori , gli  ritoc- 
cò , e vi  appose  la  sua  cifra  . ,3  Molti  , { scrivono  gli 
Autori  del  Manuel  Tom.  3.  fol.  207.)  ingannati 
da  questa  s opero! ù evia  t gli  hanno  attribuito  tutti 
i pezzi  marcati  con  la  sua  cifra  „ Siocome  poi  il 
prefato  Gandellini  non  si  mostrò  inteso  di  tutto 
ciò,  non  seppe  nemmeno  indicare  alcun  mezzo 
j>er  distinguere  le  proprie  da  quelle  degli  altri 
dalPAndreani  scaltramente  ritoccate . 

Ora  con  i surriferiti  Scrittori  conoscerà 
l’Amatore,  che  le  Stampe-  ( dell’ A ndreani  ) so- 
no ordinariamente  in  chiaro  scuro  3 e se  ne 
trovano  ancora  alcune  impresse  con  una  sola 
pianta  . I veri  conoscitori  ricercano  moltissimo  le 
stampe  deW Andreani , che  si  distinguono  per  la 


i64  Notizie 

speditezza , e franchezza  della  mano , per  la  nettez- 
za del  disegno , e pe  * l risalto  della  composizione . 

Il  Baione  de  Heinecke  ( loco  cit.  fot.  i53.) 
avea  detto , che  alcuni  errano  nel  chiamarlo  An- 
dreassi;  ed  eia  si  sa , che  questi  sono  l'Ab.  de  Ma- 
rolles,  e il  Baldinucci  ( Decen . i.  p.  2.  sec.  IV* 
fol.  77.).  Ma  non  so  veramente,  se  possa  impu- 
targli ad  errore , trovando  che  il  Gh.  Ah.  Lan- 
zi (Stor.  Pit.  Tom.  2.  p.  2.  fol.  3qo.  ) lo  chia- 
sua  Andreasso,  o Andreani  con  l'autorità  delle 
Lettere  Pittoriche . 

Gioverà  pertanto  a schiarimento  maggiore  ed 
illustrazione  della  Storia  riferire  il  Catalogo , che 
Iranno  dato  gli  Scrittori  del  Manuel , desunto  dal 
prelodato  Baron  de  Heinecke  ( Dictionnaire  des 
Artistes  Artic.  Andreani  ) . 

I.  Ritratto  di  Alberto  Durer , inciso  a chiaroscuro  in 
Siena  nei  i588.  in  4. 

II.  e IV.  Il  Pavimento  del  Duomo  di  Siena  „ intaglia- 
to a chiaroscuro  su  ’l  disegno  di  Domenico  Beccafumi 
dall’Andriani , in  otto  Stampe,  delle  quali  ne  specifiche- 
remo le  tre  seguenti. 

I.  Èva  in  ginocchio  ,,  pezzo  inciso  nel  j58?.  col 
nome  di  Mecherinus  , detto  Beccafumi  . t 
; 2.  Il  Sacrifizio  di  Abel , che  sta  genuflesso  innanzi 

l’Altare. 

3.  Il  Sacrifizio  di  Abraham  ,,  intagliato  dal  disegno 

di  Francesco  Vanni,  alto  brac.  I.  e mez , lar- 
go brac.  2.  e mez. 

4.  Mosè  , che  spezza  le  tavole  di  pietra  , sceso  dal  Mon- 

te Sina,  alto  brac.  2.  e mez.y  largo  brac.  3. 

In  questa  Stampa  omessa  da  Huber^  e Rost 
vi  si  legge  in  mezzo: 

ERANCISCUS  VANNIUS 
PICTOR  SEN.  DELIN. 

E da  parte  in  fondo. 


DEGL*  fNTAGLT ATOR*  . iG  5 

Al  Sereni  ss . Sig.  il  Sig.  Francesco  Maria 
della  Rovere  Duca  d * Urbino  ec. 

Fra  le  nobilissime  Pitture , che  adornano  il 
marmoreo  Pavimento  del  Duomo  di  Siena , p*  ha 
quella  del  figlio  di  Abramo  offerto  in  sacrificio : 
invenzione  di  Domenico  Beccafumi  Pittore  Sa - 
nese  : la  quale  Adriano  da  Mantova  ha  ridotto 
in  questa  breve  forma  : riponendo  intorno  ad  essa 
tutte  le  forze  del  suo  ingegno  : così  con  tutto 
V affetto  del  cuore  la  dona , e dedica  al  chia- 
rissimo Nome  di  V.  A.  che  per  V egregie  sue  vir- 
tù viverà  glorioso  mentre  avrà  vita  il  mondo . 

In  Siena  ai  dì  12.  di  Novembre  i58G. 

L’anno  MDXG. 

Niente  più  difficile , che  trovare  tutti,  que- 
sti pezzi  insieme  : anzi  Mi:.  Baisan  ( seconda  edìz .) 
avverte , che  è la  Stampa  piu  rara  di  tutti  i chia- 
roscuri . 

Fino  dal  1 3 5o.  incirca , Duccio  da  Siena  in- 
cominciò a fare  il  Pavimento  del  Duomo  da  un 
lato  della  navata  in  cornu  Evangeli»  e dall’altro 
lato  Matteo  di  Giovanni  da  Siena  istoriò  1*  altra 
parte  di  detto  Pavimento  nell’anno  i464-  Quel 
pezzo  della  navata  di  mezzo , ove  sono  David  9 
Sansone  ^ Mose  , Giuda  Maccabeo,  e Giosuè* 
l’Immagine  di  un  Imperatore,,  ed  Absalonne  pen- 
dente dalla  Quercia  sotto  i tre  gradini  fu  iste** 
riato  nel  1424.,  e le  dodici  Sibille  si  fecero  net 
i483.  Tutti  questi  pezzi  non  han  che  fare  con 
l’opera  di  cui  si  parla , che  spetta  soltanto  al 
Beccafumi,  e che  forma  i’ammirazione  degli  inten- 
denti. Nella  Gasa  Spannocchi  nella  sua  Galleria, 
ln  una  stanza  chiamata  la  M eccarina , si  conser- 
vano i Cartoni  > che  pe  1 divisato  oggetto  fece 


1 66  Notizie 

questo  Pittore,  e con  altre  sue  opere  glie  le  la- 
sciò in  segno  di  riconoscenza,  essendo  stati  quei  Si- 
gnori suoi  degni  Mecenati.  Il  Vasari  racconta 
(J\  VII. fot  307  ),  che  il  Beccafumi , vedendo  che 
P opera  di  Duccio  potea  assai  migliorarsi  3 preso 
marmi  bigi , acciocché  face  s sino  nel  mezzo  delTom - 
bre  accostate  al  chiaro  del  marmo  bianco , e pro- 
filate con  lo  scalpello , trovò , che  in  questo  modo 
col  marmo  bianco } e bigio  si  potevano  fare  cose 
di  pietra  ad  uso  di  chiaro  scuro  perfettamente . 

Monsignor  Bottari  con  Pautorità  di  Mr.  Ma- 
nette pretende,  che  non  sia  fatto  dal  Beccafumi 
in  quella  guisa  che  dice  il  Vasari , cioè  di  mar- 
mi di  piu  colori  messi  insieme , ma  che  sia  tut- 
to marmo  bianco  o quasi  tutto  y e fattovi  sopra 
gPincavi  ripieni  di  forte  mistura , e colorita , che 
fece  l’o rubre e lo  fece  apparire  come  un  chia- 
roscuro* Ma  con  perdono  dei  prelodati  Signori 
peritissimi  di  Belle-Arti , sembranti,  che  sia  mol- 
to ben  difeso  il  Vasari  dal  Padre  della  Valle 
( note  al  basati  loco  cit.  ) nelle  Lettere  Sanesi  ; 
poiché  non  sarebbe  stato  altrimenti  inventore  di 
quest’arte  Michelangelo  Vanni,  ma  bensì  Meche- 
rino;  il  che  falso  dimostrasi,  oltre  tante  altre  ra- 
gioni anche  dalla  seguente  Iscrizione  posta  in 
S.  Giorgio  di  Siena  a Francesco  Vanni. 

IN  SPE  RE5URRECT. 

FRANCISC.  VANNIO  EQ.  JESU  CHR.  LUSIT. 
VIRO  RELIGIOS  SSIMO  PICTORI 
AETATIS  SUAE  NULLI  SECUNDO 
. Michael  Angelus  ejasd^m  Religion.  eque $ 
NOV4E  HUJiTS  IN  PETRA  FINGE  N DI 
ARTIS  INVENTOR  et  Raphael  eques  auratuS 
Filii  Parenti  optimo  M.  P.  anno  MDCLVI • 


degl’  Intagliatori.  167 

I11  Casa  del  Sig.  Conte  Giovan-Bernardo  To- 
lomei  ho  visto  con  piacere,  che  conservasi  una, 
Pietà  dipinta  in  marmo  dal  medesimo  Michelan- 
gelo Vanni , nella  quale  i colori  trasudano  ab- 
bondantemente dalla  parte  opposta,  quantunque 
sia’il  marmo  della  grossezza  di  un  pollice  . L’istes- 
so  Signore  mi  assicurò  di  avere  avuto  il  segreto 
scritto  in  un  foglio  di  carattere  del  suddetto  Ar- 
tista, che  presentemente  si  è smarrito. 

Ora  tornando  alle  Stampe  di  questo  Pavi- 
mento furono  elle  intagliate  eccellentemente 
dalPAndreassi  > o Andreani  ^ che  poi  per  opera 
dell’Abate  Lelio  Cosatti , Gentiluomo  Sanese,  fu- 
rono fatte  incidere  di  nuovo  da  un  Gambusia- 
ni  Fiorentino . 

X.  La  Deposizione  della  Croce,  dal  C asolarli , brac.  3. 
e un  sesto  , larga  brac.  2.  e un  ottavo  . 

Vedesi  in  questa  gran  stampa  tutta  la  ma- 
niera di  lavorare  a chiaroscuro,  e presenta  fe- 
deltà y e correzione  nel  disegno  . In  Siena  se  ne 
trovano  molte  prove,  fra  le  quali  una  nelle  stan- 
ze dell’ Università  : l’altra  in  Casa  del  Sig.  Cav. 
Giovanni  Pieri  Mecenate  di  queste  nostre  Notizie , 
ed  uria  benissimo  conservata  in  Casa  del  Sig.  Cav. 
Ottavio Gori  Pannellini,  in  fondo  della  quale  leggesi: 

Vincentio  Gonzagae  JMantuae , et  ifflonf  errati 
Duci  Serenissimo  b'C. 

Ab  Alexandro  Casulani  Senensi  lineis  colo - 
risque  ducturn  opus  domi  Qctavij  Prenati  Cu- 
nonici  ; ab  Andrea  vero  Andriano  M autunno  variis 
novisque  lignei  s formi s incìsum  ac  intimo  cordis 
affectu,  dicatur 

Senis  MDXCIII . 

XI.  Il  Diluvio  , dal  Tiziano  ; grandissimo  pezzo  iti 
quattro  lastre,  rimarcato  con  la  cifra  Andre  ani  . 


i68  Notizie 

XII.  L^Àrmata  di  Faraone  annegata  nel  Mar  Ross® , 
dal  medesimo.  Grandissimo  pezzo  di  quattro  lastre,  in- 
ciso nel  1585*  con  la  cifra  dell’ Andreani. 

XIII.  L’Adorazione  dei  Magj  , ove  se  ne  vede  uno  ge- 
nuflesso innanzi  la  Vergine,  e l’Infante  Gesù,  dal  Par- 
migiano, con  la  cifra  dell’Incisore,  e l’anno  i5 85.  Pie. 
fol.  in  tr. 

. XIV.  La  Purificazione,  dal  Salviati  col  nome  Andrea - 
vi  in  Mantova  1680.  in  fol. 

XV.  La  Vergine  e ’l  Bambino  Gesù  su  le  sue  ginoc- 
chia adorato  da  un  Vescovo  con  la  Mitra,  e ’l  Pastoca- 
rale.  Mezza  figura,  da  Alessandro  Casolani  , con  la  cifra 
deli’Andreani , e il  motto:  Andrea  Mantovano , Pittore 
San  e se  l5p  I . gr.  infoi. 

XVI.  La  Vergine,  che  tiene  Gesù  Bambino,  al  quale 
il  piccolo  S.  Giovannino  presenta  un  Uccello,  con  un 
altra  Santa  che  tiene  un  Giglio  , mezza  figura*,  da  Gia- 
como Ligozio.-  col  nome  del  Pittore,  e dell’Incisore. 
gr.  in  fol. 

XV II.  Gesù  Cristo,  che  guarisce  i dieci  lebbrosi  , dal 
Parmigianino , con  la  cifra  Andreani  infoi. 

XV111.  Gesù  Cristo  , che  guarisce  il  Paralitico,  da  Fran- 
cesco de  Nanto  da  Sabaudia  , in  fol. 

XIX.  La  Pesca  miracolosa,  da  Raffaello,  con  la  cifra 
Andreani , gr.  in  fol.  in  tr. 

XX.  Gesù  ch’esce  dalla  Casa  di  Pilato , che  stà  a se- 
dere, e si  lava  le  mani,  da  un  Basso  rilievo  di  Giovan- 
Bologna  . Andreani  gr.  infoi,  in  due  pezzi. 

Trovasi  questa  Stampa  nella  mia  Raccolta , 
ed  è freschissima . Nel  fregio  della  Predella^  so- 
pra di  cui  siede  Pi  lato,  vi  è scritto  vi  DL  XX  XV\ 
ed  è nel  primo  pezzo . Nel  primo  Gruppo  dell’al- 
tro pezzo  .vi  sono  degli  sgherri,  uno  dei  quali 
tiene  con  la  destra  un  bastone  9 e con  la  sini- 
stra uno  scudo,  nel  quale  è scritto:  Gianbologncb 
scolpe , Andre  Andremo  lo  *nt agitatore  a Giovani* 
batista  Deti  , gentil* huorno  Fiorentino. 

XXI.  Gesù  che  porta  la  Croce-  nel  davanti  vedesi  la 
nostra  Donna  caduta  a terra,  d’Alessandro  Casolani  con 
la  cifra  e ’l  nome  di  Andreani  in  Siena  I$9l.  infoL 


degl*  Intagliatori  . 169 

Alessandro  Casolani  lasciò  questo  Quadro  im- 
perfetto, e fu  terminato  da  Ventura  Saliuibeni  . 
Esiste  nella  Chiesa  di  S.  Agostino  alla  Cappella 
dei  Bifingucci . 

XXII.  Corpo  di  Gesù-Cristo  portato  al  Sepolcro,  da 
Giuseppe  Scolari  Vicentino,  pittore  eccellente . Andrea - 
ni.  gr.  in  foi. 

Papillon  fa  di  Giuseppe  Scolari  un ’ Inta- 
gliatore in  legno  , e gli  attribuisce  molti  pezzi  db 
chiaroscuro . 

XX111.  Gesù  messo  nel  Sepolcro , in  mezza  figura,  con 
Nicodemo,  e le  Marie.  Da  Raffael  da  Reggio  ; vie  il  no- 
me dell’Intagliatore,  gr.  infoi . 

XXIV.  S.  Pietro  Pescatore  . Pezzo  marcato  col  nome  di 
Polidoro,  e con  la  cifra  Andreani  IÓoS. 

Specie  di  fregio , che  credesi  intagliato  da 
Hugo  da  Carpi  ^ del  quale  trovami  delle  prove 
senza  nome . 

XXV.  S.  Sebastiano , composizione,  in  cui  vedesi  nel 
davanti  un  Vescovo  a mezzo  corpo,  e in  alto  la  Madon- 
na col  Bambino  in  una  gloria  di  Angeli.  Pezzo  marcato 
F.  B.  U.  Fridericus  Barottius  Urbinas  con  la  cifra  An - 
dreani  in  Mantova  1608.  gr.  in  foL  _ 

XXVI.  La  Parte  inferiore  del  Quadro  di  S.  Niccola , 
del  Tiziano  nella  Chiesa  dei  Frari  a Venezia:  Pezzo  de- 
dicato a questo  Santo . Andreani , Intagliatore  Manto - 
vano  , gr.  in  fol . in  tr. 

XXV11.  Il  Trionfo  della  Chiesa  ,,  Christi  Triumphus  . 
Grandissimo  fregio  in  otto  pezzi,  dal  Tiziano,  inciso 
in  legno,  e dedicato  al  Duca  di  Mantova  Vincenzo  Gon- 
zaga nel  1599.,  già  pubblicato  per  Calisto  Ferranti  a Ro- 
ma nel  i5oS. 

XXVill.  Pezzo  emblematico  rappresentante  un  Cristia- 
no, che  dopo  aver  combattuto  l’Eresie  è coronato  incie- 
lo, marcato  B.  F.  Battista  Franco  da  Venezia , con  la 
cifra  Andreani  A.  D.  MDCX.  Mantova  , gr.  in  foi. 

XXIX.  Quadro  della  Vita  Umana  , significata  per  una 
Donna  a piè  di  una  Balza  assalita  dalle  passioni.  Pezzo 
marcato.  Jac.  Ligotius  inv.  et  Andreani  1 585.  Firenze, 
gr.  in  fol. 


170  Notizie 

Di  questa  Stampa  se  ne  trovano  differenti 
prove  e senza  chiaroscuro , e col  chiaroscuro . 

XXX.  Tre  Pezzi  del  Ratto  di  una  Sabina  , Gruppo  di 
Giovali  Bologna  , veduto  in  tre  digerenti  parti. 

La  prima  è marcata , Rapta  Sabina  ,,  a Jo.  Bolog . 
marni,  excu . Andreas  Andreani  incisit , atq . Bernard. 
Vecchiett.  dicavit  an.  MDLXXXIV.  in  fot. 

XXXI.  L’altra  ,,  Ratto  delle  Sabine  da  un  Basso  rilievo 
tfi  Giovan  Bologna  ili  tre  pezzi;  e quello  di  mezzo  ha 
l’iscrizione  , Andras  Andreanus  Manttiamis  aeri  incidit  , 
impressit  anno  Domini  MDLXXXV.  Fiorentine . 

XXXil.  Clelia  a cavallo,  che  con  una  delle  sue  compa- 
gne passa  a traverso  il  Tevere.  Pezzo  marcato  del  nome 
di  Maturino,  e della  cifra  Andreani  160S.  gr.  infoi . 
in  tr. 

Non  vorrei  ^ die  vi  fosse  abbaglio,  e die  in- 
vece di  Maturino  dovesse  attribuirsi  questo  pas- 
saggio del  Tevere  di  Clelia  piuttosto  a Polidoro. 
1/ Annotatore  del  Vasari,  ediz.  di  Roma  nell’ul- 
tima nota  alla  Vita  di  Polidoro  , e Maturino 
(Tom.  6.  foL  2,33.);  scriveva  9J  Di  Polidoro  ab- 
biamo anche  la  Clelia^  che  passa  il  Tevere,  e 
la  Battaglia  di  Scipione  sul  Tesino  ambedue  in- 
tagliate da  Giulio  Bengone  ,,,  Ma  siccome  questi 
due  Pittori  lavorarono  sempre  insieme  potreb- 
be darsi,  die  la  Clelia  fosse  di  Maturino,  e la 
Battaglia  dei  Polidoro  . 

XXXlll.  Porsenna,  e Muzio  Scevola,  che  stende  la 
sua  mano  sopra  un  braciere  ardente.  Pezzo  marcato  del 
nome  di  Baldassarre  Peruzzi,  e deila  cifra  deli' Andrea- 
ni  l5o8.  pie.  in  foi • 

XXXIV.  Il  Trionfo  di  Giulio  Cesare.  Da  Andrea  Man- 
tegna , fregio  a fresco.  Gran  pezzo  con  titolo,  ed  una 
dedicatoria  di  Bernardo  Malpizio  Pittore  Mantovano  al 
Marchese  Gonzaga  MDXCV1I1. 

Supponendogli  far  cosa  grata  ai  principianti 
Amatori,  riporterò  qui  per  esteso  quanto  111  una 
nota  dell’ edizione  del  Vasari  di  .Firenze  trovasi 


dfgl’  Intagliatosi  ; 171 

scritto  eli  questo  Trionfo^  e della  presente  stam- 
pa (Tom,  4*  f°  1"  a34-)  Già  il  Vasari  avea  scrit- 
to, che  a Lodovico  Gonzaga  Marchese  di  Man- 
tova dipinse  il  Manfcegna  nel  palazzo  di  S.  Se- 
bastiano In  Mantova  in  una  Sala  il  Trionfo  di 
Cesare  } che  e la  miglior  cosa  che  lavorasse  mai  . 
„ Questo  Trionfo  , dice  la  suddetta  nota  ( n.  2.) 
fu  in  parte  intagliato  in  rame  dallo  stesso  Man- 
tegna  in  varj  pezzi,  ch'egli  ricavò  da  suoi  dise- 
gni : che  pesò  le  Stampe  si  ritrovano  un  poco 
varie  dalla  Pittura  , la  quale  fu  portata  via  nel 
sacco  di  Mantova,  e ora  si  trova  in  Inghilterra 
nel  Palazzo  d’Amptoncourt , ed  è bene  in  essere  y 
e si  conserva  con  molta  diligenza.  Fu  poi  inta- 
gliato tutto  intero  in  le°no  a guisa*  di  chiaro 
scuro,  ma  in  più  pezzi  da  Andrea  Mantovano, 
che  nell'Abecedario  Pittorico  è appellato  Andrea 
Andreassi.  Lo  stesso  afferma  il  Baglioni  a c. 
benché  di  questo  Intagliatore  nella  vita  quivi 
descritta  non  ci  dice  il  casato . Il  Van  Audenaeid 
lo  intagliò  in  rame  ricavandolo  dalla  detta  Stam- 
pa in  legno,  e lo  pubblicò  in  Roma  per  mezzo 
di  Domenico  de’ Rossi , che  lo  dedicò  al  Cardina- 
le Bandino  Panciatichi . Il  Si£.  Manette  ha  uno 

o 

di  questi  disegni  di  mano  del  Mantegna  molto 
bello,  che  fu  comprato  in  Italia  da  Jacopo  Stel- 
la celebre  Pittore  Francese.  Il  suddetto  Andrea 
( Andreani  ) pose  in  fronte  alla  sua  Stampa  la 
seguente  Iscrizione . 

Serenissimo  Principi  Vincendo  Gonza gae 
D,  G.  Mantuae  p ac  Montis  Ferrati  optimo 
Duci  . 

Tabulae  triumphi  Cesaris  olim  nutu  excelsi 
Francisci  Gonzagae  indi tae  Urbis  Mantuae  tunc 


lya  Notizie 

Marcliionis  IV.  prope  D.Stephani  Acdes  in  ma - 
jori  ejus  aula  ab  Andrea  Mantinea  M autunno 
an  diligentia  pictae , ut  jam  per  annos  supra 
ccntum  non  solum  incolarurn  } verum  etiam 
ex  variis  orbis  partibus  advenarum  oculos  tara - 
quam  admirabile  quadiam  ad  sui  inspectionem 
attrahebant,  quemadm.odum  non  solum  opus  ipsum 
adhuc  ostendit , verum  etiam  GEORG1I  VASA - 
RII  historici  in  Vitis  Pictorum  testimonio  com - 
probatur . Andreas  Adrianus  pariter  Mantuanus 
quo  absentium  voluntati  meliori , qua  possit  ra- 
tione  satìsfaceret , et  municipi s tanti  viri  Jama 
latius  per  ora  virum , et  commodius  volitaret  • 
idcirco  his  typis  ligneis  nova  suarum  formar um 
adumbratione  incisit  tuae  celsitudinis  invieto 
nomini  omnium  virtutis  Amatorum  Augusto  Me - 
cenati , quod  ipsum  a Senarum , etiam  si  cara 
sibi  Urbe  ad  Patri  am  benigne  r evocave  ri  s : quod 
ac  ad  opus  perficiendum , ac  ad  victum  neces- 
saria sponte  , atque  abundantissime  suppeditave- 
ris  , maxima  humanitate  dicavit . Utmam  no - 
vus  hac  aetate  viribus  et  animo  Caesur  9 ac  9 
uti par  est,  imperio  novo , novisque  portare  trium - 
phis . Bernardinus  Malpitius  pict.  Mani.  F.  Man- 
tuae  MDXCIX . 

XXXV.  Venere  con  Cupido,  e due  Ninfe,  che  si  ba- 
gnano, dal  Parmigianino . Con  la  cifra  Andreani  l6o5. 
in  fol. 

XXXVI.  Circe  , che  presenta  da  bere  ai  compagni  di  Ulis- 
se . Pezzo  in  ovato,  dal  Parmigianino,  col  nome  An - 
dreani  IÓ02. 

XXXV11.  Una  Donna  seduta,  che  si  accomoda  la  gon- 
nella per  scaldarsi  vicino  a un  gran  fuoco,  ove  si  vede 
la  cifra  del i' Andre  ani . Pezzo  marcato j Bernard.  Malpi • 
tius  inv.  in  fol. 


dfgl*  Intagli  ator  i . 1 7^ 

XXXV111.  Scena  della  Commedia  intitolata  l’Ortenz*°  » 
rappresentata  per  gli  Accademici  Intronati  in  presenza  del 
Gran-Duca  Cosimo  I.  a Firenze  (9).  Gran  pezzo  inciso 
dai  disegno  del  Riccio,  o Bartolommeo  Neroni  per  Y An» 
dreani  1579* 


(9)  Evidentissimo  errore  degli  Scrittori  del  Manuel  ec. 
poiché,  come  vedremo,  Y Ortenzio  non  fu  recitata  in  Fi- 
renze, ma  in  Siena. 

L’Accademia  degl’ Intronati  ebbe  principio  in  Siena 
dal  Politi,  Luca  Contile,  Mariano  Sozzini  il  Giovane, 
Francesco  Bandini  Arcivescovo  , Monsignor  Claudio  Tc- 
lomei , ed  altri  che  inalzarono  per  impresa  una  Zucca 
fessa  e bucherata,  come  quelle,  nelle  quali  i Contadini  ri- 
pongono il  sale.*  vi  aggiunsero  i Pistelli  , con  i quali  si 
trita,  e nello  svolazzo  vi  scrissero,  meliora  latent . Per 
la  qual  cosa  si  dissero  Intronati , quasi  volessero  dire  , che 
sebbene  per  le  discordie  e per  le  guerre  fossero  fessi  ed 
intronati  al  di  fuori , non  avevano  leso  il  senno  , e la  co- 
stanza . Leggonsi  sopra  l’arco  della  Scuola  Magna  di  quel- 
la Università  le  leggi,  ch’essi  s’imposero,  e sono. 

Deum  colere. 

Studere . 

Gaudere . 

Neminem  laedere. 

Non  temere  credere. 

De  Mundo  non  curare. 

Apostolo  Zeno,  dal  quale  confessa  il  Sig.  Ab.  Ti- 
raboschi  aver  ricavate  le  seguenti  notizie  ( Stor . Letter. 
d'  Jtal.  Tom.  7.  p.  3.  fol.  1254-) , narra,  che  sei  Commedie 
trovansi  degl’ Intronati  unitamente  stampate  nel  1 6lI«* 
fra  le  quali  ve  ne  hanno  tre  del  celebre  Alessandro  Pic- 
colomini,  cioè  Y Amor  Costante  , che  fu  recitata  nella  me- 
desima Città  alla  presenza  dell’ Imperatore  Carlo  V.,  quan- 
do nel  (536.  entrò  in  Siena.  L’altra  1’  Ortenzio , (e  non 
Ortenzia,  come  trovasi  scritto  nel  Manuel  ec.  qui  sopra 
citato  Tom.  3.  Ecole  Jtalienne  fol.  311.),  che  nella  Città 
medesima  fu  recitata  all’occasione  che  il  Duca  Cosimo  I. 
la  prima  volta  entrò  in  Sie&a  nel  l5óo.  E la  terza  Y Ales- 
sandro : e tutte  sotto  il  nome  dello  Stordito  Accade mico., 
che  tale  era  quello  del  suddetto  Piccolomini  • 


174  Notizie 

Mr.  Basan  ci  avverte,  che  quc&fca  Stampa  fu. 
incisa  in  dieci  pezzi  non  compreso  il  titolo,  al 


S’ ingannano  anche  il  P.  Orlandi  ( Abeced . Pittorico) 
e Monsig  Bottari  ( Note  al  Vasari  Tom.  8.  fol.  2 88.)  scri- 
vendo , che  l’opere  di  Bartolomeo  Neroni , alias  il  Riccio 
furono  intagliate -in  Roma  da  Andrea  Andreani . Imper- 
ciocché nella  dedicatoria  dell’Andreani  medesimo  stam- 
pata sotto  all'intaglio  del  predetto  Proscenio  non  si  leg- 
ge Roma , ma  bensì  Siena.  Eccola.. 

All' onorato  Signore  Scipione  Bargagli  Nobile  Sanese 
Andrea  Andreani  Mantovano  ■. 

,,  Io  mi  soli  fatto  certo  a credere , che  siccome  la  Com- 
„ media  dell’Ortensio  degli  Accademici  Intronati  è pia- 
„ cauta,  e piace  agl’ intendenti  di  poesia  , parimenti  deb- 
„ ba  riescir  caro  sempremai  a chiunque  intende  di  pro- 
yy  spettiva  il  proscenio,  dove  ella  fu  mirabilissimamente 
„ rappresentata  al  Gran  Duca  Cosimo,  in  Siena.  Quando 
,,  non  fu  egual  cosa  a discernere,  qual  più  empisse  di 
maraviglia  gli  animi  degli  Spettatori , o quella  , o que- 
„ sto.  Il  quale  fu  dirizzato  in  piedi  per  opera  di  Barto- 
„ lommeo  Neroni,  soprannominato  il  Riccio , Sanese  pit- 
„ tore , ed  Architettore  eccellente.  Pertanto  non  ho  po- 
,,  tuto  dubitare  , che  donando  io  lietamente  come  faccio 
3,  alia  S.  V.  in  questi  nuovi  intaglj  il  suddetto  prosce- 
3,  nio,  ella  non  sia  per  molto  gradirlo  e connesso  la  mia 
3,  verace  alfezione  verso  quella  sua  propria  benigna  ed 
3,  onorevole  qualità  di  amare,  e carezzare  a poter  suo 
3,  qualunque  sorte  d’ingegnose,  e virtuose  persone:  che 
„ N.  Signore  Dio  la  prosperi  in  conformità  di  simil  de- 
,,  gnissimo  e singolarissimo  intendimento,  che  alberga 
„ in  Lei 

Di  Siena  25.  Agosto  l5?9- 

Questa  sincera  testimonianza  dell’  istesso  Artista  ba- 
sta per  ismentire  che  fossero  incise  in  Roma  le  opere  sud- 
dette, e che  fosse  recitata  1’ opera  in  Firenze.  Bastano  in- 
sieme a dimostrate  l’errore  del  P.  Ugurgeri  (Pompe  San. 
Tit.  Vili.  n.  56.  che  la  Commedia  V Ortenzio  fu  recitata 
hi  Siena  alla  presenza  di  Carlo  V.  Imperatore  , che  giu - 
rò  non  aver  mai  avuto  diletto  pari  in  somigliante  occa- 
sione , 


degl’  Intagliatori  . 1 7 5 

quale  sono  uniti  ordinariamente  sei  pilastri:  e 
che  tutti  quegl’  indicati  pezzi  sonoéassai  difficili 
a trovarsi  di  un  medesimo  tuono  di  colore. 

XXXIX.  Monumenta  Sepolcrale  , raporesentante  una 
specie  di  scoglio  , nella  sommità  del  quale  si  vedono  le 
tre 'Parche,  da  Fortuna  Fortunius  con  ia  cifra  Andrea - 
ni  1 588.  gr.  in  fol. 

ANDRIEU.  Trovasi  nominato  nelPExplication 
des  Ouvra«;es  de  Peinture Sculpture  Archite- 
cture_,  et  Gravure  des  Arfcistes  vivane  exposés  au 
Musee  Napoléon  le  i5.  Septembre  1806.  a Paris 
in  ia. 

I.  Un  Quadro,  che  racchiude  più  medaglie,  che  rap- 
presentano .* 

!•  11  Ristabilimento  della  Religione. 

2.  Il  Congresso  dei  due  Imperatori  . 

3.  Lo  Sposalizio  della  Principessa  Stefania  Napoleo- 

ne col  Principe  Luigi  di  Baden  . 

4.  La  Pace  di  Presburgo  rappresentata  pe  ’l  Tempio 

di  Giano . 

5.  Rendimento  di  Grazie  per  la  Pace  nella  Cattedrale 

di  Vienna  . 

6.  Sovranità  donate,  figurate  per  piu  corone  poste 

sopra  una  tavola  . 

7.  Ritratto  del  Principe  Gioachino,  Pezzo  di  mezzo. 

ANDROIT  ( Francesco  che  trovasi  anche 
scritto  HANDRIOT . Nacque  a Parigi  nell’  an- 
no 1 655.,  éd  instradandosi  perla  incisione,  dopo 
averne  avuti  colà  i principi  e di  essa  e del  dise- 
gno, passò  in  Italia  per  potersi  perfezionare.  I mo- 
numenti dell’antichità^  e dell’arte  9 che  vi  potè 
agevolmente  trovare  , gl’  inspirarono  maggior  genio , 
e precisione . I Quadri  dei  più  celebri  Pittori  fu- 
rono gli  esemplari , eh’  ei  si  propose  ; e dei  quali 
ne  incise  alquanti  , e ne  pubblicò  delle  buo- 
ne prove.  Basan  accennando  che  questo  Arti- 
sta intagliò  solo  dei  soggetti  di  Pietà  ; non  ha 


176  Notizie 

preteso  asserire  che  fossero  delle  solite  Stampe , 
che  sono  fatte  soltanto  per  muovere  la  tenerezza 
dei  Fedeli  rispetto  alla  particolare  effettiva  divo- 
zione . Suppongo  piuttosto,  che  volesse  egli  dire, 
che  intagliò  soggetti  sacri,  alcuni  dei  cjuaji  sono 
i capi  d'o  pera  di  qualche  rinomato  Artista.  Ne  ac- 
cenna due  soltanto , e sono  la  Coronazione  di  Spi- 
ne del  nostro  Signore  Gesù  Cristo  dal  Caiacci , ed 
una  Santa  Famiglia  dal  Bordori . Ma,  come  qui 
vedremo,  molti  altri  sono  i suoi  pezzi,  ed  anche 
di  altri  pili  celebri  Maestri.  Il  suo  stile  però  tien 
molto  da  Francesco  Poily  , sebbene  inferiore  ritro- 
visi ad  esso  rapporto  all*  effetto  ^ essendo  anche 
nel  tuono  del  colore  alquanto  più  smorto  ^ ed 
insignificante . Ciò  nulla  ostante  le  sue  prove  son 
molto  ricercate , perchè  danno  un  idea  dello  stile 
dei  Pittori  eccellenti , dai  quali  le  ha , come  no- 
tammo , incise. 

I.  La  Vergine  seduta,  in  mezza  figura,  che  tiene  su  le 
sue  ginocchia  il  Bambino  Gesù  , cui  il  piccolo  S.  Giovan- 
ni presenta  una  rosa . Da  Raffaello , ovato  in  fol.  presso 
Vallet . 

II.  La  Vergine  in  mezza  figura  , che  dà  il  Latte  al  Santo 
Bambino , ove  si  vede  anche  un  Angelo  , da  Guido  Reni , 
in  ovato  , gr.  in  fol.  in  tr. 

III.  La  Maddalena,  mezza  figura.*  dal  medesimo  Guido, 
ili  fol. 

IV.  La  Coronazione  di  Spine  di  Gesù  Cristo  , eseguita 
da  un  Carnefice:  da  Annibale  Caiacci , senza  il  nome 
del  Pittore.  Pezzo  di  mezza  figura:  in  ovato , infoi. 

V.  Gcsù-Cristo  beffato  , e coronato  di  Spine,  dal  Dome - 
nichino . Pezzo  gr.  in  fol.  in  tr. 

VI.  L’Arcangelo  S.  Michele , con  S.  Margarita  in  ginoc- 
chioni avanti  ;1  Bambino  Gesù  fra  le  braccia  della  sua 
Santissima  Madre,  presso  Vallet  y senza  il  nome  di  Au- 
droir  che  P incise  . gr.  infoi • 

VII.  Il  buon  Samaritano,  dal  Poussin.  Gran  pezzo  in 
fol , in  tr. 


degl’ Intagliatori  . 177 

Vili.  L’Incredulità  di  S.  Tommaso,  da  le  Sueur  . Grati 
pezzo  in  jol.  in  tr. 

IX.  Ester  innanzi  il  Re  Assuero,  da  Sun.  Guilebault , 
<t y.  in  fol.  presso  Guntrel . 

* X-  Le  Nozze  di  Cana , dal  medesimo , e presso  il  mede- 
simo Guntrel .. 

XI.  li  Pontefice  S.  Gregorio  prosteso  in  preghiera  avanti 
Dio  in  una  Cappella,  e i tre  Dottori  della  Chiesa  in  pie- 
di su  le  nuvole  , gr.  in  fol.  in  tr. 

XII.  Giovanni  Everhard  , Cardinale  Nidard , da  Jonas 
de  la  Bondc  y inciso  nel  ló?2.  in  Jol. 

ANDROUET  (Giacomo)  DU  CERCEAU.  Il 
Gandellini  lo  rammenta,  ma  con  una  maniera  sì 
confusa^  che  non  si  rintraccia  nè  il  secolo  in 
cui  visse,  nè  Y opere  principali  ch’egli  fece. 
Trovo , che  fioriva  quest’Artista  circa  la  metà  del 
secolo  XVL.  vendendosi  stampata  la  sua  Archi- 
tettura nel  1539.  in  fol.,  e che  la  sua  professione 
fu  propriamente  quella  di  Architetto , in  cui  si 
distinse  fra  gli  altri  suoi  contemporanei  nazio- 
nali ^ e fece  delle  opere  , che  meritano  , come  me- 
ritarono allora , la  comune  approvazione  . Fu  esso 
che  costruì  per  ordine  di  Enrico  III.  il  Ponte  nuo- 
vo di  Parigi  ^ composto  di  12.  archi,  largo  19.  te- 
ste y ed  ornato  di  mensole  sostenute  da  masche- 
roni ^ o da  festoni  ^ ed  i Palazzi  magnifici  di 
Sully , di  Mayenna  , dei  Dazj  o appalti  gene- 
rali , di  Carnevalet  y ed  altri . Diede  inoltre  il  di- 
segno della  stupenda  Galleria  che  fece  edificare 
con  somma  splendidezza  Enrico  IV.  al  Louvre, 
oppure r secondo  dice  il  Milizia,  ingrandì  il  Lou- 
vre . Dopo  tutte  queste  opere , che  lo  qualifica- 
vano per  uomo  dì  sommo  merito  : dopo  aver  egli 
vissuto  con  una  probità  ^ e morigeratezza  èsem- 
plare  y dovè  esulare  dalla  Francia  . Era  egli  di 
professione  Calvinista , ed  attaccatissimo  alla  me- 
ta. v ; 12 


*7#  Notizie 

desima , amando  esercitarla  dovunque  si  fosse  tro- 
vato . Questa  sincerità  di  massime  non  potè  aver 
luogo  allora  in  quel  Regno , ove  non  si  voleva 
altra  Religione,  che  la  Cattolica  Romana;  ed 
eccpne  il  motivo,  pel  quale  dovè  vivere  qualche 
tempo,  e poi  morire  lontano  dai  suoi  paventi, 
ed  esule  dalla  patria.  In  mezzo  a tutto  questo 
fu  egli  tranquillo , ed  attese  ai  suoi  ameni  ed 
utili  studj,  nei  quali  non  avea  da  rispondere 
per  le  massime  politiche  de*  suoi  rivali.  Si  han- 
no di  sqo  molte  opere  con  intagli  ad  acqua-forte 
ed  a bulino,  e sono:,,  Varj  pezzi  d’Architettu- 
ra  1 5Sq.  in  fol.  come  si  disse,  e che  fu  di  nuo- 
vo ristampata.  „ I più  famosi  edifizj  della  Fran- 
cia i576.  ,,  Lezioni  di  Prospettive,  ed  i Grotte- 
schi. Parigi  1576.  in  fol.  ,,  Gli  edifizj  Romani 
e una  Raccolta  di  omposizioni  greche. 

