NOTIZIE
DEGLI
INTAGLIATORI
CON OSSERVAZIONI CRITICHE
RACCOLTE DA VARJ SCRITTORI ED AGGIUNTE
A
GIOVANNI GORI GANDELLINI
DAL rADJRE MAESTRO
LUIGI DE ANGELIS
MINOR CONVENTUALE
socio dell’accademia delle scienze, e già’ PROFESSORE
PUBBLICO NELLA UNIVERSITÀ* DI SIENA.
Tomo Quinto
Del proseguimento dell' Opera*
fino ai nostri giorni
■ ■ - ■ ... . -- ■ — i .... ■■ I ■«
Vindicat Artifices , meritumque impendit honorem .
SIENA 1809.
Dai Torchj d’ Onorato Porri
Con Approvazione .
NOTIZIE I STORICHE
DEGLI
INTAGLIATORI.
BACCO (Antonio) nacque in Roma Tan-
no 1 549* ; studiò Farchitettura , e vi riesci . Si volle
esercitare ancora nelT intaglio ; e fra molti pezzi
di architettura , ch’egli incise , vien reputata cosa
molto bella la Pianta di S . Pietro di Roma dì*
segnata da Antonio Sangallo
Giorgio Vasari (Tom. 7. ediz. Senese fol. 190.)
scrive 9 che tutto quello-, che fece Antonio di gio-
vamento, è di utilità al mondo, è nulla a paragone
del modello della vene ratissima , e stupendissima
fabbrica di S. Pietro di Roma y la quale essendo
stata a principio ordinata da Bramante, egli con
ordine nuovo y e modo straordinario l’aggrandì y e
riordinò .... come si può vedere nel modello fat->
to per mano di Antonio Tabacco suo creato y di
legname, e interamente finito: il qual modello ^
ohe diede ad Antonio nome grandissimo , con la
pianta di tutto Pedifizio sono stati ^ dopo la mor-
te di Antonio Sangallo, messi in stampa dal det-
to Antonio Tabacco . „ Il modello del Sangallo
scrive Monsig. Bottari nella vita di Michelangelo ,
(Vasari Tom . io. fol . 142.) è tuttavia iu essere nel
4 Notizie
Palazzetto di Belvedere, e fa lavorato da Labac -
co y ed è tanto grande , che vi si entra dentro
agiatamente.... quantunque in parte sia stato
renluto meno perfetto coll’aggiunte fattevi sopra
dell' ordine attico, dove son molte imperfezioni
in quelle pesanti finestre, e in quelle nicchie
ineschine
Pubblicò anche Abacco un libro delle cose di
Roma , eh' è bellissimo (fot, 191.) Il P. Orlandi
nell’Abecedario Pittorico lo dice soltanto inta-
gliatore delle cose Romane , e lo chiama Labacco .
Non può però negarsi, che Monsig. Bottali, di-
ligentissimo annotatore di Giorgio Vasari , abbia
ragione di querelarsi del P. Orlandi , che non fa
gran conto dell’opera pubblicata dall’ Abacco su
le antichità Romane, e se n’esce con una parola
(Tom. 7. vita di M. Ant. fol. 16 1.) Quest'opera
molto stimata e bene intesa fu pubblicata circa»
il i55o., secondo riferisce 1* istesso prelodato Mon-
signor Bottari ; ma mi dispiace dover io ripetere
col Gh. Tiraboschi ( Stor . Lett * Ztal. Tom . 7. P . a.
voi. 11. fol. 499*) di non poter dare una distinta
contezza dell’ architettura di Antonio Labacco,
con la quale si figurano varie notabili antichità
di Roma, stampala più. volte nel corso di questo
secolo, perchè non l’ho veduta. Abacco ejibe mo-
glie, che sposò nel 1 528. ; ma ignorasi se egli aves-
se dei figlj, e qual fosse lo stato della sua for-
tuna.
Avrei creduto , che Mi*. Basan , il quale nella sua
prima edizione non lo rammenta, avesse errato,
dicendolo soltanto Abacco , cosa molto facile agli
Oltramontani su la nomenclatura, siccome agli
Italiani su i nomi di essi 5 molto più, ohe nelPedi*
degl’ Intagliatori . '5
sione del Vasari fatta in Bologna nel i663. in 3.
si legge Labaco . Ma conviene ricredersi e dar-
gli ragione assolutamente ; poiché nel Tom. II.
n. li 3. a fol. 377. delle Lettere Pittoriche ,. ve ne
ha una scritta da Roma, e mandata in SienaaBal-
dassar Peruzzi di suo proprio càrattere_, in cui si
sottoscrive Antonio alias Abacco . Ed ecco il per-
chè ho apposto in questo luogo l’articolo che
l’interessa, piuttosto che metterlo alla lettera L_,
che credo apostrofata . Un errore di Mr Basan è
circa l’anno della sua nascita, che si ascrive fran-
camente al i549.» essendo che l’iscrizione posta in
S. Pietro vicino alla Cappella di Sisto ad Antonio
Sangallo suo maestro, è del 1546*
ANTONIO SANTI GALLI FLORENTINO VRBE MVNIENDA;
AG PVBL. OrERIBVS PKALCIPVEQ. D. PET1U TEMPLO
ORNANDI ARCHITEGTOKVM FACILE PRINCIPI y DYIVI
VELINI LACVS EMISSIONE!»! PARAT PAVLO PONT. MAX*
AVCTORE INTERAMNE INTEMPESTIVE EXTINTO ISABELLA
UETA VXOR MOESS. POS. MDXLVI. III. ICALEND. OCTOB.
Se dunque furono finiti da Lahacco tutti i det-
ti modelli , poco dopo la morte di Antonio ec.
non può essere che egli nascesse il 1549^ stante
che sarebbe nato dopo la morte del Sangallo, il
che ripugna . Direi piuttosto che a quell’ età
Abacco fiorisse .
ABBIATI ( Giuseppe ) rammentato dal Gandel-
lini , e taciuto dal Basan anche nella sua secon-
da edizione. S’ignora precisamente Panno della
*ua nascita, indicandosi soltanto la di lui patria
Milano sul principio del secolo XVIII. L’Abe-
Pittorico il atta» del celebre Filippo Ab-
6 Notizie
biati Pittore di una certa franchezza , e come
dicono , sprezzatura , che quantunque non finisca ,
piace (Lanzi Stor. Pit. Tom . a.p i. Scuola Mi-
lanese). Egli mori nel i 7 1 5. in età di 75. anni,
e lasciò un buon patrimonio ai figli ( Abec Pit. )
Sarebbe forse Giuseppe uno di essi ? Le sue ope-
re son riportate dal Gandellini .
ABERLL’ (Giovanni Luigi). H Basan lo fa
nascere nel 1723. in Winterthur , e lo fa scolare
di Mayer, e Green . Dee leggersi però Meyer, come
Bost scrive nel suo Manuel ( École Allemand) ,
e com’egli stesso al respettivo articolo di Meyer
avverte. Mr. Basan dovea rammentarsi, che Fe-
lice Meyer cessò di vivere, secondo egli asseri-
sce, nel 1713., e che se Giovanni Luigi Aberlì
è nato nel 1728., non può essere stato suo disce-
polo. Gonvien però asserire con Mr. Rost ( loco
cit.) , che egli apprendesse gli elementi dell’arte
da Enrico Meyer figlio del prenominato Felice ,
di cui Basan non ne ha fatto ne ppur menzione :
onde parrebbe che non lo conoscesse nè per inta-
gliatore , nè per maestro di Aberlì . Crederei , che
avesse sortito i suoi natali nella suddetta Città cir-
ca l’anno 1700.; poiché se fosse nato secondo
Rost nel 1786., Enrico figlio di Felice Meyer sa-
rebbe stato all’età di cento anni, quando inse-
gnava ad Aberlì; nel qual caso era impossibile,
che Mr. Basan , che ci diede l’ultima sua edizione
nel 1789., potesse parlarne * Rost, che nel 1797.
ci ha dato le opere dopo che Aberli rinunziò
allo stile di Meyer, non avrebbe potuto nem-
men esso discorrerne, essendo allora di anni 11.
Scoperse Aberlì, che le maniero di questo suo
precettore non eran per lui; q trasportato da gè-
degl’ Intagliatori . 7*
nio d’ imitare la natura , che molto gli giovò y
si fece come uno stile suo proprio . Maneggiò il
pennello con particolare dolcezza , e tratteggiò la
punta con maestria; ma sempre nei paesaggj, nel
qual genere di pittura si trovò dal suo gemo
chiamato .
Stabilitosi in Berna , disegnò da due parti quel-
la Città , e sotto la sua direzione la fece intaglia-
re da And. Zingg suo allievo. La sua pratica del
chiaroscuro acquistata nel dipingere lo rese mi-
rabile nell* alluminare le vedute della Svizzera
*0 che di per se leggermente* avea intagliate a
punta j o che altri aveano incise ad acqua-forte .
Tali sono quelle dei Dunker, Guttenberg, Pfen-
ninger j ove si osserva mantenuto sempre lo spi-
rito y e la precisione del disegno . Egli diede nor-
ma, per cosi dire, a tutti gli altri, che in ap-
presso ci hanno dato le vedute più: belle , e pit-
toresche della Svizzera . Conciliarono però ad
Aherlì la comune approvazione quelle vedute
ch’egli disegnò nel Cantone di Berna y e che gli
uomini di gusto non cessano di ammirare come
il capo d’opera in tal maniera e d’incidere, e di
colorire . Ne feci onorata menzione ( nel Tom . JF.
par.I. cap. 22 fol. i44*) proponendole come per
esempio a coloro, che vi si volessero esercitare.
Trova nsi delle sue opere varie serie dalle quali
$i prendono come pezzi principali i seguenti :
I. Veduta diNidau presso ’1 lago di Bienne , in foi, int.
II. Veduta presa dal Castello di Thoun , in fot % ine.
III. Contrada disegnata , dai Baluardi di Berna, in fol. int .
IV. La Città di Berna dalla parte del Nord , in foia int .
V. La Valle di Oberhasli , in fol. int.
VI. Veduta del Villaggio , e del Lago di Brientz^
ò» fol. int .
8 Notizie
VII. Veduta di Vevay, in foi . int.
Vili. Veduta di Losanna, ad acquafòrte da Dtinker ,
in fai. int.
IX. Veduta di Carlter, e del Lago di Bienne, gr. in
fot int.
X. Veduta del Castello di Wimmis, e dei contorni,
gr. in fol. int.
XI. Veduta di Yverdun presa da Clindi , gr. in fol. int.
Xil. Veduta disegnata a Mourì presso Berna , gr. in
fol. int.
XII I. Cascata d’acqua detta Staubbach nella valle di
Lauterbrunnen, acquafòrte di Pfenninger , in fol. in alt.
XIV. Una parte degli ammassi di ghiaccio di Grin-
delwald, acquafòrte {li Pfenninger , in fol. in alt .
ACKERiVIÀNN, abile molto nella meccanica,
ma nell’ intaglio riesci molto mediocremente. Vi-
veva su la metà del- secolo XVIII.
ACQUA , o AQUA , come scrive Mr. Basan
(edizione seconda) (Cristoforo dell' ) Nacque a
Vienna nel 1690., e fu disegnatore, ed intaglia-
tore, del quale si hanno le seguenti stampe,
I. Federico il Grande Re di Prussia.
II. Giulio Ferrari Patrizio Veneto.
III. 11 Porto di S. Maio, in fol . gr. in trai?.
IV. Il vecchio Porto di Tolone, in foi, gr. in tr.
V. Il Porto di Brest, in fol . gr. in tr.
VI. Il Porto di Roccaforte, infoi, gr. in tr.
Questi ultimi quattro pezzi sono tratti dagli
originali del Ver net . 0
VII. Vili. I quattro Elementi , incisi dagli originali di
Mr. Lovis de Boullogne , primo pittore del Re di Fran-
cia, in fol. gr. in tr. * *
IX. Veduta del Porto, di Dieppe, dagli originali di
Ver net , in fol. gr. in tr.
X. L’Amor filiale, in fol. gr. in tr. ovali.
XI. L’Amor materno , in fol. gr. in tr. ovali .
XII. L’afflitta Madre, in tol. gr. in tr . ovali.
XIII. 11 Padre felice, in fol. gr. in ir. ovali.
Le suddette quattro stampe furono tratta
dagli originali del Cipriani •
d£clMntàgl*atoiu. q
XIV. XVII. I quattro Elementi dagli originali di HumiU
tofiy mezzo foL in. ovale.
XV 111. Regio Porto Orientale, in foi • gr. in tr.
XIX. Ampia Vi.Ha Reale, in foi, gr. in tr.
Sono queste due vedute di prospettive sul
justo romano antico alla moda del Bibbiena , le-
vate dagli originali dei celebri Architetti Fran-
cesco Avi ani > e Civili Veneziani .
Incise ancora alla maniera dello Strenz le
seguenti stampe tratte dagli originali di Guido
Rem , Salvator Rosa , ed Andrea Succhi .
XX. Venere adornata dalle Grazie, in foi, gr. in tr,
da Guido Reni .
XXI. La morte di Cleopatra, dal medesimo, in fol.gr. in tr.
XXII. Belisario fatto cieco, in fol. gr. in tr. da Sal-
vator Rosa .
XX111. Apollo, che corona demerito, da Andrea Suc-
chi , in fol. gr. in tr.
XXIV. Ritrovamento di Romfllo , e Remo , dagli ori-
ginali di Pietro da Cortona , in fol. gr. in tr.
XXV Cesare , che repudia Pompea , dal medesimo, in
fol. gn. in tr.
XXVI. XXXV11. Dodici pezzi consistenti in Palazzi
del Palladio, Piazze di Vicenza, e Teatro Olimpico,
in fol. gr. iti tr.
XXX Vili. Le petit Sabat , da Mr. Huet , inmez.fol. in tr.
XXXIX. Lcg Bollile* de Savon , dal medesimo, itimez.
fol. a tr.
XL. Le Jeu du Cerf-volant, dal medesimo, in mez.fol. a tr.
XL1. Le petit Chàteau de Cartes , dal medesimo , in
mez. fol. a tr.
XLli. La Bouillie aux Chats, dal medesimo, in mez-
fol a tr.
XL111. Le Jeu de Ballon , dal medesimo , in mez.fol . a tr.
XLIV. Il Fratello, che dà un regalo alla sua Sorella,
dal medesimo, in mez. fol. gr.
XLV. La Sorella , che dà la mancia al suo Fratello ,
dal medesimo, iti mez. fol. gr.
XLVI. La Capra ben amata, dal medésimo, in meZ%
fol. gr.
XLVll. I Trampali, dai medesimo, in mez. fol ■ grx
10 Notizie
ACQUA ( Giuseppe dell*), consanguineo forse
del precedente Cristofano^, del quale si trovano
fra le altre stampe le seguenti, che sono come
quelle di Cristqfano nel Catalogo delle stampe
in rame ed in legno, e delle varie qualità di
carte privilegiate , le quali si lavorano a Bassa-
no presso la dita di Giuseppe Remondìni e figli
di Venezia , con i suoi prezzi fissati a moneta
Veneta 1791. in 1 a.
I. Il Venditor di frutta, dal Bernet , in mez. fol. a tr>
in ovato .
II. 1 Marinari in riposo , dal medesimo 9fnmez.foh a tr.
III. La Pescatrice , dopo la pesca, dal medesimo, in
me z. fol. a tr,
IV. 1 Pescatori, che fanno edizione, dal ihedesimo,
in mez. fol. a tr,
V. Rinaldo ^ ed Armida, dal Cipriani9 in mez. fol,
a tr. ovato .
VI. Cupido, che lega Aglaja, dal medesimo, in mez.
fol. a tr. ovato .
VII. Angelica, e Medoro, dal medesimo, in mez. fol-
ti tr. ovato. .
Vili. Cefalo, e Proci, dalla Kauffman , in mez. fol.
a tr. ovato .
IX. La Vendetta di Cupido, de J. H. Benvìél , inmez .
fol. gr. ovato .
X. Cupido disarmato, dal medesimo, in mez. fol. gr.
ovato .
XI. XIV. Quattro vedute dei contorni di Bajona , dal
Vernet , in fol. gr. a tr.
XV. XVII. Quattro Prospettive della veduta del, fiume
Reno, dal Vernet , e da Brinckman , in mez. fol. gr.
XV111. XXI. Quattro pezzi rappresentanti le quattro
Stagioni , da Pillemet , in mez foh a tr.
XX11.XXV. Quattro Paesaggj , dal medesimo, inmez.
fot a tr.
XXVI. XXIX. Quattro vedute dei contorni di Fraacati
nella campagna di Roma , in mez. fol . gr. ovato .
XXX. 11 Golfo di S. Eufemia, in 4. di fol. gr. a tr .
dagli originali dei Favelle.
ì
degl* Intagliatori . i*
XXXI. Il Golfo di Cagliari , dal medesimo , come sopra .
XXXII. Il Golfo di Rapalo , dal medesimo , come sopra .
XXXIII. Il Golfo di Poiicastro , dal medesimo , come sop.
XXXIV. XLV1 Dodici vedute di varj Paesaggj , Vil-
le ec. inventate e disegnate dall’ Aherlì , in 4. a trav.
XLV1I. L. Quattro stampe a maniera nera dagli origi-
nali del Teniers , in mez. fol. a trav. in ovato .
Intagliò col Testolini sei rami dagli originali
di Londra della celebre Angelica Kauffman > £
dall’ insigne Pittore Lauranson , e sono:
LI. Palemone , e Lavinia, in mez . fol. in ovato.
LII. Rosaiinda, e Celia, come sopra.
LI1I. Damon e Musidora , come sopra.
LIV Damon, e Delia, come sopra .
LV. Lubin, e Rosalia, come sopra.
LV1. Celadon , e Amalia , come sopra .
LVII. LX. Le quattro Stagioni, dalla Kauffman, infoi,
gr. rotondo .
LXI. Le Ninfe che sacrificano a Cupido, della medesi-
ma , in fol. gr. a trav. in ovato .
LXII. Le Ninfe che sacrificano a Mercurio , della me-
desima, come sopra.
LXIII. Una Ninfa sacrificante , della’medesima , come sop .
LX1V. L’Armonia, della medesima , come sopra.
LXV. L’ultimo incontro fra Carlotta, e Werter da
G. R. Ryley , in mez. fol. ovato.
LXV1. Visita alle Donne delle Tigli e, dal medesimo,
come sopra •
LXV11. Figlia scoperta ne’ suoi amori, dal medesimo,
come sopra .
LXV111. Amante disperato che stà per uccidersi, dal
medesimo, come sopra.
LX1X- Le Pescatrici in riposo , dagli originali del Fer-
net > in fol. a trav. ovato .
LXX. 11 Pescatore con l’amo , dal medesimo, come sop.
LXX1. La Barca rovesciata, dal medesimo, come sop.
LXX11. Le Femmine al bagno nell’estate, dal medesi-
mo , come sopra .
LXX111. Roger and Jenny, da S. Sehelley , in mez. fol.
LXXIV. Peggy and Patie , dal medesimo , come sopra .
LXXV. Peggy and Jenny, dal medesimo, come sopra.
i*XXVl. Pitie and Peggy, dal medesimo, come sopra.
fia Notizie
ADAM. Il Basan pone in questo luogo si nella
prima, che nell’altra edizione , Adamo Mantovano,
perchè trovasi qualche volta scritto Adam sculpsit ,
Adam scultore . Veramente le stampe conosciute
di quest* Artista han sempre annesso il sno nome,
che avea ristretto nella presente cifra
jSi • Sti-
ino anclP io ben fatto per le suddette ragioni trat-
tar del medesimo in quest’ articolo . Il Gandellini
lo pone alla lettera M senza dir nulla della sua
vita ,
e con la cifra
che molto diversifica
dalla qui sopra notata, la quale combina ancora
colPAbecedario .
Egli fu della famiglia Ghisi , e nacque in Man-
tova circa il i53o. fratello minore del famoso
Giorgio Mantovano. S' inganna Mr. Basan assais-
simo quando dice francamente, che Adam in-
tagliasse ai primi del secolo XVI., giacohè Gior-
gio suo fratello maggiore nacque nel 1524.; °nde
dee piuttosto dirsi, che principiasse a lavorare circa
la metà di quel medesimo secolo . Vedi Mantuan .
JFu bravo disegnatore, ed incisore a bulino, es-
sendo il suo disegno assai corretto , e le sue
stampe, sull’esecuzione, quantunque non arrivi-
no al pregio di quelle del suo fratello Giorgio ,
non lasciano di avere del merito presso gl’ inten-
denti . Attendendo a quest’ arte , scelse per inci-
dere alcuni soggetti dai più bravi Pittori italiani .
Tali sono:
1. Natività del N. S. G. C., da Giulio Rem. inv. Adam 0
Scultore Mant. se. , gr. in fol. 0
Si vede in questa stampa il Padre Eterno in
frnezzo ad una gloria di Angeli - sotto di esso lo
degl* Intagliatori , i3
Spirito Santo contornato da un grande splendore t
S. Giuseppe , e Ja Vergine che fascia Gesù Barn-*
bino in terra . Il Gandellini non rammenta que-
sta stampa^ ed è una delle migliori di Adam.
II. La Presentazione al Tempio di Maria Santissima,
da Niccolò Martinellis . Romae l58l. Adam Scult. Marita
se- , gr. in fol. Anche questo pezzo manca nel Gandelli-
ni , e dal Basan non se ne rammenta nessuno .
III. La Vergine della Pietà col Corpo di Gesù Cristo
morto su le ginocchia, dal marmo di Michel' Angelo t
Adam Mantuano l566. Vi si vede la cifra con 1’ iscrizio-
ne in caratteri grandi MIC. ANG. BON AROTA ec .pes-
alo gr. in fol. in fondo bianco .
Questa stampa è stata rifatta, e si distingue
facilmente, essendosi cangiato il campo di bian-
co , ch’egli era , in un paesaggio . Ritiene però la
medesima cifra la medesima iscrizione : e solo vi
si è falsamente aggiunto : Romae , Ani. Lafreri se.
Jl Gandellini col suo silenzio dimostra , che di
questa stampa non ne avea alcuna idea.
IV. Amore , che porta le armi di Marte , coti la cifra
di Adam in 8.
£’ nel suddetto Indice con questa espressio-
ne : Amore vincitore , che porta Vaimi per trofeo
(da Giulio Romano) .
V. Venere che si pettina, conia cifra come sopra in 8.
Ne parla anche il Gandellini.
E' nell’Indice del Rossi , ed è in mez. fol. gr.
VI. Marte pronto a partir per la guerra , al quale va
innanzi Cupido * con la cifra ec. in 4.
VII. Diana , che parte per la caccia , con la cifra ec. in 4*
Queste sono invenzioni di Giulio Romano .
Vili. Angelica, e Medoro, che scrivono il loro nome
su di una corteccia d’albero. Non vi e ne cifra , ne nome ,
ed h in 4.
IX. Ercole seduto da un lato di Jole, da Giulio Ra*
mano 1/14.
Notizie
X. Endimione rivolto a rimirar la Luna, dal medesi-
mo , in 4-
E’ nell* Indice predetto, in mez . fol.
XI. Ercole al Bivio , con la Virtù , ed il Piacere , da Giu*
Ho Romano in 4. e in 8. Ma nell’ Indice di Domenico Rossi
ediz. in Roma 1709. in 12. si descrive in mez. fol. gr. intr.
XII. Due Amorini , che conducono un carro con la tìgu-
ra di un fiume, del medesimo, in ovato in 4.
E’ anche nel detto Indice , in mez. fol, gr.atr.
XIII. Due Amori , che scorrono il Mare sopra due Deh
fini, dal medesimo, in ovato in 4.
E* anche nell* Indice predetto .
XIV. Dio Pane , che suona l’organo a sette canne , con
Venere ed un piccolo Amorino, con la cifra di Adam
in ovato in 4.
XV. Statua del Nilo, in mez. fol. gr. a trav.
Trovasi rammentata nel suddetto Indice di
Domenico de’ Rossi, e non conosciuta da Rost.
“ XVI. La Servitù , sfigurata in un giovane col giogo in
spalla e con i piedi legati , in fol. gr.
Non ne parla Rost, ed è nel suddetto Indice.
XVli. La Vittoria sedente, che scrive sopra uno scudo,
da Giulio Romano , in mez. fol. gr.
XV1U. Ercole, che stringe Anteo, dal medesimo, in
mez. fog. gr.
Trovasi nell’ Indice predetto .
XIX. Apollo con la lira, dal medesimo, inmez.fol.gr .
Nel predetto Ìndice.
XX. Marte sedente con Ancore , dal medesimo, in mez.
fol. gr.
Nel suddetto Indice.
XXI. Caccia di un Leone, che sbrana un Cavallo, da
Giulio Promano , in mez. fol. gr. in ovato .
Nell’Indice come sopra.
XXII Pescatori in due barche con reti, dal medesimo*
in fol. gr. a trav
Nell’ Indice del Ro&i ee;
degl* Intagliatori . 1 5
XXI li. Sposalizio di S. Caterina, dai medesimo, in
fol gr. a tr.
Nel suddetto Indice.
XXiV. La Madonna, che allatta il Bambino in seno, ■
dal medesimo, in mez. fol. gr.
Nel suddetto Indice.
Le altre stampe sono rammentate dal Gan-
dellini, delle quali non ne ha fatto menzione
Rosi* , Manuel , da cui sonosi tradotti i suddetti
quattordici pezzi .
ADAM ( Giacobbe ) . Mr. Basan nella ( seconda
ediz.) lo dice nato in Vienna n^l 1786.: ma Rost
( Manuel ec . Ecole Allemand Tom. a.) asserisce
che nacque circa il 1748., ed ha ragione. Sotto
il ritratto di Giovanni Hermann da lui inciso
trovasi il suo nome J. Adam se . Viennae 1782.
Intagliava forse egli prima di nascere ? Altre pro-
ve evidenti si ricavano dal Catalogo delle sue
stampe, che qui sotto si riportano. Frequentò
da giovinetto l’ Accademia Imperiale delle arti
del Disegno, e dell* Intaglio di quella illustre
sua Patria in compagnia e competenza di Gio-
vanni Ernesto Mansfeld di Praga , e vi si distìnse
per T eleganza del suo bulino. Sono perciò mol-
to stimati i suoi ritratti degli Uomini celebri
dell’Austria , che vennero alla pubblica luce pres-
so Àrtaria e Compagni, Mercanti di stampe ir*
Vienna . Essi sono nella maggior parte in 8.
Mr. Basan si è contentato soltanto accennarli sen-
aa individuarne alcuno. Ma Rost nel suddetto
suo Manuel gli descrisse.
b Pietro Leopoldo Granduca di Toscana , dipinto a Fi*
re/i 2J e dal Zofiani , inciso a Vienna da Adam .
II. Antonio Raffaello Mengs dipinto da se stesso .
Questo è l’ultimo ritratto, che Mengs si fece *
llff N O T 1Z I E
Lo Scrittore delle Memorie concernenti la
Vita di Ant. Raffaello Mengs edizione di Bassa-
no 1783. Tom. 2. in 8. al Tom . K fol . CXXX.
afferma, clipei fece molti Ritratti di Se stesso po-
co men di mezza figura * che donò ai suoi amici /
e tra gli altri a Don Bernardo de Y ri arte ,
III. Giovanni Hermann L. E. a Riedesel, J. Donat
pinx. Teschinae 1 779. J. Adam se. Viennae 1782.
IV. Ignatius a Born Eques. Bcytin pi/ix. Adam se.
Viennae 1782.
V. Michael Denis, J. Dpmier fèc. idem se. 1 78 r.
VI. Gedeon Baro-«. Laudón C. Vinanzer , in 8.
VII. Massimiliano I. vestito secondo l'uso dei, suoi
tempi , da Luca di Leyda in 4. Nelle Vite degli Uomini
Grandi Tedeschi di Klein .
Vili. Rappresentazione della ceremonia dello Sposali-
zio dell’Arciduca Francesco d’Austria con la Principessa
Elisabetta di Wurtenberg , eseguita in Vienna nella Chie-
sa Parrocchiale della Corte il 6. Génnajo 17S8. J. Ch .
Sambaoh delia. J. Adam se. in fol.y con descrizione
in francese.
ADAM (Pietro), Pittore Tedesco, die ha in-
tagliato ad acqua- forte un seguito di sei Pae-
saggi p. ps. in tr. , e vi ha scritto il suo nome .
Anche questo è rammentato nella suddetta
edizione da Mr. Basan .
ADAM ( Roberto) y Inglese > nato nel i53o. in
Londra, ed ivi morto nel i5c)i., come asserisce
Mr. Basan, o nel 1595. secondo piace al Milizia
( Dizionar . delle Bielle- Arti del Disegno). Fu Ar«
chitetto di molto nóme sotto il Regno di Elisa-
Betta, che gli diede la soprintendenza alle fabbr-
iche Regie ed alla costruzione dei Bastimenti „
Descrisse in forma d'arte e con molta intelligen-
za il Tamigi y e ne additò la maniera di ben for-
tificarlo. Intagliò co* molto spirito gli avvenir
DFGL* fNTAGLTATORT. 17
menti della Flotta Spaglinola appellata lTnvincibi-
le? quand’ella approdò su le coste dell- Inghilterra.
ADAMS (Roberto), parimente Inglese, ma da
non confondersi col prelodato qui sopra , quantun-
que non inferiore ad esso sì nel genere, che nel
merito dell’arte . Anzi convien rilevare per suo
giusto elogio, che nell’Architettura gli fu assai su-
periore , perciocché venne nell* Italia , trattò con i
bravi Architetti di quei tempi, vide i più belli f
e cospicui monumenti delPArte , gli studiò sot-
to quei bravi Maestri , e se ne ritornò a Londra
ricco delle più belle e solide cognizioni II Re
Giorgio II. lo elesse ivi per suo Architetti . Ser-
vendosi Roberto con maestria delPacquaforte , in-
cise varj monumenti , e diede alla luce molti vo-
lumi di Architettura 9 che gP Intendenti avida-
mente ricercano. Era nato in Londra Pultimo
anno del Regno di Giorgio I. nel 1726.
ADLER (Filippo) . Scrive Basan ( seconda edi -
zione) che viveva quesPArtista circa l’anno i5i8.
Egli è rammentato da Florent le Corate, e da
Mr. Strutt.
ADM1RAL, o Ladmiral (Giovanni) nacque
in Leida ( Rost Manuel) nel 1680., e si eserci-
tò ad incidere a colori. Fece in questa specie
dei Ritratti , e sopra tutto tentò di rendere le ve-
re tinte del corpo umano; cose, come avvertim-
mo (T. IV ’. p. 1. e. 19. foL i32.), assai difficili
ad eseguirsi. Tutta volta le stampe dell ’Admiraì,
che trovansi negli Scritti Anatomici del celebre
Ruyschj sono meritamente stimate dai veri co-
noscitori di tal genere . Piacciono ancora _, e non
senza ragione , i suoi Insetti , che egli raccolse nello
spazio di trentanni . scorrendo la Francia s l’OJan-
Tom . V. 2
i8 Notizie
8a, e P Inghilterra , e elio pubblicò in XV. fo-
glj. Veramente a marquetterie questi sarebbero
i soggetti più adattati ad incidersi , insieme con
le piante, alberi, frutta, ed animali, per servire
utilmente alla Storia naturale.
ADORF ( Giovanni-Cephal ) . Nacque, dice Mr.
Basan (/oc. cit. ), in Lipsia nel 1720., ed incise
per suo divertimento molti Ritratti , die non man-
cano di merito. Trovasi fra questi citato dal pre-
detto Basan .
Andrea EhVig Medico , in 8.
AELST ( ) . Di esso trovasi una Stampa di
mezzana grandezza, in cui vedesi S Giuseppe,
che tiene per mano Gesù Bambino ( Basan Di-
ctionnaire des Graveurs a Paris 1789. T. 2.)
AELST (Niccola Van-) . Nacque in Bruxelles
il i53o., ed intagliò varj soggetti dell’antico, e
nuovo Testamento da Giulio Romano.
AENEAS Vicus . Si riporta in questo Artico-
lo , poiché si trova frequentemente scritto il suo
nome Ar'neas , e vien conosciuto più per esso , che
pe *1 suo cognome Vicus, o Vighi, o Vico , Il Gan-
dellini, che lo riporta alla Lettera V. fol. 302.,
non assegna l’anno in cui nacque , ma ci dice
c Vegli era al servizio dei Duchi di Ferrara Pan-
no i568. Mr. Basan con la solita sua franchezza
lo fa nascere nei 1570. Gran che I
Nel Catalogo delie Stampe di que.st’Artista se
ne trovano alcune con Panno, e segnatamente
la Battaglia dei Centauri e dei Lapithi dal Rosso
nel i54a., che rammenta V istesso Basan. Con-
vien però dire, che o Basan non Pahbia veduta,
o che non avvertisse alPanno suddetto , che vi si
vede impresso. L’abbaglio cronologico non può
degl’ Intagliatosi : T Qf
essere più vistoso. Rost ( Manuel T. ITT . EcoIg
Jtalienne ) il fa nato in Parma nel i5i2.; ma
secondo il P. Affò, nelle Memorie dei Letterati
Parmigiani, nacque nel 1 5a3. Sembra, che Mr. Rose
non accordi tutta quella perfezione alle Stampe
del Vico, che crede avervi discoperta il Gandelli-
ni . Non può negarsi 3 in realtà ^ che in molte
sue produzioni , come nella Battaglia dei Centau-
ri, nella Battaglia delPAmazzoni , nella Giudit-
ta, ed in altre i contorni non sieno un poco
troppo risentiti, e non hen trattate le propor-
zioni massimamente nelPestremità . Rost per al-
tro vorrebbe troppo nel confronto ch/égli fa delle
Stampe di Marcantonio con quelle del nostro
Enea, che ciò non ostante , avrà sempre un posto
distinto fra gl* Intagliatori del tempo suo .
E quantunque sia questo il luogo per rilevare
ì pregj suoi nell’Incisione, pure crederei non poe-
tesse riescire discaro agli Amatori conoscerlo an-
cora pe *1 lato della Storia , alla quale riunì la
perizia delParte, che con tanta lode esercitava.
appresso (dice il Vasari Tom. 7. fol. 1 58.) per-
che Enea avea V ingegno elevato , e desideroso
dì passare a maggiori , e piu lodate imprese , si
diede agli studj de IL' antichità , e particolarmente
delle medaglie antiche, delle quali ha mandato
fuori più libri stampati , dove sono l'effigie vere
di molti Imperatori , e le loro mogli , con Visori -
zioni, e riversi di tutte le sorte , che possono ar-
recare a chi se ne diletta cognizione , e chiarezza
delle Storie , di che ha meritato , e merita gran
lode : e chi l’ha, tassato nei libri delle medaglie y
ha avuto il torto ^ perciocché, chi considera le
fatiche che ha fatte 7 e quanto siano utili , e bel -
so Notizie
le , lo scuserà se in qualche cosa di non molta
importanza avesse fallato ; e per quegli errori , che
non si fanno se non per male informazioni , o
troppo credere , o avere per qualche ragione di-
versa opinione dagli altri > sono degni di essere
scusati , perche di così fatti errori hanno fatto
Aristotile y Plinio , e molti altri . Questo elogio ,
unito alla giusta apologia del prelodato Scritto-
re, tanto più è degno di pregio, quanto che vie-
ne da un testimone contemporaneo, ed imparzia-
le. Il Ch. Ab. Tiraboschi avea asserito, che Enea
Vico fosse stato il primo a scrivere su le meda-*
glie , e ne fu tanto persuaso , che riportando il
sentimento del Vico istesso^ Discorsi soprale mer*
daghe degli Antichi ( dedicato al Duca Cosimo I.
Venezia presso il Giolito i555. in 4* carattere
corsivo ) , ove vantasi di essere stato il primo a
scrivere in lingua Italiana su tale argomento ,
Soggiunge : anzi potea aggiungere che niuno avea -
ne scritto finora in qualunque lingua . Avvertito
quindi lo Storico Italiano dal Sig. Ab. Lampil-
Jas, come egli scrive, che Gio. Andrea Strany
Valenzano fin dal iSzq, l’avea illustrate, pare
ch’egli si riporti soltanto a giudicare non dell’an-
teriorità y ma bensì del pregio dell'opera ( Stor.
! JLett . d* Italia Tom. 7. v. io. fol. 887. )
Questi Discorsi del Vico sono divisi in duo
Libri y e nel Frontespizio vi si vede il ritratto
del Duca Cosimo disegnato y ed intagliato da esso
Vico, a piè del quale si legge OPUS AENEAE.
Diede anche alla luce le Immagini delle Donno
Auguste in lingua Italiana, e nell* Idioma latino
quelle dei Cesari, unendovi a ciascuna la ispetti-
va loro vita? e la spiegazione, come disse il Va-
degl’ Intagliatori . a i
sari teste citato , dei rovesci , nel che fu supera-»
to da Bastiano Erizzo Veneziano ( Discorso £o-
pra Le medaglie degli Antichi con la partì colar
dichiarazione di molti rovesci). L’ Erizzo però,
a giudizio degli eruditi, s’inganna in credendo
die le medaglie degli antichi fossero diverse dalle
monete, come avea scritto il nostro Vico, cui
deesi anche per questo lato particolare onore .
L’eruditissimo Annotatore dell’Edizione di Roma
del Vasari ha voluto avvertire, ch’idea Vico è
scusabile se ha preso dei gr aneli j in genere di
medaglie , perche in quel tempo era la scienza
delle medaglie nell’infanzia. (T. 7. fol. 157. in
nota). Quello che fa stupire qualche Scrittore
dei nostri tempi, si che quantunque fossero
ambedue questi Letterati Italiani e nell’istessa
Città di Venezia , e scrivessero su la medesima
facoltà y niun di essi in aloun modo si cita , come
se conosciuti unquamai si fossero. Ma la gelosia
fra i Letterati^ particolarmente su la medesima
scienza od arte , che non è mai cessata , da che si
è introdotta nel mondo , basta per fare svanire qua^
lunque ammirazione . Enea non cessò mai di appli-»
carsi agli studj nel breve corso degli anni suoi , ©
servì con ottimi stipendj molti Principi di quel se*
colo y cioè Carlo V., Cosimo Medici , Ercole II. Duca
di Ferrara , Alberto V. Duca di Baviera , e lasciò
ovunque onorato il suo nome. L’eruditissimo y e
coltissimo S ig. Gianluigi Bianconi . ( Lettere a
M. Fil. Ercolani pag. 46.) nota , che nella Corte di
Monaco si conserva tuttora una elegante deaeri -
zione da Enea Vico fatta delle Medaglie da quel
Duca raccolte in due Tomi ( Tiraboschi loc. cit.)
Jlorì nel XS67. §uva alla Corte di Alfe***
22 Notizie
so 1F. Duca di Ferrara > ove componeva l’Albero
genealogico di quel Principe. Il Gandellini scrive
che nel i568. viveva presso i Duchi di Ferrara in
grand onore, e stima; ma lo credo errore . I/Abe-
cedario Pittorico non dice l’Albero genealogico ,
ma che intagliò V Albero Ducale.
Non dee anche ommettersi, che di Vico, tra molte
sue opere intorno le antichità Romane comincia-
te, e non finite, intralciate , e confuse , una Let-
tera trovasi al Duca Alfonso II. scritta da Fer-
rara ajr di Settembre i56 5. intorno alia com-
pra di certe antichità che stava contrattando in
nome del Duca. Lasciò anche disegnate in rame
tutte le Monete di Europa col loro peso , lega ,
e valore .
Ma convien che ritorni d’onde mi dipartii con
questa giusta digressione ; e considerare di nuovo
Enea non come Letterato soltanto, ma come In-
cisore in rame , ed in bronzo . ( Francesco Edo-
rati da Erba Compendio Storico ms ) Ed è per-
ciò che il Sig Barone d’Heinecke ( Idée generale
d’une CoHection fol. 160.) lo chiama Graveur et
Savant . Il est aussi connu par ses estampes , qua
par ses livres d’Antiquité , sur tout des Medail -
les . Ed a fol. 493* v* fu messo: ,, Je trouve qu’on
compte panni ces petits Maitres encore Enea Vi-
co , mais c’est par ignorance „ . E siccome i suoi
pregj nell’arte dell* Intaglio compendiosamente
furono qui sopra rilevati ; porrò adesso il Ca-
talogo dell’opere sue ^ che Rost ( Manuel ec . ) lift
pubblicato.
1. Quattro Medaglioni
1. Gesù Cristo àglio di Dio,
2. Lodovico Ariosto,
dfgl* Intagliatori . '*>&
3. Giovati Battista Gelli Fiorentino*
4. Anton Francesco Doni .
£nea Vico da Parma inv. et fec. in 8.
Il Gandellini ne riporta degli altri, come può
vedersi: 99 E al Doni, scrive il Vasari (Tom. 7.
fol 1 58. ) fece a uso di medaglie alcune teste dì
naturale con begli ornamenti : Arrigo di Francia,
il Cardinal Bembo, Messer Lodovico Ariosto, il
Gello Fiorentino, Messer Lodovico Domenichi ,
la Sig. Laura Terracina, Messer Cipriano Moro-
sino , ed il Doni .
11. 11 Ritratto di Carlo V. contornato di figure emble-
matiche „ . Intagliato benissimo in legno, gr. infoi.
Il Gandellini scrive, che presentò alP Impe-
ratore Carlo V la stampa del suo pulitissimo
rame esprimente il di lui Ritratto ec. Il Vasari
(loco cit. ) tace se fosse in rame, o in legno con-
tento di avvertire. ,, Parimente intagliò il ri-
tratto di Carlo V. Imperatore con un ornamenta
pieno di vittorie „ Ma Rost francamente asserisco
ch’è inciso in legno, anzi rileva a pregio di Vico
che con felice successo intagliò in legno : il pa -
roit mème que les morceaux dans ce gerire doi -
vent etre rangés panni se premi ère s produetions m
De ce nombre est le portrait de Charles V. en -
touré de figures emblematiques . piece composée
avec gouty et d* un de s sin correct . „ Una descri-
zione eh* egli ne fa precisa ed esatta , certe carat-
teristiche così ben rilevate mi farebbero credere
essere un abbaglio del Gandellini Pavere asserito,
che intagliato fosse in rame : e che meriti maggior
fede su di ciò Mr. Rost. Mi fa soltanto specie,
che ’l Vasari contemporaneo non dica mai , che
Enea incidesse in legno ; e che i suoi Annotatori
#on rilevino «juest’altro pregio fra tanti che giusta'*
2,4 Notizie
mente rilevati vedonsi in questo degno Artista .
E ciò, che maggiormente mi fa dubitare delPas*
serzione di Rost, è il sapere, che nel proemio
dei surriferiti discorsi Enea asserisce, che sua
propria arte (era) il disegno, e V intagliare in
rame . Io sono nella situazione di non poterlo ve-
dere , come forse sono stati i due Scrittori , che
jie han trattato .
III. Busto di Giovanni de’Medici con contorno istoria-
to l55o. gr in fai.
„ Fece il Ritratto del Sig. Giovanni de* Me-
dici Padre del Duca Cosimo, con un ornamento
pieno di figure ( Vasari loco cit. )
IV. Busto di Cosimo dei Medici nella sua Gioventù,
gr . in fai.
Il Ritratto del Duca Cosimo de* Medici quando
era giovane , tutto armato , col disegno del Ban+
dinello ( Vasari loco cit . )
V. Busto di Alfonso 11, Duca di Ferrara , Ribatte
istoriato , gr. in fai .
Questi indicati Ritratti sono rammentati con
moltissima precisione dal Basan (a. ediz.), ed assai
meglio descritti dal Gandellini : ma il Vasari ,
che lascia il nostro Enea sotto l* ombra di Alfon-
so II. Duca di Ferrara, e che rammenta l’Albero
genealogico, sembra non avesse veduto questo
Ritratto, oppure non fosse stato fatto a quell’epo-
ca, in cui ci ha date le altre notizie.
VI. Un Sacrifizio sul gusto antico, in chiaroscuro
Verde 1542. in 4. di sua composizione .*
Nè il Vasari, nè Basan > nè il Gandellini
parlan di questo chiaroscuro, che dee molto in-
teressare gl’intendenti.
VII. Le tre Grazie, Esemplar charitum , ex Policlett
opere marmore eumptum . 1642. fi, V. picc, infoi ,
DEGL' INTAGLIATORI . 2$
Vili. 11 Passaggio all’Elba dell’Armata di Carlo V. di-
segnato da lui stesso , gr. infoi.
Ne parla Mr. Basan, ed è incognita questa
Stampa al Gandellini.
IX. Battaglia dell’Amazzoni , di sua propria inven -
zione , con V iscrizione: Bellum Amazonum 1543. , gr.in
ovato int.
X. Una Donna in piedi col braccio diritto steso , che
tiene un uccello che vola ,, Ant. Lefrery ex. Rom. , gr.
in fol. int. senza marca , dal Parmigianino .
XI. Vulcano che lavora nella sua Fucina , e Venere
sul letto con Marte, Pezzo libero , dal Parmigianino
eolia data del 1643.
Le Stampe posteriori sono senza la figura
di Marte , gr. in fol. int .
Nell’ Indice di Domenico Rossi edit. in Ro-
ma 1709. in ia. viene indicato anche il Pittore,
presso il quale il Vico incise la predetta Stampa,
ed è ristesso Francesco Mazzuoli , detto il Par-
migianino .
XII. 11 Combattimento dei Centauri , e dei Lapithi alle
nozze di Deidamia , dal Rosso 1S42. , gr . in fol. int.
Xlll La Contesa di Cupido, e di Apollo in faccia di
tutti gli Dei, gran composizione di Baccio Bandinelli ,
gr. in fol. int.
XIV. L’Accademia del Disegno , di Baccio Bandinelli
eoi suo Ritratto , gran composizione. Aenea Viglio Par -
megiano se. gr. pez. int.
Mr. Basan specifica un poco piu questa Stam-
pa, dicendo che vi si vedono due teschj di morto,
• un cane nel davanti della medesima .
XV. La Conversione di S. Paolo, gran composizione ,
da Francesco Salviati , gr. pez. int. e pr incip.
Il Vasari accenna anche il tempo , nel quale
fu questo Disegno inciso , cioè nel i543., ed ec-
cone le parole „ Ma fra le altre cose diede fine
ad una carta , la quale aveva disegnata molto
prima in Rema, Geuver «io**# di S, Paole
lE Notizie
clie è bellissima, la quale fece intagliare in ra-
me da Enea Vico da Parma in Fiorenza; e il
Duca si contentò trattenerlo infino a che fosse
ciò fatto in Fiorenza con i suoi soliti stipen-
di, e provisione: nel qual tempo, che fu l’an-
no 1548. ec. ,, Ne parla anche il Basan y ed il
Gandellini .
XVI. S. Giorgio, che abbatte il Drago. Vi è un bel
paesaggio , da Giulio CarVatinu : in fol. int.
XVil. Giuditta, e la sua Serva, che porta sopra un
disco la Testa di Oloferne, da Michelangelo nella Cap-
pella Sistina . In fol. int.
Perin del Vaga lasciò alla sua morte molti
disegni, parte di sua mano, parte di altri, fra i
quali eravi tutta la Cappella di Michelangelo _,
che avea già disegnata Leonardo Cungi dal Bor-
go Sanse pelerò. Cherubino Alberti ne intagliò in
parte; ma la Giuditta, di cui si parla, la incise
Marcantonio. Dopo questo eccellente Maestro fu
intagliata dal nostro Enea , della quale parla il
Vasari , quando rammenta le di lui opere, e la
nomina il Gandellini , ma non Mr Basan. L’An-
notatore delPedizione del Vasari , di Roma , ci fa
sapere, che la Stampa predetta di Marcantonio Pha
egli osservata nella raccolta delle Stampe della
Libreria Corsini . Chi non avesse veduto nè que-
sta Stampa nè la Pittura y ne può leggere la
descrizione del Vasari T. io. fol. 89.
XV111. Giove trasformato in Cigno, che accarezza Le-
da entro un Paesaggio, da Michelangelo , infoi, int.
Sarebbe forse ella la medesima Leda, che in-
tagliò Marcantonio.? Il Gandellini asseri ce, che
ella è diversa , e che fu ricavata da un di lui di-
segno. Michelangelo, richiamato da Venezia in
Patria, fini la Leda, dimandatagli dal Duca
degl* Intagliatori . 27
ibnso . Grandi vicende ha sofferto questo Quadro !
E.accontasi fino, che essendo trasportato in Fran-
cia, Mr. Desnoyers Ministro di Stato al tempo
di Luigi XIII. lo .facesse bruciare per scrupolo
di coscienza . Credesi però , che non fosse altri-
menti bruciato 9 perche Mr Manette lo vide com-
parire in Parigi tutto deformato , Se debbasi ai
predetto Manette prestar fede , il Quadro andò
dopo in Inghilterra ove facilmente si ritroverai
al presente, ma era stato fin d' allora rovinato
da un Pittore mediocre oltramontano,.
XIX. 11 Ritratto di Baccio Bandinella
Rost non parla di questo Ritratto ; e quello
che mi fa più specie, non ne parla nemmeno il
Gandellini _, come dovea pur farlo , essendo appor-
tato di ciò che scrisse Vasari di Enea Vico ^ ( T. 7.
fol. i58.) donde sembra abbia trascritte molte cose
ch’egli ha inserite in quest’articolo del Vico .
Il suddetto Ritratto è nella Galleria di Fi-
renze . Il Bandinelli lo fece di suo proprio pu-
gno ; ed è forse, dice V A nuotatore delFedizion©
di G. V. di Roma , l’unico Quadro che abbiamo
di lui . Ma io non credo, che ciò siasi esattamente
potuto dire, avendo in contrario il Ch. Abate
Lanzi _, che lo dice Pittore di pochissime cose e
non di un sol ritratto . Si riducono esse ad un
Noè ubriaco, e ad uu Limbo decanti Padri.
XX. Baccanale, in cui alcuni fanciulli conducono l’ Asi-
no di Sileno, ed altri stanno a far bollire in un caldajo
della carne di porco, da Michel’ Angelo ■ Enea Vico 1546.
gr. in fol. int>
E* stato inciso anche dal Beatric^tte . Nul-
la dice il Gandellini di questo ^accanale ^ e nul*
la Mr. Basan,
Notizie
XXI. Un Cristo vicino ad esser messo nella Tomba ,
ove si vede in compagnia degli altri Santi la nostra
Donna svenuta , dinanzi la porta del Sepolcro , da Raf-
faello 1548. in fol.
XXII. Un Cristo che si mette nel Sepolcro, e Nicode-
mo regge il di lui corpo, da Raffaello in fol. 1 54.3.
Mr. Basan rileva, che in questa Stampa si
Tede la Corona di Spine in terra su la dritta del-
la marca dell* Incisore .
XX111. Lucrezia in piedi pronta a ferirsi col pugnale ,
Tom. Marò. exc. l54I. Con una iscrizione greca.
E* stato anche inciso questo medesimo pezzo
da Marcantonio. L' Invenzione , dice P Indice del
de Rossi, è di Raffaello , ed è in mezzo fol. reale .
XXIV. Venere, che in una stanza si asciutta il piede
diritto con un gran panno .* a faccia , a faccia di essa
d Cupido che piange, e si gratta la testa* Pezzo mar -
cato : Aene: Vicus P. inv. l54& in 4-
Anche Marcantonio ha inciso questa Stampa .
XXV. L’Annunziazione della SS. Vergine, da Tizia •
no in pie. fol.
Sfuggì alPAnnotatore del Vasari edit. di Ro-
ma T. 9. fol. 271.; poiché trattando di quest’An-
xiunziata „ Abbiamo, dice, una Nunziata di Ti-
ziano intagliata in rame da Valentino le Febre^
e una da Cornelio Cort , ed una in grande da Ja-
copo Cavaglio , tutte varie nella raccolta di Stam-
pe della Libreria Corsini .
XXVI. Seguito di dodici vasi, da Polidoro di Cara •
vaggio in fol.
Si lagna l’Annotatore dell’ ediz. di Roma,
che i vasi del Polidoro non sieno mai stati b*ne
incisi. Così scrive „ Ci sono ancora di sua inven-
zione molti vasi bellissimi sì per la forma loro ,
e sì ancora per i varj, e capricciosi ornamenti,
ehe vi sono disegnati sopra „ Io p^erò direi , eh*
degl’ Intagliata . g
V incisione dei medesimi vasi fatta da Enea Vico
non gli fosse nota y e perciò le altre non lo ap-
pagassero y come avrebbe ella fatto .
XXV11. Seguito di cinquanta Stampe di varj abbiglia»
menti delle diverse nazioni , di sua invenzione in 8 .
Mr. Basan non determina il numero , ed il
Gandellini non ne fa menzione .
XXV111. La Colonna Trajana, Aeneas Vicus , Par -
mensis fecit: Ant. Sai. exc. gr. infoi.
Niuno de suddivisati Scrittori nomina que-
sto pezzo del Vico. Trovasi bensì nell’Indice di
Domenico de Rossi rammentato nel seguente te-
nore „ Trionfi dei Romani^ e loro pompa inta-
gliati a bulino d'Aenea Vico in 12. mezzi fogli
reali per traverso . ^
Molte altre opere sfuggite a Mr. Rost si tro-
vano nel Gandellini, che non rincrescerà leggerlo
per esteso : ma non si vuole lasciare la seguente
Stampa ^ ed è un fatto , che si attribuisce a, Vir-
gilio in pena di una Donna per i suoi delusi
amori , in mezzo fol. reale . Così scrive Gan delii-
ni a quest’ Articolo . Rost la descrive anche meglio ,
e riferisce l’Iscrizione che vi è apposta , cioè : Vir-
gilium eludens meritas dat foemina poenas . Ho-
mae i54a. in fol. int. notando ancora: Ce sujet
a été souvent traité par les ancien s maitres alle-
mands . Ma nell’Indice di Domenico de’ Rossi so-
praindicato se ne attribuisce Y invenzione a Perin
del Vaga.
Per schiarimento del fatto si sa che fu det-
to di Virgilio, che da una Meretrice Romana fa
tenuto sospeso in un corbello fuori della finestra
di una torre a vista di chi passava , per farlo de-
nderc, e clVegli per magia estinse tutti i fuochi
3o Notizie
3i Roma_, e fece che non si potessero ti accendere,1
se non andando a riaccendergli alle parti segrete
di quella impudica . Ciascuno pertanto era neces-
sitato ad andarvi, perchè questi fuochi non si co-
municavano ad altri . Gabriel Naudeo ha trattato
quest'argomento con molta erudizione nella sua
i Apologia de3 grandi Uomini falsamente sospetti^
di Magìa Cap. 2i.
AGNELLI ( Federigo ) , nato a Milano nel 1604.
( Basan sec, ediz.) , ha intagliato molti ritratti , fra
i quali quello di Simpliciano Vescovo di Milano,
e quello di Arisio. Il Duomo di Milano in più
gran pezzi : diversi soggetti di Tesi , ed Emblemi .
AGOSTINO [di S. Agostino), Italiano, Intaglia-
tore di merito conosciuto per alcune sue opere
lavorate con molto spirito e particolarmente per
T opera del Correggio detta la Zinghera, perchè
vestita in tal guisa la nostra Donna, si asside col
^Bambino Gesù in mezzo di un bel paesaggio.
Trovavasi T originale fra i quadri del Duca
d5 Orleans , come una delle cose più pregevoli .
La testa però della Vergine era alquanto anneri-
ta , ed il quadro avea generalmente assai patito .
Non saprei se T Intagliatore, di cui si tratta , l'aves-
se disegnata dall’originale, oppure da qualche
copia , poiché scrive il Hichardson ( T. S.fol. 660.)
che ne furon fatte delle copie eccellenti , fra le
quali una di Annibai Caracci^ che egli possedeva .
,, Un S. Giovanni Evangelista
Di questa stampa così parlasi nelle note alla
vita del Correggio scritta da Giorgio Vasari (T. 5.
fol. 107.) „ Il S. Giovanni Evangelista sedente di-
pinto a fresco sopra una porta di S. Giovanni di
Parma in atto di scrivere, di cui abbiamo la stani*
dfgl’ Tntagliatort . 8 I
pa dedicata al Priore Antonio Francesco Reusi
d’ Agostino di S. Agostino „ .
AGOSTINI (Leonardo). Vedi Gandellini.
AGRICOLA (Christ- Luigi) . Viene da Mr. Ba-
san nella seconda edizione annoverato fra gP Inta-
gliatori: e si conosce di suo un Paesaggio, in cui
vedesi Atteone trasmutato in cervio . Era nato a
Ratisbona nel 1667., e vi morì nel 1719.
AGUCCHIA (Giovanni) viveva, dice Mr. Ba-
san, nel XVI. secolo ed ho visto di lui il Duo-
mo di Milano, e la facciata di un gran pezzo di
architettura .
AIGUILLES ( Gio. Battista Boyer Marchese
di) nacque ad Aix nella Provenza nel 1660. Creb-
be con .esso lui il genio per le Belle Arti, che ac-
coppiò allo studio delle lettere senza detrarre nulla
giammai alle sue serie occupazioni . Non fu però
soltanto amatore di esse y ma dipinse con arte e
intagliò a bulino ed a maniera nera . Unito in
amicizia col celebre Puget , dai suoi discorsi , e dalla
pratica che avea questo Michelangelo della Fran-
cia nella scultura , pittura , ed architettura , potè
senza dubbio apprendere il gusto per le Bel le- Ar-
ti e divenire insensibilmente conoscitore, dise-
gnatore, pittore ^ ed incisore. Forse a Puget dee
attribuirsi il vanto di avere insinuato ad AUuil-
les il portarsi in Italia, ove avea anch' egli viag-
giato, e studiato nel fior de' suoi giorni e d’onde
apprese a formare quei mirabili gruppi eli Mi-
lone , di Crotone, e di Perseo che libera Andro-
meda _, collocati sull' ingresso di Versaglies . Dal
predetto viaggio in Italia seppe Boyer trarne tale
Vantaggio, che dovunque raccogliendo memorie
dei capi d’opera di quei famosi pittori 9 formavano
8 * Notizie
nella sua ménte l’idee le piu belle, e cospicua
dell' arte . Tornato ad Aix tutto intento a dispor-
re quello che avea potuto raccorre in genere di
Belle- Arti , si formò un Gabinetto di Pitture , Scul-
ture , di Disegni , e di Stampe , in cui trovò le
delizie della privata sua vita . Nel 1698. egli pub-
blicò un volume di 118. Stampe, de’ suoi quadri,
fra le quali se ne trovano alcune incise da lui me-
desimo . Fu questo presentato al Pubblico per Se-
bastiano Barras , che ne avea certamente intaglia-
to una buona parte , e che potea credersene l’edi-
tore pe ’l discorso , ch’egli vi avea premesso . L'ope-
ra, dice il Sig. Barone d’Heinecke, non compren-
deva allora, che 104. stampe con due frontespizj,
essendo ella divisa in due parti. È stimata co-
munemente simile edizione, ed è in realtà ra-
rissima : e perchè se ne trovano pochi esemplari ,
e perchè contiene sette stampe tutte incise dall’Ai-
guilies o Boyer, che non si trovano nella seconda
edizione ; e son quelle che noi riporteremo in ap-
presso . Altri pregj si rilevano nella predetta pri-
ma edizione, i quali la rendono presso gli Ama-
tori sempre più cara , e preziosa . Imperciocché vi
si trovano 22. stampe a maniera nera da Seba-
stiano Barras con molto gusto incise, le quali
nella seconda edizione non vi si vedono, per aver
voluto dar luogo a quelle , che fece rifare da Mr.
Coelmans. E siccome non avea Boyer più inten-
sione di farne uso , le fece scancellare , dimostran-
do con questa perdita che a tante sue cognizioni
non riuniva sempre quel buon gusto, di cui tanto
ne han fatto pompa i suoi troppo prodighi elogiatori.
Non ben contentò di questa edizione chiamò in
Provenza Giacomo Coelmans di Anversa, e gli f#
degl’ Intagliatori. 33
incidere di nuovo i diversi quadri dei celebri Pit^
lori , ch’egli possedeva . Eia in quel tempo Aiguil-
les Consigliere al Parlamento di Aix. La Collezio-
ne di Coelmans fu terminata nel 1709., ma non
si pubblicò che nel 1744 » n°ve anni dopo la mor-
te delP Intagliatore . Questa edizione è composta^
dii 18. stampe, cinquantotto delle quali formano
la prima parte , e sessanta più Paltra parte . Il ti-
tolo deiPo pera è il seguente ,, Recueil d.’ Estam-
pes d’après les tableaux des Peintres les plus cé-
lébres d' Italie, des Pais-Bas , et de France , qui
sont dans le Cabinet de Mr. Boyer d'Aiguil-
les, Prociueur generai du Roi au Pariement
de Provence, Gravees par Jaques Coelmans d’An-
yers par les soins , et sous la direction de Mr. Jean
Baptiste Boyer d’Aiguilles , Conseiller au ménte
Pariement, avec une description de chaque ta-
bleau et le caracfcere de chaque Peintre, par Pie-
re Jean Marie tte a Paris gran, in fai.
All’Articolo di Coelmans ne tratteremo più
a proposito . Tornando adesso ad Aiguilles^ con-
tento di aver fatto palese ai Bella- Artisti questa
sua bella collezione , lasciò i mortali circa Pan-
no 1755.
Le Stampe di questa raccolta passarono al
negozio di Mr- Pietro Francesco Basan, che le
vendeva col Grozar .
Ora riporterò con Mr. Rost il Catalogo delle
Stampe incise dalPAiguilles y le quali si trovano
nella prima indicata Raccolta .
I Lo Sposalizio di S. Caterina, Inciso in bulino , da.
Andrea del Sarto.
li- S. Giovanni nel Deserto , Inciso alla maniera ne-
ra 9 da Manfredi .
Tom . V. 3
34 Notizie
III. Un piccol busto d’uomo ,, in maniera nera.
IV. Due piccoli soggetti di Cristo giovane , intagliati
su la medesima lastra a bulino .
V. Due Paesaggj , da Brécourt , incisi a bulino .
VI. IL Ritratto dì un Amico di Mr. Boyer chiamat»
Honorato Mulin, rappresentato come suonatore di Liu-
to , inciso per J. Coelmans da Mr. Bcyer .
Questa Stampa trovasi annoverata fra quello
cPAiguilles dal Barone di Heinecke ( Idée genera-
le d’une collection complete ec. fol. So.) che non
vien rammentata da Rost nel Manuel ec .
AKEN (Giovanni-Vfin ) Mr. Basan nella sua
seconda edizione lo accenna soltanto come Inta-
gliatore di sei Paesaggj da Lingelbach . Rost
nel T. 6. Manuel etc, lo dice Pittore ed Inciso-
re ad acquafòrte, e lo presume di Patria Olan-
dese, contemporaneo di Bamhoche nate^ verso l’an-
no i6i4* Non dee però confondersi con Giovan-
ni Van x\achen Tedesco ^ che l’Abate Marolles,
ed altri credono lo stesso che Giovanni Dac. Ma
in verità Aachen non ha inciso giammai , ed è
solo conosciuto per Pittore ( Heinecke loco cit.
fol . 492 ) • Confessa Mr. Huber , che per mera con-
gettura lo fa contemporaneo a Bamboche, il qua-
le ha inciso da Van-Aken un seguito di sei Ca-
valli. NelPAbecedario Pittorico si dice Giovan-
ni nato in Colonia d’Agrippina nel i556., e che
il Padre fu di Aquis grana , onde fu anche detto
Giovanni Aken . Lo Scrittore di quesCenunciata
©pera l’avea chiamato Abak, e perciò lo nomi-
na adesso Aken. Si danno ivi delle notizie pre-
cise ricavate dal Sandrart (fol. 276.): si asserisce
per esempio che nel tagliare in rame seguì il
metodo di Spranger : nel dipingere in Venezia
la pratica di Gaspero Rerns ^ e del Moretto y
degl’ Intagliatoci . 35
elie fa adoprato dai Princìpi , dai Re , e dall'Im*
per at or e Ridolfo , eh e accumulò tante ricchezze ,
che niuno lo potè uguagliare nei suoi tempi , Se
dunque fu adoprato dalP Imperatore Ridolfo II.,
non potè nascere, come scrive Huber, nel i6i4-^
giacché nel 1612. non regnava più il suddetto
Ridolfo , ma bensì Mattias I. Austriaco . Per me
trovo più verisimile che Abak o Aken sia nato
nell’anno che riferisce Sandrart , e che sia quel-
lo, del quale riporta le suddette cose. Abbiamo
di suo quattro Paesaggi numerati, e marcati con la
cifra HL . che significa Herman Sachtlee -
veri» Sono intagliati sul gusto di/. Both > e an-
nunziano una mano pittoresca .
I. e VI. Seguito di sei Stampe di Cavalli in diverse
posizioni in paesaggi montagnosi con delle belle lonta-
nanze Ciascuno di questi sei pezzi è marcato I. V„
Aken fecit in 8. int.
VII. Paesaggio, nel di cui davanti vedesi un Cavallo
sellato , dietro il quale evvi un uomo a terra , con un
altro che siede , ed ha ’1 cappello , J . Van Aken ìnv . et
fec. in fol. int.
Vili- e Xll. Quattro bei Paesaggi montagnosi rappre-
sentanti il corso dirupato, e scosceso della Mosa , e del
Reno, ornati riccamente di figure, di alberi, di vil-
le ec. HL invento r J. V. Aken fecit in fol . int .
Questi sono quei paesaggi , dei quali abbiati*
poco prima parlato.
„ Non è mai probabile , che Giovanni Van
Aken^ ( scrive VHeinecke loco cit.fol./\()%.) che
ha inciso sei Paesaggi piccoli y alcuni dei quali
sono pigliati da Saf lichen, e dappresso Lingelbacb,
sia il medesimo coll’antecedente Giovanni Dac.
Credo piuttosto ^ che sia un altro, e quel me-
56 Notizie
desimo_, dal quale Pietro de Laar ha intagliato
un piccolo seguito di Cavalli
AKERSLOOT' (Guglielmo) nacque in Harleiu
sul principiare del secolo XVII, ed era già in
fiore per le sue opere nel 1624* Pece molte pro-
ve come Pittore , ad acquafòrte , e vi riesci ra-
gionevolmente y facendo sempre uso del detto
corrosivo in tutte le sue Incisioni • Forse può an-
che aver fatto delle altre opere, che lo qualifi-
chino per un bravissimo Intagliatore ; ma non
abbiamo ninna notizia di altro, che dei seguenti
ritratti, c pochi fatti storici
Ritratti
I. Federigo Enrico Principe d’Orange da A. Vari der
Venne ,, pie* in fol.
II. Amalia Principessa d’Orange con le sue due figlie*
in distanza vedesi un Castello con molte minute figure!»
Pie. in fol.
III. Gesù arrestato nell’Orto di Getsemani , H. Hon *
dius inv. in fol.
IV. Gesù Cristo caricato di catene , da P. Molyti
in fol.
V. La Negazione di S. Pietro, Dello stesso in fol
VI. Gran cariche da Cannoni con dei Vascelli in ma-
ire , in fol. int .
AKREL ( Federigo ) nacque a Sundermanland
il 1748* Sortì dalla natura quella inclinazione f
che può fare, e tante volte anche fa degli Uo-
mini sommi , se facile ^ e spedita gli si apra la
carriera della virtù . Ma tante volte anche i ge-
rì j i più sublimi sono costretti a ripiegarsi su le
sventurate circostanze, che la contraria fortuna
loro va sovente preparando.
Akrel fu uno di questi ; poiché nelP istante
che potea, secondando il proprio natio suo genio,
arrivare ad essere eccellente Intagliatore presso
DEGL’ fNTAGLTATOni, 87
i primi Maestri del tempo suo^ da certi impre-
visti economici suoi particolari ostacoli ne fu
intrattenuto . Circa Petà di ventidue anni si partì
dalla Patria e portossi ili Upsal presso Acker-
mann molto meccanico , ma non felice Incisore
e vi consumò tre anni intagliando delle carte
geografiche \ delle vedute di qualcheGasa di Upsal,
ed alcuni Ritratti - Non .trovò mai alcun Mece-
nate per incoraggirlo . Nel 1771» pensò variar
fortuna col variar Paese , e si diresse alla volta
di Stokholm, ove si dilettò ascoltare sovente le
istruzioni nell’ Accademia Reale di Pittura . In-
tanto non cessava di tratteggiare il suo bulino , e
particolarmente in facendo ritratti , che gli por-
tarono qualche vantaggio nel suo rovinoso stato
economico . Nulla smarrendosi , e ritrovandosi
quella somma , su cui contava per intraprendere
altro viaggio, nel 1773., si determinò andare in
Francia , ove udiva > che dei bravi Artisti vive-
vano. Ma le umane speranze sempre fallaci, o
la nostra sorte sempre incerta si scorsero partii
colarmente in Federigo Akrel, che fu il bersa-
glio delle disgrazie. Giovinetto, non tanto cauto,
quanto astrarto, e pensante sull' arte, sua viene
da masnadieri per la via assalito ^ e derubato di
tutto il miserabil capitale , che tanto sudore gli
era costato . Appena dunque giunto in Parigi >
ove avrebbe forse potuto tentare la sua sorte 9 fu
costretto ripartirsene, perchè mancavangli mezzi
di sussistenza. Così quasi miserabile si ridusse in
Patria f ove intagliò un buon numero di ritratti .
I. Busto di Nila RosenVon Rosens-tein, piccolissimo
pezzo in ovato .
II. Busto di Giorgio Stieri>ldeli» , 1 7Z7 * in
38 Notizie
111* Laiirentius Petry , Arciibisoup , in 8.
IV. Festa sul gusto antico d Olof Von Dalen 1272.
V. Grefwe Johan Gyllestierna , in 4.
VI. Herr Nicolas Sahlgreeii I27Ò- » z2i 4 •
VII. David Kioecker Von Ehrenstrahl, Pittore nativo
di Hamburg , in 4.
Vili. Giona Alstromer , in 4.
IX. Margherita seconda maglie di Gustavo 1. , in 4.
X. Gustavo 111- Re di Svezia, in 4.
Mr. Basan aggiunge vene un’altro , ed è quel-
lo dei Dottore Hvdren .
ALBERTI ( Cherubino ), che il Baldinucci ( Co «
minciamento e progr . dell 9 arte dell} Intagliare ,
proem. dell opera ) annovera meritamente fra i va-
lenti Maestri di quest’arte. Le notizie, che ci dà
il Candellini di questo bravo Artista , oltre essere
molto ristrette son anche mancanti^ e confuse.
Mr. Basan non ha conosciuto bastantemente il di lui
merito ^ e forse non lo conobbe in conto alcuno,
poiché nè nella prima, nè nell’altra sua edizione
si è degnato farne parola. Ben però lo conobbe
Mr.Rost (Manuel Tom . 3. Ecolc Italienné) , ma
cadde in errore dicendolo figlio di Michele Alber-
ti Pittore del Borgo San Sepolcro. Il medesimo
abbaglio pigliò ancora il P. Orlandi (Abeced. Pit.)9
che lo asserisce figlio e scolare del sud letto Mi-
chele . Monsig. Bottari nelle sue eruditissime an-
notazioni ai Vasari ( Vita di Daniello Ricciarel-
li Tom.g.fol. 178 ) dopo aver riferita V opinio-
ne del P. Orlandi qui sopra notato; ma > sog-
giunge, non so se fosse della medesima famiglici*
( di Cherubino) . Veramente Cherubino fu figliuo-
lo di un Michele pittore , e di lui * scolare ; e può
essere y che il Vasari lo chiamasse Fiorentino ,
intendendo dello Stato Fiorentino . Toglie ogni
dubbio il Chiarissimo Signor Abate Lanzi (Sbor»
dfgl* Intagliatosi . 3o
Pit. Tom , i. Scuoi. Fior. ep. 3. fol. 201. in not .)
mentre attenendosi all’autorità del Baglioni y che
visse ai tempi di Cherubino, lo vuol nato di
Alberto Alberti intagliator di legname assai buo-
no , il che avea pur detto il nostro Gandellini .
Nacque nel i55a., studiò sotto un suo zio, od
altro parente Michele Alberti, che fu discepolo
di Daniello da Volterra Pittore e Scultore cele-
bre del tempo suo (Vasari loc. cit ) . Sarebbe sta-
to egli rivolto a cose di nobile impresa, e gran-
diose, se i primi elementi del disegno assaporati,
avesse avuto un Michelangelo , od un Raffaello per
maestri . Si ristrinse da primo in gretto stile ad
incidere in rame, e non P avrebbe giammai in-
grandito, se a quelPepoca non avessero principiato
degli eccellenti Intagliatori a discostarsi dal tri-
to bulino . Vedute eh’ egli ebbe le stampe di
Cornelio Gort^, di Agostino Caiacci, e di France-
sco Villamena, mutò stile, e si fece eccellente
Intagliatore a bulino, senza adoprare la punta.
Quindi è che trovansi le sue stampe diverse fra
loro, benché la maggior parte di esse si appros-
simi allo stile del prelodato Agostino Caracei .