ANG ARANO  Conte  Ottavio),  Patrizio  Vene- 
ziano amatore , di  cui  si  conosce  un  pezzo  ad  ac- 
quafòrte, clP egli  ha  inciso  per  suo  passatempo 
da  un  quadro,  da  lui  dipinto  per  la  Chiesa  di 
S.  Danielle  ( Basan  sec.  ediz.  ) 

ANGELI  (Giovan  Battista  D ’),  oppur  DEL 
MORO , che  nell’Abeoedario  Pittorico  chiamasi 
solamente  Battista  del  Moro , e dal  Gandellini 
( Ictt.  M.  ) dicesi  lo  stesso  che  Battista  Angelo  del 
Moro.  Trovasi  fatta  onorata  menzione  di  lui  pres- 
so il  Vasari  (Vita  di  F . Giocondo , ed  altri  T.  7. 
fol.  63.  e 64-)’  ove  rendesi  ragione  di  questo  aggiunto 
suo  cognome,  essendo  egli  propriamente  Battista 
Agnolo.  Fu  detto  poi  del  Moro , perchè  fu  disce- 
polo, genero,  ed  erede  di  Francesco  Torbido,  det- 
to il  Moro.  Nacque  a Verona  verso  il  i5ia,  ed 
intraprese  sotto  di  Tiziano  a maneggiale  i colori 


degl’  Intagliatori  ; 179 

con  molta  diligenza,  quantunque  non  vi  riescisso 
tutte  le  volte  con  buon  successo,  nè  con  quella 
magia  d’ accordo  di  chiaroscuro^  che  fu  sempre 
propria  di  quel  gran  Maestro  . Alcune  sue  mire 
economiche,  e forse  anche  la  difficoltà  eP  imitare, 
come  dicemmo,  questo  Genio  dell’arte  3 lo  porta- 
rono ad  arruolarsi  alla  scuola  di  Francesco  Torbido 
detto  *1  Moro  , rinomato  Pittore  aneli’ esso  . Avea 
questi  due  figlie  nubili , quando  Agnolo  entrò  in 
quella  sua  scuola  ; ed  una  di  esse  gli  fcoceò  in  spo- 
sa, che  oltre  renderlo  per  questo  lato  più  racco- 
mandato al  di  lei  genitore , fu  causa  , che  fosse  an- 
che erede  della  pingue  di  lui  eredità . Divenuto 
buon  Pittore,  principiò  a distinguersi  nelle  opere  a 
ad  olio  r ed  a fresco , con  le  quali  arricchì  e la  sua 
Patria,  e la  Città  di  Venezia  . Il  Vasari  (lococit.) 
individua  le  sue  pitture  fra  le  quali  trovasi 
quella  fatta  in  concorrenza  di  Paolo  Veronese 
a Gammillo  Trevisani  a Murano  , che  riesci  tan- 
to bella , che  gli  acquistò  molto  onore  ed  uti- 
le . Lavorò  anche  delle  miniature  , delle  quali 
riporterò  quella,  che  più  lo  qualifica  anche  in 
quest’arte^  secondo  narra  il  medesima  Vasari . 
Ultimamente , scrive  egli,  fece  in  una  carta  bel- 
Tissima  un  S.  Eustachio  y che  adora  Cristo  ap- 
pari tog  Zi.  fra  le  corna  d\ma  Cervia  , e due  Cani 
appresso  ; che  non  possono  esser  piu  belli  : oltre 
un  Paese  pieno  di  alberi , che  andando  pian  pia- 
no allontanandosi  y e diminuendo , è cosa  raris- 
sima ....  Il  Danese , veduta  questa  carta restò 
stupefatto  per  la  sua  bellezza  ^ e persuase  a Fr. 
Marco  dei  Medici  9uo  antico  ^ e singolare  amico  y 
che  per  cosa  del  mondo  non  se  la  lasciasse  uscir 
di  mano  per  metterla  fra  le  cose  sue  rare^  che 


180  Notizie 

ha  in  tutte  le  professioni:  perchè  avendo  inteso 
Battista,  che  il  detto  Padre  ne  avea  desiderio, 
per  Ja  stessa  amicizia,  la  qual  sapea  che  avea 
col  suo  suocero  tenuta , glie  la  diede  , e quasi  io 
sforzò,  presente  il  Danese,  ad  accettarla;  ma  non- 
dimeno gli  fu  di  pari  cortesia  quel  buon  Pa- 
dre non  ingrato  . „ Ho  voluto  riportarne  per 
esteso  il  racconto,  acciò  più  ben  mi  venga  a pro- 
posito trattare  ancora  dell’arte  dell4  Intaglio , che 
possedeva  in  una  maniera  da  veramente  incanta- 
le . Chiunque  degli  Amatori  troverassi  al  posses- 
so delle  sue  stampe,  scorgerà  in  esse  una  punta 
franca,  è spiritosa,  con  possesso  di  disegno,  che 
spicca  particolarmente  nelle  estremità  delle  figu- 
re . Sono  degni  della  comune  esistimazione  i Pae- 
saggi belli  assai,  che  il  nostro  Batista  Agnolo 
intagliò  insieme  con  Battista  Vicentino , del  quale 
a suo  luogo  parlerò,  contentandomi  ora  riportai^ 
ne  alcune  del  Moro  con  gli  Autori  del  Manuel 
{ École  Ital.  Tom . IV.  fol . 109.) 

I.  La  Natività  di  Gesù  Cristo  , con  i Pastori , che  offro- 
no i loro  doni,  dal  Parmig  lanino  ; per  Battista  del 
Moro , in  fol. 

II.  La  Vergine  inginocchiata,  nell’atto  di  bagnare  il 
Santo  Bambino  . Vi  si  vede  il  piccolo  S.  Giovanni,  che 
Versa  dell’acqua  in  un  catino.  Bat.  Angelo  del  Moro 
fecit , in  fol. 

III.  La  Santa  Famiglia,  nella  quale  è la  Madonna  se- 
duta, che  prende  delle  frutta  che  le  presentano  due  An- 
geli, e tiene  su  le  sue  ginocchia  il  Bambino  Gesù,  al 
quale  S.  Giovannino,  sorretto  da  S.  Lisabetta,  oifre  dei 
dattili.  J oh.  Bapt.  del  Moro  Veron. , senza  il  nome  del 
Pittore,  che  è Raffaello  y in  fol. 

IV.  Santa  Famiglia,  in  cui  la  Vergine  assidesi  vicino 
a S.  Lisabetta,  recandosi  su  le  sue  ginocchia  il  Santo 
Bambino,  cui  il  piccolo  S.  Giovanni  offre  delle  frutta. 
Stampa  rappresentata  in  fondo  di  un  Paesaggio,  ove  ve- 


DFGL’  TNTAGLTATOPf.  iBi 

desi  S.  Giuseppe.  Vi  si  legge  ii  nome  del  Pittore  Raffaele 
loj  e dell’Intagliatore  Baptista  eo. , gr.  in  fol. 

V.  Gran  Battaglia  con  molte  figure.*  nel  davanti  ve- 
desi  un  elmo,  e da  un  angolo  a sinistra  un  Soldato, 
che  spoglia  un  morto.  Id.  pinx.  id.  se.  Camocci  exc.9 
gr.  in  fol . 

VI.  lì  Martirio  di  S.  Caterina,  da  Bern.  Campi  da  Cre- 
mona , gì  • in  fol. 

VII.  Un  Pastore,  che  tiene  la  sua  verga  pastorale,  se- 
guito dal  suo  Cane,  ed  è visitato  da  un  Angelo,  seri- 
ca nome , gr.  in  fol. 

ANGELIS  ( Niccolò  DE)  fu  discepolo  di  Re- 
migio Canta-Gallina , e con  lui  ha  inciso  nel  j635. 
le  feste  pubbliche  di  Firenze  dai  disegni  di  Giu- 
lio Parigi  . ( Mr.  Basan  sec  ediz.  ) 

ANGELIS  ( Filippo  DE),  che  dal  P.  Orlandi 
(Abec.  Pit.) , dal'  Baglioni  , e dal  E Ab.  Lanzi  vien 
detto  degli  Angeli  y e dal  Gandellini , Basan  , e 
da  altri  dicesi  de  Ari geli s . Nacque  in  Roma  su 
la  metà  del  secolo  XVI.  da  Padre  , che  fu  poi 
pittore  , dice  il  P.  Orlandi , del  Gran  Pontefice 
Sisto  V.  Premuroso  il  genitore  , che  Filippo  di- 
venisse eccellente  nella  medesima  sua  professione, 
fin  da  fanciullo  gl' insegnò  i principi  del  dise- 
gno e della  pittura . Alcune  sue  economiche 
circostanze  lo  costrinsero  a portarsi  a Napoli,  ove 
condusse  anche  il  figlio,  che  dalla  dimora  che  in 
quella  Città  lungamente  fece,  e forse  anche  per 
gli  studj  suoi  pittorici  fu  detto  poi  Napolitano  . 
Confesso,  che  mi  dà  molto  da  dubitare,  ch'egli 
nascesse  uel  i5ia.,  come  francamente  asserisce  Mr. 
Basan  (sec.  ediz.);  stantechè  suo  Padre  non  avreb- 
be potuto  all’epoca  di  Sisto  V.,  che  fu  eletto  Pon- 
tefice nel  i5 89.,  esser  suo  Pittore,  contando  al- 
meno a quel  tempo  sopra  i cento  anni.  Ma  pò- 


Y8a  Notizie 

svendo,  clie  falso  sia,  elisegli  fosse  Pittore  di  Si- 
sto V. , altra  più  evidente  ragione  ci  si  presenta 
anche  per  dimostrare  frisa  l’epoca  della  nascita  di 
Filipponel  i5ia.  Sappiamo  daiPAb.  Lanzi  ( Storia 
Pittorica  Tom.  I.  fot.  240.),  che  Filippo  d’ An- 
geli , o Filippo  Napoletano  lungamente  a tem- 
po di  Cosimo  II.  fa  tenuto  in  Corte  ..  Ora 
Gosimo  II.  assunse  il  Governo  della  Toscana 
nel  1619,  e 1°  tenne  fino  al  1621.  Se  dunque  Fi- 
lippo nacque  nel  i5i2.,  e dopo  il  1609.  fu  chia- 
mato in  Corte  da  Cosimo  II.  dove  lungamente 
dimorò,  -era  a quell’epoca  su  i cent'anni,  e per 
conseguenza  noà  più  abile  a far  cose  , che  meri- 
tassero di  quel,  Sovrano , non  dirò  Tammirazione , 
ina  eziandio  la  pazienza  di  sopportarle  . Non  posso 
nemmeno  accordare  al  precitato  Mr.  Basan , ed  al 
P.  Orlandi  ( loco  cit.  ) , eh'  egli  morisse  sotto  il 
Pontificato  di  Clemente  VIIT.,  essendo  stato  que- 
sto Papa  eletto  nel  1S92.,  e morto  prima  del  160 5. 
quando  Gosimo  II.  non  avea  ancora  salito  il  Tro- 
no della  Toscana,  che  poi  al  suo  servizio  tenne 
lungamente  Filippo,  che  dalle  predette  parole 
sembra  sopravivesse  all’  istesso  Sovrano  . In  notan- 
do questo  abbaglio  , veniamo  a confermarci  nel 
sentimento  del  Gandellini,  e del  Lanzi,  che  Fi- 
lippo morisse  sotto  il  Pontificato  di  Urbano  VII!., 
che  fu  esaltato  a tal  dignità  nel  1628.  Quindi 
sembrami  ? che  possa  credersi  nato  circa  la  metà 
del  secolo  XVI.,  venendosi  a combinare  in  tal 
guisa  ciò  che  scrivesi  ( ,*fbec.  Pit.  ) , che  fermò  il 
corso  alla  sua  vita  i?  1 età  avanzata  . Pare  ezian- 
dio, clie  il  P.  Orlandi  abbia  letto  in  vece  di  Ur- 
bano Vili.,  Clemente  Vili.  ; molto  più  , che  ’1  pre- 
iodato Ab.  Lanzi  ci  dà  le  notizie  dal  Baglioni 


DFGf,*  Intagliatori  • iS3 

attinte^  e scrive  Urbano,  come  dal  medesimo  le 
ha  desunte  P Orlandi  y che  scrive  Clemente. 

Tornando  ora  agli  studj  di  Filippo , sappia- 
mo, che  da  Napoli  passò  sorto  Cosimo  II.  a Fi- 
renze, e che  fu  il  primo  che  introducesse  la  bel- 
la maniera  di  far  paesaggi . A quei  dì  avea  gran 
seguito  in  quella  capitale  lo  stile  di  far  Paesi  di 
Adriano  Fiammingo , che  venne  superato  pe  ’i 
tocco  e diligenza  di  pennello , e per  la  disposizio- 
ne di  bellissime  figure  da  Cristoforo  Allori,  av- 
vanzato  ancor  questo  da  Guasparre  Falgani  pe  'I 
numero  di  quadri,  già  in  questo  fare  istruito  da 
Valerio  Marucelli , ed  imitato  da  Giovanni  Rossi , 
e Benedetto  Boschi . Ma  i Paesi  di  questa  età 
spesso  dwenrier  neri  nei  verdi,  e dal  Baldi  micci 
son  chiamati  dell’antica  maniera  . La  nuova  co- 
minciò in  Firenze  da  Filippo  d’ Angeli , o F ilip* 
po  Napolitano  ( Lanzi  loco  citat.).  Nota  inoltre 
il  medesimo  Storico  (fol.  467.  ) che  „ operò  co- 
munemente in  piccolo , e che  le  sue  vedute  son 
condotte  con  diligenza , cornate  di  figur»n  , che 
mirabilmente  vi  operano  ,y.  Per  quello  che  poi  ho 
potuto  osservare,  non  solo,  come  avverte  il  Gan- 
dellini, fu  Pittore  di  piccole  figure,  dj  battaglie, 
c di  paesi  , ma  ancora  di  marine  ; che  sono  or- 
nate di  bellissime  figure,  e che  compose  un  bellis- 
simo Museo  d’anticaglie,  e di  bizzarrie  p ttJri- 
che.  Inventò,  ed  intagliò  oltre  le  Stampe  ripor- 
tate dal  Gandellini , degli  schelitri , e dei  dirfe- 
xenti  animali  ad  acquafòrte  . 

ANGELIS  (ì Secondo  DE).  Questo  Incisore  ramv 
mentato  dal  Gandellini  dee  considerarsi  come 
PAlloja , di  cui  già  favellammo,  per  rappo  to 
alPopere  da  lui  intagliate  : « ben  si  conosce  , chfc 


j84  Notizie 

gli  erano  ignoti  i due  altri  volumi  della  medesi- 
ma  raccolta  d'Ercolano,  pubblicati  nel  176  5.  e 1767. 

ANGIER  (Paolo),  incisore  Inglese,  morto  ver- 
so la  metà  di  questo  secolo.  Fu  allievo  di  Gio- 
vanni Tinney  mercante  di  Stampe  in  Londra. 
,Vi  sono  di  suoi 

I.  Veduta  di  Tivoli , da  Moucheron  . 

II.  Una  mina  d’Architettura , da  J.  P.  Pannini . 

ÀNGLOBRITANNUS . Vedi  il  Gandellini. 
ANGLUS-VAN  ( Beniamino) . Vedi  il  Gan- 
dellinì  > 

ANICHINI  ( Pietro ) , nato  in  Firenze  nel  16  ic. 
scrive  Mr.  Basan  ( sec . ediz.)  ; e sembra  , che  l'epo- 
ca combini  assai  bene  con  la  vita  del  Torricelli  9 
di  cui  incise  il  ritratto  y che  morì  in  Firenze 
a a5.  Ottobre  i647*>  quando  l’Anichini  contava 
trentasette  anni  di  età.  Che  poi  questo  ritratto 
sìa  stato  inserito  nelle  Lezioni  Accademiche  edit. 
in  Firenze  19  x 5.,  è un  pregio  dell' Incisore , che 
avea  saputo  farlo  sì  bene  , e conveniva  ad  un  con- 
temporaneo artefice  ad  esser  preferito  anche  in 
Un  opera  posteriormente  data  alla  luce  . 

I.  Ritratto  di  Evangelista  Torricelli  predetto. 

II.  11  Samaritano  misericordioso . 

III.  La  Nostra  Donna  seduta,  che  tiene  il  Santo  Bam- 
bino. 

ÀNS^LTN  (Giovanni  Luigi).  Nacque  in  Pa- 
rigi nel  1754..  e si  pose  di  buonora  sotto  la  di- 
rezione di  Agostino  di  Saint  Aubin  Intagliatore 
del  Re,  ed  il  più  bravo  degli  altri  suoi  tre  fra- 
telli, egualmente  Incisori.  Le  di  lui  Stampe,  che  si 
riportano  nel  Manuel  (E  cole  Francoise  Tom.  VI  IL 
fol.  322.),  e che  ho  anch’io  potuto  più  volte 
osservare,  trovandosene  nella  mia  Raccolta  due^ 


degl*  Intagliatori  . i£J5 

Sono  incise  con  un  bulino  tutto  gustoso  e bril- 
lante . 

I.  Madama  di  Pampadour  da  Giardiniere,  da  Buchetr , 
in  4- 

Presso  Mr.  Basan  trovasi  indicata  per  le  se- 
guenti lettere  , che  ne  additano  la  misura , p,  p . 
in  alto . 

II.  L’Abbigliamento  naturale,  da  Ketsckr.r  in  fol. 

III.  11  Satiro  impaziente.  Baccanale,  da  Carènte  \ stam- 
pa eseguita  sotto  la  direzione  di  Saint  Aubin  suo  mae- 
stro , gr.  in  fol  in  ir, 

IV.  L’ Erróre  è fatto,  permettete  che  si  ripari,  da  Bo- 
rei in  fot . 

V.  Voi  avete  la  chiave,  irta  egli  ha  trovato  la  serra- 
tura, da  Borei  in  ; fol. 

VI.  Il  Tribunale  di  Calè,  all’Assemblea  Nazionale  1789. 
Barthelemi  pinx. , Anselin  se.  , grandissimo  pezzo  in  tr . 

RICCA  COMPOSIZIONE,  E BELL’INTAGLIO. 

ÀNTOINE  (Sebastiano) , nato  a Nancy  nel  1687. 
Sappiamo  di  lui  , che  con  molti  altri  Incisori  la- 
vorò nell’opera  di  Monicart,  che  tratta  dei  Qua- 
dri, delle  Statue , dei  Vasi,  e delle  Vedute  del 
Castello,  e del  Parco  di  Versai lies  . II  Titolo  del- 
la medesima  è assai  prolisso  , ed  avrei  creduto  di 
ommetterlo,  se  non  interessasse  anche  molti  altri 
Intagliatori,  dei  cjuali  ci  verrà  fatto  discorrerne. 
Eccolo  dunque  in  quella  guisa , che  lo  riparta 
il  Ch.  Barone  de  Heinecke  ( Idée  générale  ec . 
fot,  44.  ) „ Versailles  immortalisé  par  lés  mer- 
veilles  parla ntes  des  batimens,  jardins,  bosquets, 
parcs  , statués  , groupes  , termes  et  vases  de 
marbré , de  pierre  et  de  meteaux  ; pièces  d'eau  , 
tableaux,  et  peintures , qui  sont  dans  les  cha- 
teaux  de  Versailles,  deTrienon,  de  la  Menagerie, 
et  de  Marlv  : en  neufTomes  inquarto,  composés 
in  vers  libres  francois  par  le  Sieur  Jean  Baptiste 


i86  Notizie 

Monicart,  ancien  Tresorier  de  France  de  Metz, 
avec  u ne  traduction  en  prose  latine,  par  le  Sieur 
Romain  le  Testu  de  Rouen,  maitre  des  art»  de 
l’Université  de  Paris  ec.  Ges  pièces  sont  accora- 
pagnées  et  ordinées  de  cinq  cens  estampes  già- 
vées  exprès  par  les  plus  habiles  graveurs , les 
quelles  répresentent  les  facades  des  batimens  y 
des  chateaux  les  jardins , et  pièces  d’eau  , les  bos- 
quets , statués  , groupes , vases  , piedestaux , ta- 
hleaux^  peintures:  Tome  premier  et  second  de- 
dié  au  Roi  et  au  Due  d*  Orleans  Paris  1720. 
in  4*  Gli  altri  volumi  non  sonosi  ancora  veduti . 

Antoine,  come  riferisce  il  Basan  (sec.  ediz.) 
intagliò 

I.  Una  delle  soffitte  dal  suddetto  Castello  di  Versaglies> 
da  Mignar d. 

II.  L’Usurpazione  di  Prometeo. 

III.  11  ritratto  del  P.  Agostino  Calmet. 

ANTONII  ( Cristoforo  Cesare ) . Vedi  il  Gan- 
dellini. 

ANTONIZO  {Cornelio),  nato  in  Amsterdam 
nel  i4Q9*  Mr.  Basan  {sec.  ediz.)  asserisce  ^ che  si 
conoscono  di  suo  XII.  vedute  della  medesima  Cit- 
tà dedicate  all’ Imperatore  Carlo  V.  Fu  anche 
pittore,  ma  non  trovo  citata  alcuna  delle  sue 
opere . 

APPELMANS  (Giorgio) . Di  questo  Intaglia- 
tore le  semplici  seguenti  notizie  ci  somministra 
Basan  (sec.  ediz.),  e sono,  ch’egli  ha  molto  in- 
tagliato nel  secolo  XVI  [ per  i libraj  di  Germa- 
nia* e che  si  rimarca  di  lui  il  ritratto  di  Tom- 
maso Bartolini . 

AQUILA  (Pietro  DELL*).  Di  questo  degno 
Ecclesiastico,  che  senza  ostentazione  seppe  stag- 
gire l’ozio  per  essere  davvero  virtuoso,  ed  at- 


degl’  Intagliatori  . 1 8? 

tivo  y ne  ha  parlato  il  Gandellini , ma  con  mol- 
ta precisione  intorno  le  notizie  della  sua  vita . 
Mentre  niuno  degl' Italiani  Scrittori,  per  quan- 
to io  sappia,  ci  ha  finora  indicato  l’epoca  della 
di  lui  nascita;  il  Sig.  Huber  ( Manuel  ec . Ecole 
Italiénne  Tom . IV.  fol.  io5.  ) ci  avverte,  che 
nacque  veiso  il  1677.  Epoca  ® questa,  che  ben 
combina  con  le  sue  opere , e con  gii  Autori , con  i 
quali  sappiamo  aver  egli  vissuto  , e dai  quali  an- 
cor viventi  ha  incise  alquante  delle  sue  stampe . 
Presso  il  Sig.  Ab.  Lanzi  (Stor.  Pit.  Tom.  I.foL.  62 4. 
in  not.  ) vien  chiamato  Pietro  dell'Aquila  Mar- 
cellese , e come  vedremo  _,  vengono  insieme  ivi 
assegnati  alcuni  quadri  ch'egli  fece  in  Palermo. 
SulTesempio  del  suo  fratello  Francesco  si  portò  a 
Roma , ove  desiderava  saziare  la  sua  brama  in  os- 
servando quelle  stupende  magnificenze , istruen- 
dosi su  i monumenti  dell’ antichità , e dell'arte 
sotto  quei  celebri  Professori  che  vi  fiorivano.  Colà 
•sentì  dalla  sua  religiosa , e ben  ponderata  pietà  so- 
lamente, invitarsi  all*  ecclesiastica  milizia  ^ e di 
buon  animo  vi  si  ascrisse  . Ben  lungi  da  creder© 
che  riunir  non  si  potesse  lo  studio  delle  Belle- Arti 
con  l'eeclesiastiche  divise,  si  diè,  niuno  dei  suoi 
doveri  ommettendo , a coltivare  vieppiù  il  disegno 9 
e ad  esercitarsi  con  buon  esito  nella  incisione  in 
rame.  Così  dipinse,  ed  incise;  e se  nel  primo  ge- 
nere di  lavoro  eguagliar  potè  il  predetto  suo  fra- 
tello nella  Incisione  certamente  lo  superò  tanto 
nel  numero  delle  stampe  che  nella  pastosità  del 
taglio.  Tra  i quadri  da  lui  dipinti,  due  n’esisto- 
no in  Palermo  nella  Chiesa  della  Pietà  , rappre- 
sentanti la  Parabola  del  Figliuol  Prodigo  (Lanzi 
loc.cit,).  Lo  studio  eh’ ei  fece;  oh  che  bello  stu- 


i8S  Notizie 

dio!  fu  su  le  opere  d' Annibaie  Caracci , die  in 
copiarlo  nella  Galleria  Farnese,  procurò  render- 
selo suo,  e forse  sarebbcvisi  molto  più  avvicinato , 
se  nel  suo  taglio  non  avesse  peccato  un  poco  in 
magrezza  ( Milizia  Hizion.).  Tentò  tutte  le  vie 
per  farsi  un  degno  disegnatore  : entrò  negli  orti 
Borghesiani  : vi  copiò  il  Lanfranco  : tornò  nella 
Galleria  Farnese,  e ritrasse  le  antiche  statue,  che 
V adornano  ; e non  fu  giammai  contento,  finche 
non  ebbe  copiate  varie  invenzioni  di  Pietro  da 
Cortona  , di  Giro  Ferri , e di  Carlo  Maratta  . Do- 
po tutto  questo  geniale,  ma  laborioso  esercizio, 
potè  inventare  anche  di  per  se , e servire  di  rim- 
provero a coloro  , che  prima  oredonsi  abili  a bene 
inventare , e poi  abbisognosi  dello  studio . 

Il  Gandellini  descrive  piuttosto  i fatti , che 
si  rappresentano  dall'Aquila,  di  quello,  che  dia 
Una.  idea  più  precisa  e dettagliata  delie  sue  stam- 
pe, come  ha  fatto  il  B.irone  de  Heinecke  ( Di- 
ctionnaire  dcs  Artistes  Tom.  /.),  dal  quale  il  pre- 
lodato Huber  ha  estratto  le  seguenti; 

I.  Adorazione  dei  Re  , in  fol. 
f 11.  Fuga  in  Egitto,  dedicata  a B.  C.  de  Vingtimillis  T 
gr.  ir i fol. 

ili.  Sacra  Famiglia,  nella  quale  S.  Giovanni  bacia  il 
piede  del  Santo  Bambino,  mezzo  ng.  , in  fai. 

IV.  Combattimento  di  due  Leoni,  emblema  con  iscri- 
zione: Spe  suscitai  iras  , infoi-  in  tr. 

V.  Ritratto  di  Livio  Odescalcbi  con  ornamenti  ygr.  in  foi , 
r Vi.  Serie  d-i  Ritratti  degl’  1 nperaton  , cavati  dalie  an- 
tiche medaglie,  e riuniti  secondo  l’ordine  cronologico 
da  Giulio  Cesare  fino  all’Imperatore  Leopoldo,  in  14. 
gr.  fogli . 

Questi  sei  pezzi  sono  di  sua  propria  inven - 
zione  , ed  i seguenti  sono  della  invenzione  di 
diversi  Pittori  Italiani  9 cioè 


degl’  Intagli atori  . 1 89 

VII.  S.  Luca  Protettore  dell’Accademia  del  Disegno, 
con  lo  stemma.*  Ferax  cimi  feriurtt  Ò*c. , da  Lazzaro 
Baldi , in  fol 

Vili.  Sacrifizio  di  Polissena  , da  Pietro  da  Cortona  , gr. 
in  fol.  in  tr. 

IX.  Il  Sacrifizio  di  Diana  al  ritorno  dalla  caccia,  dallo 
stesso , or.  in  fol.  in  tr. 

Nell"  Indice  di  Domenico  de’ Rossi  ediz.  in 
Roma  1709  , si  legge  Sacrifizio  della  caccia  di 
Xenofonte  consacrato  a Diana . 

X.  Il  Ratto  delle  Sabine  , dal  medesimo  , gr.  infoi,  intr. 

XI.  Trionfo  di  Bacco,  Baccanale,  dal  medesimo,  gr. 
in  fol.  in  tr. 

QUATTRO  PEZZI  STIMATISSIMI. 

XII.  Battaglia  d’Arbella  di  Alessandro  contro  Dario, 
dal  medesimo.  Gran  pezzo  a due  lastre , ed  in  tr. 

XIII.  Mosè  al  Fonte,  che  prende  la  difesa  dolie  figlie 
di  Jctro , da  Ciro  Ferri.  Gran  pezzo  in  tr. 

Il  Gandellini  in  vece  di  Jetro  scrive  Rague- 
le , che  in  realtà  è il  medesimo  che  Jetro  . Gli 
Ebrei,  e con  loro  alcuni  nostri  Espositori  son  di 
parere,  che  Raguel , che  è il  nome  proprio,  aves- 
se quattro  nomi.  i.Raguel,  come  si  chiama  nel 
cap.  2.  v.  18.  dell’ Esodo . Jetro  quasi  addizio- 
nale, perchè  accrebbe  un  articolo  alla  Lega*» 9 e 
la  distribuzione  del  Popolo  per  Tribuni,  Cen- 
turioni ec._,  come  al  cap.  3.  v.  1.  Cineo , come  al 
cap.  4*  de  Giudici  v.  il.,  e Habab  al  c.  18. 
dell*  Exodo  ; ma  questo  ultimo  nome  credasi  più 
probabilmente  proprio  del  figlio  di  Jetro , che  suo  • 

XIV.  Mosè  che  percuote  la  Rupe  , dallo  stesso , pezzo 

simile . 

XV.  La  Vergine  che  apparisce  n S.  Alessio,  dell’Or- 
dine dei  Servi  di  Maria  , coricato  in  letto,  e coronato  di 
stelle,  dallo  stesso,  pezzo  in  rotondo. 

XVI.  Le  Vestali,  che  mantengono  il  fuoco  sacro  per 
©rdine  d’ Augusto,  dallo  stesso,  gr.  pezzo  in  tr. 


iqo  Notizie 

XVII.  La  Santa  Vergine  in  Ciclo,  con  i cinque  Santi 
canonizzati  da  Clemente  X.,  da  Carlo  Alaratti  , gr.  in  fol. 

Questo  quadro  è nella  Cappella  dei  Signori 
^Altieri  alla  Minerva  . 

XVill.  11  Trionfo  del  Cristianesimo,  in  cui  si  vede  la 
Religione  assisa  sulle  nuvole  ricever  omaggio  dalle  quat- 
tro parti  del  Mondo , dallo  stesso  , gr.  in  fol. 

XIX.  S.  Luca,  che  mostra  alla  Vergine  il  ritratto  che 
ne  ha  fatto  , Carlo  Aiaratti  pinx.  in  fol. 

XX.  La  morte  della  Santissima  Vergine  in  presenza 
degli  Apostoli , da  J.  Mor  aridi , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXI.  La  Bibbia  di  Raffaello , Iniagines  Veteris  ac  Novi 
Testamenti  a Raphaele  Sanct.  Urbin . in  Vaticanó  pictae  . 
Jo.  Jac.  de  Rubeis  sumtibus , 55.  fogli  in  fol.  in  tr. 

I primi  36.  soggetti  di  questa  Bibbia  furo- 
no disegnati  ed  intagliati  da  Cesare  Fan  tetti; 
tutti  gli  altri  da  P.  Aquila,  d’ una  esecuzione 
però  infinitamente  superiore  a quella  di  Fantetti . 

XXII.  La  Galleria  del  Palazzo  Farnese  y con  le  statue 
ed  ornamenti,  e con  una  descrizione  in  versi,  di  Gio. 
Pietro  Bellori , in  25.  fogli  gr.  in  fol. 

XXlll.  La  Camera  del  Palazzo  Farnese,  Imagines  Far- 
nesiani  Cubiculi  \ con  ornamenti  ed  iscrizioni,  di  Bel- 
lori, l3  -fogli  col  titolo  y infoi,  in  tr. 

XXIV.  L’Adunanza  degli  Dei , dipinta  nel  giardino 
del  Principe  Borghese  vicino  a Roma,  ossia  Villa  Pin- 
ciana,  col  titolo:  Deoram  Concilium  ab  Equite  Joanne 
Lanfranco  Parmensi , tum  spirantibus  ad  vivum  imagi - 
ilibus , tum  monocromatibus  atque  ornamentis  artis  mire 
pingcndi  arte  expressum  a Petro  Aquila  ad  similitudi - 
7iem  delineatum  et  iticisum  Romae . Presso  Rossi  , 9.  fo- 
gli gr.  in  fol. 

AQUILA.  (Francesco  Faraone ),  fratello  di  Pie- 
tro, di  cui  abbiamo  testé  parlato.  Nacque  anche 
egli  a Palermo  nel  1676.;  ed  in  età  di  ventinove 
anni  si  diresse  a Roma  , ove  stabilì  la  sua  dimo- 
ia . Fece  ivi  i suoi  studj  su  le  opere  più  belle 
dei  Pittori  Italiani^  dei  quali  pubblicò  anche  lo 
Stampe,  come  vedremo  , Questi  due  fratelli  si  teu- 


degl’  Intagliatori  . 191 

nero  sempre  indefessi  in  ben  disegnare,  in  manie- 
ra, che  passai ono  in  quei  dì  per  i migliori,  e più 
accurati  disegnatori  del  loro  tempo  . Pietro  pe- 
rò fu  più  grandioso  di  esso^  e nella  sua  acqua- 
fòrte vi  si  scorge  quella  pastosità  , che  in  Francesco 
si  iascia  in  gran  parte  desiderare.  Egli  compensa 
però  molto  con  la  bene  intesa  condotta  del  suo 
disegno,  e Pesattezza  dei  dintorni , senza  quel  ta- 
gliente y c duro  ,,  solito  ad  osservarsi  in  quegli 
che  soverchiamente  calcano  i loro  disegni . Per 
quanto  sappiamo,  le  sue  opere  si  estesero  sol- 
tanto all'  intaglio  y nulla  restando  rammentato 
delle  pitture  fatte  da  esso.  E nell’intaglio  si  os- 
servano delle  sue  composizioni,  e delle  compo- 
sizioni altrui  9 fra  le  quali  è celebre  la  seri© 
delle  Loggie  del  Vaticano  sotto  il  titolo  eh© 
annunzieremo  a suo  luogo.  Il  nostro  Gandel- 
lini  descrive  con  più  chiarezza  d’ogni  altro  le 
Stampe  di  questo  Artista , e non  vi  sarebbe  bi- 
sogno di  riportare  le  seguenti , che  non  sono  nem- 
meno molto  esatte  ^ se  non  si  credesse  opportuno 
indicare  di  qualcuna  delle  medesime  il  sesto , ed 
alcuna  anche  supplirne , di  cui  resta  mancante. 

Piedistallo  con  i bassi-rilievi,  e iscrizione  della  co- 
lonna di  Antonio  Pio  Imperatore  , cavato  dalle  rovine  di 
Campo  Marzo  dalla  Santità  di  Nostro  Signore  Papa  Cle- 
mente XI. , in  cinque  mezzi  fol.  imper . in  ti\ 

AQUILA  ( Pompeo  DELL’) . Si  conosce  anche 
col  nome  di  Pompeo  Aquilano,  dalla  patria  in 
cui  nacque,  che  fu  la  Città  dell’Aquila  nelP Abruz- 
zo ulteriore  . Nell’Abecedario  Pittorico , scrive  l’Au- 
tore del  medesimo , Pompeo  dell’Aquila,  scordato 
dagli  Scrittori:  non  sa  riferire  altro  PAutore  s© 
non  aver  veduto  in  Homa  bellissimi  disegni  a 


igz  Notizie 

penna  , e acquarello , un  quadro  della  deposi- 
zione di  Croce  di  Gesù  Cristo  nella  Chiesa  di 
S.  Spirito  in  Salzia  ben  terminato  y e con  dolce 
colore  compiuto . Molti  altri  dipinti  gli  furono 
mostrati , quando  il  P.  Orlandi  passò  per  1*  Aquila: 
ed  in  fatti  trovò  nei  freschi  una  pratica  di  gran 
maestro.  Dopo  tutto  ciò  scrive  il  Ch.  Ab.  Lanzi 
{ Stor.  Pit.  Totn . I.  fol.6 06.  ) Pompeo  dell9 Aquila 
è Pittor  finito , e di  dolci  tìnte  per  relazione  del 
P.  Orlandi  ec.  Egli  dovè  fiorire  circa  il  i 573.  ; 
poiché  nella  sua  stampa,  in  cui  vedesi  S.  Pietro, 
e S.  Paolo  nel  mezzo  e di  quà^  e di  là  S.  Roc- 
co, e S.  Sebastiano , vi  si  legge  l’anno  suddetto. 
Vedi  il  Gandellini  all’ut.  Pompeo  dell9 Aquila. 

AQUILA,  sculpsit . Trovasi  scritto  questo  mot- 
to in  qualche  stampa  in  maniera  nera,  e significa  : 
Arent  Van  Halen  ( Basan  sec.  ediz.  ) 

ARDELL  ( Gio.  Marco  ) y Irlandese  . Mentre 
facea  di  se  concepire  ottime  speranze  per  Pav- 
vanzamento  dell'arte  d’intagliare  a maniera  ne- 
ra, terminò  nella  sua  giovenile  età  i suoi  giorni 
in  Londra  l’anno  1765.  Se  all’ Inghilterra  deesi 
il  vanto  di  aver  migliorata  questa  maniera,  ed 
averla  portata  al  grado , onde  dicesi  per  eccellen- 
za alla  maniera  Inglese,  avrebbe  ancor  più  potuto 
vedere  ridursi  ad  un  più  hello  stile  adattabile 
a qualunque  parte  dell’  incisione , se  fosse  vissu* 
to  qualche  tempo  più  G.  Marco  Ardell.  Ben  si 
vede^  se  questa  siasi  la  verità  ^ da  tutti  coloro, 
•che  posseggono  le  seguenti  6ue  stampe . 

1.  Il  ritratto  di  Rubens  in  piedi , e così  quello  della  sua 
donna,  che  accarezza  un  fanciullo.  Tutti  due  questi  ri- 
tratti trovanti  nel  medesimo  foglio,  da  Rubens , gr. pez- 
zo  iri  alto. 


dfgl’  (NTAGLlATORT  . 193 

il.  Una  Famiglia,  la  quale  è composta  di  una  Donna , 
c di  quattro  Bambini , dal  medesimo,  gr.  pezzo  in  tr . 

IH.  M osé,  che  passa  il  mare,  da  Van-Dyek. 

IV.  U Tempo,  che  taglia  l’ale  ad  Amore,  dal  medesi- 
mo , gr.  pezzo  in  alto. 

V.  11  Duca  di  Buckingam,  e suo  fratello,  dal  mede- 
simo, gr.  pezzo  in  alto. 

VI.  Lord  Bernard  Scuart , e ’1  suo  fratello  , il  medesimo. 

VII.  La  Contessa  de  Southampton,  il  medesimo. 

Vili.  Una  testa  di  un  Vecchione,  il  medesimo,  mez. 

fol.  in  alto . 

IX.  L’Interno  d’una  stanza,  ove  si  vede  una  Donna 
che  legge,  e un  Infante  nella  culla,  da  Rembrandt  , 
mez.  fol.  in  tr. 

X.  La  Madre  di  Rembrandt , da  un  quadro  del  mede-» 
simo  Pittore  , pie.  pez.  in  alto . 

XI.  Un’Assunzione,  da  Morillos , gr.  pezzo  in  alto . 

XII.  S.  Francesco  di  Paola,  dal  medesimo. 

XIII.  John  Bockart,  da  Raynolds , mez.  fol.  in  alto  . 

XIV.  Miss  Bonsay , dei  medesimo. 

XV.  Charles  Saunders,  del  medesimo. 

Di  molti  altri  l>ei  Ritratti  de  Coté*  , Lely  y 
Rampay  ec . ne  fa  menzione , oltre  il  Gandellini  , 
Mr.  Basan  nell’ una,  e nell'altra  edizione. 

ARDUINO.  Tratta  di  esso  il  Gandellini,  e 
sembra,  che  le  notizie  bene  scarse  che  ne  riporta, 
le  abbia  desunte  dall’Abecedario  Pittorico,  e que- 
sti dal  Masini  fol.  1 5.  che  cita.  Si  è dimenticato 
però  il  nostro  Scrittore  di  riportare , che  Ardui- 
no era  Bidello  del  Collegio  di  Filosofia,  e Me- 
dicina nell’ Università  di  Bologna. 

ARMESSIN,  o DE  LARMESSIN  (Niccolò), 
come  trovasi  presso  M . Basan,  al  quale  sfuggì 
l'altro  Nicolò  di  siini I casato,  figlio  dei  sud- 
detto, e del  quale  ora  si  tratta.  Questi  nacque 
in  Parigi  verso  il  1640.  Della  di  lui  vita  sassi 
«molto  poco;  e solo  da  qualche  sua  stampa.,  co- 
pie vedremo,  può  credersi  ch'egli  fiorisse  nel  ró’^4* 
Tom.  V.  id 


'194  Notizie 

Per  quello  si  osserva,  la  sua  abilità  di  disegna- 
re ed  incidere  non  si  estese  piu  là  dei  ritratti  , 
nel  qual  genere  d' intaglio  possiam  dire  , che  real- 
mente si  distinguesse  . Le  Persone  illustri  della 
Francia,  o di  altri  paesi  y viventi  alla  sua  età 9 
sembra  sieno  state  da  lui  ritrattate , e ch’endi  fosse 
realmente  in  quel  tempo  un  celebre  ritrattista . 
Scorgesi  in  realtà  nel  suo  taglio  un  tratto  piace- 
vole, e franco,  che  se  non  lo  costituisce  il  primo 
degl'intagliatori  in  questa  sfera,  ha  senza  dub- 
bio il  pregio  di  essere  annoverato  nei  primi  del 
secondo  ordine  fra  i ritrattisti  nella  storia  dell’ In- 
cisione . Dopo  che  i Signori  Huber,  e Rost  ci 
han  dato  parte  di  queste  notizie  > ci  fan  cono- 
scere le  seguenti  sue  stampe  . 

I.  Filippo  di  Bourbon,  Duca  di  Orleans,  fratello  di 
Luigi  XIV.,  in  4. 

II.  Henrichetta  Stuart,  Duchessa  d’ Orleans,  moglie  di 
Filippo , in  4. 

III.  Carlo  XI.  Re  di  Svezia,  in  4. 

IV.  Enrico  Giulio  di  Bourbon,  Duca  d’Anguien , in  4* 

V.  Godefvoy,  Conte  d’ Estvade,  Maresciallo  di  Fran- 
cia , in  4. 

VI.  Gabriel  Nicolas  de  la  Reynie,  Luogotenente  della 
Polizia  di  Parigi,  in  4. 

VII.  Claudia  Felicita  di  Austria,  moglie  dell’ Impera- 
tore Leopoldo  1. , in  4. 

Vili.  Luisa-Francesca , Duchessa  de  la  Valicre  in  abito 
di  Religiosa  Carmelitana  , in  4.  1674. 

IX.  Massimiliano  Enrico  Arcivescovo  de  Cologne  , in  fol . 

X.  Baldassarre  Moreto,  in  fol. 

XI.  Paolo  Manuzio,  celebre  Letterato  Italiano,  in  foL 

XII.  Lorenzo  Coster  de  Harlem  , creduto  inventore  del- 
la Tipografia,  in  foi. 

Xllb  Giovanni  Guttemberg  de  Mayance , inventore  cer- 
to della  Tipografia,  in  fol. 

ARMESS1N  , o DE  LARMESSIN  (Niccolò), 
figlio  del  suddetto  ^ ed  incisore  a bulino  ^ nacque 


degl*  Intagliatori  ; jpS 

a Parigi  nel  j684-,  e fu  dal  Padre  diretto  per 
la  incisione,  di’ esercitò  con  molta  lode.  Non  si 
fermò  nell* intagliare  soltanto  i ritratti,  come  avea 
fatto  suo  Padre , ma  intraprese  ancora  dei  fatti 
storici , che  gli  conciliarono  stima  anche  fuori 
della  sua  Patria.  Gli  uomini,  che  con  assiduità 
si  applicano  ad  uno  studio,  al  quale  sentonsi  chia- 
mati , danno  sovente  delle  luminose  prove  del 
loro  valore.  Ed  altresì  coloro,  che  invita  Minerà 
va  , e più  per  ingannare  il  tempo,  che  per  la- 
vorare vi  si  accingono,  non  è possibile  che  vi  pos- 
sano riescile  giammai  . Le  arti  belle  vogliono 
degl’ ingegni,  e vogliono  ancora,  che  vi  s' impe- 
gni il  cuore  ; poiché  se  la  mente  , ed  il  cuore  non 
si  affaticano  ad  unisono,  il  profitto  non  si  ottiene. 
Armessin  vi  si  applicò  tutto  come  si  disse  , e non 
confcentossi  imitare  le  opere  del  suo  genitore  sol- 
tanto ; ma  volle  accrescerle,  e perfezionarle  . Quan- 
do giunse  ad  incidere  delle  stampe  per  la  raccolta 
di  Grozat,  fece  conoscere,  che  ’l  suo  bulino  era 
arrivato  ad  un  punto  da  potere  intraprendere  con 
esito  vantaggioso  qualunque  altro  soggetto  . Egli  fu. 
veramente  fermo  nel  suo  mestiere  , e non  secondan- 
do, come  suol  farsi  tante  volte,  la  moda  per  inta- 
gliare a genio  non  dell’arte,  ma  dei  tempi,  e dello 
persone , si  sostenne  sempre  nel  medesimo  tuona, 
come  comprandosi  dai  soggetti  Vatteau  , Laneret, 
Boucher  ec.  Intanto  nel  i^3o.  l’Accademia  di  Pa- 
rigi lo  ammise  n< -lFonorato  ruolo  eli  quei  Profes- 
sori di  Belle-Arti  ; ed  egli  volendo  darne  una  certa 
rimostranza,  incise  il  ritratto  di  Goustou  Scultore 
del  Re,  e di  Claudio  H Ile  Pittore  egualmente 
del  Re.  Il  celebra  Schmidt  di  Bulino,  portatosi 
& bella  posta  a Parigi,  si  mise  ad  incidere  sotto 


i g6  Notizie 

la  direzione  di  Niccolò  Annessili  ; e molti  pezzi , 
eli*  ei  fece  dai  disegni  di  Lancret , sono  vistosa** 
mente  marcati  col  nome  di  questo  suo  maestro  . 
Quelle  prove  però,  che  hanno  il  nome  del  cita- 
to Schmidt,  sono  ben  rare.  Niccolò  frattanto  in 
vista  dei  suoi  meriti  fu  eletto  Intagliatore  del 
Gabinetto  del  Re  ; e lasciando  nella  sua  patria 
degna  ricordanza  del  suo  nome , cessò  di  vivere 
nel  1755.  in  età  di  71.  anno;  o di  72. ^ come 
scrive  Mr.  Basan  ( sec . ediz.) 

Il  suo  stile  è acconcio,  e retto,  e piace  di 
piima  vista,  comedi  un  grand’ effetto  ; ma  gl’in- 
tendenti desidererebbero  un  poco  piu  di  forza  o 
precisione  nell’  estremità  delle  sue  figure . Chi 
avrà  campo  di  riscontrarlo  nelle  seguenti  stampe 
clic  dal  Manuel  noi  riportiamo  > potrà  vedere 
che  Pamor  delle  verità  sempre  ci  guida  a rile- 
vare il  merito  degli  Artisti . 

I.  Guglielmo  Coustou  , Scultore  ordinario  del  Re,  di- 
pinto da  Giovar 1 de  Lieny  e inciso  per  N.  Larmessin 
tìglio,  per  essere  stato  aggregato  all’Accademia  nel  I73o. 

II.  Claudio  Halle-Pittore  del  Re,  dipinto  da  le  Gros  , 
altro  pezzo  per  la  suddetta  occasione . 

III.  Filippo  Vleughel , Pittore  Fiammingo,  dipinto  per 
Pii.  de  Champagne , in  fai. 

IV.  Luigi  XV.  a cavallo,  da  J.  B.  Vanloo , o Ch.  Par - 
rocel , gr.  in  fol. 

V.  Luigi  XV.  in  piedi , J.  B.  Vanloo  , gr.  in  fol. 

VI.  Maria  Leczincka,  moglie  di  Luigi  XV.  dal  mede- 
simo, gr.  in  fol. 

VII.  Maria-Giuscppa  di  Sassonia,  Delfina  di  Francia, 
dal  medesimo,  gr.  in  fol. 

Vili.  Carlo  Enrico  di  Lorena,  da  Pane , gr.  in  fol. 

IX.  Woldemar  de  Lowendal,  Maresciallo  di  Francia, 
da  Boucher , gr.  in  fol. 

X.  Madamigella  Sailé,  figurante  una  danza,  da  Lan* 
crct , gr.  in  fol. 


degl*  Intagliatoci  , 

Questi  sono  i Ritratti  da  Niccolò  Armessin 
figlio  incisi. 

Vengen  ora  le  diverse  stampe  fatte  per  la 
raccolta  di  Crozat  (io). 


(io)  Entrando  a descrivere  i pezzi  nella  predetta  rac- 
colta incisi  da  Armessin  sarà  bene  il  notare,  di  quanto 
pregio  ella  sia  agli  Amatori  delle  Belle-Arti.  L’opera 
conosciuta  col  nome  di  Gabinetto  di  Crozat , è la  più  con- 
siderabile , ed  ha  per  titolo.*  Recucii  d'Estampes  d'cipr'es 
les  plus  beaux  lableaux  , et  d'après  Ics  beaux  deseins  , 
qui  sont  p/z  France  dans  le  Cabinet  du  Roi , dans  celai 
de  Monseigneur  le  Due  d'Orleans  , et  dans  d'autres 
Cabinets  , divise  suivant  les  differentes  écoles  , avec  un 
abrégé  de  la  vie  des  Peintres , et  urie  description  histo- 
rique  de  chaque  tableau.  Tome  premier  contenant  Vécole 
romaine.  Paris  , 1’lmprimerie  Royale  1729.,  gr . in  fol. 

Questa  raccolta,  dice  il  Baron  de  Heineke  ( Idée 

ffénér-  ec.  fòl.  £Ò.) , si  appella  it  Gabinetto  di  Crozat,  per 
a ragione  che  questo  illustre  Amatore  avea  fissato  di  fare 
incidere  a sue  spese,  e con  associazione  i Quadri,  ed  i 
Disegni  della  sua  propria  Collezione  , e nell’ istesso  tem- 
po quelle  altre  opere  , che  sono  indicate  nel  qui  premes- 
so titolo  . 11  primo  Tomo  contiene  140.  Stampe , quan- 
tunque l’ultimo  pezzo  porti  il  numero  iS^*»  ma  nel  cor- 
po dell’opera  tre  stampe  sono  contate  due  volte,  e re- 
stan  segnate  con  la  stellina , come  segue  num.  3°  ec. 

3*  e 90* 

Gl’Intagliatori  di  quest’opera  sono  Girolamo  Frezza  , 
Claudio  Duflos,  il  Conte  de  Caylus , come  amico  di  Mr* 
Crozat,  Nicolò  le  Sueur , NICOLO ’ de  LARMESSIN, 
Giacomo  Frey , Giacomo  Cheveau,  Antonietta  Larcher, 
Carlo  Simoneau  , Carlo  Cochin  , Vincenzo  Le  Sueur  , 
P.  P.  A.  Robert,  Luigi  Despiaces  , Bernardo  Lepicié, 
Filippo  Simoneau  , Nicolò  Tardieu  , Giovanni  Haus- 
sard  , J.  B.  de  Poilly , Federigo  Horramels , Luigi  Laru- 
gue  , Giovanni  de  Poilly  , Nicolò  Chateau , Simone  Val- 
lèe , Giovanni  Raimond  , Benedetto  Audran  figlio , H.  Si- 
mone  Tomassini,  Niccola  Dupuis , Giovan  Battista  Sco- 
ria 3 Simone  Francesco  Ravenet , Giacomo  Filippo  Le  Bas, 


tgQ  Notizie 

XI.  Ritratto  di  Raffaello  con  quello  del  Puntormo  In 
mezza  figura  , dal  Quadro  del  Pitrore  del  Gabinetto  detto 
del  Re  , in  fol. 

XII.  Federigo  Carondelet  Arcidiacono  di  Bitonto  nel 
Regno  di  Napoli  , Ministro  a Roma  per  la  Corte  di  Spa- 
gna , e grand’amatore  delle  Belle-Arti,  e delle  Lettere; 


Ediné  Jeaurat , Carlo  De puis  , Giovanni  Audran  , Niccola 
Dauphin  de  Beauvais,  la  Damigella  Basseporte,  e Nic- 
colò  Pigné. 

Dopo  la  pubblicazione  di  questo  priifio  Tomo  si  ac- 
corse Mr.  Crozat,  che  la  direzione  di  una  tal’ opera  gli 
riesciva  di  molta  fatica;  e scelse  nel  Sieur  Roberc 

Pittore  del  Cardinale  diRohano,  e lo  mise  alla  testa  di 
questa  impresa  lncaricossi  allora  Robert , e si  fece  ad  in- 
cidere, per  dare  agli  associati,  I IO.  nuove  Stampe  incise 
dai  Quadri , e dai  Disegni  della  Scuola  Veneziana  , che 
dovevano  formare  il  secondo  Volume  ; ina  prevenuto  dal- 
la morte,  lasciò  imperfetta  l’opera  che  avea  promesso. 
Mv.  Crozat,  disperando  sempre  più  e di  rimpiazzare  un. 
soggetto  abile  per  questa  impresa,  e di  proseguirla  , si 
contentò  di  consegnare  agli  Associati  quarantadue  Stam- 
pe , che  furono  incise  senza  alcun  discorso,  o descrizio- 
ne istorica , credendo  liberarsi  per  tal  mezzo  dall’ impe- 
gno. Vi  appose  il  medesimo  titolo,  e la  chiamò  questa 
imperfetta  collezione  la  seconda  Parte , della  quale  furono 
incisori  Pietro  Aveline  , Gilly  Edme  Petit , Bernardo 
Raron  , Giovanni  Moyreau , Luigi  Jocat , Francesco  Foul- 
lain,  Michele  Auberc,  G.  Duchangs,  e C.  Venneulen. 
Antonietta  Larcher  incise  ancora  un  Quadro  di  Benve- 
nuto Garofalo,  che  rappresenta  S.  Caterina  , per  la 
esecuzione  del  quale  servì  1’  esemplare  del  Salone  di 
Dresda.  Ma  questa  stampa  non  è facile  a trovarsi  , perchè 
fu  come  troppo  mediocre  tolta  dalla  medesima  raccolta. 
Mr.  Crozat  venne  a morte  nel  1740.  , e perì  con  lui  la 
speranza  di  vedersi  condotta  al  termine  quest’opera,  mol- 
to piu  che  i rami  furono  venduti  ad  una  società  di  Li- 
brai. Il  celebre  Manette  avvisi  il  Pubblico  con  manife- 
sto del  1742.,  ch'egli  s’ i npegnava  di  dare  una  nuova  for- 
ma a questa  Raccolta  divisa  in  due  Volumi,  per  egual 
prezzo,  e con  le  descrizioni,  che  mancavano.  Mr.  Ba- 


DFGL’fNTAGLIATOP.r  . 199 

ua  dei  più  tei  ritratti  di  Raffaello  nel  Gabinetto  del  Du- 
ca Grafton.  La  stampa  fu  incisa  da  un  disegno  che  ave» 
Mr.  de  Crozat,  e la  prima  prova  di  detta  6tampa  fu  ri- 
toccata in  Inghilterra  da  Dorigny  . 

XIII.  Il  Cardinal  Polus  con  gran  barba  , seduto  in  una 
sedia  a bracciuoli  : Quadro  attribuito  da  alcuni  a Raffaello  , 
da  altri  a F.  Sebastiano  del  Piombo : dal  Gabinetto  di 
Crozat  , gr.  in  fol. 

XIV.  S.  Michele  , che  calca  con  i suoi  piedi  il  Demo- 
nio ; Quadro  famoso  di  Raffaello  nel  Gabinetto  del  Re 
di  Francia,  gr.  in  fol. 

Questo  medesimo  Quadro  fu  inciso  egual- 
mente da  Rousselet . 

Il  Vasari  (1 Vita  dì  Raffaello  Tom.  7.  fol.  299.) 
racconta,  che  Raffael  d’  Urbino  j fece  per  Francia, 
e particolarmente  per  il  Re  S.  Michele , che  com- 
batte col  Diavolo  > tenuto  cosa  maravigliosa  . Ma 
prestandosi  fede  al  P.  Dan , che  pubblicò  la  de- 
scrizione di  Fontenebleau  nel  d surriferito 

quadro  fu  fatto  fare  da  Clemente  VII.  per  donare  a 
Francesco  I . Monsignor  Bottari  ( loco  cit.  nota  (a)) 
che  av  ea  avvertito  quanto  qui  sopra  ho  scritto  y 
soggiunge , che  „ fu  intagliato  in  rame  da  Claudio 
de  Flos,  artefice,  che  manca  nelfAbecedario  Pitto- 


san  nel  1264.  acquistò  tutti  questi  rami , li  fece  ristam- 
pare insieme  con  le  descrizioni,  e ne  fece  un  edizione 
eguale  alla  prima  sotto  la  direzione  del  prelodato  Ma- 
iiette  . In  questa  edizione  vi  è da  considerare  una  varia- 
zione importantissima,  che  consiste  in  questo,  cioè  che 
le  lastre,  imitanti  i disegni  ad  acquerello,  nella  prima 
sono  di  legno,  e nella  presente  di  rame,  e son  copie  di 
quelle,  li  surriferito  editore  Mr.  Basan  fece  una  scel- 
ta delle  stampe  dei  quadri  più  beili  degl’  Italiani  , che 
erano  nel  Palazzo  del  Duca  d’  Orleans , e ne  compose  un 
volume  di  46.  stampe  , con  la  spiegazione  a ciaschedun 
soggetto , e 1*  intitolò  : Reeueil  d’&prks  la  Gallerie  du 
Palaia  Royal, 


/ 


aoo  Notizie 

rico  (ben  conosciuto  però  dal  nostro  Gandellini); 
E*  stato  poi  rimagliato  da  Larmessin . In  questi 
ultimi  anni,  seguita  il  prelodato  Annotatore,  es- 
sendo malamente  intarlata  la  tavola,  su  la  quale 
era  stata  fatta  questa  stupenda  pittura,  il  Si g. 
Lorìot,  che  ha  il  segreto,  e la  pazienza  di  stan- 
car le  pitture,  l’ha  trasportata  sopra  una  tela. 
Avea  per  altro  patito  fin  dai  tempi  del  Prima- 
ticcio , che  si  trova  a uscita  un  pagamento  fatto- 
gli per  questa  restaurazione  „ . Poi  credè  bene 
avvertire  „ Per  maggio. e schiarimento  di  quello 
che  qui  sopra  ho  detto,  stimo  bene  di  soggiun- 
gere,, che  due  sono  i Quadri  di  S.  Michele,  elio 
sono  in  Francia  di  mano  di  Raffaello  posseduti 
dal  Re.  Uno  in  piccolo,  opera  di  Raffaello  assai 
giovane , e questo  fu  fatto  intagliare  a Claudio 
clu  FJos  dal  Sig.  Crozat . Un’alno  veramente  ma- 
gistrale ^ e della  più  gran  perfezione,  e fatto  per 
Francesco  I.  nel  1517.  è stato  intagliato  nel  1644* 
da  Pombart,  e poi  da  due  eccellenti  Professori, 
cioè  da  Egidio  Rousselet  per  Luigi  XIV. , e da 
Niccolò  Lormassin  ( L3  Armassi  ri  ) pe  *1  suddetto 
Sig.  Crozat.  Un  altro  S.  Michele,  ma  affatto  di- 
verso, fu  intagliato  da  Marcantonio,  che  non  cre- 
do, che  Raffaello  dipingesse  , ma  solamente  lo  di- 
segnasse . 

Dopo  tutto  ciò  mi  sembra,  che  Monsignor 
Bottari  s* inganni  , dicendo:  che  il  S.  Michele  in- 
ciso da  Duflos  sia  il  medesimo,  che  quello  in- 
tagliato da  Larmessin  , e che  sia  quello  della  ta- 
vola intarlata;  poiché  Duflos  fu  impiegato,  coni© 
vedemmo,  nell’ intagliare  la  Galle  ia  di  Mr.  Cro- 
zat, insieme  con  Niccolò  Larmessin , onde  con- 
verrebbe dire  che  due  Incisori  si  occupassero  nel 


dfgl’  Intagliatori  . aor 

medesimo  tempo,  e nel  medesimo  Quadro  il  che 
non  pare  verisimile  y tanto  più  che  Mr.  Grozat 
avea  a cuore  non  raddoppiare  i medesimi  soggetti , 
nia  più  tosto  farne  incidere  dei  nuovi.  In  secondo 
luogo , se  come  dice  egli , fu  queiraltro  S.  Mi- 
chele veramente  magistrale,  e questo  fu  inciso  dal 
Larmessin  per  la  collezione  del  suddetto  Sig.  Cro- 
Zat,  che  fu  anche  inciso  da  Roussellet  (leggen- 
dosi nel  citato  Manuel , d'onde  si  è copiata  la 
serie  che  qui  riportasi  che  il  S Michele  inciso 
da  L'Armessin,  è quello  che  incise  Rousselet) 
convien  dire,  che  non  e il  primo,  ma  l'altro  mo- 
gistrale , e della  più  gran  perfezione.  Tanto  sia 
detto  per  avvertire  il  principiante  Amatore,  acciò 
distinguere  sappia  in  una  Collezione  l'uno  dalia!» 
tro  y e decidere  secondo  la  verità,  che  meglio 
potrà  discoprire  con  gli  occhi  proprj. 

XV.  S.  Giorgio  a cavallo,  che  combatte  col  Drago,  dal 
quadro  di  Raffaello:  nel  Gabinetto  del  Re,  gr.  in  foi. 

XVI.  S.  Giorgio  a cavallo  combattendo  coi  Drago:  al- 
tro quadro  di  Radaello  diversamente  dall’altro  trattato; 
dal  Gabinetto  di  Crozat , infoi.  Stampa  della  grandezza 
del  quadro . 

Nella  Vita  di  Raffaello  non  si  trova  ram- 
mentato questo  Quadro,  ma  bensì  nella  nota  i. 
alla  medesima  Vita  ( fol.  leggesi  7,  Oltre 

le  due  Madonne  rammentate  qui,  fece  Raffaello 
pe  ’l  Duca  di  Urbino  un  S.  Giorgio,  che  uccide 
il  Drago,  se  vogliam  credere  a Paolo  Lomazzo 
(Trat.  lib . i.  c.  8.)  Anzi  ne  fece  due  altri , uno 
era  in  Fonteneblau , e uno  in  S.  Vittore  di  Mila- 
no , come  scrive  il  medesimo  Lomazzo  (ivi).  Quel- 
lo del  Duca  di  Urbino  era  dipinto  sopra  un  ta- 
voliere, per  confessione  dello  stesso  Autore  y,  Il 
P.  della  Vailo  scrive  ( Vasari  T.  5,  Vita  di  liaf- 


202  N O T I Z I E 

f nello  fol.  206.) , che  va  corretta  la  suddetta  no- 
ta di  Monsig.  Bottari , nella  quale , appoggiato 
alPAutrorità  del  Vasari,  dice  ...  che  facesse  Raf- 
faello un  S.  Giorgio  per  S.  Vittore  di  Milano, 
<che  fu  dipinto  da  Enea  Salmeggie  o Salmasio  in- 
signe pittore  bergamasco,  il  quale  studiò  con  ot- 
timo successo  le  opere  di  Raffaello  in  Roma. 

XVil.  S.  Giovanni  Evangelista , dal  quadro  di  Raffaele 
lo , nel  Gabinetto  del  Re  , gr.  in  fol. 

XV111.  La  Vergine  in  piedi  in  un  Paesaggio,  che  tie- 
ne per  la  mano  il  Santo  Bambino  accarezzato  dal  piccolo 
S.  Giovanni:  dal  quadro  di  Raffaello , nel  Gabinetto  del 
Duca  d’  Orleans  , gr.  in  fol. 

XIX.  La  Vergine,  che  tiene  il  Santo  Bambino,  che  ri- 
posa su  le  sue  ginocchia,  dal  medesimo,  e dal  medesi- 
mo Gabinetto,  infoi. 

XX.  Gesù,  che  porta  la  sua  Croce  .*  composizione  della 
prima  maniera  di  Raffaello , del  medesimo  Gabinetto, 
gr.  in  fol.  pezzo  larghissimo . 

XXI.  La  Visione  di  Ezechielle  veduta  fra  le  nuvole, 
da  Raffaello , nel  Gabinetto  del  Duca  d’ Orleans.  La 
Stampa  è gr.  in  fol.  come  il  quadro  . 

Il  Vasari  ( loco  cit.  fol.  aBi.)  racconta,  che 
Raffaello,  dopo  terminato  il  Quadro  famosissimo 
della  S.  Cecilia,  fece  un  quadretto  di  figure  pic- 
cole, oggi  in  Bologna  medesimamente  in  casco 
del  Conte  Vincenzio  E r coloni , dentrovi  un  Cri- 
sto a uso  di  Giove  in  Cieio;  e dattorno  i Quat- 
tro Evangelisti , come  gli  descrive  Ezechiel . Eze- 
chiello  propriamente  non  vide  Gesù-Cristo  con  i 
quattro  Evangelisti,  ma  Dio  Onnipotente  in  figu- 
ra di  Uomo,  e i quattro  animali,  che  simbolica- 
mente sono  stati  dalla  Chiesa  interpretati  per  i 
quattro  Evangelisti  ).  ,,  Questo  Quadro,  nota  ivi 
Monsig.  Rottali,  è intagliato  da  Niccolò  di  Lar- 
massin  , e nella  Stampa  si  «lice  trovarsi  nella  Gal- 
leria del  Duca  di  Orleans.  Non  è vero,  che  quc- 


DFGL5  TnTAGLTATORT  . 2o3' 

Sto  Quadro  sia  fatto  dopo  S.  Cecilia.'  Fa  dipinto 
nel  i5io.  intorno  a quel  tempo  che  Raffaello 
giunse  a Roma , come  dimostra  il  Malvasia  (p.  a. 
« car  44*)  quando  la  S.  Cecilia  non  potette  esser 
dipinta  prima  del  i5i3.,  nel  qual’anno  fu  creato 
Cardinale  Santi  Quattro  Pucci  , che  la  fece  fare. 
Non  è più  il  soprannominato  Quadretto  in  casa 
Ercolani:  ma  non  si  è certo  che  l’oriinnale  sia 
quello  del  Duca  d^Orleans , che  fu  comprato  dal 
Poussino , e mandato  al  Signore  de  Bhentelou. 
Il  dubbio  nasce,  perchè  ne  ha  uno  bellissimo  , e 
similissimo  e da  più  lungo  tempo  il  Gran  Duca 
di  Toscana,  intagliato  da  Cosimo  Mogalli  nella 
Raccolta  dei  Quadri  del  Gran-  Duca  fatta  dai 
Principe  Ferdinando  di  Toscana. 

XXIi.  Adamo  de  Vignancourt  in  piedi,  Gran-Maestro 
di  Malta  .-  quadro  di  Michel' Angelo  da  Caravaggio , nel 
Gabinetto  del  Re  di  Francia  , gr.  in  fol. 

Questi  è quel  Gran- Maestro  di  Malta  , al  qua- 
le si  portò  il  Caravaggio  predetto  per  lùicceso  de- 
siderio che  avea  di  ricevere  l’onoranza  della  Cro- 
ce di  Malta,  che  talora  fu  solita  concedere  quel- 
la Religione  a persone  di  singoiar  virtù.  Perciò 
lasciata,  come  altrove  dicemmo  , la  Città  di  Na- 
poli, si  diresse  a Malta,  ove  per  due  volte  fece - 
vi  il  Ritratto  del  precitato  Gran  Maestro  Vi - 
gnacourt  di  Nazione  Francese . ( Baldinticci  De- 
cer.. 2.  P.  3.  1.  4-  fui  278.) 

XXI11.  Ritratto  di  un  Commediante  al  servizio  del  Du- 
ca di  Mantova.-  dal  quadro  di  Domenico  Feti,  nel  Gabi- 
netto di  Crozat,  infoi. 

XXIV.  Luigi  XIV.  che  dà  il  cordone  blu  al  Duca  di 
Borgogna , padre  di  Luigi  XV.  Re  di  Francia  da  Wat~ 
teaa , nel  Gabinetto  di  M.  de  Julien . 

XXV.  L’Isola  di  Cicerea  : Citherac  Insula  9 Jd.  pinx. 
Ibid.  gr.  in  fot.  in  ir- 


ào4  Notizie 

XXVI.  Gli  Sponsali  del  Villaggio,  Pagi  sponsa , id. 
pinx.  ibid . grandis.  in  fai.  in  tr. 

XXV11.  La -Cicisbea  del  Villaggio,  da  Lancret . in 
fai.  in  tr. 

XX  Vili.  11  Giuoco  del  Piede,  dal  medesimo  , infoi,  in  tr» 

XXIX.  Uno  non  si  avvede  mai  di  tutto,  dal  medesi- 
mo , in  fai.  in  tr. 

XXX.  Le  quattro  età  dell’  Uomo , caratterizzate  per  i 
passatempi  proprj  a ciascheduna  età  , dal  medesimo  quat- 
tro pezzi  , in  lol.  in  tr. 

XXXI.  Le  quattro  Stagioni  , caratterizzate  anch’  elle 
per  i passatempi,  o per  le  occupazioni  proprie  a ciasche- 
duna di  loro,  dal  medesimo  , quattro  pezzi,  infoi,  in  tr. 

XXXII.  I seguenti  soggetti  .* 

1.  Il  Fiume  Scamandro. 

2.  La  Cortigiana  amorosa. 

3.  Il  Calendario  dei  Vecchi  . 

4.  Quattro  soggetti  cavati  dai  racconti  de  la  Fontai- 
jie , da  Bcncher , in  fai.  in  tr. 

XXX111.  Monumento  alla  memoria  di  Giovanni  Tillot- 
son  , da  Bocher  gr.  in  fai. 

XXXIV.  II  Savojardo  amoroso,  da  J.  B.  M.  Pierre , 
gr.  in  fai. 

XXXV.  Il  Savojardo  in  famiglia,  dal  medesimo,  gr. 
in  fai. 

ARNOLD  ( Giovanni  ) lia  intagliato  a Mona- 
co molti  soggetti  da  F.  X.  Paleko . (Basan  se - 
conda  edizione  . ) 

ARNOLD  (Antonio),  nato  a Kroniggraitz  l’an- 
no 1735.,  fu  discepolo  di  Rentz , ed  incise  a Pia- 
ga molte  Stampe  di  devozione  . ( Basan  seconda 
edizione  ) . 

ARNOLDT  (Giovanni) , Pittore,  ed  Incisore 
di  Ritratti,  viveva  a Lyon  nel  iò3o.  Si  conosce 
di  suo  un  Kitratto  di  Luiffi  XIV.  su  ’1  suo  Tro- 
no,  da  Antonio  Dien.  ( Basan  seconda  edizione. 

ARPINO  ( Cav.  Giuseppe  Cesari  d ’ ) . La  Cit- 
tà d'Arpino  nella  Terra  di  Lavoro  nei  Regno  di 
Napoli,  celebre  per  aver  dato  un  tempo  i natali 


dfgl' Intagliatori  . ao5 

al  Padre  della  Latina  eloquenza,  ed  al  Console 
Mario,  diede  pur  anche  i natali  a Giuseppe  Ce- 
sari, che  fu  per  contrazione  del  nome  suo,  e 
della  sua  Patria  appellato  Giuseppino  . Riprende  , 
e con  tutta  ragione  il  Sig.  Barone  de  Heinecke, 
ilFelibien,  mercecchè  ha  stroppiato  il  suo  nome 
in  Joseph  Pi  n , e lo  ha  fatto  nascere  nel  i56o. 

( Idée  etc . fol.  1 1 5.  ) , e con  esso  scuopre  il  me- 
desimo anacronismo , nel  quale  caddero  Dargen- 
ville,  e Fuosslin,  e l’Autore  del  Catalogo  dei 
Quadri  della  Galleria  di  Dresda  . Secondo  il  sen- 
timento del  prelodato  Scrittore  venne  alla  luce 
Giuseppe  Cesari  nel  mese  di  Febbrajo  del  1 568. 
da  poveri  Genitori , come  probabilmente  dedurre 
si  può  dalla  bassa  fortuna,  in  cui  trovasi  nei  pri- 
mi suoi  anni  dagli  Scrittori  annunziato.  Sem- 
bra, che  anche  il  detto  Sig.  Barone  s’ingannass© 
non  respettivarnente  al  nome,  che  ben  difende, 
ma  riguardo  al  tempo  della  di  lui  nascita,  non 
allegando,  come  vedremo,  alcuna  testimonianza 
in  suo  favore . Giunto  all’età  di  anni  tredici , si 
partì  dalla  Patria  ; e dirigendosi  a Roma  , colà  si 
mise  a (Servire  i Pittori  impiegati  dal  Pontefice 
Gregorio  XIII.  nelle  Logge  Vaticane . Avea  di 
già  avuti  i primi  rozzi  e pochi  principi  delp Ar- 
te pittorica  dal  suo  Genitore  pittoricchio  di  Vasi 
( Milizia  JDizion.) , che  avrebbero  piuttosto  po- 
tuto servire  a rovinare  l’arte  , di  quello  siasi  a 
guidare  un  giovane  ad  esser  pittore.  Tn  tempo 
che  macinava  i colori  _,  e preparava  loro  le  pa- 
lette, osservava  la  maniera  che  in  dipinger  tene- 
vano^ e sentivasi  spinto  a maneggiare  anch’egli 
Il  pennello.  Narrasi,  che  un  giorno  , trovandosi 
solo , principiò  ^ dipingere  di  contro  ad  un  pila- 


ao  6 Notizie 

stro  certi  satiretti,  che  poi  sopravvenuti  i mae- 
stri, furono  da  loro  osservati,  ed  ammirati  insie- 
me. Non  potendo  conoscere  nell’istante  di  chi 
fossero  opera  , poiché  sembravano  toccati  con  gu- 
sto, e franchezza,  si  misero  alcuni  di  loro  in 
aguato,  per  sorprendere  il  nuovo  Pittore,  che  in 
quelli  si  manifestava.  Giuseppe,  credendo  anche 
in  quelP  istante  di  non  essere  da  niuno  veduto,  si 
pose  di  bel  nuovo  a dipingere  sulfistesso  tenore, 
quando  trovossi  sorpreso  , e scoperto  , non  senza 
particolare  sua  lode.  Informato  di  ciò  il  suddetto 
Pontefice,  lo  provvide  di  dieci  scudi  al  mese,  onde 
a jutando  la  sua  povertà , potesse  darsi  intieramen- 
te alla  Pittura.  Egli  vi  si  applicò  sotto  la  pro- 
tezione anche  del  Danti,  ed  in  un  anno  di  tem- 
po, siccome  possedea  in  sommo  grado  il  talento 
di  farsi  valere  J sotto  la  condotta  di  quei  savj 
JMaestri , potè  essere  in  grado  di  entrare  a parto 
con  essi  del  lavoro,  e del  pagamento  di  uno  scu- 
do d’oro  il  giorno  per  cadauno  . Crebbe  la  di  lui 
fama  a tal  segno,  cha  le  Chiese ^ i Palagj,  e le 
Corti  di  Roma,  di  Napoli,  e di  Francia  sospira- 
rono La  dolcezza  delle  opere  sue  (Abec.  Pit  ) Ma 
la  fama  non  è sempre  veritiera , e le  sue  gote  gon- 
fiansi sovente  dal  vano  applauso  di  un  volgare  fa- 
natismo, che  arriva  qualche  volta  a sorprendere  ^ 
ed  allucinare  le  Persone  potenti , ed  autorevoli . 
Tale  stimerei  che  fosse  stato  in  gran  parte  il  cre- 
dito, in  cui  era  montato  in  quei  dì  Giuseppe  d’Ar- 
pino;  poiché  quantunque  non  manchi  di  spirito, 
di  fuoco,  e di  elevatezza  nelle  sue’  idee  , ed  i 
suoi  tocchi  sieno  liberi,  e franchi,  pure  il  suo 
colorito  è freddo  ed  insipido , le  sue  espressioni 
sono  forzate,  ed  i tocchi  sono  per  lo  più  scorret- 


degl5  Intagli  atout.  a 07 

ti.  Certo,  che  quel  secolo  già  depravato  avea  il 
gusto  di  correr  dietro  al  falso,  purché  avesse  un 
po’  di  brillante  ; e come  avea  potuto  fare  nella 
Poesia  il  Gavalier  Marini,  riesci  sedurre  nella  Pit- 
tura al  Cavalier  di  Arpino.  Ciò  non  ostante  il 
Milizia  sembra  abbia  non  poco  esagerato  , facen- 
dolo soltanto  eccellente  nelle  strambalatezze , ed 
asserendo  che  morto  lui  morirono  tutte  le  lodi 
delle  sue  opere  , non  sopravvivendo  che  scempia - 
faggini  (Dizion,  dell’ Arte  del  Diseg.)  Impercioc- 
ché non  cadon  certamente  in  gran  parte  sotto 
questa  mordace  censura  la  nascita  di  Romolo  ^ 
e la  battaglia  fra  i Romani , e i Sabini _,  che  a 
fresco  dipinse  nel  Campidoglio  nè  quei  tocchi 
liberi  9 e franchi , che  non  cessan  mai  di  piacere 
ai  veri  intendenti  . ed  ai  giusti  estimatori  del 
bello.  Ritrasse  egregiamente  i Cavalli,,  atteggiò 
i volti  con  forza,  e si  distinse  nella  facilità,  nel 
fuoco e nel  fracasso  di  quella  turba  di  gente , 
che  riempie  le  sue  storie  • Immaginava  con  certa 
naturale  felicità,  e copia,  ed  improntava  nelle 
sue  animate  figure  una  certa  vaghezza  , che  anche 
i suoi  contravj  han  dovuto  ammirare . Ora  sebbe- 
ne a fronte  di  tutto  questo  possa  ripetersi,  che  più 
s*  ingrandì  il  suo  nome  di  quello  realmente  me- 
ritasse , non  deesi  però  oscurare  in  maniera,  che 
senza  ragione  arrivasse  a conseguire  la  grazia  dei 
Potenti , e le  decorazioni  che  in  vista  delle  sue 
opere  gli  furono  ahondevol mente  compartite.  Fra 
questi  ci  rammenta  la  Storia  Clemente  Vili.,  che 
oltre  degnarlo  della  sua  familiarità  oltre  ad  aver- 
lo creato  Cavaliere  dell'abito  di  Cristo  ^ lo  dichia- 
rò Direttore  di  S.  Giovan  Laterano  ? nella  quale 
ingerenza  continuò  sotto  Paolo  V.,  non  cessando 


2o$  Notizie 

mai  di  ricolmarlo  di  benefizj . Non  minore  stima 
fece  di  lui  il  Cardinale  lldobrandino,  che  seco  lo 
condusse,  allorché  spedito  Legato  in  Francia  pe’l 
matrimonio  di  Enrico  IV.  con  Maria  dei  Medici, 
potè  presentarlo  a quel  Sovrano  , che  conobbelo 
per  Artista  sì  degno,  e ricolmandolo  di  donativi, 
lo  fregiò  del  titolo  di  Cavaliere  dell’ Ordine  di 
S.  Michele.  Dovendosi  prestar  fede  al  Milizia, 
avrebbe  il  Cavalier  d'Arpino  mal  ricambiato  tari- 
ti benefizi  dei  suoi  mecenati  , asserendo,  che  verso 
i suoi  Protettori  seppe  corrispondere  con  mormo- 
razioni , e con  insolenze , rimproverandoli  di  non 
avere  abbastanza  ricompensato  il  suo  merito  su - 
fcZime.  Ma  se  a tanto  non  arrivò  in  effetto,  i suoi 
portamenti  almeno  furono  tali  , che  han  merita- 
to la  disapprovazione  dei  condati  Storici  , ai  quali 
è venuto  fatto  fino  ai  nostri  tempi  discorrerne 
>y  Anzi  per  Plebei  operava  più  prontamente , scri- 
ve il  Cli.  Ab.  Lanzi  (Stor.  Pit.  T.  i.  fol.  456.) 
che  per  Principi , coi  quali  9 come  il  Figellio  di 
Orazio  , amava  di  comparire  svogliato , restio  ; 
ambiva  di  esser  pregato  da  loro  ; affettava  di 
non  curargli  : tanto  dal  plauso  di  un  guasto  seco- 
lo avea  preso  orgoglio . „ 

Ebbe  anche  un'altra  maniera  in  dipingere, 
che  fu  molto  libera  , o negletta , della  quale  più 
spesso  dell’altra  fece  uso,  rincrescendogli  e lo  stu- 
dio della  prima,  ed  intrattenendosi  più  comoda- 
mente nell’altra,  massime  nella  sua  vecchiezza. 
Lavorò  molto,  e delle  sue  opere  se  ne  trovano  as- 
sai, tanto  presso  dei  Principi,  che  dei  privati  , che 
con  più  diligenza,  e sollecitudine  serviva.  Il  suo 
fervido  temp;  lamento,  e l'arditezza,  che  davagli  il 
Suo  talento,  gli  spirarono  uà  tal  coraggio,  che  An- 


degl' Intagliatori  ; 209 

Ìlibaie  Caracci  altro  ostacolo  pia  forte  non  ebbe 
in  voler  riformare  la  Pittura,  che  il  Cavalier  di 
Arpino.  Diversi  incontri  gli  presentarono  i di  lui 
emoli , ed  egli  altri  ne  presentò  a loro,  senza  che 
mai  volesse  mostrare  di  soccombere  . il  Caravag- 
gio ^ come  testé  osservammo  nella  di  lui  Vita,  lo 
sfidò  alla  spada 9 ma  ei  ricusò  di  battersi,  perchè 
non  era  quel  furibondo  ancor  Cavaliere  . Egli 
sfidò  il  Caracci;  ma  questi  risposegli,  che  la  sua 
spada  era  il  pennello  . Mentre  era  in  Napoli  9 e 
dipingeva  il  Coro  di  quella  Certosa,  i Deputati 
avean  formato  il  pensiero  di  fargli  anche  dipin- 
gere la  Cappella  di  S.  Gennaro  di  quella  Città; 
ma  Belisario  Corenzio , unitosi  con  lo  Spagnoletto 
e col  Caracciolo  _,  tal  guerra  gli  fece , che  l’Arpi- 
nate  , senza  condurre  a termine  il  Coro  predetto,  s© 
ne  fuggì  a Monte  Cassino , e di  lì  a Roma  , d'onde 
erasi  già  partito  . Il  Barone  de  Heinecke , che  sen- 
za citare  alcuna  testimonianza  di  altro  Scrittore 
come  si  disse,  il  fa  nascere  nel  i568.,  non  accen- 
na Panno,  in  cui  cessò  di  vivere.  L'Abate  Lanzi 
su  l’autorità  deiBaglioni  scrive  che  morì  nel  1640., 
ma  non  indica  l'anno , in  cui  egli  nascesse  : ed  il 
P.  Orlandi  ( AbececL.  Pitt.  ) afferma  che  morì  ca- 
rico di  gloria  , e di  ricchezze  ottogenario  nel  1640., 
e fu  seppellito  in  Araceli , dal  che  sembra  ch’egli 
nascesse  non  più  là  del  i 56o.  Spero  che  saran- 
no dagli  Amatori  compatite  le  suddette  notizie  9 
perchè  interessano  non  solo  la  Storia  pittorica 
mtf  eziandio  il  nostro  scopo , avendo  egli  inta- 
gliato ad  acqua-forte  alquanti  pezzi , fra’  quali 
l’Assunzione  di  Maria  Santissima.  Vedi  all'Art. 
Cesari  Giuseppe  . 


1 © Notizie 

ART  ARIA  ( ) Trovo  que9to  Incisore  nel  pic- 

colo Catalogo  intitolato;  Ma  Chambre  a dormir 
$1  1781.  che  intagliò  da  Pompeo  fiatoni 

Cleopatra,  che  mostra  ad  Augusto  il  Busto  di  Giulio 
Cesare  . 

ARTSHN  (Pietro).  Vedi  il  Gandellini . 

ASNE  (Michele  L’)  o ASINIU5,  o LASNE, 
o ASINO  come  trovasi  nelPAbecedario  Pittorico, 
e nel  Gandellini , che  ne  tratta  , e si  accorda  col 
Rasan  ad  asserirlo  non  Parigino,  come  scrive  il 
Sandrart , e ^1  Padre  Orlandi  , ma  nato  in  Caen 
nella  Normandia  inferiore  . Che  se  convengono 
©ssi  intorno  la  Patria,  discordano  però  su  l’anno 
della  sua  nascita.  Gandellini  scrive,  che  nacque 
nel  i595.,  campò  72.  anni  , e morì  per  conseguenza 
nel  1667.  Ed  il  Basan  dice,  che  nacque  nel  1596., 
e che  morì  nel  1667.,  n i qual  sentimento  conven- 
gono gli  Scrittori  del  ( Manuel  école  Fran  Tom.  7. 
fol.  92.) 5 e(l  avrebbe  vissuto  71.  anno,  differenza 
di  niun  valore,  cd  emendabile.  Fossero  così-  sta* 
te  dal  nostro  Gandellini  rilevate  le  prerogative 
del  suddetto  Artista , e specificate  alcune  sue 
Stampe  tenute  perle  migliori  da  esso  intagliate! 
Sì  attenne  Asne  , per  quello  discopresi  nei  suoi  la- 
vori , alla  maniera  di  Francesco  Villamena , e di 
Cornelio  Bloermaert. 

L’Ab.  de  Marolles  fa  ascendere  le  sue  ope- 
re a 600.  pezzi,  nei  quali  più  o meno  scorgesi, 
ch'ei  disegnava  molto  correttamente,  e conduce- 
va con  somma  facilità  il  suo  bulino,  quantun* 
que  non  andasse  esente  da  una  certa  secchezza  , 
che  molto  pregiudica  a tutto  1*  insieme  delle  suo 
Stampe , le  quali  marcò  col  suo  nome  ? e con  la 


• dfgl’  Intagliatori  . ai  t 

Sua  cifra,  eli 'è  la  seguente  R,  . Fra  le  predette 

migliori  sue  Stampe  riportiamo  e con  Mr.  Basan, 
e con  gli  altri  Scrittori  del  Manuel  le  seguenti  . 

I.  Un  Cristo  morto  steso  sopra  una  pietra  , vicino  al  qua- 
le stassi  seduta  la  Maddalena  piangente  , di  sua  compo- 
sizione gr  pezzo  in  tr.  dedicato  a Luigi  XIII.,  ed  inta- 
gliato nel  l54l. 