Mr. Uber ( Manuel ec.) addebita il nostro Cheru-
bino cV ignoranza nel chiaro-scuro, nel che crede
egli clPabbiano mancato tutti gl’italiani Artisti di
quel tempo . Quest’asserzione sembrami che troppo
generalizzi _, e mi conferma nel mio parere il
gran Maestro, che volle imitare Cherubino, che
fu Agostino Caracei . E se mai volessimo acconsen-
tire , che l’accordo dei lumi nelle stampe di Che-
rubino potesse avere qualche menomo difetto, dob-
biamo confessare, che egli ha supplito assai negli
esatti suoi distomi ben marcat i ? e dolcemente con-
4© Notizie
dotti, senza quella seccante , e ricercata maniera, che
cd è troppo servile, e non conviene agP. Italiani
Pittori. Imperciocché Alberti di cui trattiamo
non solo tratteggiò il bulino, ma quantunque tardi
si ri volgesse al dipingere y par ebbe nome in quei
tempi , svelto nelle proporzioni , spiritoso , vago
nelle glorie degli Angeli e originale > di un toc-
co di pennello e di un fare in ogni parte disin-
volto , e spontaneo . La Trinità dipinta per la
Cattedrale della sua patria ove ne resta anche
una facciata di un Palazzo bene ideata con ar-
mi ; genj , e fregj bizzarri (Lanzi loco cit.j di-
mostra quanto noi dicemmo .
Ma riassumendo trattare delle sue stampe
che direttamente or c/ interessano , riferiamo di
buona voglia ciò che scrive il P. Orlandi (Abbece-
dario Pittorico) ch’egli intagliò quasi tutte le
opere del Polidoro , m.olte del Bonarroti , alcune
dello Zuccheri , e che son rare simili sue Stampe „
Mr. Manette avea raccolto nel celebre suo Gabi-
netto 160. Stampe di Cherubino. Tanto eran con-
siderabili nel pregio, e nel numero! Poco più.
mancava a quel Genio della Francia per averne una
serie completa, che ascendersi fa a lò6._, hpnchè
31011 mai le di lui opere sieno state interamente
pubblicate . Promise un tempo Lattanzio Pichi dar-
ne P intero Catalogo , e pubblicarne le inedite ; ma
gli /Volatori tuttora lo desiderano. Gli Eredi di
Cherubino ne pubblicarono molte , ma eredesi con
fondamento ,, che sianvi anche al presente delle
sue incisioni, che non sonosi vedute. Dopo aver
dipinto in Roma con fondo d'oro una Cappella nel-
la Minerva con varj ornamenti, e figure , cessò ivi
di vivere nel i6i 5., anrio sessagesimo terzo della
degl’ Intagliatori . 4*
sua età* Mr. Fuesslin (Dictionnaìre cles Artistes )
numera da ventidue Maestri di Belle-Arti di que-
sto Cognome, la maggior parte dei quali è della
famiglia di Cherubino. Il Gandellini nomina Du-
rante, Cosimo, e Giorgio ; e l’Abate Lanzi vi
aggiunge Giovanni, Francesco figlio di Durante,
Donato, Girolamo, Alessandro ed un Pierfran-
cesco, se mai non andasse confuso col prenomina-
to Francesco. Non so poi quanto debba credersi
al P. Orlandi (loco cit ) il quale scrive: Si dice
anche che morto Giovanni , e rimasto erede di graie
valsente , depose i pennelli , e principiò a passar-
sela col fabbricare bales troni all' antica 9 che get-
tavano , e levavano gravi pesi da lontano : poi-
ché Giovanni di lui Fratello di anni morì
nel 1601. (Lanzi Tom. i. fol. 588.); e le sei
Stampe che porremo al num. 17. e 22, furo-
no da Cherubino incise nel 1607. Onde si ve-
de che in tal epoca _, sei anni cioè dopo la mor-
te del suo fratello Giovanni , non avea intrapre-
so il mestiere di fare i Balestroni . Ma nemmeno
nel 1612,. avea quest^ arte per le mani, come ve-
dremo al numero 16., avendo anche in quest'an-
no incisa la Stampa di S. Carlo Borromeo, che
ivi chiaramente si vede . Le cifre 9 con le quali
dice Bost che marcasse * non combinano con quel-
le riferite dal Gandellini e sono TCB. A.
STAMPE D’ INVENZIONE .
I. Ritratto del Pontefice Gregorio Xill. ,, in ovato con
ornati in fol.
II. Ritratto del Papa Urbano VII. ,, ras so migli ante .
III. Ritratto di Enrico IV. Re di Francia ,, in. ovati®,
von ornati: Pomae \5gS. in fol.
IV. Ritratto di Pietro Angelo Kargeo „ infoi.
Notizie
V. Giuditta in piedi, che tiene con la .man diritta la
testa di Holoferne , e con la sinistra la spada, ove è la
c*fra, in foi.
VI. La Natività ,, Gran composizione: Stampa clcdi -
cata a Papa Clemente XII. con l'iscrizione : Ecce Deus
omnipotens &c. in fol. con la sua cifra .
VII. La fuga in Egitto, ove l’Asino vien condotto per
un Angelo, ed un altro, che gli da da mangiare : molti
Angeli poi che colgon dei dattili , fra i quali uno ne
presenta al Bambino Gesù , l524- -£« fol»
Manca nel Gandellini .
Vili. La S. Famiglia, in cui si vede il S. Bambino ri-
posare in terra , che viene adorato da S. Lisabetta , e da
S. Giuseppe, mentre la Vergine prende il Bambino per
una mano, tenendo in braccio il piccolo S. Giovanni ,,
E' infondo d'iui paesaggio senza nome , e senza
cif. infoi.
Manca nel Gandellini .
IX. La Vergine seduta, che tiene il Bambino in una
culla, mentre l’Arcangelo Raifaello gli presenta il gio-
vine Tobia. S. Giuseppe anch’egli sedendo si riposa so-
pra un libro, con la cifra di Cherubino ; infoi.
Non è nel Gandellini .
X. 11 Corpo del Signore Eucaristico sostenuto su le nu-
vole da un Angelo con l’iscrizione.’ Magmun pietatis
opus , in fol.
Non è nel Gandellini.
XI. La Nostra Donna sedente in aria col Bambino Ge-
sù attorniati da teste di Cherubini , e due Angeli che
dall’alto gli gettan dei fiori: Stampa che ha il titolo: ,,
Regina Caeli : Anonim. in fol.
Non si trova nel Gandellini.
XII. La Maddalena penitente in bel paesaggio, Pez-
zo anonimo in un quad. gr. i58:ì.
Nemmeno di questa parla il Gandellini .
XIII. S, Caterina da Siena Stimmatizata , e sostenuta
da due Angeli 1534-, con la sua cif in foi.
Nè di questa leggesi cosa alcuna nel sud-
detto Scrittore .
dfgl* Intagliatori .
XIV. Santa Cristina tratta miracolosamente fuori da
ttn lago , gr. in fol.
Manca nel Gandellini .
XV. S. Francesco Stimmatizato con due Angeli infon-
do di un paesaggio , 1612. gr. in fol.
Manca anche questa .
XVi. S. Carlo Borromeo in gloria attorniato dagli An-
geli , e prosteso innanzi 1’ Immagine di Maria Santissi-
ma che tiene il Bambino in collo, IÓ12. in fol.
Anche questa manca .
XVII. e XXII. Sei Stampe rappresentanti dei putti in
valle, dalle pitture d’Alberto Tivoli: sei Genj in aria,
con una dedica al Cardinal Visconti, e con questa iscri-
zione nella prima: Ex pie turis , quas Chèrubinus Albert
tus in ejus Villa Tusculana pinxit , has ipsemet inci-
dit IÓOT gr. in fol.
Nel Gandellini manca.
STAMPE INCISE DALLE OPERE DI ALTRI
MAESTRI .
I. Figura di Susanna in piedi con una spada al collo,
appoggiata ad un piedistallo , su'l quale è scritto . S. Su-
sanna Vin et Mart. e in basso : Alexander Albertus in -
venit.. Stampa dedicata al Cardinal Rustici : gr. infoi •
Manca nel detto Gandellini .
II. Gesù-Cristo in Croce con la testa abbassata verso
la sinistra, ove è la Madre: ed a destra S. Giovanni,
con le braccia stese , da Michel Angelo: Anonimo
in fol.
Manca npl Gandellini.
III. S. Girolamo sedente, che medita su la Croce „ Il
fondo di quest’opera è un gran paesaggio, Intagliato a
Roma 1 525- gr. in fol
Manca ne] Gandellini .
IV. S. Andrea , che poi*ta la Croce ,, Pezzo canato dal
Giudizio Universale intagliato nel l58o. in fol.
Manca nel Gandellini .
V. Due altre figure cavate dallo stesso Giudizio Uni-
versale „ L’Uomo che sale al Cielo coll’ iscrizione ,, pe-
tit ad s^ethera ; e l’altro con queste parole nuda varitas ,
lìus bei pezzi intagliati nel ityl. infoi •
44 Notizie
Vi si trovano accennate in generale, men-
tre in particolare non ne nomina di certo alcu-
no, dicendo ,, può essere che fra esse (Stampe
del Buonarroti) vi sia il Gruppo , di cui sì par-
lerà .
VI. La figura di Caronte con due altre figure, ed alcu-
ne teste dello stesso Giudizio , Intagliata nel l5?5*
in fol.
Manca nel detto Gandellini .
VII. Prometeo lacerato dall’Avvoltojo ; piccola figura
in un angolo della Cappella Sistina , Iutagliat. l53o.
in fol.
Manca nel Gandellini .
Vili. Gruppo di quattro figure: il Corpo di Gesù Cristo
sostenuto dalla Vergine coll’ajuto di Niccodemo, e di
una delle Marie , in fol.
Monsignor Bottari nelle note alla Vita di
Michelangelo Tom. io, fol. 1^0. scrive ,, Que-
sto Gruppo della Pietà lasciato non totalmente
terminato dal Bonarroti fu incagliato in rame da
Cherubino Alberti „ .
Pria di venire alla descrizione di questo Grup-
po , dee sapersi che Baccio Bandinelli insinuò al
Duca di Firenze di fare di marmo un ornato ,
che servisse per coro in S. Maria de] Fiore . Già
il Brunelleschi lo avea fatto molto prima di le-
gno, ed acconcio, ed ornato nella maniera la
più conveniente . TI Duca , mosso dalle parole di
Baccio , comandò ch’egli facesse un modello di
tutto il coro; e per quanto si esaminasse ed il
sito ed il disegno, non fu possibile scostarsi da
quello del Brunellesco, ma di caricarlo di mag-
giori ornamenti, e renderlo in qualche guisa pe-
sante . Sotto VarcOy che facea riscontro all -en-
trata principale del Coro sul basamento , che gi-
rava intorno dalla banda di fuor a avc'a posto
dfgl’ Intagliatori . '45
nel mezzo sotto detto arco l’Albero del Peccato ,
al tronco del quale era avvolto V antico Serpente
con la faccia umana in cima e due figure ignu -
de erano intorno alV Albero che una era Adamo ,
e V altra Èva. ( Vasar. Tom. 7. Vit. di Baco.
Band, fol.106. e seg. ) Queste due Statue nel 172.2.
furono levate ,, perchè erano nude dal Duomo ,
e riposte nell* Arsenale dell’Opera sulla Piazza di
S. Benedetto _, d’onde furono trasportate nel gran
Salone di Palazzo Vecchio. ]Nel levarle, il Ser-
pente ^ fatto di stucco, perì . In luogo del Grup-
po di Baccio Bandinelli 9 vi fu per ordine del
Gran-Duca Cosimo III. collocato il bellissimo
abozzo della Pietà di Michelangelo coll* iscrizio-
ne seguente :
Postremum Michaelis Angeli Bonarrot/e orus
QUAMVIS AB ARTIFICE OB VITIUM MARMO'iUS NEGLECTUBI
EXIMIUM TAMEN ARTIS CANON A
Cosmus ni. Mag. Dux Etruriae
Roma jam advectum hig r. 1. anno
CIOIOGCXXII.
Michel’Angelo fece due Gruppi simili, ambi
rappresentanti la medesima Pietà : uno più gran-
de che fu il primo ch*egli spezzò ^ perche quel
sasso uvea molti smerigli , ed era duro e face-
va spesso fuoco nello scalpello, o fosse che il giu-
dizio di quest ’ uomo fosse tanto grande , che non
si contentava mai di cosa ch’ei facesse (Vasar.
Vit. di Michelangelo Tom. io. fol. 171.). L’al-
tro Gruppo è quello di cui si parla, lasciato
anch*esso non totalmente terminato ^ toltone il
Cristo, perchè non sì può vedere corpo morto si-
4$ Notizie.
nàie a quel di Cristo , che cascando con le mem-
bra abbandonate fa attitudini tutte differenti non
solo degli altri suoi , ma di quanti se ne f acciari
giammai, (Vasari loco cit. fol. i^i.)
i IX. e XI. Tre pezzi rappresentanti
I. La Creazione di Adamo.
2- Adamo ed Èva scacciati dal Paradiso Terrestre .
3. Adamo, ed Èva condannati alla fatica,, Romae ,
Polidorus de Caravag . invent. Tre Stampe mezzane int .
Nelle note alla Vita di Polidoro Maturino
edit. di Roma. ( Vasar . Tom. 6. fol. 284.) se no
rammentano soltanto due delie dette Stampe,
quali sono^,, La cacciata dal Paradiso terrestre
di Adamo, e di Èva. Il medesimo Adamo che
lavora , ed Èva che ha intorno due figìiuolini . 1 . ,
e queste Stampe , soggiunge , sono su la maniera
di Sadeler y e di Cherubino Alberti 99 Converreb-
be forse dire , che alPeruditissimo Annotatore non
fosse nota la prima Stampa della Creazione, e
che dubitasse se doveansi attribuire a Cherubino
le altre due : ma sarebbe errore il dire così ; poi-
ché sebbene non unitamente alle altre due nomi-
ni la Creazione di Adamo 9 e di Èva , pure poco
dopo avverte „ Lo stesso Alberti intagliò anche
la Creazione dell’ Uomo , e altre di queste Carte
intagliate da altri „ .
Il Gandellini nella Stampa in cui si vedo-
no Adamo ed Èva condannati alla fatica , rileva
(come cosa impropria ) la Zappa di ferro, con la
quale Adamo lavora; poiché, secondo la Sacra
Scrittura Genes. 4. v. 22., Tubalcain fu il primo
a lavorare di ferro 9 e di altri metalli .
Xll. Gran fregio rappresentante la morte dei figlj di
Niobe uccisi da Apollo, e Diana,, cinque pezzi da riu-
nirsi insieme .
dfgl’ Intagliatosi . 47
E} questo il fregio della Facciata de^Gaddi
a S. Simeone , che tutta intera fu intagliata da
Pietro Sante Bartoli in quattro pezzi , e dedicata
da Gio. Jacopo de Rossi a Gio. Pietro Bellori ce-
lebre Antiquario . Non fu però a notizia la Stam-
pa di Cherubino di detto Fregio all’Annotatore
prelodato 9 poiché scrive (loco cit. fol. 280.): Leo
favola di Niobe intagliata col nome di Vischer,
e la marca F. E. in otto pezzi dedicata nel 1 594.
a Federigo Cesi Duca di Acqua- Sparta da 1 En-
rico Golzio , che ne fece il disegno y veramente
fa ^intagliata da Gio . Battista Galestruzzi j Fio-
rentino eccellentemente in cinque rami . La mar-
ca F, E. significa F. Estius , che compose i
versi latini , che vi sono sotto . E il Saenredam
era scolare del Golzio, e intagliò questa favola
di Niobe su i disegni che ne avea fatti il suo
maestro .
XLil. Altro fregio simile di cinque pezzi rappresentante
il Ratto delle Sabine ,, Sabinarum raptum a Polidoro
Cavavagiensi celeber. Pictore delineatum &*c.
Il ratto delle Sabine fu dipinto dal Cara-
vaggio sotto corte Savella , nella casa che com-
però la Sig. Gostanza (Vasari loco cit. fol. 276.)
Oltre trovarsene diverse Stampe , ed oltre anche
questa di Cherubino, se ne vede una , in cui si
rappresenta il predetto fatto rintagliato in picco-
lo dal Galestruzzi .
XIV. 11 Trionfo di Cammillo disegnato nel gusto anti-
co ,, pezzo mezzano int .
Vicino a Torre Nona verso Ponte S, Ange-
lo si vede una facciata piccola col trionfo di
Cammillo 9 ed un Sacrifizio antico (Vasari loco
cit. fol. 274.), al che nota Mr. Basan. „ Questo
trionfo si trova intagliato in antico, ed è molto
48 Notizie
bella Stampa sul gusto di Cherubino Alberti ;
anzi è intagliata sicuramente da Cherubino me-
desimo
XV. Plutone in piedi che tiene una face con tuttedue
le mani ,, , mezzo pezzo iti ine.
Nell’Indice del de Rossi fra le Stampe trat-
te da Polidoro da Caravaggio si trova „ Plutone
col tridente con spighe in mano, intaglio a bu-
lino di Cherubino Alberti mezzo foL rea ,!$ .
XVI. La Fortuna col piè sinistro sopra una nicchia , e
con un velo r che svolazza nelle mani , pezzo simile
senza il nome del Pittore .
XVII. La Presentazione del Bambino Gesù al Tempio
da un Arazzo del Vaticano di Raffaelle , pezzo pubbli-
cato dopo la morte di Cherubino dai suoi Eredi .
XV111. La Resurrezione , Gran composizione . iti cui
si vede un Angelo seduto sopra una grossa pietra alV in-
gresso del Sepolcro. Pezzo con marca del 1628. pubbli-
cato dai suoi Eredi* infoi, int.
XIX. La Sacra Famiglia, Vi si vede la Vergine col
Bambino Gesù sopra le sue ginocchia entro una culla ,
ed il piccolo S. Giovanni , che gli presenta un Uccello
in un paesaggio : da Raffaello inragl. 1582. gr. in fol.
XX. Uno degli Angoli del Vaticano, dipinto da Raf-
faello . ove Giove fa delle carezze a , Ganimede , in
fol. i5So.
XXI. Due Angoli in una stessa Stampa, Vi si vedo-
no le tre Grazie , e Venere , che abbandona Giunone ,
c Cerere : 1582. da Raffaello iti fol.
XXII. L’Adorazione dei Magi , Gran composizione ,
dal Rosso 1574.
XX111. La Trasfigurazione, con la cifra dell* Intaglia-
tore , senza il nome del Pittore , che è del Rosso, gr.
in fol.
XXIV. L’Orazione nel Monte Oliveto , ove l’Angel®
presenta il Calice al Salvatore.* abasso del Monte si ve-
dono i tre Discepoli, dal Rosso, pezzo marcato l574*
9 pubblicato per gli Eredi di Cherubino nel 1628. iti fol.
XXV S- Stefano lapidato da tre Manigoldi, dal Ros-
so in fol%
dfgI’/Tntagltatort . . 49
XXVI. Disegno per un gran Tabernacolo, ornato di
Statue e pezzi di Architettura in due stampe . Dal À’osso.
Roma l$\S. gr . in fot # r
XXVJ1. Battesimo del N. S. G. C. in piedi nel Giorda-
no „ S. Giovanni vedesi dinanzi a lui su la* riva del
Fiume, e lo Spirito Santo che svolazza sopra la testa
del Salvatore. Da Andrea del Sarto, l5^4 . in foi, ini-
Questo pezzo trovasi col seguito di ttitta lo*
Storia rii S. Giovanni intagliafó da Teodoro Gru-
ger j e fu il primo che Andrea dipingesse ; e per
ciò non è da maravigliarsi, se risente defila ma-
niera secca .
XXV111. Miracolo di S. Filippo Benizj ,, In esso ve -
donsi gli scellerati che avèan disprezzate V esortazioni
del detto Santo , e crhe Sono ^colpiti da uà fulmine . D a
Andrea del Sarto , che si conserva nel Convento dei PP.
Serviti in Roma l5$2. in fot
Il Gandellini dice assai bene , che la Pittura,
di cui si parla , esiste nel Claustro del Convento
delP Annunziata di Firenze. Sarà forse questa di
Host una copia, se mai esisteva^ pia non mai
l’originale, che sta nel primo Cordile del Conven-
to della SS. Annunziata di Firenze; ed è celebre
Fastuzia di Fr. Mariano daL CJantp alle Macine,
per indurre Andrea a lavorare ivi la Vita di
S. Filippo Benizj .{Vasari Vita di Andrea del
Sarto Tom. 6. jol. i38*J Queste belle Pitture non
costarono al Frate Mariano più di dieci Ducati
Puna: tanto seppe dire ed operare per muovere
Andrea a contentarlo. Nelle prime tre storie di
esso finite in non molto tempo si vede in una
quando S. Filippo già Frate riveste? queir ignu-
do : nell3 altra quando egli sgridando alcuni Giuo-
cat ori , che bestemmiavano Dio , e si ridevano di
S. Filippo facendosi beffe del suo ammonirli , vìe -
no in un tempo una saetta dal Cielo, e percos -
Tom. V . - 4
1
5o Notizie
so un Albero dov'essi stavano sotto alV ombra , ne.
uccide due ( Vasari loc. cit.fol. i34. ) Ora Mon-
signor Bottari, che avea veduto la predetta Pit-
tura , e conoscevane la stampa, nota al Vasari , che
si trova questa storia intagliata da Cherubino
Alberti dal Borgo S. Sepolcro .
XXIX* L’Angelo Raffaello , che conduce il Giovine To-
bia, da Pellegrino Tibaldi j525. infoi.
Antonio Baratti pubblico per la prima vol-
ta dell’eecellenti Pitture di Pellegrino Tibaldi,
e di Niccolò delP Abate , che formano uno dei
principali ornamenti della sala, in cui si aduna
P Accademia Clementina pel Palazzo delP Istituto
nazionale, che specialmente contiene le favole
delPOdissea (Lanzi T. IL P. II. fol. 43.) . Ed altre
istorie men note , ma degne d'incisione quasi al
par delle Bolognesi fece in Loreto. (Lanzi loco
cit.) Non trovo rammentato da' alcuno questo San
Raffaello , nè mai lo vidi . Giovali Pietro Zan-
notti* vi fece , e vi aggiunsè le vite dei due già
enunciati Pittori, ove ha fatto conoscere le loro
opere, fra le quali si trovano trentasei del Tibal-
di . I/opera è degna , e ne riportiamo agli ama-
tori il Frontespizio : cioè' ,, Le Pitture di Pelle-
grino Tibaldi e di Niccolò Abate, esistenti nelPIsti-
tuto di Bologna descritte, ed illustrate da Gio-
van Pietro Zannotti Segretario dell’Accademia
Clementina „ Venezia MDCCLV. gr. in fol. ( Hei-
necke Idee Generali ) .
XXX. L’Orazione del Salvatore nell’Orto degli Ulivi.
Si scorgono nel davanti i tre Discepoli addormentati .
Non vi e il nome ne del Pittore , ne dell' Intagliatore ,
che sono Perin del Vaga , e Cherubino Alberti in fol.
XXXI. La Natività , ossia l’Adorazione dei Pastori. Ev-
vi il S. Bambino coricato sopra un greppo, adorato dal-
d^gl’ Intagliatori . 5i
la Vergine, e cinto di luce. In alto vedesi una Gloria
di Angeli con un cartello, Gloria in excelsis Deo, i5lS.
or. in fol. in due Stampe da Taddeo Zuccheri .
Questa è una delle Stampe, che conservo
nella mia raccolta, ed è fresca assai, e forse del-
le prime prove .
XXX11. La Sacra Famiglia , in cui la Vergine tiene il
S. Bambino nella culla , mentre S. Giovannino gli con-
duce V Agnello . S. Giuseppe seduto ad una tavola ha
presso di se un libro , ed occhiali , dallo stesso infoi .
XXX111. La Flagellazione , da un Quadro di Taddeo
Zuccheri della Cappella Mattel nella Chiesa della Conm
soluzione a Roma 1524* in fol-
Ben si vede in questa Stampa quanto scrive
il Vasari ( Tom . 9. fol. 19U.}, ohe Taddeo non vi
lavorava se non quando si sentiva in capriccio ,
e vena di far bene . Tanto ha saputo entrar nel-
lo spirito del Pittore l’Alberti ! Le ligure sono
ristrette, ma indicano^ che furon fatte grandi
quanto il vivo.
XXXIV. La Conversione di S. Paolo. Gran Pezzo in *
ciso presso il medesimo Zuccheri nel i5?3. in fol
.E? degna cosa V osservarvi S. Paolo cascato
da cavallo , e la Gloria di cui è circondato Gesù-
Cristo _, che sembra propriamente gli parli , se-
condo narrano gli Atti degli Apostoli .
XXXV. Il Corpo di Gesù Cristo fra le braccia del Pa-
dre eterno , con una Gloria formata dagli Angeli , che ten-
.gono gli Strumenti della Passione, dal medesimo Zuc-
cheri 1523. in fol. int.
XXXVI. L’Assunzione di Maria Santissima, Stampa
del 1 èli. appresso Taddeo Zuccheri , e dedicata al Car-
dinal Theaniy gr. in fol.
XXXV11. Altra Assunzione di Maria Santìssima, Gran
pezzo , da Federigo Zuccheri irei i52i. in fol.
XXXVlil. La nostra Donna coronata in Cielo, Pezzo si-
mile y dal medesimo inciso nel 15^2.
Le altre Stampe, ed in gran numero, che dal
Kost non si conobbero, o si lasciarono, quan-
Sa Notizie
t angue di molta importanza sono rammentate
dal Gandellini.
ALBERTO (Durer , o Durerò). Trascrivo in
questo articolo la di lui Vita, come piu ram-
mentato comunemente sotto il nome di Alberto
Durerò, che per Durer , e seguo Mr. Basan sì
nella prima , che nell’altra edizione che ’l pone
in questo medesimo luogo . Ne scrissero ancora
il Vasari, il Lomazzo , il Sandrart, e il Baldi-
ttucci, di cui è questa, che fedelmente riporto,
„ Assai poca notizia potrei io dare del ce*»
lebre Artefice Alberto Durerò, se a ciò non mi
avesse in parte ajutato la traduzione di quello,
che in proprio idioma ne scrisse il buon Pittore
Carlo Vanmander Fiammingo , aggiungendola a
quello, che con molta industria, e fatica , spai-
so per gli scritti d’ottimi Autori, ho io sin qni
potuto ritrarne per far sì , che la nostra Italia^,
che per un corso di sopra 170. anni nelle belle
opere sue ha ammirato il valore di lui , e la chia-
rezza del suo intelletto, sortisca ancora di sape-
re alcuna cosa di sua persona, e delle nobili qua-
lità dell’animo suo. Quali fossero negli antichi
tempi gli antenati d’ Alberto p e onde traesse ori-
gine la sua casa, non è ben noto, ma però iù
scritto , che quelli potessero avere avuto il loro
cominciamento nell’ Ungheria, e che di quivi se
ne venissero ad abitare in Germania . Ma poco ri-
leva tutto ciò, mercè che per molto qualificati,
che . potessero essere stati i suoi padri, non è per
questo, che alcuna Tna?;gior gloria avessero po-
tuto esM procacciare a lui , di quella eh’ egli col-
la molta virtù sua a se stesso seppe acquistare.
E’ dunque da sapersi come il natale d’Alberto
dfgl’ Intagliatori . 53
segui nella Città di Norimberga in Àiemagna
l’anno delia nostra salute 1470. in tempo appun-
to quando in Italia erasi già cominciata a sco-
prire ^ e praticar l’ottima maniera del dipingere.
II padre suo esercitò con lode universale il me-
stiere d’orefice, nel quale diede a vedere a' suoi
Cittadini il molto , che ei valeva in ogni più. ar-
tificioso lavoro . E’ stata opinione di qualche-
duno in Fiandra, che Alberto il figliuolo consu-
masse i primi anni suoi nelPesercizio del Padre,
e tale loro opinione ha avuto il suo fondamento
in non essersi mai veduto , ch’egli per molti an-
ni di sua gioventù conducesse cosa di considera-
zione in pittura, e d’ intaglio : altro non si vede
di quel tempo fatto da lui , che una Stampa , col-
la data del i497«^ anno ventisettesimo delPetà
sua; e quella anche aveva copiata da una simile
intagliata da Israel di Menz , Città vicino al Re-
no sopra il fiume di Main , in quel luogo ap-
punto dove questi due fiumi si congiungono, nel-
la quale Stampa aveva il Menz figurato alcune
femmine ignude , a simiglianza delle tre Grazie,
sopra il capo delle quali pendeva una palla , e
non vi aveva posta nota del tempo, in che fu
fatta ; e similmente eransi vedute alcune poche
Stampe fatte dallo stesso Alberto , pure senza da-
ta di tempo, le quali da’ pratici dell’arte furono
reputate delle prime cose , che facesse . Altri poi
hanno creduto, ch’egli nel corso di quegli anni,
come che egli era d'ingegno elevatissimo, ad al-
tro non avesse atteso , che allo studio delle let-
tere, ed a farsi pratico Jn Geometria, Aritmeti-
ca, Architettura, Prospettiva, ed altre belle fa-
coltà; e questo è più probabile; e quando mai
54 Notìzie
altro non fosse , ne fanno assai chiara testimo-
nianza i molti libri, che questo sublime ingegno^
dopo un breve corso di vita, ne lasciò scritti.
Tali sono l’opera della Simetria de’ corpi umani
scritta in latino , e dedicata a Vilibaldo Pìrcki-
mer; e il libro di Prospettiva, d' Architettura, e
dell’Arte militare. Io però, non discostandomi iti
tutto dalla sentenza di questi secondi, stimo che
Alberto impiegasse questo tempo non solo negli
studj predetti, ma ancora in quello del disegno >
e della pittura ; ed il non avere dato fuori in-
tagli di sua mano prima del i4Q7» i*1 efcà di 37. an-
ni, dico io ^ che derivò da impossibilità della
cosa stessa, perchè la bell’ arte dell’ intagliare in
rame non prima ebbe suo principio, che Pan-
no 1460 in circa, che operava in Firenze Maso
Finiguerri_, che ne fu l’inventore, come abbia-
mo accennato a principio, e come si troverà da
noi stato scritto nelle notizie di tale artefice;
qualche poco di tempo vi volle prima , che Bac-
cio Baldini, il Polla juolo , e altri maestri Fioren-
tini la riducessero a pratica, e sappiamo che il
Mantegna v’applicò in Roma dopo costoro, e qui-
vi fu il primo a dar fuori carte stampate , che
furono i suoi trionfi, con altre cose, e ciò fu
non prima del tempo d'Innocenzo Vili , che ten-
ne il Papato dal 14^4 al 1492. Inoltre sappia-
mo, che queste stampe dei Mantegna furon quel-
le, che portate in Fiandra, diedero alle mani di
Buon Martino pittore di quelle parti rinomato,
il quale pure dovea anch’egli consumare alcun
tempo prima, che ei si facesse quel grand’uomo
nelP intaglio , che avuto riguardo attempi, egli
poi fu; e che egli avesse ad Alberto quell’arte
degl* Intagliatoci • ' 55
insegnata ; onde io sarei rimaso in gran confu-
sione, quando avessi inteso il contrario , cioè, che
Alberto prima di quel tempo avesse potuto inta-
gliare , conoscendo per altra parte, che ciò non
poteva seguire, per non essere ancora in pratica
quel mestiere . 11 nostro Alberto adunque avendo
assai miglior disegno di quel , che aveva Buon
Martino suo maestro, apprese cosi Lene quest’ar-
te, che in pochi p issi di gran lunga l’avanzò,
perchè le prime opere sue tosto cominciarono ad
esser più belle . Queste furono una stampa , che
si chiama l’Uomo salvatico, con una testa di
morto in un arme fatta Panno i5:ì3. e una no-
stra Donna piccola, fatta pure lo stesso anno ,
nella quale si scorge quanto egli già gli era pas-
sato avanti. Diede fuori Panno i5c>4* le belle
figure d’Adamo ed Èva; l’anno i5o5. i Cavalli;
nel 1507. 5o8. e 5i2. fece le belle carte della
Passione in rame ; intagliò la carta del Figliuolo
Prodigo, il S. Bastiano piccolo, la Vergine in
atto di sedere col Figliuolo in braccio , e la Fem-
mina a cavallo con un Uomo a piede, la Ninfa
rapita dal Mostro marino, mentre altre Ninfe
stanno bagnandosi. Fece in diverse piccolissime
carte molti Villani, e Villane con abiti alla Fiam-
minga in atto di suonare la cornamusa , e di bal-
lare, altri di vender pdli, ed in altre belle azio-
ni; e similmente il tentato da Venere all’impu-
dicizia, dove ^ il Diavolo, ed Amore, opera in-
gegnosissima, i due Santi Cristofani portanti
il Bambino Gesù* Scopertesi poi le stampe di
Luca d' Olanda , intagliò a concorrenza di lui un
Uomo armato a cavallo , lavorato con estrema di-
ligenza, il quale figurò per la Fortezza
56 Notizie
dove è un Demonio, la Morte, e un Cane pelo-
so, che par vero. Ancora fece una Femmina ignu-
da sopra certe nuvole , e una figura alata per la
Temperanza, che si vede' dentro ad un bellissimo
paese, con una tazza d’oro in mano, ed una bri-
glia . Un S. Eustachio in ginocchioni dinanzi al
Cervio, che tiene fra le corna il Crocifisso, car-
ta bellissima, dove sono certi cani in diverse po-
siture naturali, che non possono esser meglio
imitati . Veggo usi anche intagliati da lui molti
putti, alcuni de*’ quali tengono in mano uno scu-
do, dove è una morte con un gallo. Similmente
un S. Girolamo vestito in abito Cardinalizio in
atto di scrivere , con un bone ai piedi , che dor-
me. Figurò egli il Santo in una stanza, ove sono
le finestre invetriate, nelle quali battendo i raggi
del Sole, tramandano lo splendore nel luogo,
ove il Santo scrive. In quella stanza contraffece
oriuoli, libri, scritture, e infinite altre cose con
tanta finezza, e verità, che piu non si può de-
siderare. Intagliò anehe un Cristo co* dodici Apo-
stoli, piccole carte; ancora molti ritratti, fra i
quali Alberto di Braudenibourg Cardinale, Era-
smo Roterdamo, e fece pure in rame il ritratto
di se stesso . Ma bellissima è una Diana , che
percuote con bastone una Ninfa, che per suo
scampo si ricovra in grembo ad un Satiro. Di-
cesi , che Alberto in questa carta volesse far co-
noscere al mondo quanto egli intendeva l’ignu-
do; ma per dire il vero, per molto, ch’ei fa-
cesse, potè in questa parte piacere a* suoi paesa-
ni, ai quali ancora non era arrivato il buon gu-
sto, e F ottima maniera di musco leg.bare , ma
non già agli ottimi maestri d’Italia. Nè poteva-
degl* Intagliatori 57
egli fare meglio gl’ ignudi di quel , elio fece, mercè
che seguendo il modo di fare di tutti coloro, che
prima di ini dipinsero in quelle parti, ebbe sem-
pre per sua cura principale d' osservare il vero
bensì, ina insieme di fermarvisi, senza eleggere
il più bello della natura , come fecero negli an-
tichissimi tempi i Greci, e i Romani, il che per
il divino Michelangelo Buonarroti si tornò a met-
tere in pratica, come a tutti è noto. Non fu
anche di poco danno ad Alberto nel far gP ignudi
in quel luogo, che non aveva avuta la più chia-
ra luce dell’arte , il doversi per necessità servire
per naturali di suoi proprj garzoni , che proba-
bilmente avevano , come hanno per lo più i Te-
deschi , catti vo ignudo , benché vestiti apparisca-
no i più belli uomini del mondo . E da tutto
questo avvenne , che i suoi intagli nella nostra
Italia avessero allora , siccome anche hanno avuto
di poi più a cagione dell’estrema diligenza, con
che erano lavorati, della varietà, e nobiltà delle
teste, e degli abiti, della bizzarria de? concetti ,
e delP invenzione più rinomanza, e stima , che
per l’intelligenza de* muscoli, e dolcezza della
maniera. Ma perchè Alberto aveva veduto fino
dal bel principio P opere sue tanto applaudite,
aveva preso grand'animo, e come quegli, che si
trovava molte belle idee disegnate per dare alla
luce, si risolvè , come cosa rnen faticosa, e più
breve, d* applicarsi all’ intagliare in legno, che
gli riuscì non con minore felicità di quella , che
aveva provata nell’ intagliare in rame. In data
del i5io. si veggono di suo intaglio in legno una
Decollazione di S. Giovanni, e quando la testa
del Santo è presentata ad. Erode, die sono duo
5# Notizie
piccole carte. Un S. Sisto Papa, S. Stefano, e
S. Lorenzo, e un S. Gregorio in atto di celebra-
le. Lo stesso anno 1 5io. intagliò le quattro pri-
me maggiori storie della Passione del Signore;
cioè la Gena, la presa nell’Orto, Pandata al Lim-
bo , e la Resurrezione . Restavano ad intagliarsi le
altre otto parli della Passione . le quali si crede ,
che egli volesse pure intagliare da se stesso , ma
elle poi noi facesse , e che restandone i disegni
dopo la sua morte fossero sotto suo nome, e col
solito contrassegno suo intagliate , e date fuori ,
perchè son diverse assai in bontà dalla sua ma-
niera , nè hanno in se arie di teste , nobiltà di
panneggiare, o altra qualità, che si possa dir
sua ; massimamente se consideriamo le venti carte
della vita di Maria Vergine , che egli avea inta-
gliate Panno i5ii. nella stessa grandezza di fo-
glio^ nelle quali appariscono tutte P eccellenze
maggiori del saper suo, tanto per arie di teste ,
quanto di prospettive, invenzioni, azioni, lumi,
ed ogni altra cosa desiderabile . Fece anche in
legno un Cristo nudo co' Misterj della Passione
attorno in piccola carta , e lo stesso anno pure
intagliò la celebre Apocalisse di S. Gio. Evange-
lista in quindici pezzi , che pure riuscì opera
maravigliosa , come anche i36. pezzi di storie del-
la Vita, Morte, e Resurrezione del Salvatore,
cominciando dal peccare d'Adamo , e sua caccia-
ta del Paradiso Terrestre, fino alla venuta dello
Spirito Santo; finalmente intagliò il proprio ri-
tratto quanto mezzo naturale . Tornò poi a far
altre cose in rame, cioè a dire tre piccole Im-
magini di Maria Vergine , e una carta, dove con
bella invenzione figurò la Malinconia , con tutti
degl’ Intagliatori . 5 9
quegli strumenti, che ajutano l’uomo a farsi ma-
linconico . Molte altre carte intagliò in rame,
tra le quali s'annovera il ritratto del Duca di
Sassonia, fatto nel i5a4- e di Filippo Sovart-
zerdt, detto comunemente il Melantone del i5z6.
che fu 1* ultimo tempo nel quale si veggono suoi
intagli in rame* Or qui è da sapere, che essen-
do capitate a Venezia molte delle sue stampe, e
particolarmente i36. pezzi della Vita di Cristo,
e date alle mani d.i Marcantonio Raimondi Bo~
lognese, che quivi allora si ritrovava, egli le
contraffece, intagliando il rame d’intaglio grosso
a similitudine di quelle, che erano in legno, e
spacciavate per d’Alberto, perchè vi aveva inta-
gliato ancora il proprio segno di lui, che era
un À . D, Seppelo Alberto, ed ebbene si gran
dispiacere , che fu costretto venire in persona a
Venezia. Quivi essendo ricorso alla Signorìa, e
avendo fatta gran doglianza d’un tanto aggravio,
non altro ne cavò, se non un ordine, che il
Raimondi non ispacciasse più sue opere col se-
gno, e marca di lui, come altrove siamo pei;
raccontare * Con tale occasione visitò Gio. Bellini
celebre pittore di quella Città, e vedute le sue
opere, fecegli anche veder le proprie con iscam-
bievole sodisfazione , e contento . Ma tempo è or-
mai di dare alcuna notizia dell' opere di questo
Artefice fatte col pennello , le quali con tutto
che ritengono alquanto di quel secco, che hanno
tutte le fatte in quei tempi, e prima, da’ mae-
stri di quelle parti , che per non aver vedute le
belle pitture d’Italia, s^eran formati una ma-
niera, come potevano, contuttociò non lasciano
di far conoscere al mondo, quale, e quanto fossa
6o Notizie
l’ingegno di quest’uomo, il quale per certo fu
di gran lunga superiore ad ogni altro , che vi
avesse per lo avanti adoprato pennello . Dipinse
l’anno 1 5o4* una Visitazione de’ Magi, il primo
de’ quali teneva un Calice d’oro, il secondo, e
il terzo una piccola cassetta: nel i5o6. fece una
Madonna , sopra la quale eran due Angeli in at-
to di coronarla con una corona di rose ; 1' an-
no 1507. un Adamo, ed Èva grandi quanto il
naturale e un; altro Adamo , ed Èva pur di sua
mano della stessa grandezza che si conserva oggi
nella Ueal Galleria del Sereniss. Granduca . Questo
quadro è diviso in due parti, che unite insieme
compongono un sol quadro , e si può piegare in
mezzo. Dalia parte sinistra vedesi la nostra pri-
ma Madre in piedi, la quale colla destra alzata
alquanto tiene in mano il |>omo, quasi in atto
di porgerlo al suo marito, il quale ella guarda
fissamente , quasi persuadendolo a prenderlo ; dal-
la parte destra è Adamo pure in piedi, che in
vaga attitudine tien la mano dritta appoggiata al
capo, e con la manca stringe un cingolette di
fòglie, con cui si cuopre le parti , e guardando
la moglie con occhio vivacissimo, pare veramente,
che esprima un certo stare in forse, se deva com-
piacerla^ ono: le figuro son colorite benissimo,
e tanto finite^ che è una maraviglia il vederle.
Nella stessa Galleria di S. A. S. sono di mano
di lui due bellissime teste a tempera sopra te-
le; una rappresenta un S. Filippo Apostolo, e
l’altra un S. Jacopo: nella prima è scritto San -
cte Philippe ora prò nobis , colla data dal i5i6.
e la solita cifra d'Alberto A. D. : sopra l'altra è
l’altro Apostolo con barba lunga , nella quale si
dfgl’ Intagliatori . 61
possono numerare tutti i peli; ed è cosa da stu-
pire, come un uomo sia potuto arrivare a tanta
finezza, massimamente nel colorito a tempera,
ed in questa è scritto Sancite Jacobe ora prò no -
bis , colla medesima data, e cifra. Queste due
teste erano nella Galleria dell’ Imperadore , quan-
do la gl. mem. del Granduca Ferdinando II. Fan-
no 1 6 . . andò all’Imperio, e avendole vedute,
e lodate molto, le furono da quella Maestà do-
liate . Vi è ancora un altro quadro di sua inano
in tavola alto circa braccia due , e mezzo , dove
è figurato Gesù Cristo appassionato con mani le-
gate, e tutti gli strumenti della Passione , e dal
ginocchio in giù è nel sepolcro . Questo quadro
già fu della gl. mem. del Card. Carlo de’ Medi-
ci; e similmente un-’ altro dipintovi una Pietà 9
ancor esso in tavola , con figure alte quattro ter-
zi di foglio in circa, dove si vede il Signore
morto ùr atto d’essere adorato , e pianto da Ma-
ria V<?rgme , cip è dalla parte destra , e dalla sini-
stra S. Giovanni; d' avanti vedesi la Maddalena
genuflessa, e presso al Sepolcro è Giuseppe d'Ari-
matia, con un’altra figura, ed ambedue reggo-
no il Corpo del Redentore. Nel i5o8. dipinse
una Crocifissione, nella quale in lontananza figu-
rò diversi màrtirj dati ai Cristiani , ad imitazio-
ne del Crocifisso Signore, alcuni de* quali si ve*»
devano lapidati, ed altri con varj , e crudeli’ sup-
plici fatti morire . In questo quadro ritrasse al
naturale se stesso in atto di tenere un insegna^
4n cui aveva scrìtto il proprio nome, e appresso
alla sua persona fece il ritratto di Biiibaldo Pir-
haeymherus , uomo virtuoso , ohe fu suo amicis-
simo. Dipinse anche un’ eccellente quadro e vi
62 Notizie
figurò un Cielo, in cui vedevasi un Crocifisso
pendente dalla Croce , sotto la quale erano il
Papa_, rimperadore, e i Cardinali,, che fu in
istima d’una delle più belle opere , che uscissero
dalle sue mani^ e nel paese sopra il primo pia-
no fece un ritratto di se stesso in atto di tenere
una tavola in mano, dove era scritto Jilbertus
ì?urer Noricus faciebat anno de Virgmis par-
tii i5ii. Queste bell'opere pervennero tutte nel-
le mani dell' Imperadore , che diede loro luogo
nel Palazzo di Praga, nominato la Galleria nuo-
va, tra altre di celebri pittori Tedeschi , e Fiam-
minghi. Riuscì anche uno de* più degni quadri
d’Alberto quello, che donò il Consiglio , o Ma-
gistrato di Norimbergh a quella Maestà, in cui
egli aveva figurato il portar della Croce di Cri-
sto. Eranvi moltissime figure, co’ ritratti di tutti
i Consiglieri di quella Città , che in quel tempo
vivevano e questo pure ebbe luogo nella nomi-
nata Galleria- di Praga . In un Monastero di Mo-
naci a Francfurt era Panno iòo4- tur bellissi-
mo quadro dell’Assunta di Maria Vergine , ed una
Gloria con Angeli bellissima ^ e fra P altre cose
s’ammirava in essa una pianta del piede d’ un
Apostolo fatta con tanta verità ^ e di tanto ri-
lievo ^ ch'era uno stupore; e tale era il concorso
della gente a vedere questo quadro ^ che affer-
ma il Vanmander^ che a quei Monaci fruttava
gran danari di limosine, e donativi, che erano
loro fatti in ricompensa della dimostrata mara-
viglia. Fece quest’opera Alberto Panno 1609.
Erano similmente nel Palazzo di Norimberga sua
patria diversi suoi quadri di ritratti d'impera-
tori, cominciando da Carlo Magno, con altri di
nFGL’ Intagliatoci . 63
Casa d'Austria vestiti di bellissimi partii dorati,
ed alcuni Apostoli in piedi con be7 panneggia-
menti . Aveva anche Alberto ritratta la propria
sua Madre in un quadro y ed in un'altra piccola
tavola se medesimo^ Panno i5oo. in età di 3o.
anni . Aveva fatto anche un’ altro ritratto di se
medesimo Panno i4r)8. in una tavola minore di
braccio, e questo si conserva nel non mai abba-
stanza celebrato Museo de’ ritratti di proprie ma-
ni degli eccellenti Artefici, che ha il Seréniss.
Granduca di Toscana raccolti in gran parte dal-
la G. M. del Serenisi. Card. Leopoldo. Vedesi
esso Alberto in figura d’ un uomo con una bel-
lissirna zazzera rossiccia , vestito d’una veste biarw
ca listata di nero, con una berretta pure bianca,
anche essa listata di néro, la parte destra è co-
perta con una sopravveste capellina , ha le mani
giunte inguantate , vi è figurata una finestra y'
che scuopre gran lontananza di Montagne , e nel
sodo , o vogliamo dire parapetto di essa finestra
sono scritte le seguenti parole in quella lingua
Tedesca, 1498. Questa pittura ho fatto io quan-
do era in età di ventisei anni Alberto JDurer , e
v’è sotto la sua solita cifra A. D. Aviamo per
testimonianza di Monsu Felibien nel suo trat-
tato in lingua Francese che nel Reai Palazzo
della Maestà del Re Luigi XIV. regnante , si
ammirino fatti con carte d'Alberto quattro pa-
rati di nobilissime tappezzerie di seta , e oro ; in
uno si rappresenta storie di S. Gio. Batista ài
once a 5, in otto pezzi, in un’altro la Passione
del Signore di once 9. in cinque pezzi .
Un altro rharaviglioso ritratto di mano d’Al-
berto si trova pure nelle • stanze , che furon già
64 Notizie
Sei nominato Sereniss. Card. Leopoldo in una ta-
vola alta quasi un braccio, che a parer degl’in-
tendenti è una delle piu belle cose, che si ve-
dano di mano di lui . E’ questo un vecchio con
berretta nera con soppravveste capellina pellic-
ciata, che ha in mano una coronetta di palle
rosse, alla qual figura non manca ^e non il fa-
vellare . Vi è la solita cifra A. D. , e la data è
‘del 1490. Vi sono anche due teste quanto il na-
turale, una d’un Cristo coronato di spine; e
l’altra di Maria Vergine colle mani giunte, ed
alcuni veli bianchi in capo^ delle quali meglio
è tacere^ che non lodarle abbastanza. Un suo
quadro d’ una Lucrezia era in Midelburgh ap-
presso a Melchior Wyntgis Panno 1604., e in
Firenze nel passato secolo venne in mano di Ber-
nardetto de’ Medici un picccl quadro della Pas-
sione del Signore fatto con gran diligenza 9 e mol-
ti^ e molti altri furono i parti del suo pennello,
che per brevità si lasciano , e de^ quali anche non
è venuta a noi intera notizia. Pervenuto final-
mente Alberto all’età di 67. anni, avendo molte
facoltà, e fama grandissima acquistata per tutto
il mondo ^ nel più. bello dell’ operar suo fu ra-
pito dalla morte Panno di nostra salute i5z8.
agli 8. d'Aprile nella Settimana Santa, poco avan-
ti la Pasqua. Fu al suo corpo data sepoltura
nel C imi torio di S. Giovanni fuori di Noriin-
Lergh, e sopra essa fu posta una lapida grimde
colla seguente iscrizione:
ME. AL. DV.
Quidquid Alberti Dureri mortale fiat sub
hoc conditur tiunulon emigravit Vili. Idus Apri -
lis i5a3. Il già nominato Bilibaldo Birkaeynv
DEGL* INTAGLIATORI . 65
hcrus stato suo grande amico, del quale egli
avea anche fatto un ritratto in rame; compose
ad onor di lui un hello epigramma latino .
Diede la natura ad Alberto un corpo , che
per la statura, e composizione delle parti fu ma»
raviglioso , e quale doveasegli, acciò fosse in tutto,
e per tutto proporzionato alle belle doti dell’ani-
mo suo. Aveva il capo acuto, gli occhi risplen-
denti , il naso onesto, e di quella forma, che i
Greci chiamano Térpxycùvov , il collo alquanto lun-
go , il petto largo, il ventre moderato, le cosce
nervose , le gambe stabili , e le dita delle mani
cosi ben fatte , che non si poteva vedere cosa
più. bella. Aveva tanta soavità nel parlare, ac-
compagnata da tanta grazia, che non mai avreb-
be, chi si fosse, voluto vedere il fine d'ascoltarlo ;
e seppe cosi bene esplicare i suoi concetti nell©
scienze naturali , e matematiche , che fu uno
stupore . Ebbe un animo sì ardente in tutto ciò ,
che spetta all* onestà , e a* buoni costumi, che fu
reputato di vita irreprensibile . JNTon tenne però
una certa gravità odiosa, e nell’ ultima età non
xecusava gli onesti divertimenti d' esercizi corpo»
rali , e il diletto della musica , nè fu mai alieno
dal giusto. Il suo pennello fu così intatto, che
meritamente gli fu dato il nome di Custode della
Purità, e della Pudicizia: in somma fu Alberto
Duro un uomo de' più degni del suo tempo, e
se fosse toccato in sorte a lui , come a tanti altri
maestri di quel tempo, di formare il suo primo
gusto nell’arte sopra Po pere degli stupendi arte-
fici Italiani , mi par di potere affermare , ch’egli
avrebbe avanzato ogni altro di quel secolo, già
che ei si vede aver egli sollevata tanto Parte
Tom . V, 5
66 Notizie
dallo stato, in che la trovò sotto quel Cielo, che
non solo ha svegliato ogni spirito, che poi vi lia
operato, ma ancora ha dato qualche lume all’Ita-
lia stessa, e ai miglior maestri di quella, i quali
non hanno temuto d’ imitarlo in alcune cose ,
cioè a dire in qualche aria di testa, o abito ca-
priccioso^ e bizzarro, come fece Gio: Francesco
Ubertino Fiorentino, detto il Bacchi acca . e come
sopra abbiamo accennato 9 fino lo stesso Andrea
del Sarto prese da lui alcuna cosa, riducendola
poi alla propria ottima maniera, ed impareggia-
3>il gusto . Lascio da parte però il celebre pittore
Jacopo da Pontormo , il quale tanto s’ incapriccì
di quel modo di fare, e tanto vi si perse, che
cP una maniera, eh' ei s’ era formato da non aver
pari al mondo, come mostrano le prime opere sue,
e particolarmente le due Virtù dipinte sopra l’ar-
co principale della loggia della Santissima ]\on-
ziata in Firenze, una poi se ne fece in su quel
modo Tedesco , che gli tolse quanto egli uvea di
singolare .
Pestarono dopo la morte d* Alberto molti bel-
lissimi disegni di sua mano, e particolarmente
gran quantità di ritratti tocchi di biacca , che
vennero poi dopo alcun tempo in mano di Joris
Edmkenston nella Biel ; ed in mano d’altri ven-
nero anche più disegni dello studio della Simetria,
diche parleremo appresso, dell’Adamo, ed Èva,
cd altri se ne sparsero per l’Italia in gran copia,
per aver quest’artefice disegnato infinitamente.
Questo sublime intelletto per poter assegnare una
certa ragione d’ ogni sua opera, e per facilitare a
chi si fosse il conseguimento d’ogni perfeziono
nell’ arte , s ’ era messo con intollerabile fatica a
degl’ Intagliatoci . 67
ordinare il libro della Simetria de’ corpi umani,
nei che fare ebbe desiderio di ridurre il buon di-
segno in 111 fcodo , e in precetti; e perchè egli era
liberalissimo d’ ogni suo sapere, si pose a spie-
garla in iscritto al dottissimo Bilibaldo Pirchae-
mero , a cui con una bella Epistola la dedicò ; ©
già aveva dato principio a' correggerla , e stam-
parla, quando egli fu colto dalla morte, e l’ope-
ra fu poi da' suoi amici data alla luce nel modo,
ch’egli ordinò. Dissi, ch’egli ebbe questo buon
desiderio , perchè quantunque sia di non poco
giovamento ai Pittori , e Scultori, per tenersi lon-
tani da grandi sbagli , il sapere per via di pre-
cetti una certa universale proporzione de’ corpi y
ha però insegnato l’esperienza die la vera , più
corta , e più sicura regola per far bene si b f
l’aver l’artefice, come diceva il gran Buonarruo-
ti, le seste negli occhi. Fu Alberto amicissimo
d'ogni professore^ ch’egli avesse reputato insigne
nell’ arte 9 e particolarmente del gran Raffaello
da Urbino, al quale mandò a donare un ritratto
di se stesso fatto sopra una bianca tela d’acque-
lelloj servendosi per lume del bianco della me-
desima tela, e ne fu corrisposto d’alcuni disegni
fatti di propria mano di lui. Mosso dallo stesso
affetto dell’arte, e de’ professori , volle visitare i
più celebri artefici de’ Paesi Bassi , e veder l’opere
loro, e particolarmente quelle di Luca d’ Olanda,
che fino dal 1509. aveva cominciato a dar gran
saggi di se co’ suoi intagli i quali per certo ,
quantunque in disegno non arrivassero alla bon-
tà di quegli d’Alberto gli furono però alquanto
superiori in diligenza, e delicatezza. In tale oc-
casione avvenne^ che al primo vedere, che fece
60 Notizie
Alberto l’aspetto di Luca, che era di persona
piccolo, e sparuto, forte si maravigliò, come da
uno , per così dire , aborto della natura potessero
uscire opere di tanta eccellenza, delle quali tan-
to si parlava pel mondo. Dipoi, fattagli grande
accoglienza, ed abbracciatolo cordialmente, stot-
tesi con lui qualche giorno con gran dimostra-
zione d’amore. Fecionsi il ritratto l’un 1* altro ,
e strinsero fra di loro un inseparabile amicizia.
Questo medesimo affetto, ch’egli ebbe all'arte,
e a’ professori , aggiunto all’ottima sua natura,
cagionò in lui una inarrivabile discretezza nel
parlare dell'opere loro , e quando era domandato
del suo parere , lodava tutto ciò , che potea lo-
dare , e quando non avea che lodare , se la passa-
va con dire : veramente questo pittore ha fatto
tutto il possibile per far bene , e così lasciava
l’ opere, e i maestri nel posto, e pregio loro; il
perchè era da ognuno, per così dire, adorato.
E sia ciò detto a confusione di certi maestrelli ,
che essendo, come noi sogliamo dire, anzi infa-
rinati nell'arte, che professori, ardiscono por la
Locca nell/ opere de’ grandi uomini, facendosi te-
merariamente giudici di tutto ciò, che ei non
conoscono, o non intendono; per non parlar di
tanti altri, i quali, col solo avere in puerizia
sporcate quattro carte con isearabocchi , e fan-
tocci, s' usurpano il nome di dilettanti nell'arte,
con cui presumono di tenere a sindacato del loro
sconcertato gusto anche i professori di prima ri-
ga ; altro finalmente non riportando di tale loro
temerità, che nemicizia , e vergogna. Alberto
dunque per tante sue virtù e ottime qualitadi ,
oltre alla revexenza, e stima, iu che fu sempre
dfgl* TntAGLTATORI . 69
appresso all’universale , e a* professori , fu stima-
tissimo da’ Grandi, che facevano a gara a chi più
poteva ricompensarlo, ed onorarlo. Massimiliano
Avo di Carlo V. fecegii una volta in sua pre-
senza disegnare sopra una muraglia alcune cose,
e perchè queste dovevano avanzarsi sul muro al-
quanto più di quello eh’ egli potesse giungere
colla mano , non essendo allora in quel luogo
altra miglior comodità, comandò l’Imperadore ad
un Cavaliere pettoruto, e di buone forze, ch’era
quivi presente, di porsi per un poco piegato in
terra a guisa di ponte, a fine che Alberto , mon-
tato sopra di lui , potesse arrivar colla mano ove
faceva di bisogno . Il Cavaliere , parte per timo-
re, parte per adulare a quel Monarca, subito
ubbidì, ma però sopraffatto da insolita confusio-
ne non lasciava di dare alcun segno colla turba-
zione dell’aspetto di parergli strana cosa, che
dovesse un Cavaliere servir di sgabello ad un pit-
tore, di che avvedutosi Massimiliano gli disse,
che Alberto a cagione di sua virtù era assai più
nobile d’un Cavaliere, e che poteva bene un Im-
peradore d’un vii Contadino fare un Cavaliere,
ma non già d'un ignorante uno così virtuoso.
E qui è da notarsi, che questo Cesare fu così
amico dell’ arte y che diede alla Compagnia di
S. Luca de' Pittori un arme propria, che sono
tre scudi d’arme d’argento in campo azzurro, la
quale, oltre a quanto io trovo in autori > vedesi
espressa in faccia d'un frontespizio dei ritratti
degl’ illustri Pittori Fiamminghi , che diede alle
stampe di suo intaglio Tommaso Galle circa il 1695.
Fu ancora Alberto in grande stima appresso di
Cario V. E Ferdinando Jle d’ Ungheria, e di Eoe-
70 Notizie
mia, oltre una grossa provvisione, con che era
solito trattenerlo, facevàgli onori straordinarissi-
mi, e in somma fu egli tanto in Patria^ che
fuori , e da ogni condizione di persone sempre
stimato^ e riverito a quel segno che meritava
un uomo d’eccellente valore , quale egli fu Della
scuola di questo grande Artefice uscirono uomini
eccellenti, e particolarmente Aldograve da No-
rimberga, che ancor esso fu celebre Intagliatore ;
così abbiamo dal Lomazzo ; e Ricciardo Taurini
Scultore di legname eccellente, il quale ad istan-
za di S. Carlo Borromeo Arcivescovo di Milano
intagliò con modello di Francesco Brambrilla
Scultore rinomato le bellissime sedie del Coro
del Duomo di essa Città.
Dopo aver trascritto la Vita di Alberto, che
il Baldinucci tradusse in gran parte da Van-
Mander, come già avvertii, sarei ora in dovere
notarvi alcune cose , o che sono state in quella
tralasciate, o che non bene schiarite; ma siccome
nel progresso del Catalogo le medesime verranno
avvertite, così lascio all’ Amatore, che ivi le veda
ove gli servano di maggior chiarezza , per la in-
telligenza di quelle stamjae . Intanto noteremo di
passaggio che veramente nacque il Durerò nella
Città di Norimberga in Alemagna Panilo d^lla
nostra salute 1470.^ quantunque Mi . Basan l’ascri-
va al 1471- e ristesso asserisce il Gandellini^
ma il Lanzi (Stor. Pit: Tom . 2. p. 2. fol. 429.)
segue il Baldinucci^ come avean già fatto anche
il P. Orlandi nel suo Abecedario , e Mr. Rost:
(Manuel Ècole Allemande Tom . 1.) molto più-
che così conciliansi le epoche, che interessano 1©
incisioni di Alberto.
degl* Intagliatori • 7 1
Il Baldinucci accenna alcuni Libri di Durerò,
i quali fanno assai chiara testimonianza . . . che
questo sublime ingegno, dopo un brieve corso di
vita ne lasciò scritti . Rammenta fra questi la
Simetria dei Corpi umani scritta in latino , e
dedicata a Vilibaldo Pirckimer : il Libro di JPro-
spettina, di Architettura, e dell’Arte Militare,
die scrisse in Tedesco , e furono poi tradotte in
Latino . Tra queste opere comparve tradotta
in Francese la Simetria, o il Tratto delle pro-
porzioni del Corpo umano . Traité de la Pro -
portion des parties des Corps humains , a Ani-
hem i6i4- infoi. Ciò avvertito, passeremo al Ca-
talogo delle sue stampe, che sono
1. Ritratto di Alberto Durerò , rappresentato due vol-
te in piedi, di una bell’indole, da due parti in due
pezzi di Architettura , uno che contiene il suo ritratto
del 1509. e l’altro quello del l5l7. , con iscrizioni lati -
ne , gr. in fol.
Il Gran Raffaello stupì a vedere questo ri-
tratto, che Alberto di per se erasi formato a so-
lo chiaroscuro , e che glie lo avea diretto . Questo
ritratto medesimo passò alla morte di Raffaello
nelle mani di Giulio Romano, e dipoi trovavasi
per quanto sappiamo nel Palazzo del Duca di
Mantova .
' 11. Ritratto dell’ Elettore Federigo di Sassonia MDXXIV.,
in 4.
III. Ritratto dell’ Elettore Alberto de Magonza 15‘io.
in 4.
IV. Ritratto di Bilibald Pirkheimer 1,524. , in 4.
V Ritratto di Filippo Meianchton l525. in 4.
VI. Ritratto di Erasmo di Rotterdam 1520. , in fol.
RARO.
VII. Adamo, ed Èva, in piedi, o il peccato dei nostri
primi Padri 1504. infoi FNO DE’ PRINCIPALI PEZZI .
72 Notizie
Son certamente due bellissime figure , e vi
si scorge quanto potea l’Artista approssimarsi a
formare con esattezza di disegno , e con affimi-
statezza di pensiero queste due Persone che fu-
rono le prime ad uscir dalla mano dell’Onnipo-
tente. Gasparo Valio in un Disticon , che ripor-
tiamo, immaginò enfaticamente che l’Angelo, il
quale discacciato avea dal Paradiso terrestre que-
sti nostri Protogenitori , gli ritrovasse in questa
stampa piti belli, che nell’atto dell * espulsione .
Angelus hos cernens miratus dixìt : ab horto
IVon ita formoso s vos ego de pule r arri .
Vili. Srato dei nostri primi Padri dopo il peccaco . Ve-
devisi Èva a. sedere con un Bambino sull’ ingresso di una
Grotta, e Adamo da lontano che cammina carponi, 1724.
Sebaldo Behan ha chiamato questa Stampa
la Penitenza di S. Crisostomo .
IX. Giuda, eThamar. Evvi un Uomo barbuto, che sie-
de in terra vicino ad una giovane Donna , che l’accarez-
za, ed ha il suo Cavallo legato ad un Albero. Pie. p. in 4.
Credesi che sia questa la prima incisione a
bulino di Alberto Durer .
X. Le Natività, in cui la Vergine in una Stalla adora
il Bambino, che dorme, nel tempo che S. Giuseppe at-
tinge dell’Acqua da un pozzo, 1504. Picc. in 4.
XI. La Vergine, che tiene in braccio il S. Bambino ri-
posandosi in un Paesaggio , e S. Giuseppe , che dorme a
lei vicino, in 4. Stampa chiamata la Vergine della Par*
falla .
XII. La Vergine in un Paesaggio assisa, col S. Bambino
su le sue ginocchia , che giuoca con un Uccellino , e vi-
cino ad esso una Bertuccia legata: chiamasi la Vergine
della Bertuccia in 4.
Xlli. La Vergine col S. Bambino sedente a piè di un
Àlbero, tenendo una pera l5ll., detta la Vergine della
pera , pie in 4.
XIV. La Vergine sedente su d’un sedile di pietra in un
Paesaggio ornato di fabbriche con il S. Bambino, che tie-
ne un pomo 1014. Dicesi la Vergine del Pomo , pie. in 4r
DFGL* fNTAGLTATORI . 78
XV. La Vergine in piedi, che tiene 1* Infante Gesù ad-
dormentato nelle sue braccia , da parte una giovinetta che
prega: mezza figura 1 5 19. pie. in 4. Intaglio ad acqua
forte .
XVI. e XXXI. La piccola Passione, ove nel frontespi-
zio è Gesù legato a una colonna l5o£— l5l2. pie. in I2«
Seguito completo in sedici fogli , diffìcile a,
trovarsi .
XXX11. Gesù Cristo con le Sante Donne , e S. Giovan-
ni a piedi della Croce, circonferenza di un pollice 4. i.
di diametro.
Stampa ssnza marca, e fatta, come alcun,
erede, per Carlo V., che la portava sul pomo del-
la sua spada. RARISSIMA.
XXX111. Gesù Cristo prosteso a terra nell’Orto degli
Ulivi confortato da un Angelo, l5l5.
Incisione sul ferro DELLA PIU 5 GRAN
RARITÀ ’ .
XXXIV. Un Angelo piangente in aria, che dispiega
il Santo Sudario .* a basso quattro Angeli con gli stru-
menti della Passione. i5ló. , pie • in 4.
Inciso su la latta .
XXXV. Il Grand’ Ecce-homo , con un iscrizione lati-
na l5 i2. gr • in 4.
Stampa DELLA PIU ’ GRAN RARITÀ
XXXVI. Gesù Cristo portato al Sepolcro, e pianto dalle
Sante Donne, l5o pie. infoi.
Stampa piu carica di taglj . Dubbia..
XXX VII. Il FigliuqJ. Prodigo inginocch ioni , infoi.
C redesi che vi abbia rappresentato se stésso
Di questo sentimento sono il nostro Gan deliini,
ed il Sandrart. Mr. Basan rimarca que sta Stampa
con accennare che vi si vedono dei Porci, die
mangiano nel trogolo .
XXX Vili. Sant’ Uberto a Caccia.* il suo Cavallo da un
lato, ed egli genuflesso innanzi ad un Cervio, che porta
un Crocefìsso in mezzo alle corna , gr. in foL
7'4 Notizie
Il piu gran pezzo inciso a bulino dal Du-
rerò , ed uno dei più ricercati .
XXXIX. La medesima Stampa a rovescio con la cifra
di Alberto .
Buona copia di un Anonimo, e verisimil-
mente di Wierx. Per distinguerla dall’ originale
non vagliono le regole poste da noi ( Part . 2.
c. 9. fol. 223. e seg .), se non si faccia uso del
confronto, come ivi si è detto (fol. 22-5 n. IV.) ,
poiché allora troverassi la figura principale alla
sinistra .
XL. S. Girolamo in una stanza, che fa orazione , l5 14-
in fol . .
XL1. S. Girolamo nel Deserto inginocchioni a pie di
una rupe, che tiene una pietra in mano, infoi.
XL11. Un Padre della Chiesa in una Cella che siede ,
con un leggìo avanti, e confronta i testi in due libri , l5i5.
ad acqua forte, pie. infoi. RARISSIMA.
XL111. Femmina nuda alata in su le nuvole diritta in
piedi sopra un globo, tenendo da una mano una tazza,
c dall’altra il freno , in fol.
Secondo il Vasari questa figura rappresenta
la temperanza ; secondo altri Pandora , o la For-
tuna . La maggior parte degli Amatori , c Scrit-
tori V appellano la gran Fortuna .
Il Gandellini parla in una maniera , che vi
ha voluto comprendere runa, ‘e l’altra, scriven-
dola Fortuna , ovvero la Temperanza . Discorren-
do secondo la Mitologia, la Fortuna, dice Marzia-
no, fu chiamata Sorte da alcuni, da alcuni altri
Fortuna , ed altri Nemesi. Questa Nemesi si figu-»
io, che in una mano tenesse un freno, e colP altra
un- legno, con che si misura, mostrando con ciò,
che debbon gli uomini porre freno alla lingua,
ed operar tutto con norma .
dfgl’ Intagliatori . 7 5
Abbiamo presso il Cartari dei versi greci
allusivi alla Fortuna, o a Nemesi tradotti in tal
guisa in italiano :
tr
Con questo freno , e con questa misura
10 Nemesi dimostro , che frenare
Debba ciascun La lingua _, ne mai fare
Cosa , che prima ben non la misura .
Pub dunque il freno essere indizio anche
della Fortuna : anzi nel Laexicon Graeco-Lati~
num &c. Basileae ex O fficina Valderiana i54i.
in fol. vedesi la Tavola di Cebate incisa in le-
gno, che a quel Frontespizio serve di contorno ^
ed a man destra del primo ingresso osservasi la For-
tuna, che qitel Filosofo descrive , la quale è ala-
ta, nuda^ con un vaso a destra, ed a sinistra il
freno, che sta in piedi sopra un globo. Questa è
quella Fortuna, la quale, scrive Lattanzio, fu da-
gli Antichi dipinta che teneva da una mano la
cornucopia, e dall’altra il freno, quasi che dia le
ricchezze, che sono nel vaso _, o cornucopia, e che
tenga delle umane cose il governo . Quindi è che
da molti venne anche detta onnipotente. Nelle
mani della Fortuna il Freno indica una cosa^
ed altra ne indica nelle mani della Temperanza.
Onde sembrami ^ che quella di cui trattasi^ sia
propriamente la Fortuna.
Mr. Basan la chiama, La Boète de Pando-
re y ma troppo generalizza il francese Scrittore.
11 Gandellini discuopre nel basso di questa
Stampa un Paesatto , che dicesi essere Eyt ai-
presso Varadmo in Ungheria ^ Patria del Padre
del Durerò *
7(5 Notizie
XLIV. Feminanuda, che stà sopra un globo , che tiene
un Cardo attaccato ad un lungo bastone , in 12.
Si chiama la piccola fortuna .
XLV. La Melanconia , figurata per una Donna a sede-
re , appoggiandosi la testa con una mano , e tenendo coll’al-
tra le seste, con degli accessorj allegorici. 1 5 14- in fol.
Stampa INCOMPARABILE , coma dice il
Vasari .
1/ espressione del Vasari è la seguente „ Si
mise anco ad intagliare per una carta di un mez-
zo foglio la Malinconia ^ con tutti gli strumenti,
che riducono BUoruo, e chiunque gii adopera a
esser malinconico , e la ridusse tanto bene , che
non è possibile col bulino intagliare piu sottil-
mente ( Tom. 7. fot. i36. )
XLV1. Un Uomo che dorme in una stufa: dietro ad esso
un Diavolo che gli soffia nell’ orecchie con un gran sof-
fietto: da una parte si vede una Donna, ed un piccolo
Amorino, con Venere, e Cupido, che salendo in due
trampali cammina, in 4-
Stampa chiamata il Sogno > dall1 invenzione
di Wolgemut .
Il Gandéllini la descrive con maggior brevi-
tà. Mr. Basan la rammenta ; ina il Vasari ben la
conobbe , e la descrisse così : Pece uno che dormendo
in una Stufa ha intorno V cnere y che l * induce a
tentazione in sogno , mentre che amore salendo
sopra due zanche si trastulla , e il Diavolo con
soffione y ovvero mantice lo gonfia per V orecchie .
( loco cit. )
XLV11. Un Satiro che dorme vicino ad una Ninfa, e
Diana armata di un grosso bastone vuol batterla con tutta
la forza, mentre un Fauno le para il colpo con un tron-
co di Albero, dietro al quale vi è un piccolo Amorino,
che se ne fugge , in fol.
Stampa che dicesi il Gran Satiro.
DFGL’ TnTAGUATORI . 77
]\Ir- Basan invece di Fauno dice un Uomo,
che non individua, ed invece di Diana, scrive una
l’emina . Il Gandellini poi la descrive diversa-
mente, ed il Vasari (loco cit.) dice: Della me-
desima grandezza intagliò con sottilissimo ma-
gistero, trovando la perfezione , ed il fine di
quest’arte, una Diana, clie bastona una Ninfa ,
la quale si è messa per esser difesa in grembo
a un Satiro ; nella qual carta volle Alberto mo-
strare che sapeva fare gl’ ignudi.
Ognuno, per quello sembrami, prende il fat-
to per già accaduto , quando Rost il descrive co-
me fosse per accadere .
XLVlll. Quattro Streghe in una Camera, e un globo
sospeso al di sopra, con le lettere O.G. H. e l’anno 149?.
In una Stanza vicina si vede il Diavolo fra le fiamme,
in 4.