II.  Gesù-Cristo  in  Gloria  con  S.  Pietro,  e S.  Paolo,  da 
Paolo  Veronese  mez.  pez.  in  alto . 

III.  Una  Visitazione,  da  Lodovico  C arac  ci  , mez.  pez. 
in  alto . 

IV.  La  Vergine  SS.  e il  Santo  Bambino  che  dorme . 
Questo  Quadro  conoscesi  sotto  nome  il  Silenzio  del  Ca- 
racci.  E’  stato  inciso  anche  da  Heizelman  , e da  Picart 
il  Romano  . La  presente  è in  mez.  pez . int> 

V.  Una  S.  Famiglia,  dal  Rubens  p.  p.  in  alt . 

VI.  S.  Francesco  d’Assisi  che  riceve  Gesù  Bambino  dal- 
le mani  di  Maria  SS.  dal  medesimo  , mez.  pez.  in  alto 
con  un  masso  coll’iscrizione  P.  p.  Rubens  inv.  M*  Lasne 
fecit  . 

VII.  S.  Francesco  di  Paola,  che  riceve  il  S.  Bambino 
dalla  SS.*  Vergine  sua  Madre,  dal  medesimo  , p.  p.  in  alt. 

E’  questi  un  pensiere  eguale  al  precedente , 
ma  è trattato  con  qualche  differenza,  e non  vi  è 
il  nome  del  Pittore . M.  Lasne  fecit . 

Vili.  11  Ritratto  di  Luigi  Xlll.  a Cavallo.  In  questa 
Stampa  dee  avvertirsi  , che  il  fondo  è intagliato  dal  Cai - 
lot  y in  cui  rappresentasi  la  Battaglia  de  Veillane  . Mi- 
chael Asinus  Sculptor  Regius , gr.  in  Jol.  di  sua  com- 
posizione . 

IX.  Uno  scudo  per  Tesi,  cavato  da  le  Brun , e dedi- 
cato ad  Enrico  di  Mcsme . 

Le  altre  sue  Stampe  che  sono  in  un  gran 
numero  oltre  a quelle  del  Gandellini  y vengono 
dalle  opere  del  Tiziano,  di  Paolo  Veronese,  dello 
Spagnoletto  , Benedetto  Castiglione  , Filippo  Cham- 
pagne, Vovet,  Lorenzo  de  la  Hire,  Fietro  Mi- 
gliarci., ed  altri.  Vedi  Basan  (seconda  edit.) 


aia  Notizie 

X*  UnGftovaiie  che  legge  , gr.  in  4.  di  sua  composizione  * 

XI.  Una  Compagnia  di  Contadini  in  allegria,  gr.  in  4. 
idem . 

XII.  La  Vergine  col  Bambino  Gesù,  che  si  riposa  sot- 
to un  albero  , p.  in  fol.  id. 

Xill.  Bellerofonte  montato  sul  Cavallo  Pegaseo  , che  com- 
batte con  la  Chimera,  in  Jol.  id. 

XIV.  Bernardo  Duca  de  la  Vallette  a Cavallo.  Il  fon- 
do di  questa  Scampa  , che  rappresenta  la  Città  di  Metz  , è 
stato  inciso  dal  Callot , e la  composizione  è dtlì'Asne. 
gr.  in  fot 

XV.  Anna  d’Austria,  Regina  di  Francia,  in  abbiglia- 
menti reali , gr.  in  fol . 

XVI.  Armando  Cardinale  Duca  di  Richelieu,  gr.  in  fol. 

XVII.  Giulio  Cardinale  de  Mazarin , sedente  ad  una  ta- 
vola , gr.  in  toh 

XV111  Carlo,  Signore  di  Crequi,  Maresciallo  di  Fran- 
cia , gr.  in  fol . 

XIX.  Francesco  de  Bassompierre  Maresciallo  di  Fran- 
cia, gr.  in  fol. 

XX.  Pietro  jSeguier , Cancelliere  di  Francia  , gr  in  fot. 

XXI.  Niccola  de  Bailleur,  Presidente  del  Parlamento  r 
gr.  in  fol. 

XXII.  Francesco  Fernandez,  Religioso  dell’Ordine  di 
S.  Francesco , in  fol. 

XX111.  Il  Padre  Giuseppe  da  Parigi , famoso  Cappucci- 
no , gr.  in  fot 

XXIV.  Luigi  Petit,  Generale  dell’Ordine  de’ Trinitarj, 
gr.  in  fot 

XXV.  Già.  Francesco  Niceron  Religioso  e celebre  ma- 
tematico, gr.  in  fot  RARO. 

XXVI.  Giulio  Strozzi,  Poeta  Veneziano,  da  Simone 
Vouet  1627*  in  4. 

XXVI L Gio.  Carlo  Doria , in  4. 

XXV111.  Francesco  Quesnel , primo  pittore  del  Re  En- 
rico 111. , dipinto  da  se  stesso  , gr.  in  4. 

XXIX.  11  Padre  Niccola  Caussin,  intagliato  nel  gusto 
di  Melimi , l65l-  in  fol. 

XXX.  Sacra  Famiglia  , in  cui  il  Bambino  Gesù  fa  ca- 
rezze a sua  madre,  ed  il  Fanciulletto  S.  Giovanni , pre- 
sentato da  S.  Giuseppe  , e seguito  dal  suo  Agnello  a da 
Rubens , in  fol.  RARO. 


efgl’  Tntagt.Utort  « 2 I 3 

XXXI.  Uìi  Ecce  Homo , pezzo  dedicato  a G.  Perrault;  , 
dai  Tiziano  in  lol. 

XXX11.  La  Vergine  nelle  nuvole  , assisa  sulla  Luna  cre- 
scente, coll*  iscrizione  : Invenit , quem  diligitetc.  dall’^Z- 
bario.  Ovale  in  ,ol. 

ASNE  [Pietro).  Vedi  il  Gandellini . 

ASNER  (Giovanni),  assai  mediocre  Intagliato- 
re  3 scrive  Basan  (seconda  ediz.) , nato  in  Vienna , 
ove  anche  morì  nel  1748.  Non  si  conoscono  di 
lui,  che  delle  Stampe  di  Divozione.  Ebbe  anche 
due  iìglj , i quali  esercitarono  la  medesima  pro- 
fessione, ina  con  miglior  successo  del  Padre. 

ASPRUCK  i Francesco) , Pittore  nato  a Brusel- 
les  , Discepolo  di  Spranger,  incise  in  mezza  figura 
i quattro  Angeli  Michele  ^ Gabriele  , Raffaele  , e 
Urial . in 

ASSEN  (Giovanili  VAN),  detto  anche  VAL- 
THER,  nato  in  Olanda  verso  il  i49°*  > °^ie  b°rì 
nel  disegno,  e nell’arte  &*  intagliare  in  legno  in 
Amsterdam  versoli  i5i4-  Il  Barone  d’  Ileinecke 
)loc.  cit  fol.  202.)  nella  quarta  Classe  Ecoie  Pla- 
ni ande  , lo  rammenta  per  la  suddetta  Classe  con 
altri  di  quella  scuola  dell’ intaglio . Del  rimanen- 
te le  circostanze  della  sua  vita  non  sono  bastante- 
mente conosciute  . Si  dice,  ch’egli  sia  Olandese  , e 
contemporaneo  di  Luca  di  Olanda  da  una  Stam- 
pa che  Giuseppe  Strutt  ha  citato  , la  quale  rap- 
presenta una  figura  armata  a Cavallo  coli’  iscri- 
zione 1 St.  HadrianuS'Arnstolodamaus , in  aedi- 
bus  Donandri  Petri  all’insegna  del  Castel  S.  An- 
gelo. La  data  del  i5i4»  si  trova  in  un  altra 
sua  opera . 

AUBERT  (Michele) , riportato  anche  dal  Gri- 
dellini, al  quale  stimerei  ben  fatto  aggiungere  le 
Seguenti  notizie,  cioè  ch’egli  intaglio  dei  quadri 


ai  4 Notizie 

per  la  Galleria  di  Dresda,  che  ha  per  titolo: 
Hecueil  d E'tcìmpes  d’aprés  les  plus  célébres  ta - 
bleaux  de  la  Galler  e de  D resele . Premier  Vola - 
me  ij53.  et  second  Volume  1757.  gr,  infoltii). 


(il),,  Questi  due  volumi , scrive  ii  Barone  d’  Heinecke  , 
contengono  cento  una  Stampa  , incise  da  altrettanti  Quadri 
di  questa  Galleria  con  un  discorso  in  Italiano,  ed  in 
Francese , ornato  di  vignette , e di  lettere  con  figure  , ed 
arabescai.  Alla  testa  d-1  primo  volume  si  trova  il  bel 
Ritratto  di  Augusto  111.  Re  di  Polonia  inciso  dal  famoso 
Balechou  da  Giacinto  Rigaudi  pezzo,  che  passerà  certa- 
mente per  sempre  per  un  capo  d’opera  dell’incisione. 
Viene  di  poi  la  pianta  della  fabbrica  della  Galleria  . Il 
secondo  Volume  è ornato  del  Ritratto  della  Regina  di  Po- 
lonia, dipinto  da  Silvestre , ed  inciso  da  Daulé  s indi  tro- 
vasi l’alzato  della  facciata  di  detta  Fabrica  . 

1 Quadri  sono  stati  disegnati  da  Carlo  Hutin  , Sto - 
fano  Torelli,  Giovambattista  lnternari  , Francesco  Gon- 
dini , Mattia  Oesterreich , Marcello  Bacianelli , Pietro 
Hutin,  e Antonio  K^rn.  Per  intagliare  le  Stampe  sono 
stati  impiegati  varj  Artisti  di  diversi  luoghi.  A DRESDA 
Giuseppe  Camerata,  Michele  Keiì , Luigi  Wust  , Loren- 
zo Zucchi  , e Cristiano  Federigo  Boetius  . A AUGSBOURG 
Filippo  Andrea  Kilian,  ed  Elia  Ritinger  . A COPENHA- 
GEN Giovan  Martino  Preis^er . A AMSTERDAM  Gia- 
como Folkema , Simone  Fokke , Pietro  Tanje,  Giacomo 
Houbraken,  c j.  Punt . A PARIS  Stefano  Fessand  , Nic- 
colo Dauphin  de  Beauvais  , Giovanni  Danlè , Natale  le 
Mire,  Pietro  Stefano  Moitte , Luigi  Sartigue  il  Padre  y 
■Giacomo  Filipart  , Francesco  Basan  , Niccolo  Dupuis, 
Pietro  Luigi  Sarugue  il  tiglio , Ni 'cola  Tirdieu,  Pietro 
Aveline  , Claudio  D ìflos  , Claudio  Donato  Jardinier  , Cri - 
Stefano  Taucher,  MICHELE  Aubert , Luigi  Jacob,  Pie- 
tro Chenu , Giovanni  'Jeauvoriet,  Lodovico  Lampereur  , 
Antonio  Rodigues,  Domenico  Sorniq  ic  , c Giacomo  Allia- 
met.  A VENEZIA  Marco  Pitceri , Giuseppe  Vagner,  e 
Francesco  Zucchi.  A ROMA  Pietro  Campana. 


D*nt/  Intagliatori  . * 21 5 

Fu  anche  impiegato  a tempo  di  Luigi  XIV. 
nella  Galleria  di  Versaglies  per  incidere  delle 
Stampe  da  alcuni  quadri,  che  colà  trovavansi  (12,)  . 

incise  come  qui  già  avvertimmo  (a  Nic- 
colò Annessiti),  nella  Raccolta  di  Grozat,  ed  an- 
che in  un  altra  raccolta  comparsa  in  Londra , del- 
la quale  ha  scritto  il  prefato  Barone  de  Hei- 
necke  (i3). 


(12)  Col  prelodato  Scrittore  riporterò  il  Titolo  dell’Ope- 
ra, e la  serie  degl’  Incisori  , che  vi  furono  impiegati. 
,,  La  Grande  Gallerie  de  Versailles  et  ies  deux  Salons, 
qui  l’accompagnent , peiilts  par  Charles  le  Brun , primier 
Peinrre  de  Louis  XìV.  dessinés  par  Jean  Baptiste  Massè  , 
Peintre  , et  Conseiller  de  l’Académie  Royale  de  Peinture 
et  de  Sculpture  , et  gravés  sous  ses  yeux , par  les  meil- 
leurs  maitres  du  tems  „ Paris  Imprimerle  Rojale  1252. 
gr.  in  fol. 

Compongono  quest’opera  cinquantadue  Stampe  con 
ciò  che  spetta  alla  Franca  Contea  riconquistata , che  vol- 
le il  Re  donare  a Sr.  Massè  per  aumentare  questa  rac- 
colta  . 

Gl’ Incisori , che  vi  sono  stati  impiegati , sono  ; Lau- 
rent, Cochin  le  fìls,  Dupuis  le  jeune,  Tardieu  pere,  e 
fìls,  Desplaces , Beauvais  , Cars  , Simoneau  , Liotard  , Su- 
beiran , Wille,  Lepide,  Duflos , Serugue  le  pere  , Tho- 
masin.  Aveline,  Ravenet,  Sórnique , Audran,  AUBERT 
et  Preisler  . 

(13)  „ Tombeaux  des  Princes , .des  «rands  Capitaines  et: 
autres  hommes  illustres , qui  ont  fleuri  dans  la  Grande 
Bretagne  versla  fin  du- XV 11.  et  le  cómmencement  du  XV111. 
Siede,  gravés  par  les  plus  habiles  Maitres  de  Paris, 
d’après  les  tableaux  et  deseins  originaux  des  plus  habiles 
Peintres  d’ Italie.*  tirès  du  Cabinet  de  Monseigneur  le  Due 
de  Richemond,  Lenox  et  d’Aubigny,  Chavalier  de  l’Or- 
dre  de  la  Jarretiere  , et  Grand  Ecuyer  de  S.  M.  le  Roi 
de  la  Grande  Bretagne.  Lctout  dirigd  et  mis  a»  jout  par 


&i  6 Notìzie 

Non  assegna  il  Gamieliini , come  anche  Mr. 
Basan  (seconda  ediz.) , Tanno  , in  cui  nacque,  che 
fu  il  1700.,  nè  la  Patria,  che  fu  Parigi  Tace 
quale  incontro  avesse  nelle  sue  opere  , mentre 
sappiamo,  che  tanto  nei  Ritratti,  quanto  nei  fatti 
storici  che  incise , non  si  acquistò  mai  molta  repu- 
tazione ( Manuel  écóle  F ran . T..  ih  fol.  9 4»)  e. 
che  i suoi  lavori  furono  a punta,  ed  a bulino,  e 
che  morì,  non  come  egli  scrive  nel  1740.,  ma  bensì 
nel  1757.;  nel  che  conviene  il  predetto  Basan , co- 
me meglio  comprendesi  dal  seguito  delle  sue  Ope- 
re che  sono  in  gran  parte  riportate  ( Manuel  loc . 
cit.  ) , e che  noi  trascriviamo  con  le  solite  ani- 
mavversioni . 

I.  Elisabetta  Regina  d’InghHterra  in  4- 

II.  Carlo  Emanuelle  Duca  di  Savoja  , da  Van-Dyck . 

III.  Vittorio  Amedeo  Re  di.  Sardegna , da  Ferrand  * 

IV.  Giacomo  1.  Re  d’Inghilterra. 

V.  Filippo  di  Francia  Duca  d’Orleans , da  Nocret. 

VI.  La  Marchesa  di  Montespan , da  J.  L. 


les  soins  d’Eugene  Mac,  Swing  Guiot  inv.  et  scripsit, 

F.  Baillene  sculpsit , gf.  in  fol. 

Contiene  la  predetta  Raccolta  XXII.  stampe,  delle 
quali  X.  sono  incise  su  i disegni  di  F.  Bucher.*  II.  da 
Carlo  Vanjoo,  I.  da  P.  Jos.  Parrat,  e le  altre  X.  dai 
Quadri  di  qualche  Pittore  italiano,  cioè  G.  B.  Pittonì  , 
A.  Canali,  G.  B.  Cimar  oli , F.  Monti , N Fcrrajuoli . 

G.  P.  P.  Mirando , D.  e G.  Valeriani , D.  Creti , Giu- 
seppe Orsoni , Sebastiano , e Marco  Ricci.  Si  osserva, 
che  spesso  il  medesimo  Quadro  è stato  eseguito  da  tre 
differenti  mani,  vale  a dire,  che  un  Pittore  fecevi  il 
fatto  storico,  l’altro  l’architettura,  ed  un  altro  il  Paesag- 
gio. Gl’Intagliatori  sono  stati.*  L.  Cars , C.  N.  Cochin , 
Nic.  Dorigul , N.  Far  die  u , Beauvais  ,Cl.  Dujìos  , M.  AU- 
BERT , L.  Saruge , Nicolò  de  V Armesin , G.  P.  le  Bas , 
L.  Desplaces , et  G . Lepide  . 


degl’  Intagliatori  . a 17 

Vii.  Luigi  Delfino  di  Francia  a Cavallo,  da  Le  Sueur , 
in  Job 

Vili.  Luigi  XV.  Re  di  Francia  a Cavallo,  pezzo  simile. 

IX.  I Ritrae#  del  Delfino,  e della  Delfina,  da  M.  Q. 
de  la  Tour  , 2.  pozzi  in  fol. 

X.  Ritratto  di  Carlo  Stuart  Principe  di  Galles , dalme- 
desimo  in  ovato  in  fol. 

XI.  Un  gran  numero  di  Ritratti  in  cartelle  per  la  vita 
dei  più  famosi  Pittori  per  Argensville  . 

Senza  stia  qui  a ripetere  q*uello  che  su  que- 
ste Opere  dissi  nel  IV.  Tomo  del  (Saggio  Lette~ 
T-ario-jBihliograftco-Gritico  fol.  3o.) , rimetterò  ivi 
il  principiante  Amatore,  per  esser  vie  più  inte- 
so di  quale  importanza  elle  siansi. 

XII.  La  Circoncisione,  da  Ciro  Ferri , incisa  nel  1724.  infoi. 

XIII.  S.  Francesco,  da  Guido  , pezzo  contornato,  in  fol. 

XIV.  Pan  instruito  da  Amore,  mezza  figura,  dal  Ca - 
vacci , in  fol. 

XV.  San  Giorgio  prostrato  avanti  Gesù  Bambino,  eia 
SS.  Vergine  , dal  Parmigianino  , per  la  Galleria  di  Dresda, 
in  fol. 

XVI.  Marte,  e Venere,  legati  da  Amore,  da  Paolo 
Veronese , per  la  raccolta  di  Crozat  ? in  foi. 

Mr.  Basan  la  descrive  in  diverso  sesto,  cioè 
2,.  tn.  p.  s.  in  alto . 

XV 11  La  Vanità,  figura  allegorica , da  una  parte  un 
teschio  di  morte,  da  Gouchardon  , ia  fol. 

XVill.  Il  Riposo  di  Venere  con  Cupido,  da  Goucher , 
in  fol.  int. 

La  cita  il  Basan  . 

XIX.  La  Morte  di  Adone,  dal  medesimo  , gr.  in  fol . int . 

Ed  anche  questa . 

XX.  Labano  , che  cerca  i suoi  Dei,  da  Stefano  Jean - 
rat , in  fol.  int. 

E’  rammentata  questa  Stampa  dal  Gandelli- 
ni , e dai  Basan  . 

XXI.  La  Riconciliazione  di  Labano  , dal  medesimo. 

Anche  questa  è unita  presso  Basan  con  Tan- 

incedente,  c dal  Gandellini  individuata. 


ai  8 Notizie 

XXII.  La  Passeggiata  su  i Rampar! , da  Valteau9  gt'm 
in  fol.  int. 

XXlil.  Le  Rendez-vous  de  chasse,  dal  medesimo , «r. 
infoi 

AUBERT  (Giovanni).  Credesi  fosse  della  me- 
desima famiglia  dell'antecedente  . Abbenchè  la  sua 
professione  fosse  quella  dell*  Architetto  , pure  trat- 
teggiò anche  il  bulino  , poiché  abbiamo  di  suo  il 
Ritratto  di  Gillot. 

AUB1N  (Agostino  DI  SAINT),  Disegnatore, 
Intagliatore  a punta  e a bulino  , nato  in  Parigi 
verso  il  1720. /sebbene  il  Basan  (seconda,  ediz.) 
lo  creda  nato  nel  17  36.  Fu  membro  dell'antica 
Accademia  di  pittura,  ed  uno  de* più  ingegnosi 
artisti  del  Secolo  XVIIL  Fu  allievo  nell'intaglio 
di  Lorenzo  Cars , e si  formò  una  maniera  di  di- 
segnare speditissima  e piena  di  gusto.  Il  lavoro 
di  quest’Artista  è uno  dei  più  considerabili,  ed 
interessanti  per  la  varietà  de’  soggetti , che  con- 
sistono in  ornati  di  libri , ritratti , pezzi  di  Sto- 
ria, e di  altra  sorte,  tanto  di  sua  composizione > 
quanto  da  altri  IMaestri . 

Quest’Artista  laborioso  Ira  intagliato  ancora 
molte  altre  opere  , oltre  3ooo.  Medaglie,  o poco 
meno  per  la  _,,  Raccolta  di  medaglie  e di  mo- 
nete dei  Popoli  e delle  Città,  di  Mr.  Pellerin  ,, 
famoso  Antiquario.  11  suo  gabinetto  composto  di 
trenta  mila  Medaglie  è passato  in  quello  del  Re 
per  la  Somma  di  ó 00,000.  lire. 

L'Opera,  che  fa  onore  sopra  d’ogn’altra  a 
St.  Aubin  pel  gusto  e per  la  precisione  è la 
preziosa  Collezione  delle  Pietre  d'intaglio  antico 
del  Duca  d’ Orleans;  opera,  che  fa  serie  per  la 
forma  con  quella  di  Mariette  » L’Abate  de  Lachau , 


dfgl’  Intagliatori  . a 1 9 

c P Abate  le  Blond  sono  i compilatori  di  questa 
bella  Collezione  , che  come  scrive  Mr.  Basan  (/oc. 
citar.),  consiste  in  due  volumi  in  fol. 

Volendo  il  Sig.  Barone  de  Heinecke  porre 
£ne  ad  una  questione , nella  quale  sosteneva  Mr. 
Mjerman,  che  le  Vignette  della  prima  edizione 
del  libro  Speculum  ha  nanne  salvitionis  y detto 
anche  Spf'.cilum  figuratwn  in  pie . fol.  , non  era 
Ih  medesimi  di  quelle  delle  altre  edizioni  9 dopo 
avere  egli  osservatogli  esemplari  della  prima  edi- 
zione in  Parigi,  uno  dei  quali  conservasi  nella 
Biblioteca  del  Re,  Paltro  alla  Sorbona  , e *1  ter- 
zo presso  Mr.  Girardot  de  Prefond  , gli  confron- 
tò da  se  stesso  con  la  seconda  edizione  _,  di  cui 
un  esemplare  conservavasi  presso  i Celesti  ni . Fe- 
ce egli  allora  calcare  la  prima,  e P ultima  Vi- 
gnetta da  Mr.  de  Sr.  Aubin_,  che  operò  esattis- 
simamente. Dopo  tutto  questo  le  inviò  in  Olan- 
da, ove  Mr.  Enschede,  e Mr.  Yoer  ebbero,  dice 
egli  (Idée  gemer,  fol.  44^*)^  1*  compiacenza  di 
confrontarle  con  tutti  gli  esemplari,  che  so  10  in 
Harlem . Gosi  potè  asserire  con  certezza , che  in 
tutte  qulle  edizioni  enunziate  sono  sempre  le  me- 
desime Vignette  . 

Ecco  un  estratto  esteso  delle  sue  Stampe 

diverse . 

Ritratti  da  Cochin  il  figlio , la  maggior  parte  in  4. 

I.  Carlp  Niccola  Cochin  il  figlio  I^I. 

II.  Antonio  Beauiné , Speziale  in  Parigi  I^S. 

III.  Spirico-Giuseppe-Antonio  de  Blanchard , Maestro  41 
M jsica . 

IV.  Guglielmo  le  Blond,  Maestro  di  Matematica  , 

V.  Maria  Giuseppe  Cavallette  d;  Bucheiay  . 

VI.  Gio.  Giacomo  Casfieri  Scultore. 


2,20  Notizie 

Vii-  Guglielmo  Coristou  Scultore. 

Vili.  Antonio  Deparcieux  Matematico. 

IX.  Giacomo  Dumont  le  Romain,  Pittore. 

X.  Madama  le  Norman  d’ Estioiles  (Pompadour)  1764, 

XI.  Beniamino  b ranckiin  , con  occhiali  1777. 

XII.  Beniamino  t ranckiin,  lino  ai  ginocchi,  che  legge 
un  foglio. 

Xlll  L’Abato  Carlo  Ganzargues  Maestro  di  Musica  . 

XIV.  Guerin  , Chirurgo. 

XV.  Pietro  Jeliot,  Cantore  di  Teatro  e della  camera 
del  Re,  intagliato  ad  acqua  forte  da  Co  ohm , e termina- 
to da  St.  Aubin . 

XVI.  Gio.  Antonio  Rigoly  de  Juvigny,  Consigliere  ai 
Parlamento  di.  Digion. 

XVii-  Giuseppe  Maria  Francesco  de  Lassone  , primo 
Medico  della  Regina  1770. 

XVlil,'  Pietro  Giovanni  Mariette  , Amatore. 

XIX.  G.  F.  Marmontel,  d. il’ Accademia  francese. 

XX.  Gio.  Giuseppe  Cassarla  de  Mondonviiie , Maestro 
di  Musica . 

XXI.  Monet,  antico  Direttore  dell’opera  comica. 

XXil.  Salvatore  Francesco  Morand  Chirurgo  1708. 

XXlii.  Gio.  Battista  Pigaie , Scultore . 

XXIV.  Guglielmo  de  la  Motte-Piquec , uomo  di  mare. 

XX  V.  Alessio  Piron,  Poeta,  morto  il  L '2*7  3. 

XXVI.  M.  Philidor,  Compositore. 

XX Vii.  L’Abate  Pomni-r,  Cordigliere  al  Parlamento, 
intagliato  ad  acqua-forte  da  Cochin , e terminato  a buli- 
no da  St.  Aubin . 

“XX  Vili.  Gio.  Filippo  Rameau,  Compositore. 

XXIX.  L’Abate  Raynal , Istorico. 

XXX.  Roetiers  il  padre,  Orelice. 

XXXI.  Leonardo  le  Roux , Architetto. 

XXX11.  Carlo  des  Brosses , Conte  di  Tournay,  .Presi- 
dente al  Parlamento  di  Digion. 

XXXlli.  Tommaso  Walpole  . 

XXXIV.  Giorgio  Washington. 

XXXV.  Il  Principe  Carlo  di  Sassonia,  Duca  di  Curlan- 
dia,  1769.  in  4. 

XXXVi.  Carlo  Enrico  de  Heinecke  , Amatore  , 1769.  in  4. 

Questi  è quel  celebre  Amatore,  cui  tanto  dee 
la  Storia  delle  Belle-Arti  > ed  in  particolare  quel- 


« . « 

dfgl9  Intagliatoci  . 221 

la  delP Incisione  , che  a tanti  è servita  di  lume, 
e di  cui  ho  fatto  uso  anche  io  con  molto  mio 
vantaggio . 

XXXVil.  Linguet,  famoso  Avvocato,  1224-  z;z  4- 
XXX  Vili.  P L.  de  Belloy  , Autore  della  Tragedia  dell’As- 
sedio di  Calais,  ritratto  allegorico,  sostenuto  da  un  Ge- 
nio sul  sepolcro  dei  sei  Eroi  di  Calais  , in  8. 

XXXIX.  Pietro  il  Grande , per  la  grand’  edizione  di 
Voltaire  „ 

XL.  Ritratto  di  M.  Pellerin , celebre  Antiquario,  mor- 
to centenario  . 

XL1.  Il  Duca  di  Chevreuse  in  piedi,  in  abito  militare.. 

XLil.  Busto  di  Languet  de  Guercy , Curato  di  S.  Sul- 
pizio  , intagliato  il  1767. 

XL111.  Claudio  Giuseppe  Dorat,  senza  il  suo  nome, 
con  questa  iscrizione.*  Le  plaisir  est  son  Dieu  ec.  da 
Denon . 

XL1V.  Salomone  Gessner  , Poeta  e Pittore  , dallo  stesso , 

XLV.  Francesco  Arrouet  di  Voltaire,  dallo  stesso. 

XLVI.  M.  Worlock  , Medico  Inglese,  dallo  stesso. 

XLV11.  Dionisio  Diderot,  da  G.  B.  Greuze . 

XLV1I1.  Busto  di  Voltaire  in  profilo  , da  G.  B.  le  Moi - 
ne,  Scultore. 

XL1X.  Busto  di  Crebillon , veduto  di  prospetto,  dallo 
stesso . 

L.  Gio.  Giacomo  Rousseau,  da  De  la  Tour. 

LI.  Claudio  Adriano  Elvezio  , da  Luigi  Michele  Vair - 
Zoo,  in  4. 

Lll.  Carlo  XII.  Re  di  Svezia,  da  Gay  delle  per  la  grande 
edizione  di  Voltaire,  in  fol. 

Llll.  Ritratto  del  Re  di  Sardegna , da  G.  P.  Boucherat 
di  T orino,  gr.  in  fol. 

Varj  soggetti  di  sua  composizione 
e da  diversi  Artisti. 

LiV.  Serie  di  sei  pezzi , col  titolo  ; C'est  ici  les  dijjé - 
rens  jeuz  des  petits  polissons  de  Paris  , gr.  in  4- 

LV.  Due  pezzi  per  la  Storia  Romana  di  Filippo  di  Pre- 
tot , da  Gabriele  de  St.  Aubin , in  4. 

LV1.  Vertunno  e Pomona  , da  Fr.  Bou  her  , infoi,  in  tr, 

E’  citata  dal  Basan  (sec.  ediz.) 


k 


» m 

32a  Notizie 

LVIL  Anlione  salvato  da  un  Delfino  , dallo  stessa,  . 

in  fol  in  tr . 

LV111.  La  Fontana  di  Grenelle  in  quattro  pezzi,  da 
Edme  Bouchardon , in  fol. 

L1X.  Venere  sull’ onde,  in  forma  di  Conchiglia , inco- 
minciata ad  a óq aa-forte  da  Margherita  Luisa  du  Ron.se* 
rai , e terminata  a bulino  da  Agostino  da  St.  Auhin , 
dallo  stesso,  in  4* 

LX.  I cinque  sentimenti  del  Corpo  , da  Pietro  Dumcs • 
nily  intagliati  da  St.  Auhin , le  Masseur,  e Tillard . 

LXI.  Concerto  delle  Grazie  colle  Ninfe  in  presenza  di 
Venere  e d’Apollo , da  Cochin , intagliato  il  1221-  in  4. 

LXI1.  Venere  e Adone  coricati  sotto  alcuni  alberi,  don- 
de si  parte  Cupido  per  coronare  una  colonna,  da  D.  le 
Fevre  12(52.  p.  in  4.  in  tv. 

Di  questa  Stampa  incisa  con  somma  delica- 
tezza Mr.  Basan  nella  sua  seconda  edizione  vi  ha 
posto  il  saggio,  che  quantunque  in  piccolo,  cor- 
risponde maravigliosamente  al  suo  originale  . 

La  colonna  è coronata  di  sette  corone  di 
varj  fiori,  ed  una  ne  ha  in  mano  Gupido  in  aria 
che  sta  per  porvela.  Il  terreno,  su  cui  stanno 
Adone,  e Venere  , è smaltato  tutto  da  verdeggianti 
erbette,  da  rose,  e varj  fiori.  Sotto  leggesi  . . . 

- Mei  de  s non  ivcrit  ultra  . 

LXI1I.  Usanze  dei  Russi  dopo  il  matrimonio,  e avanti 
le  nozze  , da  G.  B.  le  Princè  , pezzo  intagliato  il  1767.,  infoi. 

LXiV.  Venere  nel  nicchio,  da  un  quadro  del  palazzo 
reale,  dal  Tiziano , infoi. 

F/  anche  presso  il  Basan  ( sec.  edìz . ) 

LXV.  Leda  col  Cigno,  da  Paolo  Veronese,  p in  fol . 
indicato  anche  da  Basan  ( sec»  edìz.) 

LXV1.  Battaglia  nelle  Gole  delle  montagne  della  Cina . 

LXV11.  Un  Campo  Cinese  investito,  e cinto  di  for- 
tini, ai  quali  i Cinesi  appiccano  il  fuoco* 

Queste  sono  due  delle  sedici  lastre  grandi , 
i disegni  delle  quali  furono  mandati  a Parigi 
daii’lmperator  della  Cina  . 


A 


dfgl’  Intagliatori  . 338 

AUBrN  ( Carlo-Germano  DE  S.),  Disegnatore 
ed  Intagliatore  a punta,  nato  in  Parigi  il  1731. 
e mortovi  il  1786.^  fratello  di  Agostino.  Era  di- 
segnatore del  Re  per  gli  abiti  alla  moda  _,  ed 
intagliò  ad  acqua  forte  diversi  piccoli  fiori  e sog- 
getti di  fantasia  , di  sua  composizione . 

t Questo  Articolo  può  dirsi,  che  sia  stato  in- 
serito nel  Manuel  (Tom.  8.  fol.  178.)  da  quello 
di  Mr.  Basan  (seconda  edizione ),  al  quale  però 
vi  è stato  aggiunto,  che  fu  disegnatore  del  Re 
pe  ’l  moderno  vestiario  . Come  insieme  sonosi  spe- 
cificate le  seguenti  Stampe,  che  mancano  nel  sud- 
detto Basan  . 

I.  Primo  saggio  Papilloneries  humaines,  d’umani  mo- 
vimenti alla  maniera  delle  farfalle  , sei  pezzi , in  fol.  in  tr* 

II.  Altra  serie  simile  di  sei  pezzi 

III.  Mes  Fleurettes  , libro  di  fiori  , in  fol. 

IV.  L’Arte  del  Ricamatore  in  dieci  lastre,  intagliate 
presso  Agostino  di  St.  Aubin , per  la  serie  dell’ Arti  e 
Mestieri  1770. 

AUBIN  (Gabriele-Giacomo  DE  S.),  Pittore  ed 
Intagliatore  ad  acqua  forte,  fratello  dei  prece- 
denti y nato  in  Parigi  il  1734*,  e morto  il  1780, 
Dipingeva  la  Storia,  ed  ha  intagliato  ad  acqua 
forte  varj  piccoli  soggetti  di  sua  composizione . 

Anche  di  questo  parla  Mr.  Basan , e combi- 
na col  presente  Articolo  ciò  ch’egli  dice,  toltone 
le  seguenti  due  Stampe,  che  non  le  rammenta, 

I.  Sei  statue  delle  Virtù  Cristiane,  in  una  lastra,  in 4. 

II.  Veduta  della  mostra  dei  quadri  nel  Salone  del  Lou- 
vre il  1759. , pezzo  mezzano  in  tv . 

AUBRY  (Pietro),  Intagliatore  a bulino  e mer- 
cante di  Stampe,  nato  in  Opponheim  verso  Pan- 
no  1596.  e stabilito  in  Strasburgo  verso  il  i65o, 
( Basan  seconda  edizione)  ove  morì  nel  1666. 


£24  Notizie 

Egli , di  cui  abbiamo  un  gran  numero  di  ritratti 
degli  uomini  celebri  moderni  di  tutte  le  nazioni  9 
si  è distinto  collassiduità  alla  fatica;  del  rima- 
nente è stato,  scrive  il  predetto  Basan,  un  inciso- 
re di  poco  merito  . Il  suo  maggior  elogio  è di 
avere  istruito  nell’intaglio  Gio:  Giacomo  Thour- 
neiser . * 

I.  Michael  Virdunga  Kistinga  , Profess.  a Altdorf  l53?., 
in  8. 

II.  Gio.  Schtnidt , Dott.  in  Teologia  IÓ53. , in  8. 

Ili.  Gio.  d’Austriche , Generale  Spagnuolo,  in  4. 

IV.  Bernardo  Duca  di  Saxe-Weymar  , a cavallo,  in  4. 

V.  Olivier  Cronwel , Protectór  Atigl. , in  4 

VI.  Ferdinando  Ernesto,  Conte  di  Wallensrein,  in  4. 

A questi  aggiunger  si  può  il  Ritratto  di 

Gasparo  Baudino , di  cui  tratta  il  Gandellini . 

Il  Sig.  de  Heinecke  y nel  suo  Dizionario  de- 
gli Artisti  y riporta  molte  centinaja  di  ritratti  si- 
mili del  nostro  Pietro  Aubry . 

‘ AUBRY  ( Àbramo ) . Dagli  Scrittori  del  Manuel 
( École  AllemancL  fot,  24^.)  .credasi  senza  dub- 
bio della  stessa  famiglia,  ed  egualmente  mercan- 
te di  Stampe  in  Strasburgo,  ma  molto  inferiore 
a Pietro  per  tutti  i titoli . 

AUDENAERDE,  o OUDENAERDE,  (i?o- 
berto  VAN),  che  il  Gandellini  scrive  AUDEN- 
AERDj  come  trovasi  anche  nel  Basan,  Pittore, 
«d  Intagliatore  a punta  e a bulino  ^ nacque  a 
Gand  il  i663.^  e vi  morì  il  1743.  (i4)  I suoi 


(14)  Potrebbe  congetturarsi,  che  questa  fosse  l’epoca 
della  sua  morte,  e non  il  1717.  come  Basan  stabilisce. 
Imperciocché,  se  per  attestato  di  questo  Scrittore  morì 
in  età  assai  avanzata  , e questa  medesima  età  si  deduce 
dall’ epoca  dei  Signori  Scrittori  del  Manuel’ citati,  ascen* 


degl’  Intagliatori  . 220 

primi  maestri  furono  Mierliop  e Giovanni  Van 
Clef.,  e nel  168 5.  si  trasferì  a Roma  per  perfe- 
zionarsi nell’arte . Carlo  Maratti  lo  ammise  in  se- 
guito nella  sua  Scuola;  lo  tenne  egualmente  che 
Fray  per  8UO  favorito;  e avendolo  consigliato  a 
darsi  intieramente  all’  intaglio  ^ pel  quale  aveva 
grandi  disposizioni  , lo  avvertì, che  mettesse  a prò* 
fitto  quanto  più  poteva  l'acqua  forte  nei  soggetti 
istorici . Audenaerde  intagliò  per  commissione  del 


dendo  a ottantatre  anni , non  potea  egli  morire  nel 
in  cui  avrebbe  contato  appena  cinquanta  quattro  anni, 
fissandosi  nato  il  IÓ63.,  diversamente  bisognerebbe  farlo 
nascere  nel  IÓ3?.  i il  che  non  ben  converrebbe  con  gli 
altri  aneddoti  della  sua  vita . 

Altra  prova  più  convincente  sarebbe  l’essere  stato 
egli  discepolo  di  Carlo  Maratta , e condiscepolo  alla  me- 
desima Scuola  di  Giacomo  Frey  , che  nacque  nel  1681., 
se  gli  Scrittori  del  prefato  Manuel  adducessero  degli  au- 
tentici e comprovanti  monumenti  .•  ma  dovendosi  fidare 
della  loro  asserzione,  che  stimiamo  moltissimo,  possiamo 
dire,  che  il  Frey  avesse  avuto  un  condiscepolo  assai  vec- 
chio, che  lo  precedeva  almeno  di  sessant’  anni  ; e che 
in  quella  bellissima  età  fosse  consigliato  Roberto  da  Car- 
lo Maratta  suo  maestro  a darsi  intieramente  all'  Intaglio 
pe'l  quale  avea  grandi  disposizioni:  Il  che  pare  inveri- 
simile.  Quindi  è che  non  avendo  documenti  alla  mano 
nè  per  l’una,  nè  per  l’altra  parte,  e dovendoci  attenere 
soltanto  alle  congetture , pare  che  queste  decidano  piu 
in  favore  dell’ epoche  assegnate  dal  prefato  Manuel , che 
io  pone  nato  nel  IÓ63-,  in  conseguenza  avrebbe  precedu- 
to il  Frey  di  poco  più  di  tre  lustri  , che  quella  del  Ba- 
san che  non  potrebbe  combinare  con  questa  Scuola  dei 
Maratta,  e del  medesimo  Frey.  La  prova  maggiore  di 
ogni  eccezione , che  gitta  a terra  l’epoca  della  sua  morte 
assegnata  da  Basan  al  I?!?.,  è il  trovarsi  il  Transito  della 
Madonna  inciso  dal  nostro  Audenaerd  nel  1^28.,  come 
risulta  dal  Catalogo  delle  incisioni  da  Carlo  Maratta , 
qui  appresso  apposto  al  num.  XIV. 

Tom . V.  1 5 


336  Notizie 

Cardinal  Barbarico  molti  ritratti  della  di  lui  fa- 
miglia, aggiungendovi  emblemi,  e versi  latini  di 
propria  composizione . Quest’opera,  della  quale  non 
parlano  nè  il  Gandellini,  nè  Mr.  Basan,  ha  per 
titolo:  Numismata  virorum  illustrìum  ex  gente 
.Barbadiica  . Consisteva  in  i65.  intagli,  e re- 
stò lungo  tempo  incompleta  per  la  morte  di  quel 
Cardinale,  finché  poi  la  sua  famiglia  la  pubblicò 
in  Padova  il  1763.  in  grande  in  foi,  avendo  fatto 
intagliare  le  cinque  stampe  che  ancora  mancavano  * 
D'allora  in  poi  quest’opera  si  vendeva  al  palazzo 
Barbarigo  per  ia.  zecchini.  Il  nostro  artista  ri- 
patrio  dopo  un  soggiorno  a Roma  di  diciassette 
anni . 

Molti  de’ soggetti  di  Audenaerde  si  trovano 
citati  nel  Gandellini. 

Questa  è fin  qui  la  prima  volta  che  i Ch. 
Srittori  del  Manuel  citano  agli  Articoli  degl’ Inta- 
gliatori respettivi  il  nostro  Gandellini,  il  quale, 
oltre  essere  in  ciò  più  copioso  di  Mr.  Basan  tan- 
to nella  prima,  che  nella  seconda  edizione,  ri- 
porta anche  la  cifra,  con  cui  Audenaerd  mar- 
cava sovente  le  sue  Stampe.  Il  Catalogo  però,  che 
tessono  i precitati  eruditissimi  Scrittori , è molto 
più  numeroso  e ragionato  di  quello  del  nostro 
Scrittore  Italiano  ; ed  è il  seguente . 

I.  Il  Cardinal  Sacripanti , da  G.  B.  Gemili , intagliata 

il  l6p5.  • 

II.  Il  Cardinal  Turasi  (forse  Tarugi) , dallo  stesso  , infoi . 

III.  H Cardinal  Ottoboni,  dallo  stesso,  in  foi. 

IV.  Il  Cardinal  Francesco  Barbarmi , da  Carlo  Marat -« 
ti , in  fai. 

V.  lì  Cardinal  Enrico  de  la  Grange  d’ Arquien , da 
F.  Desportesy  intagliato  il  1696  , in  foi. 

VI.  Il  Cardinal  Giuseppe  d’Archinto,  da  Giuseppe  Pas* 
seri  1 699. , in  fol. 


degl’  Intagliatori  . 22,? 

VII.  II  Cardinal  Andrea  di  Santa  Croce,  dallo  stesso, 
in  fol. 

Vili.  Il  P.  Francesco  Caraccioli , che  adora  il  Santissi- 
mo Sacramento,  da  Andrea  Procaccini , in  foi. 

Da  Carlo  Maratti. 

I.  Agar  nel  Deserto , in  fai. 

II.  Sacrifizio  d’Àbramo  , in  fai , 

III.  11  Servitore  d’Àbramo  presso  Rebecca,  in  fot. 

IV.  David  con  la  testa  di  Golia  , in  fai. 

V.  Le  Donzelle  , che  celebrano  la  vittoria  di  David  , infoi. 

VI.  Bersabea  nel  bagno  , in  fol. 

VII.  L’Annunziazione , in  foi. 

Vili.  L’Adorazione  de’Magj  , ad  acqua-forte,  in  foi. 

IX.  Fuga  in  Egitto,  ad  acqua-forte,  A.  V.  Westerhout 
cxc.  in  fai. 

X.  Riposo  nella  fuga  in  Egitto,  in  fol. 

XI.  Gesù  Cristo  sul  monte  degli  Olivi  , gr- in  fot.  in  tr, 

XII.  Un  Crocifisso,  gr.  in  fai. 

XIII.  Il  Corpo  di  Gesù  Cristo  sulle  ginocchia  della  Ver- 
gine accompagnata  dalle  Sante  Donne  e da  S.  Giovanni, 
gr.  in  fol. 

XIV.  La  Morte  della  Vergine*  gi\  infoi . in  tr. , in- 
tagliato nel  1728. 

XV.  L’Assunzione  della  Vergine,  pezzo  simile,  dal 
quadro  della  Cattedrale  d’ Urbino. 

XVI.  La  Morte  di  S.  Giuseppe,  infoi,  in  quadrato , 
ad  acquafòrte. 

XVII.  La  Vergine  col  Bambino  Gesù,  che  distribuisce 
delle  corone  ad  alcune  Religiose,  pezzo  chiamato.*  No- 
utra  Signora  del  Rosario , gr.  in  fol. 

XV111.  La  Maddalena  penitente,  gr.  in  fol. 

XIX.  Il  Martirio  di  S.  Biagio,  gr.  in  fol. 

XX.  S.  Antonio  di  Padova  in  ginocchio,  che  bacia  i 
piedi  del  Bambino  Gesù,  gr.  in  fol. 

XXI.  S.  Filippo  Neri , gr.  in  fól. 

XXU.  Giano,  primo  Re  d’Italia,  ricevuto  fra  gli  Dei, 
gr.  in  fai.  in  tr. 

XX1Ì1  Romolo  e Remo  trovati  sulla  riva  del  Tevere, 
gr.  in  fai.  in  tr. 

XXIV.  Dafne  inseguita  da  Apollo,  e cangiata  in  allo- 
ro , dal  quadro  del  Re  di  Francia  Luigi  XIV.,  gran  pez- 
zo in  due  lastre  in  tr. 


aa8  Notizie 

Da  diversi  Maestri  Italiani. 

I.  La  Natività,  dal  quadro  di  Pietro  di  Cortona  esi* 
stente  in  una  Cappella  della  Chiesa  di  S.  Salvatore  in. 
Lauro , in  Roma , gr.  in  fol. 

II.  Cinque  pezzi  intagliati  ad  acqua-forte,  deliavita  e 
morte  di  S.  Bibiana , de* quali  il  quinto,  che  rappresenta 
il  padre  e la  madre  della  Santa  in  due  statue,  dal  Ber - 
nino.  Le  pitture,  da  Pietro  da  Cortona , e le  statue  si 
vedono  nella  Chiesa  di  S.  Bibiana  in  Roma  . 

E*  descritta , dal  Basan  in  5.  gr . pezzi  in  alto  . 

Vili.  Gruppo  d’ Atlante  e d1  Ippomcne  , dal  Bernino  infoi-. 

IX.  Gruppo  del  rapimento  d’una  Sabina,  da  Gio.  di 
Bologna  in  fol » 

Manca  nel  Gandellini . 

X.  S.  Gio.  da  S.  Facundo , da  Giac.  Brandi  infoia 

Manca  anche  questo  . 

XI.  Nascita  della  Vergine,  da  Annibaie  Caracci , gr» 
in  fol. 

XII.  La  Flagellazione  di  S.  Andrea,  dal  Domeniche 
no , gr.  in  fol.  in  tr. 

XIII.  S.  Andrea  condotto  al  supplizio  , dallo  stesso, 
gr • in  fol  in  tr. 

XIV.  S.  Andrea  trasportato  al  Cielo , dallo  stesso , in  foi . 

XV.  La  Vergine  col  Bambino  Gesù,  S.  Gio.  Battista  j 
S.  Luca  che  dipinge  il  ritratto  della  Vergine , ed  il  Pon- 
tefice Pietro  Celestino , dal  quadro  ài  Marc' Antonio  Fran* 
ceschini , esistente  in  Bologna. 

XVI.  Lo  sdegno  d’Achille:  gran  Tesi  dedicata  al  Pon- 
tefice Innocenzo  Xll.,  da  Gio.  Battista  Gazili . Pezzo  in 
tre  lastre. 

Manca  nel  Gandellini . 

XVII.  Famosa  Tesi,  in  cui  si  vede  il  Papa  suddetto  as- 
siso sul  trono,  coll’Eresia  abbattuta  ai  suoi  piedi:  allato 
a lui  le  quattro  parti  del  Mondo , ed  i Popoli  prostesi  a 
terra,  sostenuta  in  Roma  in  tempo  della  conversione  di 
Federico  Augusto , con  i medaglioni  di  questo  Principe 
e della  Regina  Cristina  di  Svezia , da  Andrea  Procaccini 
inv.  R.  v.  Auden-Aerd»  se.  Pez.  in  tre  lastre  rarissimo. 

Il  Gandellini  ne  attribuisce  1*  invenzione  a 
Carlo  Maratta . 


eegl’  Intagliatori  . 229 

XV111.  La  Deposizione  dì  Croce,  da  Daniel  Volterra- 
no , mez.  pez,  in  alt. 

Ho  creduto  dovere  aggiungere  questa  Stam- 
pa, che  manca  e nel  Gandellini^  e nel  Manuel , 
ed  anche  perchè  non  tiene  P ultimo  posto  nel 
ruolo  delle  fin  qui  divisate  . 

I/Opere  di  quest*  Artista  son  molto  conside- 
rabili, avendo  intagliato  ancora  i gruppi  eie  sta- 
tue di  Roma  pei  libro  del  Rossi,  gr.  in  fol.  Ve- 
dasi Particolo  che  lo  concerne  nel  Dizionario  de- 
gli Artisti  di  Heinecke . 

AUDOU1N . Fra  le  Stampe  esposte  in  Parigi 
al  Museo  Napoleone  vedonsi  alcuni  pezzi  di  que- 
sto Intagliatore.  Vedi  Explication  des  Ovrages 
de  Pelature,  Sculpture , Architecture  , et  Gravu- 
re  des  Artistes  vivans  exposés  au  Musée  Na- 
poleone le  i5.  Septembre  1806.  etc . Paris  1806. 
in  12.  a fol.  11 8.  Audovin  rue  Boubon-Villenew • 
ve  n . 39. 

I.  Ritratto  di  S.  M.  T Imperatore. 

II.  Melpemone  , Erato  , Polimnie , da  Le  Sueur . 

III.  Soggetto  di  Genere,  da  Netscher . 

IV.  Raffaello,  e suo  Maestro  d’arme,  da  Raffaello. 

AUDRAN  (Benedetto) , secondogenito  di  Ger- 
mano e nipote  di  Gheiardo,  nato  in  Lione  il  1661.; 
epoca  ignota  a Mr.  Basan  ed  al  Gandellini_,  i 
quali  convengon  però  eh*  egli  morisse  nella  sua 
terra  di  Louzuer  presso  Sens  il  1721.  Fu  dise- 
gnatore ed  intagliatore  a bulino  , ed  allievo  del 
suo  zio  Gherardo  senza  averne  posseduto  il  gu- 
sto (Milizia  Dizion,  ec.  ) Era  non  ostante  un 
buono  Intagliatore , talché  il  suo  merito  gli  pro- 
curò il  titolo  di  membro  delP Accademia  reale 
ed  intagliatore  del  Re . Ha  intagliato  i Ritratti 
e i fatti  Storici , e da  1«  Sueur , Alessandro  ma- 


aSo  Notizie 

lato . Egli  fa  uno  degl/  [noisori  con  Carlo  Au- 
dran, ed  altri  nel  Cabinet  des  Beaux-Arts . (Ve- 
di all’Articolo  di  Carlo  Audran)  e nel  Cabinet 
de  Crozat  (vedi  Part.  Armesin  Niocolò  il  figlio). 
La  sua  maniera  d’intagliare  partecipa  in  qual- 
che modo  di  quella  di  suo  zio  : il  suo  disegno  è 
corretto,  i contorni  risoluti,  le  teste  espressive, 
e l’estremità  delle  figure  ben  decise . Lungi  sem- 
pre , come  onestissimo  dalla  ciarlataneria  di  pro- 
ve di  Banderuole di  aureole  scritte , e non  scrit- 
te; il  solo  suo  merito,  e l’assiduita  alla  fatica  lo 
posero  in  stato  di  comprare  una  Terra,  ove  ter- 
minò i suoi  giorni . Sebbene  molte  Stampe  di  que- 
sto meritevole  artista  sieno  presso  il  Gandellini  y 
e forse  più  in  numero  delle  seguenti , non  •cre- 
diamo ommettere  il  presente  catalogo  ragionato , 
che  trovasi  nel  Manuel , e più  diffusamente  nel 
Dizionario  del  Gli,  Heinecke  . 

Ritratti  . 

I.  Benedetto  Audran , Intagliatore  del  Re  , dipinto  da 
G.  V ivien  f e intagliato  da  se  stesso,  in  8. 

II.  Il  Rev.  P.  Luigi  de  Thomas  de  la  V alette,  General© 
dell’  Oratorio  ; B.  Audran  fec.it  ad  Vivum , in  fol. 

III.  11  Rev.  P.  Rinaldo  dell’Oratorio,  da  Bonnet , infoi * 

IV.  Carlo  le  Gouy,  Arcivescovo  di  Narbona  , da  Bon 
de  Boulognc , gr.  ovale , intagliato  il  1708. 

V.  Gio.  Battista  Colbert,  da  CI.  le  Fevre , gr.  ovale 
con  accessorj  . 

VI.  Giuseppe  Clemente,  Elettor  di  Colonia,  da  G.  Vi - 
•vieti , gr.  in  fol. 

VII.  Massimiliano  Emanuele  , Elettor  di  Baviera  , pezz® 
marcato  così.*  J.  Vivien  pinx.  Il  se  vend  chez  le  dit 
Sieur  , gr.  in  fol. 

Vili.  Enrico*  di  Beringhen,  primo  Scudiere  del  Re  di 
Francia  . Nanteuil  del.  IÓ63.  Bened.  Audran  se.  > in  foi. 

IX.  Samuele  Frisching , Generale  degli  Svizzeri . J.  Uuber 
pinx.  Bened.  Audran  se.  Paj'isiis  17 13. , infoi. 


* 


degl’  Intagli  atout  „ a3 1 

X,  Gio.  Federico  de  Willading,  console  della  Repub» 
blica  di  Berna  1718.,  /.  Huber  pinx.  B.  Audransc.,  infoL 

XI.  Statua  equestre  di  Luigi  XIV.  eretta  in  Lione  , da 
Desjardins , intagliata  da  B.  e G . Audrcui  unitamente , 
grandiss.  in  fol. 

Varj  soggetti  da  diversi  Maestri. 

I.  Il  Battesimo  di  Gesù  Cristo,  da  un  quadro  ò.e\YAl- 
bano  esistente  nel  Luxemburgo , gr.  in  fol.  in  tr. 

II.  Dejanira  rapita  dai  Centauro  Nesso  , da  Guido,  infoi. 

III.  David,  che  taglia  la  testa  a Golia  , da  un  quadro  di 
Michel’ Angelo'  esistente  nel  Gabinetto  del  Re,  dipinto 
da  due  parti  in  una  lavagna-,  rappresentando  l’una  e l’al- 
tra taccia  lo  stesso  soggetto , in  due  stampe  intagliate 
nel  1216.  e 1717.  dai  fratelli  B.  e G.  Audran  , gr.  in 
fol.  in  tr.  il  Vasari  pretende  che  questa  pittura  sia  di 
Daniele  di  Volterra 


(l5)  Desidererei,  che  impugnandosi  in  questo  luogo 
l’Autorità  del  Vasari  dai  Signori  Uber,  e Rost  , si  addu- 
cessero delle  «prove  più  convincenti  per  rivendicare  al 
Buonarroti  il  Quadro  di  cui  si  tratta  . Fin  qui  in  tutte 
l’ edizioni  del  Vasari  si  legge,  che  sia  di  Daniele  Riccia • 
relli  da  Volterra,  e s’individuano  anche  le  circostanze. 
Eccone  il  testo  . Avendo  Monsig.  Giovanni  della  Casa 
Fiorentino  , e Uomo  dottissimo , come  le  sue  leggiadris- 
sime e dotte  opere  così  latine  , come  volgari  ne  dimo- 
strano , cominciato  a scrivere  un  Trattato  delle  cose  di 
pittura , e volendo  chiarirsi  di  alcune  minuzie,  e par- 
ticolari degli  Uomini  della  professione , fece  fare  a Da- 
niello con  tutta  quella  diligenza  , che  Ju  possibile  , un 
modello  di  un  David , di  terra  finito  , e dopo  gli  fece 
dipingere  ovvero  ritrarre  in  un  Quadro  il  medesimo  Da- 
vid , che  e bellissimo , da  tutte  due  le  bande  , cioè  il  di- 
nanzi. , e il  di  dietto  , che  fu  cosa  capricciosa  ; il  qual 
Quadro  è oggi  appresso  M.  Annibale  Ruscellai , Nipote 
del  medesimo  Giovanni  della  Casa  (nota  Monsig.  Bot- 
ati) Vedi  Vasari  Tom.  IX.  fol.  179.  Questa  autorità  vai 


2,3a  Notizie 

IV.  Una  Zinghera  che  dà  la  buona  ventura,  da  Michel 
Angelo  di  Caravaggio , infoi,  in  tr.  Della  raccolta  dì 
Crozat . 

V.  Lot,  e le  eue  Figlie.,  da  Paolo  Veronese , Quadro  del 
palazzo  reale  di  Francia , in  fai.  in  tr.  Della  raccolta  di 
Crozat . 

VI.  11  Disgusto,  da  P.  Veronese , Quadro  del  palazzo 
reale , che  fa  riscontro  coll’ Amor  felice , dallo  stesso , ed 
intagliato  da  L.  Desplaces  in  fol. 

VII.  Mosè  che  difende  le  figlie  di  Jetro , da  le  Brun , 
pezzo  gr.  in  tr. , intagliato  da  Giovanni , e ritoccato  da 
Benedetto . 

Vili.  Lo  Sposalizio  di  Mosè  con  Sefora , dallo  stesso; 
riscontro  del  pezzo  precedente,  intagliato  intieramente 
da  Benedetto . 

IX.  11  Serpente  di  bronzo  inalzato  da  Mosè,  nel  deser  « 
to,  intagliato  dal  quadro  di  leBrun,  dipinto  nel  Refet- 
torio dei  Religiosi  de  Ricpusses  di  Parigi,  gran  pezze 
in  tr. 

E*  anche  nel  Basan . 

'X.  Purificazione  della.  Vergine , ossia  Simeone  al  tem- 
pio ; dallo  stesso;  pezzo  con  marca.*  Audran  fec.  exe. 
gr.  infoi. 


molto  , trattandosi  di  un  Biografo  contemporaneo , qual’era 
il  Vasari , e di  un  Discepolo  dello  stesso  Maestro 
Michel  più  che  mortai ’ Angel  divino . 

Niun’ annotatore  alle  suddette  Vite,  per  quello  sap- 
piami, ha  potuto  riprendere  il  Vasari  di  quest’abbaglio, 
come  l’avrebbe  fatto  certamente  Monsig.  Bottari , che  era 
in  una  stretta  relazione  letteraria  col  Sig.  Mariette.  Sup- 
porrei piuttosto,  che  siccome  il  Volterrano  fu  poco  me- 
no che  il  più  felice  fra  i seguaci  di  Michelangelo  ( Lan- 
zi Stor.  Pict.  Tom.  I.  fol.  l3l.  ),  si  creda  quella  Pittura 
del  Maestro  per  la  molta  somiglianza  che  questo  suo  Di- 
scepolo avea  con  esso  , che  egli  proteggeva  fino  ad  esser 
tacciato  di  troppo  parziale.:  e Daniele  dal  canto  suo 
avea  somma  stima  di  esso  Michelangelo.  (Monsig.  Bot- 
tari nota  I.  alla  Vita  di  Michel  Angelo  del  Vasari  T.  IO. 
fol.  2l5.) 


degl*  Intagliatori  ; a3$ 

XI.  Gesù  Cristo  posto  in  croce,  da  un  quadro  di  Le 
Brun  del  Luxemburgo , disegnato  ed  intagliato  da  B.  Aio* 
dran  l ?oó.  gr.  in  fol.  irti • 

E'  anche  presso  Basan  . 

XII.  Deposizione  di  Croce  , dal  quadro  di  le  Brun  esi- 
stente al  Louvre,  dedicato  al  Cardinal  di  Noailles,  gran - 
diss.  in  fol . 

XIII.  L’Olanda,  che  accetta  la  pace,  da  una  pittura  di 
Le  Bt  'un  della  galleria  di  Versailles. 

XIV.  Zefiro  e Flora,  da  Ant.  Coypel , pezzo  intagliato 

da  Benedetto  sotto  la  direzione  di  Gherardo.  ~ — j 

XV.  11  Battesimo  di  Gesù  Cristo  da  P.  Mignard,  gr* 
pezzo  in  tr 

XVi.  I Piaceri  de’  Giardini , sopra  la  porta  di  Saint 
Cloud,  di  Mignard ; due  gran  fregj  intagliati  da  Bene - 
detto  e Giovanni  Audran . 

XVil.  11  Salvatore  presso  Marta  e Maria , da  Le  Sueur  , 
gran  pezzo  in  tr.  in  data  del  I Ó90. 

E’  anche  nel  Basan  . 

XVlll.  S.  Paolo  che  predica  in  Efeso,  dallo  stesso, 
grande  in  tr. 

XIX  Alessandro  malato  che  prende  la  tazza  presenta- 
tagli dal  Medico,  dallo  stesso,  da  un  quadro  del  palaz- 
zo reale,  intagliatoli  1711.  Pezzo  DISTINTO  NELL’IN- 
TAGLIO . 

Scrive  Basan  m.  p.  in  alto . 

XX.  11  Parto  della  Regina  Maria  de’ Medici , il  Cam- 
bio delle  due  Regine,  due  BEI  PEZZI  della  galleria  di 
Rubens  del  Luxemburgo-. 

XXI.  I dodici  mesi  dell’anno,  in  sei  pezzi  dipinti  in 
grotteschi  da  Cl.  Audran  il  giovine , ed  intagliato  da 
suo  fratello  benedetto , in  fol. 

Ha  intagliato  ancora  molti  pezzi  da  al- 
tri maestri,  che  sono  specificati  nel  Dizionario 
dell' Heinecke  (16). 


(ió)  Mi  sorprende  come  fra  le  altre  sue  Stampe  per 
confessione  dei  surriferiti  eruditissimi  Signori  Scritto- 
ri non  si  trovino  i Sacramenti  dipinti  da  Poussin , ed 
incisi  da  quest»  degno  Intagliatore.  Mr.  Basan  però  gli 


l 


234  Notizie 

AUDRAN  {Benedetto) , figlio  di  Giovanni  Au- 
dran , e nipote  dell’altro  Benedetto  di  questa  fa-* 
miglia  , del  quale  abbiamo  parlato,  morì  nel  1772. 
Egli  è stato  egualmente  Intagliatore , e si  hanno 
di  suo 

L’Età,  e gli  Elementi,  con  Niccolò  Tardieu,  e Despla- 
ces,  da  Lancret . 

Vedi  Basan  {seconda  edizione ). 


ha  posti  in  primo  luogo  nel  ristretto  Catalogo  delle 
Stampe  le  più  stimabili  di  Benedetto  Audran.  Le  Sept 
Sacremens , ps . eri  tr.  d'après  LE  POUSSIN  » ce  sont 
les  mémes  que  Pasne  a gravées  en  grand , d'après  les 
tableaux  qui  se  voyent  au  Palais  Royal . 1 lorent  le  Comtc 
(Cabinet  des  singularites  ec.  Tom.  3.  fol.  4.ÌI.)  pone  fra 
le  opere  di  Benedetto , Le  Sept  Sacremens  en  petit  d'après 
le  Poussin  • 

Nella  mia  piccola  Raccolta  di  Stampe  si  trovano  que- 
sti Sacramenti  in  quella  guisa,  che  sono  descritti  dai 
prelodati  Signori  nelTElenco  di  Mr.  Joan  Pasne  ( Manuel 
école  de  Trance  Tom.  7.  fol.  199.  ) leggendo  sotto  l’Eu- 
caristia ,,  Peint  par  N.  Poussin  et  grave  par  B.  Au- 
dran. „ E così  nella  Confermazione  , nel  Battesimo  , nel- 
la Estrema  Unzione  ec.  ; ma  nel  Sacramento  del  Matrimo- 
nio leggesi  Dessiné  et  grave  par  Benoist  Audran  après 
Poussin,,  e poi  come  negli  altri  ,,  ce  vendent  a Paris  chez 
Audran  nie'S.  Jacques  aux  2.  Piliers  d’or  avec  privil.  du 
Roy  ,,  Le  Stampe  son  veramente  belle , e vi  si  scorgono 
tutte  l’enunciate  prerogative  di  questo  Artista . E’  dun- 
que innegabile  che  ad  esso  appartengano;  che  sieno  rag- 
guardevoli Stampe,  e che  sieno  state  ammesse  in  questo 
Catalogo . 

Cadde  anche  in  errore  il  nostro  Gandellini , che  as- 
serì, che  Benedetto  intagliasse  presso  il  Poussin  in  picco- 
lo i sette  Sacramenti  da  quelli  del  Signore  diChatillon. 
Imperciocché  Chatillon  incise  in  Roma  i Sacramenti  di- 
pinti in  quella  Città  dal  Poussin  pe  51  Cavalier  del  Pozzo 
con  questa  iscrizione;  L.  de  Chatillon  se.  Nt  de  Poilly 
cxc.  Ora  per  attestato  di  Mr.  Basan  sono  i medesimi  que* 


dfgi/  Intagliatori  . a35 

ATJDRAN  {Cariò  o Karl ),  Intagliatore  a bu- 
lino nacque  a Parigi  il  1694*  Io  crederei  piutto- 
sto fosse  nato  a Lione , cbe  sembra  essere  stata  la 
Patria  di  tutta  questa  famiglia  tanto  benemerita 
del  Parte  delP  intaglio , nella  quale  fra  i bravi  ed  ec- 
cellenti Artisti  fu  il  primo  a distinguersi , e ne  mo- 
strò subito  varie  incontrastabili  prove  del  suo  va- 
lore . Dopo  avere  studiato  in  patria  andò  a per- 
fezionarsi a Roma  per  qualche  tempo,  ove , dice 
il  Gandellini , intagliò  stimatissimi  scudi  per  con- 
clusioni, e statue  eccellenti  della  Galleria  Giu- 
stiniani , siccome  dalle  Opere  di  Annibaie  Ca- 
racci } Guido  Rmi  , Tiziano,  Albano , Pelino  del 
Vaga  ec.  Pare  che  si  proponesse  d’imitare  C.  Bloe- 
maert,  e che  vi  sia  felicemente  riescito  . Trovasi 
fra  gP  Intagliatori  della  seguente  opera  che  ripor- 
terò qui  in  nota  (17),  e nella  Galleria  Giustinia- 


sti  di  quelli  che  Pasne  ha  inciso  in  grande  dai  Quadri, 
che  vedonsi  al  Palazzo  reale  in  Parigi  , e combinano  esat- 
tamente con  quegli  descritti  dai  Sigg.  Uber  , e Rost  ( Ma- 
ritici école  de  France  Tom.  2-  fol.  199.  ) nel  Catalogo  di 
Pesne , e che  io  mi  trovo  nella  suddetta  mia  Raccolta. 
I surriferiti  Scrittori  all’Articolo  ( Jean  Duguet  Ecole 
Jtalienne  Tom.  4.  fol.  25.)  scrivono  , che  questo  incisore 
fece  Sept  Sacremens , d’apres  le  tableaux , che  le  Pous - 
sin  avoit  peintes  a Rome  pour  le  Commendeur  del  Poz • 
%o  , et  qui  sont  differens  de  ceux  du  Palais  Royal  ec. 
il  che  avea  anche  scritto  al  medesimo  Articolo  Mr.  Ba- 
san. Son  dunque  di  due  sorte  i Sacramenti  del  Poussin.* 
altri  dipinti  pe  ’1  Palazzo  del  Re,  e sono  quegli  incisi 
da  Benedetto  Audran  avec  privìl.  du  Roy  : altri  quegli 
che  questo  bravo  Pittore  dipinse  pe ’l  Cavaliere  del  Pozzo  , 
e questi  sono  stati  intagliati  da  L.  Ghantillon  . Erra  perciò 
il  Gandellini  attribuendo  q lesti  a Benedetto  Audran  . 

( 17)  Le  Cabinet  des  beaux-Avts , ou  Recueil  des  plus 
belle s Estampcs , gravées  d'après  les  tableaux  originaux , 


s36  N o t i z ih 

niani , per  la  quale  incise  alquanti  pezzi  y men- 
tre trattenevasi  in  Roma  (18).  Da  principio  mar- 
cava le  sue  Stampe  con  un  G.  o col  suo  intiero 
nome  Charles  ; ma  in  seguito  ^ poiché  il  suo  fra- 


o ù les  beaux-Arts  sont  representés  avec  de  ces  mémes 
tableaux , par  Mr.  Berault , de  V Ac adémie  des  Sciences . 
Paris  chez  G.  Edelinck  1690.,  petit  hi  fot.  en  larveur. 

Questo  Volume  , scrive  i’Heinecke  ( idéegénér . fot.  74.), 
fa  vedere  i quadri  dipinti  nella  soffitta  del  Gabinetto  di 
un  Particolare  a Parigi.  Ma  la  casa,  ove  era  questo  Ga- 
binetto, non  esiste  più.  11  Libro  fu  dedicato  al  Cancellie- 
re Boucherat  da  Perault , che  vi  fece  insieme  la  spiega- 
zione, come  il  titolo  addita.  E’ ornato  di  una  vignetta, 
di  due  lettere  figurate,  e di  un  rosone,  incisa  da  Chau - 
veau  dai  disegni  di  C.  le  V>run . Il  frontespizio  rappresen- 
ta la  veduta  di  questo  Gabinetto  . Le  altre  stampe , nel 
numero  di  12.,  sono  state  incise  da  L.  Chatillon , Joan 
B apt.  Corneille , Stefano  Baudet , Giovanni  Bonnart  il 
giovane , P.  le  Pautre  , Gerardo  Edelinck. , benedetto 
Audran  , L.  Dossin  Simoneau  l’anziano,  L.  Simoneau  il 
giovane , e Giovanni  Manette , dai  Signori  De  la  Fosse , 
G.  B.  Corneille  , Hovasse  , Alessandro , Ant.  Coypel , .Carlo 
Audran  Frinquec , Michele  Corneille , e Giovanni  Jouvenet . 

.(18)  La  Galleria  Giustiniana  del  Marchese  Vincenzo 
Giustiniani.  Tomi  1.  e 11.  in  due  volumi. 

„ Comincia  quest’opera  coll’Arme  della  Casa  Giustinia- 
ni, e ’1  Ritratto  del  Marchese  Vincenzo.  Racchiude  dipoi 
nel  primo  Tomo  cento  cinquanta  Stampe  di  Statue  , e nel 
sfecondo  cinque  Ritratti , cinquantaquattro  Rami , su  dei 
quali  si  trovano  cento  e sette  Busti , ottantadue  pezzi  di 
Bassi  rilievi,  quattordici  pezzi  di  Architettura,  e Giardi- 
ni, un  vaso  antico,  e finalmente  una  Carta  Geografica 
dei  Possessi,  che  questa  nobilissima  Casa  possedeva. 

,,  lf  Marchese  fece  il  pensiero  di  fare  incidere  tutte 
queste  Stampe,  ed  impegnarvi  alla  direzione  Sandrart. 
Egli  v’impiegò  i giovani  Artisti,  che  furono  allora  in  Ro- 
ma per  perfezionarsi  nell’  intaglio  , cioè.*  Teodoro  Ma- 
than‘,  Melali,  Pietro  de  Balliu  , Q.  de  Persyn,  Anna  Ma - 


degl’  Intagliatosi  . 237 

tello  Claudio  pubblicò  alcuni  pezzi  marcati  coi  la 
stessa  lettera , Carlo  si  servì  della  lettera  K.  o del 
nome  Karle . Morì  in  Patria  nel  1674.  Vedi  Ma- 
nuel (école  frane,) 

Ritratti . 

I.  Enrico  di  Borbone  accompagnato  da  quattro  virtù 
K.  Audran  se.  ovale  infoi. 

II.  Andrea  Laurent,  Medico  d’Enrico  IV.  ovale  in  8. 

III.  Pietro  Legier,  ovale  con  ornamenti  piccolo  in  fol. 

IV.  Soggetto  allegorico  con  due  ritratti , di  Nicolai  di 
Neufville , Marchese  di  Villeroy,  e di  Carlo  di  Neufville. 
Vi  si  vede  un  genio  che  sta  dipingendo  un  altro  ritratto, 
c si  legge  sulla  tavolozza.*  unus  ex  duobus : in  basso; 
C.  Audran  fecit. 

Varj  Soggetti  da  diversi  Maestri . 

I.  Il  Titolo  per  la  Galleria  delle  Donne  forti , rappresen- 
tante Anna  d’Austria  Regina  di  Francia,  con  altri  dician- 
nove rami  per  lo  stesso  libro  , con  una  donna  forte  in 
ciascun  foglio,  ed  un  soggetto  della  vita  in  lontananza  , da 
Pietro  di  Cortona , in  fol. 

Questo  pezzo  ed  alcuni  altri  sono’  nominati 
nel  Gandellini . 

II.  L’Annunziazione , coll’iscrizione:  Spiritus  Sanctus 
superveniet  ec.  pezzo  intagliato  dal  quadro  di  Lodovico 
Caracci  nella  Cattedrale  di  Bologna , in  una  lastra , falsa- 
mente attribuita  ad  Annibaie , infoi. 

E'  anche  nel  Basan. 


ria  Vojani,  Cornelio  Bloemaert , Michele  Natalis,  Già* 
vanni  Comin,  CARLO  Audran,  Valeria/10  Regnart,  c 
Francesco  Vreuter. 

„ Furono  disegnatori  Giovacchino  Sandrart,  G.  Thy- 
sidius  Guidi,  Giovan  Battista  Ruggeri  di  Bologna  , Judo- 
co  de  Pope,  il  Cav.  Lanfranco,  C.  Filippo  Spinnich  di 
Bruxelles,  Francesco  Perrier,  Francesco  Bonainico,  o 
Andrea  Potestà . 

Essendo  poi , senza  dubbio,  dopo  qualche  tempo  ritro- 
vati  questi  rami,  ne  fu  dato  al  pubblico  quaìch’ esem- 
plare di  una  nuova  edizione . 


238  Notizie 

HI.  Il  Battesimo  di  nostro  Signore,  pieeoi  pezzo  in  ova- 
le, da  Annibaie  Caiacci , senza  il  nome  degli  artisti. 

IV.  S.  Francesco  di  Paola  , da  M elidi  , con  marca  ; Car- 

10  Audran  se.  in  fol. 

V.  Lapidazione  di  S.  Stefano,  dal  Palma  il  piovine, 
p.  infoi. 

VI.  La  Concezione  della  Beatissima  Vergine  , coll iscrizio- 
ne: Amat  hanc  Sapienti  a matrem  : da  Ciac.  Stella  , in  fol. 

VII.  La  Natività  di  Nostro  Signore-*  vi  si  vede  ii  Re 
David  che  scrive  in  una  tavoletta;  dallo  stesso,  in  fol. 

Vili.  S.  Caterina  innanzi  la  S.  Famiglia,  accompagnata 
da  molti  angeli,  dallo  stesso,  in  foi,  in  tr.  BEL  PEZZO. 

IX.  La  Sacra  Famiglia . La  Vergine  sedente  in  un  pae- 
saggio prende  un  pomo  che  le  vien  presentato  dal  piccolo 
S.  Giovanni , mentre  S.  Caterina  genuflessa  vuol  prendere 

11  piccolo  Gesù;  sul  fondo  del  paesaggio  pastori  e bestia- 
me; dal  Tiziano  , in  fol.  Bel  pezzo. 

X.  La  Vergine  , che  porta  il  bambino  Gesù  e calpesta  il 
Serpente,  da  Giov.  Lodovico  Valesio , con  marca  K.  A.F, 
infoi.  (19). 


(1 9)  Molte  sono  le  ragioni  che  hanno  gli  Artisti  per  di- 
pingere la  Vergine,  che  conculca  il  Serpente;  poiché  ol- 
tre essere  stata  Maria  quella  che  tolse  la  maledizione  di 
Èva,  vincendo  con  somma  gloria  il  Serpente,  che  tenta- 
to avea  la  nostra  prima  Madre,  fu  anche  fulminato  da  Dio 
con  la  terribil  minaccia  , che  la  Donna  avrebbe  conculca- 
to un  tempo  col  suo  piede  la  velenosa  sua  testa  . Quindi 
nel  Concilio  Calcedonense , in  cui  congregati  trovavansi 
seicento  trenta  Vescovi , fu  ordinato  contarsi  quest’elogio 
dalla  Chiesa  universale  .•  Gaude  Maria  Virgo  , cunctas  hae - 
reses  sola  interemisti  in  universo  mundo . Per  quanto  sap- 
piasi , dopo  questo  Concilio  tenuto  nel  Secolo  V.  si  fece  da 
Pulcronio  Vescovo  Verdunense  discepolo  di  S.  Lupo  edi- 
licare una  Chiesa  in  memoria  di  Maria  Santissima  , nella 
quale  vi  appose  la  di  Lei  Immagine,  col  Serpente  sotto  i 
suoi  piedi  ( Riccardo  da  Wassebourch  Lib . 2-  ant.  belgi) 
E questa  credesi  fosse  la  prima  Pittura , in  cui  si  rappre- 
sentasse così  la  Vergine.  11  Serpente  viene  effigiato  nero, 
deforme,  come  principe  dolio  tenebre  c padre  dell’errore. 


dfgl*  Intagli atori  . 2^9 

XI.  Soggetto  di  Tesi,  rappresentante  la  Religione  come, 
la  vera  Scienza  , coll’  iscrizione  . Non  judicamus  nos  scire 
alujuid  ec.  da  CL  Vignon , in  fol.  in  tr. 

Xli.  S.  Francesco  in  estasi  innanzi  il  Santissimo  Sacra- 
mentOyCon  l’iscrizione,  Tergeminus  in  terris  vincis  ec . 
da  S.  Vouet , infoi,  in  tr. 

XIII.  Frontespizio  pel  libro.*  Joannis  Francisci  Nicero • 
nis  Parisini  Ord.  M in.  Thaumaturgus  .Vi  si  vede  un  ge- 
nio coi  ritratto  del  Cardinal  Mazarini;  dallo  stesso,  infoi. 

XIV.  L’ Assunzione  della  Vergine,  con  queste  parole.- 
Reginae  triumphanti  ; dal  Domenichino , in  ovale  infoi. 

Trovasi  anche  questa  nel  Basan  9 non  spe- 
cificando egli  di  più.  che  llànnunziazione , e la  pre- 
sente , mettendo  in  gran  parte  il  restante  in  globo . 

AUDRAN  (Gherardo),  disegnatore,  intagliato- 
re  a punta  e a bolino , nacque  in  Lione  il  i64o*, 
morì  in  Parigi  il  1703.  Dopo  avere  studiato  sot- 
to Claudio  suo  padre , andò  a Roma  a perfezio- 
narsi nel  disegno  e nelP  intaglio  ; e vi  si  trattenne 
per  due  anni , occupandosi  del  continuo  in  disegna- 
re le  opere  dei  gran  Maestri,  che  colà  fiorirono  per 
rendersi  celebre  nell’arte  ch’egli  avea  abbrac- 
ciata . Ritornato  quindi  in  Parigi  y Carlo  le  Brun , 
conoscendo  il  suo  merito , lo  scelse  per  incidere  * 
le  Battaglie  di  Alessandro,  ch’egli  avea  dipinte, 
e che  rendono  immortali  egualmente  il  Pittore, 
e l’Intagliatore.  Intento  sempre  le  Brun  a pro- 
movere i vantaggi  del  suo  Incisore  , ed  a volere 
che  fossero  riconosciuti  i di  lui  veri  talenti  ^ 
lo  raccomandò  efficacemente  al  Re  ed  al  Mi- 
nistro Colbert;  dai  quali  tutti  mezzi  possiamo 
dire , che  derivasse  quella  quantità  di  belle  Stam- 
pe che  riscuotono  sempre  l’universale  ammira- 
zione . Ma  siccome  egli  forma  una  delle  epoche 
più  luminose  della  Incisione,  che  ne  suoi  avan- 
zamenti tre  ne  conosce,  la  prima  cioè  in  Marcan- 


s4o  Notizie 

tonio  Raimondi  ; la  seconda  in  lui , e la  terza  in 
Edelinck,  cosi  ha  sempre  riportato  i più  sinceri, 
ed  onorevolissimi  clogj . Proseguendo  dunque  a 
trattar  del  medesimo,  ne  riunirò  alcuni  , che  spe- 
ro, se  non  giungeranno  nuovi  ai  principiante  Ama- 
tore , non  potranno  almeno  dispiacergli . Il  suo 
elogio  maggiore  lo  abbiamo  da  le  Bmn , il  quale 
disse  che  V intagliatore  aveva  abbellito  il  pittore. 
Aveva  egli  un  gusto  eccellente  di  disegno,  e sic- 
come intagliava  da  quadri  grandi,  e le  sue  figu- 
re per  conseguenza  erano  d’una  proporzione  mol- 
to inferiore  a quella  degli  originali,  accadeva 
spesso  che  le  sue  Stampe  erano  disegnate  meglio 
dei  quadri . 

Ecco  anche  un  passo  di  Watelet , che  torna 
qui  in  acconcio  „ Se  il  solo  merito  di  Gherardo, 
dic’egli,  consistesse  nel  perfetto  gusto  di  disegno, 
le  sue  Stampe  sarebbero  pure  ricercate  a ragio- 
ne : ma  egli  dipingeva  colla  punta  e col  bulino , 
e questi  due  istrumenti  maneggiati  da  lui  pren- 
devano la  facilità  del  pennello  grosso . Di  più  sa- 
peva dare  acconciamente  a tutti  gli  oggetti  il  ca- 
rattere, che  lor  conveniva.  In  alcuni  gruppi  di 
cavalli  delle  battaglie  di  Alessandro  si  vede  il 
bulino  il  più  vigoroso , in  altre  parti , non  si  co- 
nosce che  acqua  forte  pittoresca . Tagli  piani  ser- 
vono a rendere  le  pianure  lontane  : i punti  di 
diverse  forme  esprimono  le  tinte  delle  diverse 
sorti  di  carnagione.  Se  un  intendente  d’intaglio 
si  pone  ad  osservare  i quadri  che  Audran  aveva 
sotto  gli  occhj,  crederà  che  si  debbano  intaglia- 
re in  una  maniera  affatto  diversa  ; torni  a riguar- 
dare la  Stampa  , conoscerà  che  non  si  poteva  in- 
tagliar meglio  > e che  le  opere  d’Audran  hanno 


begl’  Intagliatori  . azj,i 

Ain  vezzo  ed  un  cenilo , ciie  mancherebbe  negl’in- 
tagli  dei  medesimi  pezzi  eseguiti  da  altra  mano  ; 
poiché  erano  ispirati  a lui  da  un  sentimento  pro- 
fondo della  sua  arte,  e dflla  pittura. 

Mr.  Basan  seppe  a maraviglia  rilevare  il 
suo  merito,  e sì  nella  prima,  die  nell’altra  edi- 
zione potè  ripetere:  Lungi  da  credere  che  una 
servile  disposizione  di  taglj , e una  proprietà  af- 
fettata fossero  essenziali  ai  generi  dell'  Istoria  ; 
questo  eccellente  Artista  fece  valere  le  sue  ope- 
re  per  un  mescuglio  di  tratti  incrociati , e libe~ 
ri,  e di  punti  messi  senz’ordine , sempre  però 
con  un  gusto  inimitabile  y lasciando  alla  poste - 
rità  degli  esemplari  ammirabili  dei  veri  caratte- 
ri , con  i quali  le  gran  composizioni  debbono  es- 
ser trattate  dagl'  Incisori  . Queste  Stampe  , che 
quantunque  non  offrano  del  piacevole  y e leccato 
agli  occhi  degl1  ignoranti  , faranno  sempre  l’am- 
mirazione dei  veri  conoscitori  ? e delle  persone 
di  buon  gusto . 