Il Baldinucci pretende che questa sia la
prima Stampa incisa dal Durer . L’invenzione
si attribuisce a iVolgemut . RARISSIMA.
Non è il Baldinucci che ciò asserisca di sua
propria autorità, ma bensì il buon Pittore Carlo
Yan-Mander Fiammingo, da cui ha egli desun-
te le notizie interessanti il Durerò , come prote-
stasi nel principio della vita, da esso scritta e
qui da me premessa . E il Gandellini , che am-
mendando Terrore di qualcuno, che le credè in-
vece di Streghe le tre Grazie . la diede per la pri-
ma Stampa di Alberto, fatta l’anno ventisettesimo
dell'età sua . Grazie le stimò anche Monsig. Bot-
tari ( Vasar . Tom . 7. fot. i33. in not.) nelle sue
note al Vasari in cui si legge : „ La prima carta
che desse fuori Alberto, fu nel i497* avendo 27.
anni , e rappresentava tre Donne nude come le
tre Grazie coir una palla pendente sopra il loro
78 Notizie
capo, ricavate da una carta d’ Israel di Meckcn
come ha il Sarxdrart, o di Menz come iia il Bal-
d inucci .
Israel Van Mecheln incise la prima volta
questa Stampa , e sul Globo si trovano le lette-
re G. B. A., cioè Gott Behute Alle in tedesco ^
che importano: Dio guardi tutti , e a piedi Isra-
le V. M. tzu hoectholt .
Alberto Durerò la copiò nel 1497. {scrive il
Barone di Heinecke loc. cit. fol. 224-)., e ne
corresse il disegno con alcune diversificazioni,
avendo messo sul Globo Panno, e le lettere O.
G. H. O. Gott Hi If O Signore a jutate noi . Que-
sta Stampa dà luogo a congetturare, che il Dn-
rer la potesse avere a Boeckholt, quando fece il
suo viaggio per i Paesi Bassi , sia che vi andasse
la prima volta, sia che vi tornasse verso il i493.
«■> il 1494.
Il Maestro m ha copiato di poi questa
Stampa da Alberto, e vi ha aggiunto Panno 1498*
Se ne conoscono due altre copie _, una delle qua-
li è di Niccoletto da Modena ohe mise sul Glo-
bo DETUR PULCHRIORI , coll’anno i5oo.
Stampa alta sei pollici 2. lin. e larga 4- P* 6. I.
I/altra c copiata da questa da un Anonimo ita-
liano in piccolo col medesimo motto, alta 2. p.
2. 1. larga 1. p. e 9. 1.
XL1V. Un Cavaliere armato di tutto punto correrne a
Cavallo seguito dal Diavolo , e dalla Morte , che gli mo-
stra un Orologio a polvere, l5l3. in foi .
Stampa chiamata V Uomo mondano .
Il Gandellini la descrive assai meglio, e ne
individua delle singolari qualità del taglio^ talché
degl’ Intagliatori . 79
$1 vede il lucido delle s armi , ed il pelo nero del
Cavallo ... ed un cane peloso fatto tutto con
le piu diffìcili sottigliezze , che si possono fare
nelV intaglio .
L. Scudo d’armi con una testa di morto attaccata per
un nastro che tiene una giovinetta, dietro la quale è un
Satiro, in pie. fot.
LI. Uno Scudo d’anni con un Leone, ed un Elmo, so-
pra del quale un Gallo distende le ali , in 4.
Lll. Un grosso Cavallo, dietro il quale marcia un Uo-
mo stivalato , ed armato di tutto punto con un’alabarda in
mano l5 o5., in 4.
Llll. Un bel Cavallo, dietro il quale marcia un Uomo
armato, che porta un’Alabarda su le spalle, ed ha delle
ali ai piedi , e sopra il suo elmo l5o5- in 4.
LlV. Uno Stregone scarmigliato , che fa lo smargiasso
cavalcando sopra un Caprone , tenendo una conocchia nel-
la man destra: sotto di esso quattro fanciulli che si di-
vertono , in 8.
LV. Ratto di una giovanetta da un Vecchio robusto,
montato a cavallo sopra un Liocorno, l5l6. in foi.
Questa Stampa secondo alcuni rappresenta
Plutone, die rapisce Proserpina . E7 intagliata
sul ferro. RARISSIMA.
LV1. Un Gran pezzo di Cannone portato all’ingresso
di un Villaggio , e accompagnato da alcuni Soldati con
tre Turchi, che gli fanno la guardia, in fol. in tr.
Pezzo intagliato sul ferro . R A RISSI M O .
Il Gandellini , ed il Vasari rammentano al-
tre Stampe del Durerò incise in Rame, delle quali
Rost non ne ha fatta menzione v. g. PUomo
selvaggio con la testa di morto. Ed in un rame
maggiore (scrive il Vasari loc. cit.) intagliò una
Ninfa portata via da un Mostro Marino , men-
tre alcune altre Ninfe si bagnano ec.
PRINCIPIANO LE stampe intagliate
IN LEGNO .
LV11. Ritratto di Alberto Durer , Albrecht Durer con -
terfeyt inseinem Alter des LVJ Jars . senza marca, infoi»
/
So Notizie
LVlll. Alberti Dureri Effigies , edita ex lineata tabula
ab eod“'n A. D. MDXXV1I. invisa, quae Vindobonnae in
Aug. Bibliotheca . Caes. Rcg. asservatur, in fol.
L1X. L’Imperatore Massimiliano 1. in mezza figura
con molti ornamenti , Imperatore Caesar , Divus , Maxi -
miiianus , Pius , Felix y Augnstus . l5 Ip. o r. zVj /ò/.
LX. Ulrico Varnbuler , con certa iscrizione * in uno
Scudo , Albertus Dur&r Noricus recidere nuae conatur i522.
in fol RARA .
LX1. e LXXI11. La Gran Passione, che ha per titolo:
Passio Domini Nostri Jesu ex Hieronymo Paduano , Do -
minico Mancino S e dalia , et Batista Mantecano per Fra -
frercz Chelidoniwn collecta cani figuris Alberti Dureri
Norici Pictoris. XI 11. pezzi, col Frontespizio. Su’l rove-
scio di ciascheduno si trovano dei versi latini , e sull’ul-
timo si legge, Impressu.ni Nurnbergae per Alberturn Da •
rer Pictorem . Auno Christiano l5l©.-l5ll. , infoi.
Come potrern. noi combinare il numero del-
le Stampe della Passione , che accennano Rost,
e Huber , con quello che si asserisce da tutti gli
altri Scrittori.? Il Vasari (Tom. 7. fol. 1^7.) ri-
ferisce , che avendo Marcantonio comperato la Pas-
sione di Gesù Cristo intagliata da Alberto in tren -
tasei pezzi di legno in quarto di foglio stata,
stampata di poco dal detto Alberto . . . Avendo
dunque , Marcantonio contraffatto in rame d3 inta-
glio grosso , come era il legno che avea intagliato
Alberto tutta la detta Passione . Il Ba Idi n ucci
(Cominci amento e progresso dell arte delTintaglia-
re , Vita di Marcant. fol. 20.) conviene che lo
Stampe del Raimondi cavate dai sopranominati
trentasei pezzi erano universalmente comperate ec.
LXX1V. e C. La piccola Passione in XXV11. Stampe
compreso il Frontespizio, che porta Figurae Passionis Do*
mini nostri Jcsu-Christi l5l9--l520.
Cl. Testa di un Cristo coronato di Spine, in fol
Questa Stampa è tagliata a grossi tratti ,
cd e fatta con molto ardire .
degl’ Intagliatori . 8 1
CU. La SS. Trinità in cui vede, si il Padre Eterno , che
tiene nelle sue ginocchia il suo morto Figlio Gesù: lo
Spirito Santo al disotto , ed all’ intorno molti Angeli l5ll.,
in fai.
Una delle MIGLIORI STAMPE intagliate
dal Durerò ; in legno,
CIP. Un Ecce Homo posto sopra un Altare ed adorato dai
diversi Ordini Ecclesiastici , in fot
Stampa , che dicesi il mistero della Messa .
C1V. e CXTX. Le figure dell’Apocalisse in sedici pezzi
non compreso il Frontespizio; il testo ritrovasi nel ro-
vescio di ciaschedun foglio, e néU’itftimo finisce: Ini-
pressa denuo Nurnbergae p. Alberlum Durer Pictorern
Anno Christiano l5ll. Ò°c. infoi.
Ha così ristretto il Durerò in sedici Stampe tut-
ti i 22. capitoli delP Apocalisse . Ma il Vasari ne co-
nobbe soltanto quindici r senza forse la prima. Que-
ste stampe son molto utili agli Artisti , secondo che
scrive il prelodato Vasari (loc. cit. fol. r35.) Uan -
no medesimo seguitando di sfogare i suoi ca-
pricci, cercò Alberto di fare della medesima gran-
dezza quindici forme intagliate in legno della
terribile Visione, che S. Oiovaiìni Evangelista
Scrisse nell’ Isola di Patmos nel sua Apocalisse ;
e così messe mano alV opera con quella sua, ima-
ginativa stravagante , e molto a proposito a cotal
soggetto figurò tutte quelle cose così celesti come
terrene tanto bene , che fu una maraviglia y e con
tanta varietà di fare in quegli animali y e mostri ,
che fu gran lume a molti dei nostri artefici ,
che si sono serviti poi AelV abbondanza , e copia
delle belle fantasie , e invenzioni di costui.
CXX. e CXLI. La vita della SS. Vergine in Xll. pez*
fci , seguito completo, ed uno dei più belìi: l5op.~ l5ll.
pie. in fol.
Errore manifesto . La vita della Vergine incisa
da Alberto è di ai. pezzo compreso il Frontespizio.
Tom. V- 6
Sa Notizie
Questa è quella Raccolta che Marcantonio
copiò a Venezia in XVII . Stampe , che fu ca-
gione della pretesa contesa fra questi due Arti-
sti : Queste copie imitano perfettamente V origi-
nale nella maniera , in cui furono incise per non
colere imitare il taglio . Vedasi Marcantonio .
Non so intendere come Rost metta per ori-
gine della contesa tanto famosa fra A Iberto Du-
rerò, e Marcantonio Raimondi le XVII. Stam-
pa della Vita della Madonna, quando trattando
egli di Marcantonio Raimondi ( Ecole Italienne
Tom. S.fol. 62.) , dice, che essendo andato Mar-
cantonio a Venezia per acquistare maggiori noti-
zie riguardanti la sua Professione, là fece acqui-
sto di trentasei pezzi della Passione d'Alberto
Durerò incisi in legno, e che ne restò così in-
cantato, che si mise a copiarli, e secondo il Va-
sari, gli marcò con la Cifra di Alberto. L'imi-
tò così perfettamente, che gl* Italiani stessi gli
pigliarono per pezzi originali . Aggiunge , dice
egli , il Vasari , che il Durerò , avendone veduto un
esemplare a Norimberga , s* irritò talmente contro
Marcantonio, che venne a Venezia ec. E discor-
rendo in appresso delle stampe della Vita della
Madonna, non scrive (fol. 63.) , che queste fossero
causa della insorta disputa , ma solo , che sono sfug-
gite ed al Vasari, ed al Malvasia, per cui, o è
falso ch'egli avesse l'inibizione di contraffalle
dal Senato di Venezia con la Marca dei Durerò,
o che Marcantonio seppe realmente eludere que-
sto divieto . Fin qui , come ognun vede, lo Scritto-
re del Manuel è in una vera contradizione ; poi-
ché o lasciando di quistionare se vero o no siane il
latto, per sua confessione le Stampe, su cui nacque
degl* Intagliatori . 83
la pretesa disputa, non furono la Vita della Ma-
donna, ma quelle della Passione . Anche il Gan-
dellini aggiunge , che i pezzi eran i36., ma ognun
sa, ch’egli merita d’esser corretto. Or dunque
Rost è in abbaglio, perchè prendendo separata-
mente la gran Passione , non forma che i3., pezzi
secondo egli scrive : se si prenda per la piccola
Passione , non sono più che pezzi 2 7. : se per tut-
te due insieme , formasi una somma totalmente
maggiore del trentasei , arrivandosi ai quaranta .
Non può dunque egli giustificarsi per questo la-
to. Nemmeno perla Vita della Vergine, perchè
non è quella che imitò Marcantonio , e perchè
tutta insieme col frontespizio forma il numero di
ventimi Stampa , come bene Mr. Basan avverte,
e non diciasette secondo che scrive B.ost . Rima-
ne dunque di avvertire, che nè esso, nè il Gan-
deliini avessero cognizione di un altr* opera, che
fu Porigine della contesa, e questa non èia Pas-
sione^ ma la Vita di Gesù-Cristo, come scrive
Mr. Basan precitato nella sua seconda edizione.
La Vie de N. S. en 36. morceaux .
CXLI1. La Santa Famiglia , in cui S. Anna tiene su le
sue ginocchia il Bambino Gesù, adorato per la giovane
Vergine con due Santi dalle parti, infoi.
Stampa in chiaroscuro . RARISSIMA .
CXLlil. La Santa Famiglia in un gran Paesaggio , in
cui due Angeli tengono una Corona su la testa delia Ver-
gine. A basso si vedono” tre Coniglj , gr. infoi.
CXL1V. S. Agostino vicino ad un putto , che attinge
dell’acqua del mare da una piccola buca . Il Mistero del-
la SS. Trinità i5r8. in fol.
CXLV. 11 Gran S. Cristoforo, che porta il Bambino
Gesù , gr. in fol . RARO .
CXLV1. L Imperatore Massimiliano , accompagnato dal -
la Vergine, e da molti Santi, che adora il Salvator del
Mondo , grandissimo in fol.
84 Notizie
* Il Sig, Rost dice di possedere questa Stam-
pa in una prema, impressa in pergamena , e ma-
gnificamente miniata .
CXLV1I. e CXLV111. Assedio di una Fortezza, detto
comunemente l’assedio di Vienna l5‘2^. in due fogli
alt. 8. poi. e 3. lin. , largo 2 6. poi. e £. lin RARO.
CXHX. e CLVI. Carro trionfale in onore di Massimi-
liano 1. Imperatore inventato da Pirkhaimer, con più iscri-
zioni latine , ed il titolo : Triumphalis hic currus ad
honorem per Albertum Durer delineatus in otto fogli
alto 1 6. poli. lin. 9., largo 84. poti. lin. 4.
I predetti fogli sono incollati insieme .
CLV1I. 11 Rinoceronte , con iscrizione tedesca , a chia-
roscuro verde, l5'l5. infoi, int. RARO.
CLV111. e CLX111. Ornamenti, o disegni di Bordi, e
tappezzerie, rappresentanti un disco nero ripieno di tratti
bianchi ih laberinto; nel mezzo la Cifra del Durerò , in
fol. in tì\
II seguito completo di questa SINGOLA-
RITÀ* e di sei pezzi .
Deesi aggiungere al Gandellini un altra Ci-
fra 3 che trovasi riportata dal Rost A . D. Alberto
Durer .
Orche abbiamo tessuto il Catalogo delle Stam-
pe anche in legno di Alberto, dovrà Forse credersi
che tutte si ansi estesamente citate ? Saremmo in
errore . Molte altre ne cita Mr. B isan ( Seconda*
ediz.) 9 altre il Gandellini r ed altre sono riferite
dai Vasari .
Monsig. Bottari nelle note al Vasari (Tom. 7*
fol. i33.) scrive : Le Stampe in rame di Alberto
Durerò si dice eom\incmcnte. esser cento dieci , e di
quelle in legno non e stato fatto il computo . Era 9*
quell’ora molto indietro il numero delle predet-
te Stampe; e mi pare assai difficile, che questo
eruditissimo Annotatore non ne scrivesse a* Mr.
Manette , col quale ayea la più stretta corrispon-
degl’ INTAGLIATO» I . 8 5
denza. Quel grand’Amatore , ed intelligente vero
delle Belle- Arti gli avrebbe in tal caso potuto dire,
che nel suo Gabinetto se ne trovarono fino 4ao.,
quali dopo la di lui morte furon vendute i83o.
lire. De Brandes (le Catalogne raisonné da Ca-
binet d9 E stampe s Artic. Burer) fa ascendere il
numero delle genuine del Durerò , delle copie fat-
te da altri , e delle sue invenzioni da altri inta-
gliate a 12,54. Stampe.
Dopo Wolgemuth viene Alberto Durer , scri-
ve il Barone d’ Heinecke (loco cit. fol. 288.)
ed abbiamo di esso un numero di Stampe in le-
gno marcate con la sua cifra . Ma frattanto non
è in nessun conto deciso se Alberto da per se stes-
so ha intagliato tutte queste Stampe : o almeno
egli è certo, che tutte non sono di sua mano 9
sebbene egli Babbi a disegnate^ o su l’ istesso le-
gno o abbia dato i suoi disegni ad altri Artisti,
o ai suoi discepoli . fn Norernberga vi è una ge-
nerai tradizione tuttora ,che per poco, che si guar-
dino, e si esaminino con attenzione quelle Stam-
pe , non si trovano tutte l’opera di un solo Artista .
Vedesi da tuttociò_, clic il Vasari (loc. eit.
fol. i35.) non si era ingannato, in credendo, che tut-
te le Stampe, le quali vanno sotto il nome di Al-
berto, fossero di esso . Non riescila discaro all’Ama-
tore , che io riporti per esteso l’autorità del sud-
detto Biografo, sì perchè c’indica in parte quali
sono le più sospette , sì perchè ci somministra delle
ragioni per dubitarne di alcune con fondamento .
Segnerò le genuine , onde anche più facile sia il
rammentarsene. ,,, Cresciutogli 1’ animo fece in
un foglio reale l’anno x5io. parte della Passio-
ne di Cristo , cioè ne condusse, con ajiimo di fare
86 Notizie
il rimanente, quattro pezzi; la Cena , V esser pre-
so di notte nell* Orto , quando va al Limbo a
trarne i Santi Padri, e la sua gloriosa Resur-
rezione. ... E sebbene sono poi state fatte je
altre otto parti , non furono stampate col se^no
di Alberto, e a noi non pare verisimile, che sie-
no opera di lui, atteso che son mala cosa, e non
somigliano nè le teste, nò i panni , nè altra cosa
la sua maniera : onde si crede che sieno state fat-
te da altri dopo la morte sua per guadagnare,
senza curarsi di dar questo carico ad Alberto.
E* nel vero eo. „
CLXIV. Un Apostolo con la sega in mano diritto in
piedi , e con un bellissimo manto in 12.', con la cifra di
Alberto, e l’anno 1523.
Esiste fra molte altre nella raccolta del Sig. Cav.
Giovanni Pieri , Mecenate della presente opera .
ALBERI (Marco), nato a Gaeta nel 1722.,
che dai proprj suoi disegni ha intagliato sei Pae*
saggj, e gli ha dedicati al Marchese Mancini
( Mr. Basan second. ediz . ) •
ALBERT-FLAMEN , Pittore, ed Intagliatore
Fiammingo, nato nel i564- Incise un numero di
Paesaggi , di Uccellami , e di Pesci ; tutto di sua
composizione ( Trovasi così citato da Mr. Ba-
san nella prima , e nell' ultra sua edizione).
ALBERTI (Ignazio) ha intagliato a Vienna mol-
ti piccoli Ritratti in 8. (Mr. Basan second. ediz.)
ALBERTOLLI (Giocondo) , Milanese, Professo-
re delPAccademia di Belle-Arti, compositore, e
intagliatore di un seguito di Arabeschi molto varj ,
c spiritosamente incisi (Mr. Basan seconda ediz.)
ALDAMET (Giacomo) nacque nel 1727., e
mori nel 1788. „ Le sue Stampe, dice il Milizia
(Diz. delle Belle- Arti), hanno della soavità . Abor*
D^GL’ r NTAGLI ATORI . 87
riva le nere, paragonandole agli Strioni , die in-
capaci d’imiri tar la natura si danno alle smorfie,,.
ALDEGREVEft (Enrico) , di cui scrive ilBal-
dinucci brevemente la vita ; e principia con un
errore intorno al nome di questo Artista, chia-
mandolo Aldegraef (1), venendo corretto, come io
credo , dal Gandellini . Soest in Vestphalia fu La
sua Patria, ove lo troviamo nato nel i5c2. Ivi
guidato solo dal suo genio, ed inclinazione pe ’l
disegno si occupò in studiare, e delineare le
Stampe di Alberto Durerò 9 che in quel tempo
meritamente occupava fra gli Artisti ed il primo
posto, e risquotevane la comune approvazione.
Mosso pertanto Aldegrever dalla sua fama , se ne
partì da Soest, ed incamminossi alla volta di No-
rimberga per prendere da sì. celebre Professore le
lezioni e di Pittura, e d' Intaglio. Furono tanto
rapidi i suoi progressi sì nelPuna che nell’altra
delle due Professioni , che tornatosene in Patria ,
potè arricchirla di pitture assai pregievoli ^ le
quali vedonsi per quelle Chiese , e particolar-
mente nella Chiesa "Vecchia , in cui dipinse con
maestria la Natività di Gesù-Cristo . ( Baldinuc -
ci Cominciava . ec. fol . a3.) Molte altre di que-
ste sue opere lodatissime ebbero ancora Norim-
berga, e le altre vicine Città. ( Fuesslin) Scor-
sesi sempre in tutte le sue opere Pandamento
del suo Maestro nella correzione del disegno 9
ma nelle sue figure vi si osserva del gotico. I suoi
(I) 11 Sandrart lo chiama Alberto Aldograf, ed altri
Alberto da Westphalia , avendo riguardo al suo Paese .
Forge questo nome di Alberto gli fu dato per esser di-
scepolo di Alberto Durer , al quale si approsfimSlYa anco-
ra neU’andament* delle sue •pere.
88 Notizie
panneggiamenti però son belli, ed i dintorni han-
no quella facilità., che non si scuopre tanto fa-
cilmente nei Pittori di quei tempi , ed oltramonta-
ni . Ma egli lasciò ben tosto di dipingere per darsi
alP intaglio; e nell’età sua di ventnn'annp tro-
viamo delle Stampe da esso incise, alle quali
attese dipoi con molta precisione ,, e delicatezza ,
tanto in rame, che in legno (Mr. Basan loc»
cit. ) . Vedesi nelle sue Stampe , dice il Baldi^-
nuoci (loc,cit.)y gran varietà d’arie di teste , e di
àbiti, in su la maniera di Buca di Olanda .
Mr. Basan avverte, che egli diede principio alle
sue incisioni nel 1837., e continuò in tal arte
fino al i549., dopo il qual’anno fino al i555.
si occupò ad intagliare un numero di Stampe per
ornamenti degli orefici . Credo però bene , che lo
Scrittore precitato possa ingannarsi , poiché , cor
me qui appresso vedremo, trovansi delle di lui
{Stampe intagliate nel i-55a. i553. i554» i555.j
che non sono sicuramente ornamenti per Porifi-
cerie . Supposto poi, come par verisimile, che il
suo seguito di sei pezzi rappresenti diverse azio-
ni di Signori, e Dame accompagnati dalla mor-
te, che gli conduce seco, sia del i5Ó2., conver-
rà non prima di questo dato anno segnare la dì
iui iqorte . Non è , dice il Baldinucci ( loc. cit.),
a nastra notizia peivenuto il titolo d<i essa se -
poltura, ma solamente, che secondo quello ^ ohe
lasciò scritto in suo idioma il Van JVfandev Pit-
tore Fiammingo, sopra esso fu da un suo com-
pagno di Munstcr fatta fare una lapida con fa
testa y e arme appunto che Aldegrever era solito
improntare nello sue opere. Errerebbe lo Scrittore
dei Decennali, se avesse soltanto creduta cfie fo$-
degl* Intagliatori. 89
se Parme, poiché di questa non fece egli giam-
mai alcun uso; ma soggiungendo egli, o come de-
nota il monogramma eh* era 'm , par che vo-
glia intender propriamente la cifra . Questa è for-
mata dalle seguenti tre lettere intralciate , e riu-
nite insieme H. A. G., secondo riferisce l'autore
del Manuel ec. , da cui si prendono le seguenti
Stampe. Non intendasi però, che nelPassegnar il
numero di esse, vogliansi comprendere tutte quel-
le piccole Stampe, o quegl'intagli di vasi, d'or-
namenti > di soggetti fantastici , di freg j , di vi-
gnette 9 e di culi di lampade che Aldegrever in-
ventò, ed intagliò per i Libraj, e per gli Orefi-
ci. Egli se ne occupò sempre dal principio che
intraprese a disegnare , cioè dal iSao.fino al i55o.
come il Barone d'Heinecke (Tom. j.fol. ia4- e
seguenti) apertamente il dimostra. Si compren-
dono qui le rammentate dal prelodato Rost , c
non tutte le opere di questo Intagliatore , le quali,
secondo lui, componevano un gran volume in fo-
glio 3 ed erano in numero di 3 80. pezzi, che. il
celebre Manette possedeva , e che furono ven-
dute dopo la sua morte al prezzo assai ristretto
di lire 179. e 19. soldi. Il Gandellini scrisse forse
appoggiato all' autorità del Sandrart, che il Sig.
Abate de Marolles possedeva di questo Professo-
re 35o. pezzi , e Mr. Basan., appoggiato all’auto^*
rità del Sig. Humber, tiene che sorpassino tutte
insieme le j^oo
f li Ritratto cf Aldegrever senza barba. Aldegrévar hic
e$t (non h$c come si legge nel precitato Scrittore Rogt)
- Aetatis XXVII. pie. in 4.
11. H Ritratto di Aldegrever con una robusta barba,
Annq MQ XX XV IL fmvgQ-eisUuis suve XXXV. in 4-.
90 Notizie
III. Ritratto in busto di Filippo Melanchton , con iscri-
zione: Philippus Melanchton 1640. in 4.
IV. Ritratto in busto di Mirtino Lutero , con inscrizio-
ne latina, Martinus Lutherus l54°- in 4.
V. Ritratto d’Alberto Van derHelle: anno suae aeta -
tis XXVIII • l58o. in 4.
VI. Ritratto di Guglielmo Duca di Juliers , anno MDXL.
in fot.
VII. Ritratto di Giovanni Van Layden Re degli Ana-
batisti a mezzo corpo , in fol.
Vili. Ritratto di Bernardo Kenipperdolling a mezzo cor-
po , fanatico , in fol.
Queste sono le migliori Stampe di Alde-
grever .
IX. e XIV. L’Istoria di Adamo, e di Èva cacciati dal
Paradiso Terrestre , sei pezzi in 12.
XV. XVI11. La storia di Loth , quattro pezzi in 12. l553.
XIX. XXII. La storia di Giuseppe, e de’ suoi Fratelli,
quattro pezzi l5‘28-l53‘3. in 12.
XX111. e XXIV. La Storia di Thamar, e di Absalon,
sette pezzi 1540. in 8.
XXV. David, che scorge dalla finestra del suo Palazzo
Bersabea nel bagno, in 8.
XXVI. Giudizio di Salomone, i555. in 8.
XXV11. Giuditto con la Testa di Oloferne l5‘28. in 12.
XXV11I. e XXXVI. La Storia di Susanna in quattri
stampe l555. in 8.
XXXV11. e XL. La Parabola del Samaritano misericor-
dioso, in quattro pezzi 1 554* ifl 8. int.
XLl e XLV. La Parabola del Ricco epulone, in cin -
que Stampe l554- in int'
XLV1. e XLIX. I quattro Evangelisti sedenti su delle
nuvole: Quattro pezzi con le Cifre di G. Peins e di a1-
degrever 1 53p. in 8.
L. L’Annunciazione , ove si vede il Padre Eterno , che
dà la sua benedizione.
LI. La Natività : Vedonsi gli Angeli^ , la Vergine , ed i Pa-
stori adorare il Santo Bambino, 1 533. in 8.
Lll. La Vergine col S. Bambino, che si riposa sotto
un Adbero , in 12.
Llll. La Madonna vestita di un bellissimo drappo, che
porta Gesù Bambino in uno Stendardo, 1 55*2. in 13.
degl’ Intagliatori ,
LIV. Medea a sedere, che dà in mano a Giasone i
suoi Dei penati 1529- in 8.
LV. Rea Silvia c°u il Pastore, ch’espone Romulo , e
Remo su le sponde del Tevere, gr. in 8.
LV1. Tarquinio, che violenta Lucrezia , con le cifre di
Peins, e Aldegrever 1 53p- in 8.
LV11. Sofonisba assisa sul trono pronta a bere la tazza
di veleno l553. in 8.
LV111. Marco Curzio a cavallo, che si precipita nella
voragine a Roma l5o2- gr. jn 8.
L1X. Muzio Scevola innanzi al Re Porsenna l53o. gr inS.
LX. Tito Mallio , che fa tagliare la testa al suo tìglio,
per aver disobedito alla legge militare l553. in 8.
Vedete qui sopra rimarcato il medesimo sog-
getto alPArticolo di G. Peins.
LX1. Pater , ne post suam mortem , filius degenerane
male perirei, eum obtruncavit. Il Conte di Archambaud
malato , che strangola il suo tìglio avanti di morire , l553.
in 8.
LXll. Combattimento di Ettore, piccolo fregio con riscri-
zione , Hector Trojanus l5 53. alto 2* poi. e Un. I., lar-
go 4. poi. e IO. Un.
LXlll. Battaglia di Annibaie , e di Scipione , tìanni-
bal-Scipio , fregio alto 1. poi. e IO. lin. , largo ?. poi.
e 10. lin.
LX1V. e LXX. Le Divinità, che presiedono ai Piane-
ti con i loro nomi mitologici , pezzi sette in 12.
LXX1 e LXXX111. Le Forze d’Èrcole, in un seguito
di Xlll. Stampe , ciascuna delle quali ha un distico lati-
no l55o. in i2.
BELLE E DIFFICILI A TROVARSI.
LXXX1V. Orfeo, che suona la sua Cererà vicino a Eu-
ridice assiso a piedi di un Albero ; intagliato ad acqua
forte nel l528. in 12.
RARO Pezzo ed unico , che Aldegrever ab-
bia inciso a punta .
LXXXV. e XCVlll. Seguito di diverse figure allegori-
che con i loro nomi, rappresentate in quattordici pezzi
in ló. intagliati nel 1649. l55o. cioè;
1. La Concordia.
2. La Pace .
3* La Diligenza.
93 Notizie
4. La Fortuna,
5. La Ricchezza .
6. La Pigrizia.
7. L’Intemperanza.
8. La Dissolutezza.
9. La Pazienza.
10. La Collera.
11. La Povertà.
12. La Pazienza.
13. La buona Coscenza .
14. 11 Salvatore Vittorioso con l’iscrizio-
ne , Pax nostra Christus .
XCIX. e CV. Le Virtù Cardinali in sette Stampe , cia-
scuna delle quali ha un distico latino.
1. La Canta .
2. L’Amor del Prossimo.
0. La Diligenza.
4. La Pazienza .
5. La Castità .
6. La Temperanza.
7. L’Umiltà. i552. in 12.
CV1. e CX11. 1 Vizj , o i sette Peccati mortali in sette
pezzi , ciascuno dei quali con un distico latino, e sono
1. La Superbia.
2. L’ Invidia .
3. La Collera •
4. La Lussuria .
5. L’Avarizia .
6. La Gola .
8. L’Accidia . in 12-
r CX111. e CXX. L’Impero della Morte su tutte le cose
umane da dopo la Creazione fino ai nostri giorni in ot-
to Stampe, ciascuna con un versetto latino, i54I. in 16.
CXX1. e CXXX11. Una Processione o accompagnamen-
to di uno Sposalizio Westphaliano rappresentato in do-
dici Stampe, in cui quelle persone che formano il detto
seguito marciano, e ballano a due a due accompagnate
dai Sonatori. l538. in 8.
* CXXX111. e CXL. Altra Processione di Nozze simili
rappresentata da un seguito di Vili. Stampe iSSl.in 16.
I CXL1. e CXLV1. Seguito di Signori , e di Dame in
differenti azioni accompagnati dalla Morte, che gli tra-
scina seco. Pezzi sei con la data del l5Ó2 . in t2.
dfgl* Intagliatori . <)S
Se, come dicemmo queste Stampe , sono ori-
ginali, debbono considerarsi per l’ultima opera
dell’Autore presente .
CXLV11. Donna nuda che tiene da una mano un Oro-
logio a polvere , e dall’altra una Pera .* sotto vedesi una
buca con un teschio di morto, e un globo su del quale
è scritto: Respice finem . i5s 9. in 12.
CXLVlll. Donna nuda alata ed elevata nell’aria sopra
un globo, tenendo un Calice, un Freno, e un Serpente
simbolo della Prudenza, e della Temperanza l555. in >2.
CXLIX. Un Uffiziale veduto dì faccia, che porta un»
Stendardo l54°- in &
CL. Una Donna rappresentante la Notte , che dorme
sopra un letto l553. in 12. Pezzo osceno .
CL1. Un Uomo armato di una spada che sorprende un
Monaco, ed una Monaca l53o. in t*2. RARISSIMA.
CLH. La Società degli Anabatisci .* figure nude in di-
versi atteggiamenti, e nel bagno, in fot RARISSIMA.
ALEMANNO (TJ). Vedi il Gandelliui .
ALESEIMER Elsheimer (Adamo) , detto an-
che Adamo da Francfort dalPesser egli nato in
questa Città nel 1^74. Fu discepolo di Filippo
Uffebach, e per farsi viemaggiormente distingue-
re nella Pittura intra piese jl viaggio per V Ita-
lia , e si fermò in Roma . Fra naturalmente tra-
sportato al Paesaggio , e cercò far conoscenza con
dei Pittori di tal genere per potervi riescire . Stu-
diò lungamente , e sempre con pazienza , gran
correttrice della nostra fantasia , e potò produr-
re bellissimi saggj nella sua professione . Accop-
piava a questi suoi doni , s tra ordinar] talenti , i
quali coltivati con un esercizio non mai interrot-
to in disegnando i monumenti antichi, non solo
si fece grande nell’arte, ma eziandio amabile in
essa ^ e grazioso. Disegnava al naturale tutte le
cose , ch’egli volea , col suo elegante pennello , ese-
guire , e con la sua memoria tenacissima ram-
o4 N o r i * i fc
meritandosi di ciò che avea veduto, ritoccava, e
riabbelliva i suoi lavori. Quindi tutti coloro,
che rimiravano ledi lui opere, vi ritrovavano y in-
sieme col bello del disegno _, unita la verità . Era
però cupo , e malancolioo , e questo suo tempe-
ramento lo portava a deliziarsi fra le ruine di
Roma, ed in luoghi solitari . La sua immaginosa
fantasia gli rappresentava fra quei monumenti ,
le imprese di quella Nazione, che riandava nel-
la sua memoria con le cognizioni storiche, le
quali avea presenti . Non è perciò da maravi-
gliarsi, se nei suoi quadri si scorge una singoiar
finitezza, ed un energica , ma giusta espressione.
Amava molto figurarsi il lume languido della
Luna, che accordava mirabilmente con l’ombre
della notte , sembrandogli esser egli in mezzo di
quella quiete solitario , e taciturno . Intanto il
suo tocco fu sempre spiritoso ^ e come dicemmo,
pieno di grazie. Non escivano dalle sue mani
le opere ch’egli eseguiva ^ se non dopo averle per
lungo tempo esaminate, corrette, e confrontate
col vero. Avea però il vantaggio di dipingere in
piccolo, e vendere i suoi Quadri a grandissimo
prezzo. Parrebbe da questo ch’egli avesse dovu-
to accumulare tesori, ma il fatto prova all'op-
posto, poiché fu sovente la sua fortuna più che
mediocre . Il suo genio solitario , stancandosi un
giorno, gli fece intendere, che ben non era esser
solo, e lo invaghì di una scaltra Donzella, per
la quale rovinò i suoi interessi . Tutti da questo
miserabile istante furon languidi i suoi lavori y
tetra la sua immaginazione, e dolente della sua
fortuna, si vide prossimo a perdersi di coraggio.
Una quantità di debiti disgustò se y e la sua fa-
degl* Intagli ATon i . 95
miglia in maniera che non reggendo alla tri-
stezza in cui oppresso ne cadde, cessò di vivere
in Roma nel 1620 , mentre correva Fanno qua-
rantesimo sesto della sua età . I suoi Quadri so-
no rarissimi, due dei quali sono nella celebre rac-
colta del Palazzo Reale. Fra i suoi discepoli ven-
gono annoverati Salomone ^ Mosè, David Teniers
il vecchio, e Jacopo Ernesto Thoman, che lo
immitò in maniera, che non si distinguono facil-
mente dagli stessi intendenti Fopere del discepo-
lo da quelle del suo maestro . Sopra cinquanta
suoi pezzi furono da var j Incisori intagliati , e si
distinguono fra questi Goudt d’Utrecht, Hollar,
e Maddalena de Passe .
Intagliò da per se stesso ad acqua-forte mol-
ti piccoli soggetti, che sono rari e ricercatissimi
per la delicatezza , e finitezza, con la quale son
essi trattati . Rost dice conoscerne uno eh’ egli
descrive , cioè
1. Il Giovane Tobia, che conduce suo Padre Tobia
cieco , Elsheimer fecit . P. in 4.
Senza il nome dell’Artista .
Il Gandellini alla Lettera E fol. 3 12. accen-
na altre sue composizioni che intagliò ad Acqua-
fòrte e le segnò con la sua propria cifra.
Mr. Basan tanto nella prima, che nelPaltra
Edizione si contenta di parlare in generale delle
sue opere senza individuarne alcuna . Così ha fatto
il Padre Orlandi nel suo Abecedario Pittorico ad-
ditando il Sandrart fol. 286., e Borghini fol. 101.
da vedersi dal Lettore . Molti hanno scritto la
Vita di questo bravo Artista ^ e tutti qualificano
il di lui merito, e descrivono, concordemente com-
piangendole , le sue disgrazie . Ved. Museum do
f)6 Notizie
Meusél. Le Catalogne raisonné du Cabinet de
JBrandes .
ALESSANDRI (Innocente) . Vedi il Gandellini,
il quale però non ha specificato quei pezzi , che
io ho estratto di poi dal Catalogo del Sig. Gio-
vanni Remoftdini di Venezia 1791* che noterò
qui di passaggio.
I. IV. Quattro rami tratti dagli originali di Francesco
Magiotto , e sono pensieri pastorali , in fol. gr. a tr.
V. Vili. Quattro rami tratti dagli originali del mede-
simo, e sono:
I. L’Astronomia .
3. La Musica ,
S. La Geometria .
4. La Pittura t in fol. gr. d tr.
Rappresentati in mezza figura.
Huber ( Manuel Écólé Italienne) ci avverte^
che Innocente ^ insieme con Pietro Scataglia , ap-
prese l’ arte d’ incidere dal celebre Efàrtólczzi , in
tempo ditegli la esercitava in Venezia. Ei ci dà
anche Panno della sua nascita verso il 1760., e,
come crèdesij in Venezia.
IX. La Madonna coll’ Angelo’ Custode , e l’Anime del
Purgatorio, da un quadro di Sebastiano Ricci, che è
nella Scuola dell’Angelo Custode e Santi Apostoli a Ve-
nezia , in fol.
X. La Madonna nella sua Gloria , da un quadro del
Piazzetta, eh’ è nella Chiesa della Fara a Venezia , iti fòt.
XI. Un AmrunziaziOrte, da P. le Morite presso Wa-
gner , in fol.
XII. Una Fuga in Egitto, dal medesimo presso il sud-
detto , in fol.
XIII. Due Paesaggi rappreserttàrtti le contrade della
tèrraferma di Venezia da M. Ricci , in fol d tr.
XfV. XXV. Seguito di dodici Paesaggi dello stesso
soggetto, dal medesimo incisi per- Alessandro Scataglia,
in fol. a tr.
XXVI. Raccolta di Animali quadrupedi in 2ÓO'. p'ezz‘i
intagliati, e miniati da Innocente Alessandri, e Pietro
degl’ Timtaguatort. p-
Squaglia, divisa in quattro parti con una descrizione
di Lodovico Laschi .
XX >/11. Busto di una Giovine , che tiene una miniatu-
ra nelle mani ed un Moro, che le stà a fianco. Fr. Fon-
tebYYV\luVo ld' a chiaro-scuro rosso, gr. infoi
. Busto di una Donna , che tiene un piccione in
XnaA°T,c>ecca ^,-y0™0 a lei vicino » id- inv- id- fa-
ALESSANDRO {Giovanni). Sembrerebbe, che
J ./n ai1 ne|la sua seconda edizione fos9esi servi-
to delle notizie del nostro Gandellini ; molto più
cae sono le parole stesse , e che nella prima edfe
zione non ne avea fatto parola. Ma bavere addi-
tato la Scozia per patria di Alessandro, e l’an-
no i 79. della sua nascita, ci fa credere, che ne
avesse anche altronde delle notizie. Ce ne con-
vince anche un altra notizia, che ci somministra
delle sei stampe intagliate dalle pitture di Raffael-
lo , col titolo e dedica a Cosimo III. Granduca di
loscana, e sono
1. La Benedizione di Àbramo.
2. li Sacrifizio di Abramo.
f La Partenza di Giacobbe.
£ no la di G‘acobbe .
. Veto ardente.
T Vrnd yCl’ m CaSa d Abraino> mez. fol a tr.
G eruditissim0 Annotatore del Vasari ( T 5
di' d°P° aVere avvertito 1 che la pittura
le Camere VatiPcanTntso"te Abramo ' esJuita nel~
della scala, che ebbe ''
■tizio fmnrìr. bb Giacobbe, e il detto Sacri -
sandro, in L^i ^ ac1uaf^e da Gio. Ales.
non ebbe ^ ^er quello vedesi, egli
riferite, e fme da6»' fe^ “Ir* stamPe fiul S0Pra
A T F«c * atAL i. A icssandio .
ALG ARdS (d’ Andrea} . Vedi il Gandellini.
Secondo scrive il "aC<Iue in Bologna ,
Tom. V MlllZla (bonario delle Belle
7
9 8 Notizie
Arti) nel 1602.; secondo Huber (Manuel École
Italienne T . 3.) nel 1598. Egli è stato conosciu-
to per Scultore ed Architetto, ma sonosi trovate
delle stampe che per suo divertimento ha fatto,
le quali presso il Sig. Barone d'Heinecke lo fan-
no rammentare anche Intagliatore ( Idée génér.
fol. 5o0.). Frequentò da giovinetto la Scuola di
Lodovico Garacci, e nel tempo istesso cercò ap-
profittarsi delle istruzioni di Giulio Cesare Con-
venti abilissimo Disegnatore , e Scultore Bologne-
se . Stretto in amicizia col Domenichino 9 si por-
tò a Roma, e fu da esso fatto conoscere in quel-
la capitale dai più abili professori nelle arti del
disegno che ivi trovavansi . Accrebbe 1* idea , che
già concepita ne avevano del singolare suo meri-
to, allorché rappresentò in basso-rilievo S. Leone
che si porta ad incontrare pieno di fiducia Atti-
la, chiamato comunemente Flagello di Dio, col-
locato nella Basilica Vaticana . Gli fu anche dato
a lavorare il deposito di Leone XL, che condus-
se con molta perizia ^ e pratica dell* arte . Quel-
lo però, che lo rendè immortale, fu la Villa Pan-
fili fuori di Porta S. Pancrazio in Roma una
delle più belle Ville del mondo (Milizia Dizion.)
Al suo palazzo è esente da quei tanti ornati di
statue , e di bassi-rilievi profusi in quel tempo
nelle facciate in modo , che ne perturbano V or-
dine e la proporzione. U Al g ardi vi spiegò gusto
savio . U interno offre dettagli di decorazione da
servir di modello. Gli appartamenti sotterranei
sono ornati di stucchi eseguiti da lui stesso , e
sono i più belli stucchi moderni per la distribu-
zione , per la leggerezza , e per la purità . I giar-
dini poi , i prati , i viali , i boschetti sono di-
degl’ Intagliatori . 99
sposti in una bella varietà secondo V ineguaglian-
za del terreno , e nella maniera la più pittore-
sca , con fontane _, cascate , e giuochi di acqua ,
ow/e Za Villa è la più delizi osa di Roma . Que-
sta descrizione del predetto Scrittore può valere
certamente assai per render noto Pegregio lavoro
del nostro Artista; ma più anche se ne ingrandi-
rebbe l’idea, se piacesse all’Amatore veder la sud-
detta Villa personalmente . Avendo riportato qui
P autorità del predetto Gav. Milizia, sembra, che
non debbasi nascondere anche di esso la poca sti-
ma che fa del medesimo nella facciata di S. Igna-
zio, e dell’Altar Maggiore di S. Niccola da To-
lentino . Ma se fu stimato , come si disse , per la
suddetta Villa, non gli mancò ancora nè lode , nè
estimazione peli’ indicato basso-rilievo; poiché In-
nocenzo X. Romano Pontefice , com piacendosi di
questa beli' opera , pose al collo del bravo Arti-
sta la Collana d’oro del prezzo di 3oo. scudi,
e ’1 dichiarò Cavaliere di Cristo . Molte altre ope-
re ei fece , che lo dimostrano uno dei più abili
Scultori Italiani dopo Michelangelo. Il gruppo
di S. Paolo decapitato j che ammirasi in Bologna
nella Chiesa sotto il titolo di detto Santo, basta
ad assicurarne il nome . Lavorò eziandio nella fa-
mosa balaustrata delPAltare sontuoso di S. Igna-
zio al Gesù, e vi si diportò egregiamente. Varie
sue opere sono state anche incise da Francesco
Poilly, da Giuseppe Maria Mitelli, da Arnaldo
Van-Westerhaud , da Niccolò Dorigny, e da
molti altri , come vedesi nelle raccolte di Stam-
pe, e nei più estesi e rinomati Cataloghi delle
medesime. Egli viveva ben volentieri in Roma,
ed erano i meriti suoi riconosciuti universalmen-
IOO N O T I Z ì E
te da tutti , ed anche con più parzialità dal pre-
fato Romano Pontefice, che non cessò , oltre il
surriferito dono , dargli significantissime dimo-
strazioni di stima . Il Cardinal Mazzarrino lo in-
vitò con grandiose offerte a voler portarsi in
Francia : ma egli memore della sua Patria , del-
le beneficenze Sovrane , della gratitudine , che
dovevaie , ricusò francamente le offerte . Accom-
pagnavano sempre le sue virtuose azioni la di
lui indole dolce , lo spirito vivace , l’arguto di-
scorso , ed una onoratezza , che lo rendevano
amabile a tutti . Sul fiore y per così dire , degli
anni suoi , quando appena avea compito l’ un-
decimo lustro della sua età, cessò di vivere in
Roma nel i654«, ed ebbe onorata sepoltura nella
Chiesa della sua Nazione (2). ( Abec. Pit.)
Intanto Pabbiamo veduto sparire dai mor-
tali, senza, che sapessimo aver egli oltre le ope-
re di Architettura, e Scultura dato anche mano
al bulino, e prodotte delle Stampe di non vol-
gare estimazione . Ma questo suo ornamento non
gli è tanto incontrastabilmente attribuito , che
possasi asserir di certo aver esso intagliato a bu-
lino, ed aver delle Stampe, che comunemente
sieno per sue riconosciute . Mr* Huber ( loco cit.)
crede, che frequentando egli le Scuole Caraccie-
sche , apprendesse dal celebre Agostino anche
Parte delP Intaglio , e che perciò gli vengano at-
tribuite le seguenti Stampe .
(2) Se l’Algardi cessò di vivere , come dice il P. Or-
landi citato, nell’età di 56., e la di lui morte accadde
nel 1654., egli nacque, come dice Mr. Huber ( Manuel cit.}
nel 1598., e non nei 1602., come avea detto il Milizia.
degl’ Intagliatori . i o r
I. Gesù Cristo in Croce, senza nome d’ incisore , or.
.
liberazione dell’ Anime del
to in 4.
Ili- Un Cieco che canta, e che vien condotto dal suo
cane da’ Caracci , in 4.
IV. I motti Bolognesi , dal medesimo in 80. pezzi in\,
intagliati dall’Algardi, insieme con Simone Guillain,
Purgatorio y in ova-
ia fol-
li. L
Scultore Francese .
ALGAROTTI (il Conte Francesco) . Il Gan-
dellini potea ben riferirne qualche Stampa , sen-
za passarsela col dire, che intagliò qualche suo
capriccio . Mr. Basan, che nella prima edizione
non ne avea parlato , nell’altra ci fa sapere , che
per suo divertimento questo illustre Letterato in-
tagliò un seguito di XIII. Teste nel gusto anti-
co , ed altri abozzi di Teste diverse 9 eh’ei fece
in Dresda .
Quantunque di questo Genio italiano par-
camente ne parlino l’uno, e l'altro dei surrife-
riti Scrittori, perchè senza fallo più chiaro per
la sua Letteratura 9 che per l’ intaglio ; non sa-
rà , credo io , fuor di proposito darne in succinto
qualche notizia, che interessi la di lui Vita.
Certo che dopo tanti elogj , che ad esso so-
no stati meritamente tessuti (3) 9 il leggere que-
(3) Si hanno più estese, e ben rilevanti notizie dei
Conte Francesco Algarotti nelle Novelle Letterarie, nei
migliori Giornali d’Italia, ed oltramontani.* nella rac-
colta Vitae italorum illustriiun del Fabroni . Pisis 1X19' :
nell’ Elogio che fecegli il Conte Gi ovio Elogj Ita! - voi V.
nelle memorie del Conte Algarotti scritte dal Ch. Abate
Domenico Michelessi Ascolano: nel di lui elogio latino
del Ch. Vincenzo Cammillo Alberti: nel nuovo Diziona-
rio Istorico , ovvero Storia in Compendio . Bassano 1796.
d’onde abbiamo attinte le presenti sicure notizie.
ica Notizie
sto schizzo , pev così dire , delle sue lodi, che qui
aggiungere ardisco , non potrà avere altro pregio y
che quello della buona mia volontà, che è di sup-
plire in parte alla mancanza, non dirò del Fran-
cese Scrittore, ma dell’ Italiano GandelJini, al qua-
le superiormente agli altri doveano pur esser con-
ti i pregi di quest’ uomo , tanto benemerito e del-
la Letteratura , e delle Belle-Arti .
Venezia fu la Patria di Francesco Algarot-
ti , che non da volgare ed oscura , ma da civi-
le e ricca famiglia trasse i suoi natali il dì n.
Dicembre 1712. I suoi talenti principiarono a
svilupparsi, per così dire, nelle prime mosse , che
diede agli studj nella Patria istessa , dalla quale
non per mancanza di buoni institutori , ma per
genio dei parenti, che amavano fargli vedere la
Capitale del Mondo, se ne partì, seco portando
una volontà pronta, un’indole ingenua , ed il
desiderio di farsi grande . Colà forse principiò ad
assaporare un certo gusto per le Belle-Arti; poi-
ché ad ogni passo incontrandosi nei monumenti
e Greci, e Romani, riunivane il piacere coll’utile
dello studio, al quale indefesso attendeva. Ma se
una savia ed illuminata Filosofia non guida le
umane cognizioni , sono elle un nascosto, ed inu-
tile tesoro, che ne può fare veramente per se fe-
lice, ed utile agli altri, chine tiene inoperoso il
possedimento. Felici pertanto coloro, che dasavj
Genitori guidati possono essere al caso di appro-
fittarsi delle scienze, ed arrivare a proporzionare
la loro capacità agli studj, ed alle fatiche, che
jintrà prendono con metodo, per riescirvi con av-
vantaggio. L’ Algarotti fu da Roma diretto a
Bologna, acciò in quella celebre Università po*
degl’ Intagliatori . i o3
tesse attendere alle Scienze, ed imparare dagli
Uomini più celebri della medesima le Matte ma-
liche, la Fisica ^ l’Astronomia > l’Anatomia , e
vedere presenzialmente l’esperienze, che tanto
aveano contribuito al nuovo stabilimento delle
fisiche scoperte. In sei anni che vi si trattenne,
instancabile ed indefesso, non solo gareggiò con
i suoi condiscepoli , ma superiormente ad essi potè
dar saggj del suo profitto, e dispiegare i voli del
suo genio , che rapidamente passava dalPuna alPal-
tra cognizione con sorpresa, ed ammirazione di
tutti . Era nell’età di ventun’anno , quando risolvè
andare a Parigi _, e comporre la maggior parte del
suo Newtonianismo per le Dame . Chiunque ha
il bene di legger quest* opera y conosce le vaste
cognizioni ^ che in quella giovanile età avea sa-
puto acquistare Francesco Algarotti , degno disce-
polo deli’ Inglese filosofo Isacco Newton. Sappia-
mo intanto, che Mr. de Castera volle tradurre
Popera predetta in francese, e che quantunque
non vi riuscisse felicemente , pure allorché da
quella colta nazione fu letta , fu anche creduta , e
meritamente , degna di competere con la Pluralità
del Mondi del F ontanelle . Vi voleva una men-
te chiara, ed ingegnosa come quella delPAlga-
rotti per sapere riunire soavemente insieme Futi-
le, ed il dilettevole con le severe scoperte del
ridetto filosofo , e con le astruse mattematiche
sue dimostrazioni . Ma che non era bello sotto la
di lui penna ! Le opere sue mantengono sempre
proporzionatamente quel carattere, che era pro-
prio di lui cui era come un nuovo merito la
erudizioni scelta, ed abbondante. Ad ogni mo-
mento anelava conoscere degli Uomini ? e ren-
io4 Notizie
dersi a propria sua cognizione i diversi loro co-
stumi, e T indole delle diverse nazioni. Viaggiò
nelPlnghilterra , e nelPAlemagna , quando avea
già soggiornato lungamente nella Francia . Egli
era un’astro scintillante di chiara luce, che do-
vunque rnovea , aggiornava con la sua dottrina ,
con l’ingegno suo felice, col suo cuore ingenuo,
con la dignitosa benignità, ed affabilità, che
10 rendevano desideratissimo anche nelle corti dei
più illuminati Sovrani di quel tempo. Federigo
11 Grande , di cui possiam dire che crasi conci-
liato Pamicizia , oltre crearlo Cavaliere delP Ordi-
ne del merito , gli conferì il titolo di Conte , e
lo nominò suo Ciaraberlano . Il Re di Polonia lo
creò suo Consigliere intimo di guerra : la Regina
Gugdielmina d* Inghilterra amava godere dei suoi
colloqui; il Principe Ferdinando di Erunswik si
volle giovare de suoi consiglj ; e persino il Gran
Pontefice Benedetto XIV. carteggiò con esso , e
dimostrò a tutti Palta stima che facea del di lui
anerito singolare. In somma egli rendevasi la de-
lizia di tutti , e la sua dottrina era sincera co-
me il suo carattere . Erasi perciò conciliata anco-
ra P amicizia e la stima dei più saggj dell* età
sua, quali erano Poleni, Conti, Roberti, Betti-
nelli, Bianconi, Frugoni, Zannotti, Bernis , Mr.
de Clairant , Voltaire , Maupertuis , Harvey , Da-
vid Hume , Eulero, e delle illustri Dame la Du-
chessa d’Aiguillon, la Marchesa di Chastellet, la
Boccage, e Miledi Montaigu. Un uomo di que-
sto peso seppe equilibrarsi sempre ne’ suoi dove-
ri; e la Filosofia, della quale abusan sovente i
vani spiriti del secolo, non lo rendè mai meno
esatto nelle massime della Religione, che seppe
degl’ Intagliatori * 10S
conoscere, e mantenere ne'' suoi principi, e nei
doveri della vera, e sincera pietà. Incontrò in
Pisa nel dì Maggio 1764. coraggioso la mor-
te y e la incontrò da Cristiano Filosofo ^ e da
quelPuomo onorato, che era vissuto. Avea scel-
ta quella Città per ricuperare la sua salute che
giornalmente sentiva venir meno, e che formava
il desiderio di tutti coloro ^ che vantavan per
sorte di averlo conosciuto .
Potrebbe qualcuno persuadersi, che una cer-
ta vanità potesse oscurare il suo filosofico meri-
to ; poiché si mostrò desideroso che si erigesse
alla sua memoria un mausoleo , con 1* iscrizione
. ch/egli stesso avea tratta da Orazio .
HIC JACET algarottus
SED NON OMNIS
Ma in verità egli lo fece pe ’1 gusto singola*
re, che dimostrato avea sempre per le Belle-Arti,
le quali avean dato il tema ad una delle sue
opere , che forma la delizia dei Letterati. Fu
pertanto il suo Amico, il suo Mecenate Federigo
il Grande, che nel Campo Santo di Pisa , in mez-
zo a tanti illustri , e celebri Personaggj , fece in
suo nome , e a sue spese eseguirlo dal celebre
Architetto Carlo Bianconi , che vi riunì le se-
guenti parole , dettate da quell’Augusto Sovrano .
ALGAROTTO OVlDlf Ai MULO .
NEWTONI DISCIPULO .
. FEDERICUS MAGNU5
Le sue opere , nelle quali spicca sempre un
attico beilo, unito alla grazia, spirito e varietà
d'imagini, furono stampate in Livorno nel 1765.
in Vili. Tomi in 8. Tradotte in Francese nell'an-
no 1772. in Vili, volumi parimente in 8, ed in
ioó Notizie
Venezia. Troppo qui lungo sarebbe riesserne il
Catalogo ed analizzarle : molto più che var j in-
gegni hanno egregiamente ciò fatto; ond'è che
noi passiamo, rinnovando la protesta di aver sola-
mente accennati i suoi rarisnri pregj, a trattare
di altro soggetto .
ALIAMET (Francesco) , fratello minore di Gia-
como, di cui si discorrerà qui appresso. Nacque
in Abbeville nel 1734*., e chiamato dal genio
per le Belle-Arti , ed in particolare per la incisio-
ne, si portò a Parigi ^ ove di buon’ora principiò
ad intagliare alcuni soggetti pittorici . La volontà
poi di perfezionarsi in questa sua professione gli
fece intraprendere il viaggio per, P Inghilterra, e .
segnatamente per Londra , ove trovò R. Strange ,
sotto la di cui direzione mettendosi , migliorò il
suo stile. Il Sig. Barone d' Heinecke numera fra
gl* Intagliatori _, che hanno inciso da Boydell ,
Francesco Aliarnet immediatamente dopo Isaac
Taylor (Idée génér.fol. io3.). Mr. Basan ( secon-
da ediz.) ci fa sapere che nel 1789. trovavasi
questo Intagliatore in Londra . Abbiamo di suo
delle Vignette dei Ritratti ,, e dei fatti Storici ,
nei quali si scorge molta nettezza ed un buon
taglio sul rame. Ma parlando sinceramente, non
hanno esse quel gusto, che trovasi in quelle del
suo Fratello Giacomo, 'nè quel preciso disegno _,
che le caratterizzi. Non per questo non merita-
no di esser considerate , quelle che riferisce Mr. Ilu-
ber (Manuel école francai se Tom. 8.).
I. Ritratto del Visconte di Carlisle.
II. Ritratto della Contessa d’Ormond.
III. Mise. Prittchard , attrice, figura in piedi nella par-
te di Sigismunda , da Mi\ Pay7ie%
degl’ Intagliatort . 107
IV. Le Dr. Skarp , e molti altri ritratti per l’istoria
d’ Inghilterra di Dr. Smollet .
V. L’Adorazione dei Pastori, dal Caracci , gr • in foi .
in tr. incisa per Boydell.
Il Caiacci, di cui è la pittura, è Annibaie.
(Mr. Basan loco cit.)
VI. La Circoncisione, da Guido , gr. pezzo in ovato: .
inciso per Boydell .
VII. L’Annunziazione , Da le Moine , gran pezzo , sul
quale ha scritto il suo nome Frangois-Ger mairi Aliamet
gr • in fol. in tr.
Vili. S. Ignazio in ginocchio, e con le mani alzate
verso il Cielo, dal medesimo , marcato dallo stesso.
IX. Lapidazione di S. Stefano , da Eust. le Sueur , gr.
in fol. in tr. per Boydell .
X. Sacrifizio al Dio Pan, da Andrea Sacchi , gr. in
fol. in tr. ibid.
XI. L’Adulazione dei Cortigiani di Canuto il grande
repressa , da Pine . gr. in fol. in tr. ibid .
Mr. Basan riunisce insieme questi due pez-
zi XI. e XII., e ci dà il nome di Pinne > che è
Hoberto .
XII. La Resa di Calais a Eduardo 111. nel l34?. dal me-
desimo. Riscontro.
XIII. Le Bagnatriei , due pezzi col titolo. The Bathers
and Bathing . Da Watteau in 4.
XIV. Serie di figure Chinesi in sei gran pezzi , da
Pillement . gr. in fol in tr.
ALIAMET (Giacomo) , Fratello maggiore di
Francesco, ebbe i suoi natali in Abbeville nell’an-
no 1727.» quantunque Mr. Basan lo metta nato
nel 1728. Trovasi rammentato dal pre lodato Hei-
necke ( loco cit. fol. 63.) nella raccolta di Stam-
pe dei più celebri Quadri della Galleria di Dre-
sda Volume I. 1753. e Volume secondo 1757.
grande in fol. Questi quadri tratti dai più bra-
vi disegnatori, furono incisi per opera degli Ar-
tisti di diversi luoghi , fra i quali evvi Giaco-
io8 Notizie
mo Aliamet y di cui presentemente si tratta .
Avendo pertanto questo bravo Intagliatore spie-
gato un certo particolar genio per quest'arte, si
mise ad incidere delle Vignette, per servire di or-
namento ai libri . Qui incominciò a farsi nome ,
secondo scrive Mr. Watelet^ e se lo accrebbe
con quelle belle Stampe che intagliò con molta
maestria del celebre Vernet, e fu ammesso, secon-
do scrive Mr. Basan (nella seconda ediz.) , all’Ac-
cademia delle Bel le- Arti di Parigi nel 1760. Non
contento ancora di se, si diede a perfezionare la
maniera della punta secca , che credesi ritrovasse
le Bos suo Maestro . Egli ha dimostrato a quelli ,
che sarebbero venuti in appresso 9 che con la
punta possono farsi molte cose, e che se per lo
innanzi avean con l’acqua forte gli Artisti ope-
rato in luoghi i piu difficili 9 la punta avrebbe
saputo riandare , ed emendare il predetto corro-
sivo. Infatti la sua maniera d* intagliare è dolce,
il suo bulino conserva la forza dei tocchi , e gl’im-
pronta con aggiustatezza . Il Milizia, come vedem-
mo, asserisce , che ALDAMET aborriva le Stampe
nere , paragonandole agli Strioni ; ma egli , quan-
tunque critico acerrimo , non ha ben letto o non
ha avvertito al nome, ed in vece di ALI\MET,
di cui parliamo, se n’ è creato un ÀLDAMET,
che non sappiamo ch'esista- Gombina poi che
Aliamet fosse nemico delle Stampe cariche di
nero_, paragonando il risalto di queste alla re-
cita di quegli attori, che si allontanano dalla
natura^ gridano, e si contorcono sul Teatro per
acquistarsi gli applausi della moltitudine . Non
sappiamo di più intorno alla sua vita^ la quale
lini a Parigi nel 1783. Le Stampe, che di lui
degl’ Intagliatori . 1 09
ha riferite Huber ( Manuel ec. loco cit ) consi-
stono nella maggior parte in Paesaggi, *n Mari-
ne, ed anche in altro genere come vederassi .
J Paesaggio con Animali d’ogni specie, e figure di
Uomini, da Berghem , per la Galleria di Dresda , gr.
in fol.
Mr. Basan non lo dice Paesaggio, ma Bui-
na , ed aggiunge , che si trova nel primo volu-
me della Galleria di Dresda , nel che parmi con-
venga col Barone di Heinecke qui sopra citato,
II. L’Antico Porto di Genova, ricco Paesaggio, dal
medesimo , gr. infoi, in tr.
Mr. Basan dice , che vi si vede anche il ri-
scatto degli Schiavi , ed è in due gran pezzi .
III. TI Ris atto dello Schiavo, ricco paesaggio , ddt
medesimo , della stessa grandezza .
IV. Gran Caccia di Cervi , bel paesaggio , dallo stesso,
gr. in fol. in tr.
V La Fornace da Mattoni, dal medesimo , in fol. intr .
VI. L’Incontro di due Borghigiane, dello stesso , irt
fol. in tr.
VII. L’ Abbeveratolo Campestre, dal medesimo , in
fol. in tr.
Vili. 1 Piaceri del Villaggio , dallo stesso , in fol. in tr.
IX. Fermata Spagnuola, da JVou'wermansy gr. in foh in tr.
X. Guardia Avanzata degli Ulani, dallo stesso , gr.
in fol. in tr.
XI. Il Levar della Luna, da A. Van der Neer , in
fol. in tr.
Il suo riscontro è la Luna nascosta inta-
gliata da Zingg.
X II. Veduta di Boom sul Rupel , a bel lume di Luna,
dal medesimo , gr. in fol. in tr.
XIII. Prima, e seconda veduta del Ponte dell’Arche , da
Filippo Hackert , due pezzi , gr. in fol. in tr.
XIV. Prima, c seconda parte del Giardino di Villette,
da Giovanni Hackert in due pezzi , pie. in fol. in tr.
XV. I Divertimenti dell’Inverno, da Adriano Van
del Velde , in fol. in tr.
no Notizie
XVI. Tempo Burascoso , da Vernet , in fol. in tr.
XVII. Tempo di Nebbia, dallo stesso. Riscontro.
XVlll. Le Italiane faticanti, dallo stesso , gr. in fol.
in tr.
XIX. L'Incendio di un Porto in tempo di notte, dal
medesimo , tre gr. pei,, in fol. in tr.
XX. Prima, e seconda veduta della levata del Sole , dal
medesimo % due pezzi gr. infoi . in tr.
XXI. Prima, e seconda veduta di Marsilia, dal me*
desimo , due pezzi gr. in fol.
XXII. Due Marine, i Pescatori alla Lenza, il ritorno
dalla Pesca.
XX111. Le Quattro parti del Giorno.
I. La Mattina.
2- Il Mezzo Giorno.
3. La Sera.
4. La Notte, dal medesimo 4. pezzi gr. in fol.
XXIV. La Partenza per la Tregenda ; l’Arrivo alla
Tregenda , da Teniers , due pezzi infoi.
XXV. La Nascita di Venere, da Stefano Jeaurat, infoi.
XXVI. La Piazza Maubert , dal medesimo , gr. in fol.
in tr.
XXV111. La Piazza dei Mercati, dal medesimo , gr. in
fol. in tr.
XXV111. Due delle sedici Battaglie dei Chinesi inta-
gliate da Aiiamet sotto la direzione di Gochin .
Il predetto Mr. Basan ( seconda ediz. ) ri-
porta il saggio in una Stampina di Giacomo Alia-
met, che incise da Ch. Eisen , in cui rappresen-
tasi il Marchese di Monfort, che porta una spa-
da al Padre della sua Metressa la Marchesa de
Longon, e P impegna a difendersi contro cqrti
Assassini. Secondo questo saggio, dimostra che Una
delle più belle Stampe di Giacomo era sfuggita a
Mr. Ubert, il quale sembraci che non ne abbia
vedute anche delle altre, asserendo il precitato
Me. Basan, che questo Artista incise altri pezzi di
diversi Pittori da Cochin} Eisen , Gravelot .
dfg l’ Intagliatoci . nt
ALTBERTI < Giuseppe ), Pittore del Re di Sar-
degna ^ incise nel 1760. quattro Medaglioni^ Vi-
gnette^ e Lettere iniziali che si trovano nel
Volarne delle feste date all’occasione dello spo-
salizio di quel Principe ( Mr . Basan seconda ediz.)
Posto che Giovan Carlo Aliberti di Asti^
nato nei 1680. e morto circa il 1740.^ come av-
verte il Ch. Lanzi ( Tom. II. Par. II. fol . 389.)
coll'autorità del Padre della Valle, questo, di cui
si parla, dee essere il di lui figlio Abate Aliberti
che nel tingere non va esente da quel verdagno -
Zo , che era allora in voga in Italia (Lanzi loc.
cit. fol. 382.) In Torino la S. Famiglia da lui
dipinta nella Chiesa del Carmine fa però una
buona comparsa .
ALIPRAND1 (Giacomo) del quale fa men-
zione il Ch. Sig. Gamba ( Catal. degli Artisti
B as sane si vìventi . Bussano 1807. Scuola Ro-
mana), dicendo , ch’egli soggiorna in Livorno, e
portando di esso un opera da lui fatta soggiun-
ge „ Manca ora in Patria un opera di quest’ot-
timo nostro giovane , il quale fra le indigenze ,
e gli stenti pur seppe strascinarsi ansino a Roma,
dove fu educato all' incisione dal Sig. Folo . Da
qualche anno egli passò a stabilirsi in Livorno 9
e quivi sostiene co’ suoi lavori la reputazione del-
la Calcografia Wagner „ .
Bacco, e Arianna, disegno a lapis.
ALIX (Giovanni) , nato a Parigi nel 16 1 5.,
fu discepolo di Champagne ; ed ha intagliato per
suo passatempo una S. Famiglia da Rajfael di
Urbino ( Mr. Basan seconda ediz.)
ALIX ( ), nato in Honfleur nel 1752. ^ al-
lievo di le BaSj ha ottimamente inciso dei Pae-
ii % Notizie
sasgj, delle Marine; e stava nel 1789., quando
scriveva Mr. Basan la sua seconda Edizione, in-
tagliando le gran vedute dei Porti della Spagna,
e del Portogallo dai disegni di Noel , della me-
desima grandezza dei Porti della Francia , da
Fernet .
ALLARD ( Antonio ) Trovasi rammentato da
Mr. Basan ( seconda ediz. ), ed avverte che in-
cideva nel 1696. molte vedute delle Città della
Frisia, varj Pezzi in tr., e diversi Paesaggi al na-
turale .
ALLEGRATN (Stefano) , nato in Parigi udran-
no i645. Attese a dipingere i Paesaggi, e vi si
diportò con tanta esattezza , che PAccademia Rea-
le di Pittura l’arruolò fra gli altri suoi membri .
Ne intagliò anche alquanti ad acquafòrte , i quali
dimostrano , ch'egli avea gran desiderio di potervi
xiescire , ma che in realtà non era questa la prin-
cipale sua professione. Campò sano, e robusto
lino all’età di 91. anno, avendo cessato di vive-
re nel 1736. sempre attendendo al suo onorato
mestiere. Fu Padre del celebre Scultore Allegrain
(Mr. Basan seconda ediz.)
ALLEGRI (Antonio), Vedi il Gandellini , che
quasi nulla o poco dicendo di questo illustre Ar-
tista, ci ha riserbato la notizia soltanto, ch’egli
intagliò alquante delle proprie sue opere. Non
volendo mancare totalmente alle notizie di esso ,
che il Gli. Mengs ed altri ci hanno sommini-
strato , dirò primieramente col medesimo Mengs
(Tom. *27. fol. 187. e seg . , e nelle riflessio-
ni alla vita del Correggio loc cit. fol. 190.).
Le notizie che abbiamo della Vita del grande , e
grazioso Correggio sono molto poche , confuse 9 e
dfgl’ Tntagliatori . I I 3
contr a (littorie ; ne i Letterati , ne i Pittori , che
hanno scritto Vite degli Artisti , gli han fatta,
quella giustizia , che meritava , mentre egli era
degno , che qualcuno si prendesse la cura d’ in-
formarsi bene delle circostanze di un uomo y
cui la nebil arte della Pittura dee tanto . Or
dunque dopo tutta, questa narrativa dello Scrit-
tore, e Pittore di S. M. Cattolica Carlo III., sem-
bra che il Gandellini , che dice nato Antonio Al-
legri o Lieto da Correggio nel i494*> dia phi
nel segno di alcuni che riferiscono ch’egli nac-
que nel i4qo. Imperciocché nelP Epitaffio posto-
gli nella Chiesa dei PP. Minori Conventuali di
S. Francesco in Correggio ^ leggesi (come riferi-
sce l’Annotatore del Vasari Tom. 5. fol. io 6.
che lo pone seppellito in Chiesa dei medesimi
Frati, quantunque il P. Orlandi nel suo Abeceda-
rio avesse scritto che non in Chiesa y ma nei
Chiostri ebbe onorevole sepoltura ^ e memoria nel
sepolcro dei suoi maggiori ) .
d. o.
ANTONIO ALLEGRI CIVI
VULGO IL CORREGGIO
ARTE PIGTURAE HABITU PIETATIS
EXIMIO
MONUM. HOC POSUIT
H1ER. CONTI CONGIVIS
SICCINE SEPARAS AMARA MORS ?
OBIIT ANNO AETAT. XL. SAL. MDXXXlW
Se dunque mori nell’anno indicato, il dì 5.
Marzo ( Tiraboschi Notizie dei Pittori Mode-
na 17G6. fol . 86,)-, e contava quarantanni sol-
Tom. V* 8
ii4 Notizie
tanto delPetà sua, nacque certamente nel 1 494-
Semhra però che il P. della Valle nel Supplemen-
to alla Vita di Antonio da Correggio (Vasari T. 5.
fol. iti.) abbia caricato troppo il Mengs, che
dubbioso ivi parla; facendolo dire, senza riserva,
che riferisce la sua nascita intorno al 1490. Il
Mengs dubitò bensì, che la sua Patria fosse Cor-
reggio, o un Villaggio vicino a Correggio: men-
tre il Gandellini assolutamente lo fa nàscere in un
luoghetto vicino a Correggio , e semb.a che dica
il vero: molto più, che il Cav. Niccolò Uleughles
( riportato da Monsig. Bottari Tom. 5. foLgi.)
nelle note al Dialogo del Dolce, dal suddetto
Sig. Cav. tradotte in francese , cosi scrive a c. 2^4*
Antonio Lieto non era di Correggio , ma da un
piccolo luoghetto vicino , ove mi son portato per
curiosità .
Non è poi tanto certo , che Antonio da Correg-
gio non si portasse a Roma, come il Gandellini,
su la scorta di altri Scrittori, apertamente asse-
risce . Primieramente il non sapersi, scrive il
Mengs, se egli andasse a Roma, non prova eli egli
non vi sia stato , poiché frequentemente vediamo ,
che di molti non si sa quello, che han fatto finche
non hanno acquistata una certa reputazione ; e
ordinariamente 'si soglion conoscere in Roma
soltanto quei Professori , che vi lavorano , e non
quelli , che cotne forestieri vi vanno col solo fine
di studiare Il prelodato Sig. Tiraboschi riportato
dal P. della Valle (loco cit.) si tiene dalla parte
negativa, e produce delle ragioni tali, che sem-
bra debba sospendersi da un,uom di senno il giu-
dizio. E prima di esso, se pur non erro, avealo
avvertito anche Monsig. Bottari ( Vasari Tom* 5.
degl* Intagliatori . u5
fol. 93. in not.) confutando il P Resta. (■ Par-
naso dei Pittori a c. 65.). E' bellissima un’ an-
notazione del Gh. Ab. Lanzi ( Stor. Pitt. Tom. 2,.
P. r. fol. 3o4*)^ che dopo aver descritta la gran
Cupola, in cui dipinse il Correggio PAscensione y
parla con questi precisi termini: Notisi, che al -
cuìm dilettanti persuasi della gita del Correggio
a Roma , han preso argomento da certe figure di
quel Giudizio imitate da IV Allegri prima che
Michelangelo le dipingesse . E che forse F imitar
Pantico porta per necessità assoluta d-andare a
Roma? Tiziano, e il Tintoretto fecero colfajuto
de^ gessi più che altri , che disegnarono Statue.
Egli potea conoscer Pantico dai precettile dagli
studj del suo Maestro. Ne e già vero , scrive
Wmchelman (Stor. delle Arti del Disegno Lib. 1.
c. 3.) , siccome comunemente credesi , che il Cor-
reggio siasi tanto avanzato nelVarte del dipin -
gere senza conoscere le opere antiche ; impercioc-
ché conosce vale il Maestro suo Andrea Mante -
gnaì di cui mano sono alcuni disegni di an-
tiche statue , compresi nella raccolta del Museo
del Signor Card. Alessandro Albani , passata al
He d' Inghilterra ; e perche appunto il Mante-
gna era conoscitore dell’ antichità , F elidano gli
dedi co una collezione di antiche iscrizioni , come
riferisce Bnrmanno il Seniore .
Non è nemmeno sicuro il Gandellini, quando
asserisce che il Correggio non istudiasse Pantico .
IlWinkelman (Lib. 1. cap. ni. §. 22 Tom. i.
ediz. Rom.) è persuaso , dice il Padre della Valle
(loco citat. fol. in no.t.) che il Correggio ab-
bia fatto studio delle opere antiche siccome lo
fece il Mantegna Maestro suo , di mqno del
tifi N O T I Z T F
quale erarìò alcuni diségni di Statue antiche nel
Museo del Card. Alessandro Albani , i qua i pas-
sarono in quello del Re d' Inghilterra : e perchè
appurifo il Mantegna era conoscitore delle anti-
chità , F elidano gli dedicò una Collezione di
antiche iscrizioni , còme riferisce Burmanno Se -
ttiorè .... Non si neghi al Sig Bracci ( Dis-
Sèrt. Sòprà uri Clipeo Votivo), che il Correggio
studiasse moltó la natura , e ne copiasse i bei
Putti , e lè Vezzóse Donne : ma chi potrà affer-
mare ch’egli non i studiasse anche sopra le sta-
tue antiche? Óltre a che, ciò si vede in alcune
sue òpetè , questo studio era così universale a
quel tèmpo , che pareva agli artefici tutti di noli
nieyttarìi uh luogo distinto nella Professione sen
za di essó . A me sembra una vera questione in*
concludènte, la quale trovo sciolta nel momento,
Che ài Rifletta, altro essere il dire che Correggio
andasse a, Roma , altro, che studiasse l’antico.
Se non vide l’antico come si può vedere a Roma ,
Vavrà veduto torhe si può vedere a Modena , o
tb Parma : à un gran talènto basta vedere la
mostra di una cosa , per suscitargli V idea di
quel che dèe essere .
Un'àltrò abbagliò ^ per quello che sembrami,
prelude il Gandòllini , asserendo, che il Correggio
intagliò alquante delle suè Opere . Or mi farei
ad interrogarlo : quali fossero queste opere che
j 1 celebre pittóre intagliò , e dove le fossero?
Ma mi rende avvertito il silenzio degli Scrit-
tori ^ dal quale indur si può, che non mai egli
intagliasse nè in rame ^ nò in légno . Trovò
bensì che il Mertgs ( lóù . òit.fol. i40-) * dopo che
ha dichiarato i maestri , dai quali Còrreggio im*
DEGL* INTAGLIATORI . *17
paro a dipingere, soggiunge: Dovette anche stu-
diare V Architettura , come sì vede dalle sue opere ,
e vi acquistò un gusto bello , e grandioso ; e se-
condo il Lodevol costume di quel tempo si applicò
altresì alla Scultura , ma io non so se giungesse
a maneggiare lo scalpello nel marmo . E’ certo
solamente ch’egli oltre la Pittura lavorasse di
Plastica, e di Stucco, conservandosi tuttavia in
Modena nella Chiesa di S. Margherita una De-
posizione di ' ntonio Beganel li Scultore Modenese,
grand’amico di Correggio, il quale vi fece di sua
mano tre figure. Sono queste le arti che riuni-
va il Pittore egregio ; e non mai P incisione , o
T intaglio in rame , ed in legno II Sig. Barone
di Hein eolie toglie affatto qualunque dubbio ,
poiché nella sua opera (Idée generale di line Col -
lection fol. iai.) trattando della Scuola Italiana,
nella Collezione di Dresda , scrive: L'opera di
questo Artista (Correggio) è una delle piu belle ,
e delle più ricche di questa Collezione . Marolles
pretende , che il Correggio abbia inciso da se stes-
so una parte delle sue opere ; ma è questo un
vero errore .
Dopo avere ciò avvertito , dirò col P. Or-
landi ( Abecedario Pittorico ) , che la natura nel
Correggio superò Parte, ed i maestri suoi Fra-
vi , e Mantegna , e lo constituì in poco tem-
po P esemplare delle belle idee, delle bocche ri-
denti , dei vaghi colori , dei dorati capelli , dei
scorci stupendi, delle pieghe andanti, delle biz-
zarre invenzioni, e dei fondati componimenti, i
quali dai Pittori passati, e dai venturi furono e
saranno sempre ammirati , studiati, ed imitati , sin-
ché dureranno le nobilissime cupole del Duomo,
ii8 Notizie
e di S. Giovai! ni di Parma, i dipinti in Modena,
in Reggio, in Mantova, e nelle più famose Gal-
lerie del mondo che a prezzi esorbitantissimi cer-
cano l’opere sue. Chi desidera sapere appieno le
gesta e le opere di questo tanto meritamente ri-
nomato Artista _, potrà vedere il Vasari, ed i suoi
Annotatori nelP edizione Sanese, che qui sopra
citai ; il Mengs_, il Tiraboschi 9 e l\J,b. Lanzi,
egualmente da me riferiti .
Quindi non essendo il mio principale scopo
trattare delle vite dei Pittori, che non hanno in-
tagliato , o in rame , o in legno , passerò a ricer-
care altro soggetto, che in quest’arte si possa es-
sere esercitato .
ALLEGRINI (Giuseppe) > Intagliatore moder-
no Italiano ( Basan sec ediz ) , che lavorava
nel 1746. diversi soggetti da differenti Pittori.
ALLEGRINI (Francesco) , Disegnatore, ed In-
tagliatore, di cui vedesi una quantità di ritratti
dallo Zocchi ed altri, e diversi soggetti incisi ver-
so la metà del secolo XVIII. ( Basan sec. ediz.) .
Questo Scrittore però si è tenuto troppo alla gene-
rale dicendolo Italiano solamente, senza indicarne
la patria; talché potrebhesi confondere con altro
Francesco di questo cognome medesimo, che era
di Gubbio, scolare del Gav. d A pino , lodato dal
Cav. Ratti per varj lucori a fresco fatti in Sa-
vona al Duomo e in casa Gavotti 9 e per altri
in casa Durazzo y ove si ammira specialmente
la freschezza del colorito , eia perìzia del sotto
in sii. Ed* è lodato anche dal Baldi nuoci per
lavori simili in casa Panfili . Egli morì secondo
il P. Orlandi (Abecedarìo Pit.) nel i663. di 76.
anni. Si può vedere il Ch. Ab. Lanzi (Stor. Pit .
DEGL4 5 INTAGLIATORI . I 19
Tom. I. fól. 457.). Questi però non sembra che
fosse Incisore in conto alcuno; poiché l’ erudi-
tissimo Sig. Sebastiano Ranghiasci , particolare
inio amico, nell* Elenco dei Professori Eugubini
nell5 arte del disegno, inserito dal Padre deila
Valle alla fine del Toni IV. delle Vite del Va-
sari, nomina Francesco Allegrini come eccellen-
te nel dipinger battaglie , riportandosi in tutto
alPAbecedario , già qui sopra citato.
Il nostro Gandellini, quantunque abbia omes-
so di ricordarci Giuseppe Allegrini, come inta-
gliatore^ ci ha detto, che Francesco Allegrini era
Fiorentino, con altre più particolari, e precise
notizie, come i 100. ritratti della Famiglia dei
Medici, coll’Albero genealogico di detta Serenis-
sima , e sempre benemerita Famiglia ; i ritratti de-
gli Uomini Illustri della Toscana , e il Simulacro di
S. Francesco di Assisi detto delPAlberino (4)^
presso le mura di Siena .
(4) Avvi nella Città di Siena una tradizione costante,
che S. Francesco , avendo ottenuto vicino alle di lei mura
nella Collina di Ravacciano un piccolo abituro nel 1212.,
tornandovi nel 1225. piantasse ivi in terra la sera il suo
Bastone, che crebbe nella mattina seguente in Elee ver-
deggiante, e coll’andare del tempo fu detto l’Alberino.
Basterà avvertire il Cortese Leggitore , che nell’Archi-
vio delle Riformagioni di Siena nel Constituto segnato
di numero Vii. an. MCCLXXX1X. a fol. II. leggesi.
Jtem statut. et ordin. est quod ad honorem Dei , et
B . Francisci et SS. Philippi , et Jacobi, et ad re forma -
tionem Ecclesie de Ravacciano in qua olim stetit B Fran~
ciscus , Fratres qui ibi morantur habeant &c. prò con -
struttone Domus cujusdam quam ibi edificatiti' XV lib •
denarior ■ Esiste ancora nell’Archivio del Convento dei
Minori Conventuali di Siena la donazione dei terreno
220 Notizie
Nella mia Raccolta di Disegni trovasi Pori-
ginaie, che l’Allegrini ad acquarello ritrasse dal-
la medesima Statua .
che circondava quest' Albero , fatta da un certo Domerà -
co Spuntoncini de Populo S. Petri de Ovile de Setds
Nanni Ghini S indico , et Procuratori Ccmventus Fu z-
trum Minorimi . . . . medietatem per indiviso loci Re -
gularis de Raifacciano prope Se/ias , ubi B- Franai-
scus cum suis Fratribus moram , traxìt in quo loco est
quedani Arbor , scilicet Ilex , que publice dicitur Arbor
S. Francisci .... Borsa Test. n. 25. tfog. Ja .oh is de
Vgolinellis de Luca fmp. auct. J itdex ord . et nat. anno
Nativ. Domini trecentesimo octavo decimo Indinone se-
cunda die 25. tnensis Septembr. ,, S. Caterina da Siena nei
suoi Dialoghi mss. ili pergam. fol. 119. Questi , dice,
eran veri Ortolani , i quali con sollecitudine cavavano
le spine dai peccati mortali , e piantavano odorifere pian-
te di virtù , non già nella Terra , come Francesco fece
del suo Bastone , ma nello spirito. Tralascio di riportare
l’autorità degli Storici Francescani , e la serie dei Custo-
di di questo luogo, che furono sempre Frati Minori Con-
ventuali , come apparisce dal Lib. Nero , esistente nel det-
to Archivio. Questo fatto è dipinto nel Palazzo della
Signoria di Siena dalla Scuola del Rustichino, e sotto vi
si legge, Agrestem Baculum virentem vertit in Ilicern
D Pranciscus . An. D. MCCXXV. E nella Chiesa dei sud-
detti Religiosi in Siena leggesi la seguente iscrizione
D. O. M.
VIDUA MUNDO SED SPOSSATA COELO
ADHUC VÌVENS MORTIS MEMOR
MARCAR1TA B1LLO’ NOB. SENEN.
SERAFICI PATRIS FRANCISCI DIVO ITOMI INNIXÀ
UT QUOTIDIE ET IN PERl’FTUUM IN EIU8DEM AEDItlULA
PROPE SENAS
UBI SANCTUS BACULUM IN TERRAM F1XTT
ET MIRaCULOSE
IN ARBOREM CREV1T
1TSIUS TANTI PATIIIS FILIl MINOlUTAE CONVENTUALE^
dfgl* Intagliatori m
ÀLLER (Abramo), Intagliatore in legno nel i 526.
Incise un gran numero di ligure per 1’ opera di
Gringord , e di Giovanni di Anton . La Tipogra-
CIV1TATIS SENARUM
SACRUM F'ACERENT
FUNDUM ELARGITA EST
CUM RECADUG1TATE
AD DIVAE MARI AE DE PROVE33ZANO OOKTR AFACIEWTIBUS
P. P.
UT LATIUS IN ISTRUMENT. SUB ROG.
SER FRANCISCI CORAZZI
IV. KAL. MAll MDCIL.
Angelo Cardi dell' Albero di S. Francesco Ragiona-
menti Accademici del Massiccio Filomato , Siena. IÓ22.
in 8. confessa aver presso di se una medaglia di Bronzo ,
nel diritto della quale vi è una mano stimatizzata che
pianta quest’Albero con intorno: Et foliuni ejus non de-
fiuet , e nel rovescio: Divo Francisco . Confessa ancora
fol. 6*2. che vi sono delle carte stampate in Fiandra, in
Parigi-, ed in Siena, che rappresentano questo fatto. H
P. Lodovico Felix diede alla Luce , Scipio divi Francisci
Siena 1 6*^5- in 12- e di nuovo in Roma IÓ7 6. in 12. or-
nato di quattro stampe rappresentanti 1’ avvenimento , ed
il luogo ove il fatto indicato accadde . Vedesi anche un
altro libretto in 12- Ristretto dell ’ origine del Legno di
S. Francesco , e dedicato alla Serenissima Altezza Fit-
toria Granduchessa della Toscana, S.iena IÓ82. , ed un
altro Ristretto d’ un Anonimo. Siena 1222. in 12. Se nel 1 3 1 8 •
pubblica era la tradizione che fosse ivi l’Albero piantato
da S. Francesco, convien dire , che non principiasse elianti
secolo XV. come i PP. Bollandoti affermano, Act. SS. meus.
Oct. Tom. 2. fol. 629. num. 489. edit. Antuerp ., ma che
iìn dal secolo Xlll. fosse costantemente riconosciuto come
del Santo, rpiae publice dicitur Arbor divi Frarcisci . Per
questo luogo deil’Albevo dipinse nel l3pó. una Tavola sul
gusto del S. Bas iano , che avea dipinto per S. Martino , An-
drea Vanni*. Anche al presente vesleei ivi un altro qua»
i22> Notizie
fia chiamò spesso in soccorso gli ornamenti, che
potea somministrargli l’incisione.
dro della Scuola di Simone da Siena , e nella piccola Chie-
suola sonovi effigiati i fatti del Santo mentre ivi dimo-
rava. Sono le dette Pitture di Astolfo Petrazzi . Sull’ar-
chitrave della Porta d ingresso vi è lo stemma di S. Fran-
cesco scolpita in marmo da Francesco di Giorgio , che vien
coperta dall’arme dei Sovrani della Toscana , che sempre
la tennero sotto la loro protezione . Sopra l’arco dell’an-
tiporto vi è dipinto a fresco da Rutilio Manetti il Santo
in atto di piantare il detto Albero, e vi si vede il suo
Compagno che dorme , con un Pastore in una bella cam-
pagna dormiente anch’esso: sotto vi si legge:
ANGUSTUM HOC DOMIGILIUM QUOD PATKIARCHA
FRANGISCUS
INTER IPSA ORDÌ NIS SUI PRIMORDTA
PLURIBUS PRODIGI IS PR^ESENS ILI.USTKAVIT
QUORUM ILLUD ADHUC EXT AT PROXIMA ILEX EX ARIDO
E1US BACULO
HUMI DEFIXO REPENTE ENAtA
NIC TANTÀRUM kerum memoria interi ret a.mdclxxv
ARA STATUAQ. POSlTA GRAVISSIMA COEREMONIA
honestAtum
MDCCLVI IN FlRMlOREIM ELEGANT l.OREMQ. FORMAM
REDACTUM
APP. MlN.CONVENTUAIi. PR JM1S PERPETUISQ GUSTOD1BUS
VEN EH ABUNDUS INGREDITOR.
La prima Pianta di questo Albero, che avea la circonfe-
renza di dodici Braccia , fu difesa con la scomunica fulmi-
nata contro coloro che ardissero toccarla di Monsig. Cam-
millo Borghesi nel lóro. Ella poi venne meno , e fu tra-
sportata nella Chiesa di S. Francesco di Siena , da cui fu-
rono tratte delle Statue, fra le quali son celebri quelle
mandate in Germania da Maria Maddalena Arciduchessa
d’Austria, Gran Duchessa di Toscana: una trasportati in
Francia dalla V. Passitea Crogi : il Conce Wenceslao Weis-
senvvolf ne trasporcò una neli’ Austria .* altra nella Boe-
DFGL* tNfTAGLIATORr . ia3
ALLESSÀNDRO (Innocente) Vedi Alessandro.
ALLET (Giovctn Carlo). Molti hanno parlato
di due Allet, ingannati dal doppio nome del
presente, che qualche volta si è detto solamente
Carlo, e qualche altra volta si è scritto Giovali
Carlo . Ma in realtà è il medesimo , poiché il
taglio, i tratti, e l’esecuzione sono i medesi-
mi , e per tutto si riconosce la stessa maniera .
D’altronde e dell’uno e dell’altro si conosce la
medesima Patria, e . I’ epoca dei lavori , come
quella della nascita. Quindi, senza tema di erra-
re , può dirsi, che Giovan Carlo ALLET (che
Alet anche leggesi nell’ Indice del de Rossi ; è lo
stesso, che Carlo, il quale ebbe i suoi natali in
Parigi verso il 1668. Possedeva con molta prati-
ca il disegno, e non si era contentato della Scuo-
la sua nazionale , ma volle conoscere l’ Italia , ed
ivi perfezionarsi . Me. Basan {seconda ediz.) asse-
risce che la maggior parte delle opere da lui
incise sono propriamente disegnate da lui stesso.
Fra i ritratti, che dice aver veduto di questo
mia la portò Francesco Antonio Conte di Hollevveil:
nella Spagna Moniùg. Suario , allora Inquisitore in quel
Regno- li Card. Francesco Maria Tarugi regalò una tazza
fatta da quest’Albero a Clemente Vili. , nella quale solea
bere. Per tutta l’Italia trovansi sparse Statue del Leccio
predetto , fra le quali è celebre quella che si venera nella
Chiesa del detto Alberino , scolpita di tutto rilievo da Pie-
tro Montini Sànese nel 1620. ; trasportata solennemente in
Processione per la Città di Siena nella Domenica in Albis
del 1768., nella quale occasione l’Allegrini la incise in
rame. Il Rampollo della prima pianta , che fin dal MCCC.
vedevasi , e che è rimasto al presente, ha la circonferen-
za di braccia 1*2. Tanto sia detto per schiarimento di
questa Stampa , che qui citata si trova , a chi bramasse aver-
ne qualche contezza.
1*4 N O T I z f E
Jn tagliatore, rammenta quello di Alessandro Vili,
fatto nel 1695. Qui si fermò , ed esegui tutti i
suoi lavori , attenendosi allo stile di Cornelio
Bloemaert . Ma se il suo disegno viene riconosciu-
to esatto , il suo taglio però non potè arrivare
giammai quello delPesem piare , che erasi con tut-
ta ragione prefìsso . Credesi che morisse in Ro-
ma , ma non si sa precisamente Tanno, se non
che dalTepoclie dei Ritratti intagliati da lui sap-
piamo, che di ventidue anni già incideva, e che
nel 1712. quarantesimoquarto delTetà sua lavo-
rava ancora . Il Gandellini dice, che fino al 1703,
seguitò ad intagliare; ma egli non conobbe il ri-
tratto di Andrea Pozzi, ch’è del 1712. come Mr,
Huber non vide il S. Bruitone fondatore dei Cer-
tosini, e le Rime in onor di Maria di NeraLco
Pastor Arcade (ediz. in Roma 1789. in o.) orna-
te di stampe, nelle quali sono d» suo:
11 frontespizio , da Saverio Scilla .
La prima finale , che è un Angelo in aria
col giglio di sua invenzione .
La Vergine che supplica Gesù Cristo in glo-
ria per la salute del mondo , e sotto vi è il Glo-
bo sostenuto da due Angeli , dal medesimo .
La Vergine’ su le nuvole col S. Bambino in
braccio , che ha in mano i fulmini con i quali
scaccia il Lucifero, dal medesimo.
Questo libro è anche presso di me.
I. Ritratto di Andrea Pozzo Gesuita , ed Architet-
to 17 112- infoi.
II. 11 Cardinale Luigi Amadei dipinto da Gio. Maria
Morandi 1690. in fol.
III. * erdinando Carlo Gonzaga , Duca di Mantova , da
Antonio Lasma , in fol.
IV. Papa Alessandro Vili, per una dedica dal disegno
del Calandrucci. G. C. Allet se. llonuie l(5p5. in fol.
DEGL* TnTAGLIATOR! . I2l5
V. S. Luigi Gonzaga Gesuita , in ovato in 2J.
VI. S Ignazio, da Pietro Lucatelli , in ovato in 4*
VARJ SOGGETTI DI DIVOZIONE,
E DELLA BIBBIA.
VII. La Concezione della Vergine , da Andrea Pozzo *
in ovato in 8.
Vili. La Natività, ossia l’Adorazione dei Pastori , dal
Pesarese sul disegno di Pietro de Petris , gr. in fol.
IX. La Madonna, e S. Giuseppe che adorano ii Bam-
bino nel Presepio, dallo stesso in foi.
X. 11 Salvatore condotto alla presenza di Pilato , dallo
stesso in 4.
XI. Anania, che restituisce la vista a S. Paolo , dal qua-
dro di Pietro da Cortona nella Chiesa dei Cappuccini di
Roma , in fol.
Questo è uno dei più bei pezzi del Berret-
tini, ohe regge al confronto del S. Michele Ar-
chan^elo di Guido.
XII. La Visione di S. Paolo, dallo stesso quadro della
medesima Chiesa, in fol.
XIII. Morte di un Santo assistito da Maria Vergine ,
da S. Giuseppe, e da S. Francesco Saverio, da Lucatei -
lì , in fol.
XIV. Morte di S. Scanislao Kostka , dalla scultura di
P. le Gros. Joan. Carolus Allet del. et se., in fol. in tr .
XV. S. Gaetano con la Religione, e col Salvatore , che
gli mostra la Croce, da Lazzaro Baldi. Giovati Carlo
Allet fec . , iti fol.
XVI. S. Aronicus e S. Achanasius , da T. B. Zucchel -
li , in fol.
XV1Ì. S. Agostino cól Putto che attinge dell’acqua dal
mare (5), da J. B. Lenardi , infoi.
(5) Per due false ragioni sonosi indotti i Pittori a figu-
rare S. Agostino col putto, che vuol vuotare il mare con
un piccolo vaso. Alcuni hanno creduto per vera la XVI.
Epistola, eh’ è nelFAppendice al secondo Tomo delle ope-
re di S. Agostino, e che si è detto, che da questo Santo
fosse scritta a S. Cirillo Vescovo di Gerosolima col tito-
lo de admirandis Hieronymi praecotiiis . In questa let-
tera si racconta, che il predetto S. Girolamo nell’ istesso
i a6 Notizie
XVlll. ST Rosa coronata da due Angeli, Carotus Allet
deliri, et se. in 8.
XIX. XXX. La Vita di Gesù-Cristo , da Giuseppe Pas-
seri in 12. pezzi intagliata insieme, da G io. Carlo Allet
e A. V. Westerhout , in 8.
ALLOJA (Giuseppe) , Napoletano, (lei qual©
Mr Basan ( seconda ediz.) non indica Panno in
cui viveva, e non ne individua alcuna sua stampa.
Egli dice solo , che di esso si conosce una gran ve-
duta di Napoli in più stampe, e che ha lavorato
nella Raccolta delle Antichità di Ercolano . Il
giorno, e nella medesima ora del suo transito apparisse a
S. Agostino, che stava pensando nella sua Cella, quale
fosse l’abbondanza della gloria alle Anime -dei Giusti che
godono con Cristo in Cielo riserbata ; e che allora S. Gi-
rolamo gli dicesse; Agostino, Agostino, che mai ricer-
chi'1 Credi tu che tutto il mare in breve tempo possa vo-
tarsi con un piecolo vaso? Piuttosto in un piccolo vaso
tu vedrai racchiudersi tutto il mare , che comprendere la
grandezza di questi eterni contenti . Ma questa Epistola è
riconosciuta per apocrifa, e contiene anche delle altre
falsità, che son contrarie al Domma ; e Sabiano vien ivi
creduto Eretico, perchè asseriva due volontà in Cristo.
Vedansi i PP. Maurini su tal proposito.
Altri poi dei più moderni narrano, che Gesù-Cristo
informa di fanciullo gli apparisse vicino al Porto di Li-
vorno in Toscana, mentre il Santo meditava per com-
prendere il Mistero della SS. Trinità, e che si sforzava
di mecter tutta P acqua del mare in un piccolo vaso : ma
ciò non ha solido fondamento alcuno.
Ora in qualunque maniera questo fatto venga raccon-
tato, sarà sempre più plausibile al rozzo popolo , che alla
verità. Per la qual cosa, dice Gio. Molano (deHist.Sac.
J/nag. et Pictur. Lib. 3. c. 36. ) , questa Pittura , che cele-
bre non è certamente nella Chiesa, dovrà tollerarsi dal
Clero , ove ella si trovi , ma dovrà dal medesimo impedirsi ,
che in avvenire si propaghi, toleranduni quidcrn puto a
Clero ubi posita est ; nullo autem modo extendendani .
12?
DEGL* TNT AGLlATOlU .
Barone de Heinecke (loco cit. fol. 69.) trattan-
do deJJe Antichità di Circolano numera i V. vo-
lumi, in cui furono stampate col titolo: „ Le An-
tichità d^Ercolano esposte. Le pitture antiche
di Ercólano e contorni incise , con qualche spie-
gazione ,, Napoli 1757. in fol. In fronte di ognu-
no di questi volumi avvi il ritratto del Re Car-
lo III inciso da Filippo Morghen, e disegnato
da Camillo Paterno . Le altre stampe sono incise
da varj, ohe il prelodato Heinecke nomina sin-
golarmente^ fra i quali il primo è Giuseppe Al-
loja , di cui trattiamo . Da questa notizia venia-
mo in cognizione , che egli intagliasse su la me-
tà del secolo XVTII. Il Gandellini dà delle no-
tizie più. precise ; ma si è ingannato in asserire
che le antichità suddette si contengano in tre
volumi, poiché son cinque, come vedremo,
Nel primo volume di esse stampato nel 1757.
si trovano il frontespizio, una carta topografica,
cinquanta stampe, ed una quantità di vignette ,
di lettere iniziali con figure, ed arabeschi rap-
presentanti qualche monumento antico .
Nel secondo, edito nel 1760 , si osservano le
Pitture, e contiene sessanta stampe, altre vignet-
te, le lettere figurate, e i fiorami.
Nel terzo si contengono egualmente sessanta
stampe, oltre le vignette, e fu pubblicato nel 1762.
Nel quarto si contengono indipendentemen-
te settanta vignette , c fu pubblicato , come si
disse, nel 1765.
Questi due volumi rappresentano varj pezzi
di antichità .
Nel quinto, pubblicato nel 1767. col titolo:
„ Il primo dei Bronzi, comprende ottantacinque
128 Notizie
stampe, senza contarvi le vignette, ed altri or-
namenti .
ALLOU {Adelaide). Non vi sono al presente
altre notizie di essa, che quelle che ci sommini-
stra Mr Basan {seconda ediz.) , cioè ch’ella nac-
que a Parigi , e che ha inciso molte mine di
Roma, e di Napoli da Robert.
ALMELOVEN {Giovanili) nacque in Olanda
verso il i6i4*^ ed avendo imparato il disegno,
come credesi da Saftleven, e nell’ istesso tem-
po l’ intaglio ad acqua-forte , si mise anche a
dipingere . Egli però è conosciuto più per i suoi
intagli nella suddetta maniera, in cui al pari di
Giovanni Van-Aken incise, ma l’uno e l’altro
non sono bastantemente noti come dovrebbero
essere . L’ acqua-forte però è maneggiata da lui
con molta leggerezza , ed intelligenza . Alcune
stampe di suo sono riportate da Mr. Huber (Ma-
nuel ec. École des Pays-Bas. Tom. 6. fol. 9.3. )
cioè
I. Il Ritratto di Gisbert Voetius J. Almelovcn inv. et
fec. in 4-
II. e XIV. Raccolta di dodici Paesaggi rappresentanti
dell? vedute di Città, e di Villaggj , ornati di piccole
figure-,/. Almeloven. inv. et fec. in 4. in tr.
XV. e XVI. Raccolta di sei Piesaggj Alpini rappresen-
tanti vedute campestri ornate di figurine , Joan. ab Al»
nwlovan inv. et fecit, in 4. in tr.
XXIJ. e XXVI. Quattro Paesaggi rappresentanti le quat-
tro Stagioni dell’anno, Herman Saffeven inv. J. ab Al -
meloven fec. in 4. in tr.
ALTDORFER {Alberto) . Viene dal Gandellini
italianizzato il suo nome chiamandolo Alt or fino ,
ovvero Alrorfero dalla sua Patria Àltorfo negli
Svizzeri . Ma Mr. Basan lo nomina ALTDORFER
( prima e seconda ediz.) . Gran contrasto accagiona
degl’ Intagliatori . i&9
fra gli Scrittori la patria ove nacque, ed il tem-
po in cui fiorì questo Artista . Dando retta a cia-
scuno di essi , potrebbe dirsi , o che egli non.
ebbe una certa patria, o che nissuno almeno ba-
stantemente la seppe. Il Gandellini , come ve-
demmo y lo pone di Altorfino nella Svizzera , e
forse l’avrà potuto prendere dal P. Orlandi ( Abec .
Pit. ), che è del medesimo sentimento, e questi
dal Sandrart ( fot . aoo.) che cita . Mi. Basan (toc,
cit.) pretende che nascesse a Zurigo nel loSq., ma
è questo un anno dopo la di lui morte. Huber,
e Rost ( Manuel École Allentanti Tom i.fol. 14°.)
asseriscono , eh’ egli nacque in Altdorf nella Ba-
viera verso il 1488., confutando quelli , che gli
assegnano Altdorf nella Svizzera per sua patria.
La cosa , per quello sembrami , non è bastantemen-
te dimostrata, e forse stanno delle ragioni e per
gli uni e per gli altri di egual peso, non ripor-
tanti© nissuno di loro dei documenti autentici,
nè delle prove di altri contemporanei Scrittori.
Ju equivoco potea nascere : poiché due Altorf si
contano dal Cluverio ( Introduci, in iintv . Geo-
grafia Ahstelad. 1697. lTh 40 5 uno nelPAlemagna
nel territorio di Norimberga, celebre per la fa-
mosa sua Università ; e Paltro Altorf Borgo assai
cospicuo della Svizzera , Ca po del Cantone di Uri .
Coloro y che il fanno Svizzero , allegano anche
delle opere fatte da Alberto colà ; ed il P. Orlandi
j (foco cit.) dice, ebe nella sua Patria in Svizze-
ra; Si contemplano con molta erudizione , ed at-
tenta argutezza quadri dipinti in piccolo , ed
m grande. Queste, parlando ingenuamente, son
prove non evidenti, ma pure in mancanza di al-
tre, ed in concorso dà coloro > che non ne aile-
Tom. V . 9
I$0
Notizie
gano delle positive , possono avere 9 nel dubbio^
qualche valore di più .
Non può perdonarsi a Mr. Basan lo sbaglio
intorno all’anno della nascita di Alberto , che ,
come dissi, lo fissa nel i53c)., allor quando egli
era già morto. E poi volendo lo Scrittore Fran-
cese continuargli la vita, scrive, che morì in
Ratisbona nel Ma senza stare a produrre le
autorità di altri Storici , e senza allungarci in
altre congetture, basterà osservare la Stampa po-
sta qui sotto al numero VII. con la data del i5o7.
per esserne bastantemente convinti del suo enor-
me errore .
Nacque dunque nel 14S8., e fu discepolo di
Alberto Durer, o almeno procurò imitare e nella
pittura, e nell’ intaglio questo gran Maestro, e per
quello si vede nei Quadri esistenti in Ratisbona,
non se ne rendè indegno. Nella Francia per la
similitudine , che hanno le sue Stampe con quel-
le del Durerò, vien chiamato il piccolo Alberto;
ed è perciò che dagli inesperti, tante volte, con
esso si confonde; molto più che le Cifre in qual-
che maniera possono sembrargli che combinino y
avendo marcato Altdorfer
Chi però ha tatto, non dirò esquisito, ma qua-
lunque nell' intaglio, potrà , considerandovi sopra ,
conoscere che vi passa una notabile distanza . Pri-
mieramente quelle Stampfe, ch’egli ha inciso in
rame, non hanno quel bel taglio spedito, fino , e
semplice del Durerò: e quelle in legno, che sono
le più belle sì per P intelligenza del lavoro, co-
me per la esecuzione ^ hanno più affinità con
t>FGL9 Intagliatoci . i3i
quelle di Holbein , che con Alberto Duro. In
secondo luogo Àltdorfer non ha mai inciso in
grande , ma piccole Stampe ; per la qual cosa vie-
ne annumerato fra i piccoli Maestri.
Non sembra, che il Milizia ( JDizion. delle
Arti ec.) sia stato molto conoscitore delle Stam-
pe di questo Artista ; , poiché parla troppo gene-
ralmente di essp , volendo, che alcuni suoi rami
fossero attribuiti al suo maestro Alberto Durerò .
Ad un severo critico^ com’egli non doveano
sfuggire le osserva/ioni, che vi han fatto sopra i
veri intendenti dell’ Incisione . Bene avea il Gan-
deliini avvertito, che la degradazione delle figure
non vi si vede , avendo 1* istessa forza quelle del
primo , che le altre dei pressi più indietro . Morì
a P^atisbona nel i 538. nell’età di cinquantanni .
Siccome nelP Abecedariò Pittorico leggesi ,
che si dilettò d} intagliare , e nel Gandellini , elio
le Stampe in rame da esso pubblicate ascendono
al numero di sessanta in circa , e quelle in legno
ad una quantità molto maggiore g riporteremo
soltanto il Catalogo di esse pubblicato dai Signori
Huber^ e Rosfe ( lococit.)f e perchè si conosca cho
non per diletto _, ma per professione incise, e
perchè se ne veda iL numero di quelle che dal
Baron de H«dnecke ( Dìctionnaire des Artistes
art. Àltdorfer) seppero seerre gli anzidetti Scrit-
tori del Manuel .
PEZZI INTAGLIATI IN RAME.
L Ritratto d’Alberto Àltdorfer , intagliato da lui stesso,
con la sua cifra. Alto I. poi. 8. Un , larg. 2. poi. 3. litu
II. Ritratto di Martino Lutero, con un ovato di foglia-
le, alt. 2. p. 3. Z., lar. I. p. 6. I.
III. Adamo ed Èva nel. Paradiso terrestre, alt. l-p-9-by
lar. i. p. 5. Z.
i3a Notizie
IV. Dalida seduta nell’atto che taglia i capelli a Sanso-
ne , che riposa sulle sue ginocchia, alt. I. p. 7. Z., Zar. I.
p. 4- Z.
V. Salomone idolatra per compiacere le sue Donne,
alt. 2. p. 3. Z. , Zargr. t. p. 6. b
VI. Giuditta, che porta la testa d’Oloferne sulla punta
di una spada, alt . 2- p- 8. b , Zarg. I. p. 9. Z.
VII. La Vergine seduta dirimpetto ad uno scoglio, col
Bambino Gesù sulle ginocchia, il quale stende le braccia
verso due giovinetti, uno dei quali ha in mano un va-
so lóo^., alto 2« p. 7. b , larg. 1. p. Io. Z.
Trovasi nella mia Collezione di Stampe.
Vili. La Vergine col Bambino Gesù entro una nicchia
in un Altare , alt. 2. p. 3. I • , larg. I. p. 6. Z.
IX. La Vergine acconciata all’uso di Ratisbona , e se-
duta in una campagna, col Bambino Gesù sulle ginoc-
chia; verso la destra evvi una palma, alt. 2. p. 1. Z., Zar-
go I. p. 3. Z.
X. La Vergine seduta in un vasto paese, col Bambino
ritto sulle ginocchia; le loro teste sono ornate di grandi
raggj , pie. in 4.
XI. Riposo nella fuga in Egitto . La Vergine è seduta
con un cappello intesta, e il Bambino Gesù sulle ginoc-
chia; S. Giuseppe con cappello anch’esso e con bastone
in mano, scà in piedi, in 12.
XII. Gesù Cristo in Croce, abbasso molte figure, in 8.
XIII. S. Girolamo esce da una Città , col suo Leone ,
alt. 4. p. 6. Z. , larg. 3. p. io» >L BEL PEZZO.
XIV. S. Girolamo nella grotta in piedi dirimpetto ad
un Altare, sul quale si vede un libro, un Crocifisso , ed
una tavoletta , colla cifra dell’Artista , in 12.
XV. S. Giorgio a Cavallo , che uccide il Dragone, alt. 2,
p. 4. Z. , larg. I. p. 7. I .
XVI. Didone che s’immerge un pugnale nel seno, alt i
due p- 5. Z- , larg. I. p. 5. b
XVII. Lucrezia, che si trafigge con una spada; pezzo
senza cifra, intagliato ad acqua forte, alt. 2. p. 4. Z., Zar-
go 1. p. 6. Z.
XVlll. Muzio Scevola , che si brucia la mano, alt. 2. p.
e 5. Z , larg. I. p. 5. Z.
XlX. Venere, che entra nel bagno, con Cupido, alt. 2.
p. 3. b , larg. I. p- 6. Z.
dfgl’ Intagliatori . i3S
XX. Venere, che esce dal bagno, accompagnala da Cu-
pido, copiata da Marc' Antonio , alt . 2. p. 3. L , Zarg. i- i>.
e 6. ha.
XXi. Ercole ed una Musa, figure in piedi ; pezzo deno-
minato ancora Apollo e Venere , alt.l. p. 6. L, larg - I. p*
e 8. Ziu.
XXII. Un Amore montato in un Cavallo marino , accom-
pagnato da altri tre Amori , alt. t. p., larg. 3- p.
XXlil. Anfione scampato dal naufragio da un Delfino ,
accompagnato da una Noreide che tiene un ancora, lè'lS.
alt. I. p. 6. Z. , larg. I. p.
XXI/. Piramo e Tisbe, alt. 2. p-3. Z., Zarg*. I. p. 5. Z.
XXV. La Donna , presso la quale si era cercato il fuo-
co spentosi in Roma. E’ rappresentata sedente sopra un.
-Altare , con uno Scettro in mano : una quantità di per-
sone seie accostano con lanterne. Soggetto trattato spes-
so dagli antichi Maestri e diversamente spiegato, altri-
p. IO. I. , lar. i. p. 8. Z.
XXVI. La Lascivia . Donna nuda alata in piedi nell’aria
sopra una Stella , con una torcia accesa in una mano, e
nell’altra un bastone con uno Scudo , in basso un paese
con fabbriche, alt. 3. p. 6. I. , larg. I. p. Q. I.
XXV11. Un Guerriero armato di tutto punto , che si
precipita nell'acqua : in lontananza evvi un campo di
eserciti, e molte persone che l’osservano, alt. 2. p.5.Z.,
larg. I. p. 5. Z.
XXV111. Un Contadino ed una Contadina che ballano,
alt. 2. p. I- Z. , larg. I. p. 5. I-
XXIX. Nove Fanciulli sei de’ quali ballano, e tre suo-
nano degli stronfienti, senza marca, alto t. p. e 2. Z. , e
larg. 3- p. 2. Z.
XXX. e XXX. Due paesi; uno con scoglj , l’altro con
due grand’alberi , in 8.
XXX11. La Sinagoga, coll’ iscrizione .* Porticus Syna-
gogae Judaicae Ratisbona fractae 21. die Febr . An -
no 1 5 1 9- in 8.
XXXlll. Un Mesciroba, con manico da una parte,
dall’altra un Drago, in 4. Lavoro d’Orificoria .
XXXIV. Una Tazza, con un coperchio che può servi-
re di Sottocoppa, in fondo nero, in 4.
PEZZI INTAGLIATI in legno.
XXXV. e LXX1V. Storia della caduta dell’Uomo , e
della sua redenzione, rappresentata in una serie di 40.
j 34 Notizie
piccoli pezzi, in altezza di 2. p. 8. L sopra una lar*
gliezza di i. p. to. h
SERIE PREZIOSA, e d'uria bella esecuzione .
LXXV. Sacrifizio d’Àbramo, in t2.
LXXVI. Giosuè, e Galeb , che portano dei frutti, e
passano da una porta , in 12.
LXXV11. L’Annunziazione , 1 5 1 3 - in 12.
LXXV111. La Purificazione, in 4.
LXXIX. La Strage degl’innocenti l5tl. in 4.
LXXX. La Decollazione di S. Giovanni i5i2. in 4.
LXXX1. La Resurrezione del Salvatore l5l2. in 4.
LXXXil. La beila Vergine di Ratisbona, dal q ladro
che una volta era in quella Cattedrale. in fol.
PEZZO PREGIATO , impresso in chiaroscuro
LXXXlll. S. Girolamo nella sua caverna in ginocchio
innanzi un Crocifisso , in 3.
LXXXIV, S. Cristororo nell’acqua, che s’abbassa per
prendere il Bambino Gesù, l5l3. pie. in 4.
LXXXV. S. Giorgio a cavallo, in un paesaggio, che
ammazza il Drago 1 5 1 1 . in 4*
LXXX VI. Paride moribondo sul monte Ida, visitato
dalle tre Dee, 1 5 1 1 . in 4.
LXXXVll. Un Cavaliere assiso presso una Giova-
ne l5l I. in 8.
LXXXV111. Un Alfiere in piedi in un paesaggio,
in 8.
LXXXIX. Paesaggio montuoso, con fabbriche, ed un
albero a destra , pie. in fol.
XC. Un gran Battistero in una Chiesa, in cui si vede
la Vergine col Bambino, un Pellegrino, ed alcuni An-
geli , pie. in fol.
XC1. Facciata d’una Chiesa, con porta, e superiormen-
te la cifra dell’Artista .
ALTAMONTE (Andrea). Trovasi adoprafco
questo Incisore nell’opera intrapresa da Antonio
Giuseppe Premier Pittore, ed Intagliatore a Vien-
na co] titolo :
Thcatrum Artìs pictoriae , quo tahulae de -
pi et ac, quae in Caesarea Vindobonensi Pinacothe -
ca servantur ? leviorc caelatura exhibentur P ab
dfgi,’ Tntagltatori . 1 3 5
Antonio Joseph de Prenner . Viennae . Parsi. 1 738.
Pars IL 1729. Pars III. 17 3i. Pars IV. 1733.
in fol.
Queste quattro Parti contengono cento ses-
santa Stampe , quaranta delle quali formano cia-
scheduna serie. Son elle collocate in un quadro
di grande ornamento, ma di cattivo gusto, e non
presentano che una mediocrità e del disegno e
del bulino, fra le quali le meno spregevoli sono
quelle del ¥ Altamonte . Quelle poi che v’incise
Mannl , non vagliono nulla . ( Heinecke loco cit.
fol . 5a. )
AMAN ( Francesco ). Vedi il Gandellini,
AMàN (Giovanni) . Vedi il Gandellini } se pur
egli non è confuso con Giusto AMAN.
AM AND (Giacomo-Francesco) , Pittore fran-
cese, membro dell’ Accademia Reale , morto nell’an-
no 1770., che ha intagliato poche Stampe di sua»
composizione ad acqua-forte: e sono
1. e 11. Due mezzi Paesaggi , in tr .
Uh IV. Due piccole Bambocciate, in al.
Vedesi presso Mr. Basan (seconda ediz . ) un
saggio delle prove di questo Artista , che nell’ac-
qua-forte ha fatto comparire quello scuro , che
piu confonde gli oggetti di quello sicuramente
possa piacere . E’ una donna assisa su di una pan-
ca campestre, che dà la pappa ad un suo Bam-
bino, che gli stà su le ginocchia.
AMATO ( Francesco ), Pittore Italiano, il quale
incise qualche Stampa ad acqua-forte nel genere
di Biscaino ( Wr. Basan seconda ediz. ) . Potrebbe
darsi, che fosse della famiglia di Amato di Na<-
poli , dalla quale esci Giovanni Antonio Pittore
di merito, nato nel 1 47 5., e morto jael i55 5., ed
1 36 N o t i z r e
‘Antonio Amato suo nipote nato circa il 1535.,
che avea per moglie Mariangiola Griscuolo eccel-
lente non meno del suo marito nella pittura .
Il suddetto Basan non indica nulla nè della pa-
tria, nè della casa, nè dell* epoca, nella quale
viveva il presente Francesco, che dovrebbe essere
del secolo XVII.
AMBERGER (Cristofano) , Pittore, ed Inta-
gliatore del XVI. secolo, nato a Zurigo nel i54o.
banche vogliasi da qualcuno nato a Norimberga „
Dipinse dei fatti Storici, e dei Ritratti, ed incise
in legno molte delle sue composizioni (Mr. j Ba-
san seconda ediz : )
AMBROGi, o AMBROSI {Domenico) , nato in
Bologna, viveva nel 1678., detto altrimenti Me-
nichino del Brizio, perchè forse Discepolo di Fran-
cesco B rizio , ingegno rarissimo (Lanzi Stor.
pit. T . 2 . p. 2. fol. 143.) Fu g.ran disegnatore;
dipinse molti fregj di camere in quadrature, ed
in paesaggi in compagnia e del Dentone, e del
Colonna. Dipinse anche con somma delicatezza
rappresentanze, e copiose storie. Oltre le poche
notizie che ce ne dà il Gandellini , abbiamo dai
P. Orlandi (Abeced. Pit.) che intagliò diversi ra-
mi in grande , asserendo ciò coll'autorità del Mal-
vasia . Niuno dei surriferiti Scrittori indica indi-
vidualmente le di lui Stampe .
AMBROSI ( ) . Si trovano di suo nel Catalo-
go Remondini Venezia 1791. le seguenti Stampe.
I. Veduta delle vicinanze di Duin .
II. Veduta delle vicinanze di Porto Maone.
III. Veduta delle vicinanze di Boston.
IV. Veduta delie vicinanze di Ports.nouth , intagliati
insieme col Ragona dagli originali di Ver net , in 4. in ti\
V. Veduta delle vicinanze di Nieuporc.
efgl* Intagli atort . 1B7
VI. Veduta delle vicinanze di Bruges.
VII. Veduta di Triel.
Vili. Veduta di Swedio Land. Lavorate anche queste
col suddetto Ragona dagli Originali di Teniers , incinti'.
IX. Veduta di Quiileboef su la Senna, dagli originali
dei Sarazin, in mez. foglio gr. in tr.
X. Veduta delle vicinanze di Roven, dal suddetto Sa*
valiti , in mez. fol. gr. in tr.
XI. Prima , e seconda Veduta delle vicinanze di MeU-
lan , dajli originali del Latara , e Casanuova , in mez •
fol gr. in tr.
Xil. e Xlll. Due Vedute delle vicinanze di Tours.
XI V. e XV. Due Vedute delle vicinanze di Orleans.
Lf suddette quattro Stampe furono insieme incise e
dall’ A n mogi , e dal Canali dagli originali del Defriches,
in 8. in tr-
XVI. Veduta delle vicinanze di Saverna , da J. P .Ha*
ckaert , in mez. fol. gr. in tr.
XVII. Veduta delle vicinanze di Argenteuil , da Lui*
gi Masquelier , in mez. fol. gr. in tr.
XViil. Veduta delle vicinanzedi Manheim, da Mayer ,
in mez. fol. gr. in tr.
XIX. Veduta delle vicinanze di Ketnpten , dal mede-
simo , in mez. fol. gr. in tr.
Furono queste quattro Stampe intagliate e
dall’ Ambrosi > e dal Baldmi .
XX. e X Xlll. Le quattro ore del giorno , dal Wagner,
in mez. fol. gr. in tr.
XXIV. e XXVI. Otto Rami dagli originali di Gin seppe
Vasi Romano intagliaci dal Testolini , e dall’ Ambrosi cioè;
1. Veduta della Villa deil’fimin. Cardinale Alessan-
dro Albani .
2. Casino e Villa Corsini,
3. Giardino, e Casino Pontificio di Belvedere*
4. Casino al Pignetto del Marchese Sacchetti.
5. Giardino e Casino Pontificio nel Vaticano.
6. Orti Farnesiani sul Monte Palatino.
7. Villa, e Casino Pamtilj del bel respiro.
8. Giardino Colonna nei Ciivio del Quirinale.
Tutti i suddetti pezzi sono in fol. gr. in tr.
XXXll. Quattro Stampe tratte dagli Originali di Mf
Binet incise dall 'Ambrosi, e dal Tescoliui.
{jS8 Notizie
1. La solitude agréable,
2. Le Masseur.
3. Le Plasir de la Peche.
4. La Nutrice elegante.
Tutte queste in mez. fol. gr. in pied.
XXXVI. Lavorò in una raccolta di dodici Stampe di-
visa in due parti , di sei Rami per ciascheduna , insieme
con alni Intagliatori suoi contemporanei, e furono Ra-
gona y Canali , Gabrielli , Testolini dai disegni originali
inglesi dell’ Hearne , e del Tomkins , eioè:
1. La Capanna villereccia .
2. 1 Battitori delle Biade.
3. I Rastrellatoti del Fieno.
4. 11 Campo delle Biade.
5. L’Aratore.
6. La Cascina .
2- Il Campo di Lupoli per la Birra.
8. La Caccia .
9. La Caccia in corso.
10. La Pesca con la canna.
11. 11 Molino a vento.
12. 11 Podere con Abitazione.
Tutte in mez. fol. gr. in ov. in tr •
XLV11. Ebbe parte insieme con Bunato , e il suddetto
Testolini nelle sei Stampe tratte dagli Originali del Gi-
rardi : cioè
1. L’Imperatore della China visitando i Lavorieri dei
Campi .
2. Begum Saheb figlia di Sciah Tehan nel Gange .
3. Dame Siberie al passeggio.
4. Rauchenara Begum Principessa dell’ Indie.
5. Dame Siberie alla Campagna.
6. Uomo, e Donna Giavesi .
In 4. di fol. gr. in ov. in p.
LUI. Col Testòlini predetto incise altri sci rami di-
segnati dal Le Prince .
I. Le Couronnement de l’Amour .
2- Le Tendre Amusement .
3. Le Cachè Rendez-vous du Jardinier.
4. Le Chercheuse d’ Esprit .
5. e 6. Les Sollicitations pressantès che Lindpr et Ce-
phisa .
In 4. di fol. gr. ov. in p.
mgl’ Intagliatori. 139
LVH. Quattro Stampe più , disegnate dal Tcniers rap-
presentanti i costumi fiamminghi incise , insieme col do-
nata , in 4*
AMER.IGH1 o MERfGI ( Michelangelo ). La
patria di questo Artefice fu Caravaggio, Castello
della Lombardia, che diè anche i natali a Poli-
doro altro eccellente Pittore . Nacque Michelangelo
neli56g.; e la prima sua educazione fu molto
ignobile , avendo portato il bassojo della calcina)
a servizio delle fabbriche. La natura, che non re-
gola il genio degli uomini secondo i diversi na-
tali, Pavea, dotato di una decisa inclinazione pe ’1
disegno , e per la pittura , per mezzo della quale
senza alcuna particolare scuola , e senza studio su
l’antico, potè con sorpresa riuscire nelParte , e fra
gli aitai particolarmente distinguersi . Avesse egli
sortito così un carattere buono, come avea il ge-
nio, onde farsi non solo ammirare nelParte sua,
ma insieme amare dagli uomini . Tutto però al
contrario vedeasi trasparire e nei suoi fatti , e nei
suoi detti ; ed attaccandola con tutti, tutti biasi-
mava e disprezzava in maniera, che odioso renden-
dosi, arrischiava talvolta non solo la reputazione,
ma ancora la vita. Erasi portato a Milino con suo
padre, che attendeva a fare il mestiere del mu-
ratore ; ed avendo dovuto ivi fare delle colle per
alcuni Pittori, che dipingevano in quella Città o
a fresco, ed a tempera, s' invaghì dell’arte loro,
e divisosi dal padre si mise a servirli. Allora il
suo malnato temperamento lo cimentò in u daffa-
re di prava conseguenza , che per iscansar la pro-
pria vita , ebbe a fuggire da Milano , e ricer-
care precariamente un asilo in Venezia . Colà
osservando le operò dei pig. eccellenti Maestri ^
j^o Notizie
che abbiano ivi dipinto, mostrò d’imitare la ma-
niera di Giorgione ^ parendo a lui , che fra tutti
gli altri si distinguesse . La dura situazione, nel-
la quale trovavasi, per la necessità di procurarsi
il quotidiano sostentamento, lo poneva in una certa
violenza, la quale non potè lungamente durare.
Quindi risolutosi divedere Roma, si accomodò col
Cavaliere d’Arpino, che in quella Città avea in
quei dì fama di gran Pittore . Scortasi dal Mae-
stro la inclinazione di Michelangelo p»r imitare la
natura, lo impiegò in dipingere f * tti y e fiori , i
quali tanto bene eseguì , che principiarono i Signori
ad usare nei loro appartamenti i quadri di sìmil
fatta . Egli però era sempre come dissi , in uno stato
di violenza. Non conosceva per maestro che la
sola natura , e non volea restringersi a i imita; la in
questi ornamenti soltanto, ma bensì nelle figure >
che fanno conoscere quanto possa l’uomo accostarsi
alia verità Gli stili , le maniere , le scuole dell’ar-
te non voll«ì inai riconoscere per necessarie y nè si
volle obbligare ai precetti degli uomini. Un gior-
no gii vennero mostrate le statue di Fidia, e di
Glicone , acciò le studiasse; ed egli allora con
inaudita stravaganza distendendo sua mano ver-
so gran moltitudine di persone , che stavano non
molto Lungi d i quel luogo , disse • Guardate colà
quanti maestri, lia provisti per me, e per gli al-
tri Artefici la natura senza le vostre statue { Bai-
dinucci Deeen IL Part. 3. sec. 4 fol. 275.)* Non
è sempre vero questo principio ; ed Annibale C 1-
racci 9 che tenne dietro alla naturi, non fu servo
di 1 1, ma cercò nobilitarla II Caravaggio fece
e*-* 1 Iri che piacquero, ed. in specie quello di
cui tanto si dilettò il Cardinal del Monte, che
DEGL* T STAGLIATOSI . l4l
fecegli acquistare e fama , e lavoro . Ma non era
quello lo stile , che potea a tutti i veri intendenti
soddisfare ; poiché dimenticandosi del fare dolce,
e soave dei Giorgione , erasi messo a colorire con
maniera dura, e troppo vigorosa. Una continua
opposizione instantanea fra i chiari e l’ombra 9
un rilievo sforzato dal molto nero , ed una esat-
tezza di rappresentare nei suoi effetti la natura ,
fanno certamente colpo a chi le sue opere consi-
dera^ ed in particolare negli oggetti notturni,
nelle mezze figure , e nei ritratti ; ma non sono nè
la bella, nè la vera natura. Se poi nelle opero
composte, nei fatti storici si voglia conoscere il
Caravaggio, si vedrà, ch’egli è con questo suo stile
insoffribile, e che non può aver mai luogo fra
quei pittori^ che ad imitare la bella natura be-
ne meglio si accinsero. Che s'on mai quelle te-
ste dipinte dalP A.merighi ? Sono, starei per dire,
oggetti di dispetto. Imperciocché, come bene han-
no i periti delParte avvertito , non presentano mai
una nobiltà , nè un bel carattere: ed hanno per
lo piu certo livido nel colore , certi occhj sbi-
gottiti, che con quei neri capelli fanno una ingrata
sensazione a chi le mira. Così egli nelP imitare
scrupolosamente la natura, mostrava non imitarla.
Questa gran maestra insegna , che a diversi tem-
peramenti adatta diverse fisonomie ; e degli Uo-
mini distinti si trovano anche nel carattere, che
per lo più rappresentano. Quel trattare gli Eroi,
i Santi, i rustici Villani come fece egli, con egual
maniera, non è imitare la natura esattamente, ma
e un vero capriccio di volerla sempre a suo modo
e senza scelta . E quantunque avesse egli tenta-
to recare grand’utile alParte con questo suo nuo-
i4a N o t i z 1 E
vo modo di dipingere , non fa pero ch’egli non
apportasse all’arte medesima alcun danno , mercè
che i suoi disegni sono urtati , con gran maniera
imitata la natura con i suoi difetti , eseguendo le
cattive pieghe , e gl* irregolari contorni . Non ostan-
te era tanto pieno di se , che non volea con al» un.
altro equipararsi: e ben lo vide il Cav. d'Arpino,
che da lui sfidato per battersi , avendo ricusato
il cimento , perchè egli era Cavaliere , e non il
Caravaggio; tanto se ne impermalì, che determi-
nò portarsi a Malta, per ottener quest’onore da
quell' Ordine tanto benemerito della Repubblica
Cristiana . Il Baldinucci altra cagione apporta , per
la quale dovè egli suo malgrado partir da Roma.
Occorse , die’ egli, un caso , e fu ch’egli sempre
amico di rumori y e di risse , e che sempre era in
su le armi , venuto a parole nel giuoco di pai -
la a corda , e poi al maneggio delle lacchette
con un giovane suo amico , venne poi all’arme,
e V uccise con riportare però anch’esso una feri-
ta . A tal cagione convennegli partir da Roma ,
e a Zagarola si condusse, dove fece per quel
Duca D. Mario Colonna un Cristo colli due Di-
scepoli in Emmaus , e una S. Maria Maddalena.
Quindi si partì alla volta di Napoli, ove fece
varie pitture, e poi per appagare il desiderio di
esser Cavaliere , si trasferì a Malta . Incontrò sul
primo la grazia del Gran Maestro , e di quei Si-
gnori ; ma poi , venendo a rissa pel suo cattivo
naturale con un Cavaliere , fu fatto prigione ,
dalla quale con molti raggiri di notte tempo sor-
tito si portò in Sicilia. Un uomo però stravagan-
te , un facinoroso non è mai queto , dovunque
si possa trovare; e questo fu il motivo, pe ’l qua-
degl5 Intagliatori . Y43
le dalla Sicilia navigò per Napoli , ove giunto j
impiegò dei mezzi ^ non tutti inutili, per ritor-
nare alla grazia del Gran Maestro .
Fu intanto, stante i buoni uffizj praticati
col Papa dal Cardinal Gonzaga assoluto da tut-
te le contumacie, onde potesse ritornare a Ra-
ma; quando altre disgrazie lo renderono Misera-
bile nella persona 3 e nella roba, per le quali
afflitto fu forzato nella stagione estiva andare
scorrendo le marine Pontificie . Arrivato a Por-
tercole, sorpreso da febre maligna, sur una spiag-
gia se ne morì nell’anno 1609. contante l’anno
quadragesimo della sua età . Dispiacque a molti la
eli lui morte ^ ed in spècie al Cav. Marino, che
tributò a questo suo amico i seguenti versi:
Fecer crude l congiura ,
Michele , ai danni tuoi Morte , e Natura:
Questa restar temea
Dalla tua mano in ogni immagine vinta %
CK era da te creata > e non dipinta .
Quella di sdegno ardea ,
Perche con larga usura
Quante la falce sua genti struggea ,
Tante il pennello tuo ne rifacea .
Hanno inciso le opere di Michelangelo dà
Caravaggio, e vi son riesciti Soutman, Vorster-
man , Falde 9 e ultimamente Volpato . Egli stesso
incise di suo la seguente Stampa, la quale gli ha
dato luogo fra gl’ Incisori _, di cui si parla .
I. S. Tomaso, che tocca col dito la piaga del Costato
a Gesù Cristo , in fai
Questa Stampa è ad acquafòrte , e risente
anche in questo genere del suo fare stravagan*
V44 Notizie
te. Vedi il Gandellini alla Lettera C. Cara*
raggio.
AMICI (Francesco) , Incisore Fiorentino, del
quale yedonsi varj soggetti di Divozione. ( Mr.
JBasan seconda ediz. )
AMICONI (Carlotta) , Veneziana , Sorella di
Giacoirfo , del quale parleremo qui appresso. Vie-
ne ella chiamata da Mr. Huber ( i\lanuel École
Tt ali enne Tom. IV ) e da Mr Basan ( seconda 9
ediz.) Ami comi . Seguì ella forse il prefato suo
fratello si nella professione dell* intaglio * che nei
suoi viaggj, trovandola ad incidere in Londra.
I. Una Ballerina di Teatro con quattro versi inglesi.
The fair Auretti ec.
L’incisione è in maniera nera , ed in fol.
AMICONI (Giacomo ) , nato in Venezia nell'an-
no 1675., che il Ch. Ab. Lanzi coll’autorità del
Sig. Zanetti appella Amigoni . Apprese gli ele-
menti dell’arte nella sua Patria, e dipinse fatti
Storici , ed i Ritratti , ma del suo stile migliore
non si vede ivi se non la Visitazione presso i Pa-
dri dell’Oratorio . Questo stile lo acquistò nei suoi
viaggj fatti in Fiandra, ove si mise a studiare
i capi d’opera di quei Maestri. Allora fu, scri-
ve il prelodato Lanzi ( St. Pit. T.II p.i.fol. 207.)
che il suo genio, lieto naturalmente, fecondo,
facile ad unire la bellezza con la grandiosità , e
a trovare bei partiti , anohe per copiose istorie ,
trovò quel colorito che in vano avria cercato iu
Venezia . Nella Fiandra acquistò molto bene l’ar-
te di arrivare con gli scuri fino al nero sempli-
ce , e con ciò senza offender la vaghezza , ottene-
re perfetta lucidità. Un poco meno di cura che
avesse avuta di far brillare ogni parte della com-
dfgl’ Intagliatori . 1 45
posizione, lo avria commendato piu presso gl’ in-
tendenti; perciocché alla moltitudine non si può
presentare più gaja cosa y che una sua pittura .
„ Quando si è detto, elisegli dipinse alla maniera
dei Fiamminghi, non dee intendersi per la per-
fezione , ma quanto alla mistura , essendo stato
solito di alterare alquanto le tinte , specialmente
nei cangianti , di lavorar di tocco , lasciando spes-
so i contorni indecisi, e ammontando il colore
per cavarne effetto in lontananza . «, Incontrò la
comune approvazione tanto nelP Inghilterra ,, che
nella Germania , e nella Spagna , ove Pittore
della Corte mori nel 1752.
Intagliò più per suo divertimento, che per
professione, ma pure intagliò graziosamente con
la punta ; e piace il suo lavoro , sebbene in que-
sto genere sia alquanto debole . Giuseppe Wagner
suo Domestico apprese da lui a tratteggiare il Bu-
lino, e questi insegnò in qualche guisa al celebro
Bartolozzi . 11 Barone di Heineche (Zoc. cit.fol. 1 1 5.)
che afferma da un lato aver il nostro Amiconi
inciso per suo passatempo, dall’ altro ci assicura,
che le sue opere formano un' volume assai con-
siderabile .
Dai disegni dell’Amiconi intagliarono vario
Stampe Beauvais^ Wagner, Bartolozzi ^ Vertuc,
Baron ^ Volpato, Simon Flipart, ed altri, che ve*
dremo ai respettivi loro articoli .
Hannosi ad acqua- forte le seguenti:
I. Il Salvatore , mezza figura , pezzo intitolato ; Salva -
tor Mundi , in 8.
II. Giove e Calisto, con l’iscrizione.* Giove di Ciri -
thia , in foi, in tv.
III. Zeffiro e Flora, coll’iscrizione; A Zefiro da cui ec.
in fol. in tr.
Tom . V ♦
io
i'46 Notizie
IV. I Quattro Elementi, sul gusto di Watteau, infoi,
cioè : *
1. Un Giardiniere , che presenta un mazzetto aduna
Giovinetta. Terra.
2. Un Contadino, ed una Contadina, che fuggono
dalla loro Capanna incendiata. Fuoco.
3- Un Contadino con un Nido di Uccelli , che lo
presenta ad 'una Giovinetta. Aria .
4. Un Pescatore, che presenta ad una Giovinetta un
Pesce. Acqua,
Di queste Stampe , come di quella di Zeffì-
ro, e Flora, ne fa menzione anche Mr. Basan .
( seconda ediz. )
AMLING (Carlo-Gustavo) . Non potea non
meritare questo bravo Artista un vero elogio del-
la incomparabile sua volontà, e del vivace suo
spirito dal Gandellini, essendo stato quello, ch$
incise molte Stampe per P Accademia di Sandrart,
cui tanto il nostro Scrittore dovea . Non so per
altro, se bene egli si apponga in assegnando Mq-
naco per la di lui patria ; poiché Mr. Basan , che
nella prima sua edizione ignoravane il nome , e
nella seconda non sapevane che in parte, lo af-
ferma nato a Norimberga nel 16 Si. E gli Scrit-
tori del Manuel È cole Allemande , che con mag-
gior cognizione degli altri ne han parlato, sono
del medesimo sentimento tanto intorno la pa-
tria, che rapporto all’ anno della sua nascita;
Inclinerei perciò a credere ^ che in Norimber-
ga realmente egli nascesse , e che alcuni l’ ab-
bian poi detto di Monaco pe ■’l domicilio che
lungamente vi ebbe. Si accordano tutti ed uni-
scono i suddetti Scrittori in encomiare il suo ele-
vato spirito , e la sua particolare inclinazione al
disegno , che di buon ora in esso si manifestò
Chiamato intanto alla Corte di Monaco, venne
degl* Intagliatori . 7
da quell’ Elettore inviato a Parigi , acciò si per-
fezionasse sotto la direzione del rinomato inta-
gliatore Francesco Poilly , che seppe sì hene imi-
tare; talché tante volte un per l’altro^ a pri-
ma vista y dagli inesperti Amatori si prendereb-
be . Ma coloro , che han molta pratica su di
quest'arte, vi ravvisano una certa tal qual diffe-
renza , che ben fa distinguere il Maestro dallo
Scolare. Non può negarsi però, che Amling ha
condotto le sue opere con un bulino assai facile ,
quantunque il lavoro riesca un poco troppo ca-
ricato , non abbastanza degradato il chiaro-scuro,
e qualche volta non corretto il disegno . Gessò di
vivere in Monaco nel 1702., avendogli la morte
(Mr. Basan seconda ediz. ) interrotta l'opera
ch'egli avea intrapresa da Pietro Candido , come
dicemmo^ che rappresenta i fatti memorabili di
Ottone Capo della Casa di Baviera . Forse questa
è la causa , per cui Zimerman fece gli altri sei ?
Le Stampe incise da lui per rAcoadcmia del
Sandrart sono riportate dal Gandellini , e qui si
notano con i sopracitati Scrittori le seguenti :
RITRATTI.
I. Massimiliano Emanuele Principe Elettorale di Ba-
viera * ,, Thomas Macoiinus Musicus &c. ad vivum pin-
gebat. Ser. Elect. Chalcographus G. G. Amling. sculps. 1670. ,,
in ovale in fot
II. Massimiliano Emanuele Elettore di Baviera, G. E .
Champagne pinx. , gr. in fol.
III. Statua equestre di Massimiliano Emanuele Elettor
di Baviera , Amling. fec. Monachii , gr. in fol.
IV. Enrichetta Maria Adelaide, Duchessa di Baviera,
Da Delamonce 1675., ovale gr. in fol.
V. Ferdinando Maria Elettore di Baviera 1676. , ovale
gr. in fol.
VI. Gio. Conte de Berlo de Bruss , Generale dell’Elet-
tore di Baviera l68c. , ovale infoia
1
i48 Notizie
VII. Alessandro Sigismondo, Conte Palatino del Reno
(du Rhin), Vescovo d Augusta, P.F.de Hamilton pinx.y
in fol.
Vili. Romano Liberiet , Abate di S. Ulrich in Augusta,
C. G. ab Amling ad vivum del. et se. Monachii , gr. in foL
BEL RITRATTO.
IX. Petrus Marinus Sormanus totius Ord. S. Frane. Mi-
nisrer generalis ,, in medaglione ornato d’emblemi e di
figure allegoriche , in fol. '
X. Don Livio Odescalchi ,, In medaglione istoriato, in 4.
XI. * Marcus ab Aviano, Concionator Capuccinus 1680..,
ovale in 4.
XII. Un giovine Principe condotto sul trono da Ercole
e da Nestore. A basso del trono vi è scritto: Ungaria.
Amling. se. Monachii , in .4.
X1JJ. La Statua di Mercurio, con Amore che vuole at-
taccargli l’ale ai talloni. Nell’Accadeniia di Sandrart
C. A. se. in fol.
XIV. La Statua dell’Arruotatore , Ih. Jd. se. , in fol.
XV. La Vergine col Bambino Gesù, quadro ornato di
Simboli, e di due ritratti, che sono.* 11 Duca Giuseppe
Clemente, c la Duchessa Violante Beatrice di Baviera-
Disegnato da G. A. Wolf , ed intagliato da /€. G. ab Am -
ling- Pezzo grandissimo . /
XVI. L’Immagine miracolosa della SÌ. Vergine della
Consolazione, C. G. Amling. se. Monachii 1682 , ovale
gr. 7/1 fol.
XVII. Vero ritratto di S. Francesco d’Assisi , fatto a
Roma nel Vaticano da Carlo Gustavo ab Amling ., pic-
colo in fol.
XVlil. L’Immagine di S. Niccola da Tolentino, in un
ovale di foglie d’alloro, G- A. Wolf pinx. 1691. ,gr. infoi.
XIX. Vero ritratto di S. Gio. de S. Facundo, Id.pinx .
in ovale gr. in fol.
XX. S. Godard in ginocchio avanti la SS. Vergine,
Joh.i Drent'wet del. , gr. in fol .
XXI. L’istoria degl’imperatori Ottone, e di Luigi di
Baviera, non meno che del Duc^ Ottone de Wirtelsbach ,
Arazzi del Castello di Monaco, eseguiti dai disegni e
pitture di Pietro Candido , intagliati in tredici pezzi di
varie grandezze da C. G. ab Amling.
XXII. XXVII. Le quattro Stagioni , col Giorno e la
Notte, sei pezzi (eseguiti egualmente,^/*, infoi, in tr .
degl’ Intagliatori . i4q
XXVU1. XXX. Tre mesi dell’anno, Settembre, Otto-
bre, e Dccembre; tre pezzi eseguiti nella stessa guisa,
or. in fol. in tr.
La Serie completa di questi Arazzi è di 29.
pezzi, dei quali 23. intagliati da Amling , e 6. da
Zimmermann . Le Stampe d’AtnJing sono custo-
dite nel t soro dell’ Elettore di Baviera y il quale
ne regala delle prove alle persone, che vuole di-
stinguere . 9
XXXI. XL. Arco trionfale in onore dell’ Elettore Mas-
similiano Emanuello, con gli emblemi inventati a que-
sto proposito, dieci pezzi infoi, intagliati da Amling a
Monaco .
XLI. Gran Scudo per Tesi , dedicato all’ Imperatore Leo-
poldo , e al Principe Giuseppe suo figlio,, R. P. Antoniu&
Lublinsky Can. Regul. Lat- J. August. del. , C. G. ab
Amling fec. Monachìi . gr. in fol. in tr.
XL11. Altro soggetto di Tesi, in cui si vede la Vergi-
ne che calpesta il Serpente, ed è accompagnata dai quat-
tro Dottori della Chiesa , Amling fec. , gr. in fol •
AMMAN ovvero AMMON, o AMMIANI, o
AMAN. Sotto tanti cognomi, che se non in tut-
C5 7
tOj almeno in parte , diversificano fra loro, trovasi
un solo Jost, o Tobst, o Giodoco, o Giuda , di
cui fa di mestieri presentemente discorrere. Mi'.