Un  critico  il  più  delle  volte  oltre  il  dover 
severo  potè  rimaner  convinto  delle  doti  di  questo 
Artista  ed  estatico  ammiratore  della  maniera  del 
suo  intaglio,  scrivere.  „ Eccellente  gusto  di  dise- 
v gno  fino  a migliorar  gli  originali,  e frattanto 
imitarli  fedelmente . Se  una  figura  nell’  erigi- 
w naie  è dieci  volte  maggiore  di  quello  che  ha 
■ da  essere  nella  stampa  , e se  un  membro  di 
5,  questa  figura  è troppo  esagerato  nell'  origina- 
w le,  per  renderlo  elegante  nella  stampa,  Liso- 

^ gna  rientrare  il  contorno  parte  della  gros- 

h sezza,  e questa  correzione  diviene  irnper- 

• ~ ioo 

Tom . V*  16 


*4*  Notizie 

cettibile,  e più  impercettibile  ancora  , se  è 


5,  Cosi  im  incisore  abile  nel  disegno  può  corre;:- 
,,  gene  il  pittore  senza  offenderlo  ; al  contrario 
,,  P ignorante  di  disegno  può  guastare,  senza  cbe 
9y  il  M destrosi  accorga  come  sia  stato  contraffut- 
y>  to,  e copiato  con  fedeltà.  AlP intelligenza  del 
99  disegno  Audran  unì  il  maneggio  della  punta 
7)  e del  bulino:  con  questi  strumenti  egli  dipin- 
, se  i suoi  rami . Belle  serie  di  tagli  corti  in 
„ una  negligenza  apparente , lavori  grezzi  all’ac- 
99  quaforte  pura  e a bulino  puro  J punti  all'az- 
5,  zardo  fanno  la  magia  delle  sue  stampe.  Egli 
9t  non  può  avere  imitatore  ; per  incider  come 
„ lui,  bisognerebbe  esser  lui  stesso.  L'Enea,  e 
„ la  S.  Agnese  del  Domenichino*  la  Donna  adul- 
„ tera,  il  Tempo,  e il  Pirro  del  Pussino  ; le  Bat- 
,y  taglie  di  le  Brun  eo.  sono  capi  d’opera  d'in« 
y,  cisione . Ora  gli  amatori  amano  il  leccato. 
„ Oiide  se  Audran  rinascesse,  avrebbe  da  di- 
„ strugger  la  sua  arte,  per  trarne  le  sua  sussi- 
T,  stanza.  „ ( Vedi  Milizia  Tom.  2.  fol.  a 5.  ) 

Un  Opera , che  ha  per  titolo  : Les  Pro - 
portions  dii  Corps  hwnains  sur  les  plus  b^lles 
Statues  de  Lanbiquité , à Paris  chez  Audran 
graveur  du  flol  > in  fol.  x68a.,  ci  dà  anch’ella  a 
conoscere,  che  egli  aveva  meditato  profondamen- 
te su  le  regole  della  sua  arte . Florent  le  Compte 
gli  atcìibuisce  anche  dell  altre  opere  , come  De  le 
Corn,’CfuiS  et  leurs  profìls  ornés  par  Mr.  Char- 
mentori  ; e soggiunge,  che  si  vendevano  presso 
di  lui  molte  altre  Stampe  di  altri  Incisori,  fra 
le  quali  ssi , Battaglie  incise  dal  suo  Nipote,  o 
da  Mr.  le  Glerc  una  ser:e  considerabile  in  pic^ 


dfgl’  Intagliatori  . a43 

«olo  libro  in  12.  chiamato  Invoccition  et  Vinti» 
tation  des  saints , pour  tous  les  jours  de  l’année , 
ce  qui  contient  un  extrait  de  leurs  vies  ove  le 
figure  a taglio  dolce  sono  di  le  Glerc  . 

Ecco  i principali  pezzi  dell’opere  di  Gerardo, 
che  e pel  pregio,  e pel  numero  sono  della  mag- 
giore estimazione  . 

1 Ritratti  e pezzi  di  sua  composizione . 

I.  Il  Papa  Clemente  IV.  della  famiglia  Rospigliosi. 

II.  Andreas  Argolus,  S,  Marci  Eques  , in  4. 

III.  Samuele  de  Sorbiere,  letterato,  intagliato  in  Roma 
il  1667. 

IV.  Enrico  Arnaud , Vescovo  d’Aner. 

V.  11  P.  Benedetto  Langeois,  Cappuccino. 

VI.  Francesco  du  Quesnoy , Scultore , comunemente 
detto  Francesco  Fiammingo  . 

VII.  S.  Paolo  che  predica  in  Atene  , vignetta  coll’iscri- 
zione .*  Non  enim  sumùs  adulter antes  &c. 

Vili.  Minerva  e l’Abbondanza,  due  ligure  in  piedi,  e 
in  alto  due  genj  che  tengono  una  banderola  , con  queste 
parole  .*  Louis  le  Grand  . Frontespizio  piccolo  , in Jol.  1680. 

Varj  soggetti  da  Maestri  Italiani ^ 

I.  Enea  che  salva  suo  padre  Anchise  dall’ incendio  di 
Troja,  dal  Domenichino , dal  Gabinetto  del  Re,  pezzo 
gr-  in  fol,  tutto  intagliato  a bulino  in  una  maniera  un 
poco  dura . 

Seconda  Stampa  nel  Catalogo  di  Mr.  Basan, 
che  dice  m.  p.  in  alto, 

II.  1 Misterj  del  Rosario,  dal  quadro  del  Domenichino 
esistente  a S.  Giovanni  del  Monte  a Bologna,  gr-  infoi. 

III.  Martirio  di  S.  Agnese  , dal  quadro  del  Domani;  bi- 
no esistente  in  Bologna  nella  Chiesa  di  questa  Santa, 
gr.  in  fol. 

Terzo  pezzo  nel  suddetto  Catalogo  di  Basan, 
phe  dice  g.  p.  in  alt.  e concentrato . 


a44  Notizia 

IV.  Tentazione  di  S.  Girolamo  , dallo  stess»  , pez zo 
inarcato  chez  Auclran  , gr.  iti  fol.  in  tr. 

V.  1 quattro  Angoli  della  Chiesa  di  S.  Carlo  ai  Cate- 
nari , rappresentanti  la  Giustizia  , la  Temperanza  , la  Pru- 
denza , e la  Fortezza;  dallo  stesso,  quattro  gran  pezzi 
intagliati  in  Roma  il  1 6^5. 

VI.  lì  dono  delle  lingue , e S.  Paolo  che  predica  in 
Atene,  da  Pietro  di  Cortona , due  fregj  in  una  stessa 
pianta . 

VII.  Galleria  dipinta  a Roma  al  palazzo  Panfili,  dallo 
stesso,  rappresentante  la  storia  d’Enea  , in  XVI.  pezzi. 

Vili.  Galleria  dipinta  dallo  stesso  al  palazzo  del  Mar- 
chese Sacchetti  , ed  intagliata  in  Roma  il  i663.  in  Ul. 
lastre  grandi,  rappresentante  David,  che  trionfa  di  Go- 
lia , e de’  Filistei . 

IX.  La  morte  di  S.  Francesco,  da  Annibale  Caracci, 
gr.  in  fol. 

È'  questa  la  prima  Stampa  nel  Catalogo  del 
Basan . 

X.  La  morte  di  S.  Sebastiano,  da  un  quadro  del  Re 
di  Francia  , dal  Caracci , gr.  in  fol. 

XI.  S.  Antonio  Abate  tentato  nel  deserto,  studio  fatto 
da  Annibaie  pel  quadro  della  Galleria  Borghesi , e inta- 
gliato da  Gherardo , gr.  in  fol. 

XII.  Ulisse  che  scopre  Achille  travestito  da  fanciulla , 
dallo  stesso,  gr.  in  ol. 

XIII.  S.  Giacinto,  dal  Guerrino,  pezzo  intagliato  ad 
acqua  forte , pie.  in  fol. 

XIV.  S.  Maddalena,  in  mezza  figura,  da  Guido , gr. 
in  fol. 

XV.  Li  Barca  di  S.  Pietro,  ossia  S.  Pietro  che  cani» 
mina  sulle  acque,  da  Lanfranco , gr.  in  fol. 

XVI.  La  Natività  del  Saldatore  , piccol  pezzo  intaglia- 
to da,  un  disegno  del  Palma  il  giovine  , senza  il  nome 
dell'  intagliatore . 

XVII.  Figure  geroglifiche,  dipinte  da  Raffaello  in  una 
sala  del  Vaticano,  intagliate  in  Xlll.  pezzi. 

X '/111.  Gli  emblemi,  dipinti  dallo  stesso  nella  loggia 
del  Ciigi  al  giardino  Farnese,  per  servir  d’ornamento 
alla  Favoli  di  Psiche,  intagliati  in XV. pezzi , in^.inti\ 
con  una  dedica  a C.  Le  Bruii . 


DFGL*  Intagliatori  . s>45 

XIX.  Dio,  che  paria  a Mosè  nel  roveto  ardente,  da 
Raffaello , gr.  in  fol  in  tr. 

XX.  S.  Paolo,  e S.  Barnaba  a Listri , dallo  stesso,  gr* 
in  fol.  in  ti . 

XXI.  S.  Paolo  battuto  dai  demonj , piccolo  pezzo  co- 
nosciuto sotto  questo  titolo  ; ma  rappresenta  in  fatti  S.  Igna- 
zio maltrattato  dai  demonj  mentre  dorme;  ed  è inta- 
gliato da  un  disegno  di  Rubens,  e falsamente  attribuito 
in  questa  stampa  a Raffaello  . 

XXII.  Gesù  Cristo,  che  nel  congedarci  da’  suoi  Apostoli 
adunati , dà  le  chiavi  a S.  Pietro  , R.  V.  inv . G.  Au.  se. 
pezzo  in  4.  in  tr.  RARISSIMO  , intagliato  ad  acqua  for- 
te con  punta  delicata  ed  ingegnosa  . 

XXlll.  La  morte  d’Anania  , dagli  arazzi  del  Papa  al  Va- 
ticano , di  Raffaello , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXIV.  La  scesa  dei  Saracini  al  porto  d’  Ostia  , da  un 
disegno  di  Raffaello,  pezzo  intagliato  ' ad  acqua  forte, 
da  Gerardo  , senza  il  suo  nome  , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXV.  Sileno  coricato,  che  fa  versare  il  vino  dalla  sua 
otre;  pezzo  intagliato  ad  acqua  forte  dal  disegno  di  Giu- 
lio  Romano , in  fol.  in  tr . 

XXVI.  Dejanira  rapita  dal  Centauro  Nesso:  dal  mede- 
simo , in  4- 

XXVil.  Scipione,  che  usa  clemenza  verso  gli  Schiavi 
condotti  alla  sua  presenza,  intagliato  ad  acqua  forte  da 
un  disegno  di  Rafaello , senza  il  nome  dell'intagliato* 
re  che  c Gerardo , in  fol.  in  tr. 

XXVill.  Ganimede  rapito  dall’ aquila  di  Giove,  dalla, 
pittura  del  Tiziano  nella  volta  dei  Salone  di  Venezia , in 
cui  sono  disposte  le  statue  antiche:  pezzo  in  ottangolo  , 
intagliato  ad  acquafòrte , e terminato  a bulino  da  Ge- 
7 ardo , in  fol. 

Varj  soggetti  da  Maestri  Francesi  . 

I.  Mosè  estratto  dall’acque  del  Nilo , dal  Poussin  , pez- 
jto  intagliato  da  Benedetto  e Giovanni  Audran , e ritoc- 
cato da  Gherardo , gr.  in  fol.  in  tr. 

II.  S.  Giovanni , che  battezza  i Farisei  sulla  riva  del 
Giordano  , dal  Poussin  , pazzo  grandissimo  di  due  lastre  , 
di  BELLA  ESECUZIONE. 

Lo  nomina  il  Basan , ed  il  Gandellipi  ne  dà 
contezza  intorno  al  Quadro, 


s4  6 Notizie 

III.  La  Donna  adultera,  dallo  stesso:  Les  Scrihes  et  les 
Pharisiens  amenérent  a Jesus  tuie  / emme  ec. , grandissi- 
mo pezzo  in  tr.  BELL’INTAGLIO  a bulino. 

Anche  questa  è nel  Basan  , ma  non  descritta. 

IV.  S.  Francesca  Romana  genuflessa  innanzi  la  Vergi- 
ne che  tiene  in  mano  delle  freccie  , dal  Poussin  > e Ghe- 
rardo copiò  questa  stampa  da  quella  di  P.  del  Pò  , infoi. 

V.  li  giovine  Pirro  sottratto  alle  ricerche  dei  Molossi , 
che  aveano  ucciso  suo  padre  Eacide  ( soggiunge  Basan  ) 
c salvato  a Megara  , dallo  stesso , grandissimo  pezzo  di 
due  lastre  in  tr . BELLO. 

VI.  Coriolano  vicino  a vendicarsi  dei  Romani , che 
V aveano  esiliato , si  lascia  placare  dalle  lagrime  della 
sua  moglie , e della  sua  madre  (Basan),  dallo  stesso, 
Pezzo  simile  al  precedente. 

VII.  Cammillo  che  da  in  balia  ai  suoi  scolari  il  Mae- 
stro de’  Falisci  , pezzo  grande  , intagliato  dallo  stes- 
so , in  tr. 

Vili.  Armida  anziosa  di  vendicarsi  di  Rinaldo,  dallo 
stesso  , pezzo  grande  in  tr.  intagliato  da  Gherardo  , 
coll’ajuto  di  Benedetto  e Giovanni . 

IX.  Dafne  cangiata  in  alloro , dallo  stesso  ygr.  in  foi,  in  tr. 

X.  Narcisso  trasformato  in  fiore , dallo  stesso , gr.  in 
fol.  in  tr. 

XI.  Impero  di  Flora , ossia  le  metamorfosi  degli  Eroi 
in  fiori,  dallo  stesso,  gr.  in  fol.  in  tr. 

M.  Basan  lo  avea  detto  mez.  pez.  in  tr. 

XII.  La  Peste  in  Roma , da  un  gran  quadro  del  Pous- 
sin , l’architettura  del  quale  è di  le  Maire , pezzo  inta- 
gliato insieme  con  Baronius  (o  Baronia ),  gr.  in  fol . 
in  tr. 

Xlii.  La  Verità  svelata  dal  tem'po  , da  una  volta  del 
Poussin , del  Palazzo  Richelieu.  Pezzo  grande  infoi. 

L'épreuve  rare,  (dice  Basan;  di  questa  Stam- 
pa est  avant  la  Dr aperie  . Vedi  il  Gand'dlini . 

XIV.  La  Peste  d’Egina,  in  cui  si  vede  Giunone  in 
aria:  nelle  seconde  prove  è stato  sostituito  a Giunone 
un  Angelo  sterminatore,  da  P.  Mignard , gr.  pez.  in  tr~ 
È’  presso  Basan  egualmente  descritto. 


TÌFGT.*  ÙNTAGLI A TOBI.  2^7 

XV.  li  portar  delia  Croce , da  un  quadro  del  Re  di 
trancia,  dello  stesso,  gr.  pezzo  in  tv 

Trovasi  nella  medesima  Raccolta  di  cui  par- 
leremo nella  seguente  Stampa  al  numero  5. 

XVI.  I,a  volta  della  piccola  Galleria  di  Versailles,  cioè 
Apollo  che  distribuisce  ricompense  alle  Muse:  la  Previ- 
denza e il  Segreto  coi  loro  simboli.*  la  Vigilanza  con 
Mercurio,  dallo  stesso,  intagliato  in  111.  pezzi. 

Ai  titolo  poi  del  medesimo  Gabinetto  , De- 
scription  generai  de  P Hotel  des  Invali  de s , éta- 
bli  par  Louis  le  Grand  dans  le  piaine  de  Grem 
nelle  prbz  de  Paris  , avec  les  plans , profils  et  eie - 
p ations  de  ses  faces , coupes , apartemens , vuès  et 
allèes , Paris.  Imprimerle  Royale  MDCLXXXI1I. 
in  fol.,  trovasi  un  volume  aggiunto  in  fine  di  più 
altre  Stampe  del  Gabinetto  del  Re,  fra  le  quali 
al  nuin  a.  La  Volta  della  Galleria  del  piccolo 
appartamento  del  Re , al  presente  diruta,  che  con- 
siste in  tre  pezzi  incisi  da  Audran  dal  P.  Mi - 
gnard . Vedi  Heinecke  ( loco  cit.  fol.  ao, 

XVII.  La  volta  di  Val  de  Grace,  rappresentante  la  fe- 
licità dei  Beati  disposti  in  gruppi  ; le  figure  sono  più  di 
dugento . Grandissimo  pezzo  in  VI.  grandi  lastre. 

Qualche  volta  questa  Stampa  si  riunisce 
alPenùnciata  edizione  dei  Quadri  del  He  di  Fran- 
cia, quantunque  non  appartenga  nulla  al  Re. 
Heinecke  (loc.  cit . fol.  ai.). 

XV111.  Il  Martìrio  di  S.  Lorenzo  , da  ìe  Sueur  , gran» 
dissimo  in  fol • in  alto. 

XIX.  11  Martirio  de’ Santi  Gervasio,  e Protasio , dal 
quadro  di  Gervasio,  dàllo  stesso,  grandissimo  in  fol., 
intagliato  in  Tesi  . 

XX.  L’  Aurora  che  conduce  i due  cavalli  del  Sole  , 
dallo  stesso , pezzo  in  4.  con  f iscrizione  Lucerna.  pe+ 
dibus . 


Notizie 

XXI.  Il  Tempo  ajutato  dall’amore  della  Verità  scioglie 
le  nuvole  dell’Ignoranza,  da  L.  Testolina  pezzo  in  ovai * 
to  in  fol, 

XXil.  L’annata  di  Faraone  sommersa  nel  mar  rosso 9 
da  Fr.  Verdier , grandiss . in  fol.  in  tr. 

XXIU.  La  Fuga  in  Egitto,  dallo  stesso , gr.  in  fol. 

XXIV.  Battaglia  contro  i Saracini , da  le  Bourguignon  , 
gr.  in  fol. 

XXV.  Presa  della  Città  di  Damiuta  in  Egitto  , gr.  in  fol • 

XXVI.  11  Giudizio  di  Salomone,  da  Ant.  Coypol , gran - 
dissinzo  in  fol.  in  tr. 

XXVil.  11  Diluvio,  da  la  Page,  gr.  in  fol.  in  tr. 

XX Vili.  Passaggio  del  Mar  rosso,  dallo  stesso , pezzo 
simile . 

XXIX.  Rapimento  di  Proserpina,  dal  gruppo  del  giar- 
dino di  Versailles,  di  Girardon , gr.  in  fol. 

XXX.  Iddio  che  parla  a Mosè  nel  rovero  ardente,  da 
le  Brun  , in  fol. 

XXXI.  11  Dono  delle  Lingue , dal  quadro  del  Seminari® 
di  S.  Sulpizio  in  Parigi , in  cui  fra  le  ligure  vi  si  vede 
il  ritratto  di  le  Brun , grandissimo  in  fol. 

XXX11.  Il  Martirio  di  S.  Stefano,  dal  quadro  di  le  Brun 
della  Chiesa  di  Notre  Dame , pezzo  gr.  infoi.,  marcato: 
presso  Audran. 

XXX1U.  Il  trionfale  ingresso  di  Costantino  il  Grande 
in  Roma,  dallo  stesso,  in  IP.  gran  fogli. 

XXXIV.  La  volta  della  Cappella  di  Saulx , che  rappre- 
senta l’antica  Legge  compita  dalla  nuova;  intagliata  d,a 
le  Brun , in  VI.  gran  piante  da  collegarsi  insieme . 

II  Barone  de  Heinecke  (loco  cit . fol.  2,0.) 
scrive  muri.  3.  Le  Dome  de  la  Chapel/e  de  Saul» 
d’apres  le  Brun  en  5.  pièces  par  G.  Audran . 

XXXV.  La  volta  del  Padiglione  che  è nell’  orto  di 
Saulx,  detto  il  Padiglione  dell'Aurora ; in  cui  fu  rap- 
presentato da  le  Brun  il  Levar  del  Sole,  e le  quattro  Sta- 
gioni; intagliata  in  IV.  piante  grandi , dedicata  a Lui- 
gi XIV. 

XXXVI.  Le  Battaglie  d’Alessandro  il  Grande , quattro 
pezzi  grandissimi  in  XIII.  piante  da  unirsi  insieme , 
intagliate  da  Gherardo  Audran  dai  quadri  di  Carlo  le 
Bruny  e sono;  Z.  Alessandro  che  passa  il  uranico , e met- 


dfgi/ Intagliatori  : 

te  in  fuga  i Persiani  ; 2.  Alessandro  che  vince  Dario  nel- 
la battaglia  d’Arbeiia  ; 3-  Alessandro  che  dopo  aver  vinto 
e preso  Poro  , lo  riceve  nel  nu  nero  de’  suoi  amici  ; 4.  Ales- 
sandro che  fa  il  suo  trionfale  ingresso  in  Babilonia. 

Il  quinto  pezzo  di  questa  SUPERBA  SE- 
RIE Ja  Tenda  di  Dario  si  trova  specificato  all’ ar- 
ticolo G.  Edelinck.  Le  PROVE  PIU’  RICER- 
CATE sono  quelle  col  nome  dello  Stampatore 
Goyton . 

Con  perdono  dei  prelodati  Sigg.  Scrittori  del 
Manuel  , sembrami  che  ben  rifletta  il  Baroni 
cP  Heinecke , che  questa  caratteristica  da  essi  po- 
sta assolutamente  sia  molto  equivoca , dovendosi 
badare  piuttosto  che  sieno  nette , e facciano  bel- 
la vista  (ac)  . 


(20)  Trovansi  queste  nella  seconda  Parte  du  Cabinet 
da  Rei  de  France  pubblicato  per  ordine  di  Luigi  XIV. 
che  nell’edizione  del  167?.  conteneva  soltanto  22.  stam- 
pe con  la  descrizione  di  ciascheduna  , dirette  da  Filibien  . 
Nel  1679.  il  medesimo  Autore  vi  aggiunse  ancora  due 
stampe  con  la  loro  descrizione  dandogli  un  ordine  di- 
verso dal  primo.  Finalmente  il  volume  fu  portato  a 38. 
stampe  senza  continuatisi  le  descrizioni.  La  prima  edi- 
zione dee  essere  sempre  stimata  superiormente  all  altra 
per  le  prove  di  queste  stampe  che  formano  la  seconda 
Parte  , cioè  Tableaux  du  Roi  , rapresentants  cinq  sujets 
de  Vhistoire  <F  Alexandre  le  Grand , sur  quinze  pian - 
ches , qui  etant  asnemblees-  Formant  cinq  pièces  tres 
grandes , gravées  d'apres  Charles  le  Brun  , par  G.  Au~ 
d 1 'an , et  G.  Edelinck. 

Dopo  di  ciò  acquistò  il  Re  un  altra  stampa,  la  quale 
è Poro , che  combatte  sopra  un  Elefante  in  tre  lastre 
incise  da  Bernardo  Picart  della  medesima  grandezza,  che 
quelle  di  Audran  già  indicate. 

Altre  stampe  di  G.  Audran  debbonsi  aggiungere, 
che  trovansi  nella  terza  Parte  del  precitato  Gabinett© 


a5o  Notizie 

Quando  Florent  le  Comte  ( Cabinet  de  sin - 
golnritez  ec.  Tom.  3.  fol.  429.)  lia  scritto  che 
le  Battaglie  y e il  Trionfo  di  Costantino  son  com- 
poste di  sette  fogli,  andò  certamente  errato. 

AUDRAN  (Germano) , Disegnatore  ed  Inta- 
gliatore a punta  e a bulino,  nato  in  Lione  il  i63i.f 
e mortovi  il  1710.  Dopo  avere  egli  appreso  in 
patria  gli  elementi  dell’arte  da  Claudio  suo  pa- 
dre, si  portò  in  Parigi,  ove  operò  sotto  la  dire- 
zione di  suo  zio  Karle,  di  cui  testé  abbiamo  fat- 
to menzione.  Ritornato  in  Lione  > pubblicò  un 
gran  numero  di  stampe  consistenti  per  la  maggior 
parte  in  ornamenti  di  diverse  specie,  ed  in  alcuni 
ritratti.  Germano  non  si  rammenta  né  dal  Gan- 
dellini , né  dal  Basan  né  si  hanno  di  lui  altre 
notizie,  che  quelle  che  ci  somministrano  i Signori 


del  Re  sotto  il  titolo:  Les  VuSs , -plana , coupcs  et  eleva - 
tions  du  chateau  de  Versailles  , avec  les  statucs-y  ter - 
mes  y et  vases  qui  décorent  les  jardins  co  nposent  un. 
Recueil  de  LXXVill.  pièees  formée  par  82.  planches  , in 
cui  al  numero  4.  trovansi  le  statue  in  numero  di  XXlll. 
pezzi  incisi  da  G.  Audran , da  Gerard  Edelinck , da 
Francesco  Cliauveau , e da  Giovanni  le  Pautre  negli 
anni  1672.  1674.  1675.  1679.  1681.  e 1682.  ( Heinccke 
idée  général.  fol.  l5.  ) 

Nella  settima  Parte  di  questa  Raccolta  Statues  du 
Poi , antiques  et  moderne s , gr.  in  fol. , se  ne  trovano 
incise  tre  da  G.  Audran  ( Heinecke  loco  cit.  fol.  22.  ) . 
E nella  Description  de  VEglise  Royale  des  ìtivalides  9 
avec  toutes  ses  architectures , ornemens , bas  reliefs  , 
peintures  et  tableaux  par  Mr.  Filibien  des  Avaux.  Pa- 
ris 1706.  in  fol.  Gerardo  intagliò  con  Tardieu , le  Pau~ 
tre.  et  B.  Picart  dai  quadri,  bassi  rilievi  ed  altri  orna- 
menti della  predetta  Chiesa,  le  vignette  , culi  di  lampade, 
lettere  figurate  ed  altri  dorami  pe  ’l  medesima  libro. 


degl’Intagliatori.  2S1 

Scrittori  del  Manuel , dai  quali  è stato  tolto  il 
presente  articolo  . 

].  1 ritratti  di  Carlo  Emmanuele  11.  e di  Francesca  d’  Or- 
leans sua  sposa,  in.  uno  stesso  ovato,  da  Caravaglia . 

II.  11  ritratto  del  Cardinal  di  Richelieu,  in  un  ovato 
d*  alloro  per  Tesi  . 

III.  li  ritratto  di  Tcofilo  Reynaud  , Ger.  Audran  se.  IÓ63. 
in  fol . 

IV.  Libro  di  sei  fogli  di  volte  , da  Giorgio  Charmeton , 

V.  Un  Libro  di  sei  vasi  d’ornamenti,  da  N.  Robert. 

Vi.  Un  Libro  di  fregj  , da  la  Fage . 

Vii.  Un  gran  Libro  di  vedute  d’Italia,  da  Fancus . 

Vili.  Un  Libro  di  sei  paesi,  da  le  Gaspre. 

IX.  Raccolta  di  diversi  disegni  di  fontane  e fregj  ina- 
ffittimi XXXI.  pezzo,  da  le  Brun , presso  Audran. 

AUDRAN  (Giovanni),  fratello  di  Benedetto, 
Disegnatore  ed  Intagliatore  a bulino,  nato  in  Lio- 
ne il  1667.  j e morto  in  Parigi  nel  1756.  Dopo 
aver  ricevuto  le  prime  istruzioni  nella  casa  pa- 
terna , seguì  suo  fratello  a Parigi  , ove  godè 
anch/esso  delle  lezioni  di  suo  zio  Gherardo.  In 
età  di  venti  anni  cominciò  a distinguersi  fra  gli 
artisti  del  suo  tempo;  ed  ebbe  in  ricompensa  il 
titolo  di  pensionano  ed  intagliatore  del  Re,  es- 
sendo ammesso  nelP Accademia  Reale  di  Pittura 
pe  7 Ritratto  ch’egli  intagliò  dello  Scultore  de 
Coiseaox , ed  ebbe  un  quartiere  ai  Gobelini  . 
Fra  le  sue  numerose  produzioni  si  dà  la  prefe- 
renza al  suo  ratto  delle  Sabine  , perchè  rende 
perfettamente  il  carattere  del  Poussin  presso  il 
quale  è fatto  . Visse  quest’artista  in  una  vec- 
chiezza rispettabile  fino  ai  novant’anni^  e lasciò 
tre  fi;jli , fra  i quali  il  solo  .Benedetto  il  giovine 
si  è oceuoato  de  IP  intaglio  , ma  con  talenti  infe- 
riori  a quelli  di  suo  padre  e de’ suoi  zìi.  Con 
buona  grazia  degli  eruditissimi  Scrittori  del  Ma- 


a5a  Notizie 

miei,  donde  prende  maio  queste  notizie,  ci  sem- 
brerebbe più  accurata  l’epoca  della  morte  che 
assegna  il  Gandellini,  che  la  loro.  Da  essi  di- 
cesi nato,  come  vedemmo,  nel  1667.,  e morto 
nel  1750.,  che  porta  anni  89.,  e sono  gli  anni 
che  stabilisce  il  nostro  Gandellini,  e non  i 90. 
Mr.  Basan  però,  sebbene  nel  1756.  lo  ponga  mor- 
to, senza  assegnare  l’anno,  iri  cui  nacque,  dice 
che  morì  àgé  le  près  de  80.  ans.  Saremmo  più 
contenti,  se  gli  uni,  e gli  altri  ci  portassero  dei 
documenti  su  queste  epoche,  che  per  lo  più  sono 
intrigatissime . Ecco  il  dettaglio  delle  stampe  più 
ragguardevoli  di  Giovanni . 

DO 

Ritratti . 

I.  Luigi  XV.  figura  in  piedi,  Gobert  pinx . , Audrati 
Se. , gr.  in  fot 

II.  Ritratto  anonimo  d’ un  Principe,  accompagnato  da 
un  paggio,  figura  intiera,  da  Vivien . Pezzo  istoriato» 
gr.  in  fol. 

III.  Ritratto  di  Clemente  Augusto  Principe  di  Baviera  , 
dallo  stesso  , gr.  in  fol. 

IV.  Gio.  Battista  Colbert,  Marchese  di  Torcy  , senza 
il  suo  nome,  da  Largilliere , ovale  in  fol. 

V.  Il  Duca  d’Antin,  in  busto,  ed  in  ovale , in  fol. 

VI.  L’Abate  Vittore  Maria  d’fitrées,  da  Largilliere  f 
ovale  in  fol. 

VII.  11  Cardinal  Pietro  Ottoboni,  dal  Trevisano , gr.  in  fol . 

VII).  De  la  Motte  Fenelon , Arcivescovo  di  Cambray, 

da  Vivien , in  fol. 

IX.  Pietro  Gillet,  da  G.  Tortebat , in  fol. 

X.  Francesco  Roberto  Secousse,  Dottor  della  Sorbona, 
in  sedia  a braccioli,  da  Rigami,  gr.  in  fol. 

XI-  Pietro  Paolo  Rubens,  daVan-Dyck,  ritratto  post® 
alla  testa  della  Raccolta  di  Luxemburgo,  gr.  in  fol. 

XII.  Natale  Coypcl , pittore  ordinario  del  Re  , intaglia*» 
to  da  se  stesso.  Giovanni  Audran  pel  suo  ricevimento 
all’Accademia  il  1*708. , gr-  in  fol 

XIII.  Antonio  Coyzevox  , Scultore  ordinario  del  Re,  da. 
Rigaud - Pezzo  eguale  170S. , gr.  infoi. 


DFni/  INTAGLIATORI.  a53 

Varj  soggetti  da  diversi  Maestri . 

I.  Gesù  Cristo,  che  predica  dalla  barca,  da  Raffaello 
gr.  in  foL  in  trav. 

II.  Il' Bambino  Gesù  coricato  in  un  paesaggio,  osserva 
la  Croce  che  gli  vien  portata  da  tre  Angeli  nelle  nuvo- 
le , àzìY  Albano,  in  fot. 

Se  questa  è una  bella,  e poetica,  e graziosa 
idea  del  Pittore , vi  corrisponde  anche  l’ incisione 
di  questo  spiritoso  Artista:  Ili  potuti  s sima  idea, 
dice  PAb.  Lanzi  (Star.  Piti  or.  Tom.  i.  fol.  101.), 
discorrendo  dell’Albano^  è quella  di  rappresen- 
tare Gesù  fanciullo  con  guardo  levato  in  alto  a 
mirare  gli  Angioli  aventi  in  mano  chi  spine , chi 
flagello y chi  Croce , chi  altro  sìmbolo  della  fu- 
tura sua  passione.  Ve  ne  è un  quadro  in  Fi- 
renze?,  che  io  riferii  nella  descrizione  di  quella 
11.  Galleria , e si  riscontra  alquanto  variato  in 
due  belle  tavole  V una  ai  domenicani  di  Forlì, 
t V altra  ai  Filippini  in  Bologna . 

III.  L’Adorazione  de’ Pastori  , ossia  la  Natività,  da  P.  di 
Cortona  , ovale  in  tr. 

IV.  La  Samaritana,  da  Annibale  Caracci , in  fol. 

V.  S.  Giovanni  , che  amministra  la  S.  Eucaristia  alla 
Vergine,  da  Luigi  Caracci , in  fol. 

VI.  11  Salvatore  sul  monte  degli  Olivi,  dal  Domeni* 
chino  , gr.  in  fol. 

VII.  S.  Aiidrea  condotto  al  martirio  adora  la  Croce , in 
cui  dee  essere  appeso,  da  Guido , sopra  un  disegno  di 
Gherardo  Audran  , gr.  in  fol . 

Vili.  Martirio  di  S.  Pietro,  da  Guido  ; pezzo  marcato 
falsamente  col  nome  del  Domenichino , gr.  in  fol. 

IX.  S.  Paolo  , che  predica  in  Atene,  da  Ciro  Ferri,  pio 
col  pezzo  in  forma  di  fregio. 

X.  Galatea  sull' acque,  da  C.  Maratta , del  Gabinetto 
del  Duca  d’Orleans,  Raccolta  di  Crozat , gr.  infoi  in  tr» 
d’ un  bellissimo  bulino. 

Vedasi  ciò  che  notammo  a Niccolò  Artnessin 
intorno  la  raccolta  di  Crozat.  La  Stasala  è cita- 
ta anche  dal  Gandeliini . 


254  Notizie 

XI.  Il  Miracolo  de’ cinque  pani  , da  Claudio  Audrari 
zio  di  Giovanni , gr.  in  fol.  in  tr. 

XII  Battaglia  d’Alessandro,  da  le  Èrmi,  copiata  dalla 
gran  battaglia  di  Gherardo,  6.  pezzi  infoi,  in  tr. 

Si  rammentano  da  Basan  . 

XIII.  S.  Agostino  sedente,  con  un  cuore  in  mano,  da 
F.  de  Campagne , gr.  in  fol. 

XIV.  Il  Bambino  Gesù  fra  le  braccia  di  Simeone,  dal 
disegno  di  G.  M ariette , fatto  sul  quadro  di  M.  Cor - 
neille , gr.  in  fol . in  tr. 

XV.  Mosè  bambino  salvato  dalle  acque  del  Nilo  , e pre- 
sentato da  sua  Madre  alla  Figlia  di  Faraone,  da  Ant. 
Coypel , gr.  in  fol.  in  tr. 

Non  fa  la  madre  di  Mosè , che  lo  presentò 
alla  figlia  di  Faraone,  ma  una  delle  sue  serve  > 
con  le  quali  andava  a bagnarsi  ; poiché  la  madre 
fu  chiamata  di  poi  per  allattarla. 

XVI.  Giacobbe,  che  si  lamenta  conLabano,  dallo  stes- 
so. Pezzo  simile. 

XVII.  Atalia  sorpresa  da  terrore  alla  vista  di  Gioas  sul 
trono , dallo  stesso . Pezzo  simile  . 

XV11I.  Ester  alla  presenza  d’ Assuero,  da  un  quadro 
che  è a Luxemburgo  , dallo  stesso . Pezzo  simile  . 

XIX.  La  Resurrezione  del  Salvatore,  pezzo  grande  ed 
uno  de’ più  distinti  di  Coypel. 

XX  Cupido,  che  viene  in  soccorso  di  Psiche,  dallo 
Stesso,  gr.  in  fol.  in  tr. 

XXI.  I Malati,  che  si  presentano  al  Salvatore,  d’Ant. 
Viau , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXII.  li  portar  della  Croce  , dallo  stesso  . Pezzo  simile. 

XX111.  L’inalzar  della  Croce,  da  Van-Dyck  , infoi. 

XXIV.  Gesù  Cristo  in  Croce , dallo  stesso  . Pezzo  simile . 

XXV.  Il  Parnaso  francese,  Titon  du  Tillet , da  Gar* 
nier . L’originale,  eseguito  in  bronzo,  si  vede  alla  Bi- 
blioteca del  Re.  Pezzo  grandissimo. 

XXVI.  La  Pesca  miracolosa,  dal  quadro  di  Jouvenct 
della  Chiesa  di  S.  Martino  de’ Campi.  Grandissimo  pez- 
zo in  tr. 

XXVll.  La  Resurrezione  di  Lazzaro  ; dallo  stesso  ? del- 
la stessa  Chiesa.  Pezzo  simile. 


DEGL*  fNTAGLIATOKf  • 255 

Questi  due  pezzi  vengono  uniti  insieme  dal 
Basan , il  quale  aggiunge  : Les  pendans  de  ces 
denx  esterni pes  , sont  le  repas , chez  le  Phciri- 
sieri  y et  les  vendeurs  chassés  da  tempie , gravés 
par  G.  Duchange. 

XXV111.  La  Regina  Bianca  penetrata  dallo  spirito  di 
Dio,  dallo  stesso,  or.  iu  fot. 

XXIX.  Aci  e Galatea,  con  Polifemo  sul  suo  scoglio, 
da  F.  Marot , gr.  in  fot . 

XXX.  Venere  irritata  contro  Psiche  le  impone  delle 
dure  leggi  , da  G.  M.  Nastier  , gr.  in  fol. 

XXXI.  Psiche  consolata  da  Amore,*  dallo  stesso,  gr. 
in  fol-  Riscontro  • 

XXXìl.  Corpo  di  Gesù  Cristo  con  S.  Giovanni  e due 
Sante  Donne  , che  piangono,  e con  Nicodemo  e due  An- 
geli, in  un  fondo  un  paesaggio,  dal  Poussin  , G.  Audran 
exc. , gr.  in  fol.  in  tr. 

XXXlil.  Il  Ratto  delle  Sabine,  dal  quadro  del  Poussin 
esistente  in  Luxemburg,  gr.  in  fol . in  tr.  Questa  è una 
STAMPA  CAPITALE  di  G.  Audran  . 

XXXIV.  S.  Scolastica  in  agonia , da  G.  Restout , gr. 
infoi. 

XXXV.  Andromaca,  che  tenta  di  salvare  il  proprio 
figlio,  da  L.  Silvestre,  gr.  infoi,  in  tr. 

XXXVI.  Enrico  IV.  che  delibera  sul  futuro  suo  ma- 
trimonio . 

XXXVll.  Il  Re  Enrico  IV.  che  s’accinge  alla  guerra 
di  Germania. 

E*  nel  Gandellini. 

XXXVll).  L’ Inco  ronazione  della  Regina  , tre  pezzi 
della  Raccolta  dei  quadri  della  galleria  di  Luxeinburg, 
da  Rubens.  L’ultimo  pezzo  è uno  dei  migliori  della  rac- 
colta e dell’  intaglio. 

Vedansi  gli  articoli  degli  Audran  nel  Tomo 
primo  del  Dizionario  degli  Artisti  di  Heinecke. 

AUDRAN  (Luigi),  ultimo  figlio  di  Germa- 
no buon  Intagliatore , ma  non  celebre  al  pari 
degli  artisti  di  questo  nome  ^ di  sopra  lodati  > ha 


a 56  Notizie 

copiato  bene  molto  grandi  stampe  fatte  dai  dise- 
gni di  Bourdon  ^ le  Brun,  e Poussin,  riducendole 
in  una  proporzione  più  piccola . 

A VELINE  ( Antonio) , Disegnatore , e Intagliato- 
li a punta  ed  a bulino,  nacque  in  Parigi  il  1662.,  e 
vi  morì  il  17  in.  Quest’Artista  ci  ha  dato  una  quan- 
tità prodigiosa  di  Paesaggi  disegnati  dalla  natu- 
ra, e di  vedute  di  Castelli,  Palazzi  e Ville  3 tanto 
di  Francia  che  di  paesi  stranieri  ; essendo  il 
tutto  in  stile  facile  e gradevole.  Parla  forse  di 
lui  Mr.  Basan  ( sec,  ediz.  ) , allorché  dopo  Parti- 
celo di  F.  A.  Aveline  soggiunge,  ch’egli  ebbe  un 
fratello  clPegualmente  ha  inciso  a Parigi  beaux- 
coup  de  pièces  dans  le  commun  dont  Vheureux 
Vieillard , d’aprés  1 Ville  le  fils.  Il  Barone  de  Hei- 
necke,  ( alla  pag.  27.  Idèe  génér . ) il  rammen- 
ta come  uno  di  coloro , che  incisero  le  stampe 
dalPiPi^toire  de  V Hotel  Poyal  des  Invalides , oh 
Pori  verre  les  sécours  , que  nos  Pois  ont  procurés 
Hans  tous  les  tems  aux  Officiers  et  Soldats  hors 
d’état  de  servir.  Par  Toan Joseph  Granata  Avo~ 
cat  ait  Parlement  ; enrichie  dfestampes  réprésen - 
tant  les  plans  , coupes  et  élèvations  gcometrales 
de  ce  grand  edifice , avec  les  excellentes  peintu - 
res  et  sculptures  de  Véglise , desinées  et  gravées 
avec  tous  les  soins  et  Vexactitude  possìble , par 
le  tir.  Cochin  graveur  du  Poi  et  de  V Acad ernie 
Poyale  de  Peìnture  et  Sculpture.  Parigi  presso 
Guiglielmo  Desprez  1786.  gr.  infoi.,  e ristam- 
pata poi  presso  il  medesimo  sulPistesso  sesto  da 
Mr.  VAbbé  PcrCtu  Licentié  en  Theologie  de  la, 
Maison  et  Société  de  Sorbonne.  Oltre  Mr.  Cochin 
di  cui  parlasi  nel  titolo  , vi  sono  degli  altri  Iuta-? 
giratori  fra  i quali  V Aveline . 


degl’  Intagliatori  . 257 

* I.  Serie  di  sei  Paesi  numerati,  pezzi  con  marca.  Ave - 
line  inv  et  fec.  in  4.  in  tr. 