Papillon , attesa forse la diversità con cui trovasi
presso varj Scrittori riportato il suo nome, o più.
verosimilmente guardando alla diversa maniera
con la quale gP Intagliatori scrivono il loro no-
me, non contento di farne due^ uno cioè Jost
Aramon di Norimberga, e l'altro Jost Amman di
Zurigo, compiacendosi di questa sua scoperta^
arrivò a crearsene fino a quattro. Egli però vien
completamente confutato dai Sigg. Huber, e Rost
( Manuel ec. École Allemande Tom . I. fol. 20 5. )
e con le antidette ragioni , e con le osservazioni
fatte su le di lui Stampe • Aggiungo anche di
i5o Notizie
più, che Mr. Papillon non avea notizia , che Am-
man avea mutato soggiorno , passando daJla sua
Patria Zurigo , in cui non si trovava incoraggito
nelParte sua, ad abitare a Norimberga, ove in
quell’età fiorivano le arti; e trovandosi bene del
permutato soggiorno, determinando passarvi il ri-
manente dei giorni suoi, rinunziò nel 1577. al
diritto Alla Cittadinanza di Zurigo . Or conosciu-
to noi un solo Giodoco Amm an , o Ammon , pas-
siamo ad accennare Tanno del suo nascimento in
Zurigo che fu il i53q. Un genio fecondo , ed
un’ ardente fantasia lo trasportarono ad amare
sempre cose nuove, e ad illustrare con esse la sua
professione, che con particolare trasporto deside-
rava e coltivarla, ed ingrandirla. Credo, che il
Padre Orlandi (Abecedario Pittorico ) abbia rica-
vato dalle opere di Sandrart (fol. 2^3.), che Am-
man dipingesse sopra i vetri, e che disegnasse a
penna meglio di ogn’altro Artista dei suoi tempi .
E’ bensì innegabile, che ’1 numero dei suoi dise-
gni è prodigioso ; ed i pezzi intagliati , che por-
tano il suo nome, ascendono a più di 55o., dai
quali i piccoli maestri (6) di quell’età hanno in-
ciso moltissime Stampe .
Erasi già da qualche tempo introdotta nel-
le Tipografie la maniera di adornare i libri di
Stampe, renderlo per questo lato l’edizioni, se
non più belle delle prime,, almeno più ornate
di esse . I Tedeschi aveano di già fregiato nei
principj dell’arte tipografica i loro libri con le
(6) Piccoli Maestri in qucst’Artc s’ intendono gli anti-
chi Intagliatori , che hanno incise molte piccole Stampe .
degl* Intagliatori • i5i
iniziali arabescate ; ed in Italia nelle Meditazioni
del Turrecremata , edit. in Roma i zj,6 7 . , e nel
Valturo De re militari edit . in Verona i472*
si erano intagliate delle figure in legno, ed ivi
stampate ed apposte ♦ Quindi nacque la smania
di. introdurne in quelle edizioni , che si credeva-
no di una maggiore considerazione ^ ed è perciò
che gP Intagliatori vi s’impiegarono con molto
genio . Giodoco fu uno di quelli _, che venne dai
diversi Librari occupato a tale oggetto ; e fra que-
sti servissi specialmente di lui Sigismondo Feyra-
bend cittadino, e Librajo di Francfort „ Compo-
se , dice il P. Orlandi ( Abec. Pit.), varj libri
di figure della Bibbia , d' Istorie Romane, di Cac-
ce di Pescagioni, di varietà d’abiti Religiosi, di
Piante di Oità, e di fatti rusticali ,, molti dei
quali diede alle stampe in legno . Cessò d' inci-
dere, allorché lo sorprese la morte nell 591. co-
me scrive Basan ( seconda ediz.) , e non n<d i56o.
come hanno notato Jluber e Rost ( Manuel
loco cit. ) , che suppongo errore tipografico; poi-
ché poco dopo i medesimi affermano , che nell’an-
no 1^77. rinunziò alla Cittadinanza di Zurigo.
Sappiamo dal pre lodato Barone de Heineoke
(loco cit.) , che nella sesta Glasse, che comprende
la Scuola tedesca si trovavano in gran numero
le Stampe incise in legno di Jost Ainmon, mar-
cate la maggior parte della sua Cifra 1. A.
Ci avverte di piu (fol. 49^ )? Che se si volesse-
ro tutte r accorre le figure , con le quali quest* Ar-
tista ha ornato differenti Libri , le sue opere
verrebbero piu voluminose di quella, classe 7 della
quale <ù tratta ,
i5a Notizie
Qui si riportano con gli Scrittori del Manuel
le seguenti .
I. t Xll. Serie di Donne illustri , cominciando da Èva
col titolo.* Èva die Gebererinn. Xll. Pezzi contornati,
alt. 3- p. 2. larg. 2. p. 1. Z. Jobst Amman fec Stefan.
Herman exc.
Xlll. e XX. Serie di Figure di Guerrieri , otto pezzi
con marca.* Jost Amman lnventor. Stefan Herman Onoltz-
bachensis 1590. alt. 2. p. I* Z. , larg. 4. p. 9. I
XXI. e XXVlll. Serie di persone che si battono a col-
pi di spade e di bastoni, otto pezzi, con la sua cifra.
alt. 2. p. 3- Z., larg. 3. p- 2.1.
XXIX. e XXXiV. Serie di Cacce. Sei piccoli fregj.*'
alt. I. p. 8. Z., larg. 5. p. 9 Z.
XXXV. e XLU. Le quattro Stagioni , ed i quattro Ele-
menti, otto pezzi 1569. alt. 2- p. b. Z., larg. 3 • p. 2. Z.
XL111. e L1V. I dodici mesi dell’Anno, rappresentati
da figure in piedi, Jo. Amman fec. 12. pezzi . alt. 3. p. 4.Z.
larg. 2. p. 3. Z.
LV. ,, Justi Ammiani (?) Tigurini , Pictoris absolu-
tissimi; Biblicae figurae addita brevi explicatione Germa-
nicis rythmis ab Henrico Petro Rebenstock facta . Fran-
cof. i52I. „
Sono questi molti soggetti di pietà dai di-
segni di Wenceslas Jamitzer > intagliati ad acqua
forte da J. Amman .
LX1. 11 Bombardamento d’ una Città , Jost Amman
fec. I.570. Pezzo in fol.in tr.
LX11. Effigies Gasparis de Colignon D. Castilione , ri-
tratto istoriato. Fecit Norimbergae Jòst Amman , Ti-
gurinus. 1573. in fol.
PEZZI INTAGLIATI IN LEGNO.
LX111. La Creazione del Mondo , pezzo con marca I. A.
infoi
(7) Qui veramente non è più Giuda , o Giodoco , o Jost ,
ma bensì Giusto, nè Ammon , o Amman, ma Ammiani.
Crederei che questo sbaglio dovesse attribuirsi più a chi
le pubblicò, che ad Amman medesimo, il quale, come
si vede, quando di per se si soscrive, lo troviamo sem-
pre Jost Amman, o Ammon.
degl* Intagliatori . i53
L1X. La Dieta dell’Impero, in ovale, con marca 1. A.
in fol. in tr •
LX. Le Nozze di Cana , con marca I. A. in 4. in tr.
LX1. De omnibus illiberalibus sive mecanicis artibus ,,
Autore Hartmanno Scoppero , versu elegiaco conscriptus,
Francof. ad Maenum , l5Z4- 8.. (8)
(8) Conservo nella mia Raccolta questo Libro, che con-
tiene CXXX11. Stampe , mancandovi però il Frontespi-
zio. 11 Sig. Barone di Heinecke (Idée gener. fol. 244.)
«crive, che Jost Ammon ha fatto anche le Stampe pel
Libro intitolato ,, Description de Jean le Saxon de
tous les états , de tous les Arts et Metiers ,, pubblicato
nel l5Ó4- in tedesco, come il precitato Autore riporta nel
testo originale: soggiungendo che fu egualmente impres-
so in latino nel medesimo anno sotto il titolo Ylcaoir'Kict
in i2mo. Al diligentissimo Sig. Heinecke certamente,
oltre la citata da Lui del 1464., fu nota anche l’altra edi-
zione, che è la traduzione in tedesco con la Piazza Uni-
versale del Garzoni, e pubblicata egualmente a Francfort
nel 1649.. in 4. Nella suddetta edizione dell’Opera posta
nel presente Catalogo, che come dissi, trovasi presso di
me , ha la seguente data : impressimi Francofurti ad Menum
apud Georgium Corvinum impensis Sigismundi Caroli Fe-
yerabent MDLXXIV.: e alla Figura XlX. vedesi l’Inci-
sore in atto di considerare con la lente i taglj già fatti
da lui in legno , ed ha sul tavolino gli arnesi al suo me-
stiere necessarj . Egli è Amman , che vi si è effigiato. Sem-
bra dell’età di cinquantanni in circa, vestito alla Sviz-
zera con una berretta in testa II suo banco da lavoro è
situato sotto una finestra con impannata di carra , e vi ha
appeso un vaso, retto da una fune raccomandata alla fìne-
stra . La cifra, che scorgesi nel piano è formata
e non come vien qui sopra notato dai Signori Huber,
e Rost, già segnata da noi. Vi si leggono ai di sopra del-
la Stampa i seguenti Distici:
Eximias Regum species , hominumque Deumque
Omnia phidiaca corpora scalpo manu.
Denique pictoris quidquid manus aemula ducit ,
Jd digiti possunt arie polire mei .
li 54 Notizie
Quest’opera che consiste in n5. figure, è
stata più volte impressa sotto diversi titoli ; Am-
man vi lia rappresentato se stesso nella figura
dell’ Intagliatore .
LX1I. ,, Icones Livianae Praecipuas Romanorum Histo-
rias, magno artificio ad vivum expressae ,, succinctis* ver-
sibus illustratae per Philippum Lonicerum ,, Francof. ad
Maenum in 4. oblon%.
Le Stampe di questo libro consistono in io3.
soggetti istorici, ed hanno in principio il ritrat-
to di S. Feyerabendt . .Esse sono servite in segui-
to con qualche aggiunta per la traduzione tede-
sca di Tito Livio.
LX111. Libro di Cacce, col titolo : Neve Figuren. allerhand
Jugd und lVaydv)erken . Frankfurt l58‘3. in 4.
Quest’Opera è stata impressa più volte e
considerabilmente accresciuta dopo la morte di
Jost Amman. L’ultima edizione di Francfort è
in data del 16 yj.
LXiV. I libri di Plinio il vecchio, col titolo; Caji Pii -
nii Secundi des iveldberuhmten alten Philosophen Na-
turkundigers . Bucher und Sehriften , mit Schonen neuen
JFigures geziert ,, Frankf. 1584. infoi.
e sotto la Stampa
Effigie* Regum Ugno servata , vel aere
Innumeros vivit post sua fata dies .
Dives y et eternis par illa deabus habetur
Quae Coelo fucrit nobilitata meo .
Namque tenescentis videt omnia secula mundi
Ut Dominam taleni charta loquatur anus .
La lettera dedicatoria è data Francofurti ad Moenuni
Calend. Janucrrii anno MDLXFI II .
Hubev, e Rost riportano al numero LXI. la prefata
opera, e Fautore di essa , assegnandone l’anno medesimo,
di cui è fregiata lamia; ma s’ingannano nel numero del-
le Stampe, scrivendo che sono solamente CXV., quando
in realta sono CXXXll. senza l’insegna del Tipografo
posta nell’ultimo foglio.
degl’ Intagliatoci • i55
LXV. „ Cleri totius Romanae Eccleslae subjecti , seu
Ponrificiorum ordinum omnium omnino utriusque Sesus
habitus, artificiosissimis figuris , quibus Francisci Modii
singula octosticha adiecti sunt nun.c primum Jodoco Amati-
no expressi,, Francof. Sumptibus Sigismundi Feyrabendii
anno 1564. io3.
LXV^ ,, Gynaeceum, sive Theatrum Mulierum , in
quorum praecipuarum omnium per Europam imprimis gen-
ti um ■- habitus videri est. Artificiosissimis nunc primum
figuris expressos , a Jodoco Amanno , additis ad singulas
figuras singulis octostichis . ,, Con un versetto tedesco*
Francof. [586. in 4. oblong. 120. piante .
Quasi tutti questi soggetti si trovano accen-
nati dal Gandellini alla parola, AJVI N.
AMMOì^ ( Clemente ), Genero di Teodoro de
Bry, che intagliava a Francfort nel i65o., ecl
egli è quello che ci ha dato il VII. e Vili, volu-
me dei Ritratti, che servon di seguito ai VI. del
predetto de Bry _, col titolo di Biblioteca Calco-
grafica. ( Mr. Basan seconda ediz. ) .
' Si fa menzione dal prefato Mr. Basan di un
altro AMMON , che ha inciso diversi Ritratti .
AMSTEL ( Cornelio Ploos Vari). Se i molti
amatori delle Arti del Disegno non si contentas-
sero solamente di studiare su i Libri le teorie,
delle medesime . ma di buon’ ora dessero mano
anch’essi sotto dei buoni artisti a disegnare; mol-
to più potrebbero essere al caso di discorrerne
con possesso, e di estenderne eziandio i progressi .
Cornelio Ploos fu avventuratamente uno di quel-
li, che nato in Amsterdam nel secondo
Basan (seconda ediz ) o nel 1782. secondo gli
Scrittori del (Mara^eZ ec. Tom 6. École des Pays -
Basfol. 3 19.), dichiarandosi Amatore, si esercitò,
e con avvantaggio riesci Disegnatore^ ed Intaglia-
tore nel gusto dei disegni all’amatita , e ad acque-
i56 * Notizie
rello. In questo genere d’ incisione, ohe andava al-
lora prendendo piede negli Artisti oltramontani,
egli col suo zelo per le Belle- Arti tentò delle nuo-
ve maniere, e dilatò 1T impressione delle Stampe
sì nella maniera predetta del disegno, come ezian-
dio in quella della Pittura. Lavorava co rr taPar-
te , ed usava una taPav vedute delicatezza , che
quasi i primi conoscitori avrebbero potuto resta-
le facilmente ingannati , Tali sono principalmen-
te i XVIII. pezzi, che incise dai più celebri Pit-
tori Olandesi Ostade , Metzu , Repibrandt, Ber-
gliene. V. Valde , Netscher, ed altri, e che for-
mano una collezione assai interessante . ( Basan
Toc. cìt.) Mr. Goyser rinomatissimo Incisore di
Lipsia avea un esemplare di molte Stampe di
Amstel , che contiene quarantasei fogJj, dal quale
i prelodati Scrittori del Manuel ec. formarono
il Catalogo, che noi qui appresso notiamo, con i
medesimi numeri, con i quali quel bravo inten-
dente Pha pubblicato. Non si sa precisamente
l’anno, in cui cessò di vivere; ma sappiamo che
nel 1782. incideva.
I. Frontespizio con un monumento , con iscrizione lati-
na, sormontato da un genio, che sostiene uno scudo , con
in mezzo un giglio, oppure un marco. Inventar Cor -
nelius Ploos vati Amstel. D. 1 . Fcbr. 1765. In giallo chia-
ro latto risaltare da linee bianche infoi.
II. e 111. Due bei Paesaggj , II. Zaf'tieevcn del. v. Am -
stei fecit l^àó. acquerellato ad inchiostro della Cina in 1*2.
IV. Paese serrato / nel davanti un Pastote ed una Pa-
storella, con un gregge sul margine d* un ihimc „. Ad.
vari de Vclde del. P. van Amstel fecit . Ad acquerello,
or. infoi.
V. Una Donna veduta di schiena , affacciata aduna por-
ta serrata dalla metà in giù. Rembrandt del. P. van Ani «*
stei fecit. 1764. Nel gusto del dis.gno colorito.
degl’ Intagliatori . 1 $7
VI. Giovine con cappello tondo , veduto di prospetto.
Alcuni denominano questo pezzo , Tito figlio di Rem-
brandt. Id. del. zd.fec. Questi due pezzi d’eguale ese-
cuzione, infoi BELLI, E RARI.
VII. L’Interiore di casa rustica, in cui si vede un uo-
mo che legge la gazzetta , altre tre figure , e molti acces-
sori „ Ad. v. Ostade del. 1073. P. v. Amstel. fecit 1766 .
Nel gusto del disegno in colore , di un bel risalto di chia-
ro-scuro , in fol.
Vili. Sei figure Spagnuole sul margine d’un fiume ghiac-
ciato, fra le quali una donna in maschera; il fondo pre-
senta un gran villaggio ,, Hendrick Avere am , per sopran-
nome, il Muto, van Campen tÓ2r. del . P.van Amstel fe+
eit 1 766. Nel gusto del disegno acquarellato, le figure toc-
te delicatamente in colori, infoi, vi quadrato .
IX. Ritratto in busto di Jan-Josephszoon van Goyen.
Ant. van Dyck del. IÓ38. P. van Amstel fecit 1769. Nel
gusto del disegno, le carni toccate leggermente in rosso,
in quarto .
X. Cercato all’ingresso d’un borgo, Paesaggio di Jan *
Josephszoon van Goyen, 1 653. del. PI. van Amstel fe-
cit 1767. ^ei gusto del disegno a matita nera gr. in fol -
in traverso .
XI. Mercato di bestiame all’ ingresso d’ un Villaggio
olandese ,, dello stesso, di simile esecuzione. Riscontro .
XII. Donna in mezza figura , seduta ad un gravicembalo,
con un libro di musica davanti. Gei. Dovoes del. 1660.
PI. van Amstel fecit 1767. Ad acquerello, la testa ed il
panneggiamento toccati leggermente in rosso, in 4.
XIII. Marina , con un grosso vascello in mare, ed una gran
città d’Olanda in prospettiva , Ludolf Bakhnyzen del. 1694.
PI. van Amstel fecit 1769. Nel gusto dell’acquerello nero,
in 4. in tr.
XIV. Campagnuola assisa, con una padella in mano,
Gab. Metzu del. PI. van Amstel fecit 1768. Nel gusto del
disegno a matita nera , in fol.
XX. Paesaggio: nel davanti si vede una Donna sopra un
asino, e circondata da bestiame sul margine d’un fiume,
N. Berghem del. 1 554- PI. van Amstel fecit 17 69. Tocca-
to jleggermente ad acquerello infoi, bt tr.
Posseggo nella mia Raccolta questo pezzo,
che è veramente hello , e fa un ottimo effetto .
iS8 Notizie
XVI. La Vergine in mezza figura , in un ovato , che
adora il Bambino Gesù coricato sulle sue ginocchia , con
un contorno di rose ,, in campo giallo-chiaro: Abr. Bloe-
maert del. Pi. van Amstel. fecit 1769. in 4. in quadrato.
XV II. L’Anticorte d’una casa rusticale , ove si vede un
vecchio contadino, che canta accompagnandosi col violino,
e che fa ridere tutta la brigata composta d’undici persone.
Ad . v . Ostade del. 1678. PI. v. Amstel fecit 1769* Pezzo
ad imitazione della pittura , altissimo , in colore gr. in fol.
XV111. Una Giovane seduta , in mezza figura , che ha un
libro sopra una tavola ,, ritratto di Maria Tesselschade .
H Goltzius del . JÓI2- PI. van. Amstel. fecit 1770. Esegui-
to nel gusto della matita rossa e nera , in fol.
XIX. Ritratto d’un uomo in mezza figura, a capo sco-
perto, in sedia a bracciuoli , C. Visscher del. l65l. Pi. van
Amstel fecit 1771. Nel gusto della matita nera infoi.
XX. Paesaggio , in cui si vede un uomo che conduce un
cavallo a basto , e nel davanti delle lavandaje , Pii. Wou —
•uierman del. 1660. Pi. van Amstel fecit 1772. Nel gusto
dell’acquerello , in 4. in tr.
XXI. L’interno d’una Chiesa got ica ; nel davanti un di.
segnatore , P. Saenredam del. l63o. Pi. van Amstel. fé-
cit. 1774- Pezzo PREZIOSO acquarellato in colore, p. infoi.
XXII. Concerto d’una Dama, e di un Signore ; figure
Spagnuole , Karel van Mander del. l6o3. PI. van Amstel
fecit 1772. Dis egno leggermente toccato ad acquerello, in 4.
* XX111. Un uomo sedente, con un flauto; ha in testa una
berretta sul fare di Rembrandt , e sul corpo una larga cin-
tura a bandoliera, G. Flinck 1640. PI. van Amstel f e-
cit 1773. infoi. •
XXIV. Bella Marina, con bastimenti in mare, cd in
lontananza un gran villaggio, P. Coops del: PI. van Ani-
stel fecit 1773. Ad acquerello , p. in fol. in tr.
XXV. Un Contadino addormentato in luogo riparato
dalle piante, e più lungi altri tre che gavazzano, Ad.
Brouvier del. l635. Ploos van Amstel. fecit 1775. A bi-
stro in 4.
XXVI. Un uomo, in mezza figura, seduto ad una tavo-
la con carte in mano, che si presume il ritratto di Mie-
tisi Fr. van Mieris del. 1 663. PI. van Amstel. fec . r777-
in matita nera , in 4*
XXV11. e XX Vili- Dm? cani barboni, uno coricato , l’altro
seduto Id. del. id. fecit In matita nera. Pezzi in 1 6. in tr.
dfgl’ Intagliatori . I *><)
XXIX. Un Contadino in ferraiolo corto, con un fiasco
largo in pancia , e dietro a lui un uomo, ed una donn‘a, che
l’osservano , Corra. Dusart del. PI. van Amstel fec. Acqua-
rellato con inchiostro della Cina , in 4.
XXX. Giovine Dama sedente presso il suo medico in.
piedi , che trangugia una bevanda che le vien presentata da
un giovine. Ger. Terburg del. PI. van Amstel fec. 1229*
Acquarellato a bistro gr. in fol.
Guasto soletto era stato anteriormente in-
tagliato in maniera nera da W. Vaillant.
XXXI. Giovane Dama, in mezza figura, sedente, con
in mano uno stromento di musica , Ger. Netscher del. 1664.
PI. van Amstei fec. 1781. , in acquerello nero, d’una sag-
gia esecuzione. Ovale in 4:
XXX11. e XXX111. Due Marine, una rappresentante lo
Spuntar dell’aurora, l’altra il lume di luna, Ludolf B a-
ckhuyzen del. Pi. v. Amstel fecit 178-1. Pezzi acquerellati
coll’inchiostro della Cina, in fol. in tr.
XXXIV. 11 Giudizio di Salomone, gran composizione.
Liicas van Leyden del. l5l5. PI. van Amstel fec. 1782.
Eseguita al bistro gr. in fol.
XXXV. Paesaggio con un grand’edifizio rovinato; nel
davanti un contadino che carica il suo giumento , Th.
JVyck del. PI. van Amstel. fecit 1782- Acquarellato a bi-
stro , in fol. in tr.
XXXVI. Ricco paese d’una contrada di Norvegia, or-
nato di molte figure, e di masserizie rusticali, Aid. v. Ever -
dingen del • Ploos van Amstel fecit 1782. Acquerellato a bi-
stro , gr. in fol. in tr.
XXXV11. Cinque Giudici Olandesi , disposti intorno ad
una tavola, in consiglio. J. de Bray del • 1Ó63. PI' van
Amstel- fecit . Acquerellato ad inchiostro della Cina, gr.
in fol. in tr.
XXXV111. Il Procuratore e suo ajuto ,, figure ben carat-
terizzate. J. Steen del. 1672. PL v. Amstel fecit. Leg-
germente acquarellato con inchiostro della Cina, ira 4.
XXXIX. Paese , in cui si vede , sotto un grand’arco ro-
vinato, un Pastore che guida un branco di Montoni, e di
Capre. J ac. van dcr Dctes del. 1 699. Pi • v. Amstel fec.
Acquerellato ad inchiostro della Cina, ira 4.
XL. Bel paesaggio montuoso, ornato di grandi fabbri-
che dietro ad alberi , con una mandra di grosso e piccolo
160 Notizie
bestiame al margine d’un fiume. J. vari der Meer de J ori*
ge deh 1704. PI. vari Amstel fecit . Acquerellato vigoro-
samente con inchiostro della Cina, gr ■ infoi, in tr.
XL1. 11 Falegname e sua moglie , tutti due curvati , ed
occupati al lavoro Il fondo presenta una gran fabbrica.
J. S aenr edam del. 1610. PI. vari Amstel fecit. Acquerel-
lato ad inchiostro della Cina , in 4. in quadrato .
XL11. Famiglia di Contadini , nell’interno d’una casa
yusticale Corn. Bega del. 1684. PI. vari Amstel fecit . Acque-
rellato a bistro . in 4* in quadrato .
XL111. Vecchio bottanico seduto ad una tavola piena di
piante, con quattro figure di persone , che gli portano varj
vegetabili . G • vari den Eckhout del. PI. vari Amstel tee •
A bistro , d’una esecuzione accuratissima . p. in 4. in tr.
XLIV. Paese con quattro pecore presso una Stalla. K. dtt
Jardin del. PI. van Amstel fec. Acquerellato in maniera
risentita ad inchiostro della Cina , in 4. in tr.
XLV. Chimico nel suo laboratorio, che s’occupa, ed è
ajutato da due uomini. J. Langhans del. 17 II. PL van
Amstel fecit. A bistro, p. in 4. in tr.
XLV1. Marina, con molti navigli in mare. J. Esselens
del. 1708. Ploos van Amstel fecit. Schizzo acquerellato ad
inchiostro della Cina , in fol in tr.
ANDERSOHN (Stefano) , Incisore di Lipsia*
clie ha lavorato molti Ritratti , fra quali è de-
gno di osservarsi.
1. Ritratto di Asclepiade , in 8.
Vedi Basan (seconda ediz.)
ANDOUART ( ), nato a Parigi nel 1734., di
cui si vedono
I. Ritratto del Conte Maurizio de Bruhl , in piedi
in fol.
II. e 111. Due Marine , da Flotte de Saint-Joseph , ad acqua
forte.
Queste furono condotte a termine da Heu-
delor .
ANDRE (Simone Renard de S.) nacque a Pa-
rigi nel 16 1 4* Sembra, che il giudizio del Gan-
dellini intorno P abilità di questo Artista sia ve-
dfgl’ Intagliatori. 161
ro, quantunque alcune cose sieno state avverti-
te di poi dal Basan ( seconda ediz.) , e dagli Scrit-
tori del Manuel école de F rance T.i.foL i 58 . )
Fra queste contasi ch’egli sia stato dioepolo di
Luigi Bohrun _, che dipingea i ritratti come il
suo Maestro^ e che fu ascritto alPAccademia di
Parigi. La causa, per la quale ebbe Andre que-
sto onore , fu il Ritratto , ch’egli fece della Regi-
na madre del Re ( Padre Orlandi Abeccd. Bit.)
Avvi poi una contradizione fra il Gandellini e
Mr. Basan ; asserendo questi , che Andre incise le
Sculture e le Pitture soltanto della Galleria
d-’Apollo* al Louvre in j\6. pezzi da le Brun : e
quegli sostiene , che non solo intagliò dal suddet-
to Pittore , ma anche da altri , e non tanto quei
disegni eseguiti., ma anche quegli colà non ese-
guiti. Ometton però tuttidue di rammentarci , che
egli lasciò molti disegni per Arazzi , i quali sonosi
fabbricati ai Gobellini (Foliben par. 4* fol. 2,24*) ,
Mori nella sua patria nel 1677. Or se i due Scrit-
tori precitati non individuano nemmeno alcune
[delle sue opere hanno supplito in parte a loro
Huber , e Rost ( loco cit.) , facendoci sapere ad un
tempo , cl^e sono incisi ad acquafòrte i seguenti pezzi
I. 11 Santo Bambino, che guarda la Croce, che tiene su
le sue ginocchia ,, Si vedono in fondo gli Strumenti del-
la Passione a lume di Luna . Pie. in 4. mare. S. Andine
fec. a Roma .
II. Le Pitture , e le Sculture della Galleria di Apollo
al Louvre , da Carlo le Brun , in 46. gran foglj , di cui
fan parte le seguenti .
III. Luigi XIV. condotto dalla Fama nel Carro della
Vittoria ', accompagnato dall’Abbondanza ,, Pezzo dedica-
to al Re da S. Andre : gr. infoi, in tr.
IV. Gesu-Crocefisso : vi si vedono la Maddalena, Saa
Giovanni, e la Vergine.* da le Brun sans le nom de St,
André .
Tom . V * 11
i6a Notizie
Il medesimo Quadro lo incise anche Fran-»
cesco Poilly, gr. in fol.
V, Minerva,, Quadro allegorico su la Francia: dal me-
desimo p. in fol.
VI. L’Immagine della Pace, dal medesimo, p. infoi .
ANDR.EANI (Andrea). Tratta di lui in questo
luogo il Gandellini, e qualcosa dice anche di più
all’articolo Mantovano ; ove conviene avvertire
quel tanto che adesso è certamente sfuggito, sia
su la di lui vita, sia su le di lui opere Primie-
ramente passa sotto silenzio, ch'egli fosse Pittore,
e che dopo avere avuto i principi delParte in Man-
tova , in Roma, ove erasi trasferito, si perfezionas-
se nell'arte dell* intaglio a chiaro-scuro nella ma-
niera di Ugo da Carpi: e potea insieme avvertirsi,
che la perfezionasse , imprimendo anche delle la-
stre con molto successo. Non conobbe il ritratto,
che l’Aridreani fece di Alberto Durerò in Siena,
ehe potea agevolmente accennarlo, per mostrare
non solo che avea inciso il Pavimento del Meche-
rino , ed il Proscenio del Riccio , ma che erasi an-
cora trattenuto questo Intagliatore nella sua patria
nel 1088. e nel 1591 , in cui incise ancora il Qua-
dro del Casolani . Avrebbe potuto 'aggiunger di
più , che TAndreani per una certa parziale dile-
zione dicevasi Pittar Sauese, e che dalla medesima
Città, tanto a se cara , non poterò richiamarlo se non
le istanze, direi cosi, del suo Sovrano Vincenzo
Gonzaga Duca di Mantova , e di Monferrato . Non
assegna nemmeno Tanno in cui nacque , ed è con-
tento di farci sapere, che fu chiamato il piccolo
Alberto senza renderne la ragione, che potea age-
volmente essergli nota . Imperciocché dicemmo qui
sopra, che Aitdorfer clriamavasi in Francia le petit
degl’ Intagliatori . i63
Albert per la somigliànzà che aveano i suoi lavori
con quelli del Durerò > e che la sua Cifra fu
im . Ora avendo la cifra delPAndreani mol-
ta simiglianza con questa , venne per tal causa
detto il piccolo Alberto > quasi che si dicesse
Altdorfèr .
Nacque PAndreani nel i oj\o. , e non come
Mr. Basan scriveva , nel i 5oo. ; poiché convengono
tutti ch'egli morisse nel 162 3. Se fosse vero che
nascesse nel 1 5oo. , all’anno 1623. avrebbe con-
tato centoventitre anni , età da fare più strepito
delle sue Stampe. In oltre non troviamo di lui in-
cisioni prima del i5^o., e Je ultime nel 1608. Or
dovremo dire , che si mettesse ad incidere nell’età di
settantanni? Si attiene anche troppo su le vene-
rali , quando afferma il Gandellini , che copiò dal-
le Stampe di Alberto Durerò j poiché non copiò
solamente dal medesimo, ma quello, ohe è più,
si provvide di rami di molti aitai Incisori , gli ritoc-
cò , e vi appose la sua cifra . ,3 Molti , { scrivono gli
Autori del Manuel Tom. 3. fol. 207.) ingannati
da questa s opero! ù evia t gli hanno attribuito tutti
i pezzi marcati con la sua cifra „ Siocome poi il
prefato Gandellini non si mostrò inteso di tutto
ciò, non seppe nemmeno indicare alcun mezzo
j>er distinguere le proprie da quelle degli altri
dalPAndreani scaltramente ritoccate .
Ora con i surriferiti Scrittori conoscerà
l’Amatore, che le Stampe- ( dell’ A ndreani ) so-
no ordinariamente in chiaro scuro 3 e se ne
trovano ancora alcune impresse con una sola
pianta . I veri conoscitori ricercano moltissimo le
stampe deW Andreani , che si distinguono per la
i64 Notizie
speditezza , e franchezza della mano , per la nettez-
za del disegno , e pe * l risalto della composizione .
Il Baione de Heinecke ( loco cit. fot. i53.)
avea detto , che alcuni errano nel chiamarlo An-
dreassi; ed eia si sa , che questi sono l'Ab. de Ma-
rolles, e il Baldinucci ( Decen . i. p. 2. sec. IV*
fol. 77.). Ma non so veramente, se possa impu-
targli ad errore , trovando che il Gh. Ah. Lan-
zi (Stor. Pit. Tom. 2. p. 2. fol. 3qo. ) lo chia-
sua Andreasso, o Andreani con l'autorità delle
Lettere Pittoriche .
Gioverà pertanto a schiarimento maggiore ed
illustrazione della Storia riferire il Catalogo , che
Iranno dato gli Scrittori del Manuel , desunto dal
prelodato Baron de Heinecke ( Dictionnaire des
Artistes Artic. Andreani ) .
I. Ritratto di Alberto Durer , inciso a chiaroscuro in
Siena nei i588. in 4.
II. e IV. Il Pavimento del Duomo di Siena „ intaglia-
to a chiaroscuro su ’l disegno di Domenico Beccafumi
dall’Andriani , in otto Stampe, delle quali ne specifiche-
remo le tre seguenti.
I. Èva in ginocchio ,, pezzo inciso nel j58?. col
nome di Mecherinus , detto Beccafumi . t
; 2. Il Sacrifizio di Abel , che sta genuflesso innanzi
l’Altare.
3. Il Sacrifizio di Abraham ,, intagliato dal disegno
di Francesco Vanni, alto brac. I. e mez , lar-
go brac. 2. e mez.
4. Mosè , che spezza le tavole di pietra , sceso dal Mon-
te Sina, alto brac. 2. e mez.y largo brac. 3.
In questa Stampa omessa da Huber^ e Rost
vi si legge in mezzo:
ERANCISCUS VANNIUS
PICTOR SEN. DELIN.
E da parte in fondo.
DEGL* fNTAGLT ATOR* . iG 5
Al Sereni ss . Sig. il Sig. Francesco Maria
della Rovere Duca d * Urbino ec.
Fra le nobilissime Pitture , che adornano il
marmoreo Pavimento del Duomo di Siena , p* ha
quella del figlio di Abramo offerto in sacrificio :
invenzione di Domenico Beccafumi Pittore Sa -
nese : la quale Adriano da Mantova ha ridotto
in questa breve forma : riponendo intorno ad essa
tutte le forze del suo ingegno : così con tutto
V affetto del cuore la dona , e dedica al chia-
rissimo Nome di V. A. che per V egregie sue vir-
tù viverà glorioso mentre avrà vita il mondo .
In Siena ai dì 12. di Novembre i58G.
L’anno MDXG.
Niente più difficile , che trovare tutti, que-
sti pezzi insieme : anzi Mi:. Baisan ( seconda edìz .)
avverte , che è la Stampa piu rara di tutti i chia-
roscuri .
Fino dal 1 3 5o. incirca , Duccio da Siena in-
cominciò a fare il Pavimento del Duomo da un
lato della navata in cornu Evangeli» e dall’altro
lato Matteo di Giovanni da Siena istoriò 1* altra
parte di detto Pavimento nell’anno i464- Quel
pezzo della navata di mezzo , ove sono David 9
Sansone ^ Mose , Giuda Maccabeo, e Giosuè*
l’Immagine di un Imperatore,, ed Absalonne pen-
dente dalla Quercia sotto i tre gradini fu iste**
riato nel 1424., e le dodici Sibille si fecero net
i483. Tutti questi pezzi non han che fare con
l’opera di cui si parla , che spetta soltanto al
Beccafumi, e che forma i’ammirazione degli inten-
denti. Nella Gasa Spannocchi nella sua Galleria,
ln una stanza chiamata la M eccarina , si conser-
vano i Cartoni > che pe 1 divisato oggetto fece
1 66 Notizie
questo Pittore, e con altre sue opere glie le la-
sciò in segno di riconoscenza, essendo stati quei Si-
gnori suoi degni Mecenati. Il Vasari racconta
(J\ VII. fot 307 ), che il Beccafumi , vedendo che
P opera di Duccio potea assai migliorarsi 3 preso
marmi bigi , acciocché face s sino nel mezzo delTom -
bre accostate al chiaro del marmo bianco , e pro-
filate con lo scalpello , trovò , che in questo modo
col marmo bianco } e bigio si potevano fare cose
di pietra ad uso di chiaro scuro perfettamente .
Monsignor Bottari con Pautorità di Mr. Ma-
nette pretende, che non sia fatto dal Beccafumi
in quella guisa che dice il Vasari , cioè di mar-
mi di piu colori messi insieme , ma che sia tut-
to marmo bianco o quasi tutto y e fattovi sopra
gPincavi ripieni di forte mistura , e colorita , che
fece l’o rubre e lo fece apparire come un chia-
roscuro* Ma con perdono dei prelodati Signori
peritissimi di Belle-Arti , sembranti, che sia mol-
to ben difeso il Vasari dal Padre della Valle
( note al basati loco cit. ) nelle Lettere Sanesi ;
poiché non sarebbe stato altrimenti inventore di
quest’arte Michelangelo Vanni, ma bensì Meche-
rino; il che falso dimostrasi, oltre tante altre ra-
gioni anche dalla seguente Iscrizione posta in
S. Giorgio di Siena a Francesco Vanni.
IN SPE RE5URRECT.
FRANCISC. VANNIO EQ. JESU CHR. LUSIT.
VIRO RELIGIOS SSIMO PICTORI
AETATIS SUAE NULLI SECUNDO
. Michael Angelus ejasd^m Religion. eque $
NOV4E HUJiTS IN PETRA FINGE N DI
ARTIS INVENTOR et Raphael eques auratuS
Filii Parenti optimo M. P. anno MDCLVI •
degl’ Intagliatori. 167
I11 Casa del Sig. Conte Giovan-Bernardo To-
lomei ho visto con piacere, che conservasi una,
Pietà dipinta in marmo dal medesimo Michelan-
gelo Vanni , nella quale i colori trasudano ab-
bondantemente dalla parte opposta, quantunque
sia’il marmo della grossezza di un pollice . L’istes-
so Signore mi assicurò di avere avuto il segreto
scritto in un foglio di carattere del suddetto Ar-
tista, che presentemente si è smarrito.
Ora tornando alle Stampe di questo Pavi-
mento furono elle intagliate eccellentemente
dalPAndreassi > o Andreani ^ che poi per opera
dell’Abate Lelio Cosatti , Gentiluomo Sanese, fu-
rono fatte incidere di nuovo da un Gambusia-
ni Fiorentino .
X. La Deposizione della Croce, dal C asolarli , brac. 3.
e un sesto , larga brac. 2. e un ottavo .
Vedesi in questa gran stampa tutta la ma-
niera di lavorare a chiaroscuro, e presenta fe-
deltà y e correzione nel disegno . In Siena se ne
trovano molte prove, fra le quali una nelle stan-
ze dell’ Università : l’altra in Casa del Sig. Cav.
Giovanni Pieri Mecenate di queste nostre Notizie ,
ed uria benissimo conservata in Casa del Sig. Cav.
Ottavio Gori Pannellini, in fondo della quale leggesi:
Vincentio Gonzagae JMantuae , et ifflonf errati
Duci Serenissimo b'C.
Ab Alexandro Casulani Senensi lineis colo -
risque ducturn opus domi Qctavij Prenati Cu-
nonici ; ab Andrea vero Andriano M autunno variis
novisque lignei s formi s incìsum ac intimo cordis
affectu, dicatur
Senis MDXCIII .
XI. Il Diluvio , dal Tiziano ; grandissimo pezzo iti
quattro lastre, rimarcato con la cifra Andre ani .
i68 Notizie
XII. L^Àrmata di Faraone annegata nel Mar Ross® ,
dal medesimo. Grandissimo pezzo di quattro lastre, in-
ciso nel 1585* con la cifra dell’ Andreani.
XIII. L’Adorazione dei Magj , ove se ne vede uno ge-
nuflesso innanzi la Vergine, e l’Infante Gesù, dal Par-
migiano, con la cifra dell’Incisore, e l’anno i5 85. Pie.
fol. in tr.
. XIV. La Purificazione, dal Salviati col nome Andrea -
vi in Mantova 1680. in fol.
XV. La Vergine e ’l Bambino Gesù su le sue ginoc-
chia adorato da un Vescovo con la Mitra, e ’l Pastoca-
rale. Mezza figura, da Alessandro Casolani , con la cifra
deli’Andreani , e il motto: Andrea Mantovano , Pittore
San e se l5p I . gr. infoi.
XVI. La Vergine, che tiene Gesù Bambino, al quale
il piccolo S. Giovannino presenta un Uccello, con un
altra Santa che tiene un Giglio , mezza figura*, da Gia-
como Ligozio.- col nome del Pittore, e dell’Incisore.
gr. in fol.
XV II. Gesù Cristo, che guarisce i dieci lebbrosi , dal
Parmigianino , con la cifra Andreani infoi.
XV111. Gesù Cristo , che guarisce il Paralitico, da Fran-
cesco de Nanto da Sabaudia , in fol.
XIX. La Pesca miracolosa, da Raffaello, con la cifra
Andreani , gr. in fol. in tr.
XX. Gesù ch’esce dalla Casa di Pilato , che stà a se-
dere, e si lava le mani, da un Basso rilievo di Giovan-
Bologna . Andreani gr. infoi, in due pezzi.
Trovasi questa Stampa nella mia Raccolta ,
ed è freschissima . Nel fregio della Predella^ so-
pra di cui siede Pi lato, vi è scritto vi DL XX XV\
ed è nel primo pezzo . Nel primo Gruppo dell’al-
tro pezzo .vi sono degli sgherri, uno dei quali
tiene con la destra un bastone 9 e con la sini-
stra uno scudo, nel quale è scritto: Gianbologncb
scolpe , Andre Andremo lo *nt agitatore a Giovani*
batista Deti , gentil* huorno Fiorentino.
XXI. Gesù che porta la Croce- nel davanti vedesi la
nostra Donna caduta a terra, d’Alessandro Casolani con
la cifra e ’l nome di Andreani in Siena I$9l. infoL
degl* Intagliatori . 169
Alessandro Casolani lasciò questo Quadro im-
perfetto, e fu terminato da Ventura Saliuibeni .
Esiste nella Chiesa di S. Agostino alla Cappella
dei Bifingucci .
XXII. Corpo di Gesù-Cristo portato al Sepolcro, da
Giuseppe Scolari Vicentino, pittore eccellente . Andrea -
ni. gr. in foi.
Papillon fa di Giuseppe Scolari un ’ Inta-
gliatore in legno , e gli attribuisce molti pezzi db
chiaroscuro .
XX111. Gesù messo nel Sepolcro , in mezza figura, con
Nicodemo, e le Marie. Da Raffael da Reggio ; vie il no-
me dell’Intagliatore, gr. infoi .
XXIV. S. Pietro Pescatore . Pezzo marcato col nome di
Polidoro, e con la cifra Andreani IÓoS.
Specie di fregio , che credesi intagliato da
Hugo da Carpi ^ del quale trovami delle prove
senza nome .
XXV. S. Sebastiano , composizione, in cui vedesi nel
davanti un Vescovo a mezzo corpo, e in alto la Madon-
na col Bambino in una gloria di Angeli. Pezzo marcato
F. B. U. Fridericus Barottius Urbinas con la cifra An -
dreani in Mantova 1608. gr. in foL _
XXVI. La Parte inferiore del Quadro di S. Niccola ,
del Tiziano nella Chiesa dei Frari a Venezia: Pezzo de-
dicato a questo Santo . Andreani , Intagliatore Manto -
vano , gr. in fol . in tr.
XXV11. Il Trionfo della Chiesa ,, Christi Triumphus .
Grandissimo fregio in otto pezzi, dal Tiziano, inciso
in legno, e dedicato al Duca di Mantova Vincenzo Gon-
zaga nel 1599., già pubblicato per Calisto Ferranti a Ro-
ma nel i5oS.
XXVill. Pezzo emblematico rappresentante un Cristia-
no, che dopo aver combattuto l’Eresie è coronato incie-
lo, marcato B. F. Battista Franco da Venezia , con la
cifra Andreani A. D. MDCX. Mantova , gr. in foi.
XXIX. Quadro della Vita Umana , significata per una
Donna a piè di una Balza assalita dalle passioni. Pezzo
marcato. Jac. Ligotius inv. et Andreani 1 585. Firenze,
gr. in fol.
170 Notizie
Di questa Stampa se ne trovano differenti
prove e senza chiaroscuro , e col chiaroscuro .
XXX. Tre Pezzi del Ratto di una Sabina , Gruppo di
Giovali Bologna , veduto in tre digerenti parti.
La prima è marcata , Rapta Sabina ,, a Jo. Bolog .
marni, excu . Andreas Andreani incisit , atq . Bernard.
Vecchiett. dicavit an. MDLXXXIV. in fot.
XXXI. L’altra ,, Ratto delle Sabine da un Basso rilievo
tfi Giovan Bologna ili tre pezzi; e quello di mezzo ha
l’iscrizione , Andras Andreanus Manttiamis aeri incidit ,
impressit anno Domini MDLXXXV. Fiorentine .
XXXil. Clelia a cavallo, che con una delle sue compa-
gne passa a traverso il Tevere. Pezzo marcato del nome
di Maturino, e della cifra Andreani 160S. gr. infoi .
in tr.
Non vorrei ^ die vi fosse abbaglio, e die in-
vece di Maturino dovesse attribuirsi questo pas-
saggio del Tevere di Clelia piuttosto a Polidoro.
1/ Annotatore del Vasari, ediz. di Roma nell’ul-
tima nota alla Vita di Polidoro , e Maturino
(Tom. 6. foL 2,33.); scriveva 9J Di Polidoro ab-
biamo anche la Clelia^ che passa il Tevere, e
la Battaglia di Scipione sul Tesino ambedue in-
tagliate da Giulio Bengone ,,, Ma siccome questi
due Pittori lavorarono sempre insieme potreb-
be darsi, die la Clelia fosse di Maturino, e la
Battaglia dei Polidoro .
XXXlll. Porsenna, e Muzio Scevola, che stende la
sua mano sopra un braciere ardente. Pezzo marcato del
nome di Baldassarre Peruzzi, e deila cifra deli' Andrea-
ni l5o8. pie. in foi •
XXXIV. Il Trionfo di Giulio Cesare. Da Andrea Man-
tegna , fregio a fresco. Gran pezzo con titolo, ed una
dedicatoria di Bernardo Malpizio Pittore Mantovano al
Marchese Gonzaga MDXCV1I1.
Supponendogli far cosa grata ai principianti
Amatori, riporterò qui per esteso quanto 111 una
nota dell’ edizione del Vasari di .Firenze trovasi
dfgl’ Intagliatosi ; 171
scritto eli questo Trionfo^ e della presente stam-
pa (Tom, 4* f° 1" a34-) Già il Vasari avea scrit-
to, che a Lodovico Gonzaga Marchese di Man-
tova dipinse il Manfcegna nel palazzo di S. Se-
bastiano In Mantova in una Sala il Trionfo di
Cesare } che e la miglior cosa che lavorasse mai .
„ Questo Trionfo , dice la suddetta nota ( n. 2.)
fu in parte intagliato in rame dallo stesso Man-
tegna in varj pezzi, ch'egli ricavò da suoi dise-
gni : che pesò le Stampe si ritrovano un poco
varie dalla Pittura , la quale fu portata via nel
sacco di Mantova, e ora si trova in Inghilterra
nel Palazzo d’Amptoncourt , ed è bene in essere y
e si conserva con molta diligenza. Fu poi inta-
gliato tutto intero in le°no a guisa* di chiaro
scuro, ma in più pezzi da Andrea Mantovano,
che nell'Abecedario Pittorico è appellato Andrea
Andreassi. Lo stesso afferma il Baglioni a c.
benché di questo Intagliatore nella vita quivi
descritta non ci dice il casato . Il Van Audenaeid
lo intagliò in rame ricavandolo dalla detta Stam-
pa in legno, e lo pubblicò in Roma per mezzo
di Domenico de’ Rossi , che lo dedicò al Cardina-
le Bandino Panciatichi . Il Si£. Manette ha uno
o
di questi disegni di mano del Mantegna molto
bello, che fu comprato in Italia da Jacopo Stel-
la celebre Pittore Francese. Il suddetto Andrea
( Andreani ) pose in fronte alla sua Stampa la
seguente Iscrizione .
Serenissimo Principi Vincendo Gonza gae
D, G. Mantuae p ac Montis Ferrati optimo
Duci .
Tabulae triumphi Cesaris olim nutu excelsi
Francisci Gonzagae indi tae Urbis Mantuae tunc
lya Notizie
Marcliionis IV. prope D.Stephani Acdes in ma -
jori ejus aula ab Andrea Mantinea M autunno
an diligentia pictae , ut jam per annos supra
ccntum non solum incolarurn } verum etiam
ex variis orbis partibus advenarum oculos tara -
quam admirabile quadiam ad sui inspectionem
attrahebant, quemadm.odum non solum opus ipsum
adhuc ostendit , verum etiam GEORG1I VASA -
RII historici in Vitis Pictorum testimonio com -
probatur . Andreas Adrianus pariter Mantuanus
quo absentium voluntati meliori , qua possit ra-
tione satìsfaceret , et municipi s tanti viri Jama
latius per ora virum , et commodius volitaret •
idcirco his typis ligneis nova suarum formar um
adumbratione incisit tuae celsitudinis invieto
nomini omnium virtutis Amatorum Augusto Me -
cenati , quod ipsum a Senarum , etiam si cara
sibi Urbe ad Patri am benigne r evocave ri s : quod
ac ad opus perficiendum , ac ad victum neces-
saria sponte , atque abundantissime suppeditave-
ris , maxima humanitate dicavit . Utmam no -
vus hac aetate viribus et animo Caesur 9 ac 9
uti par est, imperio novo , novisque portare trium -
phis . Bernardinus Malpitius pict. Mani. F. Man-
tuae MDXCIX .
XXXV. Venere con Cupido, e due Ninfe, che si ba-
gnano, dal Parmigianino . Con la cifra Andreani l6o5.
in fol.
XXXVI. Circe , che presenta da bere ai compagni di Ulis-
se . Pezzo in ovato, dal Parmigianino, col nome An -
dreani IÓ02.
XXXV11. Una Donna seduta, che si accomoda la gon-
nella per scaldarsi vicino a un gran fuoco, ove si vede
la cifra del i' Andre ani . Pezzo marcato j Bernard. Malpi •
tius inv. in fol.
dfgl* Intagli ator i . 1 7^
XXXV111. Scena della Commedia intitolata l’Ortenz*° »
rappresentata per gli Accademici Intronati in presenza del
Gran-Duca Cosimo I. a Firenze (9). Gran pezzo inciso
dai disegno del Riccio, o Bartolommeo Neroni per Y An»
dreani 1579*
(9) Evidentissimo errore degli Scrittori del Manuel ec.
poiché, come vedremo, Y Ortenzio non fu recitata in Fi-
renze, ma in Siena.
L’Accademia degl’ Intronati ebbe principio in Siena
dal Politi, Luca Contile, Mariano Sozzini il Giovane,
Francesco Bandini Arcivescovo , Monsignor Claudio Tc-
lomei , ed altri che inalzarono per impresa una Zucca
fessa e bucherata, come quelle, nelle quali i Contadini ri-
pongono il sale.* vi aggiunsero i Pistelli , con i quali si
trita, e nello svolazzo vi scrissero, meliora latent . Per
la qual cosa si dissero Intronati , quasi volessero dire , che
sebbene per le discordie e per le guerre fossero fessi ed
intronati al di fuori , non avevano leso il senno , e la co-
stanza . Leggonsi sopra l’arco della Scuola Magna di quel-
la Università le leggi, ch’essi s’imposero, e sono.
Deum colere.
Studere .
Gaudere .
Neminem laedere.
Non temere credere.
De Mundo non curare.
Apostolo Zeno, dal quale confessa il Sig. Ab. Ti-
raboschi aver ricavate le seguenti notizie ( Stor . Letter.
d' Jtal. Tom. 7. p. 3. fol. 1254-) , narra, che sei Commedie
trovansi degl’ Intronati unitamente stampate nel 1 6lI«*
fra le quali ve ne hanno tre del celebre Alessandro Pic-
colomini, cioè Y Amor Costante , che fu recitata nella me-
desima Città alla presenza dell’ Imperatore Carlo V., quan-
do nel (536. entrò in Siena. L’altra 1’ Ortenzio , (e non
Ortenzia, come trovasi scritto nel Manuel ec. qui sopra
citato Tom. 3. Ecole Jtalienne fol. 311.), che nella Città
medesima fu recitata all’occasione che il Duca Cosimo I.
la prima volta entrò in Sie&a nel l5óo. E la terza Y Ales-
sandro : e tutte sotto il nome dello Stordito Accade mico.,
che tale era quello del suddetto Piccolomini •
174 Notizie
Mr. Basan ci avverte, che quc&fca Stampa fu.
incisa in dieci pezzi non compreso il titolo, al
S’ ingannano anche il P. Orlandi ( Abeced . Pittorico)
e Monsig Bottari ( Note al Vasari Tom. 8. fol. 2 88.) scri-
vendo , che l’opere di Bartolomeo Neroni , alias il Riccio
furono intagliate -in Roma da Andrea Andreani . Imper-
ciocché nella dedicatoria dell’Andreani medesimo stam-
pata sotto all'intaglio del predetto Proscenio non si leg-
ge Roma , ma bensì Siena. Eccola..
All' onorato Signore Scipione Bargagli Nobile Sanese
Andrea Andreani Mantovano ■.
,, Io mi soli fatto certo a credere , che siccome la Com-
„ media dell’Ortensio degli Accademici Intronati è pia-
„ cauta, e piace agl’ intendenti di poesia , parimenti deb-
„ ba riescir caro sempremai a chiunque intende di pro-
yy spettiva il proscenio, dove ella fu mirabilissimamente
„ rappresentata al Gran Duca Cosimo, in Siena. Quando
,, non fu egual cosa a discernere, qual più empisse di
maraviglia gli animi degli Spettatori , o quella , o que-
„ sto. Il quale fu dirizzato in piedi per opera di Barto-
„ lommeo Neroni, soprannominato il Riccio , Sanese pit-
„ tore , ed Architettore eccellente. Pertanto non ho po-
,, tuto dubitare , che donando io lietamente come faccio
3, alia S. V. in questi nuovi intaglj il suddetto prosce-
3, nio, ella non sia per molto gradirlo e connesso la mia
3, verace alfezione verso quella sua propria benigna ed
3, onorevole qualità di amare, e carezzare a poter suo
3, qualunque sorte d’ingegnose, e virtuose persone: che
„ N. Signore Dio la prosperi in conformità di simil de-
,, gnissimo e singolarissimo intendimento, che alberga
„ in Lei
Di Siena 25. Agosto l5?9-
Questa sincera testimonianza dell’ istesso Artista ba-
sta per ismentire che fossero incise in Roma le opere sud-
dette, e che fosse recitata 1’ opera in Firenze. Bastano in-
sieme a dimostrate l’errore del P. Ugurgeri (Pompe San.
Tit. Vili. n. 56. che la Commedia V Ortenzio fu recitata
hi Siena alla presenza di Carlo V. Imperatore , che giu -
rò non aver mai avuto diletto pari in somigliante occa-
sione ,
degl’ Intagliatori . 1 7 5
quale sono uniti ordinariamente sei pilastri: e
che tutti quegl’ indicati pezzi sonoéassai difficili
a trovarsi di un medesimo tuono di colore.
XXXIX. Monumenta Sepolcrale , raporesentante una
specie di scoglio , nella sommità del quale si vedono le
tre 'Parche, da Fortuna Fortunius con ia cifra Andrea -
ni 1 588. gr. in fol.
ANDRIEU. Trovasi nominato nelPExplication
des Ouvra«;es de Peinture Sculpture Archite-
cture_, et Gravure des Arfcistes vivane exposés au
Musee Napoléon le i5. Septembre 1806. a Paris
in ia.
I. Un Quadro, che racchiude più medaglie, che rap-
presentano .*
!• 11 Ristabilimento della Religione.
2. Il Congresso dei due Imperatori .
3. Lo Sposalizio della Principessa Stefania Napoleo-
ne col Principe Luigi di Baden .
4. La Pace di Presburgo rappresentata pe ’l Tempio
di Giano .
5. Rendimento di Grazie per la Pace nella Cattedrale
di Vienna .
6. Sovranità donate, figurate per piu corone poste
sopra una tavola .
7. Ritratto del Principe Gioachino, Pezzo di mezzo.
ANDROIT ( Francesco che trovasi anche
scritto HANDRIOT . Nacque a Parigi nell’ an-
no 1 655., éd instradandosi perla incisione, dopo
averne avuti colà i principi e di essa e del dise-
gno, passò in Italia per potersi perfezionare. I mo-
numenti dell’antichità^ e dell’arte 9 che vi potè
agevolmente trovare , gl’ inspirarono maggior genio ,
e precisione . I Quadri dei più celebri Pittori fu-
rono gli esemplari , eh’ ei si propose ; e dei quali
ne incise alquanti , e ne pubblicò delle buo-
ne prove. Basan accennando che questo Arti-
sta intagliò solo dei soggetti di Pietà ; non ha
176 Notizie
preteso asserire che fossero delle solite Stampe ,
che sono fatte soltanto per muovere la tenerezza
dei Fedeli rispetto alla particolare effettiva divo-
zione . Suppongo piuttosto, che volesse egli dire,
che intagliò soggetti sacri, alcuni dei cjuaji sono
i capi d'o pera di qualche rinomato Artista. Ne ac-
cenna due soltanto , e sono la Coronazione di Spi-
ne del nostro Signore Gesù Cristo dal Caiacci , ed
una Santa Famiglia dal Bordori . Ma, come qui
vedremo, molti altri sono i suoi pezzi, ed anche
di altri pili celebri Maestri. Il suo stile però tien
molto da Francesco Poily , sebbene inferiore ritro-
visi ad esso rapporto all* effetto ^ essendo anche
nel tuono del colore alquanto più smorto ^ ed
insignificante . Ciò nulla ostante le sue prove son
molto ricercate , perchè danno un idea dello stile
dei Pittori eccellenti , dai quali le ha , come no-
tammo , incise.
I. La Vergine seduta, in mezza figura, che tiene su le
sue ginocchia il Bambino Gesù , cui il piccolo S. Giovan-
ni presenta una rosa . Da Raffaello , ovato in fol. presso
Vallet .
II. La Vergine in mezza figura , che dà il Latte al Santo
Bambino , ove si vede anche un Angelo , da Guido Reni ,
in ovato , gr. in fol. in tr.
III. La Maddalena, mezza figura.* dal medesimo Guido,
ili fol.
IV. La Coronazione di Spine di Gesù Cristo , eseguita
da un Carnefice: da Annibale Caiacci , senza il nome
del Pittore. Pezzo di mezza figura: in ovato , infoi.
V. Gcsù-Cristo beffato , e coronato di Spine, dal Dome -
nichino . Pezzo gr. in fol. in tr.
VI. L’Arcangelo S. Michele , con S. Margarita in ginoc-
chioni avanti ;1 Bambino Gesù fra le braccia della sua
Santissima Madre, presso Vallet y senza il nome di Au-
droir che P incise . gr. infoi •
VII. Il buon Samaritano, dal Poussin. Gran pezzo in
fol , in tr.
degl’ Intagliatori . 177
Vili. L’Incredulità di S. Tommaso, da le Sueur . Grati
pezzo in jol. in tr.
IX. Ester innanzi il Re Assuero, da Sun. Guilebault ,
<t y. in fol. presso Guntrel .
* X- Le Nozze di Cana , dal medesimo , e presso il mede-
simo Guntrel ..
XI. li Pontefice S. Gregorio prosteso in preghiera avanti
Dio in una Cappella, e i tre Dottori della Chiesa in pie-
di su le nuvole , gr. in fol. in tr.
XII. Giovanni Everhard , Cardinale Nidard , da Jonas
de la Bondc y inciso nel ló?2. in Jol.
ANDROUET (Giacomo) DU CERCEAU. Il
Gandellini lo rammenta, ma con una maniera sì
confusa^ che non si rintraccia nè il secolo in
cui visse, nè Y opere principali ch’egli fece.
Trovo , che fioriva quest’Artista circa la metà del
secolo XVL. vendendosi stampata la sua Archi-
tettura nel 1539. in fol., e che la sua professione
fu propriamente quella di Architetto , in cui si
distinse fra gli altri suoi contemporanei nazio-
nali ^ e fece delle opere , che meritano , come me-
ritarono allora , la comune approvazione . Fu esso
che costruì per ordine di Enrico III. il Ponte nuo-
vo di Parigi ^ composto di 12. archi, largo 19. te-
ste y ed ornato di mensole sostenute da masche-
roni ^ o da festoni ^ ed i Palazzi magnifici di
Sully , di Mayenna , dei Dazj o appalti gene-
rali , di Carnevalet y ed altri . Diede inoltre il di-
segno della stupenda Galleria che fece edificare
con somma splendidezza Enrico IV. al Louvre,
oppure r secondo dice il Milizia, ingrandì il Lou-
vre . Dopo tutte queste opere , che lo qualifica-
vano per uomo dì sommo merito : dopo aver egli
vissuto con una probità ^ e morigeratezza èsem-
plare y dovè esulare dalla Francia . Era egli di
professione Calvinista , ed attaccatissimo alla me-
ta. v ; 12
*7# Notizie
desima , amando esercitarla dovunque si fosse tro-
vato . Questa sincerità di massime non potè aver
luogo allora in quel Regno , ove non si voleva
altra Religione, che la Cattolica Romana; ed
eccpne il motivo, pel quale dovè vivere qualche
tempo, e poi morire lontano dai suoi paventi,
ed esule dalla patria. In mezzo a tutto questo
fu egli tranquillo , ed attese ai suoi ameni ed
utili studj, nei quali non avea da rispondere
per le massime politiche de* suoi rivali. Si han-
no di sqo molte opere con intagli ad acqua-forte
ed a bulino, e sono:,, Varj pezzi d’Architettu-
ra 1 5Sq. in fol. come si disse, e che fu di nuo-
vo ristampata. „ I più famosi edifizj della Fran-
cia i576. ,, Lezioni di Prospettive, ed i Grotte-
schi. Parigi 1576. in fol. ,, Gli edifizj Romani
e una Raccolta di omposizioni greche.
ANG ARANO Conte Ottavio), Patrizio Vene-
ziano amatore , di cui si conosce un pezzo ad ac-
quafòrte, clP egli ha inciso per suo passatempo
da un quadro, da lui dipinto per la Chiesa di
S. Danielle ( Basan sec. ediz. )
ANGELI (Giovan Battista D ’), oppur DEL
MORO , che nell’Abeoedario Pittorico chiamasi
solamente Battista del Moro , e dal Gandellini
( Ictt. M. ) dicesi lo stesso che Battista Angelo del
Moro. Trovasi fatta onorata menzione di lui pres-
so il Vasari (Vita di F . Giocondo , ed altri T. 7.
fol. 63. e 64-)’ ove rendesi ragione di questo aggiunto
suo cognome, essendo egli propriamente Battista
Agnolo. Fu detto poi del Moro , perchè fu disce-
polo, genero, ed erede di Francesco Torbido, det-
to il Moro. Nacque a Verona verso il i5ia, ed
intraprese sotto di Tiziano a maneggiale i colori
degl’ Intagliatori ; 179
con molta diligenza, quantunque non vi riescisso
tutte le volte con buon successo, nè con quella
magia d’ accordo di chiaroscuro^ che fu sempre
propria di quel gran Maestro . Alcune sue mire
economiche, e forse anche la difficoltà eP imitare,
come dicemmo, questo Genio dell’arte 3 lo porta-
rono ad arruolarsi alla scuola di Francesco Torbido
detto *1 Moro , rinomato Pittore aneli’ esso . Avea
questi due figlie nubili , quando Agnolo entrò in
quella sua scuola ; ed una di esse gli fcoceò in spo-
sa, che oltre renderlo per questo lato più racco-
mandato al di lei genitore , fu causa , che fosse an-
che erede della pingue di lui eredità . Divenuto
buon Pittore, principiò a distinguersi nelle opere a
ad olio r ed a fresco , con le quali arricchì e la sua
Patria, e la Città di Venezia . Il Vasari (lococit.)
individua le sue pitture fra le quali trovasi
quella fatta in concorrenza di Paolo Veronese
a Gammillo Trevisani a Murano , che riesci tan-
to bella , che gli acquistò molto onore ed uti-
le . Lavorò anche delle miniature , delle quali
riporterò quella, che più lo qualifica anche in
quest’arte^ secondo narra il medesima Vasari .
Ultimamente , scrive egli, fece in una carta bel-
Tissima un S. Eustachio y che adora Cristo ap-
pari tog Zi. fra le corna d\ma Cervia , e due Cani
appresso ; che non possono esser piu belli : oltre
un Paese pieno di alberi , che andando pian pia-
no allontanandosi y e diminuendo , è cosa raris-
sima .... Il Danese , veduta questa carta restò
stupefatto per la sua bellezza ^ e persuase a Fr.
Marco dei Medici 9uo antico ^ e singolare amico y
che per cosa del mondo non se la lasciasse uscir
di mano per metterla fra le cose sue rare^ che
180 Notizie
ha in tutte le professioni: perchè avendo inteso
Battista, che il detto Padre ne avea desiderio,
per Ja stessa amicizia, la qual sapea che avea
col suo suocero tenuta , glie la diede , e quasi io
sforzò, presente il Danese, ad accettarla; ma non-
dimeno gli fu di pari cortesia quel buon Pa-
dre non ingrato . „ Ho voluto riportarne per
esteso il racconto, acciò più ben mi venga a pro-
posito trattare ancora dell’arte dell4 Intaglio , che
possedeva in una maniera da veramente incanta-
le . Chiunque degli Amatori troverassi al posses-
so delle sue stampe, scorgerà in esse una punta
franca, è spiritosa, con possesso di disegno, che
spicca particolarmente nelle estremità delle figu-
re . Sono degni della comune esistimazione i Pae-
saggi belli assai, che il nostro Batista Agnolo
intagliò insieme con Battista Vicentino , del quale
a suo luogo parlerò, contentandomi ora riportai^
ne alcune del Moro con gli Autori del Manuel
{ École Ital. Tom . IV. fol . 109.)
I. La Natività di Gesù Cristo , con i Pastori , che offro-
no i loro doni, dal Parmig lanino ; per Battista del
Moro , in fol.
II. La Vergine inginocchiata, nell’atto di bagnare il
Santo Bambino . Vi si vede il piccolo S. Giovanni, che
Versa dell’acqua in un catino. Bat. Angelo del Moro
fecit , in fol.
III. La Santa Famiglia, nella quale è la Madonna se-
duta, che prende delle frutta che le presentano due An-
geli, e tiene su le sue ginocchia il Bambino Gesù, al
quale S. Giovannino, sorretto da S. Lisabetta, oifre dei
dattili. J oh. Bapt. del Moro Veron. , senza il nome del
Pittore, che è Raffaello y in fol.
IV. Santa Famiglia, in cui la Vergine assidesi vicino
a S. Lisabetta, recandosi su le sue ginocchia il Santo
Bambino, cui il piccolo S. Giovanni offre delle frutta.
Stampa rappresentata in fondo di un Paesaggio, ove ve-
DFGL’ TNTAGLTATOPf. iBi
desi S. Giuseppe. Vi si legge ii nome del Pittore Raffaele
loj e dell’Intagliatore Baptista eo. , gr. in fol.
V. Gran Battaglia con molte figure.* nel davanti ve-
desi un elmo, e da un angolo a sinistra un Soldato,
che spoglia un morto. Id. pinx. id. se. Camocci exc.9
gr. in fol .
VI. lì Martirio di S. Caterina, da Bern. Campi da Cre-
mona , gì • in fol.
VII. Un Pastore, che tiene la sua verga pastorale, se-
guito dal suo Cane, ed è visitato da un Angelo, seri-
ca nome , gr. in fol.
ANGELIS ( Niccolò DE) fu discepolo di Re-
migio Canta-Gallina , e con lui ha inciso nel j635.
le feste pubbliche di Firenze dai disegni di Giu-
lio Parigi . ( Mr. Basan sec ediz. )
ANGELIS ( Filippo DE), che dal P. Orlandi
(Abec. Pit.) , dal' Baglioni , e dal E Ab. Lanzi vien
detto degli Angeli y e dal Gandellini , Basan , e
da altri dicesi de Ari geli s . Nacque in Roma su
la metà del secolo XVI. da Padre , che fu poi
pittore , dice il P. Orlandi , del Gran Pontefice
Sisto V. Premuroso il genitore , che Filippo di-
venisse eccellente nella medesima sua professione,
fin da fanciullo gl' insegnò i principi del dise-
gno e della pittura . Alcune sue economiche
circostanze lo costrinsero a portarsi a Napoli, ove
condusse anche il figlio, che dalla dimora che in
quella Città lungamente fece, e forse anche per
gli studj suoi pittorici fu detto poi Napolitano .
Confesso, che mi dà molto da dubitare, ch'egli
nascesse uel i5ia., come francamente asserisce Mr.
Basan (sec. ediz.); stantechè suo Padre non avreb-
be potuto all’epoca di Sisto V., che fu eletto Pon-
tefice nel i5 89., esser suo Pittore, contando al-
meno a quel tempo sopra i cento anni. Ma pò-
Y8a Notizie
svendo, clie falso sia, elisegli fosse Pittore di Si-
sto V. , altra più evidente ragione ci si presenta
anche per dimostrare frisa l’epoca della nascita di
Filipponel i5ia. Sappiamo daiPAb. Lanzi ( Storia
Pittorica Tom. I. fot. 240.), che Filippo d’ An-
geli , o Filippo Napoletano lungamente a tem-
po di Cosimo II. fa tenuto in Corte .. Ora
Gosimo II. assunse il Governo della Toscana
nel 1619, e 1° tenne fino al 1621. Se dunque Fi-
lippo nacque nel i5i2., e dopo il 1609. fu chia-
mato in Corte da Cosimo II. dove lungamente
dimorò, -era a quell’epoca su i cent'anni, e per
conseguenza noà più abile a far cose , che meri-
tassero di quel, Sovrano , non dirò Tammirazione ,
ina eziandio la pazienza di sopportarle . Non posso
nemmeno accordare al precitato Mr. Basan , ed al
P. Orlandi ( loco cit. ) , eh' egli morisse sotto il
Pontificato di Clemente VIIT., essendo stato que-
sto Papa eletto nel 1S92., e morto prima del 160 5.
quando Gosimo II. non avea ancora salito il Tro-
no della Toscana, che poi al suo servizio tenne
lungamente Filippo, che dalle predette parole
sembra sopravivesse all’ istesso Sovrano . In notan-
do questo abbaglio , veniamo a confermarci nel
sentimento del Gandellini, e del Lanzi, che Fi-
lippo morisse sotto il Pontificato di Urbano VII!.,
che fu esaltato a tal dignità nel 1628. Quindi
sembrami ? che possa credersi nato circa la metà
del secolo XVI., venendosi a combinare in tal
guisa ciò che scrivesi ( ,*fbec. Pit. ) , che fermò il
corso alla sua vita i? 1 età avanzata . Pare ezian-
dio, clie il P. Orlandi abbia letto in vece di Ur-
bano Vili., Clemente Vili. ; molto più , che ’1 pre-
iodato Ab. Lanzi ci dà le notizie dal Baglioni
DFGf,* Intagliatori • iS3
attinte^ e scrive Urbano, come dal medesimo le
ha desunte P Orlandi y che scrive Clemente.
Tornando ora agli studj di Filippo , sappia-
mo, che da Napoli passò sorto Cosimo II. a Fi-
renze, e che fu il primo che introducesse la bel-
la maniera di far paesaggi . A quei dì avea gran
seguito in quella capitale lo stile di far Paesi di
Adriano Fiammingo , che venne superato pe ’i
tocco e diligenza di pennello , e per la disposizio-
ne di bellissime figure da Cristoforo Allori, av-
vanzato ancor questo da Guasparre Falgani pe 'I
numero di quadri, già in questo fare istruito da
Valerio Marucelli , ed imitato da Giovanni Rossi ,
e Benedetto Boschi . Ma i Paesi di questa età
spesso dwenrier neri nei verdi, e dal Baldi micci
son chiamati dell’antica maniera . La nuova co-
minciò in Firenze da Filippo d’ Angeli , o F ilip*
po Napolitano ( Lanzi loco citat.). Nota inoltre
il medesimo Storico (fol. 467. ) che „ operò co-
munemente in piccolo , e che le sue vedute son
condotte con diligenza , cornate di figur»n , che
mirabilmente vi operano ,y. Per quello che poi ho
potuto osservare, non solo, come avverte il Gan-
dellini, fu Pittore di piccole figure, dj battaglie,
c di paesi , ma ancora di marine ; che sono or-
nate di bellissime figure, e che compose un bellis-
simo Museo d’anticaglie, e di bizzarrie p ttJri-
che. Inventò, ed intagliò oltre le Stampe ripor-
tate dal Gandellini , degli schelitri , e dei dirfe-
xenti animali ad acquafòrte .
ANGELIS (ì Secondo DE). Questo Incisore ramv
mentato dal Gandellini dee considerarsi come
PAlloja , di cui già favellammo, per rappo to
alPopere da lui intagliate : « ben si conosce , chfc
j84 Notizie
gli erano ignoti i due altri volumi della medesi-
ma raccolta d'Ercolano, pubblicati nel 176 5. e 1767.
ANGIER (Paolo), incisore Inglese, morto ver-
so la metà di questo secolo. Fu allievo di Gio-
vanni Tinney mercante di Stampe in Londra.
,Vi sono di suoi
I. Veduta di Tivoli , da Moucheron .
II. Una mina d’Architettura , da J. P. Pannini .
ÀNGLOBRITANNUS . Vedi il Gandellini.
ANGLUS-VAN ( Beniamino) . Vedi il Gan-
dellinì >
ANICHINI ( Pietro ) , nato in Firenze nel 16 ic.
scrive Mr. Basan ( sec . ediz.) ; e sembra , che l'epo-
ca combini assai bene con la vita del Torricelli 9
di cui incise il ritratto y che morì in Firenze
a a5. Ottobre i647*> quando l’Anichini contava
trentasette anni di età. Che poi questo ritratto
sìa stato inserito nelle Lezioni Accademiche edit.
in Firenze 19 x 5., è un pregio dell' Incisore , che
avea saputo farlo sì bene , e conveniva ad un con-
temporaneo artefice ad esser preferito anche in
Un opera posteriormente data alla luce .
I. Ritratto di Evangelista Torricelli predetto.
II. 11 Samaritano misericordioso .
III. La Nostra Donna seduta, che tiene il Santo Bam-
bino.
ÀNS^LTN (Giovanni Luigi). Nacque in Pa-
rigi nel 1754.. e si pose di buonora sotto la di-
rezione di Agostino di Saint Aubin Intagliatore
del Re, ed il più bravo degli altri suoi tre fra-
telli, egualmente Incisori. Le di lui Stampe, che si
riportano nel Manuel (E cole Francoise Tom. VI IL
fol. 322.), e che ho anch’io potuto più volte
osservare, trovandosene nella mia Raccolta due^
degl* Intagliatori . i£J5
Sono incise con un bulino tutto gustoso e bril-
lante .
I. Madama di Pampadour da Giardiniere, da Buchetr ,
in 4-
Presso Mr. Basan trovasi indicata per le se-
guenti lettere , che ne additano la misura , p, p .
in alto .
II. L’Abbigliamento naturale, da Ketsckr.r in fol.
III. 11 Satiro impaziente. Baccanale, da Carènte \ stam-
pa eseguita sotto la direzione di Saint Aubin suo mae-
stro , gr. in fol in ir,
IV. L’ Erróre è fatto, permettete che si ripari, da Bo-
rei in fot .
V. Voi avete la chiave, irta egli ha trovato la serra-
tura, da Borei in ; fol.
VI. Il Tribunale di Calè, all’Assemblea Nazionale 1789.
Barthelemi pinx. , Anselin se. , grandissimo pezzo in tr .
RICCA COMPOSIZIONE, E BELL’INTAGLIO.
ÀNTOINE (Sebastiano) , nato a Nancy nel 1687.
Sappiamo di lui , che con molti altri Incisori la-
vorò nell’opera di Monicart, che tratta dei Qua-
dri, delle Statue , dei Vasi, e delle Vedute del
Castello, e del Parco di Versai lies . II Titolo del-
la medesima è assai prolisso , ed avrei creduto di
ommetterlo, se non interessasse anche molti altri
Intagliatori, dei cjuali ci verrà fatto discorrerne.
Eccolo dunque in quella guisa , che lo riparta
il Ch. Barone de Heinecke ( Idée générale ec .
fot, 44. ) „ Versailles immortalisé par lés mer-
veilles parla ntes des batimens, jardins, bosquets,
parcs , statués , groupes , termes et vases de
marbré , de pierre et de meteaux ; pièces d'eau ,
tableaux, et peintures , qui sont dans les cha-
teaux de Versailles, deTrienon, de la Menagerie,
et de Marlv : en neufTomes inquarto, composés
in vers libres francois par le Sieur Jean Baptiste
i86 Notizie
Monicart, ancien Tresorier de France de Metz,
avec u ne traduction en prose latine, par le Sieur
Romain le Testu de Rouen, maitre des art» de
l’Université de Paris ec. Ges pièces sont accora-
pagnées et ordinées de cinq cens estampes già-
vées exprès par les plus habiles graveurs , les
quelles répresentent les facades des batimens y
des chateaux les jardins , et pièces d’eau , les bos-
quets , statués , groupes , vases , piedestaux , ta-
hleaux^ peintures: Tome premier et second de-
dié au Roi et au Due d* Orleans Paris 1720.
in 4* Gli altri volumi non sonosi ancora veduti .
Antoine, come riferisce il Basan (sec. ediz.)
intagliò
I. Una delle soffitte dal suddetto Castello di Versaglies>
da Mignar d.
II. L’Usurpazione di Prometeo.
III. 11 ritratto del P. Agostino Calmet.
ANTONII ( Cristoforo Cesare ) . Vedi il Gan-
dellini.
ANTONIZO {Cornelio), nato in Amsterdam
nel i4Q9* Mr. Basan {sec. ediz.) asserisce ^ che si
conoscono di suo XII. vedute della medesima Cit-
tà dedicate all’ Imperatore Carlo V. Fu anche
pittore, ma non trovo citata alcuna delle sue
opere .
APPELMANS (Giorgio) . Di questo Intaglia-
tore le semplici seguenti notizie ci somministra
Basan (sec. ediz.), e sono, ch’egli ha molto in-
tagliato nel secolo XVI [ per i libraj di Germa-
nia* e che si rimarca di lui il ritratto di Tom-
maso Bartolini .
AQUILA (Pietro DELL*). Di questo degno
Ecclesiastico, che senza ostentazione seppe stag-
gire l’ozio per essere davvero virtuoso, ed at-
degl’ Intagliatori . 1 8?
tivo y ne ha parlato il Gandellini , ma con mol-
ta precisione intorno le notizie della sua vita .
Mentre niuno degl' Italiani Scrittori, per quan-
to io sappia, ci ha finora indicato l’epoca della
di lui nascita; il Sig. Huber ( Manuel ec . Ecole
Italiénne Tom . IV. fol. io5. ) ci avverte, che
nacque veiso il 1677. Epoca ® questa, che ben
combina con le sue opere , e con gii Autori , con i
quali sappiamo aver egli vissuto , e dai quali an-
cor viventi ha incise alquante delle sue stampe .
Presso il Sig. Ab. Lanzi (Stor. Pit. Tom. I.foL. 62 4.
in not. ) vien chiamato Pietro dell'Aquila Mar-
cellese , e come vedremo _, vengono insieme ivi
assegnati alcuni quadri ch'egli fece in Palermo.
SulTesempio del suo fratello Francesco si portò a
Roma , ove desiderava saziare la sua brama in os-
servando quelle stupende magnificenze , istruen-
dosi su i monumenti dell’ antichità , e dell'arte
sotto quei celebri Professori che vi fiorivano. Colà
•sentì dalla sua religiosa , e ben ponderata pietà so-
lamente, invitarsi all* ecclesiastica milizia ^ e di
buon animo vi si ascrisse . Ben lungi da creder©
che riunir non si potesse lo studio delle Belle- Arti
con l'eeclesiastiche divise, si diè, niuno dei suoi
doveri ommettendo , a coltivare vieppiù il disegno 9
e ad esercitarsi con buon esito nella incisione in
rame. Così dipinse, ed incise; e se nel primo ge-
nere di lavoro eguagliar potè il predetto suo fra-
tello nella Incisione certamente lo superò tanto
nel numero delle stampe che nella pastosità del
taglio. Tra i quadri da lui dipinti, due n’esisto-
no in Palermo nella Chiesa della Pietà , rappre-
sentanti la Parabola del Figliuol Prodigo (Lanzi
loc.cit,). Lo studio eh’ ei fece; oh che bello stu-
i8S Notizie
dio! fu su le opere d' Annibaie Caracci , die in
copiarlo nella Galleria Farnese, procurò render-
selo suo, e forse sarebbcvisi molto più avvicinato ,
se nel suo taglio non avesse peccato un poco in
magrezza ( Milizia Hizion.). Tentò tutte le vie
per farsi un degno disegnatore : entrò negli orti
Borghesiani : vi copiò il Lanfranco : tornò nella
Galleria Farnese, e ritrasse le antiche statue, che
V adornano ; e non fu giammai contento, finche
non ebbe copiate varie invenzioni di Pietro da
Cortona , di Giro Ferri , e di Carlo Maratta . Do-
po tutto questo geniale, ma laborioso esercizio,
potè inventare anche di per se , e servire di rim-
provero a coloro , che prima oredonsi abili a bene
inventare , e poi abbisognosi dello studio .
Il Gandellini descrive piuttosto i fatti , che
si rappresentano dall'Aquila, di quello, che dia
Una. idea più precisa e dettagliata delie sue stam-
pe, come ha fatto il B.irone de Heinecke ( Di-
ctionnaire dcs Artistes Tom. /.), dal quale il pre-
lodato Huber ha estratto le seguenti;
I. Adorazione dei Re , in fol.
f 11. Fuga in Egitto, dedicata a B. C. de Vingtimillis T
gr. ir i fol.
ili. Sacra Famiglia, nella quale S. Giovanni bacia il
piede del Santo Bambino, mezzo ng. , in fai.
IV. Combattimento di due Leoni, emblema con iscri-
zione: Spe suscitai iras , infoi- in tr.
V. Ritratto di Livio Odescalcbi con ornamenti ygr. in foi ,
r Vi. Serie d-i Ritratti degl’ 1 nperaton , cavati dalie an-
tiche medaglie, e riuniti secondo l’ordine cronologico
da Giulio Cesare fino all’Imperatore Leopoldo, in 14.
gr. fogli .
Questi sei pezzi sono di sua propria inven -
zione , ed i seguenti sono della invenzione di
diversi Pittori Italiani 9 cioè
degl’ Intagli atori . 1 89
VII. S. Luca Protettore dell’Accademia del Disegno,
con lo stemma.* Ferax cimi feriurtt Ò*c. , da Lazzaro
Baldi , in fol
Vili. Sacrifizio di Polissena , da Pietro da Cortona , gr.
in fol. in tr.
IX. Il Sacrifizio di Diana al ritorno dalla caccia, dallo
stesso , or. in fol. in tr.
Nell" Indice di Domenico de’ Rossi ediz. in
Roma 1709 , si legge Sacrifizio della caccia di
Xenofonte consacrato a Diana .
X. Il Ratto delle Sabine , dal medesimo , gr. infoi, intr.
XI. Trionfo di Bacco, Baccanale, dal medesimo, gr.
in fol. in tr.
QUATTRO PEZZI STIMATISSIMI.
XII. Battaglia d’Arbella di Alessandro contro Dario,
dal medesimo. Gran pezzo a due lastre , ed in tr.
XIII. Mosè al Fonte, che prende la difesa dolie figlie
di Jctro , da Ciro Ferri. Gran pezzo in tr.
Il Gandellini in vece di Jetro scrive Rague-
le , che in realtà è il medesimo che Jetro . Gli
Ebrei, e con loro alcuni nostri Espositori son di
parere, che Raguel , che è il nome proprio, aves-
se quattro nomi. i.Raguel, come si chiama nel
cap. 2. v. 18. dell’ Esodo . Jetro quasi addizio-
nale, perchè accrebbe un articolo alla Lega*» 9 e
la distribuzione del Popolo per Tribuni, Cen-
turioni ec._, come al cap. 3. v. 1. Cineo , come al
cap. 4* de Giudici v. il., e Habab al c. 18.
dell* Exodo ; ma questo ultimo nome credasi più
probabilmente proprio del figlio di Jetro , che suo •
XIV. Mosè che percuote la Rupe , dallo stesso , pezzo
simile .
XV. La Vergine che apparisce n S. Alessio, dell’Or-
dine dei Servi di Maria , coricato in letto, e coronato di
stelle, dallo stesso, pezzo in rotondo.
XVI. Le Vestali, che mantengono il fuoco sacro per
©rdine d’ Augusto, dallo stesso, gr. pezzo in tr.
iqo Notizie
XVII. La Santa Vergine in Ciclo, con i cinque Santi
canonizzati da Clemente X., da Carlo Alaratti , gr. in fol.
Questo quadro è nella Cappella dei Signori
^Altieri alla Minerva .
XVill. 11 Trionfo del Cristianesimo, in cui si vede la
Religione assisa sulle nuvole ricever omaggio dalle quat-
tro parti del Mondo , dallo stesso , gr. in fol.
XIX. S. Luca, che mostra alla Vergine il ritratto che
ne ha fatto , Carlo Aiaratti pinx. in fol.
XX. La morte della Santissima Vergine in presenza
degli Apostoli , da J. Mor aridi , gr. in fol. in tr.
XXI. La Bibbia di Raffaello , Iniagines Veteris ac Novi
Testamenti a Raphaele Sanct. Urbin . in Vaticanó pictae .
Jo. Jac. de Rubeis sumtibus , 55. fogli in fol. in tr.
I primi 36. soggetti di questa Bibbia furo-
no disegnati ed intagliati da Cesare Fan tetti;
tutti gli altri da P. Aquila, d’ una esecuzione
però infinitamente superiore a quella di Fantetti .
XXII. La Galleria del Palazzo Farnese y con le statue
ed ornamenti, e con una descrizione in versi, di Gio.
Pietro Bellori , in 25. fogli gr. in fol.
XXlll. La Camera del Palazzo Farnese, Imagines Far-
nesiani Cubiculi \ con ornamenti ed iscrizioni, di Bel-
lori, l3 -fogli col titolo y infoi, in tr.
XXIV. L’Adunanza degli Dei , dipinta nel giardino
del Principe Borghese vicino a Roma, ossia Villa Pin-
ciana, col titolo: Deoram Concilium ab Equite Joanne
Lanfranco Parmensi , tum spirantibus ad vivum imagi -
ilibus , tum monocromatibus atque ornamentis artis mire
pingcndi arte expressum a Petro Aquila ad similitudi -
7iem delineatum et iticisum Romae . Presso Rossi , 9. fo-
gli gr. in fol.
AQUILA. (Francesco Faraone ), fratello di Pie-
tro, di cui abbiamo testé parlato. Nacque anche
egli a Palermo nel 1676.; ed in età di ventinove
anni si diresse a Roma , ove stabilì la sua dimo-
ia . Fece ivi i suoi studj su le opere più belle
dei Pittori Italiani^ dei quali pubblicò anche lo
Stampe, come vedremo , Questi due fratelli si teu-
degl’ Intagliatori . 191
nero sempre indefessi in ben disegnare, in manie-
ra, che passai ono in quei dì per i migliori, e più
accurati disegnatori del loro tempo . Pietro pe-
rò fu più grandioso di esso^ e nella sua acqua-
fòrte vi si scorge quella pastosità , che in Francesco
si iascia in gran parte desiderare. Egli compensa
però molto con la bene intesa condotta del suo
disegno, e Pesattezza dei dintorni , senza quel ta-
gliente y c duro ,, solito ad osservarsi in quegli
che soverchiamente calcano i loro disegni . Per
quanto sappiamo, le sue opere si estesero sol-
tanto all' intaglio y nulla restando rammentato
delle pitture fatte da esso. E nell’intaglio si os-
servano delle sue composizioni, e delle compo-
sizioni altrui 9 fra le quali è celebre la seri©
delle Loggie del Vaticano sotto il titolo eh©
annunzieremo a suo luogo. Il nostro Gandel-
lini descrive con più chiarezza d’ogni altro le
Stampe di questo Artista , e non vi sarebbe bi-
sogno di riportare le seguenti , che non sono nem-
meno molto esatte ^ se non si credesse opportuno
indicare di qualcuna delle medesime il sesto , ed
alcuna anche supplirne , di cui resta mancante.
Piedistallo con i bassi-rilievi, e iscrizione della co-
lonna di Antonio Pio Imperatore , cavato dalle rovine di
Campo Marzo dalla Santità di Nostro Signore Papa Cle-
mente XI. , in cinque mezzi fol. imper . in ti\
AQUILA ( Pompeo DELL’) . Si conosce anche
col nome di Pompeo Aquilano, dalla patria in
cui nacque, che fu la Città dell’Aquila nelP Abruz-
zo ulteriore . Nell’Abecedario Pittorico , scrive l’Au-
tore del medesimo , Pompeo dell’Aquila, scordato
dagli Scrittori: non sa riferire altro PAutore s©
non aver veduto in Homa bellissimi disegni a
igz Notizie
penna , e acquarello , un quadro della deposi-
zione di Croce di Gesù Cristo nella Chiesa di
S. Spirito in Salzia ben terminato y e con dolce
colore compiuto . Molti altri dipinti gli furono
mostrati , quando il P. Orlandi passò per 1* Aquila:
ed in fatti trovò nei freschi una pratica di gran
maestro. Dopo tutto ciò scrive il Ch. Ab. Lanzi
{ Stor. Pit. Totn . I. fol.6 06. ) Pompeo dell9 Aquila
è Pittor finito , e di dolci tìnte per relazione del
P. Orlandi ec. Egli dovè fiorire circa il i 573. ;
poiché nella sua stampa, in cui vedesi S. Pietro,
e S. Paolo nel mezzo e di quà^ e di là S. Roc-
co, e S. Sebastiano , vi si legge l’anno suddetto.
Vedi il Gandellini all’ut. Pompeo dell9 Aquila.
AQUILA, sculpsit . Trovasi scritto questo mot-
to in qualche stampa in maniera nera, e significa :
Arent Van Halen ( Basan sec. ediz. )
ARDELL ( Gio. Marco ) y Irlandese . Mentre
facea di se concepire ottime speranze per Pav-
vanzamento dell'arte d’intagliare a maniera ne-
ra, terminò nella sua giovenile età i suoi giorni
in Londra l’anno 1765. Se all’ Inghilterra deesi
il vanto di aver migliorata questa maniera, ed
averla portata al grado , onde dicesi per eccellen-
za alla maniera Inglese, avrebbe ancor più potuto
vedere ridursi ad un più hello stile adattabile
a qualunque parte dell’ incisione , se fosse vissu*
to qualche tempo più G. Marco Ardell. Ben si
vede^ se questa siasi la verità ^ da tutti coloro,
•che posseggono le seguenti 6ue stampe .
1. Il ritratto di Rubens in piedi , e così quello della sua
donna, che accarezza un fanciullo. Tutti due questi ri-
tratti trovanti nel medesimo foglio, da Rubens , gr. pez-
zo iri alto.
dfgl’ (NTAGLlATORT . 193
il. Una Famiglia, la quale è composta di una Donna ,
c di quattro Bambini , dal medesimo, gr. pezzo in tr .
IH. M osé, che passa il mare, da Van-Dyek.
IV. U Tempo, che taglia l’ale ad Amore, dal medesi-
mo , gr. pezzo in alto.
V. 11 Duca di Buckingam, e suo fratello, dal mede-
simo, gr. pezzo in alto.
VI. Lord Bernard Scuart , e ’1 suo fratello , il medesimo.
VII. La Contessa de Southampton, il medesimo.
Vili. Una testa di un Vecchione, il medesimo, mez.
fol. in alto .
IX. L’Interno d’una stanza, ove si vede una Donna
che legge, e un Infante nella culla, da Rembrandt ,
mez. fol. in tr.
X. La Madre di Rembrandt , da un quadro del mede-»
simo Pittore , pie. pez. in alto .
XI. Un’Assunzione, da Morillos , gr. pezzo in alto .
XII. S. Francesco di Paola, dal medesimo.
XIII. John Bockart, da Raynolds , mez. fol. in alto .
XIV. Miss Bonsay , dei medesimo.
XV. Charles Saunders, del medesimo.
Di molti altri l>ei Ritratti de Coté* , Lely y
Rampay ec . ne fa menzione , oltre il Gandellini ,
Mr. Basan nell’ una, e nell'altra edizione.
ARDUINO. Tratta di esso il Gandellini, e
sembra, che le notizie bene scarse che ne riporta,
le abbia desunte dall’Abecedario Pittorico, e que-
sti dal Masini fol. 1 5. che cita. Si è dimenticato
però il nostro Scrittore di riportare , che Ardui-
no era Bidello del Collegio di Filosofia, e Me-
dicina nell’ Università di Bologna.
ARMESSIN, o DE LARMESSIN (Niccolò),
come trovasi presso M . Basan, al quale sfuggì
l'altro Nicolò di siini I casato, figlio dei sud-
detto, e del quale ora si tratta. Questi nacque
in Parigi verso il 1640. Della di lui vita sassi
«molto poco; e solo da qualche sua stampa., co-
pie vedremo, può credersi ch'egli fiorisse nel ró’^4*
Tom. V. id
'194 Notizie
Per quello si osserva, la sua abilità di disegna-
re ed incidere non si estese piu là dei ritratti ,
nel qual genere d' intaglio possiam dire , che real-
mente si distinguesse . Le Persone illustri della
Francia, o di altri paesi y viventi alla sua età 9
sembra sieno state da lui ritrattate , e ch’endi fosse
realmente in quel tempo un celebre ritrattista .
Scorgesi in realtà nel suo taglio un tratto piace-
vole, e franco, che se non lo costituisce il primo
degl'intagliatori in questa sfera, ha senza dub-
bio il pregio di essere annoverato nei primi del
secondo ordine fra i ritrattisti nella storia dell’ In-
cisione . Dopo che i Signori Huber, e Rost ci
han dato parte di queste notizie > ci fan cono-
scere le seguenti sue stampe .
I. Filippo di Bourbon, Duca di Orleans, fratello di
Luigi XIV., in 4.
II. Henrichetta Stuart, Duchessa d’ Orleans, moglie di
Filippo , in 4.
III. Carlo XI. Re di Svezia, in 4.
IV. Enrico Giulio di Bourbon, Duca d’Anguien , in 4*
V. Godefvoy, Conte d’ Estvade, Maresciallo di Fran-
cia , in 4.
VI. Gabriel Nicolas de la Reynie, Luogotenente della
Polizia di Parigi, in 4.
VII. Claudia Felicita di Austria, moglie dell’ Impera-
tore Leopoldo 1. , in 4.
Vili. Luisa-Francesca , Duchessa de la Valicre in abito
di Religiosa Carmelitana , in 4. 1674.
IX. Massimiliano Enrico Arcivescovo de Cologne , in fol .
X. Baldassarre Moreto, in fol.
XI. Paolo Manuzio, celebre Letterato Italiano, in foL
XII. Lorenzo Coster de Harlem , creduto inventore del-
la Tipografia, in foi.
Xllb Giovanni Guttemberg de Mayance , inventore cer-
to della Tipografia, in fol.
ARMESS1N , o DE LARMESSIN (Niccolò),
figlio del suddetto ^ ed incisore a bulino ^ nacque
degl* Intagliatori ; jpS
a Parigi nel j684-, e fu dal Padre diretto per
la incisione, di’ esercitò con molta lode. Non si
fermò nell* intagliare soltanto i ritratti, come avea
fatto suo Padre , ma intraprese ancora dei fatti
storici , che gli conciliarono stima anche fuori
della sua Patria. Gli uomini, che con assiduità
si applicano ad uno studio, al quale sentonsi chia-
mati , danno sovente delle luminose prove del
loro valore. Ed altresì coloro, che invita Minerà
va , e più per ingannare il tempo, che per la-
vorare vi si accingono, non è possibile che vi pos-
sano riescile giammai . Le arti belle vogliono
degl’ ingegni, e vogliono ancora, che vi s' impe-
gni il cuore ; poiché se la mente , ed il cuore non
si affaticano ad unisono, il profitto non si ottiene.
Armessin vi si applicò tutto come si disse , e non
confcentossi imitare le opere del suo genitore sol-
tanto ; ma volle accrescerle, e perfezionarle . Quan-
do giunse ad incidere delle stampe per la raccolta
di Grozat, fece conoscere, che ’l suo bulino era
arrivato ad un punto da potere intraprendere con
esito vantaggioso qualunque altro soggetto . Egli fu.
veramente fermo nel suo mestiere , e non secondan-
do, come suol farsi tante volte, la moda per inta-
gliare a genio non dell’arte, ma dei tempi, e dello
persone , si sostenne sempre nel medesimo tuona,
come comprandosi dai soggetti Vatteau , Laneret,
Boucher ec. Intanto nel i^3o. l’Accademia di Pa-
rigi lo ammise n< -lFonorato ruolo eli quei Profes-
sori di Belle-Arti ; ed egli volendo darne una certa
rimostranza, incise il ritratto di Goustou Scultore
del Re, e di Claudio H Ile Pittore egualmente
del Re. Il celebra Schmidt di Bulino, portatosi
& bella posta a Parigi, si mise ad incidere sotto
i g6 Notizie
la direzione di Niccolò Annessili ; e molti pezzi ,
eli* ei fece dai disegni di Lancret , sono vistosa**
mente marcati col nome di questo suo maestro .
Quelle prove però, che hanno il nome del cita-
to Schmidt, sono ben rare. Niccolò frattanto in
vista dei suoi meriti fu eletto Intagliatore del
Gabinetto del Re ; e lasciando nella sua patria
degna ricordanza del suo nome , cessò di vivere
nel 1755. in età di 71. anno; o di 72. ^ come
scrive Mr. Basan ( sec . ediz.)
Il suo stile è acconcio, e retto, e piace di
piima vista, comedi un grand’ effetto ; ma gl’in-
tendenti desidererebbero un poco piu di forza o
precisione nell’ estremità delle sue figure . Chi
avrà campo di riscontrarlo nelle seguenti stampe
clic dal Manuel noi riportiamo > potrà vedere
che Pamor delle verità sempre ci guida a rile-
vare il merito degli Artisti .
I. Guglielmo Coustou , Scultore ordinario del Re, di-
pinto da Giovar 1 de Lieny e inciso per N. Larmessin
tìglio, per essere stato aggregato all’Accademia nel I73o.
II. Claudio Halle-Pittore del Re, dipinto da le Gros ,
altro pezzo per la suddetta occasione .
III. Filippo Vleughel , Pittore Fiammingo, dipinto per
Pii. de Champagne , in fai.
IV. Luigi XV. a cavallo, da J. B. Vanloo , o Ch. Par -
rocel , gr. in fol.
V. Luigi XV. in piedi , J. B. Vanloo , gr. in fol.
VI. Maria Leczincka, moglie di Luigi XV. dal mede-
simo, gr. in fol.
VII. Maria-Giuscppa di Sassonia, Delfina di Francia,
dal medesimo, gr. in fol.
Vili. Carlo Enrico di Lorena, da Pane , gr. in fol.
IX. Woldemar de Lowendal, Maresciallo di Francia,
da Boucher , gr. in fol.
X. Madamigella Sailé, figurante una danza, da Lan*
crct , gr. in fol.
degl* Intagliatoci ,
Questi sono i Ritratti da Niccolò Armessin
figlio incisi.
Vengen ora le diverse stampe fatte per la
raccolta di Crozat (io).
(io) Entrando a descrivere i pezzi nella predetta rac-
colta incisi da Armessin sarà bene il notare, di quanto
pregio ella sia agli Amatori delle Belle-Arti. L’opera
conosciuta col nome di Gabinetto di Crozat , è la più con-
siderabile , ed ha per titolo.* Recucii d'Estampes d'cipr'es
les plus beaux lableaux , et d'après Ics beaux deseins ,
qui sont p/z France dans le Cabinet du Roi , dans celai
de Monseigneur le Due d'Orleans , et dans d'autres
Cabinets , divise suivant les differentes écoles , avec un
abrégé de la vie des Peintres , et urie description histo-
rique de chaque tableau. Tome premier contenant Vécole
romaine. Paris , 1’lmprimerie Royale 1729., gr . in fol.
Questa raccolta, dice il Baron de Heineke ( Idée
ffénér- ec. fòl. £Ò.) , si appella it Gabinetto di Crozat, per
a ragione che questo illustre Amatore avea fissato di fare
incidere a sue spese, e con associazione i Quadri, ed i
Disegni della sua propria Collezione , e nell’ istesso tem-
po quelle altre opere , che sono indicate nel qui premes-
so titolo . 11 primo Tomo contiene 140. Stampe , quan-
tunque l’ultimo pezzo porti il numero iS^*» ma nel cor-
po dell’opera tre stampe sono contate due volte, e re-
stan segnate con la stellina , come segue num. 3° ec.
3* e 90*
Gl’Intagliatori di quest’opera sono Girolamo Frezza ,
Claudio Duflos, il Conte de Caylus , come amico di Mr*
Crozat, Nicolò le Sueur , NICOLO ’ de LARMESSIN,
Giacomo Frey , Giacomo Cheveau, Antonietta Larcher,
Carlo Simoneau , Carlo Cochin , Vincenzo Le Sueur ,
P. P. A. Robert, Luigi Despiaces , Bernardo Lepicié,
Filippo Simoneau , Nicolò Tardieu , Giovanni Haus-
sard , J. B. de Poilly , Federigo Horramels , Luigi Laru-
gue , Giovanni de Poilly , Nicolò Chateau , Simone Val-
lèe , Giovanni Raimond , Benedetto Audran figlio , H. Si-
mone Tomassini, Niccola Dupuis , Giovan Battista Sco-
ria 3 Simone Francesco Ravenet , Giacomo Filippo Le Bas,
tgQ Notizie
XI. Ritratto di Raffaello con quello del Puntormo In
mezza figura , dal Quadro del Pitrore del Gabinetto detto
del Re , in fol.
XII. Federigo Carondelet Arcidiacono di Bitonto nel
Regno di Napoli , Ministro a Roma per la Corte di Spa-
gna , e grand’amatore delle Belle-Arti, e delle Lettere;
Ediné Jeaurat , Carlo De puis , Giovanni Audran , Niccola
Dauphin de Beauvais, la Damigella Basseporte, e Nic-
colò Pigné.
Dopo la pubblicazione di questo priifio Tomo si ac-
corse Mr. Crozat, che la direzione di una tal’ opera gli
riesciva di molta fatica; e scelse nel Sieur Roberc
Pittore del Cardinale diRohano, e lo mise alla testa di
questa impresa lncaricossi allora Robert , e si fece ad in-
cidere, per dare agli associati, I IO. nuove Stampe incise
dai Quadri , e dai Disegni della Scuola Veneziana , che
dovevano formare il secondo Volume ; ina prevenuto dal-
la morte, lasciò imperfetta l’opera che avea promesso.
Mv. Crozat, disperando sempre più e di rimpiazzare un.
soggetto abile per questa impresa, e di proseguirla , si
contentò di consegnare agli Associati quarantadue Stam-
pe , che furono incise senza alcun discorso, o descrizio-
ne istorica , credendo liberarsi per tal mezzo dall’ impe-
gno. Vi appose il medesimo titolo, e la chiamò questa
imperfetta collezione la seconda Parte , della quale furono
incisori Pietro Aveline , Gilly Edme Petit , Bernardo
Raron , Giovanni Moyreau , Luigi Jocat , Francesco Foul-
lain, Michele Auberc, G. Duchangs, e C. Venneulen.
Antonietta Larcher incise ancora un Quadro di Benve-
nuto Garofalo, che rappresenta S. Caterina , per la
esecuzione del quale servì 1’ esemplare del Salone di
Dresda. Ma questa stampa non è facile a trovarsi , perchè
fu come troppo mediocre tolta dalla medesima raccolta.
Mr. Crozat venne a morte nel 1740. , e perì con lui la
speranza di vedersi condotta al termine quest’opera, mol-
to piu che i rami furono venduti ad una società di Li-
brai. Il celebre Manette avvisi il Pubblico con manife-
sto del 1742., ch'egli s’ i npegnava di dare una nuova for-
ma a questa Raccolta divisa in due Volumi, per egual
prezzo, e con le descrizioni, che mancavano. Mr. Ba-
DFGL’fNTAGLIATOP.r . 199
ua dei più tei ritratti di Raffaello nel Gabinetto del Du-
ca Grafton. La stampa fu incisa da un disegno che ave»
Mr. de Crozat, e la prima prova di detta 6tampa fu ri-
toccata in Inghilterra da Dorigny .
XIII. Il Cardinal Polus con gran barba , seduto in una
sedia a bracciuoli : Quadro attribuito da alcuni a Raffaello ,
da altri a F. Sebastiano del Piombo : dal Gabinetto di
Crozat , gr. in fol.
XIV. S. Michele , che calca con i suoi piedi il Demo-
nio ; Quadro famoso di Raffaello nel Gabinetto del Re
di Francia, gr. in fol.
Questo medesimo Quadro fu inciso egual-
mente da Rousselet .
Il Vasari (1 Vita dì Raffaello Tom. 7. fol. 299.)
racconta, che Raffael d’ Urbino j fece per Francia,
e particolarmente per il Re S. Michele , che com-
batte col Diavolo > tenuto cosa maravigliosa . Ma
prestandosi fede al P. Dan , che pubblicò la de-
scrizione di Fontenebleau nel d surriferito
quadro fu fatto fare da Clemente VII. per donare a
Francesco I . Monsignor Bottari ( loco cit. nota (a))
che av ea avvertito quanto qui sopra ho scritto y
soggiunge , che „ fu intagliato in rame da Claudio
de Flos, artefice, che manca nelfAbecedario Pitto-
san nel 1264. acquistò tutti questi rami , li fece ristam-
pare insieme con le descrizioni, e ne fece un edizione
eguale alla prima sotto la direzione del prelodato Ma-
iiette . In questa edizione vi è da considerare una varia-
zione importantissima, che consiste in questo, cioè che
le lastre, imitanti i disegni ad acquerello, nella prima
sono di legno, e nella presente di rame, e son copie di
quelle, li surriferito editore Mr. Basan fece una scel-
ta delle stampe dei quadri più beili degl’ Italiani , che
erano nel Palazzo del Duca d’ Orleans , e ne compose un
volume di 46. stampe , con la spiegazione a ciaschedun
soggetto , e 1* intitolò : Reeueil d’&prks la Gallerie du
Palaia Royal,
/
aoo Notizie
rico (ben conosciuto però dal nostro Gandellini);
E* stato poi rimagliato da Larmessin . In questi
ultimi anni, seguita il prelodato Annotatore, es-
sendo malamente intarlata la tavola, su la quale
era stata fatta questa stupenda pittura, il Si g.
Lorìot, che ha il segreto, e la pazienza di stan-
car le pitture, l’ha trasportata sopra una tela.
Avea per altro patito fin dai tempi del Prima-
ticcio , che si trova a uscita un pagamento fatto-
gli per questa restaurazione „ . Poi credè bene
avvertire „ Per maggio. e schiarimento di quello
che qui sopra ho detto, stimo bene di soggiun-
gere,, che due sono i Quadri di S. Michele, elio
sono in Francia di mano di Raffaello posseduti
dal Re. Uno in piccolo, opera di Raffaello assai
giovane , e questo fu fatto intagliare a Claudio
clu FJos dal Sig. Crozat . Un’alno veramente ma-
gistrale ^ e della più gran perfezione, e fatto per
Francesco I. nel 1517. è stato intagliato nel 1644*
da Pombart, e poi da due eccellenti Professori,
cioè da Egidio Rousselet per Luigi XIV. , e da
Niccolò Lormassin ( L3 Armassi ri ) pe *1 suddetto
Sig. Crozat. Un altro S. Michele, ma affatto di-
verso, fu intagliato da Marcantonio, che non cre-
do, che Raffaello dipingesse , ma solamente lo di-
segnasse .
Dopo tutto ciò mi sembra, che Monsignor
Bottari s* inganni , dicendo: che il S. Michele in-
ciso da Duflos sia il medesimo, che quello in-
tagliato da Larmessin , e che sia quello della ta-
vola intarlata; poiché Duflos fu impiegato, coni©
vedemmo, nell’ intagliare la Galle ia di Mr. Cro-
zat, insieme con Niccolò Larmessin , onde con-
verrebbe dire che due Incisori si occupassero nel
dfgl’ Intagliatori . aor
medesimo tempo, e nel medesimo Quadro il che
non pare verisimile y tanto più che Mr. Grozat
avea a cuore non raddoppiare i medesimi soggetti ,
nia più tosto farne incidere dei nuovi. In secondo
luogo , se come dice egli , fu queiraltro S. Mi-
chele veramente magistrale, e questo fu inciso dal
Larmessin per la collezione del suddetto Sig. Cro-
Zat, che fu anche inciso da Roussellet (leggen-
dosi nel citato Manuel , d'onde si è copiata la
serie che qui riportasi che il S Michele inciso
da L'Armessin, è quello che incise Rousselet)
convien dire, che non e il primo, ma l'altro mo-
gistrale , e della più gran perfezione. Tanto sia
detto per avvertire il principiante Amatore, acciò
distinguere sappia in una Collezione l'uno dalia!»
tro y e decidere secondo la verità, che meglio
potrà discoprire con gli occhi proprj.
XV. S. Giorgio a cavallo, che combatte col Drago, dal
quadro di Raffaello: nel Gabinetto del Re, gr. in foi.
XVI. S. Giorgio a cavallo combattendo coi Drago: al-
tro quadro di Radaello diversamente dall’altro trattato;
dal Gabinetto di Crozat , infoi. Stampa della grandezza
del quadro .
Nella Vita di Raffaello non si trova ram-
mentato questo Quadro, ma bensì nella nota i.
alla medesima Vita ( fol. leggesi 7, Oltre
le due Madonne rammentate qui, fece Raffaello
pe ’l Duca di Urbino un S. Giorgio, che uccide
il Drago, se vogliam credere a Paolo Lomazzo
(Trat. lib . i. c. 8.) Anzi ne fece due altri , uno
era in Fonteneblau , e uno in S. Vittore di Mila-
no , come scrive il medesimo Lomazzo (ivi). Quel-
lo del Duca di Urbino era dipinto sopra un ta-
voliere, per confessione dello stesso Autore y, Il
P. della Vailo scrive ( Vasari T. 5, Vita di liaf-
202 N O T I Z I E
f nello fol. 206.) , che va corretta la suddetta no-
ta di Monsig. Bottari , nella quale , appoggiato
alPAutrorità del Vasari, dice ... che facesse Raf-
faello un S. Giorgio per S. Vittore di Milano,
<che fu dipinto da Enea Salmeggie o Salmasio in-
signe pittore bergamasco, il quale studiò con ot-
timo successo le opere di Raffaello in Roma.
XVil. S. Giovanni Evangelista , dal quadro di Raffaele
lo , nel Gabinetto del Re , gr. in fol.
XV111. La Vergine in piedi in un Paesaggio, che tie-
ne per la mano il Santo Bambino accarezzato dal piccolo
S. Giovanni: dal quadro di Raffaello , nel Gabinetto del
Duca d’ Orleans , gr. in fol.
XIX. La Vergine, che tiene il Santo Bambino, che ri-
posa su le sue ginocchia, dal medesimo, e dal medesi-
mo Gabinetto, infoi.
XX. Gesù, che porta la sua Croce .* composizione della
prima maniera di Raffaello , del medesimo Gabinetto,
gr. in fol. pezzo larghissimo .
XXI. La Visione di Ezechielle veduta fra le nuvole,
da Raffaello , nel Gabinetto del Duca d’ Orleans. La
Stampa è gr. in fol. come il quadro .
Il Vasari ( loco cit. fol. aBi.) racconta, che
Raffaello, dopo terminato il Quadro famosissimo
della S. Cecilia, fece un quadretto di figure pic-
cole, oggi in Bologna medesimamente in casco
del Conte Vincenzio E r coloni , dentrovi un Cri-
sto a uso di Giove in Cieio; e dattorno i Quat-
tro Evangelisti , come gli descrive Ezechiel . Eze-
chiello propriamente non vide Gesù-Cristo con i
quattro Evangelisti, ma Dio Onnipotente in figu-
ra di Uomo, e i quattro animali, che simbolica-
mente sono stati dalla Chiesa interpretati per i
quattro Evangelisti ). ,, Questo Quadro, nota ivi
Monsig. Rottali, è intagliato da Niccolò di Lar-
massin , e nella Stampa si «lice trovarsi nella Gal-
leria del Duca di Orleans. Non è vero, che quc-
DFGL5 TnTAGLTATORT . 2o3'
Sto Quadro sia fatto dopo S. Cecilia.' Fa dipinto
nel i5io. intorno a quel tempo che Raffaello
giunse a Roma , come dimostra il Malvasia (p. a.
« car 44*) quando la S. Cecilia non potette esser
dipinta prima del i5i3., nel qual’anno fu creato
Cardinale Santi Quattro Pucci , che la fece fare.
Non è più il soprannominato Quadretto in casa
Ercolani: ma non si è certo che l’oriinnale sia
quello del Duca d^Orleans , che fu comprato dal
Poussino , e mandato al Signore de Bhentelou.
Il dubbio nasce, perchè ne ha uno bellissimo , e
similissimo e da più lungo tempo il Gran Duca
di Toscana, intagliato da Cosimo Mogalli nella
Raccolta dei Quadri del Gran- Duca fatta dai
Principe Ferdinando di Toscana.
XXIi. Adamo de Vignancourt in piedi, Gran-Maestro
di Malta .- quadro di Michel' Angelo da Caravaggio , nel
Gabinetto del Re di Francia , gr. in fol.
Questi è quel Gran- Maestro di Malta , al qua-
le si portò il Caravaggio predetto per lùicceso de-
siderio che avea di ricevere l’onoranza della Cro-
ce di Malta, che talora fu solita concedere quel-
la Religione a persone di singoiar virtù. Perciò
lasciata, come altrove dicemmo , la Città di Na-
poli, si diresse a Malta, ove per due volte fece -
vi il Ritratto del precitato Gran Maestro Vi -
gnacourt di Nazione Francese . ( Baldinticci De-
cer.. 2. P. 3. 1. 4- fui 278.)
XXI11. Ritratto di un Commediante al servizio del Du-
ca di Mantova.- dal quadro di Domenico Feti, nel Gabi-
netto di Crozat, infoi.
XXIV. Luigi XIV. che dà il cordone blu al Duca di
Borgogna , padre di Luigi XV. Re di Francia da Wat~
teaa , nel Gabinetto di M. de Julien .
XXV. L’Isola di Cicerea : Citherac Insula 9 Jd. pinx.
Ibid. gr. in fot. in ir-
ào4 Notizie
XXVI. Gli Sponsali del Villaggio, Pagi sponsa , id.
pinx. ibid . grandis. in fai. in tr.
XXV11. La -Cicisbea del Villaggio, da Lancret . in
fai. in tr.
XX Vili. 11 Giuoco del Piede, dal medesimo , infoi, in tr»
XXIX. Uno non si avvede mai di tutto, dal medesi-
mo , in fai. in tr.
XXX. Le quattro età dell’ Uomo , caratterizzate per i
passatempi proprj a ciascheduna età , dal medesimo quat-
tro pezzi , in lol. in tr.
XXXI. Le quattro Stagioni , caratterizzate anch’ elle
per i passatempi, o per le occupazioni proprie a ciasche-
duna di loro, dal medesimo , quattro pezzi, infoi, in tr.
XXXII. I seguenti soggetti .*
1. Il Fiume Scamandro.
2. La Cortigiana amorosa.
3. Il Calendario dei Vecchi .
4. Quattro soggetti cavati dai racconti de la Fontai-
jie , da Bcncher , in fai. in tr.
XXX111. Monumento alla memoria di Giovanni Tillot-
son , da Bocher gr. in fai.
XXXIV. II Savojardo amoroso, da J. B. M. Pierre ,
gr. in fai.
XXXV. Il Savojardo in famiglia, dal medesimo, gr.
in fai.
ARNOLD ( Giovanni ) lia intagliato a Mona-
co molti soggetti da F. X. Paleko . (Basan se -
conda edizione . )
ARNOLD (Antonio), nato a Kroniggraitz l’an-
no 1735., fu discepolo di Rentz , ed incise a Pia-
ga molte Stampe di devozione . ( Basan seconda
edizione ) .
ARNOLDT (Giovanni) , Pittore, ed Incisore
di Ritratti, viveva a Lyon nel iò3o. Si conosce
di suo un Kitratto di Luiffi XIV. su ’1 suo Tro-
no, da Antonio Dien. ( Basan seconda edizione.
ARPINO ( Cav. Giuseppe Cesari d ’ ) . La Cit-
tà d'Arpino nella Terra di Lavoro nei Regno di
Napoli, celebre per aver dato un tempo i natali
dfgl' Intagliatori . ao5
al Padre della Latina eloquenza, ed al Console
Mario, diede pur anche i natali a Giuseppe Ce-
sari, che fu per contrazione del nome suo, e
della sua Patria appellato Giuseppino . Riprende ,
e con tutta ragione il Sig. Barone de Heinecke,
ilFelibien, mercecchè ha stroppiato il suo nome
in Joseph Pi n , e lo ha fatto nascere nel i56o.
( Idée etc . fol. 1 1 5. ) , e con esso scuopre il me-
desimo anacronismo , nel quale caddero Dargen-
ville, e Fuosslin, e l’Autore del Catalogo dei
Quadri della Galleria di Dresda . Secondo il sen-
timento del prelodato Scrittore venne alla luce
Giuseppe Cesari nel mese di Febbrajo del 1 568.
da poveri Genitori , come probabilmente dedurre
si può dalla bassa fortuna, in cui trovasi nei pri-
mi suoi anni dagli Scrittori annunziato. Sem-
bra, che anche il detto Sig. Barone s’ingannass©
non respettivarnente al nome, che ben difende,
ma riguardo al tempo della di lui nascita, non
allegando, come vedremo, alcuna testimonianza
in suo favore . Giunto all’età di anni tredici , si
partì dalla Patria ; e dirigendosi a Roma , colà si
mise a (Servire i Pittori impiegati dal Pontefice
Gregorio XIII. nelle Logge Vaticane . Avea di
già avuti i primi rozzi e pochi principi delp Ar-
te pittorica dal suo Genitore pittoricchio di Vasi
( Milizia JDizion.) , che avrebbero piuttosto po-
tuto servire a rovinare l’arte , di quello siasi a
guidare un giovane ad esser pittore. Tn tempo
che macinava i colori _, e preparava loro le pa-
lette, osservava la maniera che in dipinger tene-
vano^ e sentivasi spinto a maneggiare anch’egli
Il pennello. Narrasi, che un giorno , trovandosi
solo , principiò ^ dipingere di contro ad un pila-
ao 6 Notizie
stro certi satiretti, che poi sopravvenuti i mae-
stri, furono da loro osservati, ed ammirati insie-
me. Non potendo conoscere nell’istante di chi
fossero opera , poiché sembravano toccati con gu-
sto, e franchezza, si misero alcuni di loro in
aguato, per sorprendere il nuovo Pittore, che in
quelli si manifestava. Giuseppe, credendo anche
in quelP istante di non essere da niuno veduto, si
pose di bel nuovo a dipingere sulfistesso tenore,
quando trovossi sorpreso , e scoperto , non senza
particolare sua lode. Informato di ciò il suddetto
Pontefice, lo provvide di dieci scudi al mese, onde
a jutando la sua povertà , potesse darsi intieramen-
te alla Pittura. Egli vi si applicò sotto la pro-
tezione anche del Danti, ed in un anno di tem-
po, siccome possedea in sommo grado il talento
di farsi valere J sotto la condotta di quei savj
JMaestri , potè essere in grado di entrare a parto
con essi del lavoro, e del pagamento di uno scu-
do d’oro il giorno per cadauno . Crebbe la di lui
fama a tal segno, cha le Chiese ^ i Palagj, e le
Corti di Roma, di Napoli, e di Francia sospira-
rono La dolcezza delle opere sue (Abec. Pit ) Ma
la fama non è sempre veritiera , e le sue gote gon-
fiansi sovente dal vano applauso di un volgare fa-
natismo, che arriva qualche volta a sorprendere ^
ed allucinare le Persone potenti , ed autorevoli .
Tale stimerei che fosse stato in gran parte il cre-
dito, in cui era montato in quei dì Giuseppe d’Ar-
pino; poiché quantunque non manchi di spirito,
di fuoco, e di elevatezza nelle sue’ idee , ed i
suoi tocchi sieno liberi, e franchi, pure il suo
colorito è freddo ed insipido , le sue espressioni
sono forzate, ed i tocchi sono per lo più scorret-
degl5 Intagli atout. a 07
ti. Certo, che quel secolo già depravato avea il
gusto di correr dietro al falso, purché avesse un
po’ di brillante ; e come avea potuto fare nella
Poesia il Gavalier Marini, riesci sedurre nella Pit-
tura al Cavalier di Arpino. Ciò non ostante il
Milizia sembra abbia non poco esagerato , facen-
dolo soltanto eccellente nelle strambalatezze , ed
asserendo che morto lui morirono tutte le lodi
delle sue opere , non sopravvivendo che scempia -
faggini (Dizion, dell’ Arte del Diseg.) Impercioc-
ché non cadon certamente in gran parte sotto
questa mordace censura la nascita di Romolo ^
e la battaglia fra i Romani , e i Sabini _, che a
fresco dipinse nel Campidoglio nè quei tocchi
liberi 9 e franchi , che non cessan mai di piacere
ai veri intendenti . ed ai giusti estimatori del
bello. Ritrasse egregiamente i Cavalli,, atteggiò
i volti con forza, e si distinse nella facilità, nel
fuoco e nel fracasso di quella turba di gente ,
che riempie le sue storie • Immaginava con certa
naturale felicità, e copia, ed improntava nelle
sue animate figure una certa vaghezza , che anche
i suoi contravj han dovuto ammirare . Ora sebbe-
ne a fronte di tutto questo possa ripetersi, che più
s* ingrandì il suo nome di quello realmente me-
ritasse , non deesi però oscurare in maniera, che
senza ragione arrivasse a conseguire la grazia dei
Potenti , e le decorazioni che in vista delle sue
opere gli furono ahondevol mente compartite. Fra
questi ci rammenta la Storia Clemente Vili., che
oltre degnarlo della sua familiarità oltre ad aver-
lo creato Cavaliere dell'abito di Cristo ^ lo dichia-
rò Direttore di S. Giovan Laterano ? nella quale
ingerenza continuò sotto Paolo V., non cessando
2o$ Notizie
mai di ricolmarlo di benefizj . Non minore stima
fece di lui il Cardinale lldobrandino, che seco lo
condusse, allorché spedito Legato in Francia pe’l
matrimonio di Enrico IV. con Maria dei Medici,
potè presentarlo a quel Sovrano , che conobbelo
per Artista sì degno, e ricolmandolo di donativi,
lo fregiò del titolo di Cavaliere dell’ Ordine di
S. Michele. Dovendosi prestar fede al Milizia,
avrebbe il Cavalier d'Arpino mal ricambiato tari-
ti benefizi dei suoi mecenati , asserendo, che verso
i suoi Protettori seppe corrispondere con mormo-
razioni , e con insolenze , rimproverandoli di non
avere abbastanza ricompensato il suo merito su -
fcZime. Ma se a tanto non arrivò in effetto, i suoi
portamenti almeno furono tali , che han merita-
to la disapprovazione dei condati Storici , ai quali
è venuto fatto fino ai nostri tempi discorrerne
>y Anzi per Plebei operava più prontamente , scri-
ve il Cli. Ab. Lanzi (Stor. Pit. T. i. fol. 456.)
che per Principi , coi quali 9 come il Figellio di
Orazio , amava di comparire svogliato , restio ;
ambiva di esser pregato da loro ; affettava di
non curargli : tanto dal plauso di un guasto seco-
lo avea preso orgoglio . „
Ebbe anche un'altra maniera in dipingere,
che fu molto libera , o negletta , della quale più
spesso dell’altra fece uso, rincrescendogli e lo stu-
dio della prima, ed intrattenendosi più comoda-
mente nell’altra, massime nella sua vecchiezza.
Lavorò molto, e delle sue opere se ne trovano as-
sai, tanto presso dei Principi, che dei privati , che
con più diligenza, e sollecitudine serviva. Il suo
fervido temp; lamento, e l'arditezza, che davagli il
Suo talento, gli spirarono uà tal coraggio, che An-
degl' Intagliatori ; 209
Ìlibaie Caracci altro ostacolo pia forte non ebbe
in voler riformare la Pittura, che il Cavalier di
Arpino. Diversi incontri gli presentarono i di lui
emoli , ed egli altri ne presentò a loro, senza che
mai volesse mostrare di soccombere . il Caravag-
gio ^ come testé osservammo nella di lui Vita, lo
sfidò alla spada 9 ma ei ricusò di battersi, perchè
non era quel furibondo ancor Cavaliere . Egli
sfidò il Caracci; ma questi risposegli, che la sua
spada era il pennello . Mentre era in Napoli 9 e
dipingeva il Coro di quella Certosa, i Deputati
avean formato il pensiero di fargli anche dipin-
gere la Cappella di S. Gennaro di quella Città;
ma Belisario Corenzio , unitosi con lo Spagnoletto
e col Caracciolo _, tal guerra gli fece , che l’Arpi-
nate , senza condurre a termine il Coro predetto, s©
ne fuggì a Monte Cassino , e di lì a Roma , d'onde
erasi già partito . Il Barone de Heinecke , che sen-
za citare alcuna testimonianza di altro Scrittore
come si disse, il fa nascere nel i568., non accen-
na Panno, in cui cessò di vivere. L'Abate Lanzi
su l’autorità deiBaglioni scrive che morì nel 1640.,
ma non indica l'anno , in cui egli nascesse : ed il
P. Orlandi ( AbececL. Pitt. ) afferma che morì ca-
rico di gloria , e di ricchezze ottogenario nel 1640.,
e fu seppellito in Araceli , dal che sembra ch’egli
nascesse non più là del i 56o. Spero che saran-
no dagli Amatori compatite le suddette notizie 9
perchè interessano non solo la Storia pittorica
mtf eziandio il nostro scopo , avendo egli inta-
gliato ad acqua-forte alquanti pezzi , fra’ quali
l’Assunzione di Maria Santissima. Vedi all'Art.
Cesari Giuseppe .
1 © Notizie
ART ARIA ( ) Trovo que9to Incisore nel pic-
colo Catalogo intitolato; Ma Chambre a dormir
$1 1781. che intagliò da Pompeo fiatoni
Cleopatra, che mostra ad Augusto il Busto di Giulio
Cesare .
ARTSHN (Pietro). Vedi il Gandellini .
ASNE (Michele L’) o ASINIU5, o LASNE,
o ASINO come trovasi nelPAbecedario Pittorico,
e nel Gandellini , che ne tratta , e si accorda col
Rasan ad asserirlo non Parigino, come scrive il
Sandrart , e ^1 Padre Orlandi , ma nato in Caen
nella Normandia inferiore . Che se convengono
©ssi intorno la Patria, discordano però su l’anno
della sua nascita. Gandellini scrive, che nacque
nel i595., campò 72. anni , e morì per conseguenza
nel 1667. Ed il Basan dice, che nacque nel 1596.,
e che morì nel 1667., n i qual sentimento conven-
gono gli Scrittori del ( Manuel école Fran Tom. 7.
fol. 92.) 5 e(l avrebbe vissuto 71. anno, differenza
di niun valore, cd emendabile. Fossero così- sta*
te dal nostro Gandellini rilevate le prerogative
del suddetto Artista , e specificate alcune sue
Stampe tenute perle migliori da esso intagliate!
Sì attenne Asne , per quello discopresi nei suoi la-
vori , alla maniera di Francesco Villamena , e di
Cornelio Bloermaert.
L’Ab. de Marolles fa ascendere le sue ope-
re a 600. pezzi, nei quali più o meno scorgesi,
ch'ei disegnava molto correttamente, e conduce-
va con somma facilità il suo bulino, quantun*
que non andasse esente da una certa secchezza ,
che molto pregiudica a tutto 1* insieme delle suo
Stampe , le quali marcò col suo nome ? e con la
• dfgl’ Intagliatori . ai t
Sua cifra, eli 'è la seguente R, . Fra le predette
migliori sue Stampe riportiamo e con Mr. Basan,
e con gli altri Scrittori del Manuel le seguenti .
I. Un Cristo morto steso sopra una pietra , vicino al qua-
le stassi seduta la Maddalena piangente , di sua compo-
sizione gr pezzo in tr. dedicato a Luigi XIII., ed inta-
gliato nel l54l.
II. Gesù-Cristo in Gloria con S. Pietro, e S. Paolo, da
Paolo Veronese mez. pez. in alto .
III. Una Visitazione, da Lodovico C arac ci , mez. pez.
in alto .
IV. La Vergine SS. e il Santo Bambino che dorme .
Questo Quadro conoscesi sotto nome il Silenzio del Ca-
racci. E’ stato inciso anche da Heizelman , e da Picart
il Romano . La presente è in mez. pez . int>
V. Una S. Famiglia, dal Rubens p. p. in alt .
VI. S. Francesco d’Assisi che riceve Gesù Bambino dal-
le mani di Maria SS. dal medesimo , mez. pez. in alto
con un masso coll’iscrizione P. p. Rubens inv. M* Lasne
fecit .
VII. S. Francesco di Paola, che riceve il S. Bambino
dalla SS.* Vergine sua Madre, dal medesimo , p. p. in alt.
E’ questi un pensiere eguale al precedente ,
ma è trattato con qualche differenza, e non vi è
il nome del Pittore . M. Lasne fecit .
Vili. 11 Ritratto di Luigi Xlll. a Cavallo. In questa
Stampa dee avvertirsi , che il fondo è intagliato dal Cai -
lot y in cui rappresentasi la Battaglia de Veillane . Mi-
chael Asinus Sculptor Regius , gr. in Jol. di sua com-
posizione .
IX. Uno scudo per Tesi, cavato da le Brun , e dedi-
cato ad Enrico di Mcsme .
Le altre sue Stampe che sono in un gran
numero oltre a quelle del Gandellini y vengono
dalle opere del Tiziano, di Paolo Veronese, dello
Spagnoletto , Benedetto Castiglione , Filippo Cham-
pagne, Vovet, Lorenzo de la Hire, Fietro Mi-
gliarci., ed altri. Vedi Basan (seconda edit.)
aia Notizie
X* UnGftovaiie che legge , gr. in 4. di sua composizione *
XI. Una Compagnia di Contadini in allegria, gr. in 4.
idem .
XII. La Vergine col Bambino Gesù, che si riposa sot-
to un albero , p. in fol. id.
Xill. Bellerofonte montato sul Cavallo Pegaseo , che com-
batte con la Chimera, in Jol. id.
XIV. Bernardo Duca de la Vallette a Cavallo. Il fon-
do di questa Scampa , che rappresenta la Città di Metz , è
stato inciso dal Callot , e la composizione è dtlì'Asne.
gr. in fot
XV. Anna d’Austria, Regina di Francia, in abbiglia-
menti reali , gr. in fol .
XVI. Armando Cardinale Duca di Richelieu, gr. in fol.
XVII. Giulio Cardinale de Mazarin , sedente ad una ta-
vola , gr. in toh
XV111 Carlo, Signore di Crequi, Maresciallo di Fran-
cia , gr. in fol .
XIX. Francesco de Bassompierre Maresciallo di Fran-
cia, gr. in fol.
XX. Pietro jSeguier , Cancelliere di Francia , gr in fot.
XXI. Niccola de Bailleur, Presidente del Parlamento r
gr. in fol.
XXII. Francesco Fernandez, Religioso dell’Ordine di
S. Francesco , in fol.
XX111. Il Padre Giuseppe da Parigi , famoso Cappucci-
no , gr. in fot
XXIV. Luigi Petit, Generale dell’Ordine de’ Trinitarj,
gr. in fot
XXV. Già. Francesco Niceron Religioso e celebre ma-
tematico, gr. in fot RARO.
XXVI. Giulio Strozzi, Poeta Veneziano, da Simone
Vouet 1627* in 4.
XXVI L Gio. Carlo Doria , in 4.
XXV111. Francesco Quesnel , primo pittore del Re En-
rico 111. , dipinto da se stesso , gr. in 4.
XXIX. 11 Padre Niccola Caussin, intagliato nel gusto
di Melimi , l65l- in fol.
XXX. Sacra Famiglia , in cui il Bambino Gesù fa ca-
rezze a sua madre, ed il Fanciulletto S. Giovanni , pre-
sentato da S. Giuseppe , e seguito dal suo Agnello a da
Rubens , in fol. RARO.
efgl’ Tntagt.Utort « 2 I 3
XXXI. Uìi Ecce Homo , pezzo dedicato a G. Perrault; ,
dai Tiziano in lol.
XXX11. La Vergine nelle nuvole , assisa sulla Luna cre-
scente, coll* iscrizione : Invenit , quem diligitetc. dall’^Z-
bario. Ovale in ,ol.
ASNE [Pietro). Vedi il Gandellini .
ASNER (Giovanni), assai mediocre Intagliato-
re 3 scrive Basan (seconda ediz.) , nato in Vienna ,
ove anche morì nel 1748. Non si conoscono di
lui, che delle Stampe di Divozione. Ebbe anche
due iìglj , i quali esercitarono la medesima pro-
fessione, ina con miglior successo del Padre.
ASPRUCK i Francesco) , Pittore nato a Brusel-
les , Discepolo di Spranger, incise in mezza figura
i quattro Angeli Michele ^ Gabriele , Raffaele , e
Urial . in
ASSEN (Giovanili VAN), detto anche VAL-
THER, nato in Olanda verso il i49°* > °^ie b°rì
nel disegno, e nell’arte &* intagliare in legno in
Amsterdam versoli i5i4- Il Barone d’ Ileinecke
)loc. cit fol. 202.) nella quarta Classe Ecoie Pla-
ni ande , lo rammenta per la suddetta Classe con
altri di quella scuola dell’ intaglio . Del rimanen-
te le circostanze della sua vita non sono bastante-
mente conosciute . Si dice, ch’egli sia Olandese , e
contemporaneo di Luca di Olanda da una Stam-
pa che Giuseppe Strutt ha citato , la quale rap-
presenta una figura armata a Cavallo coli’ iscri-
zione 1 St. HadrianuS'Arnstolodamaus , in aedi-
bus Donandri Petri all’insegna del Castel S. An-
gelo. La data del i5i4» si trova in un altra
sua opera .
AUBERT (Michele) , riportato anche dal Gri-
dellini, al quale stimerei ben fatto aggiungere le
Seguenti notizie, cioè ch’egli intaglio dei quadri
ai 4 Notizie
per la Galleria di Dresda, che ha per titolo:
Hecueil d E'tcìmpes d’aprés les plus célébres ta -
bleaux de la Galler e de D resele . Premier Vola -
me ij53. et second Volume 1757. gr, infoltii).
(il),, Questi due volumi , scrive ii Barone d’ Heinecke ,
contengono cento una Stampa , incise da altrettanti Quadri
di questa Galleria con un discorso in Italiano, ed in
Francese , ornato di vignette , e di lettere con figure , ed
arabescai. Alla testa d-1 primo volume si trova il bel
Ritratto di Augusto 111. Re di Polonia inciso dal famoso
Balechou da Giacinto Rigaudi pezzo, che passerà certa-
mente per sempre per un capo d’opera dell’incisione.
Viene di poi la pianta della fabbrica della Galleria . Il
secondo Volume è ornato del Ritratto della Regina di Po-
lonia, dipinto da Silvestre , ed inciso da Daulé s indi tro-
vasi l’alzato della facciata di detta Fabrica .
1 Quadri sono stati disegnati da Carlo Hutin , Sto -
fano Torelli, Giovambattista lnternari , Francesco Gon-
dini , Mattia Oesterreich , Marcello Bacianelli , Pietro
Hutin, e Antonio K^rn. Per intagliare le Stampe sono
stati impiegati varj Artisti di diversi luoghi. A DRESDA
Giuseppe Camerata, Michele Keiì , Luigi Wust , Loren-
zo Zucchi , e Cristiano Federigo Boetius . A AUGSBOURG
Filippo Andrea Kilian, ed Elia Ritinger . A COPENHA-
GEN Giovan Martino Preis^er . A AMSTERDAM Gia-
como Folkema , Simone Fokke , Pietro Tanje, Giacomo
Houbraken, c j. Punt . A PARIS Stefano Fessand , Nic-
colo Dauphin de Beauvais , Giovanni Danlè , Natale le
Mire, Pietro Stefano Moitte , Luigi Sartigue il Padre y
■Giacomo Filipart , Francesco Basan , Niccolo Dupuis,
Pietro Luigi Sarugue il tiglio , Ni 'cola Tirdieu, Pietro
Aveline , Claudio D ìflos , Claudio Donato Jardinier , Cri -
Stefano Taucher, MICHELE Aubert , Luigi Jacob, Pie-
tro Chenu , Giovanni 'Jeauvoriet, Lodovico Lampereur ,
Antonio Rodigues, Domenico Sorniq ic , c Giacomo Allia-
met. A VENEZIA Marco Pitceri , Giuseppe Vagner, e
Francesco Zucchi. A ROMA Pietro Campana.
D*nt/ Intagliatori . * 21 5
Fu anche impiegato a tempo di Luigi XIV.
nella Galleria di Versaglies per incidere delle
Stampe da alcuni quadri, che colà trovavansi (12,) .
incise come qui già avvertimmo (a Nic-
colò Annessiti), nella Raccolta di Grozat, ed an-
che in un altra raccolta comparsa in Londra , del-
la quale ha scritto il prefato Barone de Hei-
necke (i3).
(12) Col prelodato Scrittore riporterò il Titolo dell’Ope-
ra, e la serie degl’ Incisori , che vi furono impiegati.
,, La Grande Gallerie de Versailles et ies deux Salons,
qui l’accompagnent , peiilts par Charles le Brun , primier
Peinrre de Louis XìV. dessinés par Jean Baptiste Massè ,
Peintre , et Conseiller de l’Académie Royale de Peinture
et de Sculpture , et gravés sous ses yeux , par les meil-
leurs maitres du tems „ Paris Imprimerle Rojale 1252.
gr. in fol.
Compongono quest’opera cinquantadue Stampe con
ciò che spetta alla Franca Contea riconquistata , che vol-
le il Re donare a Sr. Massè per aumentare questa rac-
colta .
Gl’ Incisori , che vi sono stati impiegati , sono ; Lau-
rent, Cochin le fìls, Dupuis le jeune, Tardieu pere, e
fìls, Desplaces , Beauvais , Cars , Simoneau , Liotard , Su-
beiran , Wille, Lepide, Duflos , Serugue le pere , Tho-
masin. Aveline, Ravenet, Sórnique , Audran, AUBERT
et Preisler .
(13) „ Tombeaux des Princes , .des «rands Capitaines et:
autres hommes illustres , qui ont fleuri dans la Grande
Bretagne versla fin du- XV 11. et le cómmencement du XV111.
Siede, gravés par les plus habiles Maitres de Paris,
d’après les tableaux et deseins originaux des plus habiles
Peintres d’ Italie.* tirès du Cabinet de Monseigneur le Due
de Richemond, Lenox et d’Aubigny, Chavalier de l’Or-
dre de la Jarretiere , et Grand Ecuyer de S. M. le Roi
de la Grande Bretagne. Lctout dirigd et mis a» jout par
&i 6 Notìzie
Non assegna il Gamieliini , come anche Mr.
Basan (seconda ediz.) , Tanno , in cui nacque, che
fu il 1700., nè la Patria, che fu Parigi Tace
quale incontro avesse nelle sue opere , mentre
sappiamo, che tanto nei Ritratti, quanto nei fatti
storici che incise , non si acquistò mai molta repu-
tazione ( Manuel écóle F ran . T.. ih fol. 9 4») e.
che i suoi lavori furono a punta, ed a bulino, e
che morì, non come egli scrive nel 1740., ma bensì
nel 1757.; nel che conviene il predetto Basan , co-
me meglio comprendesi dal seguito delle sue Ope-
re che sono in gran parte riportate ( Manuel loc .
cit. ) , e che noi trascriviamo con le solite ani-
mavversioni .
I. Elisabetta Regina d’InghHterra in 4-
II. Carlo Emanuelle Duca di Savoja , da Van-Dyck .
III. Vittorio Amedeo Re di. Sardegna , da Ferrand *
IV. Giacomo 1. Re d’Inghilterra.
V. Filippo di Francia Duca d’Orleans , da Nocret.
VI. La Marchesa di Montespan , da J. L.
les soins d’Eugene Mac, Swing Guiot inv. et scripsit,
F. Baillene sculpsit , gf. in fol.
Contiene la predetta Raccolta XXII. stampe, delle
quali X. sono incise su i disegni di F. Bucher.* II. da
Carlo Vanjoo, I. da P. Jos. Parrat, e le altre X. dai
Quadri di qualche Pittore italiano, cioè G. B. Pittonì ,
A. Canali, G. B. Cimar oli , F. Monti , N Fcrrajuoli .
G. P. P. Mirando , D. e G. Valeriani , D. Creti , Giu-
seppe Orsoni , Sebastiano , e Marco Ricci. Si osserva,
che spesso il medesimo Quadro è stato eseguito da tre
differenti mani, vale a dire, che un Pittore fecevi il
fatto storico, l’altro l’architettura, ed un altro il Paesag-
gio. Gl’Intagliatori sono stati.* L. Cars , C. N. Cochin ,
Nic. Dorigul , N. Far die u , Beauvais ,Cl. Dujìos , M. AU-
BERT , L. Saruge , Nicolò de V Armesin , G. P. le Bas ,
L. Desplaces , et G . Lepide .
degl’ Intagliatori . a 17
Vii. Luigi Delfino di Francia a Cavallo, da Le Sueur ,
in Job
Vili. Luigi XV. Re di Francia a Cavallo, pezzo simile.
IX. I Ritrae# del Delfino, e della Delfina, da M. Q.
de la Tour , 2. pozzi in fol.
X. Ritratto di Carlo Stuart Principe di Galles , dalme-
desimo in ovato in fol.
XI. Un gran numero di Ritratti in cartelle per la vita
dei più famosi Pittori per Argensville .
Senza stia qui a ripetere q*uello che su que-
ste Opere dissi nel IV. Tomo del (Saggio Lette~
T-ario-jBihliograftco-Gritico fol. 3o.) , rimetterò ivi
il principiante Amatore, per esser vie più inte-
so di quale importanza elle siansi.
XII. La Circoncisione, da Ciro Ferri , incisa nel 1724. infoi.
XIII. S. Francesco, da Guido , pezzo contornato, in fol.
XIV. Pan instruito da Amore, mezza figura, dal Ca -
vacci , in fol.
XV. San Giorgio prostrato avanti Gesù Bambino, eia
SS. Vergine , dal Parmigianino , per la Galleria di Dresda,
in fol.
XVI. Marte, e Venere, legati da Amore, da Paolo
Veronese , per la raccolta di Crozat ? in foi.
Mr. Basan la descrive in diverso sesto, cioè
2,. tn. p. s. in alto .
XV 11 La Vanità, figura allegorica , da una parte un
teschio di morte, da Gouchardon , ia fol.
XVill. Il Riposo di Venere con Cupido, da Goucher ,
in fol. int.
La cita il Basan .
XIX. La Morte di Adone, dal medesimo , gr. in fol . int .
Ed anche questa .
XX. Labano , che cerca i suoi Dei, da Stefano Jean -
rat , in fol. int.
E’ rammentata questa Stampa dal Gandelli-
ni , e dai Basan .
XXI. La Riconciliazione di Labano , dal medesimo.
Anche questa è unita presso Basan con Tan-
incedente, c dal Gandellini individuata.
ai 8 Notizie
XXII. La Passeggiata su i Rampar! , da Valteau9 gt'm
in fol. int.
XXlil. Le Rendez-vous de chasse, dal medesimo , «r.
infoi
AUBERT (Giovanni). Credesi fosse della me-
desima famiglia dell'antecedente . Abbenchè la sua
professione fosse quella dell* Architetto , pure trat-
teggiò anche il bulino , poiché abbiamo di suo il
Ritratto di Gillot.
AUB1N (Agostino DI SAINT), Disegnatore,
Intagliatore a punta e a bulino , nato in Parigi
verso il 1720. /sebbene il Basan (seconda, ediz.)
lo creda nato nel 17 36. Fu membro dell'antica
Accademia di pittura, ed uno de* più ingegnosi
artisti del Secolo XVIIL Fu allievo nell'intaglio
di Lorenzo Cars , e si formò una maniera di di-
segnare speditissima e piena di gusto. Il lavoro
di quest’Artista è uno dei più considerabili, ed
interessanti per la varietà de’ soggetti , che con-
sistono in ornati di libri , ritratti , pezzi di Sto-
ria, e di altra sorte, tanto di sua composizione >
quanto da altri IMaestri .
Quest’Artista laborioso Ira intagliato ancora
molte altre opere , oltre 3ooo. Medaglie, o poco
meno per la _,, Raccolta di medaglie e di mo-
nete dei Popoli e delle Città, di Mr. Pellerin ,,
famoso Antiquario. 11 suo gabinetto composto di
trenta mila Medaglie è passato in quello del Re
per la Somma di ó 00,000. lire.
L'Opera, che fa onore sopra d’ogn’altra a
St. Aubin pel gusto e per la precisione è la
preziosa Collezione delle Pietre d'intaglio antico
del Duca d’ Orleans; opera, che fa serie per la
forma con quella di Mariette » L’Abate de Lachau ,
dfgl’ Intagliatori . a 1 9
c P Abate le Blond sono i compilatori di questa
bella Collezione , che come scrive Mr. Basan (/oc.
citar.), consiste in due volumi in fol.