II.  Altra  Serie  di  dodici  Paesi,  non  numerati,  e mar- 
cati egualmente . 

III.  Altra  Serie  di  sedici  vedute  di  Versailles,  pezzi 
in  fol.  in  tr. 

IV.  SSrie  di  dodici  vedute  di  Castelli  e di  Palazzi  rea- 
li, come  Trianon  , la  Menagerie,  due  vedute  di  Clugny  , 
di  Marly , di  S.  Germain  en  Laye  , di  Vincennes,  di 
St.  Cloud , di  Meudon , di  Rambouillet,  di  Chensilli , 
de  Chambor , in  fol.  in  tr. 

V.  Serie  di  dodici  vedute  di  Parigi  , e di  molti  edi- 
fizj  di  quella  città,  cioè.*  la  città  di  Parigi  in  generale, 
gl’invalidi,  due  vedute  delle  Thuilleries,  del  Palazzo 
Reale,  del  Luxembourg  , del  Ponte  nuovo,  della  Piazza 
delle  Vittorie,  del  Palazzo  della  Città,  di  Notre-Dame, 
dell’Osservatorio,  della  Salpétrière  . 

VI.  Serie  di  venti  vedute  di  Città , tanto  di  paesi  fran- 
cesi , quanto  esteri , cioè  .*  Lione  , Marsilia  , Havre  de  Gra- 
ce  , Ruen  , Burdeau  , Brest,  Strasburgo,  Baie,  Londra, 
Amsterdam,  Roma,  la  Chiesa  di  S.  Pietro,  Venezia,  la 
Piazza  di  S.  Marco,  Torino,  Lisbona,  Costantinopoli, 
Gerusalem  , Tripoli,  Tanger. 

Vedasi  P articolo  d’Antonio  Aveline  nel  Di- 
zionario degli  Artisti  di  Heinecke . 

AVELINE  (Francesco  Antonio)  „ Intagliatore 
a bulino,  nato  in  Parigi  il  1718.  ^ e morto  in 
Londra  verso  il  1762.,  cugino  di  Pietro  e suo  al- 
lievo . Non  ha  acquistato  molto  credito , per  non 
aver  fatto  alcun  pezzo  importante.  In  Parigi  ope- 
rò pei  Librai  e per  i Mercanti  di  stampe;  nè  si 
distinse  maggiormente  in  Londra  , ove , secondo 
Basan  , morì  nell*  indigenza  „ . Poiché  gli  Scrittori 
del  Manuel  aveano  voluto  usare  dell’autorità  di 
Mr*  Basan  per  assicurarci  che  morì  povero , po- 
tevano anche  soggiungere  , con  la  scorta  del  me- 
desimo Scrittore,  ch'egli  incise  diverse  Vignette 
per  i viaggi  deli’Abate  Prévòt , come  il  ridetto 
Tom . V.  1 7 


5sS8  Notizie 

Basai  avverte.  Ecco  i pezzi  conosciuti  sotto  il 
Suo  noine. 

I.  Le  quattro  Stagioni,  da  P.  Aveline , 4.  pezzi  pic- 
coli in  ol.  in  tr. 

II.  Serie  di  sei  pezzi  di  figure  Cinesi  , da  Boucher , 
cioè;  L L’Uccello  della  buona  fortuna;  2.  11  Paglietto 
incomodo;  3.  11  concerto  Cinese;  4 11  merito  d’ ogni 
Paese;  5.  La  Pensosa;  6.  Le  delizie  dell’Infanzia.  ((Que- 
sto ultimo  pezzo  è stato  intagliato  da  Balechou) . 

IH.  La  Barca  Cinese , da  B oucher , in  oh 

IV.  Il  Musico  Spagnuolo  , da  Evelsen  pittore  Ingle* 
se  , in  fol. 

IV.  11  Musico  Fiammingo,  da  Teniers.  A.  Aveline 
sculp. , in  fol. 

VI.  Vedùca  d’una  parte  del  Porto  d*  Echelle  a Levan- 
te, da  Vernet , gr.  in  fol.  in  tr.  PEZZO  MIGLIORE 
& Ant<  Aveline . 

VII.  Serie  di  ligure  e di  soggetti  Cinesi  , da  G.  Pille • 
ment  London  published  I ify.  Fr.  A.  Aveline  sculp.  6.  gr* 
pezzi  in  fol.  in  tr • 

A VELINE  (Pietro),  Disegnatore,  ed  Intani  iato  re 
a punta  e a bulino,  nato  in  Parigi  il  1710.  e mor- 
tovi membro  dell* Accademia  di  Pittura  il  1760. 
epoca  la  quale  esattamente  combina  con  Mr.  Ba- 
san (sec.  ediz.),  era,  per  quanto  credasi,  della 
Stessa  famiglia  d’Antonio,  e frequentò  la  .Scuola  di 
Giu:  Bat  isia  di  Poiily  , di  cui  ha  seguito  il  gusto 
nell’  intaglio  . Merita  egli  d’ esser  annoverato  fra 
i buoni  intagliatori  Francesi;  e prenderebbe  mag- 
gior credito , se  non  avesse  passato  una  gran  par- 
te della  sua  vita  nell’  intagliare  solamente  schiz- 
zi, e se  fosse  stato  più  avveduto  nella  scelta  dei 
suoi  soggetti.  E’ considerabile  il  numero  de*  pezzi 
ch’egli  ha  intagliati  tanto  da  suoi  disegni  , che 
da  altri  maestri . Fu  impiegato  nell’  incidere  la 
Galleria  di  Versailles , come  dicemmo  alP  arti- 
colo Aubert  Michele  ; neiPopera  di  Moriicart  (Ve* 


degl'  Intagliatori  . 
di  Antonio  Sebastiano  ) , nella  Galleria  di  Dresda 
( Vedi  Aubert  Michele  ) , nel  Gabinetto  di  Crozat 
(Vedi  Armessin  y Niccolò  Arméssin  il  figlio). 

Di  suo  Disegno . 

I.  Le  quattro  Stagioni  , rappresentate  con  figure  fan- 
ciullesche , 4*  pezzi  in  4. 

II.  1 cinque  Sentimenti  del  corpo,  soggetti  galanti  , 
5.  pezzi  in  4. 

HI.  Venere  alla  toelette,  in  foi. 

IV.  Bacco , ed  Arianna , in  fol. 

Da  diversi  Maestri  . 

I.  Il  Cardinal  Fleury  in  piedi  accompagnato  dalle  Vi r* 
tù  e da  Diogene , da  G.  Chevalier , in  fol. 

Cioè  Diogene  che  cercando  di  un  Uomo  con 
la  lanterna , lo  trova  nel  Cardinal  Fleury . 

II.  Lo  sdegno  di  Nettunno  contro  I venti  lasciati  irt 
libertà  da  Eolo  a distruzione  della  flotta  d’  Enea  , ossia 
il  quos  ego  , d all’  Albano  , gr.  in  fol . in  tr. 

III.  Diana,  e Atteone , da  le  JBassan ,.  in  fol.  in  tr. 
della  Raccolta  di  Crozat. 

IV.  Mosè  bambino,  presentato  alla  figlia  di  Faraone, 
quadro  di  Giorgione , della  galleria  dell’Arcivescovo  di 
Milano,  gr • in  fol.  in  tr * della  Raccolta  di  Crozat. 

Questi  è uno  dei  due  bellissimi  Quadri,  chs 
sieno  ih  Milano  del  Giorgione , e tiensi  pe  ’Z  mi- 
gliore Giorgione  che  sia  al  mondo  ; pochi  colori , 
ma  ben  disposti  e bene  accordati , e ben  rotti 
con  gli  scuri  fanno  alV  occhio  un  armonia  au- 
stera, dirò  così  , simile  ad  una  musica  , che  con 
poche  note  y ma  temperate  maestrevolmente  y vi 
diletta  sopra  ogni  concerto  piu  fragoroso  (Lanzi 
Stor.  Pitfc.  Part.  a.  Tom,  1.  fol.  61.) 

V.  Giove  ed  Io,  dal  quadro  dello  Schiavone , dal  gabi- 
netto di  Crozat , bel  paese  , gr.  in  fol.  in  tr.  ibid. 

VI,  Partenza  del  Patriarca  Giacobbe  , dai  Castiglione , 
gr.  infoi,  in  tr.  delia  galleria  di  Dresda. 


q6o  Notizie 

11  suddetto  Pittore  lia  ripetuto  più  volte  i 
quadri  della  S.  Genesi , la  creazione  degli  Ani- 
mali , il  loro  ingresso  nell’Arca , ed  il  ritorno  di 
Giacobbe  con  grande  stuolo  di  servi  e di  bestia- 
mi . 11  quadro,  che  vien  qui  riferito  spettante 
alla  Galleria  di  Dresda , trovasi  anche  eseguito 
nel  Palazzo  Brignole  Sale . 

VII.  Noè,  che  sta  per  entrate  nell'Arca,  dallo  stesso  * 
ibid. 

E*  una  bella  Stampa,  e vi  ha  ritrattato  ve- 
ramente il  genio  del  Pittore,  il  di  cui  nome  gli 
verme  in  Europa  dai  suoi  Quadri  di  stanza , ove 
mirabilmente  dipinse  animali  soli  , o in  soggetti 
di  Storia.  In  questo  genere  di  pittura , soggiun- 
ge egli,  dopo  il  Bassano  è in  Italia  il  Principe* 
(Vedi  Lanzi  Par.  a.  Tom.  a fol.  5a8.) 

Vili.  La  Morte  di  Seneca,  da  L.  Giordano , gr.  in  foli 
in  tr.  ibid. 

Trovasi,  dice  Mr.  Basan  (sec.  ediz.) , nel  pri- 
mo Volume  della  Galleria  di  Dresda,  ed  è gran 
pezzo  in  tr. 

IX.  Gesù  Cristo,  che  risana  i malati,  da  Jouvenet  , 
gr.  in  fol . in  tr. 

X.  Bel  Paese , da  Nic.  Bei'ghem , gr.  in  fol.  in  tr. 

Ornato,  scrive  il  suddetto  Basan , di  figure ^ 

ed  animali . 

XI.  L'utile  Accidente,  de  van  Falens , gr.  in  fol.  in  tr. 

Xli,  La  Follia,  da  un  disegno  di  Corn.  Vischer , in 

fol.  in  tr. 

Xill.  La  Nascita  di  Bacco,  Fr.  Boucher , gr.  in  fol.  in  tr* 

XIV.  Il  Ratto  d'Europa,  dallo  stesso.  Pezzo  eguale. 

E'  citato  da  Mr.  Basan  unitamente  alla  na- 
scita di  Bacco . 

XV.  Tre  bei  pezzi,  dallo  stesso,  e sono.*  I.  Amore 
che  nuotai  2.  Amori  in  festa  i 3.  Gli  Amori  scherze- 
voli, infoi. 


dfgl’  Intagliato^?.  261 

XVI.  La  bella  Cuciniera,  dallo  sresso , gr.  in  fol. 

XVII.  Accordo  di  Venere  e d’Amore  dallo  stesso, 
gr . in  fol . 

XVUi.  La  Pastorella,  dallo  stesso*,  gr.  iti  fol. 

XIX.  Il  Rapimento  d’Elena,  da  Deshayes , in  fol. 

XX.  Enea  soccorso  da  Apollo,  dallo  stesso,  in  , ol. 

XXI.  La  Piazza  Maubert , da  Stef  Jeaurat  , gr-  in 
fol.  in  tr • 

XXII.  L’Anello  d’Hans  Carvel , da  G.  L.  le  Lorrain , 
in  fol.  in  tr. 

XXlll  II  Trio  Fiammingo,  in  mezza  figura;  da  Osta - 
de , in  fol. 

XXIV.  Il  Can  bassotto,  con  Cacciagione,  da  Oudry  , 
in  fol. 

XXV.  Due  pezzi,  da  Carlo  Parrocel , I.  un  Giovine 
che  tiene  un  topo  in  una  gabbia,  2.  una  Giovane  che 
ha  un  gatto  fra  le  braccia  , in  4. 

XXVI.  Diana  nel  bagno,  da  iVatteau , in  fol.  in  tr. 

XXV11.  11  Rapimento  d’Europa,  dailo  stesso,  gr.  in 

fol.  in  tr. 

XX Vili.  Gli  allettamenti  della  vita,  dallo  stesso,  gr. 
in  fol.  in  tr. 

XXIX.  Ricreazione  Italiana,  dallo  stesso,  gr.  in  fol. 

AVIBUS  ( Cesare  DE).  Cosi  trovasi  scritto 
nella  seconda  edizione  di  Mr.  Basan , sebbene 
il  Garidelliui  scriva  non  Cesare,  ma  Gaspero. 
I/istesso  Basan  lo  appella  anche  Cesar  Patavinus, 
e non  pone  il  suo  articolo  distesamente  sotto 
Avibus  De,  ma  ben  tosto  alla  parola  Cesar;  il 
che  farebbe  credere  doversi  piuttosto  chiamar  Ce- 
sare, che  Gaspero,  se  nell’opera  che  qui  appresso 
riporterò,  egli  stesso  non  si  scrivesse  Gaspero  ab 
Avibus.  Quanto  questi  due  Scrittori  son  distanti 
fra  loro  nell’ assegnarne  il  nome,  tanto  d ] fieri* 
scono  ancora  in  dichiararne  Pepoca  della  sua  vi- 
ta. Il  nostro  Gandellini  dice  , che  fiorita  nel  ÌÌS77., 
cd  il  Basan , che  nacque  nel  161  5..  ma  lo  Scrit- 
tore Francese  anche  qui  s’ inganna  fortemente  j 


aóa  Notizie 

poiché  potrebbe  diesi  più  tosto  che  assaissimo 
vecchio  morisse  in  quell'anno  ; essendo  morto  cir- 
ca il  1600.  Francesco  Terzi , come  scrive  il  Fassi, 
riportato  dal  Ch.  Ab.  Lanzi  ( Stor.  Pit.  P.  2,. 
Tom.  a fol.  507.)  che  viveva  quando  fu  incisa 
la  di  lui  opera . Ed  è senza  dubbio  prova  in- 
vittissima , che  Caspero  De  Avibus  non  venisse 
alla  luce  il  16 1 5.  ^ la  predetta  opera  dei  Sovra- 
ni, e Principi  della  Gasa  d’Austria,  che  lu  in- 
cisa senza  dubbio  ne]  1569.;  onde  assai  bene  avea 
scritto  il  nostro  Gandellini , che  fioriva  nel  1577. 
Ella  ha  per  titolo:  Francisci  Terzii  Bergomatis , 
Serenissimi  F erdinamdì  Archiducis  Austriae , Da* 
cis , Burgundiae , Comitis  Tirolis  ec.  Pictoris 
Aulici  Ad  invictissimum  Caesarem  Maximilia- 
num  II.  Romanomm  Imperatorem  semper  Augu - 
stum  Austriaccte  Gentis  Imaginum  Pnrtes  quia - 
que . Venetiis  i5ó9-  in  fol.  Ginquantasette  fogli 
reali  comprendono  tutta  quest’opera,  ove  si  ve- 
dono XLV.  ritratti  dei  Personaggi  Austriaci  in 
piedi,  e XXVII.  eroine  di  quell’ Augusta  Prosa- 
pia. Vi  si  vedono  abiti  ricchissimi,  sontuose  ar- 
mature ed  uno  sfoggio  particolare  di  architettu- 
ra. Ben  è vero,  che  non  sono  tutti  invenzione 
del  Terzi  > ma  vi  si  vedono  alcuni  di  altri  eccel- 
lenti Pittori  di  quel  tempo.  L’intaglio  però  è 
tutto  di  Gaspero  De  Avibus , senza  che  ve  se  ne 
scorgano  delPistesso  Terzi,  come  alcuni  ha  cre- 
duto , avendolo  letto  in  una  lettera  scritta  da  lui 
al  Gav.  Niccolò  Gaddi  datata  di  Roma  7.  Apri- 
le 1589.^  e diretta  a Firenze,  in  cui  chiamasi 
Pittore , ed  Intagliatore.  Vedi  Vita  de'  Pitto* 
ri,  Scultori , e Architetti  Bergomaschi  Tom,  I, 
pag.  17^..- 


D^GL’IlsrTAGLTATORr  ; 

Han  dileguato  ogni  dubbio  i dotti  Scrittori 
del  Manuel  y presso  dei  quali  trovasi  anche  la  ci- 
fra di  questo  Artista.  Da  quanto  di  loro  riferirò 
potrà  ogni  Amatore  pienamente  conoscere  quan- 
to siasi  allontanato  dal  vero  Mr.  Basan  , e quanto 
male  siasi  chiamato  dal  medesimo  Cesar  de  A vibus . 

Avibus  ( Gaspero  ab)  , detto  ancora  Gaspar 
Patavinus,  e Gaspero  Padovano,  scrivono  i pre- 
lodati Scrittori,  Intagliatore  a punta  ed  a buli- 
no, nato  a Padova  verso  il  i53o.  Le  circostanze 
della  sua  vita  ci. sono  ignote;  solo  saremmo  in- 
dotti a congetturare  dall'  esecuzione  delle  sue 
stampe,  che  avesse  studiato  P intaglio  sotto  Gior- 
gio Ghisi , detto  il  Mantovano , al  quale  non  è 
inferiore  nel  maneggio  del  suo  arnese . Le  sue 
stampe  sono  in  data  dal  i56o.  fino  al  i58o.,,  e 
sono  contrassegnate  in  varie  maniere , come  si  ve- 
drà qui  appresso  „ 


1.  Lo  Sposalizio  della  Vergine  Maria,  senza  il  nome 
del  pittore,  che  è Paolo  Veronese.  Gaspar  ab  Avibus , 
Citadelensìs  fec.  in  fol. 


11.  La  Donna  adultera , con  marca 


M.V.I. 


Gasparo  Osello  Padovano  fec. , in  tr. 

III.  La  Flagellazione,  coll’iscrizione.*  Et  fui  flagella* 
tus  &c  Gaspar  ab  Avibus  Cìtadelensis  fecit  . Lucae 
Bertelli  formi  s . Gran  pezzo,  infoi. 

IV.  Gesù  Cristo  colle  mani  legate  c colla  Corona  di 
spine,  figura  sedente  in  mezzo  della  stampa,  coi  sog- 
getti della  passione  all’  intorno  Gaspar  Patavinus  fec. 
Nicol.  Nelli  exc*  l566. , gr.  in  fol. 

V.  La  Santa  Cena  , da  Lamb.  Lombardo  , stampa  co- 
piata da  quella  del  Mantovano  , con  inarca  Gaspar 
P.  F.  1664. , gr.  infoi,  in  tr. 

VI.  Apollo  seduto  sul  monte  Parnaso  presso  il  Pegaso, 
che  suona  il  violino,  in  basso  le  Muse,  verso  la  sini- 


264  Notizie 

Stra  Omero  e Virgilio,  da  L.  Pernii.  Gaspar  F. , gr.  in 
foi.  in  tr. 

VII.  Un  gran  volume  in  foh  diviso  in  cinque  parti, 
che  contiene  i ritratti  degl’ Imperatori , Arciduchi,  Prin- 
cipi della  Gasa  d’Austria.  Ciascun  ritratto,  in  piedi,  è 
ornato  d’un  contorno  analogo.  In  questi  egli  ha  muta* 
to  maniera,  ed  ha  intagliato  le  figure  nello  stile  degli 
Sadeler . 

Alcuni  citano  un  Cesare  ab  Av'ìbus  ; ma  si 
crede  che  non  sia  mai  esistito  un  intagliatore  di 
tal  nome . 

A VIGE  ( ) Vedi  il  Gandellini . Dubiterei 

che  fosse  questi  quel  Cavaliere  Avice , che  per 
ordine  di  S.  M.  Luigi  XIV.  disegnò  la  Consagra- 
zione  del  medesimo  Monarca  eseguita  in  Reims 
il  dì  7.  di  Giugno  i654,  incisa  poi  da  Giovanni 
lePautre,  con  la  descrizione , e spiegazione  delle 
Stampe  che  la  rappL -sentano , nella  Stamperia 
Reale  presso  Edme  Martin  16 55.  Vedasi  Heine- 
cke  ( idée  generai  fol . 4 o . ) 

AVRIL  ( Giovan-Giacomo  ) . Ecco  uno  degl*  In- 
tagliatori Francesi,  e dei  più  recenti,  che  meri- 
ti esser  conosciuto  pe  M suo  vero  merito , che  sem- 
pre mai  potrà  certamente  distinguerlo . Nacque  a 
Parigi  nel  1756.  Gio:  Giacomo  Wille  gp  insegnò 
a tratteggiare  al  bulino  con  tanta  intelligenza, 
che  anche  i professori  di  quest'arte  glie  ne  deb- 
bono avere  buon  grado  . Mr.  Basan  ( seconda  edi- 
zione ) concorda  nell'epoca  della  sua  nascita , e 
soggiunge  che  ha  inciso  molti  Porti  di  Mare , 
che  forse  saran  confusi  con  le  Bagnanti  ^ e le 
pesche  che  si  citeranno  qui  appresso.  Seppe  Avrii 
scerre  i soggetti  più  capaci  per. la  incisione,  e 
gli  condusse  poi  con  taParte,  che  sembra  nulla 
mancar  gli  possa } onde  piacciano  > ed  istruisca* 


degl’  Intagliatori  * 26  5 

no.  Per  (pianto  siasi  a mia  notizia,  egli  ancor  vi- 
ve y e lascia  il  desiderio  di  vedere  altre  sue  ope- 
re , oltre  le  qui  descritte  . 

I.  Marte  che  va  alia  guerra,  da  Rubens  , gr.  infoi,  in  tr. 

II.  Martedì  ritorno  dalla  guerra , dai  medesimo  simile. 

Ili.  U11  Pastore,  che  tiene  fra  le  sue  braccia  una  Pa- 
storella , ossia  il  gambetto  , dal  medesimo  , gr.  in  foh  in  tr . 

IV.  Apollo  che  fa  ballare  le  Staiùoni , dal  Poussin  9 
gr . in  fol.  in  tr. 

V.  Diana  che  cangia  Ateone  in  Cervo,  dàlV  Albano 
incisa  nel  1780.,  gr.  in  fol.  quasi  quadro . 

VI.  Le  Bagnatrici  sorprese  , dai  medesimo  incisa 
nel  1781.  simile. 

VII.  Venere,  che  si  vendica  di  Psiche,  da  Troy  , gr. 
in  fol . in  tr. 

Vili.  Pigmalione , e Galatea,  da  Marillier , gr.in  fol. 

IX.  S.  Genevieve  Patrona  di  Parigi , da  Carlo  Vanloo  9 
gr.  in  fol. 

X.  Il  Ritorno  dalla  pesca  , e ’i  tramontar  del  Sole,  da 
Ver  net , gr.  in  fol.  in  tr. 

XI.  I Viaggiatori  atterriti  dal  fracasso  di  un  tuono, 
dal  medesimo,  or.  infoi,  in  tr. 

XII.  Il  Naufragio,  dipinto  da  Vernet  nel  1758.,  ed  in- 
ciso per  Avril  nel  177S. , grandissimo  in  fol.  in  tr. 

Xlli.  La  doppia  ricompensa  del  merito,  da  F.  A.  Wil - 
le,  incisa  per  Avril  nel  1784.,  gr\  in  fol. 

XIV.  Il  Patriottismo  francese,  dal  medesimo,  inciso 
da  Avril  1^88.  simile  al  pezzo  antecedente. 

XV.  La  presa  de  Courtray , nel  Luglio  1667.,  da  Van* 
der  Maulen , incisa  da  Avril  1782.,  in  fol 

XVJ.  li  passaggio  del  Reno  , da  Berghem  , gr.  in  fol.  intr. 

XVU.  Caterina  11.  che  viaggia  per  i suoi  Stati  nel  1787. 
Gran  composizione  , daj./  Avril  1790.,  grandis.pez.  in  tr. 

XV111.  Penelope,  e Ulisse,  o il  Pudore,  da  le  Bar - 
bìer  , grandissimo  pezzo  in  tr. 

X13£.  Combattimento  degli  Orazj  e Curiazj,  ovvero 
il  Sacrihzio  di  se  stesso  per  la  Patria,  dipinto  dal  Bar - 
bies  nel  1786.  inciso  da  Avril  nel  1787. 

Queste  due  Stampe  sonò  le  principali,  e for- 
mano l’epoca  dell’arte  ripristinata  in  Francia. 
[Vedi  Marnasi  école  de  F rance  fol. 


5,66  Notizie 

AVONDT  (Pietro  VANDENT)  ovvero  Van 
Avont,  Pittore  ed  Intagliatore  ad  acqua  forte, 
nato  in  Anversa  verso  il  1619.  ove  si  stabilì  fa- 
cendovi commercio  di  Stampe.  Conviene  in  que- 
sta medesima  epoca  anche  Mr.  Basan,  e confessa 
di  aver  veduto  di  suo  diversi  soggetti  delia  Vergi- 
ne, e dei  Baccanali  di  Fanciulli.  I suoi  quadri, 
eseguiti  su  fondi  di  paesaggi  ed  ornati  di  hello 
figure,  sono  molto  stimati.  Van- Avont  ornava  al- 
tresì di  figure  i paesi  di  David  Vinckenbooms . 
Fra  le  altre  lastre  possedeva  ancora  quelle  che 
W.  Hollar  aveva  intagliate  da  Giacomo  Artois. 
Ha  inciso  egli  stesso  con  acutezza  e grazia 
molti  soggetti  di  sua  composizione  . Vien  ram- 
mentato come  Pittore,  ed  Intagliatore  dal  Baro- 
ne di  Heinecke  anche  nell’altra  sua  opera  ( Idée 
generai  ec.  fol.  1 8 1 ) alla  IV.  classe , che  con- 
tiene la  Scuola  Fiamminga,  ed  Olandese  . 

I.  Una  Vergine  seduta  in  campagna  col  pargoletto 
Gesù,  che  prende  la  piccola  Croce  di  S.  Giovanni,  in 
ginocchio  innanzi  a S.  Anna,  senza  il  nome  dell’Arti- 
sta , pez.  in  fol.  in  tr- 

II.  Una  Vergine  sedente  sotto  un  melo,  dando  il  latte 
al  Bambino  Gesù.  Accanto  a lei  vi  è S.  Giovanni  con  la 
sua  Croce  ed  il  suo  Agnello,  accompagnato  da  un  An- 
gelo, che  gli  mostra  un  fanciullo  che  ha  in  mano  un  po- 
mo , pez.  in  fol . in  tr- 

III.  La  Vergine  in  aria  col  Bambino  Gesù , con  uno 
scettro  ed  una  corona  , e l’ iscrizione  .*  Regina  coeli  • Sen- 
za il  nome  dell’  artista  , pez.  in  fol- 

IV.  La  Maddalena  che  poggia  al  Cielo , con  marcac 
Pet.  van  Avont  inv.  et  exc.  cum  privil- , pez.  in  fol. 

V.  XXIX.  Serie  di  Fanciulli  in  24.  piante  in  12.,  con 
un  fanciullo  o un  Angelo  in  ciascuna  Queste  ligure  so- 
no state  impiegate  in  seguito  nella  Raccolta  pubblicata 
con  titolo:  Paedopegnion , da  IV-  Hollar. 

XXX,  XXXI V.  1 quattro  Elementi , sotto  .figura  di  Fan» 
ciulli,  quattro  fogli  in  8. 


degl*  Intagliatori  : 367 

XXXV.  Due  Baccanali  di  Fanciulli  : in  uno  si  vede  il 
giovine  Bacco  condotto  in  trionfo  in  un  carro  tirato  da 
«apre:  nell  altro  il  giovine  Bacco,  portato  da  quattro 
fanciulli,  tiene  in  mano  un  bicchiere.  Pet.  van  Avont 
inv.  fec.  et  exc. , gr . in  4.  in  tr. 

Molti  hanno  intagliato  da  questo  Maestro, 
specialmente  Hollar:  il  pezzo  rappresentante  la 
Maddalena  nei  deserto  fa  onore  al  pittore  egual- 
mente ed  all*  intagliatore  . 

AUVRAi  ( Pietro- Lorenzo)  nacque  a Parigi 
nel  1786.  Ricevè  i principi  dell’Arte  dell’inta- 
glio da  Lorenzo  Cars  suo  consanguineo  , famoso  in- 
cisore , lodato  si  per  la  correzione  del  disegno  , 
che  per  la  bella  e piacevole  sua  maniera  d* in- 
cidere. Quantunque  Auvrai  non  arrivasse  a que- 
sta perfeziorft  , pure  non  è nel  numero  degl’in- 
fimi Incisori,  essendosi  in  alcune  Stampe  porta- 
to assai  bene  . Lavorò  molto  tempo  nella  Sviz- 
zera , ed  ivi  fece  quel  Filosofo , che  si  rade  i suoi 
peli_,  da  Juncker  Pittore  Tedesco  dipinto.  In- 
tagliò anche  i ritratti  di  Prèville , e de  la  Ruette 
Commedianti,  figure  in  piedi,  ed  in  piccole  for- 
me dai  disegni  di  Monnet  nel  1775.  Vedi  Mr. 
Basan  ( seconda  edizione) . 

AUSTIN  (Paolo),  nato  a Londra  nel  1741.' 
ha  inciso  molti  Paesaggi  da  Vanderneer  ed  altri 
Vedi  Basan  ( seconda  edizione)  . 

AUROUX  (Niccolo) , nato  a Pont-Saint- Esprit 
nel  1660.,  lavorò  molto  a Turino,  e a Lion , 
ove  incise 

I.  Ritratto  del  P.  Soinola  Gesuita. 

li.  Ritratto  di  Vincenzo  Voiture. 

Ili.  Una  Santissima  Vergine  col  Bambino  Gesù  , e S.  Gio* 
van  Battista  ec,  (Vedi  Basan  se v.  ediz.  ) 


Notizie 

AGOSTINO  VENEZIANO  della  Famigliai 
Masys  o de  Musis , come  trovasi  nel  M i nuel  (ccole 
Italienne  Tom . 3.  fol.  84.)  Cosi  anche  lo  chia- 
ma PHeinecke  ( Idée  génér.  ec.  fol,  i53.),  sog- 
giungendo  che  si  possono  riunire  a lui  Lorenzo, 
e Giulio  de  Musis,  dei  quali  frattanto  egli  non 
conosceva  che  due  Stampe  sole. 

La  testimonianza  di  questo  Scrittore  tanto 
intendente  , e tanto  benemerito  delle  Belle-Arti 
potrebbe  far  dubitare  a qualcuno,  che  avessero  er- 
rato il  Gandeilini,  ed  altri  con  lui,  che  lo  appel- 
larono Agostino  de  Masys  ; ma  avendo  poi  ietto 
nella  Stampa  degli  Scheletri , che  Agostino  incise 
da  Baccio  Bandinelli  scritto  di  proprio  pugno  : An- 
gus tinns  Uenetus  de  Muùs  faciebat , vien  dimo- 
strato perentoriamente  Terrore,  in  cu* sono  caduti 
tutti  quelli,  che  T han  detto  de  Masys.  Ben7  è 
vero,  che  tanto  gli  uni,  che  Talr.ro  hanno  scritto 
male  tal  casato  coli*  y . Venne  alla  luce  Agostino 
nel  j4qo.»  e mosso  dalla  fama  di  Marcantonio  Rai- 
mondi si  portò  a Roma  per  viepiù  perfezionarsi  nel 
disegno,  e nell’intaglio  sotto  la  direzione  di  quel 
valente  Professore  . Ne  Ma  edizione  delle  Vite 
del  Vasari  fatta  in  Bologna  in  tre  Tomi  in  quar- 
to presso  gli  Eredi  di  Evangelista  Dozza  i663. 
P.  3.  voi.  2.  nella  Tavola  delta  cose  più  notabi- 
li ec.  fol.  2.  trovo  , che  Agostino  mandò  un  Ri- 
tratto di  sua  mano  in  dono  a Raffael  d9 Urbino . 
E siccome  dai  Signori  Scrittori  del  Manuel  si  di- 
ce, che  la  Stampa  di  S.  Mi’ffherita  posta  nel  Ca- 
talogo delle  cose  sacre  al  mun.  23  fosse  stata 
intagliata  da  Agostino  prima  di  frequentare  la 
jScuola  di  Marcantonio;  pare  che  innanzi  di  an- 
dare a Roma,  non  solo  i princjpj  dell’arte  avesse 


degl’  Intagliatori  . 269 

imparato,  ma  che  già  vi  si  fosse  con  qualche 
successo  anche  inoltrato.  Non  sappiamo  da  chi 
apprendesse  in  Patria  i principi  di  quest’arte  ; ma 
Ben  può  dirsi  , che  in  quella  illustre  Città  vi 
fossero  eccellenti  Intagliatori , poiché  Marcantonio 
istesso  si  partì  da  Bologna  per  andare  pe  ?l  mon - 
do,  e vedere  diverse  cose , e ì modi  di  fare  de » 
gli  altri  Artefici,  e con  buona  grazia  del  Fran- 
cia se  ne  andò  a Venezia  (Vasari  T.  7.  fol.  187.) 
Potrebbe  congetturarsi  che  Agostino  venisse  a 
Poma  molto  prima  del  i5ao.  y anno  in  cui  mori 
Raffaello,  stantechè  leggiamo,  che  dopo  la  mor* 
te  di  quelP  immortale  Genio  della  Pittura  , Ma r- 
co  9 e Agostino  si  divisero  fra  loro.  Non  è poi  da 
dissimulare  una  patente  contradizione  y in  cui  è 
caduto  il  Vasari  intorno  quesPArtista  y ed  anche 
su  Andrea  del  Sarto , che  per  quanto  sia  a mia 
notizia,  non  è stara  rilevata  finora.  Nella  Vita 
di  Marcantonio  ed  altri  (Velari  Tom.  7 . fol.  i5i  ) 
racconta , che  Agostino  Veneziano  venne  dopo  le 
cose  dette  a Fiorenza  con  animo  di  accostarsi 
ad  Andrea  del  Sarto , il  quale  , dopo  Ra  ffaello 
era  tenuto  dei  migliori  dipintori  d’Italia  e così, 
da  costui  persuaso  Andrea  a mettere  in  istam- 
pa  Vopere  sue , disegnò  un  Cristo  morto  sostenu- 
to da  tre  Angioli  ec.  Nella  Vita  poi  di  Andrea 
del  Sarto  (Tom.  6.  fol.  i5i.)  narra,  che  Gio- 
vambattista Puccini  Fiorentino  diede  a fare  ad 
Andrea  un  Quadro  di  un  Cristo  morto  3 e certi 
Angeli  attorno  , che  lo  sostenevano,  e con  atti 
mesti  y e pietosi  contemplavano  il  loro  Fattore  in 
tanta  miseria  per  gli  peccati  d^glì  Uomini.  Que- 
sta opera  finita  che  fu , piacque  di  maniera  uni- 
versalmente , che  Andrea  pregato  da  molti  la  fe~ 


sl^o  Notizie 

ce  intagliare  in  Roma  da  Agostino  Veneziano  ; 
Fin  qui  ognun  vede,  che  non  fu  Agostino,  corno 
egli  dice , che  si  proferì  ad  Andrea  , ma  fu  que- 
sti che  spontaneamente  ne  diede  commissione  ad 
Agostino.  Di  più  non  Agostino,  secondo  quello, 
che  qui  scrive  andò  a Firenze  , ma  Andrea  lo 
fece  incidere  in  Roma:  cose  tutte  che  aperta- 
mente si  contradicono  . Nè  si  può  dire  che  fos- 
sero opere  diverse,  stantechè  tanto  nella  Vita  di 
' Marcantonio  ( loco  cit.  ) che  ad  Andrea  non  rie- 
sci la  cosa  ( oioè  l’ incisione  ) così  appunto  secon 
do  la  sua  fantasia  non  volle  mai  piu  mettere  al- 
cuna sua  opera  in  istampa . Quanto  eziandio  nel- 
la Vita  di  Andrea  del  Sarto  ( loco  cit.  fol.  i52.  , 
dicesi  : ma  non  gli  essendo  riescita  molto  bene 
non  volle  mai  più  dare  alcuna  cosa  alla  Stampa  * 
Dopo  tutto  questo  rilevasi  anche  un  altro 
abbaglio  del  medesimo  Vasari , che  stabilisce , che 
dopo  le  cose  dette , cioè  dopo  la  morte  di  Raf- 
faello seguita  nell’ Aprile , dopo  il  sacco  di  Ro- 
ma 1*520.,  e dopo  essersi  diviso  da  Marco  Ra- 
veggiano  ( Vasari  Tom.  7.  fol.  i5i.)  intagliò  la 
detta  Stampa:  quando  alla  Vita  di  Andrea  con- 
fessa , che  la  commissione  data  ad  Agostino  fu  al- 
meno nel  i5i5.  o poco  prima,  allorché  avendo 
inteso  il  gradimento  *del  Re  di  Francia  della  sua 
opera,  avea  determinato  portarsi  in  Francia,  ma 
ne  fu  trattenuto  dai  Fiorentini  per  preparare  le 
feste  a Leone  X.,  che  volea  far  grazia  alla  Pa- 
tria di  farsi  in  quella  vedere  : il  che  fu  , come 
egli  dice,  nel  i5i5.  (Vasari  Vita  di  Andrea  del 
Sarto  Tom.  6.  fol  1 52.  ) Ora  trovandosi  la  Stam- 
pa predetta  di  Agostino  marcata  nel  i5i6.,  non 
vi  è luogo  da  dubitare  dell’abbaglio  del  Vasari t 


dfol*  Intagli  atòrt  , 271 

qui  sopra  indicato  (Vasari  loc.  cit . fai. 

Allora  -> (Tostino  fu  trattenuto  da  Baccio  Bandi - 
nelii  Scultore  Fiorentino , c/*e  gZz  jfece  intagliar 
col  suo  disegno  una  notomia  . che  aveva  fatta  di 
ignudi  secchi , e di  ossame'  di  morti , e appresso 
una  Cleopatra . c/ae  ambedue  furono  tenute  mol- 
to buone  cose.  Perchè  cresciutogli  Panimo  dise- 
gnò Baccio , e /cce  intagliare  una  carta  grande 
delle  maggiori , c/ie  ancora  fossero  state  intaglia- 
te infino  allora  piena  di  f emine  vestite , e di  nu- 
di. che  ammazzano  per  comandamento  di  Erode 
i piccoli  fanciulli  innocenti . Pare  che  il  Vasari 
contradica  non  poco  intorno  a questa  Stampa,  e 
che  avendola  qui  fatta  incidere  ad  Agostino  sol* 
tanto,  nella  Vita  di  Baccio  Bandinelli  (Tom.  3. 
fol.  2 5 ) v»  ponga  per  suo  compagno  in  questa 
incisione  anche  Marco  da  Ravenna,  anzi  da  quel- 
lo che  racconta , il  primo  contemplato  in  detto 
lavoro  fu  P istesso  Marco  . Eccone  le  precise  p*a- 
role  ; Mentre  che  Baccio  attendeva  a queste  co- 
se , non  mai  abbandonando  per  suo  uso  il  dise- 
gnare , fece  a Marco  da  Ravenna , e ad  Agosti- 
no Veneziano  intagliatori  di  Stampe , intagliare 
una  Storia  disegnata  da  Ziù  in  una  carta  gran- 
dissima nella  quale  V uccisione  dei  fanciulli  in- 
nocenti ec.  E credo  bene  che  il  principale  Inta- 
gliatore in  questa  Stampa  fosse  Marco,  notando 
Mr.  Bottari  in  questo  luogo,  che  5>  due  Stampe 
diverse  di  questa  Strage,  e che  tengono  della 
maniera  del  Bandinello , sono  nella  raccolta  Cor- 
sini ; una  non  lia  il  nome  dell’  inventore  ; ma  è 
intagliata  da  Ciò.  Battista  de  Cavalieri;  Palerà 
Ea  Baccius  invenit . Fiorentine , e sotto  ha  per 
jnarca  un  S e un  R intrecciate . Nella  prima  Erode 


27*  Notizie 

è a sedere , nell'altra  è in  piedi  Or  le  due  indi- 
cate lettere  S ft , come  ognun  sa , essendo  la  cifra  di 


Marco  da  Ravenna 


; ne  vien  Certamente 


per  conseguenza,  che  quando  Baccio  diede  a fare 
questa  Stampa,  Marco  ed  Agostino  non  si  fossero 
divisi  fra  loro,  come  nella  vita  di  Marcantonio 
narra  il  Vasari  „ 

Accaduto  intanto  il  sacco  di  Roma,  che  le 
diedero  gli  Spagnuoli  nel  1627.,  si  dispersero  in 
gran  parte  gli  Artisti  che  ritrovavansi  in  quella 
capitale  del  Mondo , portandosi  chi  in  una  e chi 
in  un'altra  Città  a procurarsi  il  lavoro  , e la  sem- 
premai  sospirata  tranquillità . Rimane  ora  incerto 
a fronte  di  tutto  questo,  se  Agostino  dopo  il  sacco 
di  Roma  venisse  a Firenze,  0 rimanesse  nella  me- 
desima Città,  sapendosi  solo  che  seguitò  ad  inta- 
gliare , e condusse  delle  Stampe  non  solo  dai  dise- 
gni degli  altri , ma  eziandio  della  propria  sua  in- 
venzione , la  serie  delle  quali  tutte  ci  fa  intendere 
che  le  prime  sue  opere  furono  intorno  al  1609.,  e 
che  continuano  fino  al  i53ó  , come  nel  Catalogo 
qui  sotto  apposto  vedremo . Leggesi  nel  precitato 
Manuel,  ch'egli  cessò  di  vivere  nel  1640.,  cioè 
jiell’età  sua  di  cinquantanni , e fa  veramente  me- 
raviglia , che  tanto  in  così  poco  tempo  potesse 
operare  Agostino . 