Volendo il Sig. Barone de Heinecke porre
£ne ad una questione , nella quale sosteneva Mr.
Mjerman, che le Vignette della prima edizione
del libro Speculum ha nanne salvitionis y detto
anche Spf'.cilum figuratwn in pie . fol. , non era
Ih medesimi di quelle delle altre edizioni 9 dopo
avere egli osservatogli esemplari della prima edi-
zione in Parigi, uno dei quali conservasi nella
Biblioteca del Re, Paltro alla Sorbona , e *1 ter-
zo presso Mr. Girardot de Prefond , gli confron-
tò da se stesso con la seconda edizione _, di cui
un esemplare conservavasi presso i Celesti ni . Fe-
ce egli allora calcare la prima, e P ultima Vi-
gnetta da Mr. de Sr. Aubin_, che operò esattis-
simamente. Dopo tutto questo le inviò in Olan-
da, ove Mr. Enschede, e Mr. Yoer ebbero, dice
egli (Idée gemer, fol. 44^*)^ 1* compiacenza di
confrontarle con tutti gli esemplari, che so 10 in
Harlem . Gosi potè asserire con certezza , che in
tutte qulle edizioni enunziate sono sempre le me-
desime Vignette .
Ecco un estratto esteso delle sue Stampe
diverse .
Ritratti da Cochin il figlio , la maggior parte in 4.
I. Carlp Niccola Cochin il figlio I^I.
II. Antonio Beauiné , Speziale in Parigi I^S.
III. Spirico-Giuseppe-Antonio de Blanchard , Maestro 41
M jsica .
IV. Guglielmo le Blond, Maestro di Matematica ,
V. Maria Giuseppe Cavallette d; Bucheiay .
VI. Gio. Giacomo Casfieri Scultore.
2,20 Notizie
Vii- Guglielmo Coristou Scultore.
Vili. Antonio Deparcieux Matematico.
IX. Giacomo Dumont le Romain, Pittore.
X. Madama le Norman d’ Estioiles (Pompadour) 1764,
XI. Beniamino b ranckiin , con occhiali 1777.
XII. Beniamino t ranckiin, lino ai ginocchi, che legge
un foglio.
Xlll L’Abato Carlo Ganzargues Maestro di Musica .
XIV. Guerin , Chirurgo.
XV. Pietro Jeliot, Cantore di Teatro e della camera
del Re, intagliato ad acqua forte da Co ohm , e termina-
to da St. Aubin .
XVI. Gio. Antonio Rigoly de Juvigny, Consigliere ai
Parlamento di. Digion.
XVii- Giuseppe Maria Francesco de Lassone , primo
Medico della Regina 1770.
XVlil,' Pietro Giovanni Mariette , Amatore.
XIX. G. F. Marmontel, d. il’ Accademia francese.
XX. Gio. Giuseppe Cassarla de Mondonviiie , Maestro
di Musica .
XXI. Monet, antico Direttore dell’opera comica.
XXil. Salvatore Francesco Morand Chirurgo 1708.
XXlii. Gio. Battista Pigaie , Scultore .
XXIV. Guglielmo de la Motte-Piquec , uomo di mare.
XX V. Alessio Piron, Poeta, morto il L '2*7 3.
XXVI. M. Philidor, Compositore.
XX Vii. L’Abate Pomni-r, Cordigliere al Parlamento,
intagliato ad acqua-forte da Cochin , e terminato a buli-
no da St. Aubin .
“XX Vili. Gio. Filippo Rameau, Compositore.
XXIX. L’Abate Raynal , Istorico.
XXX. Roetiers il padre, Orelice.
XXXI. Leonardo le Roux , Architetto.
XXX11. Carlo des Brosses , Conte di Tournay, .Presi-
dente al Parlamento di Digion.
XXXlli. Tommaso Walpole .
XXXIV. Giorgio Washington.
XXXV. Il Principe Carlo di Sassonia, Duca di Curlan-
dia, 1769. in 4.
XXXVi. Carlo Enrico de Heinecke , Amatore , 1769. in 4.
Questi è quel celebre Amatore, cui tanto dee
la Storia delle Belle-Arti > ed in particolare quel-
« . «
dfgl9 Intagliatoci . 221
la delP Incisione , che a tanti è servita di lume,
e di cui ho fatto uso anche io con molto mio
vantaggio .
XXXVil. Linguet, famoso Avvocato, 1224- z;z 4-
XXX Vili. P L. de Belloy , Autore della Tragedia dell’As-
sedio di Calais, ritratto allegorico, sostenuto da un Ge-
nio sul sepolcro dei sei Eroi di Calais , in 8.
XXXIX. Pietro il Grande , per la grand’ edizione di
Voltaire „
XL. Ritratto di M. Pellerin , celebre Antiquario, mor-
to centenario .
XL1. Il Duca di Chevreuse in piedi, in abito militare..
XLil. Busto di Languet de Guercy , Curato di S. Sul-
pizio , intagliato il 1767.
XL111. Claudio Giuseppe Dorat, senza il suo nome,
con questa iscrizione.* Le plaisir est son Dieu ec. da
Denon .
XL1V. Salomone Gessner , Poeta e Pittore , dallo stesso ,
XLV. Francesco Arrouet di Voltaire, dallo stesso.
XLVI. M. Worlock , Medico Inglese, dallo stesso.
XLV11. Dionisio Diderot, da G. B. Greuze .
XLV1I1. Busto di Voltaire in profilo , da G. B. le Moi -
ne, Scultore.
XL1X. Busto di Crebillon , veduto di prospetto, dallo
stesso .
L. Gio. Giacomo Rousseau, da De la Tour.
LI. Claudio Adriano Elvezio , da Luigi Michele Vair -
Zoo, in 4.
Lll. Carlo XII. Re di Svezia, da Gay delle per la grande
edizione di Voltaire, in fol.
Llll. Ritratto del Re di Sardegna , da G. P. Boucherat
di T orino, gr. in fol.
Varj soggetti di sua composizione
e da diversi Artisti.
LiV. Serie di sei pezzi , col titolo ; C'est ici les dijjé -
rens jeuz des petits polissons de Paris , gr. in 4-
LV. Due pezzi per la Storia Romana di Filippo di Pre-
tot , da Gabriele de St. Aubin , in 4.
LV1. Vertunno e Pomona , da Fr. Bou her , infoi, in tr,
E’ citata dal Basan (sec. ediz.)
k
» m
32a Notizie
LVIL Anlione salvato da un Delfino , dallo stessa, .
in fol in tr .
LV111. La Fontana di Grenelle in quattro pezzi, da
Edme Bouchardon , in fol.
L1X. Venere sull’ onde, in forma di Conchiglia , inco-
minciata ad a óq aa-forte da Margherita Luisa du Ron.se*
rai , e terminata a bulino da Agostino da St. Auhin ,
dallo stesso, in 4*
LX. I cinque sentimenti del Corpo , da Pietro Dumcs •
nily intagliati da St. Auhin , le Masseur, e Tillard .
LXI. Concerto delle Grazie colle Ninfe in presenza di
Venere e d’Apollo , da Cochin , intagliato il 1221- in 4.
LXI1. Venere e Adone coricati sotto alcuni alberi, don-
de si parte Cupido per coronare una colonna, da D. le
Fevre 12(52. p. in 4. in tv.
Di questa Stampa incisa con somma delica-
tezza Mr. Basan nella sua seconda edizione vi ha
posto il saggio, che quantunque in piccolo, cor-
risponde maravigliosamente al suo originale .
La colonna è coronata di sette corone di
varj fiori, ed una ne ha in mano Gupido in aria
che sta per porvela. Il terreno, su cui stanno
Adone, e Venere , è smaltato tutto da verdeggianti
erbette, da rose, e varj fiori. Sotto leggesi . . .
- Mei de s non ivcrit ultra .
LXI1I. Usanze dei Russi dopo il matrimonio, e avanti
le nozze , da G. B. le Princè , pezzo intagliato il 1767., infoi.
LXiV. Venere nel nicchio, da un quadro del palazzo
reale, dal Tiziano , infoi.
F/ anche presso il Basan ( sec. edìz . )
LXV. Leda col Cigno, da Paolo Veronese, p in fol .
indicato anche da Basan ( sec» edìz.)
LXV1. Battaglia nelle Gole delle montagne della Cina .
LXV11. Un Campo Cinese investito, e cinto di for-
tini, ai quali i Cinesi appiccano il fuoco*
Queste sono due delle sedici lastre grandi ,
i disegni delle quali furono mandati a Parigi
daii’lmperator della Cina .
A
dfgl’ Intagliatori . 338
AUBrN ( Carlo-Germano DE S.), Disegnatore
ed Intagliatore a punta, nato in Parigi il 1731.
e mortovi il 1786.^ fratello di Agostino. Era di-
segnatore del Re per gli abiti alla moda _, ed
intagliò ad acqua forte diversi piccoli fiori e sog-
getti di fantasia , di sua composizione .
t Questo Articolo può dirsi, che sia stato in-
serito nel Manuel (Tom. 8. fol. 178.) da quello
di Mr. Basan (seconda edizione ), al quale però
vi è stato aggiunto, che fu disegnatore del Re
pe ’l moderno vestiario . Come insieme sonosi spe-
cificate le seguenti Stampe, che mancano nel sud-
detto Basan .
I. Primo saggio Papilloneries humaines, d’umani mo-
vimenti alla maniera delle farfalle , sei pezzi , in fol. in tr*
II. Altra serie simile di sei pezzi
III. Mes Fleurettes , libro di fiori , in fol.
IV. L’Arte del Ricamatore in dieci lastre, intagliate
presso Agostino di St. Aubin , per la serie dell’ Arti e
Mestieri 1770.
AUBIN (Gabriele-Giacomo DE S.), Pittore ed
Intagliatore ad acqua forte, fratello dei prece-
denti y nato in Parigi il 1734*, e morto il 1780,
Dipingeva la Storia, ed ha intagliato ad acqua
forte varj piccoli soggetti di sua composizione .
Anche di questo parla Mr. Basan , e combi-
na col presente Articolo ciò ch’egli dice, toltone
le seguenti due Stampe, che non le rammenta,
I. Sei statue delle Virtù Cristiane, in una lastra, in 4.
II. Veduta della mostra dei quadri nel Salone del Lou-
vre il 1759. , pezzo mezzano in tv .
AUBRY (Pietro), Intagliatore a bulino e mer-
cante di Stampe, nato in Opponheim verso Pan-
no 1596. e stabilito in Strasburgo verso il i65o,
( Basan seconda edizione) ove morì nel 1666.
£24 Notizie
Egli , di cui abbiamo un gran numero di ritratti
degli uomini celebri moderni di tutte le nazioni 9
si è distinto collassiduità alla fatica; del rima-
nente è stato, scrive il predetto Basan, un inciso-
re di poco merito . Il suo maggior elogio è di
avere istruito nell’intaglio Gio: Giacomo Thour-
neiser . *
I. Michael Virdunga Kistinga , Profess. a Altdorf l53?.,
in 8.
II. Gio. Schtnidt , Dott. in Teologia IÓ53. , in 8.
Ili. Gio. d’Austriche , Generale Spagnuolo, in 4.
IV. Bernardo Duca di Saxe-Weymar , a cavallo, in 4.
V. Olivier Cronwel , Protectór Atigl. , in 4
VI. Ferdinando Ernesto, Conte di Wallensrein, in 4.
A questi aggiunger si può il Ritratto di
Gasparo Baudino , di cui tratta il Gandellini .
Il Sig. de Heinecke y nel suo Dizionario de-
gli Artisti y riporta molte centinaja di ritratti si-
mili del nostro Pietro Aubry .
‘ AUBRY ( Àbramo ) . Dagli Scrittori del Manuel
( École AllemancL fot, 24^.) .credasi senza dub-
bio della stessa famiglia, ed egualmente mercan-
te di Stampe in Strasburgo, ma molto inferiore
a Pietro per tutti i titoli .
AUDENAERDE, o OUDENAERDE, (i?o-
berto VAN), che il Gandellini scrive AUDEN-
AERDj come trovasi anche nel Basan, Pittore,
«d Intagliatore a punta e a bulino ^ nacque a
Gand il i663.^ e vi morì il 1743. (i4) I suoi
(14) Potrebbe congetturarsi, che questa fosse l’epoca
della sua morte, e non il 1717. come Basan stabilisce.
Imperciocché, se per attestato di questo Scrittore morì
in età assai avanzata , e questa medesima età si deduce
dall’ epoca dei Signori Scrittori del Manuel’ citati, ascen*
degl’ Intagliatori . 220
primi maestri furono Mierliop e Giovanni Van
Clef., e nel 168 5. si trasferì a Roma per perfe-
zionarsi nell’arte . Carlo Maratti lo ammise in se-
guito nella sua Scuola; lo tenne egualmente che
Fray per 8UO favorito; e avendolo consigliato a
darsi intieramente all’ intaglio ^ pel quale aveva
grandi disposizioni , lo avvertì, che mettesse a prò*
fitto quanto più poteva l'acqua forte nei soggetti
istorici . Audenaerde intagliò per commissione del
dendo a ottantatre anni , non potea egli morire nel
in cui avrebbe contato appena cinquanta quattro anni,
fissandosi nato il IÓ63., diversamente bisognerebbe farlo
nascere nel IÓ3?. i il che non ben converrebbe con gli
altri aneddoti della sua vita .
Altra prova più convincente sarebbe l’essere stato
egli discepolo di Carlo Maratta , e condiscepolo alla me-
desima Scuola di Giacomo Frey , che nacque nel 1681.,
se gli Scrittori del prefato Manuel adducessero degli au-
tentici e comprovanti monumenti .• ma dovendosi fidare
della loro asserzione, che stimiamo moltissimo, possiamo
dire, che il Frey avesse avuto un condiscepolo assai vec-
chio, che lo precedeva almeno di sessant’ anni ; e che
in quella bellissima età fosse consigliato Roberto da Car-
lo Maratta suo maestro a darsi intieramente all' Intaglio
pe'l quale avea grandi disposizioni: Il che pare inveri-
simile. Quindi è che non avendo documenti alla mano
nè per l’una, nè per l’altra parte, e dovendoci attenere
soltanto alle congetture , pare che queste decidano piu
in favore dell’ epoche assegnate dal prefato Manuel , che
io pone nato nel IÓ63-, in conseguenza avrebbe precedu-
to il Frey di poco più di tre lustri , che quella del Ba-
san che non potrebbe combinare con questa Scuola dei
Maratta, e del medesimo Frey. La prova maggiore di
ogni eccezione , che gitta a terra l’epoca della sua morte
assegnata da Basan al I?!?., è il trovarsi il Transito della
Madonna inciso dal nostro Audenaerd nel 1^28., come
risulta dal Catalogo delle incisioni da Carlo Maratta ,
qui appresso apposto al num. XIV.
Tom . V. 1 5
336 Notizie
Cardinal Barbarico molti ritratti della di lui fa-
miglia, aggiungendovi emblemi, e versi latini di
propria composizione . Quest’opera, della quale non
parlano nè il Gandellini, nè Mr. Basan, ha per
titolo: Numismata virorum illustrìum ex gente
.Barbadiica . Consisteva in i65. intagli, e re-
stò lungo tempo incompleta per la morte di quel
Cardinale, finché poi la sua famiglia la pubblicò
in Padova il 1763. in grande in foi, avendo fatto
intagliare le cinque stampe che ancora mancavano *
D'allora in poi quest’opera si vendeva al palazzo
Barbarigo per ia. zecchini. Il nostro artista ri-
patrio dopo un soggiorno a Roma di diciassette
anni .
Molti de’ soggetti di Audenaerde si trovano
citati nel Gandellini.
Questa è fin qui la prima volta che i Ch.
Srittori del Manuel citano agli Articoli degl’ Inta-
gliatori respettivi il nostro Gandellini, il quale,
oltre essere in ciò più copioso di Mr. Basan tan-
to nella prima, che nella seconda edizione, ri-
porta anche la cifra, con cui Audenaerd mar-
cava sovente le sue Stampe. Il Catalogo però, che
tessono i precitati eruditissimi Scrittori , è molto
più numeroso e ragionato di quello del nostro
Scrittore Italiano ; ed è il seguente .
I. Il Cardinal Sacripanti , da G. B. Gemili , intagliata
il l6p5. •
II. Il Cardinal Turasi (forse Tarugi) , dallo stesso , infoi .
III. H Cardinal Ottoboni, dallo stesso, in foi.
IV. Il Cardinal Francesco Barbarmi , da Carlo Marat -«
ti , in fai.
V. lì Cardinal Enrico de la Grange d’ Arquien , da
F. Desportesy intagliato il 1696 , in foi.
VI. Il Cardinal Giuseppe d’Archinto, da Giuseppe Pas*
seri 1 699. , in fol.
degl’ Intagliatori . 22,?
VII. II Cardinal Andrea di Santa Croce, dallo stesso,
in fol.
Vili. Il P. Francesco Caraccioli , che adora il Santissi-
mo Sacramento, da Andrea Procaccini , in foi.
Da Carlo Maratti.
I. Agar nel Deserto , in fai.
II. Sacrifizio d’Àbramo , in fai ,
III. 11 Servitore d’Àbramo presso Rebecca, in fot.
IV. David con la testa di Golia , in fai.
V. Le Donzelle , che celebrano la vittoria di David , infoi.
VI. Bersabea nel bagno , in fol.
VII. L’Annunziazione , in foi.
Vili. L’Adorazione de’Magj , ad acqua-forte, in foi.
IX. Fuga in Egitto, ad acqua-forte, A. V. Westerhout
cxc. in fai.
X. Riposo nella fuga in Egitto, in fol.
XI. Gesù Cristo sul monte degli Olivi , gr- in fot. in tr,
XII. Un Crocifisso, gr. in fai.
XIII. Il Corpo di Gesù Cristo sulle ginocchia della Ver-
gine accompagnata dalle Sante Donne e da S. Giovanni,
gr. in fol.
XIV. La Morte della Vergine* gi\ infoi . in tr. , in-
tagliato nel 1728.
XV. L’Assunzione della Vergine, pezzo simile, dal
quadro della Cattedrale d’ Urbino.
XVI. La Morte di S. Giuseppe, infoi, in quadrato ,
ad acquafòrte.
XVII. La Vergine col Bambino Gesù, che distribuisce
delle corone ad alcune Religiose, pezzo chiamato.* No-
utra Signora del Rosario , gr. in fol.
XV111. La Maddalena penitente, gr. in fol.
XIX. Il Martirio di S. Biagio, gr. in fol.
XX. S. Antonio di Padova in ginocchio, che bacia i
piedi del Bambino Gesù, gr. in fol.
XXI. S. Filippo Neri , gr. in fól.
XXU. Giano, primo Re d’Italia, ricevuto fra gli Dei,
gr. in fai. in tr.
XX1Ì1 Romolo e Remo trovati sulla riva del Tevere,
gr. in fai. in tr.
XXIV. Dafne inseguita da Apollo, e cangiata in allo-
ro , dal quadro del Re di Francia Luigi XIV., gran pez-
zo in due lastre in tr.
aa8 Notizie
Da diversi Maestri Italiani.
I. La Natività, dal quadro di Pietro di Cortona esi*
stente in una Cappella della Chiesa di S. Salvatore in.
Lauro , in Roma , gr. in fol.
II. Cinque pezzi intagliati ad acqua-forte, deliavita e
morte di S. Bibiana , de* quali il quinto, che rappresenta
il padre e la madre della Santa in due statue, dal Ber -
nino. Le pitture, da Pietro da Cortona , e le statue si
vedono nella Chiesa di S. Bibiana in Roma .
E* descritta , dal Basan in 5. gr . pezzi in alto .
Vili. Gruppo d’ Atlante e d1 Ippomcne , dal Bernino infoi-.
IX. Gruppo del rapimento d’una Sabina, da Gio. di
Bologna in fol »
Manca nel Gandellini .
X. S. Gio. da S. Facundo , da Giac. Brandi infoia
Manca anche questo .
XI. Nascita della Vergine, da Annibaie Caracci , gr»
in fol.
XII. La Flagellazione di S. Andrea, dal Domeniche
no , gr. in fol. in tr.
XIII. S. Andrea condotto al supplizio , dallo stesso,
gr • in fol in tr.
XIV. S. Andrea trasportato al Cielo , dallo stesso , in foi .
XV. La Vergine col Bambino Gesù, S. Gio. Battista j
S. Luca che dipinge il ritratto della Vergine , ed il Pon-
tefice Pietro Celestino , dal quadro ài Marc' Antonio Fran*
ceschini , esistente in Bologna.
XVI. Lo sdegno d’Achille: gran Tesi dedicata al Pon-
tefice Innocenzo Xll., da Gio. Battista Gazili . Pezzo in
tre lastre.
Manca nel Gandellini .
XVII. Famosa Tesi, in cui si vede il Papa suddetto as-
siso sul trono, coll’Eresia abbattuta ai suoi piedi: allato
a lui le quattro parti del Mondo , ed i Popoli prostesi a
terra, sostenuta in Roma in tempo della conversione di
Federico Augusto , con i medaglioni di questo Principe
e della Regina Cristina di Svezia , da Andrea Procaccini
inv. R. v. Auden-Aerd» se. Pez. in tre lastre rarissimo.
Il Gandellini ne attribuisce 1* invenzione a
Carlo Maratta .
eegl’ Intagliatori . 229
XV111. La Deposizione dì Croce, da Daniel Volterra-
no , mez. pez, in alt.
Ho creduto dovere aggiungere questa Stam-
pa, che manca e nel Gandellini^ e nel Manuel ,
ed anche perchè non tiene P ultimo posto nel
ruolo delle fin qui divisate .
I/Opere di quest* Artista son molto conside-
rabili, avendo intagliato ancora i gruppi eie sta-
tue di Roma pei libro del Rossi, gr. in fol. Ve-
dasi Particolo che lo concerne nel Dizionario de-
gli Artisti di Heinecke .
AUDOU1N . Fra le Stampe esposte in Parigi
al Museo Napoleone vedonsi alcuni pezzi di que-
sto Intagliatore. Vedi Explication des Ovrages
de Pelature, Sculpture , Architecture , et Gravu-
re des Artistes vivans exposés au Musée Na-
poleone le i5. Septembre 1806. etc . Paris 1806.
in 12. a fol. 11 8. Audovin rue Boubon-Villenew •
ve n . 39.
I. Ritratto di S. M. T Imperatore.
II. Melpemone , Erato , Polimnie , da Le Sueur .
III. Soggetto di Genere, da Netscher .
IV. Raffaello, e suo Maestro d’arme, da Raffaello.
AUDRAN (Benedetto) , secondogenito di Ger-
mano e nipote di Gheiardo, nato in Lione il 1661.;
epoca ignota a Mr. Basan ed al Gandellini_, i
quali convengon però eh* egli morisse nella sua
terra di Louzuer presso Sens il 1721. Fu dise-
gnatore ed intagliatore a bulino , ed allievo del
suo zio Gherardo senza averne posseduto il gu-
sto (Milizia Dizion, ec. ) Era non ostante un
buono Intagliatore , talché il suo merito gli pro-
curò il titolo di membro delP Accademia reale
ed intagliatore del Re . Ha intagliato i Ritratti
e i fatti Storici , e da 1« Sueur , Alessandro ma-
aSo Notizie
lato . Egli fa uno degl/ [noisori con Carlo Au-
dran, ed altri nel Cabinet des Beaux-Arts . (Ve-
di all’Articolo di Carlo Audran) e nel Cabinet
de Crozat (vedi Part. Armesin Niocolò il figlio).
La sua maniera d’intagliare partecipa in qual-
che modo di quella di suo zio : il suo disegno è
corretto, i contorni risoluti, le teste espressive,
e l’estremità delle figure ben decise . Lungi sem-
pre , come onestissimo dalla ciarlataneria di pro-
ve di Banderuole di aureole scritte , e non scrit-
te; il solo suo merito, e l’assiduita alla fatica lo
posero in stato di comprare una Terra, ove ter-
minò i suoi giorni . Sebbene molte Stampe di que-
sto meritevole artista sieno presso il Gandellini y
e forse più in numero delle seguenti , non •cre-
diamo ommettere il presente catalogo ragionato ,
che trovasi nel Manuel , e più diffusamente nel
Dizionario del Gli, Heinecke .
Ritratti .
I. Benedetto Audran , Intagliatore del Re , dipinto da
G. V ivien f e intagliato da se stesso, in 8.
II. Il Rev. P. Luigi de Thomas de la V alette, General©
dell’ Oratorio ; B. Audran fec.it ad Vivum , in fol.
III. 11 Rev. P. Rinaldo dell’Oratorio, da Bonnet , infoi *
IV. Carlo le Gouy, Arcivescovo di Narbona , da Bon
de Boulognc , gr. ovale , intagliato il 1708.
V. Gio. Battista Colbert, da CI. le Fevre , gr. ovale
con accessorj .
VI. Giuseppe Clemente, Elettor di Colonia, da G. Vi -
•vieti , gr. in fol.
VII. Massimiliano Emanuele , Elettor di Baviera , pezz®
marcato così.* J. Vivien pinx. Il se vend chez le dit
Sieur , gr. in fol.
Vili. Enrico* di Beringhen, primo Scudiere del Re di
Francia . Nanteuil del. IÓ63. Bened. Audran se. > in foi.
IX. Samuele Frisching , Generale degli Svizzeri . J. Uuber
pinx. Bened. Audran se. Paj'isiis 17 13. , infoi.
*
degl’ Intagli atout „ a3 1
X, Gio. Federico de Willading, console della Repub»
blica di Berna 1718., /. Huber pinx. B. Audransc., infoL
XI. Statua equestre di Luigi XIV. eretta in Lione , da
Desjardins , intagliata da B. e G . Audrcui unitamente ,
grandiss. in fol.
Varj soggetti da diversi Maestri.
I. Il Battesimo di Gesù Cristo, da un quadro ò.e\YAl-
bano esistente nel Luxemburgo , gr. in fol. in tr.
II. Dejanira rapita dai Centauro Nesso , da Guido, infoi.
III. David, che taglia la testa a Golia , da un quadro di
Michel’ Angelo' esistente nel Gabinetto del Re, dipinto
da due parti in una lavagna-, rappresentando l’una e l’al-
tra taccia lo stesso soggetto , in due stampe intagliate
nel 1216. e 1717. dai fratelli B. e G. Audran , gr. in
fol. in tr. il Vasari pretende che questa pittura sia di
Daniele di Volterra
(l5) Desidererei, che impugnandosi in questo luogo
l’Autorità del Vasari dai Signori Uber, e Rost , si addu-
cessero delle «prove più convincenti per rivendicare al
Buonarroti il Quadro di cui si tratta . Fin qui in tutte
l’ edizioni del Vasari si legge, che sia di Daniele Riccia •
relli da Volterra, e s’individuano anche le circostanze.
Eccone il testo . Avendo Monsig. Giovanni della Casa
Fiorentino , e Uomo dottissimo , come le sue leggiadris-
sime e dotte opere così latine , come volgari ne dimo-
strano , cominciato a scrivere un Trattato delle cose di
pittura , e volendo chiarirsi di alcune minuzie, e par-
ticolari degli Uomini della professione , fece fare a Da-
niello con tutta quella diligenza , che Ju possibile , un
modello di un David , di terra finito , e dopo gli fece
dipingere ovvero ritrarre in un Quadro il medesimo Da-
vid , che e bellissimo , da tutte due le bande , cioè il di-
nanzi. , e il di dietto , che fu cosa capricciosa ; il qual
Quadro è oggi appresso M. Annibale Ruscellai , Nipote
del medesimo Giovanni della Casa (nota Monsig. Bot-
ati) Vedi Vasari Tom. IX. fol. 179. Questa autorità vai
2,3a Notizie
IV. Una Zinghera che dà la buona ventura, da Michel
Angelo di Caravaggio , infoi, in tr. Della raccolta dì
Crozat .
V. Lot, e le eue Figlie., da Paolo Veronese , Quadro del
palazzo reale di Francia , in fai. in tr. Della raccolta di
Crozat .
VI. 11 Disgusto, da P. Veronese , Quadro del palazzo
reale , che fa riscontro coll’ Amor felice , dallo stesso , ed
intagliato da L. Desplaces in fol.
VII. Mosè che difende le figlie di Jetro , da le Brun ,
pezzo gr. in tr. , intagliato da Giovanni , e ritoccato da
Benedetto .
Vili. Lo Sposalizio di Mosè con Sefora , dallo stesso;
riscontro del pezzo precedente, intagliato intieramente
da Benedetto .
IX. 11 Serpente di bronzo inalzato da Mosè, nel deser «
to, intagliato dal quadro di leBrun, dipinto nel Refet-
torio dei Religiosi de Ricpusses di Parigi, gran pezze
in tr.
E* anche nel Basan .
'X. Purificazione della. Vergine , ossia Simeone al tem-
pio ; dallo stesso; pezzo con marca.* Audran fec. exe.
gr. infoi.
molto , trattandosi di un Biografo contemporaneo , qual’era
il Vasari , e di un Discepolo dello stesso Maestro
Michel più che mortai ’ Angel divino .
Niun’ annotatore alle suddette Vite, per quello sap-
piami, ha potuto riprendere il Vasari di quest’abbaglio,
come l’avrebbe fatto certamente Monsig. Bottari , che era
in una stretta relazione letteraria col Sig. Mariette. Sup-
porrei piuttosto, che siccome il Volterrano fu poco me-
no che il più felice fra i seguaci di Michelangelo ( Lan-
zi Stor. Pict. Tom. I. fol. l3l. ), si creda quella Pittura
del Maestro per la molta somiglianza che questo suo Di-
scepolo avea con esso , che egli proteggeva fino ad esser
tacciato di troppo parziale.: e Daniele dal canto suo
avea somma stima di esso Michelangelo. (Monsig. Bot-
tari nota I. alla Vita di Michel Angelo del Vasari T. IO.
fol. 2l5.)
degl* Intagliatori ; a3$
XI. Gesù Cristo posto in croce, da un quadro di Le
Brun del Luxemburgo , disegnato ed intagliato da B. Aio*
dran l ?oó. gr. in fol. irti •
E' anche presso Basan .
XII. Deposizione di Croce , dal quadro di le Brun esi-
stente al Louvre, dedicato al Cardinal di Noailles, gran -
diss. in fol .
XIII. L’Olanda, che accetta la pace, da una pittura di
Le Bt 'un della galleria di Versailles.
XIV. Zefiro e Flora, da Ant. Coypel , pezzo intagliato
da Benedetto sotto la direzione di Gherardo. ~ — j
XV. 11 Battesimo di Gesù Cristo da P. Mignard, gr*
pezzo in tr
XVi. I Piaceri de’ Giardini , sopra la porta di Saint
Cloud, di Mignard ; due gran fregj intagliati da Bene -
detto e Giovanni Audran .
XVil. 11 Salvatore presso Marta e Maria , da Le Sueur ,
gran pezzo in tr. in data del I Ó90.
E’ anche nel Basan .
XVlll. S. Paolo che predica in Efeso, dallo stesso,
grande in tr.
XIX Alessandro malato che prende la tazza presenta-
tagli dal Medico, dallo stesso, da un quadro del palaz-
zo reale, intagliatoli 1711. Pezzo DISTINTO NELL’IN-
TAGLIO .
Scrive Basan m. p. in alto .
XX. 11 Parto della Regina Maria de’ Medici , il Cam-
bio delle due Regine, due BEI PEZZI della galleria di
Rubens del Luxemburgo-.
XXI. I dodici mesi dell’anno, in sei pezzi dipinti in
grotteschi da Cl. Audran il giovine , ed intagliato da
suo fratello benedetto , in fol.
Ha intagliato ancora molti pezzi da al-
tri maestri, che sono specificati nel Dizionario
dell' Heinecke (16).
(ió) Mi sorprende come fra le altre sue Stampe per
confessione dei surriferiti eruditissimi Signori Scritto-
ri non si trovino i Sacramenti dipinti da Poussin , ed
incisi da quest» degno Intagliatore. Mr. Basan però gli
l
234 Notizie
AUDRAN {Benedetto) , figlio di Giovanni Au-
dran , e nipote dell’altro Benedetto di questa fa-*
miglia , del quale abbiamo parlato, morì nel 1772.
Egli è stato egualmente Intagliatore , e si hanno
di suo
L’Età, e gli Elementi, con Niccolò Tardieu, e Despla-
ces, da Lancret .
Vedi Basan {seconda edizione ).
ha posti in primo luogo nel ristretto Catalogo delle
Stampe le più stimabili di Benedetto Audran. Le Sept
Sacremens , ps . eri tr. d'après LE POUSSIN » ce sont
les mémes que Pasne a gravées en grand , d'après les
tableaux qui se voyent au Palais Royal . 1 lorent le Comtc
(Cabinet des singularites ec. Tom. 3. fol. 4.ÌI.) pone fra
le opere di Benedetto , Le Sept Sacremens en petit d'après
le Poussin •
Nella mia piccola Raccolta di Stampe si trovano que-
sti Sacramenti in quella guisa, che sono descritti dai
prelodati Signori nelTElenco di Mr. Joan Pasne ( Manuel
école de Trance Tom. 7. fol. 199. ) leggendo sotto l’Eu-
caristia ,, Peint par N. Poussin et grave par B. Au-
dran. „ E così nella Confermazione , nel Battesimo , nel-
la Estrema Unzione ec. ; ma nel Sacramento del Matrimo-
nio leggesi Dessiné et grave par Benoist Audran après
Poussin,, e poi come negli altri ,, ce vendent a Paris chez
Audran nie'S. Jacques aux 2. Piliers d’or avec privil. du
Roy ,, Le Stampe son veramente belle , e vi si scorgono
tutte l’enunciate prerogative di questo Artista . E’ dun-
que innegabile che ad esso appartengano; che sieno rag-
guardevoli Stampe, e che sieno state ammesse in questo
Catalogo .
Cadde anche in errore il nostro Gandellini , che as-
serì, che Benedetto intagliasse presso il Poussin in picco-
lo i sette Sacramenti da quelli del Signore diChatillon.
Imperciocché Chatillon incise in Roma i Sacramenti di-
pinti in quella Città dal Poussin pe 51 Cavalier del Pozzo
con questa iscrizione; L. de Chatillon se. Nt de Poilly
cxc. Ora per attestato di Mr. Basan sono i medesimi que*
dfgi/ Intagliatori . a35
ATJDRAN {Cariò o Karl ), Intagliatore a bu-
lino nacque a Parigi il 1694* Io crederei piutto-
sto fosse nato a Lione , cbe sembra essere stata la
Patria di tutta questa famiglia tanto benemerita
del Parte delP intaglio , nella quale fra i bravi ed ec-
cellenti Artisti fu il primo a distinguersi , e ne mo-
strò subito varie incontrastabili prove del suo va-
lore . Dopo avere studiato in patria andò a per-
fezionarsi a Roma per qualche tempo, ove , dice
il Gandellini , intagliò stimatissimi scudi per con-
clusioni, e statue eccellenti della Galleria Giu-
stiniani , siccome dalle Opere di Annibaie Ca-
racci } Guido Rmi , Tiziano, Albano , Pelino del
Vaga ec. Pare che si proponesse d’imitare C. Bloe-
maert, e che vi sia felicemente riescito . Trovasi
fra gP Intagliatori della seguente opera che ripor-
terò qui in nota (17), e nella Galleria Giustinia-
sti di quelli che Pasne ha inciso in grande dai Quadri,
che vedonsi al Palazzo reale in Parigi , e combinano esat-
tamente con quegli descritti dai Sigg. Uber , e Rost ( Ma-
ritici école de France Tom. 2- fol. 199. ) nel Catalogo di
Pesne , e che io mi trovo nella suddetta mia Raccolta.
I surriferiti Scrittori all’Articolo ( Jean Duguet Ecole
Jtalienne Tom. 4. fol. 25.) scrivono , che questo incisore
fece Sept Sacremens , d’apres le tableaux , che le Pous -
sin avoit peintes a Rome pour le Commendeur del Poz •
%o , et qui sont differens de ceux du Palais Royal ec.
il che avea anche scritto al medesimo Articolo Mr. Ba-
san. Son dunque di due sorte i Sacramenti del Poussin.*
altri dipinti pe ’1 Palazzo del Re, e sono quegli incisi
da Benedetto Audran avec privìl. du Roy : altri quegli
che questo bravo Pittore dipinse pe ’l Cavaliere del Pozzo ,
e questi sono stati intagliati da L. Ghantillon . Erra perciò
il Gandellini attribuendo q lesti a Benedetto Audran .
( 17) Le Cabinet des beaux-Avts , ou Recueil des plus
belle s Estampcs , gravées d'après les tableaux originaux ,
s36 N o t i z ih
niani , per la quale incise alquanti pezzi y men-
tre trattenevasi in Roma (18). Da principio mar-
cava le sue Stampe con un G. o col suo intiero
nome Charles ; ma in seguito ^ poiché il suo fra-
o ù les beaux-Arts sont representés avec de ces mémes
tableaux , par Mr. Berault , de V Ac adémie des Sciences .
Paris chez G. Edelinck 1690., petit hi fot. en larveur.
Questo Volume , scrive i’Heinecke ( idéegénér . fot. 74.),
fa vedere i quadri dipinti nella soffitta del Gabinetto di
un Particolare a Parigi. Ma la casa, ove era questo Ga-
binetto, non esiste più. 11 Libro fu dedicato al Cancellie-
re Boucherat da Perault , che vi fece insieme la spiega-
zione, come il titolo addita. E’ ornato di una vignetta,
di due lettere figurate, e di un rosone, incisa da Chau -
veau dai disegni di C. le V>run . Il frontespizio rappresen-
ta la veduta di questo Gabinetto . Le altre stampe , nel
numero di 12., sono state incise da L. Chatillon , Joan
B apt. Corneille , Stefano Baudet , Giovanni Bonnart il
giovane , P. le Pautre , Gerardo Edelinck. , benedetto
Audran , L. Dossin Simoneau l’anziano, L. Simoneau il
giovane , e Giovanni Manette , dai Signori De la Fosse ,
G. B. Corneille , Hovasse , Alessandro , Ant. Coypel , .Carlo
Audran Frinquec , Michele Corneille , e Giovanni Jouvenet .
.(18) La Galleria Giustiniana del Marchese Vincenzo
Giustiniani. Tomi 1. e 11. in due volumi.
„ Comincia quest’opera coll’Arme della Casa Giustinia-
ni, e ’1 Ritratto del Marchese Vincenzo. Racchiude dipoi
nel primo Tomo cento cinquanta Stampe di Statue , e nel
sfecondo cinque Ritratti , cinquantaquattro Rami , su dei
quali si trovano cento e sette Busti , ottantadue pezzi di
Bassi rilievi, quattordici pezzi di Architettura, e Giardi-
ni, un vaso antico, e finalmente una Carta Geografica
dei Possessi, che questa nobilissima Casa possedeva.
,, lf Marchese fece il pensiero di fare incidere tutte
queste Stampe, ed impegnarvi alla direzione Sandrart.
Egli v’impiegò i giovani Artisti, che furono allora in Ro-
ma per perfezionarsi nell’ intaglio , cioè.* Teodoro Ma-
than‘, Melali, Pietro de Balliu , Q. de Persyn, Anna Ma -
degl’ Intagliatosi . 237
tello Claudio pubblicò alcuni pezzi marcati coi la
stessa lettera , Carlo si servì della lettera K. o del
nome Karle . Morì in Patria nel 1674. Vedi Ma-
nuel (école frane,)
Ritratti .
I. Enrico di Borbone accompagnato da quattro virtù
K. Audran se. ovale infoi.
II. Andrea Laurent, Medico d’Enrico IV. ovale in 8.
III. Pietro Legier, ovale con ornamenti piccolo in fol.
IV. Soggetto allegorico con due ritratti , di Nicolai di
Neufville , Marchese di Villeroy, e di Carlo di Neufville.
Vi si vede un genio che sta dipingendo un altro ritratto,
c si legge sulla tavolozza.* unus ex duobus : in basso;
C. Audran fecit.
Varj Soggetti da diversi Maestri .
I. Il Titolo per la Galleria delle Donne forti , rappresen-
tante Anna d’Austria Regina di Francia, con altri dician-
nove rami per lo stesso libro , con una donna forte in
ciascun foglio, ed un soggetto della vita in lontananza , da
Pietro di Cortona , in fol.
Questo pezzo ed alcuni altri sono’ nominati
nel Gandellini .
II. L’Annunziazione , coll’iscrizione: Spiritus Sanctus
superveniet ec. pezzo intagliato dal quadro di Lodovico
Caracci nella Cattedrale di Bologna , in una lastra , falsa-
mente attribuita ad Annibaie , infoi.
E' anche nel Basan.
ria Vojani, Cornelio Bloemaert , Michele Natalis, Già*
vanni Comin, CARLO Audran, Valeria/10 Regnart, c
Francesco Vreuter.
„ Furono disegnatori Giovacchino Sandrart, G. Thy-
sidius Guidi, Giovan Battista Ruggeri di Bologna , Judo-
co de Pope, il Cav. Lanfranco, C. Filippo Spinnich di
Bruxelles, Francesco Perrier, Francesco Bonainico, o
Andrea Potestà .
Essendo poi , senza dubbio, dopo qualche tempo ritro-
vati questi rami, ne fu dato al pubblico quaìch’ esem-
plare di una nuova edizione .
238 Notizie
HI. Il Battesimo di nostro Signore, pieeoi pezzo in ova-
le, da Annibaie Caiacci , senza il nome degli artisti.
IV. S. Francesco di Paola , da M elidi , con marca ; Car-
10 Audran se. in fol.
V. Lapidazione di S. Stefano, dal Palma il piovine,
p. infoi.
VI. La Concezione della Beatissima Vergine , coll iscrizio-
ne: Amat hanc Sapienti a matrem : da Ciac. Stella , in fol.
VII. La Natività di Nostro Signore-* vi si vede ii Re
David che scrive in una tavoletta; dallo stesso, in fol.
Vili. S. Caterina innanzi la S. Famiglia, accompagnata
da molti angeli, dallo stesso, in foi, in tr. BEL PEZZO.
IX. La Sacra Famiglia . La Vergine sedente in un pae-
saggio prende un pomo che le vien presentato dal piccolo
S. Giovanni , mentre S. Caterina genuflessa vuol prendere
11 piccolo Gesù; sul fondo del paesaggio pastori e bestia-
me; dal Tiziano , in fol. Bel pezzo.
X. La Vergine , che porta il bambino Gesù e calpesta il
Serpente, da Giov. Lodovico Valesio , con marca K. A.F,
infoi. (19).
(1 9) Molte sono le ragioni che hanno gli Artisti per di-
pingere la Vergine, che conculca il Serpente; poiché ol-
tre essere stata Maria quella che tolse la maledizione di
Èva, vincendo con somma gloria il Serpente, che tenta-
to avea la nostra prima Madre, fu anche fulminato da Dio
con la terribil minaccia , che la Donna avrebbe conculca-
to un tempo col suo piede la velenosa sua testa . Quindi
nel Concilio Calcedonense , in cui congregati trovavansi
seicento trenta Vescovi , fu ordinato contarsi quest’elogio
dalla Chiesa universale .• Gaude Maria Virgo , cunctas hae -
reses sola interemisti in universo mundo . Per quanto sap-
piasi , dopo questo Concilio tenuto nel Secolo V. si fece da
Pulcronio Vescovo Verdunense discepolo di S. Lupo edi-
licare una Chiesa in memoria di Maria Santissima , nella
quale vi appose la di Lei Immagine, col Serpente sotto i
suoi piedi ( Riccardo da Wassebourch Lib . 2- ant. belgi)
E questa credesi fosse la prima Pittura , in cui si rappre-
sentasse così la Vergine. 11 Serpente viene effigiato nero,
deforme, come principe dolio tenebre c padre dell’errore.
dfgl* Intagli atori . 2^9
XI. Soggetto di Tesi, rappresentante la Religione come,
la vera Scienza , coll’ iscrizione . Non judicamus nos scire
alujuid ec. da CL Vignon , in fol. in tr.
Xli. S. Francesco in estasi innanzi il Santissimo Sacra-
mentOyCon l’iscrizione, Tergeminus in terris vincis ec .
da S. Vouet , infoi, in tr.
XIII. Frontespizio pel libro.* Joannis Francisci Nicero •
nis Parisini Ord. M in. Thaumaturgus .Vi si vede un ge-
nio coi ritratto del Cardinal Mazarini; dallo stesso, infoi.
XIV. L’ Assunzione della Vergine, con queste parole.-
Reginae triumphanti ; dal Domenichino , in ovale infoi.
Trovasi anche questa nel Basan 9 non spe-
cificando egli di più. che llànnunziazione , e la pre-
sente , mettendo in gran parte il restante in globo .
AUDRAN (Gherardo), disegnatore, intagliato-
re a punta e a bolino , nacque in Lione il i64o*,
morì in Parigi il 1703. Dopo avere studiato sot-
to Claudio suo padre , andò a Roma a perfezio-
narsi nel disegno e nelP intaglio ; e vi si trattenne
per due anni , occupandosi del continuo in disegna-
re le opere dei gran Maestri, che colà fiorirono per
rendersi celebre nell’arte ch’egli avea abbrac-
ciata . Ritornato quindi in Parigi y Carlo le Brun ,
conoscendo il suo merito , lo scelse per incidere *
le Battaglie di Alessandro, ch’egli avea dipinte,
e che rendono immortali egualmente il Pittore,
e l’Intagliatore. Intento sempre le Brun a pro-
movere i vantaggi del suo Incisore , ed a volere
che fossero riconosciuti i di lui veri talenti ^
lo raccomandò efficacemente al Re ed al Mi-
nistro Colbert; dai quali tutti mezzi possiamo
dire , che derivasse quella quantità di belle Stam-
pe che riscuotono sempre l’universale ammira-
zione . Ma siccome egli forma una delle epoche
più luminose della Incisione, che ne suoi avan-
zamenti tre ne conosce, la prima cioè in Marcan-
s4o Notizie
tonio Raimondi ; la seconda in lui , e la terza in
Edelinck, cosi ha sempre riportato i più sinceri,
ed onorevolissimi clogj . Proseguendo dunque a
trattar del medesimo, ne riunirò alcuni , che spe-
ro, se non giungeranno nuovi ai principiante Ama-
tore , non potranno almeno dispiacergli . Il suo
elogio maggiore lo abbiamo da le Bmn , il quale
disse che V intagliatore aveva abbellito il pittore.
Aveva egli un gusto eccellente di disegno, e sic-
come intagliava da quadri grandi, e le sue figu-
re per conseguenza erano d’una proporzione mol-
to inferiore a quella degli originali, accadeva
spesso che le sue Stampe erano disegnate meglio
dei quadri .
Ecco anche un passo di Watelet , che torna
qui in acconcio „ Se il solo merito di Gherardo,
dic’egli, consistesse nel perfetto gusto di disegno,
le sue Stampe sarebbero pure ricercate a ragio-
ne : ma egli dipingeva colla punta e col bulino ,
e questi due istrumenti maneggiati da lui pren-
devano la facilità del pennello grosso . Di più sa-
peva dare acconciamente a tutti gli oggetti il ca-
rattere, che lor conveniva. In alcuni gruppi di
cavalli delle battaglie di Alessandro si vede il
bulino il più vigoroso , in altre parti , non si co-
nosce che acqua forte pittoresca . Tagli piani ser-
vono a rendere le pianure lontane : i punti di
diverse forme esprimono le tinte delle diverse
sorti di carnagione. Se un intendente d’intaglio
si pone ad osservare i quadri che Audran aveva
sotto gli occhj, crederà che si debbano intaglia-
re in una maniera affatto diversa ; torni a riguar-
dare la Stampa , conoscerà che non si poteva in-
tagliar meglio > e che le opere d’Audran hanno
begl’ Intagliatori . azj,i
Ain vezzo ed un cenilo , ciie mancherebbe negl’in-
tagli dei medesimi pezzi eseguiti da altra mano ;
poiché erano ispirati a lui da un sentimento pro-
fondo della sua arte, e dflla pittura.
Mr. Basan seppe a maraviglia rilevare il
suo merito, e sì nella prima, die nell’altra edi-
zione potè ripetere: Lungi da credere che una
servile disposizione di taglj , e una proprietà af-
fettata fossero essenziali ai generi dell' Istoria ;
questo eccellente Artista fece valere le sue ope-
re per un mescuglio di tratti incrociati , e libe~
ri, e di punti messi senz’ordine , sempre però
con un gusto inimitabile y lasciando alla poste -
rità degli esemplari ammirabili dei veri caratte-
ri , con i quali le gran composizioni debbono es-
ser trattate dagl' Incisori . Queste Stampe , che
quantunque non offrano del piacevole y e leccato
agli occhi degl1 ignoranti , faranno sempre l’am-
mirazione dei veri conoscitori ? e delle persone
di buon gusto .
Un critico il più delle volte oltre il dover
severo potè rimaner convinto delle doti di questo
Artista ed estatico ammiratore della maniera del
suo intaglio, scrivere. „ Eccellente gusto di dise-
v gno fino a migliorar gli originali, e frattanto
imitarli fedelmente . Se una figura nell’ erigi-
w naie è dieci volte maggiore di quello che ha
■ da essere nella stampa , e se un membro di
5, questa figura è troppo esagerato nell' origina-
w le, per renderlo elegante nella stampa, Liso-
^ gna rientrare il contorno parte della gros-
h sezza, e questa correzione diviene irnper-
• ~ ioo
Tom . V* 16
*4* Notizie
cettibile, e più impercettibile ancora , se è
5, Cosi im incisore abile nel disegno può corre;:-
,, gene il pittore senza offenderlo ; al contrario
,, P ignorante di disegno può guastare, senza cbe
9y il M destrosi accorga come sia stato contraffut-
y> to, e copiato con fedeltà. AlP intelligenza del
99 disegno Audran unì il maneggio della punta
7) e del bulino: con questi strumenti egli dipin-
, se i suoi rami . Belle serie di tagli corti in
„ una negligenza apparente , lavori grezzi all’ac-
99 quaforte pura e a bulino puro J punti all'az-
5, zardo fanno la magia delle sue stampe. Egli
9t non può avere imitatore ; per incider come
„ lui, bisognerebbe esser lui stesso. L'Enea, e
„ la S. Agnese del Domenichino* la Donna adul-
„ tera, il Tempo, e il Pirro del Pussino ; le Bat-
,y taglie di le Brun eo. sono capi d’opera d'in«
y, cisione . Ora gli amatori amano il leccato.
„ Oiide se Audran rinascesse, avrebbe da di-
„ strugger la sua arte, per trarne le sua sussi-
T, stanza. „ ( Vedi Milizia Tom. 2. fol. a 5. )
Un Opera , che ha per titolo : Les Pro -
portions dii Corps hwnains sur les plus b^lles
Statues de Lanbiquité , à Paris chez Audran
graveur du flol > in fol. x68a., ci dà anch’ella a
conoscere, che egli aveva meditato profondamen-
te su le regole della sua arte . Florent le Compte
gli atcìibuisce anche dell altre opere , come De le
Corn,’CfuiS et leurs profìls ornés par Mr. Char-
mentori ; e soggiunge, che si vendevano presso
di lui molte altre Stampe di altri Incisori, fra
le quali ssi , Battaglie incise dal suo Nipote, o
da Mr. le Glerc una ser:e considerabile in pic^
dfgl’ Intagliatori . a43
«olo libro in 12. chiamato Invoccition et Vinti»
tation des saints , pour tous les jours de l’année ,
ce qui contient un extrait de leurs vies ove le
figure a taglio dolce sono di le Glerc .
Ecco i principali pezzi dell’opere di Gerardo,
che e pel pregio, e pel numero sono della mag-
giore estimazione .
1 Ritratti e pezzi di sua composizione .
I. Il Papa Clemente IV. della famiglia Rospigliosi.
II. Andreas Argolus, S, Marci Eques , in 4.
III. Samuele de Sorbiere, letterato, intagliato in Roma
il 1667.
IV. Enrico Arnaud , Vescovo d’Aner.
V. 11 P. Benedetto Langeois, Cappuccino.
VI. Francesco du Quesnoy , Scultore , comunemente
detto Francesco Fiammingo .
VII. S. Paolo che predica in Atene , vignetta coll’iscri-
zione .* Non enim sumùs adulter antes &c.
Vili. Minerva e l’Abbondanza, due ligure in piedi, e
in alto due genj che tengono una banderola , con queste
parole .* Louis le Grand . Frontespizio piccolo , in Jol. 1680.
Varj soggetti da Maestri Italiani ^
I. Enea che salva suo padre Anchise dall’ incendio di
Troja, dal Domenichino , dal Gabinetto del Re, pezzo
gr- in fol, tutto intagliato a bulino in una maniera un
poco dura .
Seconda Stampa nel Catalogo di Mr. Basan,
che dice m. p. in alto,
II. 1 Misterj del Rosario, dal quadro del Domenichino
esistente a S. Giovanni del Monte a Bologna, gr- infoi.
III. Martirio di S. Agnese , dal quadro del Domani; bi-
no esistente in Bologna nella Chiesa di questa Santa,
gr. in fol.
Terzo pezzo nel suddetto Catalogo di Basan,
phe dice g. p. in alt. e concentrato .
a44 Notizia
IV. Tentazione di S. Girolamo , dallo stess» , pez zo
inarcato chez Auclran , gr. iti fol. in tr.
V. 1 quattro Angoli della Chiesa di S. Carlo ai Cate-
nari , rappresentanti la Giustizia , la Temperanza , la Pru-
denza , e la Fortezza; dallo stesso, quattro gran pezzi
intagliati in Roma il 1 6^5.
VI. lì dono delle lingue , e S. Paolo che predica in
Atene, da Pietro di Cortona , due fregj in una stessa
pianta .
VII. Galleria dipinta a Roma al palazzo Panfili, dallo
stesso, rappresentante la storia d’Enea , in XVI. pezzi.
Vili. Galleria dipinta dallo stesso al palazzo del Mar-
chese Sacchetti , ed intagliata in Roma il i663. in Ul.
lastre grandi, rappresentante David, che trionfa di Go-
lia , e de’ Filistei .
IX. La morte di S. Francesco, da Annibale Caracci,
gr. in fol.
È' questa la prima Stampa nel Catalogo del
Basan .
X. La morte di S. Sebastiano, da un quadro del Re
di Francia , dal Caracci , gr. in fol.
XI. S. Antonio Abate tentato nel deserto, studio fatto
da Annibaie pel quadro della Galleria Borghesi , e inta-
gliato da Gherardo , gr. in fol.
XII. Ulisse che scopre Achille travestito da fanciulla ,
dallo stesso, gr. in ol.
XIII. S. Giacinto, dal Guerrino, pezzo intagliato ad
acqua forte , pie. in fol.
XIV. S. Maddalena, in mezza figura, da Guido , gr.
in fol.
XV. Li Barca di S. Pietro, ossia S. Pietro che cani»
mina sulle acque, da Lanfranco , gr. in fol.
XVI. La Natività del Saldatore , piccol pezzo intaglia-
to da, un disegno del Palma il giovine , senza il nome
dell' intagliatore .
XVII. Figure geroglifiche, dipinte da Raffaello in una
sala del Vaticano, intagliate in Xlll. pezzi.
X '/111. Gli emblemi, dipinti dallo stesso nella loggia
del Ciigi al giardino Farnese, per servir d’ornamento
alla Favoli di Psiche, intagliati in XV. pezzi , in^.inti\
con una dedica a C. Le Bruii .
DFGL* Intagliatori . s>45
XIX. Dio, che paria a Mosè nel roveto ardente, da
Raffaello , gr. in fol in tr.
XX. S. Paolo, e S. Barnaba a Listri , dallo stesso, gr*
in fol. in ti .
XXI. S. Paolo battuto dai demonj , piccolo pezzo co-
nosciuto sotto questo titolo ; ma rappresenta in fatti S. Igna-
zio maltrattato dai demonj mentre dorme; ed è inta-
gliato da un disegno di Rubens, e falsamente attribuito
in questa stampa a Raffaello .
XXII. Gesù Cristo, che nel congedarci da’ suoi Apostoli
adunati , dà le chiavi a S. Pietro , R. V. inv . G. Au. se.
pezzo in 4. in tr. RARISSIMO , intagliato ad acqua for-
te con punta delicata ed ingegnosa .
XXlll. La morte d’Anania , dagli arazzi del Papa al Va-
ticano , di Raffaello , gr. in fol. in tr.
XXIV. La scesa dei Saracini al porto d’ Ostia , da un
disegno di Raffaello, pezzo intagliato ' ad acqua forte,
da Gerardo , senza il suo nome , gr. in fol. in tr.
XXV. Sileno coricato, che fa versare il vino dalla sua
otre; pezzo intagliato ad acqua forte dal disegno di Giu-
lio Romano , in fol. in tr .
XXVI. Dejanira rapita dal Centauro Nesso: dal mede-
simo , in 4-
XXVil. Scipione, che usa clemenza verso gli Schiavi
condotti alla sua presenza, intagliato ad acqua forte da
un disegno di Rafaello , senza il nome dell'intagliato*
re che c Gerardo , in fol. in tr.
XXVill. Ganimede rapito dall’ aquila di Giove, dalla,
pittura del Tiziano nella volta dei Salone di Venezia , in
cui sono disposte le statue antiche: pezzo in ottangolo ,
intagliato ad acquafòrte , e terminato a bulino da Ge-
7 ardo , in fol.
Varj soggetti da Maestri Francesi .
I. Mosè estratto dall’acque del Nilo , dal Poussin , pez-
jto intagliato da Benedetto e Giovanni Audran , e ritoc-
cato da Gherardo , gr. in fol. in tr.
II. S. Giovanni , che battezza i Farisei sulla riva del
Giordano , dal Poussin , pazzo grandissimo di due lastre ,
di BELLA ESECUZIONE.
Lo nomina il Basan , ed il Gandellipi ne dà
contezza intorno al Quadro,
s4 6 Notizie
III. La Donna adultera, dallo stesso: Les Scrihes et les
Pharisiens amenérent a Jesus tuie / emme ec. , grandissi-
mo pezzo in tr. BELL’INTAGLIO a bulino.
Anche questa è nel Basan , ma non descritta.
IV. S. Francesca Romana genuflessa innanzi la Vergi-
ne che tiene in mano delle freccie , dal Poussin > e Ghe-
rardo copiò questa stampa da quella di P. del Pò , infoi.
V. li giovine Pirro sottratto alle ricerche dei Molossi ,
che aveano ucciso suo padre Eacide ( soggiunge Basan )
c salvato a Megara , dallo stesso , grandissimo pezzo di
due lastre in tr . BELLO.
VI. Coriolano vicino a vendicarsi dei Romani , che
V aveano esiliato , si lascia placare dalle lagrime della
sua moglie , e della sua madre (Basan), dallo stesso,
Pezzo simile al precedente.
VII. Cammillo che da in balia ai suoi scolari il Mae-
stro de’ Falisci , pezzo grande , intagliato dallo stes-
so , in tr.
Vili. Armida anziosa di vendicarsi di Rinaldo, dallo
stesso , pezzo grande in tr. intagliato da Gherardo ,
coll’ajuto di Benedetto e Giovanni .
IX. Dafne cangiata in alloro , dallo stesso ygr. in foi, in tr.
X. Narcisso trasformato in fiore , dallo stesso , gr. in
fol. in tr.
XI. Impero di Flora , ossia le metamorfosi degli Eroi
in fiori, dallo stesso, gr. in fol. in tr.
M. Basan lo avea detto mez. pez. in tr.
XII. La Peste in Roma , da un gran quadro del Pous-
sin , l’architettura del quale è di le Maire , pezzo inta-
gliato insieme con Baronius (o Baronia ), gr. in fol .
in tr.
Xlii. La Verità svelata dal tem'po , da una volta del
Poussin , del Palazzo Richelieu. Pezzo grande infoi.
L'épreuve rare, (dice Basan; di questa Stam-
pa est avant la Dr aperie . Vedi il Gand'dlini .
XIV. La Peste d’Egina, in cui si vede Giunone in
aria: nelle seconde prove è stato sostituito a Giunone
un Angelo sterminatore, da P. Mignard , gr. pez. in tr~
È’ presso Basan egualmente descritto.
TÌFGT.* ÙNTAGLI A TOBI. 2^7
XV. li portar delia Croce , da un quadro del Re di
trancia, dello stesso, gr. pezzo in tv
Trovasi nella medesima Raccolta di cui par-
leremo nella seguente Stampa al numero 5.
XVI. I,a volta della piccola Galleria di Versailles, cioè
Apollo che distribuisce ricompense alle Muse: la Previ-
denza e il Segreto coi loro simboli.* la Vigilanza con
Mercurio, dallo stesso, intagliato in 111. pezzi.
Ai titolo poi del medesimo Gabinetto , De-
scription generai de P Hotel des Invali de s , éta-
bli par Louis le Grand dans le piaine de Grem
nelle prbz de Paris , avec les plans , profils et eie -
p ations de ses faces , coupes , apartemens , vuès et
allèes , Paris. Imprimerle Royale MDCLXXXI1I.
in fol., trovasi un volume aggiunto in fine di più
altre Stampe del Gabinetto del Re, fra le quali
al nuin a. La Volta della Galleria del piccolo
appartamento del Re , al presente diruta, che con-
siste in tre pezzi incisi da Audran dal P. Mi -
gnard . Vedi Heinecke ( loco cit. fol. ao,
XVII. La volta di Val de Grace, rappresentante la fe-
licità dei Beati disposti in gruppi ; le figure sono più di
dugento . Grandissimo pezzo in VI. grandi lastre.
Qualche volta questa Stampa si riunisce
alPenùnciata edizione dei Quadri del He di Fran-
cia, quantunque non appartenga nulla al Re.
Heinecke (loc. cit . fol. ai.).
XV111. Il Martìrio di S. Lorenzo , da ìe Sueur , gran»
dissimo in fol • in alto.
XIX. 11 Martirio de’ Santi Gervasio, e Protasio , dal
quadro di Gervasio, dàllo stesso, grandissimo in fol.,
intagliato in Tesi .
XX. L’ Aurora che conduce i due cavalli del Sole ,
dallo stesso , pezzo in 4. con f iscrizione Lucerna. pe+
dibus .
Notizie
XXI. Il Tempo ajutato dall’amore della Verità scioglie
le nuvole dell’Ignoranza, da L. Testolina pezzo in ovai *
to in fol,
XXil. L’annata di Faraone sommersa nel mar rosso 9
da Fr. Verdier , grandiss . in fol. in tr.
XXIU. La Fuga in Egitto, dallo stesso , gr. in fol.
XXIV. Battaglia contro i Saracini , da le Bourguignon ,
gr. in fol.
XXV. Presa della Città di Damiuta in Egitto , gr. in fol •
XXVI. 11 Giudizio di Salomone, da Ant. Coypol , gran -
dissinzo in fol. in tr.
XXVil. 11 Diluvio, da la Page, gr. in fol. in tr.
XX Vili. Passaggio del Mar rosso, dallo stesso , pezzo
simile .
XXIX. Rapimento di Proserpina, dal gruppo del giar-
dino di Versailles, di Girardon , gr. in fol.
XXX. Iddio che parla a Mosè nel rovero ardente, da
le Brun , in fol.
XXXI. 11 Dono delle Lingue , dal quadro del Seminari®
di S. Sulpizio in Parigi , in cui fra le ligure vi si vede
il ritratto di le Brun , grandissimo in fol.
XXX11. Il Martirio di S. Stefano, dal quadro di le Brun
della Chiesa di Notre Dame , pezzo gr. infoi., marcato:
presso Audran.
XXX1U. Il trionfale ingresso di Costantino il Grande
in Roma, dallo stesso, in IP. gran fogli.
XXXIV. La volta della Cappella di Saulx , che rappre-
senta l’antica Legge compita dalla nuova; intagliata d,a
le Brun , in VI. gran piante da collegarsi insieme .
II Barone de Heinecke (loco cit . fol. 2,0.)
scrive muri. 3. Le Dome de la Chapel/e de Saul»
d’apres le Brun en 5. pièces par G. Audran .
XXXV. La volta del Padiglione che è nell’ orto di
Saulx, detto il Padiglione dell'Aurora ; in cui fu rap-
presentato da le Brun il Levar del Sole, e le quattro Sta-
gioni; intagliata in IV. piante grandi , dedicata a Lui-
gi XIV.
XXXVI. Le Battaglie d’Alessandro il Grande , quattro
pezzi grandissimi in XIII. piante da unirsi insieme ,
intagliate da Gherardo Audran dai quadri di Carlo le
Bruny e sono; Z. Alessandro che passa il uranico , e met-
dfgi/ Intagliatori :
te in fuga i Persiani ; 2. Alessandro che vince Dario nel-
la battaglia d’Arbeiia ; 3- Alessandro che dopo aver vinto
e preso Poro , lo riceve nel nu nero de’ suoi amici ; 4. Ales-
sandro che fa il suo trionfale ingresso in Babilonia.
Il quinto pezzo di questa SUPERBA SE-
RIE Ja Tenda di Dario si trova specificato all’ ar-
ticolo G. Edelinck. Le PROVE PIU’ RICER-
CATE sono quelle col nome dello Stampatore
Goyton .
Con perdono dei prelodati Sigg. Scrittori del
Manuel , sembrami che ben rifletta il Baroni
cP Heinecke , che questa caratteristica da essi po-
sta assolutamente sia molto equivoca , dovendosi
badare piuttosto che sieno nette , e facciano bel-
la vista (ac) .
(20) Trovansi queste nella seconda Parte du Cabinet
da Rei de France pubblicato per ordine di Luigi XIV.
che nell’edizione del 167?. conteneva soltanto 22. stam-
pe con la descrizione di ciascheduna , dirette da Filibien .
Nel 1679. il medesimo Autore vi aggiunse ancora due
stampe con la loro descrizione dandogli un ordine di-
verso dal primo. Finalmente il volume fu portato a 38.
stampe senza continuatisi le descrizioni. La prima edi-
zione dee essere sempre stimata superiormente all altra
per le prove di queste stampe che formano la seconda
Parte , cioè Tableaux du Roi , rapresentants cinq sujets
de Vhistoire <F Alexandre le Grand , sur quinze pian -
ches , qui etant asnemblees- Formant cinq pièces tres
grandes , gravées d'apres Charles le Brun , par G. Au~
d 1 'an , et G. Edelinck.
Dopo di ciò acquistò il Re un altra stampa, la quale
è Poro , che combatte sopra un Elefante in tre lastre
incise da Bernardo Picart della medesima grandezza, che
quelle di Audran già indicate.
Altre stampe di G. Audran debbonsi aggiungere,
che trovansi nella terza Parte del precitato Gabinett©
a5o Notizie
Quando Florent le Comte ( Cabinet de sin -
golnritez ec. Tom. 3. fol. 429.) lia scritto che
le Battaglie y e il Trionfo di Costantino son com-
poste di sette fogli, andò certamente errato.
AUDRAN (Germano) , Disegnatore ed Inta-
gliatore a punta e a bulino, nato in Lione il i63i.f
e mortovi il 1710. Dopo avere egli appreso in
patria gli elementi dell’arte da Claudio suo pa-
dre, si portò in Parigi, ove operò sotto la dire-
zione di suo zio Karle, di cui testé abbiamo fat-
to menzione. Ritornato in Lione > pubblicò un
gran numero di stampe consistenti per la maggior
parte in ornamenti di diverse specie, ed in alcuni
ritratti. Germano non si rammenta né dal Gan-
dellini , né dal Basan né si hanno di lui altre
notizie, che quelle che ci somministrano i Signori
del Re sotto il titolo: Les VuSs , -plana , coupcs et eleva -
tions du chateau de Versailles , avec les statucs-y ter -
mes y et vases qui décorent les jardins co nposent un.
Recueil de LXXVill. pièees formée par 82. planches , in
cui al numero 4. trovansi le statue in numero di XXlll.
pezzi incisi da G. Audran , da Gerard Edelinck , da
Francesco Cliauveau , e da Giovanni le Pautre negli
anni 1672. 1674. 1675. 1679. 1681. e 1682. ( Heinccke
idée général. fol. l5. )
Nella settima Parte di questa Raccolta Statues du
Poi , antiques et moderne s , gr. in fol. , se ne trovano
incise tre da G. Audran ( Heinecke loco cit. fol. 22. ) .
E nella Description de VEglise Royale des ìtivalides 9
avec toutes ses architectures , ornemens , bas reliefs ,
peintures et tableaux par Mr. Filibien des Avaux. Pa-
ris 1706. in fol. Gerardo intagliò con Tardieu , le Pau~
tre. et B. Picart dai quadri, bassi rilievi ed altri orna-
menti della predetta Chiesa, le vignette , culi di lampade,
lettere figurate ed altri dorami pe ’l medesima libro.
degl’Intagliatori. 2S1
Scrittori del Manuel , dai quali è stato tolto il
presente articolo .
]. 1 ritratti di Carlo Emmanuele 11. e di Francesca d’ Or-
leans sua sposa, in. uno stesso ovato, da Caravaglia .
II. 11 ritratto del Cardinal di Richelieu, in un ovato
d* alloro per Tesi .
III. li ritratto di Tcofilo Reynaud , Ger. Audran se. IÓ63.
in fol .
IV. Libro di sei fogli di volte , da Giorgio Charmeton ,
V. Un Libro di sei vasi d’ornamenti, da N. Robert.
Vi. Un Libro di fregj , da la Fage .
Vii. Un gran Libro di vedute d’Italia, da Fancus .
Vili. Un Libro di sei paesi, da le Gaspre.
IX. Raccolta di diversi disegni di fontane e fregj ina-
ffittimi XXXI. pezzo, da le Brun , presso Audran.
AUDRAN (Giovanni), fratello di Benedetto,
Disegnatore ed Intagliatore a bulino, nato in Lio-
ne il 1667. j e morto in Parigi nel 1756. Dopo
aver ricevuto le prime istruzioni nella casa pa-
terna , seguì suo fratello a Parigi , ove godè
anch/esso delle lezioni di suo zio Gherardo. In
età di venti anni cominciò a distinguersi fra gli
artisti del suo tempo; ed ebbe in ricompensa il
titolo di pensionano ed intagliatore del Re, es-
sendo ammesso nelP Accademia Reale di Pittura
pe 7 Ritratto ch’egli intagliò dello Scultore de
Coiseaox , ed ebbe un quartiere ai Gobelini .
Fra le sue numerose produzioni si dà la prefe-
renza al suo ratto delle Sabine , perchè rende
perfettamente il carattere del Poussin presso il
quale è fatto . Visse quest’artista in una vec-
chiezza rispettabile fino ai novant’anni^ e lasciò
tre fi;jli , fra i quali il solo .Benedetto il giovine
si è oceuoato de IP intaglio , ma con talenti infe-
riori a quelli di suo padre e de’ suoi zìi. Con
buona grazia degli eruditissimi Scrittori del Ma-
a5a Notizie
miei, donde prende maio queste notizie, ci sem-
brerebbe più accurata l’epoca della morte che
assegna il Gandellini, che la loro. Da essi di-
cesi nato, come vedemmo, nel 1667., e morto
nel 1750., che porta anni 89., e sono gli anni
che stabilisce il nostro Gandellini, e non i 90.
Mr. Basan però, sebbene nel 1756. lo ponga mor-
to, senza assegnare l’anno, iri cui nacque, dice
che morì àgé le près de 80. ans. Saremmo più
contenti, se gli uni, e gli altri ci portassero dei
documenti su queste epoche, che per lo più sono
intrigatissime . Ecco il dettaglio delle stampe più
ragguardevoli di Giovanni .
DO
Ritratti .
I. Luigi XV. figura in piedi, Gobert pinx . , Audrati
Se. , gr. in fot
II. Ritratto anonimo d’ un Principe, accompagnato da
un paggio, figura intiera, da Vivien . Pezzo istoriato»
gr. in fol.
III. Ritratto di Clemente Augusto Principe di Baviera ,
dallo stesso , gr. in fol.
IV. Gio. Battista Colbert, Marchese di Torcy , senza
il suo nome, da Largilliere , ovale in fol.
V. Il Duca d’Antin, in busto, ed in ovale , in fol.
VI. L’Abate Vittore Maria d’fitrées, da Largilliere f
ovale in fol.
VII. 11 Cardinal Pietro Ottoboni, dal Trevisano , gr. in fol .
VII). De la Motte Fenelon , Arcivescovo di Cambray,
da Vivien , in fol.
IX. Pietro Gillet, da G. Tortebat , in fol.
X. Francesco Roberto Secousse, Dottor della Sorbona,
in sedia a braccioli, da Rigami, gr. in fol.
XI- Pietro Paolo Rubens, daVan-Dyck, ritratto post®
alla testa della Raccolta di Luxemburgo, gr. in fol.
XII. Natale Coypcl , pittore ordinario del Re , intaglia*»
to da se stesso. Giovanni Audran pel suo ricevimento
all’Accademia il 1*708. , gr- in fol
XIII. Antonio Coyzevox , Scultore ordinario del Re, da.
Rigaud - Pezzo eguale 170S. , gr. infoi.
DFni/ INTAGLIATORI. a53
Varj soggetti da diversi Maestri .
I. Gesù Cristo, che predica dalla barca, da Raffaello
gr. in foL in trav.
II. Il' Bambino Gesù coricato in un paesaggio, osserva
la Croce che gli vien portata da tre Angeli nelle nuvo-
le , àzìY Albano, in fot.