Ma  non  avendo  nè  di  esso,  nè  delle  sue 
Stampe  notizia  alcuna  più  là  del  i536.  potreb- 
be piuttosto  dirsi  l’epoca  della  di  lui  morte  igno- 
ta ; molto  più  che  nel  detto  Manuel  non  citasi 
monumento  alcuno  che  bastantemente  la  dimo- 
stri. L*  Abecedario  Pittorico  soltanto  ci  narra, 
che  fu  scolare  di  Marcantonio  Raimondi  > che  fu 


degl’  Intagliatori  . 273* 

bravo  intagliatore  in  rame  ed  in  legno . Nel  mio 
sentimento  viene  anche  il  Gandellini . Queste  suo 
opere  in  legno  non  t.rovansi  individuate  e nel  Ca- 
talogo delPHeinecke  Dictionnaire  des  Artistes  , nè 
tampoco  fra  quelle,  che  dal  medesimo  Dizionario 
riportano  ^li  Scrittori  del  Manuel  ec.,  nè  presso 
Pistesso  Gandellini.  Neppure  di  esse  stampe  in 
legno  ha  parlato  Mr.  Basan  nell’una  e nell'altra 
edizione  , quantunque  il  dica  nato  nel  1499.;  epo- 
ca che  non  gli  si  può  accordare , per  la  ragione  , 
che  nell  509.»  si  trovano  le  stampe  di  quest'  Ar- 
tista, le  quali  nella  età  di  dieci  anni  non  potea 
certamente  lavorare.  Troviamo  bensì  proposte  ai 
Pittori  le  sue  stampe  in  rame  dopo  quelle  di 
Marcantonio  Raimondi  suo  Maestro . Non  po- 
tranno per  altro  lagnarsi  ne  anche  i pigri  , che 
non  possano  avere,  e studiare  le  opere  di  Raf- 
faello j poiché  quelli  che  non  sanno  pensare , e 
che  non  hanno  il  comodo  di  vederle  original- 
mente , le  troveranno  nelle  incisioni  in  rame  di 
Marcantonio , e di  Agostino  Veneziano  ( Mengs 
Tom.  1.  fol.  65.) 

Niuno  certamente  in  questa  maniera  d’in- 
cidere negherà  un  rango  pittorico  ad  Agostino , 
che  spesse  volte  ha  potuto  arrivare  con  la  finez- 
za del  bulino  il  suo  Maestro , sebbene  inferio- 
re a lui  rimanga  spesso  nella  correzione  del 
disegno . 

Le  opere  di  questo  Maestro  , dicono  gli 
eruditissimi  Scrittori  del  Manuel  loc.  citat so- 
no delle  più  difficili  a trovarsi , trattandosi  di  buo- 
ne prove  per  formarne  una  completa  Collezione . 
Le  stampe  di  tali  primi  Intagliatori  son  cadute, 
presso  che  tutte , nelle  mani  dei  Pittori,  e degli 

Tom . V . 18 


a?'4  Notizie 

altri  Artisti,  atteso  che  il  numero  degli  Ama- 
tori è molto  piu  considerabile . 

Ritratti . 

I.  Ritratto  del  Papa  Paolo  111.  in  profilo  , e in  berret- 
tino . Pezzo  marcato  ; Paulus  III.  Pori.  Max . MDXXXIIIL 

A.  V.  Afil- 
li. Il  medesimo  ritratto  col  Triregno  , e 1’  anno 
MDXXXV1. , o-r.  infoi. 

III.  Ritratto  di  Cario  V.,  che  tiene  la  spada  da  la  man 
dritta,  presso  Tiziano , e marcato  A.  V.  con  scdici 

versi  italiani , in  fol. 

Leggo  dal  Vasari  (Tom.  g.  fol . a63.),  che 
segnasi  l’epoca  , in  cui  fece  Tiziano  questo  ritrat- 
to: Dicesi , scrive,  che  Vanno  ifi3o.  essendo  Car- 
lo V . Imperatore  in  Bologna,  fu  dal  Cardinale 
Ippolito  de1  Medici  Tiziano  per  mezzo  di  Pietro 
Aretino  chiamato  là,  dove  fece  un  bellissimo,  ri- 
tratto di  S,  M.  tutto  armato  ec. 

IV.  Altro  ritratto  di  Carlo  V.,  marcato  A,  V,  con 

1’  iscrizione  .*  Progenie  divum  Quintus  sic  &c.  Aet . 
suae  XXVI.  An.  MDXXXV1.,  infoi 

V.  Ritratto  di  Ferdinando  Re  dei  Romani , marcato 
A . V con  l’iscrizione:  Proximus  a summo  Ferdinand 

dus  &c.  Aet.  suae  XXXI III.  An.  MDXXXVI. , in  4. 

VI.  Ritratto  dì  Francesco  1.  Re  di  Francia,  marca- 
to 1536.  V.  et  Pranciscus  Gallorum  Rex  Christia - 

nissimus , gr . pez.  in  fol. 

VII.  Ritratto  dell’Imperatore  Solimano,  veduto  di  pro- 
filo, marcato  1 535.  A.  V*  €t  ^oliman  Ottoman  : Rex 

Ture.  X. , gr.  in  fot. 

Vili*  Ritratto  di  Barbarossa  , col  turbante  , marcato  1 535- 
A,  V . Ariadenus  Barbarussa  Cirthae  Sunet.  XIX.  Rex% 

ac  Quomanicae  ù’c.y  gr.  infoi . 


degl’  Intagliatori  ; a 7 5 

Fatti  d ’ Istoria  Sacra  . 

IX.  La  Creazione  degli  animali,  da  Raffaello,  incisa 
insieme  con  Marco  da  Ravenna  , coll5  iscrizione  ec-  2>ew5 
enin\  omnia  &c.,  infoi,  in  tr . 

Cade  in  acconcio  riportare  in  questo  luogo 
quanto  Giorgio  Vasari  avea  scritto  nella  Vita  di 
Marcantonio,  ed  altri  {Tom.  7.  fol.  i4?*)  • ^eg- 
gonsi  ancora , dice  egli  , alcune  delle  prime  car- 
te col  segno  M.  R. , cioè  Marco  Ravignano , e 
altre  col  segno  A . V • > cioè  Agostino  Veneziano , 
essere  state  rint agliate  sopra  Le  loro  da  altri  > 
come  la  creazione  del  Mondo , e quando  Iddio 
fa  gli  animali , il  sacrifizio  diCaino , e di  Abel • 
le  y eia  sua  morte  . Abraam , che  sacrifica  Isaac , 
TArca  di  Noè , e il  Diluvio , e quando  poi  rie- 
scono gli  Animali , il  passare  del  Mar  rosso , la 
tradizione  della  Legge  dal  Monte  Sinai  per  Mor 
se y la  Manna , David , che  ammazza  Golia , 
già  stato  intagliato  da  Marcantonio  , Salomone 
che  edifica  il  Tempio  > il  Giudizio  delle  Femmi- 
ne del  medesimo  , la  visita  della  Regina  Saba  I 
e del  Testamento  nuovo  > la  Natività  , la  Resur- 
rezione di  Cristo,  la  Missione  dello  Spirito  San- 
to, e TUTTE  QUESTE  FURONO  STAMPATE 
VIVENTE  RAFFAELLO. 

Ma  le  divisate,  come  bene  avverte  Monsignor 
Rottari , non  sono  tutte  le  opere  di  Raffaello  nelle 
Loggie  del  Vaticano,  essendo  state  incise  le  al- 
tre da  diversi  Intagliatori,  ch'egli  riporta  alla  Vi- 
,ta  di  Raffaello  {Tom.  5.  fol.  295.) 

X.  Il  Sacrifizio  d’Isaac,  ove  l’Angelo  rattiene  il  brac- 
cio di  Abramo,  marcato  \/ % infoi. 

XI.  La  Benedizione  d’Isaac,  col  nome  di  Raffaello , c 
le  lettere  \J % e Tanno  i522-ì  in  fol.  in  tr. 


a^6  Notizie 

XII.  Il  medesimo  pezzo,  con  la  differenza  della  data 
del  l524. 

XIII.  11  Passaggio  del  Mar  rosso,  da  Raffaello:  inciso 
e senza,  e con  le  lettere  fa9  \f  9 

Si  crede  che  Agostino  abbia  ritoccato , ov- 
vero condotto  a termine  il  rame  di  questa  stam- 
pa j che  Marcantonio  aveva  incominciato . 

XIV.  Sansone  legato  dai  Filistei  in  rotondo  di  9.  pol- 


lici di  diametro,  marcato 


AV 


Credesi  di  sua  invenzione. 

XV.  La  Regina  Saba,  che  si  porta  da  Salomone,  da 
Raffaello  senza  nome,  e senza  marca,  attribuita  comu- 
nemente a Marcantonio  , ma  ella  è piuttosto  o di  Marco 
da  Ravenna , o di  Agostino  Veneziano , ed  anche  una 
delle  loro  prime  produzioni  , in  fol.  in  tr. 

XVI.  I quattro  Evangelisti,  su  le  nuvole.  Quattro  pez- 
zi incisi  d’ appresso  Giulio  Romano , e marcati  fa  y. 

I5l8-  in  4 

Finora  un  solo  di  questi  quattro  Evangeli- 
sti , che  è una  freschissima  prova , trovasi  nella 
mia  piccola  Raccolta,  ed  è S Luca. 

XVII.  L’Annunziazione , in  cui  il  Padre  Eterno  dal 
Cielo  dà  la  benedizione  . Pezzo  senza  nome  , e senza  mar- 
ca , da  Raffaello.  Attribuita  dal  Vasari  ad  Agostino , e 
a Marco  di  Ravenna . 

Nella  precitata  Vita  di  Marcantonio  (loco 
cit.)  leggo 3 che  Agostino,  e Marco  intagliarono 
la  Gena  di  Cristo  con  i dodici  Apostoli  in  una 
carta  assai  grande,  e una  Nunziata  tutto  con 
disegno  di  Raffaello . 

XV111.  La  Natività,  ove  la  testa  delFAsino  , e del  Bue 
vedonsi  vicine  alla  culla,  da  Giulio  Romano , marca- 
ta l53i.  * infoi,  in  tr. 

XIX.  S.  Giovambattista , seduto  nel  deserto , che  alza 
la  mano  diritta  , e tiene  il  suo  bastone  dalla  mano  man- 
ca . Da  un  .^/zomrHCJSenz’aitra  marca  , che  l’anno  l532.?  in  4. 


degl*  Intagliatoci  . 277 

XX.  La  strage  degl’innocenti,  copiata  dalla  stampa  di 
Marcantonio , da  Agostino,  con  la  sua  cifra  in  4.  in  tr. 

rarissima. 

Della  strage  d gl’ Innocenti  ^ nota  Monsig. 
Bottari  (Tom.  7.  fol.  ve  ne  sono  due  in- 

tagli fatti  ambirfue  da  Marcantonio  sul  medesi- 
mo disegno.  Racconta,  segue  l’erudito  \ nuota- 
tore _,  il  Malvasia  (Tom.  1.  pag.  64  ),  che  la  pri- 
ma fosse  da  lui  intagliata  di  commissione  di  un. 
Signore  Romano , ma  che  poi  la  ^intagliasse  per 
se  a fine  di  venderla  9 con  maggior  pulizia  ? e 
morbidezza,  e che  per  distinguerla  dalla  prima, 
vi  fece  nell’alto  della  carta  iri  un  canto  su  la 
destra  un  Albero  in  lontananza , che  comune- 
mente sf  chiama  la  felcette , benché  sembri  piut- 
tosto la  cima  di  un  Abeto  ; e che  per  questo  rin- 
taglio  fosse  fatto  ammazzare  da  quel  Signore  9 
che  gli  avea  fatto  fare  la  prima  9 ma  non  so  se 
sia  vero.  Il  disegno  della  Strage  degl’innocenti 
era  in  mano  del  Cardinal  d’Este  . Questa  di  Mar- 
cantonio è la  Strage  degl’innocenti  propriamente 
incisa  di  nuovo  da  Agostino , e che  a tutta  ra- 
gione gli  viene  attribuita:  laltra,  di  cui  trattam- 
mo nelle  altre  notizie  spettanti  la  di  vjta,  è 
opera , in  cui  vi  ha  lavorato  insieme  con  MardO 
da  Ravenna , ma  il  principale  _,  per  quello  si  è 
detto  , fu  Marco , che  vi  appose  la  sua  cifra . 

XXI.  La  Santa  Cena,  dall’incisione  in  legno  d ' AU 

berta  Durerò , copiata  a bulino  per  Agostino,  con  la  da- 
ta del  l5 14. , e le  lettere  \ m in  foi. 

XXH.  Il  medesimo  soggetto,  veduto  per  le  porte  di 
una  Cappella  . Pezzo  senza  nome,  attribuito  a Raffaello 
in  fol.  pie.  RARISSIMA  . 

XXI11.  11  portar  della  Croce , da  Ra  ffaello  , con  la  data 


del  l5 19.  , e marcata  jr^  ,\/a  *n 


27B  Notizie 

Descrive  il  Vasari  ( Tom . 5.  fol.  286.)  il 
quadro , che  Raffaello  fece  pe  "1  Monastero  di  Pa- 
lermo degli  Olivetani  9 detto  Santa  Maria  dello 
Spasmo,  ove  è Cristo  che  porta  la  Croce  ec.,  e la 
stampa  di  cui  si  parla  allude  al  medesimo;  ma 
è bene  avvertire  con  Monsig.  Bottari  ciò  che  a 
questa  stampa  appartiene.  Abbiamo  ^ dice  egli  y 
(Zoc.  cìt . fol . 287.)  di  una  simile  istoria  una 
stampa  in  grande  intagliata  nel  1 5 19.  da  Ago- 
stino Veneziano  molto  bella;  ma  non  saprei  se 
sia  tratta  da  questa  tavola,  o da  un  disegno ^ o 
pensiero  fatto  per  la  medesima . 

XXIV.  Corpo  di  Gesù  Cristo  posto  sopra  una  pietra 
fra  due  Angeli,  da  Andrea  del  Sarto  con  l’anno  l5ló. 

stampa  marcata  av  in  fot. 

XXV.  Gesù  Cristo  disceso  al  Limbo , dall’incisione  in 

legno  della  Passione  del  Durerò , ‘ con  l’anno  l5l2.,  e le 
lettere  * piccolo  in  4.  RARISSIMA  . 

XXVI.  L’Arcangelo  S.  Michele  in  piedi  tenendo  la 
sua  lancia  dalla  mano  diritta,  da  Raffaello , conia  mar- 
ca A\ . V . *n 

r XXV11.  La  Vergine  a mezzo  corpo,  coronata  da  un 
Angelo,  mentre  ella  tiene  su  le  sue  ginocchia  il  Santo 
Bambino,  al  quale  il  piccolo  S.  Giovannino  presenta  un 
grappolo  d’ uva  , marcato  \J  piccolo  in  fol . 

XXV111.  La  Vergine,  che  alza  da  terra  il  Bambino  Gesù 
rattenuto  dal  piccolo  S.  Giovanni , e accompagnato  da 
due  Angeli,  inciso  d’  appresso  il  Francia , e marcato 

l5l6.  piccolo  in  fol. 

XXIX.  La  Vergine  seduta  sopra  una  specie  di  Piedi- 
stallo in  una  nicchia,  con  Gesù  Bambino.  Sopra  la  sua 
testa  si  vede  un  piccolo  quadro,  che  rappresenta  un 
Ecce-Homo  portato  da  due  Angeli . Viene  tutto  accom- 
pagnato da  dei  Religiosi,  ed  una  Religiosa.  Pezzo  che 


degl5  Intagliatori  . 279 

quantunque  non  abbia  nò  nome,  nè  marca,  è cercamene 
te  di  Agostino  Veneziano , in  fot. 

XXX.  Sei  figure  di  Santi,  e di  Sante,  fra  i quali  si 
vede  S.  Domenico,  e S.  Pietro  Martire;  nell’aria  il  Sal- 
vatore in  Croce  con  degli  Angeli,  che  stanno  raccoglien- 
do il  Sangue,  chi  stilla  dalle  sue  piaghe.  Pezzo  con  la 
marca  del  1528  senza  cifra  , in  fai. 

XXXI.  S.  Girolamo  dal  piccolo  Leone.  Pezzo  cosi  chia- 
mato a causa  di  un  piccolo  Leone  , che  s’ inoltra  verso 
detto  Santo  seduto  in  mezzo  della  stampa,  da  Raffaello 

A.  V.  in  4- 


XXX11.  S.  Margherita  in  ginocchioni,  vicina  ad  un 
Demonio  sotto  la  figura  di  un  serpente,  e ch’ella  se  ne 
fugge  da  lui,  mostrandogli  una  specie  di  specchio  con- 
vesso . Pezzo  marcato  August  : è fatto  senza  dubbio  pri- 
ma, che  Agostino  frequentasse  la  scuola  di  Marcante* 
nio , piccolo  in  4. 


Vedasi  quello  che  avvertii  nelle  appresso  ncr 


tizie  della  Vita  di 


Agostino , 


SOGGETTI  STORICI,  e Mitologici * 

XXXlll.  Diogene  nudo,  che  riposa  sopra  il  suo  abito 
sotto  un  albero  vicino  ad  un  fiume,  caratterizzato  dalla 
sua  tazza",  che  sta  vicino  a lui,  da  Baccio  Bandinelliy 

pìccolo  pezzo  marcato  À.  V.  I$l5. 

XXXIV.  Ifigenia  in  Tauride  ove  riconosce  Oreste  suo 
fratello  e Pilade , che  tanto  lo  amava  che  era  pronto 
ad  esser  sacrificato  per  lui  • Pezzo  anonimo  , ed  uno  dei 
PiU’  BELLI  DI  AGOSTINO,  in  4.  in  tr. 

XXXV.  Gli  amori  di  Alessandro , e Rosanne  . Pezzo  sen- 
za nome,  e senza  marca,  attribuito  dai  Vasari  a Rafael* 
lo  9 c ad  Agostino  , in  foi . in  ir. 

Riporterò  le  precise  parole  del  Vasari  (T.  7. 
fol.  14 6,  Vita  di  Marcantonio  ed  altri),  perchè 
non  solo  confermano  ciò  che  dal  Catalogo  del  Ma * 
miei  abbiamo  riportato , ma-uneglio  anche  la  de- 
scrivono. Eccole;  Fece  ancora  (Agostino)  Ales- 
sandro con  Rossane  ? a cui  egli  presenta  una. 


a8o  Notizie 

corona  reale , mentre  alcuni  Amori  le  volano  in- 
torno, e Ze  acconciano  il  capo,  e altri  si  tra- 
stullano con  le  armi  di  Alessand  o . 

XXXVI.  I Sabini-,  che  opprimono  con  i loro  scudi  Tar- 
peja  , che  loro  avea  dato  nelle  mani  il  Campidoglio . 

XXX VII.  Tarquinio,  che  fa  violenza  a Lucrezia;  da 
Raffaello , marcato  \ . V *n  4-  ùz  tr- 

XXXV11I.  Lucrezia,  incisa  da  Marcantonio , e copia- 
ta a rovescio  da  Agostino  con  dei  versi  latini,  che  prin- 
cipiano; Proli  dolor  / saevo  &c.,  pit in  4 BELL-lSSI  vlO  . 

Monsig.  Bottari  avverte  (Vita  di  Marcanto- 
nio, ed  altri,  Vasari  Tom.  fol  1^2.)  che  due 
sono  le  Lucrezie  Romane , che  intagliò  Marcan- 
tonio, e amendue  queste  carte  son  rare^  e una 
e un  poco  più  grande  dell’altra . Ma  io  crederei 
più  tosto,  che  abbia  confusa  questa  di  Agostino 
con  quella  di  Marcantonio  , ed  abbia  potuto  cre- 
derle tutte  due  del  medesimo. 

XXXIX.  Gammillo  , che  sopraggiunge  allorché  si  pesa 
l’oro  pe  ’l  tributo  imposto  dai  Francesi  ; pezzo  che  ere- 
desi  di  Baccio  Baudinelli  , marcato  con  la , tavoletta 

ÉyJ  e l’anno  l53l.  con  l’iscrizione  che  princi- 
pia ; Duni  a Romanis  solvitur  &c. , in  4*  in  tr, 

XL.  Cleopatra,  figura  nuda,  ed  in  piedi,  da  Sacci* 
Bandinelli,  marcata  fa*  \j  con  1’  anno  l5l8.  pie.  fol, 

XLI.  Prospetto  del  Campo  dell’armata  di  Carlo  V.  pri- 
ma di  dare  la  battaglia  a Solimano  . Pezzo  marcato 
/\t  \/,  1532.  con  la  Dedica  al  Marchese  Sforza  Pallavi- 
cini, da  Sebastiano  de  Valentinis , in  fol. 

Vedi  le  notizie  spettanti  la  di  lui  vita. 

XL11.  Marte  nudo,  ad  eccezione  di  un  piccolo  manto, 
che  gli  pende  dalla  parte  di  dietro,  tenendo  da  un  brac- 
cio la  targa  rotonda,  da  Raffaello,  incisione  attribuita 
a Marcantonio , ma  ella  è di  Agostino,  in  8. 

XL111.  Vulcano,  che  regala  delle  frecce  a Venere  per 
collocarle  nel  carcassa  di  Cupido,  da  Raffaello , e mar- 


degl’  Intagliatori.  281 

cato  con  la  tavoletta  |^»Y|  e T anno  l53o.  , 
in  fol. 

XLIV-  Venere,  che  voga  sul  mare  a cavallo  in  un  Del- 
fino accompagnata  da  Cupido,  che  porta  una  face  con. 
una  farfalla  in  aria,  da  Raffaello  senza  marca,  infoi. 

XLV.  L’assemblea  degli  Dei  ad  oggetto  di  Psiche  , e 
Cupido  , da  Raffaello  . Pezzo  senza  marca  , ma  inciso  , se- 
condo il  Vasari  , da  Agostino , e Marco  da  Ravenna , 
gr.  in  fol.  in  tr. 

Il  Vasari  (Vita  di  Marcantonio  ec.  Tom . 7. 
fol . i47*)  scrive  ciré  i suddetti  Incisori  intaglia- 
rono due  Storie  delle  Nozze  di  Psiche;  al  che 
aggiunse  l’Editore  di  Roma,  che  le  carte  della 
favola  di  Psiche  ricavate  da  Apulejo  sono  38.  nel- 
la raccolta  Corsini,  ed  hanno  sotto  un  ottava  in 
rima,  e queste  due  non  entrano  tra  quelle.  Le 
due  carte,  che  accenna  qui  il  Vasari  furono  ri- 
cavate dalla  volta  dipinta  da  Raffaello  nel  Pà- 
lazzetto  della  Lungara,  detto  la  Farnesina  . Ma 
le  33.  carte  furono  ricavate  dai  disegni  non  mai 
eseguiti^  e sono  intagliate  la  maggior  parte  da- 
gli scolari  di  Marcantonio . 

XLV1.  Festino  nuziale  di  Psiche  e di  Cupido,  pezzo 
eguale  alle  precedenti  stampe,  attribuito  ai  medesimi 
Incisori , col  nome  di  Raffaello  . 

XLV11.  Seguito  dell’ istoria  di  Psiche. 

Credesi  comunemente,  scrivono  gli  Autori  del 
Manuel  (E cole  Italienne  Tom.  3.  fol . 8j.)  , che 
Marcantonio  non  abbia  avuto  altra  parte  in  que- 
ste che  la  sola  direzione,  e che  Agostino  Vene- 
ziano , e Marco  da  Ravenna  sieno  stati  i veri 
Intagliatori . Quanto  al  primo  ( cioè  ad  Agosti- 
no) la  cosa  è incontrastabile;  imperciocché  in  que- 
sta Raccolta  trovansi  comprese  tre  stampe  con  le 
lettere  A.  V.  Queste  stampe  in  numero  di  3a.,  eia- 


Notizie 
scuna  con  otto  versi  italiani , sono  in  foglio  e in 
traverso.  Sono  elle  state  più  volte  copiate . „ Que- 
sta nota,  secondo  quella  che  riportammo  di  Mon- 
signore Bottali,  parmi  che  non  sia  realmente 
esatta . „ 

XLVJJi.  Leda,  che  riposa,  ed  accarezza  il  Cigno,  pez«* 
zo  osceno , marcato  A.  V.  pie.  in  4.  in  ir. 

E*  forse  questa  quella  famosa  Leda  , che  fe- 
ce Michelangelo  pe’l  Duca  di  Ferrara,  e che 
poi  fa  portata  in  Jb rancia  ^ e stiede  a Fontaine- 
bleau  fino  al  regno  di  Luigi  XITL,  e che  di  lì  fu 
tolta  per  gli  scrupoli  ^ che  vennero  al  Sig.  Des- 
noyers,  Ministro  allora  di  Stato,  che  la  fece  gua- 
stare . Non  fu  però  abbruciata , come  il  Sig. 
d’Argenville  a fol.  80.  della  Vita  di  Michelan- 
gelo asserisce.  M.  Manette  nel  174°*  la  vide  ri- 
comparire , ma  tutta  rovinata  ; e soggiunge  , che 
anche  così  mal  ridotta,  e peggio  ritoccata  ^ fu 
mandata  in  Inghilterra . La  pittura  di  Michelan- 
gelo fu  tanto  stimata,  che  1 Duca  Alfonso  andò 
per  vederla  a Firenze , ove  ricevuto  dal  medesi- 
mo con  accoglienze  gli  mostrò  Leda  che  abbrac- 
cia il  Cigno.  Molti  disegni  di  questo  Artista  mi- 
rabile ebbe  Antonio  Mini,  che  gli  portò  in  Fran- 
cia^ e molti  ne  perirono;  molti  se  ne  conserva- 
no nella  Raccolta  del  prefato  Manette  , a cui 
passarono  dalla  .Raccolta  di  Crozat . A Firenze 
tornò  il  cartone  della  Leda,  che  a tempo  del 
Vasari  possedeva  Bernardo  Vecchietti,  e vi  stie- 
de fino  agii  ultimi  tempi,  come  avverte  Monsig. 
Botlari,  ma  fu  poi  trasportato  in  Londra,  e pos- 
seduto dal  Sig.  Lode.  Vedi  Vasari  (Vita  di  Mi- 
chelangelo Tom . X.  fol . 6.  e seg.  ) 


DEGL’  Tn'T  AGLI  ATOUT  . 


XliiX.  Apollo , e Dafne  trasformata  in  lauro  , pezzo 
senza  nome,  marcato  con  l’anno  l5l8. , e attribuito  da 
qualcuno  a Marcantonio , dal  disegno  ài  Raffaello , in  4. 

L.  Fetonte  in  aria  precipitato  dal  suo  carro  , condotto 
da  quattro  cavalli  . Pezzo  attribuito  pc  ’1  disegno  a 


otto  versi 


italiani,  pie • in  fol. 

LI.  Contesa  delle  Muse  con  le  Pieridi , in  presenza  de- 
gli Dei,  e delle  Dee  sul  fondo  di  un  Paesaggio:  vi  si 
legge . Ausae  cum  Musis  committere  Ò*c. , senza  nome 
nè  del  Pittore,  nè  dell’Intagliatore.  Pezzo  attribuito  dal 
Vasari  al  Rosso , e in  Francia,  ove  trovasi  il  quadro,  a 
Vervi  del  Vaga.  E’  stato  inciso,  per  quello  credesi  , da 
Agostino , gr.  in  fol.  in  tr. 

Questo  pezzo  è stato  ritoccato  da  Enea  Vi* 
co , e pubblicato  per  Lafrerì  nel  i553.  con  que- 
sto motto : Aeneas  Vicus  ristituit. 

Lll.  Nettuno  trasformato  in  Liocorno  amante  di  Fili- 
de,  che  tiene  il  Cavallo  per  la  briglia  , assedendosi  a piedi 


di  un  edifizio  , da  Giulio  Romano  , marcato 


l’anno  l5ló.  in  8. 

LUI.  Sileno  a cavallo  sopra  un  Asino,  condotto  in 
trionfo  dai  Satiri,  e dalle  Baccanti,  da  Raffaello , mar- 


cato 


Manette  ne  attribuisce  V invenzione  a Raf- 
faello da  Colle . 

Crederei  però  che  P invenzione  fosse  di  Raf- 
faello Sanzio  propriamente,  e che  Raffael  da  Colle 
avesse  eseguito  in  pittura  il  disegno  di  quell’ec- 
cellente  Maestro.  Sappiamo  di  esso,  che  fu  della 
scuola  di  Raffaello  _,  e che  con  i disegni  di  que- 
sto dipinse  nelle  Loggie  del  Vaticano:  e quan- 
tunque il  Vasari  dica,  che  fu  discepolo  di  Giu- 


lio Romano  ( Tom  8.  fol.  i35.)  e ’1  Ch.  Sig.  Ab. 
Lanzi  ( Stor . Pitt.  Tom . 1.  fol.  160.)  lo  affermi 


284  Notizie 

più  di  Raffaello  appartenente  a Giulio , di  cui  lo 
dice  il  V asari  or  discepolo  or  creato  , or  ajuto 
nei  lavori , che  fece  a Roma  9 e nel  Te  di  Man- 
tovai;  pure  ritenne  sempre  del  primo  suo  maestro 
Raffaello  la  grandezza  , la  leggiadria , e la  finitezza 
senza  essere  stato  mai  ammanierato  ; talché  al  suo 
confronto  cade  in  avvilimento  il  Vasari,  e com- 
parisce il  fosco  di  Giulio  Romano.  Sicché  non  si 
rende  improbabile  la  congettura , che  P invenzione 
del  caro  disegno  a Raffaello  da  Urbino  appartenga. 

L1V.  Orfeo,  che  col  suono  della  Lira  fa  tacere  il  Can 
cerbero,  che  sta  all’entrata  dell’Inferno..  Piccolo  pezzo 
da  Giulio  Romano , marcato  ^ V.  e con  l?anno  l585* 

LV.  Ercole  fanciullo,  che  squarcia  due  Serpenti  alla 
presenza  dei  suoi  genitori  , da  Giulio  Romano , marcato 

l533  , pie,,  in  fot. 

LV1.  Ercole,  che  soffoga  Antèo , ove  la  terra  vien  rap- 
presentata per  una  Vecchia  Donna , da  Michelangelo , 
marcato.  V.  1 533: , pie.  in  fol. 

LV11.  Ercole  che  sbrana  il  Leone  nella  foresta  Nemea  , 
da  Raffaello , marcato  \J  i53L,  in  8. 

LV11L  Soggetto  emblematico,  in  cui  vedesi  una  Don- 
na, che  suona  una  tromba,  alla  presenza  degli  Dei,  ad 
una  tavola  nell’ alto  dell’Olimpo.  Son  quivi  tutte  pic- 
cole figure  circondate  dalle  nuvole  • Pezzo  marcato 

. 1 5 1 6.  a specie  di  fregio,  largo  IO.  pollici , 

linee  2.  : e alto  4.  pollini , 6.  linee. 

Manette  ne  attribuisce  l’invenzione  a Bac- 
cio Bandinella , e per  quello  ho  potuto  anch’  io 
osservare  in  quel  che  trovasi  presso  di  me , sem- 
bra che  Manette  siasi  bene  apposto. 

Stampe  di  propria  sua  invenzione . 

L1X.  La  Provvidenza  . Pezzo  marcato  \ m \J  r col  motto.* 

Causar,  cognitio  , sopra  un  quadretto  portato  da  due  An* 
geli . Soggetto  inciso  anche  da  Maicantonio , pie • in  fol . 


degl*  Intagliatori  . ^85 

Questa,  se  mai  non  erro,  è una  di  quelle 
stampe  che  Marcantonio  intagliò  , vivente  Raffael- 
lo, le  quali  per  comando  di  questo  gran  Genio, 
stampava  quel  Baviera  famoso  macinatore  di  co- 
lori alla  di  lui  scuola.  Il  Vasari  { T.q.fol . i43-) 
dice:  che  appresso  furono  intagliati  tutti  i toji - 
di  che  Raffaello  uvea  fatto  nella  camera  del 
Palazzo  P apule , dove  fa  la  cognizione  delle  co- 
se , Calliope  col  suono  in  mano  la  Provviden- 
za , e la  Giustizia  ec.  E quantunque  gli  eruditi 
Scrittori  del  Manuel  abbiali  detto  coll’ autorità 
del  Barone  d’Heinecke^  soggetto  inciso  anche 
da  Marcantonio , e tale  si  trovi  nel  Vasari  come 
avvertii,  pure  non  1*  hanno  citato  nel  Catalogo 
di  quelP  eccellente  Intagliatore. 

LX.  La  Sibilla  Cumana  , che  ottiene  dal  Sole  che  bare- 
na, ch’ella  porta  nel  paniere,  sia  convertita  inoro:  da 
Raffaello , marcato  . \f . l5l6.  in  4. 

LX1.  11  Pensier  della  Morte,  ossia  il  Cemeterio  . Vi  si 
vede  la  Morte  che  ha  un  libro  , dal  quale  strappa  i fogli 
in  mezzo  di  una  moltitudine  di  Uomini  , e di  Donne 
tutti  ischelitriti  : da  Baccio  BandineVi  . Pezzo  chiamato 
gli  Schelìtrì  di  Baccio  , e marcato:  Augustinus  Venetas 
de  Musis  faciebat  l5l8.  , gr.  in  fol.  in  tv. 

LX11.  La  Battaglia  di  Carlo  il  Temerari  o , soggetto  così 
chiamato  da  qualcuno.  Vi  si  vedono  le  due  armate  in 
presenza,  nel  davanti  vi  sono  dei  cannoni  . e sugli  sten- 
dardi la  cifra  AV  • coll’  anno  l5l8.,  pie.  in  fol. 

in  trav. 

Sonovi  molte  copie  di  questa  Stampa , e fra 
le  altre  una  di  Girolamo  Hopfer. 

LX111.  Gii  Arrampicatoti.  Pezzo  egualmente  inciso  da 
Marcantonio  , ma  meno  ricco  di  figure  che  questo  . So- 
pra una  tavoletta  si  legge:  Michael  Angelus  Bonaruota: 
e su  di  una  pietra  quadra  MDXXII1Ì.  % ge.  in 

fol.  in  tv. 


Notizie 


LX1V.  L’Accademia  del  Disegno , di  Baccio  Bandinel- 
li  y in  cui  il  Pittore  sta  seduto  in  mezzo  de’ suoi  scola- 
li, occupati  a disegnare  vicino  ad  un  basso  rilievo,  mar- 
cato Baccio  con  le  lettere  \J * e l’anno  l53l.,  gr. 

in  fol.  in  tr. 

LXV.  Combattimento  di  cinque  Guerrieri.  Vi  si  vede 
esposta  fuori  di  una  torre  , una  testa  in  cima  di  un  ba- 
stone . Pezzo  anonimo  da  un  cartone  di  Pina , di  Mi- 
chelangelo , iti  4. 

LXV1.  Bagno  di  quattro  Donne  in  una  camera,  ove 
si  vede  in  lontananza  da  una  porta  un  altra  Donna , che 
riposa  nel  letto.  Pezzo  marcato  \/  # attribuito  a Raf- 
faello , in  fol. 

LXV11.  Un  Uomo  vestito  all’antica,  assiso  a’ piedi  di 
un  alloro  in  mezzo  a due  Donne.  Pezzo  inciso  ^pex  Ago- 
stino , da  Raffaello , benché  abbia  la  tavoletta  di  Mar- 
cantonio , in  fol. 

LXV11I.  Tre  Donne,  che  tengono  la  loro  testa  coperta 
da  un  lungo  manto.  Pezzo  che  appellasi.*  Le  tre  Donne 
che  vanno  al  Sepolcro , si  attribuisce  a Michelangelo: 
senza  nome  e senza  marca , in  fol. 

LX1X.  Un  Vecchione  nudo,  che  si  appoggia  in  una 
gruccia,  e si  sforza  di  rialzare  un  Uomo  caduto  a terra; 
in  un  Paesaggio,  ove  vedonsi  le  rovine  di  un  Anfitea- 


tro . Pezzo  marcato 


Di  un  Vecchio,  che  avea  in  testa  una  ghir- 
landa di  ellera,  parla  il  Vasari , riferendo  il  car- 
tone fatto  da  Michelangelo  a concorrenza  del 
Vinci  {Tom.  X.  fol.  57.),  che  quel  Vecchio  po- 
stosi a sedere  per  mettersi  le  calze  che  non 
potevano  entrargli  per  aver  le  gambe  umide 
dall'  acqua , e sentendo  il  rumore  dei  soldati , e 
le  grida , od  i rumori  dei  tamburi,  affrettando 
tira  per  forza  una  calza . Ora  un  pezzo  di  que- 
sto cartone  , come  nota  Monsig.  Bottari  (ivi)  nel 
quale  è questo  Vecchio , fu  intagliato  eccellente- 
mente d^  Marcantonio,  e rintagliato  da  Agostino 


degl’Intagliatori, 


287 


Veneziano  . Questa  carta  si  chiama  in  Francia , 
ed  è conosciuta  sotto  nome  de  Crimpeurs . Ma 
di  questa  nel  presente  Catalogo  dat  Sigg.  Huber  , 
e Rost  non  se  ne  parla  ; ed  è perciò  che  ho  vo- 
luto porla  in  questo  luogo  . 

LXX.  Un  Soldato  armato  , che  piattona  un  Uemo  nu- 
do prosteso  a terra  a’ suoi  piedi,  dai  cartoni  di  Pisa  di 
Michelangelo  , in  4-  RARISSIMO  . 

LXX1.  Un  Soldato  in  piedi , che  mette  insieme  le 
sue  cose.  Piccolo  pezzo  dai  cartoni  di  Pisa , marcato 


LXXll.  Un  Vecchio  filosofo,  seduto  in  terra  in  un 
Paesaggio,  che  misura  col  suo  compasso  un  disco,  nel 
quale  si  vedono  il  Sole,  e la  Luna  , con  la  data  del  1609. 
da  Domenico  Campagnola , pie.  pez.  in  4. 

LXXIli.  Femina  disabigliata , che  siede  sopra  una  pie- 
tra , cavandosi  una  spina  dal  piede , da  Raffaello  an- 
no i53‘2.  , in  fol. 

LXX1V.  Una  Donna  in  piedi  ben  vestita,  portando  in 
capo  un  vaso,  che  sostiene  con  la  mano  sinistra,  da 
Raffaello , marcato  \J  # in  4. 

LXXV.  Donna  quasi  nuda,  che  tiene  con  la  mano  di- 
ritta un  vaso , eia  sinistra  la  stende  al  suo  collo;  ella  è 
in  piedi  avanti  un  pilastro  , in  un  Paesaggio . Pezzo  senza 
nome,  e senza  marca,  pie.  in  4.  RARISSIMO. 

LXXV1.  Ballo  di  sei  figure,  tre  Fauni,  e tre  Baccanti. 
Fregio  inciso  in  due  lastre  da  un  basso  rilievo  antico, 
da  un  disegno  che  da  alcuni  viene  attribuito  a Raffaello  , 


da  altri  al  Primaticcio , marcato  i5l8. 


LXXV11.  Boschetto,  in  cui  vedesi  Cupido  che  tiene 
la  metà  di  un  disco,  nel  quale  si  vedono  incise  le  let- 
tere ^ y ^ e la  data  del  *53o.  Credesi  inciso  dal  di- 
segno di  Giovanni  da  Udine , in  fol.  in  tr. 

LXXV111.  LXXX1X.  Dodici  pezzi  delle  Terme,  mar- 
cati : Sic  Romae  in  Pluvio  ex  marmore  sculp.  l5 35.  in  4» 
XC.  CV.  Sedici  pezzi  di  vasi  antichi  di  Bronzo,  e di 
Marmo  incisi  nel  i53o.  e l53i.,  marcati.-  Sic  Romae  an- 
tiqui Sculptorcs  ex  aere , et  marmore  faciebant , pie.  infoi . 


a88  Notizie 

CVl.  CXL1.  Trentasci  pezzi  di  Grotteschi , dai  disegni 
«li  Raffaello,  compresovi  un  seguito  di  sei  pezzi  che  si 
trovano  separatamente.  Molti  di  questi  sono  marcati  con 
le  lettere  i\9  V . e §1‘  altri  sono  *nc*s*  da  Marco  da 

Ravenna,  e dagli  altri  Scolari  di  Marcantonio , in  4. 

CXLil.  CLXXX.  Quarantotto  pezzi  nominati  i Busti 
di  Agostino,  sotto  il  titolo  Illustrium  Viror.  ut  extant 
in  Urbe  expressi  vultus  ■ Romae  1569.  cum  priv.  Sum . 
Pont.  Formis  Ant.  Lafteri , in  4* 

Questa  Raccolta,  nella  quale  sono  numerati  i 
fogli  ^ comincia  dal  Busto  di  Eraclito  num 
e finisce  per  quello  di  Giano  num.  XLVIII.  Mat- 
teo Bolzetta  raccolse  di  nuovo  questi  rami,  e li 
riprodusse  col  titolo  : Illustrium  Virorum  in  ur- 
be vultus,  coelo  Augustini  Veneti . Romae  i5 69. 
Prostrant  apud  Matthaeum  Bolzettam  de  Ca- 
dori  P atavi]  i549*  D»  D.Joanni  Cottonio , Poet . 
Veronensi  . Gol  ritratto  inciso  per  G.  Gregori . Que- 
sta Raccolta  principia  pe  '1  Busto  di  uno  incogni- 
to, e termina  per  quello  de  Janus  sous  num.  LIT. 
Vedi  Manuel  (Zoc.  cit.  fol.  97.) 

CLXXXI.  Arco  Constantino  ìn  Roma  • Questa  iscrizio- 
zione  è incisa  sopra  un  rullo,  tenuto  da  un  Genio.  Pez* 
zo  in  rotondo,  marcato  \/"#  1517. 

Si  cita  dopo  tutte  queste  stampe  il  Dizio- 
nario degli  Artisti  delPHeineeke  [Tom.  1 .fol.  60 5.) 

Ho  io  posto  qui  P articolo  di  Agostino,  in 
vece  di  seguire  il  Gandellini , che  ne  scrive  all’ar- 
ticolo Veneziano;  trovandosi  rammentato  per  An- 
gustino: oude  per  le  ragioni  sopra  apposte  ad 
Abacco,  ed  a Enea  Vieo^  Adamo  Mantovano  con- 
veniva ciò  fare  conoscendosi  comunemente  piu 
pe  ’l  suo  nome,  che  per  la  Patria. 


PINE  DEL  TOMO  QUINTO  .