Se questa è una bella, e poetica, e graziosa
idea del Pittore , vi corrisponde anche l’ incisione
di questo spiritoso Artista: Ili potuti s sima idea,
dice PAb. Lanzi (Star. Piti or. Tom. i. fol. 101.),
discorrendo dell’Albano^ è quella di rappresen-
tare Gesù fanciullo con guardo levato in alto a
mirare gli Angioli aventi in mano chi spine , chi
flagello y chi Croce , chi altro sìmbolo della fu-
tura sua passione. Ve ne è un quadro in Fi-
renze?, che io riferii nella descrizione di quella
11. Galleria , e si riscontra alquanto variato in
due belle tavole V una ai domenicani di Forlì,
t V altra ai Filippini in Bologna .
III. L’Adorazione de’ Pastori , ossia la Natività, da P. di
Cortona , ovale in tr.
IV. La Samaritana, da Annibale Caracci , in fol.
V. S. Giovanni , che amministra la S. Eucaristia alla
Vergine, da Luigi Caracci , in fol.
VI. 11 Salvatore sul monte degli Olivi, dal Domeni*
chino , gr. in fol.
VII. S. Aiidrea condotto al martirio adora la Croce , in
cui dee essere appeso, da Guido , sopra un disegno di
Gherardo Audran , gr. in fol .
Vili. Martirio di S. Pietro, da Guido ; pezzo marcato
falsamente col nome del Domenichino , gr. in fol.
IX. S. Paolo , che predica in Atene, da Ciro Ferri, pio
col pezzo in forma di fregio.
X. Galatea sull' acque, da C. Maratta , del Gabinetto
del Duca d’Orleans, Raccolta di Crozat , gr. infoi in tr»
d’ un bellissimo bulino.
Vedasi ciò che notammo a Niccolò Artnessin
intorno la raccolta di Crozat. La Stasala è cita-
ta anche dal Gandeliini .
254 Notizie
XI. Il Miracolo de’ cinque pani , da Claudio Audrari
zio di Giovanni , gr. in fol. in tr.
XII Battaglia d’Alessandro, da le Èrmi, copiata dalla
gran battaglia di Gherardo, 6. pezzi infoi, in tr.
Si rammentano da Basan .
XIII. S. Agostino sedente, con un cuore in mano, da
F. de Campagne , gr. in fol.
XIV. Il Bambino Gesù fra le braccia di Simeone, dal
disegno di G. M ariette , fatto sul quadro di M. Cor -
neille , gr. in fol . in tr.
XV. Mosè bambino salvato dalle acque del Nilo , e pre-
sentato da sua Madre alla Figlia di Faraone, da Ant.
Coypel , gr. in fol. in tr.
Non fa la madre di Mosè , che lo presentò
alla figlia di Faraone, ma una delle sue serve >
con le quali andava a bagnarsi ; poiché la madre
fu chiamata di poi per allattarla.
XVI. Giacobbe, che si lamenta conLabano, dallo stes-
so. Pezzo simile.
XVII. Atalia sorpresa da terrore alla vista di Gioas sul
trono , dallo stesso . Pezzo simile .
XV11I. Ester alla presenza d’ Assuero, da un quadro
che è a Luxemburgo , dallo stesso . Pezzo simile .
XIX. La Resurrezione del Salvatore, pezzo grande ed
uno de’ più distinti di Coypel.
XX Cupido, che viene in soccorso di Psiche, dallo
Stesso, gr. in fol. in tr.
XXI. I Malati, che si presentano al Salvatore, d’Ant.
Viau , gr. in fol. in tr.
XXII. li portar della Croce , dallo stesso . Pezzo simile.
XX111. L’inalzar della Croce, da Van-Dyck , infoi.
XXIV. Gesù Cristo in Croce , dallo stesso . Pezzo simile .
XXV. Il Parnaso francese, Titon du Tillet , da Gar*
nier . L’originale, eseguito in bronzo, si vede alla Bi-
blioteca del Re. Pezzo grandissimo.
XXVI. La Pesca miracolosa, dal quadro di Jouvenct
della Chiesa di S. Martino de’ Campi. Grandissimo pez-
zo in tr.
XXVll. La Resurrezione di Lazzaro ; dallo stesso ? del-
la stessa Chiesa. Pezzo simile.
DEGL* fNTAGLIATOKf • 255
Questi due pezzi vengono uniti insieme dal
Basan , il quale aggiunge : Les pendans de ces
denx esterni pes , sont le repas , chez le Phciri-
sieri y et les vendeurs chassés da tempie , gravés
par G. Duchange.
XXV111. La Regina Bianca penetrata dallo spirito di
Dio, dallo stesso, or. iu fot.
XXIX. Aci e Galatea, con Polifemo sul suo scoglio,
da F. Marot , gr. in fot .
XXX. Venere irritata contro Psiche le impone delle
dure leggi , da G. M. Nastier , gr. in fol.
XXXI. Psiche consolata da Amore,* dallo stesso, gr.
in fol- Riscontro •
XXXìl. Corpo di Gesù Cristo con S. Giovanni e due
Sante Donne , che piangono, e con Nicodemo e due An-
geli, in un fondo un paesaggio, dal Poussin , G. Audran
exc. , gr. in fol. in tr.
XXXlil. Il Ratto delle Sabine, dal quadro del Poussin
esistente in Luxemburg, gr. in fol . in tr. Questa è una
STAMPA CAPITALE di G. Audran .
XXXIV. S. Scolastica in agonia , da G. Restout , gr.
infoi.
XXXV. Andromaca, che tenta di salvare il proprio
figlio, da L. Silvestre, gr. infoi, in tr.
XXXVI. Enrico IV. che delibera sul futuro suo ma-
trimonio .
XXXVll. Il Re Enrico IV. che s’accinge alla guerra
di Germania.
E* nel Gandellini.
XXXVll). L’ Inco ronazione della Regina , tre pezzi
della Raccolta dei quadri della galleria di Luxeinburg,
da Rubens. L’ultimo pezzo è uno dei migliori della rac-
colta e dell’ intaglio.
Vedansi gli articoli degli Audran nel Tomo
primo del Dizionario degli Artisti di Heinecke.
AUDRAN (Luigi), ultimo figlio di Germa-
no buon Intagliatore , ma non celebre al pari
degli artisti di questo nome ^ di sopra lodati > ha
a 56 Notizie
copiato bene molto grandi stampe fatte dai dise-
gni di Bourdon ^ le Brun, e Poussin, riducendole
in una proporzione più piccola .
A VELINE ( Antonio) , Disegnatore , e Intagliato-
li a punta ed a bulino, nacque in Parigi il 1662., e
vi morì il 17 in. Quest’Artista ci ha dato una quan-
tità prodigiosa di Paesaggi disegnati dalla natu-
ra, e di vedute di Castelli, Palazzi e Ville 3 tanto
di Francia che di paesi stranieri ; essendo il
tutto in stile facile e gradevole. Parla forse di
lui Mr. Basan ( sec, ediz. ) , allorché dopo Parti-
celo di F. A. Aveline soggiunge, ch’egli ebbe un
fratello clPegualmente ha inciso a Parigi beaux-
coup de pièces dans le commun dont Vheureux
Vieillard , d’aprés 1 Ville le fils. Il Barone de Hei-
necke, ( alla pag. 27. Idèe génér . ) il rammen-
ta come uno di coloro , che incisero le stampe
dalPiPi^toire de V Hotel Poyal des Invalides , oh
Pori verre les sécours , que nos Pois ont procurés
Hans tous les tems aux Officiers et Soldats hors
d’état de servir. Par Toan Joseph Granata Avo~
cat ait Parlement ; enrichie dfestampes réprésen -
tant les plans , coupes et élèvations gcometrales
de ce grand edifice , avec les excellentes peintu -
res et sculptures de Véglise , desinées et gravées
avec tous les soins et Vexactitude possìble , par
le tir. Cochin graveur du Poi et de V Acad ernie
Poyale de Peìnture et Sculpture. Parigi presso
Guiglielmo Desprez 1786. gr. infoi., e ristam-
pata poi presso il medesimo sulPistesso sesto da
Mr. VAbbé PcrCtu Licentié en Theologie de la,
Maison et Société de Sorbonne. Oltre Mr. Cochin
di cui parlasi nel titolo , vi sono degli altri Iuta-?
giratori fra i quali V Aveline .
degl’ Intagliatori . 257
* I. Serie di sei Paesi numerati, pezzi con marca. Ave -
line inv et fec. in 4. in tr.
II. Altra Serie di dodici Paesi, non numerati, e mar-
cati egualmente .
III. Altra Serie di sedici vedute di Versailles, pezzi
in fol. in tr.
IV. SSrie di dodici vedute di Castelli e di Palazzi rea-
li, come Trianon , la Menagerie, due vedute di Clugny ,
di Marly , di S. Germain en Laye , di Vincennes, di
St. Cloud , di Meudon , di Rambouillet, di Chensilli ,
de Chambor , in fol. in tr.
V. Serie di dodici vedute di Parigi , e di molti edi-
fizj di quella città, cioè.* la città di Parigi in generale,
gl’invalidi, due vedute delle Thuilleries, del Palazzo
Reale, del Luxembourg , del Ponte nuovo, della Piazza
delle Vittorie, del Palazzo della Città, di Notre-Dame,
dell’Osservatorio, della Salpétrière .
VI. Serie di venti vedute di Città , tanto di paesi fran-
cesi , quanto esteri , cioè .* Lione , Marsilia , Havre de Gra-
ce , Ruen , Burdeau , Brest, Strasburgo, Baie, Londra,
Amsterdam, Roma, la Chiesa di S. Pietro, Venezia, la
Piazza di S. Marco, Torino, Lisbona, Costantinopoli,
Gerusalem , Tripoli, Tanger.
Vedasi P articolo d’Antonio Aveline nel Di-
zionario degli Artisti di Heinecke .
AVELINE (Francesco Antonio) „ Intagliatore
a bulino, nato in Parigi il 1718. ^ e morto in
Londra verso il 1762., cugino di Pietro e suo al-
lievo . Non ha acquistato molto credito , per non
aver fatto alcun pezzo importante. In Parigi ope-
rò pei Librai e per i Mercanti di stampe; nè si
distinse maggiormente in Londra , ove , secondo
Basan , morì nell* indigenza „ . Poiché gli Scrittori
del Manuel aveano voluto usare dell’autorità di
Mr* Basan per assicurarci che morì povero , po-
tevano anche soggiungere , con la scorta del me-
desimo Scrittore, ch'egli incise diverse Vignette
per i viaggi deli’Abate Prévòt , come il ridetto
Tom . V. 1 7
5sS8 Notizie
Basai avverte. Ecco i pezzi conosciuti sotto il
Suo noine.
I. Le quattro Stagioni, da P. Aveline , 4. pezzi pic-
coli in ol. in tr.
II. Serie di sei pezzi di figure Cinesi , da Boucher ,
cioè; L L’Uccello della buona fortuna; 2. 11 Paglietto
incomodo; 3. 11 concerto Cinese; 4 11 merito d’ ogni
Paese; 5. La Pensosa; 6. Le delizie dell’Infanzia. ((Que-
sto ultimo pezzo è stato intagliato da Balechou) .
IH. La Barca Cinese , da B oucher , in oh
IV. Il Musico Spagnuolo , da Evelsen pittore Ingle*
se , in fol.
IV. 11 Musico Fiammingo, da Teniers. A. Aveline
sculp. , in fol.
VI. Vedùca d’una parte del Porto d* Echelle a Levan-
te, da Vernet , gr. in fol. in tr. PEZZO MIGLIORE
& Ant< Aveline .
VII. Serie di ligure e di soggetti Cinesi , da G. Pille •
ment London published I ify. Fr. A. Aveline sculp. 6. gr*
pezzi in fol. in tr •
A VELINE (Pietro), Disegnatore, ed Intani iato re
a punta e a bulino, nato in Parigi il 1710. e mor-
tovi membro dell* Accademia di Pittura il 1760.
epoca la quale esattamente combina con Mr. Ba-
san (sec. ediz.), era, per quanto credasi, della
Stessa famiglia d’Antonio, e frequentò la .Scuola di
Giu: Bat isia di Poiily , di cui ha seguito il gusto
nell’ intaglio . Merita egli d’ esser annoverato fra
i buoni intagliatori Francesi; e prenderebbe mag-
gior credito , se non avesse passato una gran par-
te della sua vita nell’ intagliare solamente schiz-
zi, e se fosse stato più avveduto nella scelta dei
suoi soggetti. E’ considerabile il numero de* pezzi
ch’egli ha intagliati tanto da suoi disegni , che
da altri maestri . Fu impiegato nell’ incidere la
Galleria di Versailles , come dicemmo alP arti-
colo Aubert Michele ; neiPopera di Moriicart (Ve*
degl' Intagliatori .
di Antonio Sebastiano ) , nella Galleria di Dresda
( Vedi Aubert Michele ) , nel Gabinetto di Crozat
(Vedi Armessin y Niccolò Arméssin il figlio).
Di suo Disegno .
I. Le quattro Stagioni , rappresentate con figure fan-
ciullesche , 4* pezzi in 4.
II. 1 cinque Sentimenti del corpo, soggetti galanti ,
5. pezzi in 4.
HI. Venere alla toelette, in foi.
IV. Bacco , ed Arianna , in fol.
Da diversi Maestri .
I. Il Cardinal Fleury in piedi accompagnato dalle Vi r*
tù e da Diogene , da G. Chevalier , in fol.
Cioè Diogene che cercando di un Uomo con
la lanterna , lo trova nel Cardinal Fleury .
II. Lo sdegno di Nettunno contro I venti lasciati irt
libertà da Eolo a distruzione della flotta d’ Enea , ossia
il quos ego , d all’ Albano , gr. in fol . in tr.
III. Diana, e Atteone , da le JBassan ,. in fol. in tr.
della Raccolta di Crozat.
IV. Mosè bambino, presentato alla figlia di Faraone,
quadro di Giorgione , della galleria dell’Arcivescovo di
Milano, gr • in fol. in tr * della Raccolta di Crozat.
Questi è uno dei due bellissimi Quadri, chs
sieno ih Milano del Giorgione , e tiensi pe ’Z mi-
gliore Giorgione che sia al mondo ; pochi colori ,
ma ben disposti e bene accordati , e ben rotti
con gli scuri fanno alV occhio un armonia au-
stera, dirò così , simile ad una musica , che con
poche note y ma temperate maestrevolmente y vi
diletta sopra ogni concerto piu fragoroso (Lanzi
Stor. Pitfc. Part. a. Tom, 1. fol. 61.)
V. Giove ed Io, dal quadro dello Schiavone , dal gabi-
netto di Crozat , bel paese , gr. in fol. in tr. ibid.
VI, Partenza del Patriarca Giacobbe , dai Castiglione ,
gr. infoi, in tr. delia galleria di Dresda.
q6o Notizie
11 suddetto Pittore lia ripetuto più volte i
quadri della S. Genesi , la creazione degli Ani-
mali , il loro ingresso nell’Arca , ed il ritorno di
Giacobbe con grande stuolo di servi e di bestia-
mi . 11 quadro, che vien qui riferito spettante
alla Galleria di Dresda , trovasi anche eseguito
nel Palazzo Brignole Sale .
VII. Noè, che sta per entrate nell'Arca, dallo stesso *
ibid.
E* una bella Stampa, e vi ha ritrattato ve-
ramente il genio del Pittore, il di cui nome gli
verme in Europa dai suoi Quadri di stanza , ove
mirabilmente dipinse animali soli , o in soggetti
di Storia. In questo genere di pittura , soggiun-
ge egli, dopo il Bassano è in Italia il Principe*
(Vedi Lanzi Par. a. Tom. a fol. 5a8.)
Vili. La Morte di Seneca, da L. Giordano , gr. in foli
in tr. ibid.
Trovasi, dice Mr. Basan (sec. ediz.) , nel pri-
mo Volume della Galleria di Dresda, ed è gran
pezzo in tr.
IX. Gesù Cristo, che risana i malati, da Jouvenet ,
gr. in fol . in tr.
X. Bel Paese , da Nic. Bei'ghem , gr. in fol. in tr.
Ornato, scrive il suddetto Basan , di figure ^
ed animali .
XI. L'utile Accidente, de van Falens , gr. in fol. in tr.
Xli, La Follia, da un disegno di Corn. Vischer , in
fol. in tr.
Xill. La Nascita di Bacco, Fr. Boucher , gr. in fol. in tr*
XIV. Il Ratto d'Europa, dallo stesso. Pezzo eguale.
E' citato da Mr. Basan unitamente alla na-
scita di Bacco .
XV. Tre bei pezzi, dallo stesso, e sono.* I. Amore
che nuotai 2. Amori in festa i 3. Gli Amori scherze-
voli, infoi.
dfgl’ Intagliato^?. 261
XVI. La bella Cuciniera, dallo sresso , gr. in fol.
XVII. Accordo di Venere e d’Amore dallo stesso,
gr . in fol .
XVUi. La Pastorella, dallo stesso*, gr. iti fol.
XIX. Il Rapimento d’Elena, da Deshayes , in fol.
XX. Enea soccorso da Apollo, dallo stesso, in , ol.
XXI. La Piazza Maubert , da Stef Jeaurat , gr- in
fol. in tr •
XXII. L’Anello d’Hans Carvel , da G. L. le Lorrain ,
in fol. in tr.
XXlll II Trio Fiammingo, in mezza figura; da Osta -
de , in fol.
XXIV. Il Can bassotto, con Cacciagione, da Oudry ,
in fol.
XXV. Due pezzi, da Carlo Parrocel , I. un Giovine
che tiene un topo in una gabbia, 2. una Giovane che
ha un gatto fra le braccia , in 4.
XXVI. Diana nel bagno, da iVatteau , in fol. in tr.
XXV11. 11 Rapimento d’Europa, dailo stesso, gr. in
fol. in tr.
XX Vili. Gli allettamenti della vita, dallo stesso, gr.
in fol. in tr.
XXIX. Ricreazione Italiana, dallo stesso, gr. in fol.
AVIBUS ( Cesare DE). Cosi trovasi scritto
nella seconda edizione di Mr. Basan , sebbene
il Garidelliui scriva non Cesare, ma Gaspero.
I/istesso Basan lo appella anche Cesar Patavinus,
e non pone il suo articolo distesamente sotto
Avibus De, ma ben tosto alla parola Cesar; il
che farebbe credere doversi piuttosto chiamar Ce-
sare, che Gaspero, se nell’opera che qui appresso
riporterò, egli stesso non si scrivesse Gaspero ab
Avibus. Quanto questi due Scrittori son distanti
fra loro nell’ assegnarne il nome, tanto d ] fieri*
scono ancora in dichiararne Pepoca della sua vi-
ta. Il nostro Gandellini dice , che fiorita nel ÌÌS77.,
cd il Basan , che nacque nel 161 5.. ma lo Scrit-
tore Francese anche qui s’ inganna fortemente j
aóa Notizie
poiché potrebbe diesi più tosto che assaissimo
vecchio morisse in quell'anno ; essendo morto cir-
ca il 1600. Francesco Terzi , come scrive il Fassi,
riportato dal Ch. Ab. Lanzi ( Stor. Pit. P. 2,.
Tom. a fol. 507.) che viveva quando fu incisa
la di lui opera . Ed è senza dubbio prova in-
vittissima , che Caspero De Avibus non venisse
alla luce il 16 1 5. ^ la predetta opera dei Sovra-
ni, e Principi della Gasa d’Austria, che lu in-
cisa senza dubbio ne] 1569.; onde assai bene avea
scritto il nostro Gandellini , che fioriva nel 1577.
Ella ha per titolo: Francisci Terzii Bergomatis ,
Serenissimi F erdinamdì Archiducis Austriae , Da*
cis , Burgundiae , Comitis Tirolis ec. Pictoris
Aulici Ad invictissimum Caesarem Maximilia-
num II. Romanomm Imperatorem semper Augu -
stum Austriaccte Gentis Imaginum Pnrtes quia -
que . Venetiis i5ó9- in fol. Ginquantasette fogli
reali comprendono tutta quest’opera, ove si ve-
dono XLV. ritratti dei Personaggi Austriaci in
piedi, e XXVII. eroine di quell’ Augusta Prosa-
pia. Vi si vedono abiti ricchissimi, sontuose ar-
mature ed uno sfoggio particolare di architettu-
ra. Ben è vero, che non sono tutti invenzione
del Terzi > ma vi si vedono alcuni di altri eccel-
lenti Pittori di quel tempo. L’intaglio però è
tutto di Gaspero De Avibus , senza che ve se ne
scorgano delPistesso Terzi, come alcuni ha cre-
duto , avendolo letto in una lettera scritta da lui
al Gav. Niccolò Gaddi datata di Roma 7. Apri-
le 1589.^ e diretta a Firenze, in cui chiamasi
Pittore , ed Intagliatore. Vedi Vita de' Pitto*
ri, Scultori , e Architetti Bergomaschi Tom, I,
pag. 17^..-
D^GL’IlsrTAGLTATORr ;
Han dileguato ogni dubbio i dotti Scrittori
del Manuel y presso dei quali trovasi anche la ci-
fra di questo Artista. Da quanto di loro riferirò
potrà ogni Amatore pienamente conoscere quan-
to siasi allontanato dal vero Mr. Basan , e quanto
male siasi chiamato dal medesimo Cesar de A vibus .
Avibus ( Gaspero ab) , detto ancora Gaspar
Patavinus, e Gaspero Padovano, scrivono i pre-
lodati Scrittori, Intagliatore a punta ed a buli-
no, nato a Padova verso il i53o. Le circostanze
della sua vita ci. sono ignote; solo saremmo in-
dotti a congetturare dall' esecuzione delle sue
stampe, che avesse studiato P intaglio sotto Gior-
gio Ghisi , detto il Mantovano , al quale non è
inferiore nel maneggio del suo arnese . Le sue
stampe sono in data dal i56o. fino al i58o.,, e
sono contrassegnate in varie maniere , come si ve-
drà qui appresso „
1. Lo Sposalizio della Vergine Maria, senza il nome
del pittore, che è Paolo Veronese. Gaspar ab Avibus ,
Citadelensìs fec. in fol.
11. La Donna adultera , con marca
M.V.I.
Gasparo Osello Padovano fec. , in tr.
III. La Flagellazione, coll’iscrizione.* Et fui flagella*
tus &c Gaspar ab Avibus Cìtadelensis fecit . Lucae
Bertelli formi s . Gran pezzo, infoi.
IV. Gesù Cristo colle mani legate c colla Corona di
spine, figura sedente in mezzo della stampa, coi sog-
getti della passione all’ intorno Gaspar Patavinus fec.
Nicol. Nelli exc* l566. , gr. in fol.
V. La Santa Cena , da Lamb. Lombardo , stampa co-
piata da quella del Mantovano , con inarca Gaspar
P. F. 1664. , gr. infoi, in tr.
VI. Apollo seduto sul monte Parnaso presso il Pegaso,
che suona il violino, in basso le Muse, verso la sini-
264 Notizie
Stra Omero e Virgilio, da L. Pernii. Gaspar F. , gr. in
foi. in tr.
VII. Un gran volume in foh diviso in cinque parti,
che contiene i ritratti degl’ Imperatori , Arciduchi, Prin-
cipi della Gasa d’Austria. Ciascun ritratto, in piedi, è
ornato d’un contorno analogo. In questi egli ha muta*
to maniera, ed ha intagliato le figure nello stile degli
Sadeler .
Alcuni citano un Cesare ab Av'ìbus ; ma si
crede che non sia mai esistito un intagliatore di
tal nome .
A VIGE ( ) Vedi il Gandellini . Dubiterei
che fosse questi quel Cavaliere Avice , che per
ordine di S. M. Luigi XIV. disegnò la Consagra-
zione del medesimo Monarca eseguita in Reims
il dì 7. di Giugno i654, incisa poi da Giovanni
lePautre, con la descrizione , e spiegazione delle
Stampe che la rappL -sentano , nella Stamperia
Reale presso Edme Martin 16 55. Vedasi Heine-
cke ( idée generai fol . 4 o . )
AVRIL ( Giovan-Giacomo ) . Ecco uno degl* In-
tagliatori Francesi, e dei più recenti, che meri-
ti esser conosciuto pe M suo vero merito , che sem-
pre mai potrà certamente distinguerlo . Nacque a
Parigi nel 1756. Gio: Giacomo Wille gp insegnò
a tratteggiare al bulino con tanta intelligenza,
che anche i professori di quest'arte glie ne deb-
bono avere buon grado . Mr. Basan ( seconda edi-
zione ) concorda nell'epoca della sua nascita , e
soggiunge che ha inciso molti Porti di Mare ,
che forse saran confusi con le Bagnanti ^ e le
pesche che si citeranno qui appresso. Seppe Avrii
scerre i soggetti più capaci per. la incisione, e
gli condusse poi con taParte, che sembra nulla
mancar gli possa } onde piacciano > ed istruisca*
degl’ Intagliatori * 26 5
no. Per (pianto siasi a mia notizia, egli ancor vi-
ve y e lascia il desiderio di vedere altre sue ope-
re , oltre le qui descritte .
I. Marte che va alia guerra, da Rubens , gr. infoi, in tr.
II. Martedì ritorno dalla guerra , dai medesimo simile.
Ili. U11 Pastore, che tiene fra le sue braccia una Pa-
storella , ossia il gambetto , dal medesimo , gr. in foh in tr .
IV. Apollo che fa ballare le Staiùoni , dal Poussin 9
gr . in fol. in tr.
V. Diana che cangia Ateone in Cervo, dàlV Albano
incisa nel 1780., gr. in fol. quasi quadro .
VI. Le Bagnatrici sorprese , dai medesimo incisa
nel 1781. simile.
VII. Venere, che si vendica di Psiche, da Troy , gr.
in fol . in tr.
Vili. Pigmalione , e Galatea, da Marillier , gr.in fol.
IX. S. Genevieve Patrona di Parigi , da Carlo Vanloo 9
gr. in fol.
X. Il Ritorno dalla pesca , e ’i tramontar del Sole, da
Ver net , gr. in fol. in tr.
XI. I Viaggiatori atterriti dal fracasso di un tuono,
dal medesimo, or. infoi, in tr.
XII. Il Naufragio, dipinto da Vernet nel 1758., ed in-
ciso per Avril nel 177S. , grandissimo in fol. in tr.
Xlli. La doppia ricompensa del merito, da F. A. Wil -
le, incisa per Avril nel 1784., gr\ in fol.
XIV. Il Patriottismo francese, dal medesimo, inciso
da Avril 1^88. simile al pezzo antecedente.
XV. La presa de Courtray , nel Luglio 1667., da Van*
der Maulen , incisa da Avril 1782., in fol
XVJ. li passaggio del Reno , da Berghem , gr. in fol. intr.
XVU. Caterina 11. che viaggia per i suoi Stati nel 1787.
Gran composizione , daj./ Avril 1790., grandis.pez. in tr.
XV111. Penelope, e Ulisse, o il Pudore, da le Bar -
bìer , grandissimo pezzo in tr.
X13£. Combattimento degli Orazj e Curiazj, ovvero
il Sacrihzio di se stesso per la Patria, dipinto dal Bar -
bies nel 1786. inciso da Avril nel 1787.
Queste due Stampe sonò le principali, e for-
mano l’epoca dell’arte ripristinata in Francia.
[Vedi Marnasi école de F rance fol.
5,66 Notizie
AVONDT (Pietro VANDENT) ovvero Van
Avont, Pittore ed Intagliatore ad acqua forte,
nato in Anversa verso il 1619. ove si stabilì fa-
cendovi commercio di Stampe. Conviene in que-
sta medesima epoca anche Mr. Basan, e confessa
di aver veduto di suo diversi soggetti delia Vergi-
ne, e dei Baccanali di Fanciulli. I suoi quadri,
eseguiti su fondi di paesaggi ed ornati di hello
figure, sono molto stimati. Van- Avont ornava al-
tresì di figure i paesi di David Vinckenbooms .
Fra le altre lastre possedeva ancora quelle che
W. Hollar aveva intagliate da Giacomo Artois.
Ha inciso egli stesso con acutezza e grazia
molti soggetti di sua composizione . Vien ram-
mentato come Pittore, ed Intagliatore dal Baro-
ne di Heinecke anche nell’altra sua opera ( Idée
generai ec. fol. 1 8 1 ) alla IV. classe , che con-
tiene la Scuola Fiamminga, ed Olandese .
I. Una Vergine seduta in campagna col pargoletto
Gesù, che prende la piccola Croce di S. Giovanni, in
ginocchio innanzi a S. Anna, senza il nome dell’Arti-
sta , pez. in fol. in tr-
II. Una Vergine sedente sotto un melo, dando il latte
al Bambino Gesù. Accanto a lei vi è S. Giovanni con la
sua Croce ed il suo Agnello, accompagnato da un An-
gelo, che gli mostra un fanciullo che ha in mano un po-
mo , pez. in fol . in tr-
III. La Vergine in aria col Bambino Gesù , con uno
scettro ed una corona , e l’ iscrizione .* Regina coeli • Sen-
za il nome dell’ artista , pez. in fol-
IV. La Maddalena che poggia al Cielo , con marcac
Pet. van Avont inv. et exc. cum privil- , pez. in fol.
V. XXIX. Serie di Fanciulli in 24. piante in 12., con
un fanciullo o un Angelo in ciascuna Queste ligure so-
no state impiegate in seguito nella Raccolta pubblicata
con titolo: Paedopegnion , da IV- Hollar.
XXX, XXXI V. 1 quattro Elementi , sotto .figura di Fan»
ciulli, quattro fogli in 8.
degl* Intagliatori : 367
XXXV. Due Baccanali di Fanciulli : in uno si vede il
giovine Bacco condotto in trionfo in un carro tirato da
«apre: nell altro il giovine Bacco, portato da quattro
fanciulli, tiene in mano un bicchiere. Pet. van Avont
inv. fec. et exc. , gr . in 4. in tr.
Molti hanno intagliato da questo Maestro,
specialmente Hollar: il pezzo rappresentante la
Maddalena nei deserto fa onore al pittore egual-
mente ed all* intagliatore .
AUVRAi ( Pietro- Lorenzo) nacque a Parigi
nel 1786. Ricevè i principi dell’Arte dell’inta-
glio da Lorenzo Cars suo consanguineo , famoso in-
cisore , lodato si per la correzione del disegno ,
che per la bella e piacevole sua maniera d* in-
cidere. Quantunque Auvrai non arrivasse a que-
sta perfeziorft , pure non è nel numero degl’in-
fimi Incisori, essendosi in alcune Stampe porta-
to assai bene . Lavorò molto tempo nella Sviz-
zera , ed ivi fece quel Filosofo , che si rade i suoi
peli_, da Juncker Pittore Tedesco dipinto. In-
tagliò anche i ritratti di Prèville , e de la Ruette
Commedianti, figure in piedi, ed in piccole for-
me dai disegni di Monnet nel 1775. Vedi Mr.
Basan ( seconda edizione) .
AUSTIN (Paolo), nato a Londra nel 1741.'
ha inciso molti Paesaggi da Vanderneer ed altri
Vedi Basan ( seconda edizione) .
AUROUX (Niccolo) , nato a Pont-Saint- Esprit
nel 1660., lavorò molto a Turino, e a Lion ,
ove incise
I. Ritratto del P. Soinola Gesuita.
li. Ritratto di Vincenzo Voiture.
Ili. Una Santissima Vergine col Bambino Gesù , e S. Gio*
van Battista ec, (Vedi Basan se v. ediz. )
Notizie
AGOSTINO VENEZIANO della Famigliai
Masys o de Musis , come trovasi nel M i nuel (ccole
Italienne Tom . 3. fol. 84.) Cosi anche lo chia-
ma PHeinecke ( Idée génér. ec. fol, i53.), sog-
giungendo che si possono riunire a lui Lorenzo,
e Giulio de Musis, dei quali frattanto egli non
conosceva che due Stampe sole.
La testimonianza di questo Scrittore tanto
intendente , e tanto benemerito delle Belle-Arti
potrebbe far dubitare a qualcuno, che avessero er-
rato il Gandeilini, ed altri con lui, che lo appel-
larono Agostino de Masys ; ma avendo poi ietto
nella Stampa degli Scheletri , che Agostino incise
da Baccio Bandinelli scritto di proprio pugno : An-
gus tinns Uenetus de Muùs faciebat , vien dimo-
strato perentoriamente Terrore, in cu* sono caduti
tutti quelli, che T han detto de Masys. Ben7 è
vero, che tanto gli uni, che Talr.ro hanno scritto
male tal casato coli* y . Venne alla luce Agostino
nel j4qo.» e mosso dalla fama di Marcantonio Rai-
mondi si portò a Roma per viepiù perfezionarsi nel
disegno, e nell’intaglio sotto la direzione di quel
valente Professore . Ne Ma edizione delle Vite
del Vasari fatta in Bologna in tre Tomi in quar-
to presso gli Eredi di Evangelista Dozza i663.
P. 3. voi. 2. nella Tavola delta cose più notabi-
li ec. fol. 2. trovo , che Agostino mandò un Ri-
tratto di sua mano in dono a Raffael d9 Urbino .
E siccome dai Signori Scrittori del Manuel si di-
ce, che la Stampa di S. Mi’ffherita posta nel Ca-
talogo delle cose sacre al mun. 23 fosse stata
intagliata da Agostino prima di frequentare la
jScuola di Marcantonio; pare che innanzi di an-
dare a Roma, non solo i princjpj dell’arte avesse
degl’ Intagliatori . 269
imparato, ma che già vi si fosse con qualche
successo anche inoltrato. Non sappiamo da chi
apprendesse in Patria i principi di quest’arte ; ma
Ben può dirsi , che in quella illustre Città vi
fossero eccellenti Intagliatori , poiché Marcantonio
istesso si partì da Bologna per andare pe ?l mon -
do, e vedere diverse cose , e ì modi di fare de »
gli altri Artefici, e con buona grazia del Fran-
cia se ne andò a Venezia (Vasari T. 7. fol. 187.)
Potrebbe congetturarsi che Agostino venisse a
Poma molto prima del i5ao. y anno in cui mori
Raffaello, stantechè leggiamo, che dopo la mor*
te di quelP immortale Genio della Pittura , Ma r-
co 9 e Agostino si divisero fra loro. Non è poi da
dissimulare una patente contradizione y in cui è
caduto il Vasari intorno quesPArtista y ed anche
su Andrea del Sarto , che per quanto sia a mia
notizia, non è stara rilevata finora. Nella Vita
di Marcantonio ed altri (Velari Tom. 7 . fol. i5i )
racconta , che Agostino Veneziano venne dopo le
cose dette a Fiorenza con animo di accostarsi
ad Andrea del Sarto , il quale , dopo Ra ffaello
era tenuto dei migliori dipintori d’Italia e così,
da costui persuaso Andrea a mettere in istam-
pa Vopere sue , disegnò un Cristo morto sostenu-
to da tre Angioli ec. Nella Vita poi di Andrea
del Sarto (Tom. 6. fol. i5i.) narra, che Gio-
vambattista Puccini Fiorentino diede a fare ad
Andrea un Quadro di un Cristo morto 3 e certi
Angeli attorno , che lo sostenevano, e con atti
mesti y e pietosi contemplavano il loro Fattore in
tanta miseria per gli peccati d^glì Uomini. Que-
sta opera finita che fu , piacque di maniera uni-
versalmente , che Andrea pregato da molti la fe~
sl^o Notizie
ce intagliare in Roma da Agostino Veneziano ;
Fin qui ognun vede, che non fu Agostino, corno
egli dice , che si proferì ad Andrea , ma fu que-
sti che spontaneamente ne diede commissione ad
Agostino. Di più non Agostino, secondo quello,
che qui scrive andò a Firenze , ma Andrea lo
fece incidere in Roma: cose tutte che aperta-
mente si contradicono . Nè si può dire che fos-
sero opere diverse, stantechè tanto nella Vita di
' Marcantonio ( loco cit. ) che ad Andrea non rie-
sci la cosa ( oioè l’ incisione ) così appunto secon
do la sua fantasia non volle mai piu mettere al-
cuna sua opera in istampa . Quanto eziandio nel-
la Vita di Andrea del Sarto ( loco cit. fol. i52. ,
dicesi : ma non gli essendo riescita molto bene
non volle mai più dare alcuna cosa alla Stampa *
Dopo tutto questo rilevasi anche un altro
abbaglio del medesimo Vasari , che stabilisce , che
dopo le cose dette , cioè dopo la morte di Raf-
faello seguita nell’ Aprile , dopo il sacco di Ro-
ma 1*520., e dopo essersi diviso da Marco Ra-
veggiano ( Vasari Tom. 7. fol. i5i.) intagliò la
detta Stampa: quando alla Vita di Andrea con-
fessa , che la commissione data ad Agostino fu al-
meno nel i5i5. o poco prima, allorché avendo
inteso il gradimento *del Re di Francia della sua
opera, avea determinato portarsi in Francia, ma
ne fu trattenuto dai Fiorentini per preparare le
feste a Leone X., che volea far grazia alla Pa-
tria di farsi in quella vedere : il che fu , come
egli dice, nel i5i5. (Vasari Vita di Andrea del
Sarto Tom. 6. fol 1 52. ) Ora trovandosi la Stam-
pa predetta di Agostino marcata nel i5i6., non
vi è luogo da dubitare dell’abbaglio del Vasari t
dfol* Intagli atòrt , 271
qui sopra indicato (Vasari loc. cit . fai.
Allora -> (Tostino fu trattenuto da Baccio Bandi -
nelii Scultore Fiorentino , c/*e gZz jfece intagliar
col suo disegno una notomia . che aveva fatta di
ignudi secchi , e di ossame' di morti , e appresso
una Cleopatra . c/ae ambedue furono tenute mol-
to buone cose. Perchè cresciutogli Panimo dise-
gnò Baccio , e /cce intagliare una carta grande
delle maggiori , c/ie ancora fossero state intaglia-
te infino allora piena di f emine vestite , e di nu-
di. che ammazzano per comandamento di Erode
i piccoli fanciulli innocenti . Pare che il Vasari
contradica non poco intorno a questa Stampa, e
che avendola qui fatta incidere ad Agostino sol*
tanto, nella Vita di Baccio Bandinelli (Tom. 3.
fol. 2 5 ) v» ponga per suo compagno in questa
incisione anche Marco da Ravenna, anzi da quel-
lo che racconta , il primo contemplato in detto
lavoro fu P istesso Marco . Eccone le precise p*a-
role ; Mentre che Baccio attendeva a queste co-
se , non mai abbandonando per suo uso il dise-
gnare , fece a Marco da Ravenna , e ad Agosti-
no Veneziano intagliatori di Stampe , intagliare
una Storia disegnata da Ziù in una carta gran-
dissima nella quale V uccisione dei fanciulli in-
nocenti ec. E credo bene che il principale Inta-
gliatore in questa Stampa fosse Marco, notando
Mr. Bottari in questo luogo, che 5> due Stampe
diverse di questa Strage, e che tengono della
maniera del Bandinello , sono nella raccolta Cor-
sini ; una non lia il nome dell’ inventore ; ma è
intagliata da Ciò. Battista de Cavalieri; Palerà
Ea Baccius invenit . Fiorentine , e sotto ha per
jnarca un S e un R intrecciate . Nella prima Erode
27* Notizie
è a sedere , nell'altra è in piedi Or le due indi-
cate lettere S ft , come ognun sa , essendo la cifra di
Marco da Ravenna
; ne vien Certamente
per conseguenza, che quando Baccio diede a fare
questa Stampa, Marco ed Agostino non si fossero
divisi fra loro, come nella vita di Marcantonio
narra il Vasari „
Accaduto intanto il sacco di Roma, che le
diedero gli Spagnuoli nel 1627., si dispersero in
gran parte gli Artisti che ritrovavansi in quella
capitale del Mondo , portandosi chi in una e chi
in un'altra Città a procurarsi il lavoro , e la sem-
premai sospirata tranquillità . Rimane ora incerto
a fronte di tutto questo, se Agostino dopo il sacco
di Roma venisse a Firenze, 0 rimanesse nella me-
desima Città, sapendosi solo che seguitò ad inta-
gliare , e condusse delle Stampe non solo dai dise-
gni degli altri , ma eziandio della propria sua in-
venzione , la serie delle quali tutte ci fa intendere
che le prime sue opere furono intorno al 1609., e
che continuano fino al i53ó , come nel Catalogo
qui sotto apposto vedremo . Leggesi nel precitato
Manuel, ch'egli cessò di vivere nel 1640., cioè
jiell’età sua di cinquantanni , e fa veramente me-
raviglia , che tanto in così poco tempo potesse
operare Agostino .
Ma non avendo nè di esso, nè delle sue
Stampe notizia alcuna più là del i536. potreb-
be piuttosto dirsi l’epoca della di lui morte igno-
ta ; molto più che nel detto Manuel non citasi
monumento alcuno che bastantemente la dimo-
stri. L* Abecedario Pittorico soltanto ci narra,
che fu scolare di Marcantonio Raimondi > che fu
degl’ Intagliatori . 273*
bravo intagliatore in rame ed in legno . Nel mio
sentimento viene anche il Gandellini . Queste suo
opere in legno non t.rovansi individuate e nel Ca-
talogo delPHeinecke Dictionnaire des Artistes , nè
tampoco fra quelle, che dal medesimo Dizionario
riportano ^li Scrittori del Manuel ec., nè presso
Pistesso Gandellini. Neppure di esse stampe in
legno ha parlato Mr. Basan nell’una e nell'altra
edizione , quantunque il dica nato nel 1499.; epo-
ca che non gli si può accordare , per la ragione ,
che nell 509.» si trovano le stampe di quest' Ar-
tista, le quali nella età di dieci anni non potea
certamente lavorare. Troviamo bensì proposte ai
Pittori le sue stampe in rame dopo quelle di
Marcantonio Raimondi suo Maestro . Non po-
tranno per altro lagnarsi ne anche i pigri , che
non possano avere, e studiare le opere di Raf-
faello j poiché quelli che non sanno pensare , e
che non hanno il comodo di vederle original-
mente , le troveranno nelle incisioni in rame di
Marcantonio , e di Agostino Veneziano ( Mengs
Tom. 1. fol. 65.)
Niuno certamente in questa maniera d’in-
cidere negherà un rango pittorico ad Agostino ,
che spesse volte ha potuto arrivare con la finez-
za del bulino il suo Maestro , sebbene inferio-
re a lui rimanga spesso nella correzione del
disegno .
Le opere di questo Maestro , dicono gli
eruditissimi Scrittori del Manuel loc. citat so-
no delle più difficili a trovarsi , trattandosi di buo-
ne prove per formarne una completa Collezione .
Le stampe di tali primi Intagliatori son cadute,
presso che tutte , nelle mani dei Pittori, e degli
Tom . V . 18
a?'4 Notizie
altri Artisti, atteso che il numero degli Ama-
tori è molto piu considerabile .
Ritratti .
I. Ritratto del Papa Paolo 111. in profilo , e in berret-
tino . Pezzo marcato ; Paulus III. Pori. Max . MDXXXIIIL
A. V. Afil-
li. Il medesimo ritratto col Triregno , e 1’ anno
MDXXXV1. , o-r. infoi.
III. Ritratto di Cario V., che tiene la spada da la man
dritta, presso Tiziano , e marcato A. V. con scdici
versi italiani , in fol.
Leggo dal Vasari (Tom. g. fol . a63.), che
segnasi l’epoca , in cui fece Tiziano questo ritrat-
to: Dicesi , scrive, che Vanno ifi3o. essendo Car-
lo V . Imperatore in Bologna, fu dal Cardinale
Ippolito de1 Medici Tiziano per mezzo di Pietro
Aretino chiamato là, dove fece un bellissimo, ri-
tratto di S, M. tutto armato ec.
IV. Altro ritratto di Carlo V., marcato A, V, con
1’ iscrizione .* Progenie divum Quintus sic &c. Aet .
suae XXVI. An. MDXXXV1., infoi
V. Ritratto di Ferdinando Re dei Romani , marcato
A . V con l’iscrizione: Proximus a summo Ferdinand
dus &c. Aet. suae XXXI III. An. MDXXXVI. , in 4.
VI. Ritratto dì Francesco 1. Re di Francia, marca-
to 1536. V. et Pranciscus Gallorum Rex Christia -
nissimus , gr . pez. in fol.
VII. Ritratto dell’Imperatore Solimano, veduto di pro-
filo, marcato 1 535. A. V* €t ^oliman Ottoman : Rex
Ture. X. , gr. in fot.
Vili* Ritratto di Barbarossa , col turbante , marcato 1 535-
A, V . Ariadenus Barbarussa Cirthae Sunet. XIX. Rex%
ac Quomanicae ù’c.y gr. infoi .
degl’ Intagliatori ; a 7 5
Fatti d ’ Istoria Sacra .
IX. La Creazione degli animali, da Raffaello, incisa
insieme con Marco da Ravenna , coll5 iscrizione ec- 2>ew5
enin\ omnia &c., infoi, in tr .
Cade in acconcio riportare in questo luogo
quanto Giorgio Vasari avea scritto nella Vita di
Marcantonio, ed altri {Tom. 7. fol. i4?*) • ^eg-
gonsi ancora , dice egli , alcune delle prime car-
te col segno M. R. , cioè Marco Ravignano , e
altre col segno A . V • > cioè Agostino Veneziano ,
essere state rint agliate sopra Le loro da altri >
come la creazione del Mondo , e quando Iddio
fa gli animali , il sacrifizio diCaino , e di Abel •
le y eia sua morte . Abraam , che sacrifica Isaac ,
TArca di Noè , e il Diluvio , e quando poi rie-
scono gli Animali , il passare del Mar rosso , la
tradizione della Legge dal Monte Sinai per Mor
se y la Manna , David , che ammazza Golia ,
già stato intagliato da Marcantonio , Salomone
che edifica il Tempio > il Giudizio delle Femmi-
ne del medesimo , la visita della Regina Saba I
e del Testamento nuovo > la Natività , la Resur-
rezione di Cristo, la Missione dello Spirito San-
to, e TUTTE QUESTE FURONO STAMPATE
VIVENTE RAFFAELLO.
Ma le divisate, come bene avverte Monsignor
Rottari , non sono tutte le opere di Raffaello nelle
Loggie del Vaticano, essendo state incise le al-
tre da diversi Intagliatori, ch'egli riporta alla Vi-
,ta di Raffaello {Tom. 5. fol. 295.)
X. Il Sacrifizio d’Isaac, ove l’Angelo rattiene il brac-
cio di Abramo, marcato \/ % infoi.
XI. La Benedizione d’Isaac, col nome di Raffaello , c
le lettere \J % e Tanno i522-ì in fol. in tr.
a^6 Notizie
XII. Il medesimo pezzo, con la differenza della data
del l524.
XIII. 11 Passaggio del Mar rosso, da Raffaello: inciso
e senza, e con le lettere fa9 \f 9
Si crede che Agostino abbia ritoccato , ov-
vero condotto a termine il rame di questa stam-
pa j che Marcantonio aveva incominciato .
XIV. Sansone legato dai Filistei in rotondo di 9. pol-
lici di diametro, marcato
AV
Credesi di sua invenzione.
XV. La Regina Saba, che si porta da Salomone, da
Raffaello senza nome, e senza marca, attribuita comu-
nemente a Marcantonio , ma ella è piuttosto o di Marco
da Ravenna , o di Agostino Veneziano , ed anche una
delle loro prime produzioni , in fol. in tr.
XVI. I quattro Evangelisti, su le nuvole. Quattro pez-
zi incisi d’ appresso Giulio Romano , e marcati fa y.
I5l8- in 4
Finora un solo di questi quattro Evangeli-
sti , che è una freschissima prova , trovasi nella
mia piccola Raccolta, ed è S Luca.
XVII. L’Annunziazione , in cui il Padre Eterno dal
Cielo dà la benedizione . Pezzo senza nome , e senza mar-
ca , da Raffaello. Attribuita dal Vasari ad Agostino , e
a Marco di Ravenna .
Nella precitata Vita di Marcantonio (loco
cit.) leggo 3 che Agostino, e Marco intagliarono
la Gena di Cristo con i dodici Apostoli in una
carta assai grande, e una Nunziata tutto con
disegno di Raffaello .
XV111. La Natività, ove la testa delFAsino , e del Bue
vedonsi vicine alla culla, da Giulio Romano , marca-
ta l53i. * infoi, in tr.
XIX. S. Giovambattista , seduto nel deserto , che alza
la mano diritta , e tiene il suo bastone dalla mano man-
ca . Da un .^/zomrHCJSenz’aitra marca , che l’anno l532.? in 4.
degl* Intagliatoci . 277
XX. La strage degl’innocenti, copiata dalla stampa di
Marcantonio , da Agostino, con la sua cifra in 4. in tr.
rarissima.
Della strage d gl’ Innocenti ^ nota Monsig.
Bottari (Tom. 7. fol. ve ne sono due in-
tagli fatti ambirfue da Marcantonio sul medesi-
mo disegno. Racconta, segue l’erudito \ nuota-
tore _, il Malvasia (Tom. 1. pag. 64 ), che la pri-
ma fosse da lui intagliata di commissione di un.
Signore Romano , ma che poi la ^intagliasse per
se a fine di venderla 9 con maggior pulizia ? e
morbidezza, e che per distinguerla dalla prima,
vi fece nell’alto della carta iri un canto su la
destra un Albero in lontananza , che comune-
mente sf chiama la felcette , benché sembri piut-
tosto la cima di un Abeto ; e che per questo rin-
taglio fosse fatto ammazzare da quel Signore 9
che gli avea fatto fare la prima 9 ma non so se
sia vero. Il disegno della Strage degl’innocenti
era in mano del Cardinal d’Este . Questa di Mar-
cantonio è la Strage degl’innocenti propriamente
incisa di nuovo da Agostino , e che a tutta ra-
gione gli viene attribuita: laltra, di cui trattam-
mo nelle altre notizie spettanti la di vjta, è
opera , in cui vi ha lavorato insieme con MardO
da Ravenna , ma il principale _, per quello si è
detto , fu Marco , che vi appose la sua cifra .
XXI. La Santa Cena, dall’incisione in legno d ' AU
berta Durerò , copiata a bulino per Agostino, con la da-
ta del l5 14. , e le lettere \ m in foi.
XXH. Il medesimo soggetto, veduto per le porte di
una Cappella . Pezzo senza nome, attribuito a Raffaello
in fol. pie. RARISSIMA .
XXI11. 11 portar della Croce , da Ra ffaello , con la data
del l5 19. , e marcata jr^ ,\/a *n
27B Notizie
Descrive il Vasari ( Tom . 5. fol. 286.) il
quadro , che Raffaello fece pe "1 Monastero di Pa-
lermo degli Olivetani 9 detto Santa Maria dello
Spasmo, ove è Cristo che porta la Croce ec., e la
stampa di cui si parla allude al medesimo; ma
è bene avvertire con Monsig. Bottari ciò che a
questa stampa appartiene. Abbiamo ^ dice egli y
(Zoc. cìt . fol . 287.) di una simile istoria una
stampa in grande intagliata nel 1 5 19. da Ago-
stino Veneziano molto bella; ma non saprei se
sia tratta da questa tavola, o da un disegno ^ o
pensiero fatto per la medesima .
XXIV. Corpo di Gesù Cristo posto sopra una pietra
fra due Angeli, da Andrea del Sarto con l’anno l5ló.
stampa marcata av in fot.
XXV. Gesù Cristo disceso al Limbo , dall’incisione in
legno della Passione del Durerò , ‘ con l’anno l5l2., e le
lettere * piccolo in 4. RARISSIMA .
XXVI. L’Arcangelo S. Michele in piedi tenendo la
sua lancia dalla mano diritta, da Raffaello , conia mar-
ca A\ . V . *n
r XXV11. La Vergine a mezzo corpo, coronata da un
Angelo, mentre ella tiene su le sue ginocchia il Santo
Bambino, al quale il piccolo S. Giovannino presenta un
grappolo d’ uva , marcato \J piccolo in fol .
XXV111. La Vergine, che alza da terra il Bambino Gesù
rattenuto dal piccolo S. Giovanni , e accompagnato da
due Angeli, inciso d’ appresso il Francia , e marcato
l5l6. piccolo in fol.
XXIX. La Vergine seduta sopra una specie di Piedi-
stallo in una nicchia, con Gesù Bambino. Sopra la sua
testa si vede un piccolo quadro, che rappresenta un
Ecce-Homo portato da due Angeli . Viene tutto accom-
pagnato da dei Religiosi, ed una Religiosa. Pezzo che
degl5 Intagliatori . 279
quantunque non abbia nò nome, nè marca, è cercamene
te di Agostino Veneziano , in fot.
XXX. Sei figure di Santi, e di Sante, fra i quali si
vede S. Domenico, e S. Pietro Martire; nell’aria il Sal-
vatore in Croce con degli Angeli, che stanno raccoglien-
do il Sangue, chi stilla dalle sue piaghe. Pezzo con la
marca del 1528 senza cifra , in fai.
XXXI. S. Girolamo dal piccolo Leone. Pezzo cosi chia-
mato a causa di un piccolo Leone , che s’ inoltra verso
detto Santo seduto in mezzo della stampa, da Raffaello
A. V. in 4-
XXX11. S. Margherita in ginocchioni, vicina ad un
Demonio sotto la figura di un serpente, e ch’ella se ne
fugge da lui, mostrandogli una specie di specchio con-
vesso . Pezzo marcato August : è fatto senza dubbio pri-
ma, che Agostino frequentasse la scuola di Marcante*
nio , piccolo in 4.
Vedasi quello che avvertii nelle appresso ncr
tizie della Vita di
Agostino ,
SOGGETTI STORICI, e Mitologici *
XXXlll. Diogene nudo, che riposa sopra il suo abito
sotto un albero vicino ad un fiume, caratterizzato dalla
sua tazza", che sta vicino a lui, da Baccio Bandinelliy
pìccolo pezzo marcato À. V. I$l5.
XXXIV. Ifigenia in Tauride ove riconosce Oreste suo
fratello e Pilade , che tanto lo amava che era pronto
ad esser sacrificato per lui • Pezzo anonimo , ed uno dei
PiU’ BELLI DI AGOSTINO, in 4. in tr.
XXXV. Gli amori di Alessandro , e Rosanne . Pezzo sen-
za nome, e senza marca, attribuito dai Vasari a Rafael*
lo 9 c ad Agostino , in foi . in ir.
Riporterò le precise parole del Vasari (T. 7.
fol. 14 6, Vita di Marcantonio ed altri), perchè
non solo confermano ciò che dal Catalogo del Ma *
miei abbiamo riportato , ma-uneglio anche la de-
scrivono. Eccole; Fece ancora (Agostino) Ales-
sandro con Rossane ? a cui egli presenta una.
a8o Notizie
corona reale , mentre alcuni Amori le volano in-
torno, e Ze acconciano il capo, e altri si tra-
stullano con le armi di Alessand o .
XXXVI. I Sabini-, che opprimono con i loro scudi Tar-
peja , che loro avea dato nelle mani il Campidoglio .
XXX VII. Tarquinio, che fa violenza a Lucrezia; da
Raffaello , marcato \ . V *n 4- ùz tr-
XXXV11I. Lucrezia, incisa da Marcantonio , e copia-
ta a rovescio da Agostino con dei versi latini, che prin-
cipiano; Proli dolor / saevo &c., pit in 4 BELL-lSSI vlO .
Monsig. Bottari avverte (Vita di Marcanto-
nio, ed altri, Vasari Tom. fol 1^2.) che due
sono le Lucrezie Romane , che intagliò Marcan-
tonio, e amendue queste carte son rare^ e una
e un poco più grande dell’altra . Ma io crederei
più tosto, che abbia confusa questa di Agostino
con quella di Marcantonio , ed abbia potuto cre-
derle tutte due del medesimo.
XXXIX. Gammillo , che sopraggiunge allorché si pesa
l’oro pe ’l tributo imposto dai Francesi ; pezzo che ere-
desi di Baccio Baudinelli , marcato con la , tavoletta
ÉyJ e l’anno l53l. con l’iscrizione che princi-
pia ; Duni a Romanis solvitur &c. , in 4* in tr,
XL. Cleopatra, figura nuda, ed in piedi, da Sacci*
Bandinelli, marcata fa* \j con 1’ anno l5l8. pie. fol,
XLI. Prospetto del Campo dell’armata di Carlo V. pri-
ma di dare la battaglia a Solimano . Pezzo marcato
/\t \/, 1532. con la Dedica al Marchese Sforza Pallavi-
cini, da Sebastiano de Valentinis , in fol.
Vedi le notizie spettanti la di lui vita.
XL11. Marte nudo, ad eccezione di un piccolo manto,
che gli pende dalla parte di dietro, tenendo da un brac-
cio la targa rotonda, da Raffaello, incisione attribuita
a Marcantonio , ma ella è di Agostino, in 8.
XL111. Vulcano, che regala delle frecce a Venere per
collocarle nel carcassa di Cupido, da Raffaello , e mar-
degl’ Intagliatori. 281
cato con la tavoletta |^»Y| e T anno l53o. ,
in fol.
XLIV- Venere, che voga sul mare a cavallo in un Del-
fino accompagnata da Cupido, che porta una face con.
una farfalla in aria, da Raffaello senza marca, infoi.
XLV. L’assemblea degli Dei ad oggetto di Psiche , e
Cupido , da Raffaello . Pezzo senza marca , ma inciso , se-
condo il Vasari , da Agostino , e Marco da Ravenna ,
gr. in fol. in tr.
Il Vasari (Vita di Marcantonio ec. Tom . 7.
fol . i47*) scrive ciré i suddetti Incisori intaglia-
rono due Storie delle Nozze di Psiche; al che
aggiunse l’Editore di Roma, che le carte della
favola di Psiche ricavate da Apulejo sono 38. nel-
la raccolta Corsini, ed hanno sotto un ottava in
rima, e queste due non entrano tra quelle. Le
due carte, che accenna qui il Vasari furono ri-
cavate dalla volta dipinta da Raffaello nel Pà-
lazzetto della Lungara, detto la Farnesina . Ma
le 33. carte furono ricavate dai disegni non mai
eseguiti^ e sono intagliate la maggior parte da-
gli scolari di Marcantonio .
XLV1. Festino nuziale di Psiche e di Cupido, pezzo
eguale alle precedenti stampe, attribuito ai medesimi
Incisori , col nome di Raffaello .
XLV11. Seguito dell’ istoria di Psiche.
Credesi comunemente, scrivono gli Autori del
Manuel (E cole Italienne Tom. 3. fol . 8j.) , che
Marcantonio non abbia avuto altra parte in que-
ste che la sola direzione, e che Agostino Vene-
ziano , e Marco da Ravenna sieno stati i veri
Intagliatori . Quanto al primo ( cioè ad Agosti-
no) la cosa è incontrastabile; imperciocché in que-
sta Raccolta trovansi comprese tre stampe con le
lettere A. V. Queste stampe in numero di 3a., eia-
Notizie
scuna con otto versi italiani , sono in foglio e in
traverso. Sono elle state più volte copiate . „ Que-
sta nota, secondo quella che riportammo di Mon-
signore Bottali, parmi che non sia realmente
esatta . „
XLVJJi. Leda, che riposa, ed accarezza il Cigno, pez«*
zo osceno , marcato A. V. pie. in 4. in ir.
E* forse questa quella famosa Leda , che fe-
ce Michelangelo pe’l Duca di Ferrara, e che
poi fa portata in Jb rancia ^ e stiede a Fontaine-
bleau fino al regno di Luigi XITL, e che di lì fu
tolta per gli scrupoli ^ che vennero al Sig. Des-
noyers, Ministro allora di Stato, che la fece gua-
stare . Non fu però abbruciata , come il Sig.
d’Argenville a fol. 80. della Vita di Michelan-
gelo asserisce. M. Manette nel 174°* la vide ri-
comparire , ma tutta rovinata ; e soggiunge , che
anche così mal ridotta, e peggio ritoccata ^ fu
mandata in Inghilterra . La pittura di Michelan-
gelo fu tanto stimata, che 1 Duca Alfonso andò
per vederla a Firenze , ove ricevuto dal medesi-
mo con accoglienze gli mostrò Leda che abbrac-
cia il Cigno. Molti disegni di questo Artista mi-
rabile ebbe Antonio Mini, che gli portò in Fran-
cia^ e molti ne perirono; molti se ne conserva-
no nella Raccolta del prefato Manette , a cui
passarono dalla .Raccolta di Crozat . A Firenze
tornò il cartone della Leda, che a tempo del
Vasari possedeva Bernardo Vecchietti, e vi stie-
de fino agii ultimi tempi, come avverte Monsig.
Botlari, ma fu poi trasportato in Londra, e pos-
seduto dal Sig. Lode. Vedi Vasari (Vita di Mi-
chelangelo Tom . X. fol . 6. e seg. )
DEGL’ Tn'T AGLI ATOUT .
XliiX. Apollo , e Dafne trasformata in lauro , pezzo
senza nome, marcato con l’anno l5l8. , e attribuito da
qualcuno a Marcantonio , dal disegno ài Raffaello , in 4.
L. Fetonte in aria precipitato dal suo carro , condotto
da quattro cavalli . Pezzo attribuito pc ’1 disegno a
otto versi
italiani, pie • in fol.
LI. Contesa delle Muse con le Pieridi , in presenza de-
gli Dei, e delle Dee sul fondo di un Paesaggio: vi si
legge . Ausae cum Musis committere Ò*c. , senza nome
nè del Pittore, nè dell’Intagliatore. Pezzo attribuito dal
Vasari al Rosso , e in Francia, ove trovasi il quadro, a
Vervi del Vaga. E’ stato inciso, per quello credesi , da
Agostino , gr. in fol. in tr.
Questo pezzo è stato ritoccato da Enea Vi*
co , e pubblicato per Lafrerì nel i553. con que-
sto motto : Aeneas Vicus ristituit.
Lll. Nettuno trasformato in Liocorno amante di Fili-
de, che tiene il Cavallo per la briglia , assedendosi a piedi
di un edifizio , da Giulio Romano , marcato
l’anno l5ló. in 8.
LUI. Sileno a cavallo sopra un Asino, condotto in
trionfo dai Satiri, e dalle Baccanti, da Raffaello , mar-
cato
Manette ne attribuisce V invenzione a Raf-
faello da Colle .
Crederei però che P invenzione fosse di Raf-
faello Sanzio propriamente, e che Raffael da Colle
avesse eseguito in pittura il disegno di quell’ec-
cellente Maestro. Sappiamo di esso, che fu della
scuola di Raffaello _, e che con i disegni di que-
sto dipinse nelle Loggie del Vaticano: e quan-
tunque il Vasari dica, che fu discepolo di Giu-
lio Romano ( Tom 8. fol. i35.) e ’1 Ch. Sig. Ab.
Lanzi ( Stor . Pitt. Tom . 1. fol. 160.) lo affermi
284 Notizie
più di Raffaello appartenente a Giulio , di cui lo
dice il V asari or discepolo or creato , or ajuto
nei lavori , che fece a Roma 9 e nel Te di Man-
tovai; pure ritenne sempre del primo suo maestro
Raffaello la grandezza , la leggiadria , e la finitezza
senza essere stato mai ammanierato ; talché al suo
confronto cade in avvilimento il Vasari, e com-
parisce il fosco di Giulio Romano. Sicché non si
rende improbabile la congettura , che P invenzione
del caro disegno a Raffaello da Urbino appartenga.
L1V. Orfeo, che col suono della Lira fa tacere il Can
cerbero, che sta all’entrata dell’Inferno.. Piccolo pezzo
da Giulio Romano , marcato ^ V. e con l?anno l585*
LV. Ercole fanciullo, che squarcia due Serpenti alla
presenza dei suoi genitori , da Giulio Romano , marcato
l533 , pie,, in fot.
LV1. Ercole, che soffoga Antèo , ove la terra vien rap-
presentata per una Vecchia Donna , da Michelangelo ,
marcato. V. 1 533: , pie. in fol.
LV11. Ercole che sbrana il Leone nella foresta Nemea ,
da Raffaello , marcato \J i53L, in 8.
LV11L Soggetto emblematico, in cui vedesi una Don-
na, che suona una tromba, alla presenza degli Dei, ad
una tavola nell’ alto dell’Olimpo. Son quivi tutte pic-
cole figure circondate dalle nuvole • Pezzo marcato
. 1 5 1 6. a specie di fregio, largo IO. pollici ,
linee 2. : e alto 4. pollini , 6. linee.
Manette ne attribuisce l’invenzione a Bac-
cio Bandinella , e per quello ho potuto anch’ io
osservare in quel che trovasi presso di me , sem-
bra che Manette siasi bene apposto.
Stampe di propria sua invenzione .
L1X. La Provvidenza . Pezzo marcato \ m \J r col motto.*
Causar, cognitio , sopra un quadretto portato da due An*
geli . Soggetto inciso anche da Maicantonio , pie • in fol .
degl* Intagliatori . ^85
Questa, se mai non erro, è una di quelle
stampe che Marcantonio intagliò , vivente Raffael-
lo, le quali per comando di questo gran Genio,
stampava quel Baviera famoso macinatore di co-
lori alla di lui scuola. Il Vasari { T.q.fol . i43-)
dice: che appresso furono intagliati tutti i toji -
di che Raffaello uvea fatto nella camera del
Palazzo P apule , dove fa la cognizione delle co-
se , Calliope col suono in mano la Provviden-
za , e la Giustizia ec. E quantunque gli eruditi
Scrittori del Manuel abbiali detto coll’ autorità
del Barone d’Heinecke^ soggetto inciso anche
da Marcantonio , e tale si trovi nel Vasari come
avvertii, pure non 1* hanno citato nel Catalogo
di quelP eccellente Intagliatore.
LX. La Sibilla Cumana , che ottiene dal Sole che bare-
na, ch’ella porta nel paniere, sia convertita inoro: da
Raffaello , marcato . \f . l5l6. in 4.
LX1. 11 Pensier della Morte, ossia il Cemeterio . Vi si
vede la Morte che ha un libro , dal quale strappa i fogli
in mezzo di una moltitudine di Uomini , e di Donne
tutti ischelitriti : da Baccio BandineVi . Pezzo chiamato
gli Schelìtrì di Baccio , e marcato: Augustinus Venetas
de Musis faciebat l5l8. , gr. in fol. in tv.
LX11. La Battaglia di Carlo il Temerari o , soggetto così
chiamato da qualcuno. Vi si vedono le due armate in
presenza, nel davanti vi sono dei cannoni . e sugli sten-
dardi la cifra AV • coll’ anno l5l8., pie. in fol.
in trav.
Sonovi molte copie di questa Stampa , e fra
le altre una di Girolamo Hopfer.
LX111. Gii Arrampicatoti. Pezzo egualmente inciso da
Marcantonio , ma meno ricco di figure che questo . So-
pra una tavoletta si legge: Michael Angelus Bonaruota:
e su di una pietra quadra MDXXII1Ì. % ge. in
fol. in tv.
Notizie
LX1V. L’Accademia del Disegno , di Baccio Bandinel-
li y in cui il Pittore sta seduto in mezzo de’ suoi scola-
li, occupati a disegnare vicino ad un basso rilievo, mar-
cato Baccio con le lettere \J * e l’anno l53l., gr.
in fol. in tr.
LXV. Combattimento di cinque Guerrieri. Vi si vede
esposta fuori di una torre , una testa in cima di un ba-
stone . Pezzo anonimo da un cartone di Pina , di Mi-
chelangelo , iti 4.
LXV1. Bagno di quattro Donne in una camera, ove
si vede in lontananza da una porta un altra Donna , che
riposa nel letto. Pezzo marcato \/ # attribuito a Raf-
faello , in fol.
LXV11. Un Uomo vestito all’antica, assiso a’ piedi di
un alloro in mezzo a due Donne. Pezzo inciso ^pex Ago-
stino , da Raffaello , benché abbia la tavoletta di Mar-
cantonio , in fol.
LXV11I. Tre Donne, che tengono la loro testa coperta
da un lungo manto. Pezzo che appellasi.* Le tre Donne
che vanno al Sepolcro , si attribuisce a Michelangelo:
senza nome e senza marca , in fol.
LX1X. Un Vecchione nudo, che si appoggia in una
gruccia, e si sforza di rialzare un Uomo caduto a terra;
in un Paesaggio, ove vedonsi le rovine di un Anfitea-
tro . Pezzo marcato
Di un Vecchio, che avea in testa una ghir-
landa di ellera, parla il Vasari , riferendo il car-
tone fatto da Michelangelo a concorrenza del
Vinci {Tom. X. fol. 57.), che quel Vecchio po-
stosi a sedere per mettersi le calze che non
potevano entrargli per aver le gambe umide
dall' acqua , e sentendo il rumore dei soldati , e
le grida , od i rumori dei tamburi, affrettando
tira per forza una calza . Ora un pezzo di que-
sto cartone , come nota Monsig. Bottari (ivi) nel
quale è questo Vecchio , fu intagliato eccellente-
mente d^ Marcantonio, e rintagliato da Agostino
degl’Intagliatori,
287
Veneziano . Questa carta si chiama in Francia ,
ed è conosciuta sotto nome de Crimpeurs . Ma
di questa nel presente Catalogo dat Sigg. Huber ,
e Rost non se ne parla ; ed è perciò che ho vo-
luto porla in questo luogo .
LXX. Un Soldato armato , che piattona un Uemo nu-
do prosteso a terra a’ suoi piedi, dai cartoni di Pisa di
Michelangelo , in 4- RARISSIMO .
LXX1. Un Soldato in piedi , che mette insieme le
sue cose. Piccolo pezzo dai cartoni di Pisa , marcato
LXXll. Un Vecchio filosofo, seduto in terra in un
Paesaggio, che misura col suo compasso un disco, nel
quale si vedono il Sole, e la Luna , con la data del 1609.
da Domenico Campagnola , pie. pez. in 4.
LXXIli. Femina disabigliata , che siede sopra una pie-
tra , cavandosi una spina dal piede , da Raffaello an-
no i53‘2. , in fol.
LXX1V. Una Donna in piedi ben vestita, portando in
capo un vaso, che sostiene con la mano sinistra, da
Raffaello , marcato \J # in 4.
LXXV. Donna quasi nuda, che tiene con la mano di-
ritta un vaso , eia sinistra la stende al suo collo; ella è
in piedi avanti un pilastro , in un Paesaggio . Pezzo senza
nome, e senza marca, pie. in 4. RARISSIMO.
LXXV1. Ballo di sei figure, tre Fauni, e tre Baccanti.
Fregio inciso in due lastre da un basso rilievo antico,
da un disegno che da alcuni viene attribuito a Raffaello ,
da altri al Primaticcio , marcato i5l8.
LXXV11. Boschetto, in cui vedesi Cupido che tiene
la metà di un disco, nel quale si vedono incise le let-
tere ^ y ^ e la data del *53o. Credesi inciso dal di-
segno di Giovanni da Udine , in fol. in tr.
LXXV111. LXXX1X. Dodici pezzi delle Terme, mar-
cati : Sic Romae in Pluvio ex marmore sculp. l5 35. in 4»
XC. CV. Sedici pezzi di vasi antichi di Bronzo, e di
Marmo incisi nel i53o. e l53i., marcati.- Sic Romae an-
tiqui Sculptorcs ex aere , et marmore faciebant , pie. infoi .
a88 Notizie
CVl. CXL1. Trentasci pezzi di Grotteschi , dai disegni
«li Raffaello, compresovi un seguito di sei pezzi che si
trovano separatamente. Molti di questi sono marcati con
le lettere i\9 V . e §1‘ altri sono *nc*s* da Marco da
Ravenna, e dagli altri Scolari di Marcantonio , in 4.
CXLil. CLXXX. Quarantotto pezzi nominati i Busti
di Agostino, sotto il titolo Illustrium Viror. ut extant
in Urbe expressi vultus ■ Romae 1569. cum priv. Sum .
Pont. Formis Ant. Lafteri , in 4*
Questa Raccolta, nella quale sono numerati i
fogli ^ comincia dal Busto di Eraclito num
e finisce per quello di Giano num. XLVIII. Mat-
teo Bolzetta raccolse di nuovo questi rami, e li
riprodusse col titolo : Illustrium Virorum in ur-
be vultus, coelo Augustini Veneti . Romae i5 69.
Prostrant apud Matthaeum Bolzettam de Ca-
dori P atavi] i549* D» D.Joanni Cottonio , Poet .
Veronensi . Gol ritratto inciso per G. Gregori . Que-
sta Raccolta principia pe '1 Busto di uno incogni-
to, e termina per quello de Janus sous num. LIT.
Vedi Manuel (Zoc. cit. fol. 97.)
CLXXXI. Arco Constantino ìn Roma • Questa iscrizio-
zione è incisa sopra un rullo, tenuto da un Genio. Pez*
zo in rotondo, marcato \/"# 1517.
Si cita dopo tutte queste stampe il Dizio-
nario degli Artisti delPHeineeke [Tom. 1 .fol. 60 5.)
Ho io posto qui P articolo di Agostino, in
vece di seguire il Gandellini , che ne scrive all’ar-
ticolo Veneziano; trovandosi rammentato per An-
gustino: oude per le ragioni sopra apposte ad
Abacco, ed a Enea Vieo^ Adamo Mantovano con-
veniva ciò fare conoscendosi comunemente piu
pe ’l suo nome, che per la Patria.
PINE DEL TOMO QUINTO .